Visualizzazione post con etichetta Dio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Dio. Mostra tutti i post

giovedì 14 marzo 2019

Nelle braccia di Dio ....

Un'anziana signora stava stirando!
Arrivò l'Angelo della morte, e le disse:
«È il tempo: vieni!».
La donna rispose:
«Va bene: ma lasciami finire, di stirare tutta la biancheria!
Chi lo fa, altrimenti? E, poi, devo cucinare; mia figlia lavora, fino a tardi: ha bisogno di qualcosa da mangiare, quando torna a casa, sfinita... Lo capisci, questo?».
L'Angelo se ne andò...
Dopo un po' di tempo, tornò!
Chiese alla donna, se era pronta a lasciare la casa...
«È il tempo: vieni!», disse.
La donna rispose:
«Questa è la mia ora, per il turno alla Casa di Riposo, per Anziani! Là, mi aspettano almeno dieci persone, dimenticate dalla loro famiglia... Posso piantarle, in asso, così?».
L'Angelo se ne andò!
Dopo un po' di tempo, tornò, e disse:
«È l'ora: andiamo!».
La donna rispose:
«Sì, sì: hai ragione, è giusto! Ma chi va a prendere il mio nipotino, alla Scuola Materna, se io non ci sono più?».
L'Angelo sospirò:
«D'accordo: aspetterò, finché il tuo nipotino potrà andare a Scuola, da solo!».
Alcuni anni dopo, la donna era stanca, e piena di acciacchi e, seduta sulla sua poltrona, pensava: «Adesso, potrebbe arrivare l'Angelo...
Dopo tutta la fatica, la Casa di Dio deve essere meravigliosa!».
L'Angelo arrivò...
La donna chiese:
«Mi porti, adesso, nelle braccia di Dio?».
L'Angelo rispose:
«Dove credi, di essere stata, in tutto questo tempo?».





Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono. 

- papa Benedetto XVI -

Bellissimo affresco di stile bizantino. Notate la presenza di Gesù Cristo e degli angeli nel momento fondamentale in cui il figlio "rientra in sé" e lo accompagna nel cammino di ritorno verso suo padre.

"La morte non è niente:

sono semplicemente passato, nella stanza accanto...
Io sono sempre io! Tu sei sempre tu!
Ciò che eravamo, l'uno per l'altro, lo siamo sempre...
Chiamami con il nome, con cui mi hai sempre chiamato!
Parlami, come hai sempre fatto!
Non usare un tono differente!
Non prendere un'aria mesta, o da cerimonia...
Continua a ridere, di ciò che ci faceva ridere, insieme!
Prega... Sorridi!".



Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 13 marzo 2019

Signore, non sono degno - San Francesco d'Assisi

Un villano incontrando santo Francesco gli disse: "Dimmi, se' tu frate Francesco d'Ascesi?".
Risponde santo Francesco che sì.
"Ora t'ingegna dunque, disse il villano, d'essere così buono come tu se' tenuto da ogni gente, perciò che molti hanno grande fede in te, e però io ti ammonisco che in te non sia altro che quello che la gente ne spera".
Udendo santo Francesco queste parole, non si isdegnò d'essere ammonito da uno villano, e non disse tra se medesimo: Che bestia è costui che m'ammonisce? Siccome direbbono oggi molti superbi che portano la cappa, ma immantanente si gittò in terra dello asino e inginocchiossi dinanzi a costui e baciogli i piedi, e sì lo ringrazia umilmente perch'egli avea degnato d'ammonirlo così caritativamente. Allora il villano insieme con li compagni di santo Francesco con grande divozione sì lo levarono da terra e ripuosonlo in su l'asino; e camminarono oltre.

(Fioretti di san Francesco, FF 1902)



Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine del suo Figlio diletto. E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crucifiggerlo, e ancora lo crucifiggi quando ti diletti nei vizi e nei peccati.
Di che cosa puoi dunque gloriarti? Infatti, se tu fossi tanto sottile e sapiente da possedere tutta la scienza e da sapere interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti, in tutto questo non potresti gloriarti; poiché un solo demonio seppe delle realtà celesti e ora sa di quelle terrene più di tutti gli uomini insieme; e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e non sono di tua pertinenza, ed in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.


