lunedì 10 novembre 2025
Dalla "Lettera a Proba" di sant'Agostino, vescovo
giovedì 18 settembre 2025
Preghiera al padre della verità, della sapienza e della felicità - Sant’Agostino
O Dio, per la cui potenza tutte le cose che da sé non sarebbero, si muovono verso l’essere;
o Dio, che non permetti che cessi d’essere neanche quella realtà i cui elementi hanno in sé le condizioni di distruggersi a vicenda;
o Dio, che hai creato dal nulla questo mondo, di cui gli occhi di tutti avvertono l’alta armonia;
o Dio, che non fai il male ma lo permetti perché non avvenga il male peggiore; o Dio, che manifesti a pochi, i quali si rivolgono a ciò che veramente è, che il male non è reale;
o Dio, per la cui potenza l’universo, nonostante la parte non adatta al fine, egualmente lo raggiunge;
o Dio, dal quale la dissimilitudine non produce l’estrema dissoluzione, poiché le cose peggiori si armonizzano con le migliori;
o Dio, che sei amato da ogni essere che può amare, ne sia esso cosciente o no;
o Dio, nel quale sono tutte le cose, ma che la deformità esistente nell’universo non rende deforme, né il male meno perfetto, né l’errore meno vero;
o Dio, che hai voluto che soltanto gli spiriti puri conoscessero il vero;
o Dio, padre della verità, padre della sapienza, padre della vera e somma vita, padre della felicità, padre del buono e del bello, padre della luce intelligibile, padre del nostro risveglio e della nostra illuminazione, padre del pegno che ci ammonisce di tornare a te!
o Dio sapienza, fondamento, principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza,
o Dio vera e somma vita, fondamento, principio e ordinatore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita;
Dio beatitudine, fondamento, principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati;
o Dio bene e bellezza, fondamento, principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli;
o Dio luce intelligibile, fondamento, principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile;
o Dio, il cui regno è tutto il mondo che è nascosto al senso;
o Dio, dal cui regno deriva la legge per i regni della natura;
o Dio, dal quale allontanarsi è cadere, verso cui voltarsi è risorgere, nel quale rimanere è avere sicurezza;
o Dio, dal quale uscire è morire, al quale avviarsi è tornare a vivere, nel quale abitare è vivere;
o Dio, che non si smarrisce se non si è ingannati, che non si cerca se non si è chiamati, che non si trova se non si è purificati;
o Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere;
o Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità;
o Dio, per mezzo del quale trionfiamo dell’avversario: ti scongiuro!
o Dio, da cui siamo stimolati alla vigilanza;
o Dio, col cui aiuto sappiamo distinguere il bene dal male;
o Dio, col cui aiuto fuggiamo il male e operiamo il bene; o Dio, col cui aiuto non cediamo ai perturbamenti;
o Dio, col cui aiuto siamo soggetti con rettitudine al potere e con rettitudine l’esercitiamo;
o Dio, col cui aiuto apprendiamo che sono anche di altri le cose che una volta reputavamo nostre e sono anche nostre le cose che una volta reputavamo di altri;
o Dio, col cui aiuto non ci attacchiamo agli adescamenti e irretimenti delle passioni;
o Dio, col cui aiuto la soggezione al plurimo non ci toglie l’essere uno;
o Dio, col cui aiuto il nostro essere migliore non è soggetto al peggiore;
o Dio, col cui aiuto la morte è annullata nella vittoria;
o Dio, che ci volgi verso di te; o Dio, che ci spogli di ciò che non è e ci rivesti di ciò che è;
o Dio, che ci rendi degni di essere esauditi;
o Dio, che ci unisci;
o Dio, che ci induci alla verità piena;
o Dio, che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo né permetti che altri lo faccia;
o Dio, che ci richiami sulla vita;
o Dio, che ci accompagni alla porta;
o Dio, che fai sì che si apra a coloro che picchiano;
o Dio, che ci dai il pane della vita;
o Dio, che ci asseti di quella bevanda, sorbendo la quale non avremo più sete; o Dio, che accusi il mondo sul peccato, la giustizia e il giudizio;
o Dio, col cui aiuto non siamo influenzati da coloro che non credono;
o Dio, col cui aiuto riproviamo coloro i quali affermano che le anime non possiedono alcun merito dinanzi a te;
o Dio, col cui aiuto non diveniamo adoratori degli elementi inetti e impotenti; o Dio, che ci purifichi e ci prepari ai premi divini: viemmi incontro benevolo!
