Padre
del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro, noi ti preghiamo per confidarti lo strazio della nostra impotenza: vorremmo la pace e assistiamo a tragedie di guerre interminabili! Vieni
in aiuto alla nostra debolezza, manda
il tuo Spirito di pace in
noi, nei potenti della terra, in tutti. Padre
del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre
nostro,
noi
ti preghiamo per invocare l’ostinazione nella fiducia:
donaci
il tuo Spirito di fortezza,
perché
non vogliamo rassegnarci, non
possiamo permettere che il fratello uccida il fratello, che
le armi distruggano la terra. Padre
del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
nostro, noi
ti preghiamo per dichiararci disponibili per
ogni percorso e azione e penitenza e
parola e sacrificio per la pace. Dona
a tutti il tuo Spirito,
perché
converta i cuori, susciti i santi
e
convinca uomini e donne a farsi avanti
per
essere costruttori di pace, figli
tuoi.
- Mons. Mario Delpini - foto IStock Buona giornata a tutti :-)
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giovedì 23 febbraio 2023
Noi vogliamo la pace - Mons. Mario Delpini
mercoledì 11 marzo 2020
Preghiera a Maria - cardinale Delpini Mario Enrico
Ai piedi della “Madonnina”, nei giorni tribolati dal
Coronavirus
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
prega per noi
peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Mater dolorosa,
consolatrix afflictorum, conforta con la tua presenza
coloro che più
soffrono nei nostri ospedali e nelle nostre case:
invoca ancora per tutti
il dono dello Spirito Consolatore che ti ha consolato.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Maria, auxilium
Christianorum, sostieni nella fatica
i tuoi figli
impegnati nella fatica logorante di curare i malati,
dona loro forza,
pazienza, bontà, salute, pace.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Maria, mater
amabilis, insegnaci l’arte di renderci amabili,
nei momenti
dell’apprensione suggerisci le parole buone che incoraggiano,
nelle ore della
solitudine ispira segni di sollecitudine per coloro che sono troppo afflitti,
la delicatezza e
il sorriso siano una seminagione di simpatia,
nelle decisioni
infondi sapienza,
nessuno sia così
preoccupato per se stesso da difendersi con l’indifferenza,
nessuno si senta
straniero, abbandonato.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Maria, virgo
fidelis, incoraggia la perseveranza nel servire,
la costanza nel
pregare,
la fermezza nella
fede,
la nostra
familiarità con Gesù ci aiuti a riconoscere Dio che è Padre,
a rifiutare le
immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo,
a credere nel
Padre che dona il Suo Spirito per renderci figli nel Figlio,
perché credendo
abbiamo la vita, la vita eterna.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Maria, refugium
peccatorum, regina pacis,
abbraccia tutti i
tuoi figli tribolati,
nessuno si senta
dimenticato,
non permettere che
noi, in questo momento, ci dimentichiamo
di coloro che
soffrono vicino e lontano,
per l’assurdità
della guerra,
l’ingiustizia
insopportabile della miseria,
lo scandalo delle
malattie che si possono facilmente guarire,
la schiavitù delle
dipendenze che il vizio, cercato e indotto, rende invincibili,
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
Maria, causa
nostrae laetitiae,
prepara i nostri
cuori alla gioia,
perché la
benedizione di Dio ci aiuti a essere protagonisti,
tutti insieme, da
tutte le genti, con ogni lingua, dialetto, cultura e religione
di una storia
lieta, solidale, semplice, operosa, fiera,
perché la nostra
terra sia una terra in cui sia desiderabile abitare.
O mia bela
Madunina che te dominet Milan,
prega, benedici,
sorridi
in questa città, in
questa Chiesa Ambrosiana, in questa terra
che si affida a
te, ora e sempre.
Amen
Carissimi amici ed amiche, ad oggi 11 marzo 2020 abbiamo avuto 11.000 persone positive al coronavirus e 827 morti. Preghiamo. Affidiamoci alla Madonna. Non possiamo uscire di casa se non per andare a fare la spesa o in farmacia.
Un abbraccio.
Stefania
sabato 2 febbraio 2019
Un Dio "ragioniere"? - Giuliano Palizzi sdb
"L'empio abbandoni la sua via, ritorni
al Signore che avrà misericordia di lui… Perché i miei pensieri non sono i
vostri pensieri… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto i miei pensieri
sovrastano i vostri pensieri". (Is 55,6-9)
Alcuni termini liturgici come eucaristia e
carisma derivano dal greco "charis" che significa benevolenza, dono
gratuito, regalo che dà gioia, che rende lieti.