- San Francesco -
Ammonizioni V


Mio Redentore, riconosco di essere infinitamente indegno di accostarmi a te e riceverti a motivo dei miei peccati e della mancanza di purezza, perciò ti dico: Signore, non sono degno. 
Anche se avessi tutto l'amore dei Serafini sarei, comunque, indegno di riceverti; allora ti ripeto ancora: Signore, non sono degno.

Mio amabile Signore, vieni ed opera in me quello per cui vieni. 
Sono un miserabile, ma la tua bontà non ti fa fermare ad osservare la mia miseria. 
Vieni nella mia anima e santificala, prendi possesso del mio cuore e purificalo, entra nel mio corpo, custodiscilo e non separarmi mai dal tuo amore.


Fuoco consumatore, brucia tutto ciò che in me è indegno della tua presenza e che può essere di ostacolo alla tua grazia ed al tuo amore.


Madre del mio Redentore, abbi compassione di me, povero peccatore, prega per me, affinché, per mezzo tuo, abbracci tuo Figlio con perfetto amore e divenga come il suo Cuore desidera.


- San Francesco d'Assisi -



Buona giornata a tutti. :-)

































































Preghiera del mattino

Signore Gesù, grazie per questo regalo di un nuovo giorno.
Un regalo che viene ad aggiungersi ai tanti altri che ho ricevuto da te.
Apri i miei occhi affinché io mi renda conto che tutto ciò che sono,
che tutto ciò che ho viene da te.
È dunque normale che tutto ciò che sono e possiedo
lo metta al tuo servizio e al servizio del mio prossimo.
Aiutami ad annunciare a coloro che incontrerò oggi
"tutto ciò che tu, Signore, hai fatto per me nella tua misericordia".




Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 7 marzo 2019

Lettera di Sant’Agostino all’uomo per amare una donna in pienezza e per sempre

Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.
Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.
Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.
Ama la tua donna senza chiedere altro all’ infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.
Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire. 
Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. 
Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.
Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.
Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.
Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l’esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio.
E sii sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore.
Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!

- Sant' Agostino -






























Mantieni coloro che ami vicini a te, 
dì loro all'orecchio quanto ne hai bisogno, 
amali e trattali bene... 
prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", 
"perdonami", 
"per piacere", 
"grazie", 
e tutte le parole d'amore che conosci. 

- Gabriel  Garcia Márquez - 



La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. 
Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. 
Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. 
Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido.

- Sant' Agostino -




Buona giornata a tutti. :-)


