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domenica 23 marzo 2025

Carezza, gesto rivoluzionario - Rosaura Montermini

 ... E per lasciarsi accarezzare è necessario aver riconosciuto la nostra stessa vulnerabilità e dare comunque fiducia all'altro.
Una carezza è il gesto più rivoluzionario del mondo. Offrire e accettare una carezza significa stabilire un ponte tra due persone. Senza parole. 
Esse diventano superflue quando usiamo le carezze: sulla pelle dei bimbi appena nati, sulle labbra di chi amiamo, sul volto di chi è morto a questa vita...
Non possiede carezze Caino, per il quale esiste solo l'individuazione e l'annientamento del nemico.
Caino si permette unicamente sentimenti di rabbia, competizione, gelosia per il fratello.
Abele riesce a esprimere quell'amore che invece Caino reprime, convinto di essere già stato, e per sempre, rifiutato. Teme di non essere abbastanza forte, tiene alta la guardia per non essere più ferito e continua a negarsi il desiderio di dire parole d'affetto, di abbracciare, di accarezzare.
Caino è uomo e donna, la femminilità oggi si è omologata ai maschi nella corsa alla competizione e al potere. 
La civiltà di Caino conosce solo capri espiatori in cui uccidere i propri lati bui e nascosti.
Caino non cerca interlocutori, ma vittime sacrificali da immolare a se stesso e alla propria forza illusoria. Siamo tutti figli di Caino quando neghiamo l'amore, la fiducia, la tenerezza, quando pensiamo sia da deboli ammettere di averne bisogno.
D'altronde, se certi bisogni nascono dal ricordo di una carezza mancata, altri risalgono ad atti con cui abbiamo fatto del male a chi non se lo meritava, né se lo aspettava; qualcuno che abbiamo tradito approfittando della sua fiducia incondizionata. E questo qualcuno siamo spesso noi stessi.

Rosaura Montermini
da: Agenda dei giorni Nonviolenti



Perché a volte ci vuole il coraggio di essere davvero felici, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. 
Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l'essenza della gioia. 
E quel coraggio ce l'abbiamo dentro, è tutta una questione di scelta!

(Anton Vanligt)



Mai come in questi giorni queste affermazioni del Papa sono gradite da chi tutti i giorni è in trincea contro le deviazioni dell'ideologia gay e gender che sta provando ad infettare l'educazione dei nostri figli passando attraverso la scuola.

"Con i bambini e i giovani non si può sperimentare!"

Papa Francesco

Quant'è importante che ogni bambino venuto al mondo sia accolto dal calore di una  famiglia! 
Non importano le comodità esteriori: Gesù è nato in una stalla e come prima culla ha avuto una mangiatoia, ma l'amore di Maria e di Giuseppe gli ha fatto sentire la tenerezza e la bellezza di essere amati. 
Di questo hanno bisogno i bambini: dell'amore del padre e della madre. 
E questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita. 

Dal Magistero di papa Benedetto XVI



Buona giornata a tutti. :-)

lunedì 17 marzo 2025

Trenta consigli per rendere la vita più bella

 1. Cammina da 10 a 30 minuti tutti i giorni. Mentre cammini, sorridi.
2. Siediti e stai in silenzio per almeno 10 minuti.
3. Ascolta ogni giorno della buona musica, è un alimento autentico per lo spirito.
4. Quando ti alzi al mattino pronuncia quanto segue: "Il mio proposito odierno è...".
5. Gioca più dell'anno passato.
6. Leggi più libri dell'anno passato.
7. Osserva il cielo almeno una volta al giorno e renditi conto della maestosità del mondo che ti circonda.
8. Sogna di più quando stai sveglio.
9. Vivi con entusiasmo ed energia.
10. Non farti sfuggire l'opportunità d'abbracciare chi apprezzi.
11. Cerca di far ridere almeno tre persone al giorno.
12. Elimina il disordine dalla tua casa, dal tuo scrittoio e lascia che nuove energie entrino nella tua vita.
13. Fai una colazione da Re, pranza come un Principe e cena da Mendicante.
14. Sorridi e ridi di più.
15. La vita è troppo corta per perdere tempo ad odiare qualcuno.
16. Non prenderti troppo sul serio; non lo fa più nessuno.
17. Non devi necessariamente uscire vincitore da ogni discussione; accetta quando non sei d'accordo ed impara dagli altri.
18. Mettiti in pace con il tuo passato, così non ti rovinerai il presente.
19. Non paragonare la tua vita con quella di un altro; ha fatto un cammino diverso.
20. Nessuno è responsabile della tua felicità se non te stesso.
21. Ricorda che non hai il controllo di tutto ciò che succede, però "Sì" di ciò che fai con esso.
22. Ogni giorno, impara qualcosa di nuovo.
23. Non importa quanto la situazione sia buona o cattiva; cambierà
24. Il tuo lavoro non si occupa di te quando sarai ammalato. I tuoi amici lo faranno; mantieniti in contatto con loro.
25. Lascia perdere tutto ciò che non sia utile, buono o divertente.
26. L'invidia è una perdita di tempo; hai già tutto quello che desideri.
27. Tieniti in contatto con i tuoi familiari; scrivi loro dicendo ."vi sto pensando"!!!
28. Il meglio deve ancora arrivare.
27. Quello che la maggioranza pensa di te, non è un'incombenza.
29. Sfrutta un viaggio. E' un'opportunità da cui devi trarre il maggior beneficio.
30. La vita è bella; godila finché puoi.