Dio, per le cui leggi esistenti per tutta la durata della realtà non si permette che il movimento difforme delle cose mutevoli sia turbato, ma che venga ripetuto, sempre secondo uniformità, nella dimensione rotante dei tempi; per le cui leggi è libera la scelta dell’anima e sono stati stabiliti premi per i buoni e pene per i cattivi con leggi fisse e universali;
o Dio, da cui provengono a noi tutti i beni e sono allontanati tutti i mali;
o Dio, sopra del quale, fuori del quale e senza il quale non c’è nulla;
o Dio, sotto il quale è il tutto, nel quale è il tutto, col quale è il tutto; che hai fatto l’uomo a tua immagine e somiglianza, il che può comprendere chi conosce te stesso: ascolta, ascolta, ascolta me, mio Dio, mio Signore, mio re, mio padre, mio fattore, mia speranza, mia realtà, mio onore, mia casa, mia patria, mia salvezza, mia luce, mia vita; ascolta, ascolta, ascolta me nella maniera tua, soltanto a pochi ben nota!"
(S.Agostino)
Ma
dove cerchi?? (dimmi dov'è il tuo cuore e ti dirò chi sei!)
Si
racconta di un uomo che piegato per terra
cercava qualcosa nel mezzo della piazza del suo paesino.
Un suo amico vedendolo incuriosito gli chiese:
"Cosa fai? che cerchi? ti vedo un pò disperato!"
Lui
rispose: "sto cercando una chiave"
L'amico si piego per terra e tutti e due
a carpon carponi cercavano questa chiave.
Dopo un po’ di tempo l'amico un pò stanco chiese:
"ma più o meno ti ricordi dove ti è cascata la chiave?"
"Sì me lo ricordo bene" rispose, "mi è cascata nella mia stanza
a casa".
All'udir questo l'amico si alzò sbalordito e domandò:
"scusa ma sei scemo! Allora perchè la cerchi qui?!"
L'altro rispose: "Perchè qui c'è più luce!"
Ci sono persone che cercano Dio, l'amore, la verità e tutte le cose essenziali
della vita in posti inadatti (templi, discoteche, agenzie matrimoniali, corsi
di meditazioni, facebook, ecc...) soltanto perchè credono che in questi posti
c'è più LUCE (evidenza, propaganda, pubblicità, fama, riconoscenza, ecc).
A
voi la scelta.... e sapere che altri vi aiutano pure a cercarla !!!
Buona giornata a tutti :-)
sabato 6 settembre 2025
Il falso benefattore - Padre Livio Fanzaga
Dio si serve dei
venti contrari per condurci in porto.
- Charles de Foucauld -
Quando saremo giunti a Te, cesseranno le molte e
inutili nostre parole. Tu solo rimarrai tutto in tutti; e noi Ti diremo senza
fine una sola parola, lodandoTi in un modo solo, divenuti noi pure una sola
cosa con Te. Amen.
- Sant'Agostino -
La mente non può da sola aver ragione dell’immagine demoniaca e non lo osi
neppure: i demoni, infatti, sono scaltri, fingono perfino di darsi per vinti,
mentre l’ingannano subdolamente con le vanità.
Però, dinanzi all’invocazione di Gesù Cristo, essi non possono, neppure per
un attimo, sopportare di rimanere a tenderti insidie.
Esichio presbitero
martedì 1 aprile 2025
Dai Soliloqui 1, 1, 2-6 . Sant'Agostino
ti è dato questo breve precetto:
"ama e fà quel che vuoi".
Se tu taci
taci per amore.
Se tu parli
parla per amore.
Se tu correggi
correggi per amore.
Se tu perdoni
perdona per amore.
Metti in fondo al cuore la radice dell'amore.
Da questa radice non può che maturare del bene.
(S.Agostino d'Ippona)
(S. Agostino)
domenica 10 novembre 2024
Un Tempo per te - don Franco Locci
Se ti rimangono "cinque minuti", sai che cosa devi farne?
Usali per te, per riflettere ci vuole un po' di silenzio, un po' di raccoglimento. Diceva Madeleine Delbrel a proposito di raccoglimento:
"Bisogna ‘raccogliere’ le tracce, gli indizi, gli inviti, gli ordini della volontà di Dio", così come il contadino raccoglie il suo raccolto nel granaio o il saggio raccoglie il frutto di un'esperienza.
E raccogliersi o raccogliere non è possibile senza silenzio.
Stacca dunque la radio dei bombardamenti esterni, la televisione delle immagini aggressive e dissipanti.
Chiudi per un momento i giornali.
Sfuggi alla stretta della società dei consumi.
Costruisciti il silenzio.
Impara di nuovo ad ascoltare il battito del tuo cuore per renderti conto se sei ancora vivo o sei già morto, sepolto nella materia, schiavo della moda o dei soldi.
Entra in te stesso per chiederti per che cosa e per chi stai correndo i giorni della tua vita.
Entra in te per scoprire l'immensità dei valori e dei doni che sono sepolti nel tuo cuore.
Entra in te stesso per scoprire gli altri con cui vivi.
Essi non sono numeri, non sono solo avversari, sono persone come te, anche loro alla ricerca disperata di un po' di gioia.
- don Franco Locci -
Il vuoto è nella perdita.
E che cosa si perde? Io non ho “perso” nel senso comune di “perdere”.
Non c’è perdita in quel senso. C’è la fine dell’ambizione. La fine di ciò che si chiede a se stessi.