www.efuseraefumattina.blogspot.com



domenica 3 marzo 2019

Difendimi Dio della stanchezza - Adriana Zarri

«Sono trascorsi molti anni, ma ricordo come se fosse ieri. 
Ero giovanissimo, avevo l'illusione che l'intelligenza umana potesse arrivare a tutto. E perciò m'ero ingolfato negli studi oltre misura. Non bastandomi la lettura di molti libri, passavo metà della notte a meditare sulle questioni più astruse. 
Una fortissima nevrastenia mi obbligò a smettere; anzi a lasciare la città, piena di tentazioni per il mio cervello esaurito, e a rifugiarmi in una remota campagna umbra. 
Mi ero ridotto a una vita quasi vegetativa: ma non animalesca. 
Leggicchiavo un poco, pregavo, passeggiavo abbondantemente in mezzo alle floride campagne (era di maggio), contemplavo beato le messi folte e verdi screziate di rossi papaveri, le file di pioppi che si stendevano lungo i canali, i monti azzurri che chiudevano l'orizzonte, le tranquille opere umane per i campi e nei casolari. Una sera, anzi una notte, mentre aspettavo il sonno, tardo a venire, seduto sull'erba di un prato, ascoltavo le placide conversazioni di alcuni contadini lì presso, i quali dicevano cose molto semplici, ma non volgari né frivole, come suole accadere presso altri ceti. 
Il nostro contadino parla di rado e prende la parola per dire cose opportune, sensate e qualche volta sagge. Infine si tacquero, come se la maestà serena e solenne di quella notte italica, priva di luna ma folta di stelle, avesse versato su quei semplici spiriti un misterioso incanto. 
Ruppe il silenzio, ma non l'incanto, la voce grave di un grosso contadino, rozzo in apparenza, che stando disteso sul prato con gli occhi volti alle stelle, esclamò, quasi obbedendo ad una ispirazione profonda: 
«Com'è bello! E pure c'è chi dice che Dio non esiste». 
Lo ripeto, quella frase del vecchio contadino in quel luogo, in quell'ora: dopo mesi di studi aridissimi, toccò tanto al vivo l'animo mio che ricordo la semplice scena come fosse ieri. 
Un eccelso profeta ebreo sentenziò, or sono tremil'anni: 
«I cieli narrano la gloria di Dio». 
Uno dei più celebri filosofi dei tempi moderni scrisse: 
«Due cose mi riempiono il cuore di ammirazione e di reverenza: il cielo stellato sul capo e la legge morale nel cuore». 
Quel contadino umbro non sapeva nemmeno leggere. Ma c'era nell'animo suo, custoditovi da una vita onesta e laboriosa, un breve angolo in cui scendeva la luce di Dio, con una potenza non troppo inferiore a quella dei profeti e forse superiore a quella dei filosofi.» 

- Enrico Fermi -




"Quando un predatore entra nella conchiglia nel tentativo di divorarne il contenuto e non ci riesce, lascia dentro una parte di sé che ferisce e irrita la carne del mollusco, e l’ostrica si richiude e deve fare i conti con quel nemico, con l’estraneo. Allora il mollusco comincia a rilasciare attorno all’intruso strati di se stesso, come fossero lacrime: la madreperla. A cerchi concentrici costruisce in un periodo di quattro o cinque anni una perla dalle caratteristiche uniche e irripetibili. 
Ciò che all’inizio serviva a liberare e difendere la conchiglia da quel che la irritava e distruggeva, diventa ornamento, gioiello prezioso e inimitabile.
Così è la bellezza: nasconde delle storie, spesso dolorose. Ma solo le storie rendono le cose interessanti..." 

Alessandro D'Avenia -
da: "Cose che nessuno sa"




Amami tu, Signore
anche se non sono amabile,

anche se sono povero,

anche se non lo merito,
anche se ti amo poco,
amami tu, Signore.


Quando mi alzo al mattino, pieno di sogni,
quando mi corico alla sera, pieno di delusioni,

quando lavoro per inerzia,

quando mi riposo e sono vuoto,
quando prego e sono distratto,
quando non ho voglia di amarti,
amami tu, Signore.


Quando penso di amare te
senza amare gli uomini,

quando mi illudo di amare gli uomini

senza amare te,
quando temo di amare troppo
amami tu, Signore.


Quando ho paura di compromettermi,
e ho paura di impegnarmi,

quando fuggo l'amore,

quando nessuno mi ama,
amami tu, Signore.


- Adriana Zarri -
teologa e scrittrice, 1919-2010 




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


giovedì 21 febbraio 2019

Un albero – don Bruno Ferrero

In un paese lontano si trovava un albero prodigioso.

Nessuno conosceva la sua età.

Alcuni dicevano che era più vecchio della terra.

Donne e uomini venivano a supplicarlo. Anche i lupi, nelle notti senza luna, ululavano verso di lui.

Ma nessuno osava mangiare i suoi frutti.
Eppure erano frutti magnifici, enormi, innumerevoli, che pendevano dalle due ramificazioni dell'albero.

Metà di questi frutti erano velenosi. Nessuno sapeva quale delle due metà. 

Dei due grandi rami, uno portava la vita, l'altro la morte.
Venne una grande carestia e la gente del paese soffriva la fame.