L'anima di noi giovani è come un'anfora fragile, basta un colpo di una piccola pietra perché l'anfora si frantumi come un sogno interrotto. Ma è solo il passare del tempo e delle tempeste che dà consistenza all'anima. Dio fa sempre irruzione tra le macerie dei nostri castelli in rovina e ci fa assaporare la sua presenza, ci fa gustare e intravedere che per la nostra vita c'è un altro destino che coincide con il suo progetto e la sua chiamata di infinito amore e tenerezza.

- Suor Veronica Monica -
 da: Voce di Padre Pio, n. 3, marzo 2006



Saremo felici

Abbiamo un gran bisogno
di imparare nuovamente a vivere,
di tornare alle fonti più universali
di sapore e di gioia.
Con il pretesto del progresso,
il mondo moderno ha complicato notevolmente la nostra vita,
sostituendo alla semplicità delle origini,
un sistema molto elaborato
con i suoi ingranaggi, i suoi codici,
le sue norme, la sua logica.
Ma questa logica è umana?
In altri termini, è al servizio dell'uomo
o è una macchina impazzita
che si nutre della propria energia e non può più arrestarsi?
Come mai, mentre abbiamo a disposizione molte cose
che dovrebbero aiutarci a vivere meglio,
abbiamo invece così tante difficoltà a vivere?
Alleggeriamoci un po',
gettiamo la zavorra,
e la navicella della nostra vita si alzerà poco a poco;
così guadagneremo quota,
come liberati dal peso degli affari terrestri,
e scopriremo fino a che punto la vita
presenti panorami straordinari.
Forti di questa nuova prospettiva,
contempleremo la vita nella sua autenticità originale,
sotto la sua luce radiosa.

E saremo felici.

- François Garagnon -
da: Terapia per l'anima, ed. Paoline



Buona giornata a tutti. :-)



sabato 8 marzo 2025

Donne Mie - Dacia Maraini

Donne mie illudenti e illuse che frequentate le università liberali,
imparate latino, greco, storia, matematica, filosofia;
nessuno però vi insegna ad essere orgogliose, sicure, feroci, impavide.
A che vi serve la storia se vi insegna che il soggetto
unto e bisunto dall’olio di Dio è l’uomo
e la donna è l’oggetto passivo di tutti
i tempi? A che vi serve il latino e il greco
se poi piantate tutto in asso per andare
a servire quell’unico marito adorato
che ha bisogno di voi come di una mamma?
Donne mie impaurite di apparire poco
femminili, subendo le minacce ricattatorie
dei vostri uomini, donne che rifuggite
da ogni rivendicazione per fiacchezza
di cuore e stoltezza ereditaria e bontà
candida e onesta. Preferirei morire
piuttosto che chiedere a voce alta i vostri
diritti calpestati mille volte sotto le scarpe.
Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma
contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le ingiustizie
che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l’idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so)
un’ amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire
donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paura.

- Dacia Maraini - 
(1974)



…La donna ha mani dal tocco leggero e potente, mani in grado di tessere tele infinite d’amore e pazienza e compassione e perdono. 
La donna ha piedi ben ancorati al suolo per attingere l’energia della Madre terra e distribuirla ad altri, piedi che sanno camminare e camminare per trovare le Verità più nascoste. La donna ha un ventre che può generare, accogliere, nutrire e partorire…..ha un corpo che canta la vita e i suoi continui passaggi di gioia e dolore, di morte e rinascita, un corpo che sa, da sempre sa, che in questa fusione di opposti è il potere della Luce…
La donna sa. 
Se solo vuole sapere, sa…



…Donna e dono sono termini così simili nel suono da evocare il medesimo simbolismo del dare, ma dare non è quella obbligatorietà a cui siamo state educate.
Essere dono non vuol dire soltanto donare, ma fare della propria natura femminile un dono, al punto di essere Luce per gli altri, in modo naturale, senza ostentazione, senza sforzo, Luce che arriva dal profondo, che c’è e può manifestarsi così com’è.
Un femminile da cui tutto deriva, un femminile che ama il maschile, che cura, sorride, condivide, crea e unisce.



