Quando nacque il mio Dolore lo nutrii con amore e lo curai teneramente. Come tutte le creature viventi esso crebbe, forte, bello e traboccante di mirabili delizie. Ci amavamo reciprocamente e amavamo il mondo che ci circondava; poiché il Dolore aveva il cuore tenero, e il mio dal Dolore veniva conquistato. Quando il mio Dolore ed io discorrevamo insieme, i giorni erano alati e le notti ornate di sogni; poiché il linguaggio del Dolore era eloquente, e il mio con lui lo diventava. Quando camminavamo insieme, la gente ci rivolgeva sguardi delicati e sussurrava parole di dolcezza estrema. Ma c’era anche chi osservava invidioso, perché il Dolore è nobile ed io ne ero orgoglioso. Ma come tutte le creature viventi il mio Dolore morì ed io sono rimasto solo a pensare ed a soppesare. Ora, quando parlo, le mie parole ricadono con un suono grave. Quando canto i miei amici non vengono più ad ascoltare. Quando cammino per la strada nessuno più mi degna di uno sguardo. Solo nei miei sogni sento una voce misericordiosa che dice: “Guarda, lì riposa l’uomo il cui Dolore è morto”. - Khalil Gibran - sull'opera di Schin Loong "Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita." - Arthur Schopenhauer - Niente mi manca in questa solitudine; sulla finestra splende la luna, attorno, i fiori. Ryokan, monaco dello Zen - La vita felice 1994 - Buona giornata a tutti e tutte. :-) |
sabato 24 agosto 2024
Il dolore – Khalil Gibran
martedì 14 novembre 2023
Perchè? (1916) e altre poesie - Giuseppe Ungaretti
Carsia Giulia, 1916
da: "L'Allegria", Ed. Mondadori
Dal giorno si distacca
Un cielo troppo chiaro.
Dirama solitudine
Come da gran distanza
Un muoversi di voci.
Offesa se lusinga,
Quest'ora ha l'arte strana...
Eppure, eppure griderei:
Veloce gioventù dei sensi
Che all'oscuro mi tiene di me stesso
E consenti le immagini all'esterno,
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
- Giuseppe Ungaretti -
M’illumino d’immenso.
giovedì 18 febbraio 2021
Il leone e il cagnolino - Lev Tolstòj
Il leone gli diede un tocco con la zampa e lo rivoltò. Il cagnolino saltò su e restò seduto dinanzi al leone sulle zampette posteriori. Il leone lo guardava fisso, piegava la testa ora di qua, ora di là, e non lo toccava.
Quando il padrone delle belve gettò al leone la carne, il leone ne strappò un boccone e lo lanciò al cagnolino. Quando la sera il leone si mise a dormire, il cagnolino gli si stese accanto e gli posò la testa sulla zampa.
Da quel giorno, il cagnolino visse sempre dentro la gabbia del leone, e il leone non lo toccava, mangiava e dormiva con lui e, certe volte, perfino ci giocava insieme.
Così seguitarono a vivere insieme, leone e cagnolino, un anno intero, nella stessa gabbia. Un brutto giorno, il cagnolino s’ammalò e morì.
da: Racconto dal vero
- Lev Tolstoj -
ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco.
Il dolore fa due cose: ti insegna e ti dice che sei vivo.
Poi passa e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, a volte.
In alcuni casi ti lascia più forte. In entrambe le circostanze, il dolore
lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere
nella tua vita lo comporterà in un modo o nell'altro."
- Jim Butcher -
- Italo Calvino -
venerdì 30 ottobre 2020
La separazione è la radice di ogni sofferenza e conflitto - Jeff Foster
"Riposa
compagno stanco.
Vieni, poggia la testa qui.
Hai viaggiato tanto.
Non ho parole sagge da offrirti
nessuna disciplina da insegnarti
nessun concetto fisso da donarti.
Non troverai nessuna filosofia qui.
Nessuna risposta alle tue molte domande.
Offro
solo la presenza.
Un Santuario.
Un letto. Nutrimento.
Un po' di gentilezza per ringraziare la tua.
Non
sono migliore di te.
Il
mio guru è la vita.
La mia stirpe l'amore.
Non divido ciò che è illuminato da ciò che non lo è.
Non insegno nulla che non venga direttamente dalla vita.
Non traggo citazioni da nessun libro, ma dalle crepe che si aprono nel cuore.
Vedo la tua fragilità ma anche il tuo immenso potere.
Ci siamo incontrati molto tempo fa, quando le molecole hanno danzato in armonia
per formare mondi.
Fin d'allora ho notato il tuo coraggio.
Chiudi
gli occhi; mi prenderò cura della tua notte."
- Jeff Foster -
Quando vedo il dolore come mio, sono perso nella mia bolla personale di sofferenza e mi sento scollegato dalla vita, bloccato e solo nella mia disperazione.
Ma oltre la storia personale della mia sofferenza, scopro che il dolore non è veramente il mio dolore. È il dolore del mondo. È il dolore dell’umanità. Quando perdo mio padre, il lutto che provo non è il mio lutto, ma il lutto di ogni figlio. Sono in lutto per, e con, ogni figlio che abbia mai perso il padre. Quando il compagno ci lascia, diventiamo chiunque abbia mai perso qualcuno che ama.
Nei recessi più intimi dell’esperienza presente, scopro che sono io l’universo che sto cercando così strenuamente di salvare; scopro che sono io la compassione che provo così intensamente a mettere in atto nel mondo.
Scopro che sono io gli altri con cui desidero ardentemente un contatto. Nelle profondità del personale, nel mezzo dell’esperienza più intensamente dolorosa e più intimamente personale, scopro l’impersonale verità dell’esistenza, e lì, sono libero. Molti insegnamenti spirituali parlano di evadere dal personale per raggiungere un qualche futuro stato impersonale, ma il personale e l’impersonale sono intimamente uno e non possono essere divisi in questo modo.
La separazione è la radice di ogni
sofferenza e conflitto.
Da: Jeff Foster, “Il risveglio spirituale nella vita quotidiana“, Macro
Edizioni, 2017.
sabato 14 marzo 2020
Il fiume - don Bruno Ferrero
- Antonio Socci -
e questo è forma che l’universo
a Dio fa simigliante”.
Dante Alighieri
Paradiso canto I
sabato 4 maggio 2019
La notte dell’anima - p. Luiz Carlos de Oliveira Redentorista
Ma da soli non è facile, perchè tendiamo ad essere giudici implacabili che non concedono sconti.
Per questo abbiamo bisogno di qualcuno che ci accolga e ci voglia bene.
Solo così possiamo intraprendere un cammino di guarigione dal torpore dell'infantilismo.
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
e tempo per crescere, per maturare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.
tempo per la vita.