Solo l'albero rimaneva imperturbabile, carico di frutti splendidi.
Gli abitanti dei dintorni si avvicinavano indecisi e timorosi. Erano affamati e soffrivano, ma non volevano morire avvelenati.
Ma, un giorno, un uomo che stava per morire si fermò sotto il ramo di destra, raccolse un frutto e lo mangiò senza esitare. Rimase in piedi, tranquillo, con un respiro che si faceva sempre più gioioso.
Tutti di colpo si accalcarono verso il ramo di destra e cominciarono a mangiare quei frutti deliziosi e salutari.
Alla sera, gli abitanti dei posto si riunirono in consiglio. Il ramo di sinistra era non solo inutile, ma anche pericoloso. Decisero di reciderlo con decisione dal tronco. Il giorno dopo, tutti si svegliarono presto e si affrettarono a cercare il loro cibo.
Tutti i frutti del ramo di destra erano caduti in terra e imputridivano nella polvere. Gli uccelli che abitavano tra le foglie erano scomparsi.
L'albero era morto durante la notte.

I contadini allora dissero al padrone. "Signore, tu avevi fatto seminare dei buon grano nel tuo campo. Da dove viene l'erba cattiva?".
Egli rispose: "E' stato un nemico a far questo".
I contadini gli domandarono: "Vuoi che andiamo a strapparla via?".
Ma egli rispose: "No! Perché, così rischiate di strappare anche il grano insieme con l'erba cattiva. Lasciate che crescano insieme fino al giorno del raccolto. A quel momento io dirò ai mietitori: raccogliete prima l'erba cattiva e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece mettetelo nel mio granaio" (Matteo 13,2 7-30).

Male e bene sono misteriosamente mescolati e crescono insieme. Nessun essere umano può sottrarsi alla responsabilità fondamentale che sgorga dalla libertà che Dio gli ha donato: scegliere.

- don Bruno Ferrero -
Fonte: La Vita è Tutto Ciò che Abbiamo - Casa Editrice: ElleDiCi




Dobbiamo essere ben coscienti che il male non è una forza anonima che agisce nel mondo in modo impersonale o deterministico.
Il male, il demonio, passa attraverso la libertà umana, attraverso l’uso della nostra libertà.
Cerca un alleato, l’uomo. Il male ha bisogno di lui per diffondersi.
È così che, avendo offeso il primo comandamento, l’amore di Dio, viene a pervertire il secondo, l’amore del prossimo.
Con lui, l’amore del prossimo sparisce a vantaggio della menzogna e dell’invidia, dell’odio e della morte. Ma è possibile non lasciarsi vincere dal male e vincere il male con il bene (cfr Rm 12, 21)

- papa Benedetto XVI - 
Libano 15 settembre 2012






Porta un albero verde nel tuo cuore e forse gli uccelli vi verranno a cantare….


(antico proverbio cinese)


Buona giornata a tutti. :-)














sabato 2 febbraio 2019

Un Dio "ragioniere"? - Giuliano Palizzi sdb


"L'empio abbandoni la sua via, ritorni al Signore che avrà misericordia di lui… Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". (Is 55,6-9)