Tu sei il fiore di loto

Le donne di loto sono i fiori e le radici profonde, lunghe, solide, infinite sotto l’acqua…

Imparano a crescere sfiorando la superficie di un lago e senza annegare sognano l’oceano.

Hanno petali troppo grandi per poter guardare dove stiano i loro piedi, se siano saldi sotto la corolla o persi a seguire le radici di qualcun altro, loro lo sanno e basta che sotto di loro scorre una linfa poderosa.
Ci sono donne di loto che curano solo i loro petali, consegnano la loro bellezza nelle mani della caducità e si lasciano bruciare dal sole.

Ci sono donne di loto che non hanno il coraggio di parlare al sole, sono boccioli che non si schiudono per paura di vivere troppo.

Ci sono poi donne di loto vere, sopra e sotto l’acqua e io oggi mi sento così.





Buona giornata a tutti. :-)



 

venerdì 14 febbraio 2025

Amati, chiamati ad amare - + Card. Carlo Maria Martini

 La verità di noi stessi è che siamo fatti per amare e abbiamo bisogno di essere amati.
La verità di Dio è che Dio è amore, un amore misterioso ed esigente, ma insieme tenerissimo e misterioso.
Questo amore con cui Dio ci avvolge è la chiave della nostra vita, 
il segreto di ogni nostro agire.
Noi siamo chiamati ad agire per amore, 
a spendere volentieri la nostra vita per i nostri fratelli e sorelle, e lasciare esplodere la nostra creatività e ad esercitare la nostra intelligenza nel servizio degli altri.

- Card. Carlo Maria Martini - 



 Oggi, il discernimento è importantissimo per tanti motivi, essendo l'unico modo che permetta di orientarsi in una società complessa, l'unico modo per non perdersi d'animo di fronte alle grandi visuali oscure - secolarizzazione, immoralità dilagante, che rischiano di non farci mai decollare.  

- Card. Carlo Maria Martini -
da: “Quale prete per la Chiesa di oggi”, ed. In Dialogo                                               




Siamo chiamati a contrastare il criterio che giudica la bontà di un sistema solo dalla produttività economica e non invece, e anzitutto, dalla qualità di vita che esso sa diffondere. 

- Card. Carlo Maria Martini - 
Da: “Affrontare la tempesta con serenità e con forza”




Dalla Croce Gesù propone in positivo un altro tipo di umanità: è l'umanità di chi vive la beatitudine dei miti e degli operatoti di pace, di chi accetta di portare la croce quotidiana dietro al suo Signore.

- Card. Carlo Maria Martini -

Preghiera per l'Europa

Padre dell'umanità, Signore della storia, 
guarda questo continente europeo 
al quale tu hai inviato tanti filosofi, 
legislatori e saggi, 
precursori della fede nel tuo Figlio morto e risorto.
Guarda questi popoli 
evangelizzati da Pietro e Paolo, 
dai profeti, dai monaci, dai santi; 
guarda queste regioni bagnate dal sangue dei martiri 
e toccate dalla voce dei Riformatori.
Guarda i popoli uniti da tanti legami 
ma anche divisi, nel tempo, 
dall'odio e dalla guerra. 
Donaci di lavorare per una Europa dello Spirito 
fondata non soltanto sugli accordi economici, 
ma anche sui valori umani ed eterni.
Una Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche, 
pronta ad accogliere lo straniero, 
rispettosa di ogni dignità. 
Donaci di assumere con fiducia 
il nostro dovere di suscitare 
e promuovere un' intesa tra i popoli 
che assicuri per tutti i continenti, 
la giustizia e il pane, la libertà e la pace.

- Card. Carlo Maria Martini -


Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 12 febbraio 2025

L’anarchia del potere - Pier Paolo Pasolini

 Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. 
Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. 
È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. 
Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. 
Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. 
Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.

- Pier Paolo Pasolini -

Amos Cassioli (1832 - 1891), "Donne che giocano a biliardo"

Stupenda e misera città,
che m'hai insegnato ciò che allegri e feroci
gli uomini imparano bambini,

le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa

delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato

con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d'estate;

a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire

che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono

fratelli proprio nell'avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi

vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare

esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.


- Pier Paolo Pasolini -
(Il Pianto della Scavatrice, 1956)




“L’occhio guarda… è l’unico che può accorgersi della bellezza…la bellezza si vede perchè è viva, e quindi reale. 
Diciamo meglio, che può capitar di vederla. Dipende da dove si svela. Il problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. 
Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. forse perchè non credono che la bellezza esista. Ma, sul deserto delle nostre strade lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.”