Ricevere un regalo perché te lo sei meritato, te lo sei sudato… certo è bello.
Ricevere un regalo perché te lo sei meritato, te lo sei sudato… certo è bello.
È grande la soddisfazione per il diploma di laurea, o la medaglia in una gara
sportiva; ma immensa è la gioia che suscita in noi il semplice fiore che la
persona amata ci consegna nel momento in cui ci dichiara il suo amore. Questo
regalo produce un'emozione unica perché è segno che qualcuno ci pensa, ci vuole
bene, pronuncia con tenerezza il nostro nome.
È così l'amore di Dio. "Dio
premia secondo i meriti" è l'epitaffio sulla tomba dell'amore!
Un Dio "senza-Vangelo"
Una religione che valuta il rapporto con Dio
con i criteri della giustizia retributiva, contabilità, premi e castighi,
lusinghe e minacce, registrazione dei meriti e delle trasgressioni è una
deformazione della fede.
I rabbini, sostenendo questa mentalità, avevano
catalogato gli uomini in quattro categorie: giusti, se osservavano tutta la
legge; empi, se in loro prevalevano le infrazioni; mediocri, se i meriti e le
colpe si equivalevano; pentiti, se chiedevano perdono dei loro peccati.
Questo
Dio che ricompensa solo per un'opera buona è morto definitivamente con l'arrivo
di Gesù che è venuto per i malati non per i sani, per i peccatori non per i
giusti, per i poveri e gli emarginati e si presenta come il Buon Pastore che
ama ogni sua pecorella e per ognuna dà la sua vita.
Un Dio "contatore."
Un Dio "ragioniere" può essere
anche il Dio della religione cristiana quando l'essenziale non è tanto il
Vangelo di Gesù quanto l'elaborazione di regole dettagliate e minuziose in ogni
campo della morale privilegiando l'osservanza, la paura del peccato, dell'inferno
se non si rispetta la norma.
È la religione della fatica, della tristezza,
della rinuncia, del sacrificio, dei fioretti… della valle di lacrime insomma,
una religione che bandisce il piacere! Don Bosco non voleva che i suoi ragazzi
facessero penitenza e fossero tristi ma chiede "allegria, studio,
pietà."
No a una religione in cui chi accumula più meriti può catalogarsi
tra i giusti e automaticamente sentirsi migliore degli altri ed ergersi a
giudice per poi professarsi cristiano cioè seguace di un Dio che aveva detto
non giudicate non condannate e chi non ha peccato scagli la prima pietra, di un
Dio che non allontana ma che recupera sempre tutti perché vuole che nessuno si
perda e lascia le 99 per la smarrita e non capisce lo sdegno del secondo figlio
mentre si festeggia il ritorno del primo e salva in diretta il ladrone,
l'adultera e, nonostante il tradimento, conferma a Pietro la promessa fatta
(altro che meriti!).
Un Dio libero e tenero.
Il dialogo fra Dio e uomo s'instaura solo
dove esistono l'incontro libero, il dono gratuito e l'amore reciproco
incondizionato.
Chi ama non pretende nulla, non si aspetta altro che vedere la
persona amata sorridere e gioire.
Nella linea dei profeti, i migliori fra i
rabbini dicevano al Signore frasi simili: "In questo si manifesta la tua
salvezza: tu hai misericordia di coloro che non hanno un tesoro di opere
buone".
Gesù ha fatto proprio questa giustizia.
Gesù dice spesso "La tua fede ti ha salvato". Quindi nessuno può sentirsi migliore di altri se non sono i meriti a salvarci ma la fede. La fede esige le opere certamente (Gc 2,26). Ma la fede riempie le opere di quel condimento, quel buon sugo della tenerezza, quell'odore di buono che solo la gratuità e l'amore incondizionato possono produrre e che fanno la differenza di fronte alle opere fatte solo per accumulare punti-paradiso!
Gesù dice spesso "La tua fede ti ha salvato". Quindi nessuno può sentirsi migliore di altri se non sono i meriti a salvarci ma la fede. La fede esige le opere certamente (Gc 2,26). Ma la fede riempie le opere di quel condimento, quel buon sugo della tenerezza, quell'odore di buono che solo la gratuità e l'amore incondizionato possono produrre e che fanno la differenza di fronte alle opere fatte solo per accumulare punti-paradiso!