Alcuni termini liturgici come eucaristia e carisma derivano dal greco "charis" che significa benevolenza, dono gratuito, regalo che dà gioia, che rende lieti.
Ricevere un regalo perché te lo sei meritato, te lo sei sudato… certo è bello. 
È grande la soddisfazione per il diploma di laurea, o la medaglia in una gara sportiva; ma immensa è la gioia che suscita in noi il semplice fiore che la persona amata ci consegna nel momento in cui ci dichiara il suo amore. Questo regalo produce un'emozione unica perché è segno che qualcuno ci pensa, ci vuole bene, pronuncia con tenerezza il nostro nome. 
È così l'amore di Dio. "Dio premia secondo i meriti" è l'epitaffio sulla tomba dell'amore!
Un Dio "senza-Vangelo"
Una religione che valuta il rapporto con Dio con i criteri della giustizia retributiva, contabilità, premi e castighi, lusinghe e minacce, registrazione dei meriti e delle trasgressioni è una deformazione della fede. 
I rabbini, sostenendo questa mentalità, avevano catalogato gli uomini in quattro categorie: giusti, se osservavano tutta la legge; empi, se in loro prevalevano le infrazioni; mediocri, se i meriti e le colpe si equivalevano; pentiti, se chiedevano perdono dei loro peccati. 
Questo Dio che ricompensa solo per un'opera buona è morto definitivamente con l'arrivo di Gesù che è venuto per i malati non per i sani, per i peccatori non per i giusti, per i poveri e gli emarginati e si presenta come il Buon Pastore che ama ogni sua pecorella e per ognuna dà la sua vita.
Un Dio "contatore."
Un Dio "ragioniere" può essere anche il Dio della religione cristiana quando l'essenziale non è tanto il Vangelo di Gesù quanto l'elaborazione di regole dettagliate e minuziose in ogni campo della morale privilegiando l'osservanza, la paura del peccato, dell'inferno se non si rispetta la norma. 
È la religione della fatica, della tristezza, della rinuncia, del sacrificio, dei fioretti… della valle di lacrime insomma, una religione che bandisce il piacere! Don Bosco non voleva che i suoi ragazzi facessero penitenza e fossero tristi ma chiede "allegria, studio, pietà."
No a una religione in cui chi accumula più meriti può catalogarsi tra i giusti e automaticamente sentirsi migliore degli altri ed ergersi a giudice per poi professarsi cristiano cioè seguace di un Dio che aveva detto non giudicate non condannate e chi non ha peccato scagli la prima pietra, di un Dio che non allontana ma che recupera sempre tutti perché vuole che nessuno si perda e lascia le 99 per la smarrita e non capisce lo sdegno del secondo figlio mentre si festeggia il ritorno del primo e salva in diretta il ladrone, l'adultera e, nonostante il tradimento, conferma a Pietro la promessa fatta (altro che meriti!).
Un Dio libero e tenero.
Il dialogo fra Dio e uomo s'instaura solo dove esistono l'incontro libero, il dono gratuito e l'amore reciproco incondizionato. 
Chi ama non pretende nulla, non si aspetta altro che vedere la persona amata sorridere e gioire. 
Nella linea dei profeti, i migliori fra i rabbini dicevano al Signore frasi simili: "In questo si manifesta la tua salvezza: tu hai misericordia di coloro che non hanno un tesoro di opere buone". 
Gesù ha fatto proprio questa giustizia.
Gesù dice spesso "La tua fede ti ha salvato". Quindi nessuno può sentirsi migliore di altri se non sono i meriti a salvarci ma la fede. La fede esige le opere certamente (Gc 2,26). Ma la fede riempie le opere di quel condimento, quel buon sugo della tenerezza, quell'odore di buono che solo la gratuità e l'amore incondizionato possono produrre e che fanno la differenza di fronte alle opere fatte solo per accumulare punti-paradiso! 
Tutte le opere hanno valore salvifico se compiute in funzione dell'amore di Dio e del prossimo, l'unico comandamento di Gesù che riassume la legge e i profeti! 
"Al momento della morte non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso d'amore che avremo messo nel nostro lavoro." (Madre Teresa di Calcutta)

"Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l'eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose". (Tonino Bello)
 
- Giuliano Palizzi Sdb -


Forse c’è chi può dire: è impossibile! Io non valgo niente!