- Pier Paolo Pasolini - 




“Io posso essere uno che non crede, ma uno che non crede ha nostalgia per qualcosa in cui credere”.

- Pier Paolo Pasolini -
























«Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. 
Amo il sole, l’erba, la gioventù. 
L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. 
Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. 
Come finirà tutto ciò? Lo ignoro».


- Pier Paolo Pasolini -
“Il cinema in forma di poesia”



Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 5 febbraio 2025

da: "Castelli di rabbia" - Alessandro Baricco

Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c'è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera, ed è per la precisione quando, per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine, una vera collezione di casi, e di assurdi - quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. 
C'è il sole, il sole della sera, e piove. Quello è il massimo. 
E non c'è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall'ansia, che di fronte a un'assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un'irrefrenabile voglia di ridere.
Poi magari non ride, veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere. Perche è come una colossale e universale gag, perfetta e irresistibile. 

Una cosa da non crederci. 
Perfino l'acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull'orizzonte, non sembra neanche acqua vera. 
Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata. Per dire. Comunque acqua non regolamentare. 
Tutt'una generale e spettacolare eccezione alle regole, una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica. Un'emozione. Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite: esserci, quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. 
Almeno una volta, esserci.

- Alessandro Baricco - 
da: "Castelli di rabbia" , Ed. Universale Economica Feltrinelli



Eravamo nello stesso amore,
in quel momento.
Non abbiamo fatto altro, per anni.
La sua bellezza, i suoi pianti, la mia forza,
i suoi passi, il mio pregare
- eravamo nello stesso amore -
La sua musica, i miei libri, i miei ritardi,
i suoi pomeriggi da solo
- eravamo nello stesso amore -
L’aria in faccia, il freddo nelle mani,
le sue dimenticanze, le mie certezze
- eravamo nello stesso amore.

- Alessandro Baricco -



Io ti ho amato, André, e non saprei immaginare come si possa amare di più. Avevo una vita, che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che lo avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. E' scoppiata tutto d'un colpo. C'erano cocci ovunque, e tagliavano come lame. 

- Alessandro Baricco -

da: "Oceano Mare"




...quante discussioni e incomprensioni ci risparmieremmo se riuscissimo a dare più importanza alla presenza di chi amiamo più che al 'terriccio' che porta con sè!




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




 

mercoledì 29 gennaio 2025

Lettera d'amore di Frida Kahlo a Diego Rivera (1939)

La mia notte è come un grande cuore che pulsa. Sono le tre e trenta del mattino.
La mia notte è senza luna. 
La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. 
La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. 
La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. 
La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. 
La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle. Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. 
Il mio corpo ti vorrebbe. 
Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. 
La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. 
La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. 
La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. 
La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. 
La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere. Ha bisogno di te quanto me, può darsi che in fondo, io e il mio corpo, formiamo un tutt’uno. Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. 
La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore. Sono le quattro e trenta del mattino.
La mia notte mi strema. Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me. Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero. 
La mia notte non porta consiglio. 
La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti. 
La mia notte si intristisce e si perde. 
La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini. Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori. 
La mia notte è lunga, lunga, lunga. 
La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta. 
La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte. Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno. La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo. 
Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina disordine, è proibito. 
La mia notte si chiede cosa non sia proibito. Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione. Una carne non è fatta per sposare il nulla. 
La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio. 
La mia notte si nutre di echi immaginari. Essa, può farlo. Io, fallisco. 
La mia notte mi osserva. Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa. 
La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza. 
La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. 
La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. 
La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. 
La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. 
La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. 
La mia notte diventerebbe dolce. 
La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. 
La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide. 
La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile. Mi manchi tanto, tanto. Le tue parole. Il tuo colore.
Fra poco si leverà il sole."

- Frida Kahlo -  
Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera, Città del Messico, 12 settembre 1939. Mai spedita.




Anche se mi dici che ti vedi molto brutto quando ti guardi allo specchio con i tuoi capelli corti, io non ci credo, so quanto tu sia comunque bello e l' unica cosa che rimpiango è di non essere lì a baciarti e a prendermi cura di te, anche se ogni tanto ti disturberei con i miei brontolii. 
Ti adoro, Diego mio. 
Mi sento come se avessi lasciato il mio bambino e sento che tu hai bisogno di me... Non posso vivere senza il mio chiquito lindo , la casa senza di te non è niente. Senza di te tutto mi sembra orribile. 
Ti amo più che mai e ogni momento di più. Ti mando tutto il mio amore.

- Frida Kahlo a Diego Rivera -



"Non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.”

- Frida Kahlo - 



"Dove non puoi amare, non soffermarti." 

- Frida Kahlo -


Buona giornata a tutti. :-)