Tutte le opere
hanno valore salvifico se compiute in funzione dell'amore di Dio e del
prossimo, l'unico comandamento di Gesù che riassume la legge e i profeti!
"Al momento della morte non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che
avremo fatto, ma dal peso d'amore che avremo messo nel nostro lavoro."
(Madre Teresa di Calcutta)
"Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l'eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose". (Tonino Bello)
- Giuliano Palizzi Sdb -
Forse c’è chi può dire: è impossibile! Io non valgo niente!
Ma io ti dico che tu sei prezioso per Dio e Dio ti ama e avvolge la tua vita della sua gloria, del suo amore eterno e infinito.
Forse c’è chi pensa: io sono troppo triste, troppo desolato, troppo depresso.
Non vedo luce, non aspetto niente di buono dalla vita. Ma io ti dico che Dio è vita, che la gioia di Dio è anche per te, che alla festa di Dio sei invitato anche tu e Dio continua ad avvolgere la tua vita della sua gloria, della sua luce!
Forse c’è chi pensa: è impossibile: io sono cattivo, io ho fatto del male, io non riesco io non voglio rinunciare ai miei vizi, io merito solo castighi e condanne.
Ma io ti dico che Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita della sua gloria, del suo amore misericordioso. Forse c’è chi pensa: è impossibile: io mi sono ribellato a Dio, io sono arrabbiato con Dio, io ho insultato Dio, io mi sono dimenticato di Dio. Ma io ti dico che Dio non è arrabbiato con te, Dio continua ad amarti e ad avvolgerti della sua gloria, del suo amore paziente e discreto.
La gloria di Dio riempie la terra perché Dio non è lontano da nessuno e la gloria di Dio avvolge di luce ogni essere vivente, come avvolse di luce i pastori nella notte di Natale (e la gloria del Signore li avvolse di luce: Lc 2,9).
- Mario Delpini -
Arcivescovo di Milano
O Signore, nostro
Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Buona giornata a tutti. :-)
lunedì 18 dicembre 2017
Angelo nel Paese al contrario - Mons. Mario Delpini
Nel suo vario viaggiare Angelo capitò persino
in un paese che era il Paese al contrario. E’ uno strano paese dove tutto
avviene al contrario.
Per esempio i ragazzi, invece che giocare di
giorno e dormire di notte, di giorno, dormono e non combinano niente, poi,
quando scende la notte e fa anche freddo, si agitano e si eccitano per andare a
divertirsi: sarà strano, ma è così che capita nel Paese al contrario.
Per esempio, gli adulti, invece che decidere
e chiedere ai figli di obbedire, chiedono ai figli che cosa vogliono e
obbediscono: che si tratti del vestito da mettere o di che cosa mangiare a cena
o di che cosa fare il mattino della domenica non sono i figli a obbedire ai
genitori, ma tutto al contrario, sono i genitori a obbedire ai figli.
Fanno da autisti, da camerieri, da personale
di pulizia: e un Paese al contrario.
Da una parte del paese c’è gente magra,
patita, affamata e al mercato non si può andare: non c’è niente e, se anche ci
fosse qualche cosa, chi avrebbe i soldi?
Dall’altra parte del paese c’è gente grassa,
sazia e i mercati traboccano di mercanzia, tanto che finiscono per buttarne via
una gran quantità. Una delle leggi del Paese al contrario infatti è: chi ha il
pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane. L’Angelo si stupiva, ma
che farci? E’ un Paese al contrario.
La cosa più buffa è che invece di essere i
ragazzi a divertirsi per insegnare al pappagallo a parlare, sono i pappagalli a
insegnare a parlare ai bambini. I pappagalli sanno poche parole, parole brevi,
dal suono ben chiaro. Le parole che i pappagalli insegnano ai bambini sono: io!
no! uffa!
Nel Paese al contrario i bambini non sanno
canzoni, non imparano poesie, non raccontano storie. Dicono soltanto tre
parole: io! no! uffa!
Si alzano al mattino e prima ancora di vedere
se c’è il sole o se piove, già seminano malumore per tutta la casa: uffa!