Ma io ti dico che tu sei prezioso per Dio e Dio ti ama e avvolge la tua vita della sua gloria, del suo amore eterno e infinito.
Forse c’è chi pensa: io sono troppo triste, troppo desolato, troppo depresso.
Non vedo luce, non aspetto niente di buono dalla vita. Ma io ti dico che Dio è vita, che la gioia di Dio è anche per te, che alla festa di Dio sei invitato anche tu e Dio continua ad avvolgere la tua vita della sua gloria, della sua luce!
Forse c’è chi pensa: è impossibile: io sono cattivo, io ho fatto del male, io non riesco io non voglio rinunciare ai miei vizi, io merito solo castighi e condanne. 
Ma io ti dico che Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita della sua gloria, del suo amore misericordioso. Forse c’è chi pensa: è impossibile: io mi sono ribellato a Dio, io sono arrabbiato con Dio, io ho insultato Dio, io mi sono dimenticato di Dio. Ma io ti dico che Dio non è arrabbiato con te, Dio continua ad amarti e ad avvolgerti della sua gloria, del suo amore paziente e discreto.
La gloria di Dio riempie la terra perché Dio non è lontano da nessuno e la gloria di Dio avvolge di luce ogni essere vivente, come avvolse di luce i pastori nella notte di Natale (e la gloria del Signore li avvolse di luce: Lc 2,9).

- Mario Delpini -
Arcivescovo di Milano



O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
 Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.


 Buona giornata a tutti. :-)










domenica 27 gennaio 2019

L'insegnante belga che salvò mille ebrei

Andrée Geulen è stata un’insegnante belga che salvò quasi mille bambini ebrei dall’orrore della Shoah.

Nel 1942 aveva vent’anni quando un giorno nella scuola elementare dove insegnava, alcuni studenti ebrei si presentarono in classe con la stella gialla cucita sui vestiti. Quella stella che evidenziava con disprezzo l’appartenenza ad un popolo catapultò Andrée in una realtà che fino a quel momento osservava distrattamente e nonostante il suo nome non fosse legato ad alcun movimento politico, decise di agire.
Prima di tutto ordinò a tutti i suoi studenti di indossare un grembiule affinché si coprissero le stelle gialle dei suoi studenti ebrei per evitare episodi di bullismo. Poi fece conoscenza con Ida Sterno, una ragazza ebrea affiliata ad un gruppo clandestino che si occupava di trovare rifugi sicuri per i bambini ebrei.
Un giorno nel mezzo della notte i nazisti fecero irruzione nella scuola portando via dodici bambini ebrei che erano stati nascosti dalla preside. Andrée non nascose il suo sdegno e dopo che un soldato tedesco le domandò come avesse potuto fare l’insegnante degli ebrei, rispose:«E tu non ti vergogni di fare la guerra ai bambini ebrei?». 
Con i bambini anche la preside e suo marito finirono nei campi di sterminio dove furono trucidati.
Per oltre due anni Andrée continuò la sua battaglia contro la follia dei nazisti. Radunò centinaia di bambini ebrei anche di due, tre anni per trasferirli in monasteri o nelle case di famiglie cristiane.
«Ancora piango quando penso ai momenti in cui sono stata costretta a sottrarre i bambini dai loro genitori – racconta Andree che oggi ha 97  anni (nata il 6 settembre 1921 ndr)  – senza dire loro dove li avrei portati».
Quando la guerra finì, Andrée s’impegnò per i ricongiungimenti familiari, a volte capitò che i figli non ritrovarono più i loro genitori perché finiti nelle camere a gas. 
Per anni Andrée continuò a mantenere i contatti con i suoi bambini e nel 1989 Israele l’inserì tra i Giusti fra le Nazioni conferendole la cittadinanza onoraria.«Quello che ho fatto è stato solo il mio dovere. Disobbedire alle leggi di allora era la sola cosa normale da fare».


La paura 

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!

- Eva Picková -




 Al cominciar del giorno, Dio, ti chiamo. 
Aiutami a pregare
e a raccogliere i miei pensieri su di te; 
da solo non sono capace.
C'è buio in me,
in te invece c'è luce;
sono solo, ma tu non m'abbandoni; 
non ho coraggio, ma tu mi sei d'aiuto; 
sono inquieto, ma in te c'è la pace;
c'è amarezza in me, in te pazienza;
non capisco le tue vie,
ma tu sai qual è la mia strada.
Padre del cielo,
siano lode e grazie a te 
per la quiete della notte, 
siano lode e grazie a te
per il nuovo giorno.
Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato!
Amen.

- Dietrich Bonhoeffer -


Buona giornata a tutti. :-)