Si comincia a svuotarsi degli obblighi e dei vincoli, delle necessità che si pensavano importanti. E quando queste cose cominciano a sparire, resta un’enorme quantità di tempo. E poi scivola via anche il tempo. E si vive senza tempo. Che ore sono? Le nove e mezza. Di mattina o di sera? Non lo so».
La volontà di Dio, come appare nel vangelo è una e positiva: che l’uomo si realizzi pienamente sviluppando al massimo la sua umanità per avere la condizione divina che consente di superare la soglia della morte.
Giovanni omette l’articolo a vita eterna.
Quel che Gesù assicura non è LA vita eterna, ovvero una vita che inizia dopo questa esistenza, ma è questa stessa vita che è eterna.
Ebbene, mi chiedo: che cosa diventeremmo noi senza i Santi che organizzano il traffico?
Certo, da duemila anni questa compagnia di trasporto ha avuto non poche catastrofi: l'arianesimo, il nestorianesimo, il pelagianesimo, il grande scisma d'Oriente, Lutero..., per ricordare solo i deragliamenti e gli scontri più noti.
Ma senza i Santi, ve lo dico io, la cristianità sarebbe un gigantesco ammasso di locomotive capovolte, di carrozze incendiate, di rotaie contorte e di ferraglia che finisce di arrugginirsi sotto la pioggia.
Nessun treno circolerebbe più sulla strada ferrata invasa dall'erba.
martedì 9 aprile 2024
A coloro che non trovano pace - Tonino Bello
Per prima cosa mi son chiesto se, nel numero delle mie conoscenze, ci fosse qualcuno che poteva essere raggiunto da questa preghiera.
E mi sono ricordato di te, Giampiero, che, dopo essere passato per tutta la trafila dei gruppi giovanili della parrocchia, un giorno te ne sei andato e non ti sei fatto più vedere.
L'altra sera ti ho incontrato per caso. Pioveva. Eri fermo sul marciapiede e ti ho dato un passaggio. In macchina mi hai chiesto con sufficienza se durante la quaresima continuavo a predicare le «solite chiacchiere» ai giovani, riuniti in cattedrale. Ci son rimasto male, perché mi hai detto chiaro e tondo che tu ormai a quelle cose non ci credevi più da un pezzo, e che al politecnico stavi trovando risposte più utili di quelle che ti davano i preti.
Mi hai raccontato che a Torino hai conosciuto Gigi, ex seminarista e mio alunno di ginnasio, il quale ti parla spesso di me. Ho notato che avevi una punta d'ironia e sembrava che ti divertissi quando hai aggiunto che ora sta con una ragazza, bestemmia come un turco, e fuma lo spinello.
Quando all'improvviso ti ho chiesto se eri felice, mi hai risposto che ne avremmo parlato un'altra volta, perché dovevi scendere e poi era troppo tardi.
Addio, Giampiero! L'invocazione del breviario stasera la rivolgo al Signore per te. E per Gigi.
Non temere, Maria. Pregherò io per il tuo bambino, perché guarisca presto.
Vedo che non afferri il senso di una preghiera del genere. Di inquietudini nei hai già tante e non è proprio il caso che mi metta anch'io ad aumentartene la dose. Tu sai bene, però, che in fondo io imploro la tua pace. Ecco, infatti, come il breviario prolunga l'invocazione su coloro che si sono allontanati da Dio: «Fa' che ritornino a te e rimangano sempre nel tuo amore».
E ora, visto che mi sono messo ad assicurare preghiere un po' per tutti, vorrei rivolgermi anche a voi che, pur non essendovi mai allontanati da Dio, non riuscite ugualmente a trovar riposo nella vostra vita.
Per sè parrebbe un controsenso. Perché Dio è la fontana della pace, e chi si lascia da lui possedere non può soffrire i morsi dell'inquietudine. Però sta di fatto che, o per difetto di affido alla sua volontà, o per eccesso di calcolo sulle proprie forze, o per uno squilibrio di rapporti tra debolezza e speranza, o chi sa per quale misterioso disegno, è tutt'altro che rara la coesistenza di Dio con l'insoddisfazione cronica dello spirito.
Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell'irrequietezza, per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l'avrei anch'io da confidarvelo.
A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi.
A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso.
A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un'altra piega all'esistenza.
A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate.
A voi, che avete il corpo qui, ma l'anima ce l'avete altrove.
A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire.
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c'è bicchiere d'acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura. La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti.
Non importa che, a berne, non siate voi. Per adesso, almeno.
Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena.
O, se volete, non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità.
Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: «O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».
- donTonino
Bello -
Il legno per
attraversare il mare
E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.
Ora, affinché avessimo anche il mezzo
per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto?
Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può
attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo.
Anche se uno ha gli occhi malati, può
attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta
del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà.
- Sant'Agostino -
Commento al Vangelo di Giovanni (Gv 1,6-14)
Buona giornata a tutti :-)
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