Incontrano la mamma o il papà o la sorella o
il compagno di scuola o il cane. Ma non salutano, non ascoltano quello che
hanno da dire, non si interessano di quello che capita. Piuttosto si
rinchiudono nella solitudine come fosse una fortezza. Dicono sempre e solo: io!
Se qualcuno li invita, se ricevono una
proposta, se una voce li chiama, la risposta è chiara e precisa: no!
Forse è per questo che nel Paese al contrario
non c’è mai un bel sole, ma sempre una foschia, come se nell’aria abitassero la
noia, la rabbia, la solitudine.
L’Angelo, che non aveva mai visto un Paese al
contrario, si trovava a disagio, ma che poteva fare? L’avevano mandato lì
apposta per invitare gli abitanti alla festa di Natale! La sua missione si
rivelava un fallimento perché le risposte degli abitanti erano solo: io! no! uffa!
L’Angelo allora inventò una stella mai vista,
una stella che insieme con la luce lasciava una scia di stupore che incantava i
bambini annoiati, ed ecco che, non si sa come, invece di ripetere le parole
imparate dal pappagallo, gridarono: evviva!
La stella mai vista non solo irradiava luce e
stupore, ma al suo passaggio c’era come un mormorio di un vento leggero, una
voce amica, che era come un invito: volete venire con me? Ed ecco i bambini,
non si sa come, invece di ripetere le parole imparate dal pappagallo,
gridarono: si!
La stella mai vista non solo irradiava luce e
stupore e una voce amica, ma seminava nei cuori una specie di tenerezza, un
desiderio di amicizia, un interesse commosso per i volti e le storie, per le
lacrime e i sorrisi degli altri. Ed ecco che i bambini, non si sa come, invece
di ripetere le parole imparate dal pappagallo cominciavano ogni frase con un
pronome che non si usava nel Paese al contrario. Dicevano infatti: noi.
Fu così che il Paese al contrario cominciò a
trasformarsi in un Paese come Dio comanda, proprio a partire dalle parole
nuove.
Invece di seminare noia e scontento dicendo:
“uffa!”, il mattino era accolto con un sorriso: “Evviva! Una giornata da
vivere! Evviva, il bene da fare! Evviva, amici da incontrare”, cioè la gioia.
Invece di provocare rabbia e disappunto,
dicendo: “no!”, ogni invito al bene ascoltava la risposta incoraggiante: “Si,
vengo. Si ci sto. Si, grazie”, cioè la vocazione. Invece di isolarsi in
solitudini deprimenti, dicendo sempre: “io”, anche le imprese più audaci
diventavano possibili, anche le fatiche più aspre diventavano sopportabili,
perché si diceva: “Noi. Noi insieme possiamo rimettere diritto anche il Paese
al contrario”, cioè la fraternità.
E’ per questo che l’Angelo inventò la stella
cometa.
- Mons. Mario Delpini -
Arcivescovo di Milano
Da “Un Angelo in paese” Storie di Natale per
famiglie, Mons. Mario Delpini
Ci sono state molte discussioni sulla stella
cometa.
Gli astronomi l’hanno cercata nel cielo; i pittori l’hanno immaginata
nei quadri di Natale; i bambini l’hanno aspettata come fosse l’apparire di un
angelo simpatico.
A me sembra però che la stella sia come una
gioia sorprendente che raggiunge le persone, anche quando non se l’aspettano e
persino quando pensano di non meritarla.
Una gioia sorprendente.
E si lasciano
convincere che il bene è meglio del male, che abitare in un Paese come Dio
comanda è meglio che abitare in un Paese al contrario. Per dirla proprio in
confidenza, io credo che la stella cometa sia la gioia che Gesù regala a
Natale.
Padre
nostro che sei nei cieli
Benedici
questa casa e noi che ci abitiamo!
Infondi
in ciascuno di noi la tua gioia,
perché
anche da questa casa si diffonda una piccola luce
e tutti
quelli che amiamo ne ricevano consolazione,
perché
viene il tuo Regno, viene Gesù.
Conforta
le nostre tristezze,
asciuga
le nostre lacrime,
abita
le nostre solitudini,
Perché
viene il tuo Regno, viene Gesù.
Vieni
in aiuto alle nostre debolezze,
incoraggia
la nostra risposta alla tua vocazione,
sostieni
la nostra perseveranza,
Perché
viene il tuo Regno, viene Gesù. Amen
Buon Natale 2017
+ Mario Delpini
Arcivescovo
Buona giornata a tutti. :-)
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