martedì 16 gennaio 2024
Dove inizia la preghiera – don Bruno Ferrero
mercoledì 3 gennaio 2024
I Re Magi dimenticati - don Bruno Ferrero
- don Bruno Ferrero -
da: "Storie di Natale, d'Avvento e d'Epifania", ed. Elledici
I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano fermandosi in ogni città:
‘O donne, o fanciulle, sapreste dirci
la strada per Betlemme dove va?’
Né giovani né vecchi lo sapevano
e essi riprendevano il tragitto,
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come una lanterna.
La stella sulla capanna di Giuseppe
alfine si fermò e i santi tre re Magi
alla soglia si poterono affacciar;
muggiva il bue, piangeva il bambinello,
e i Re Magi cominciarono a cantar.
Heinrich Heine (1797-1856)
mercoledì 27 dicembre 2023
Dove finirono l'oro, l'incenso e la mirra? - don Bruno Ferrero
Ma un giorno, arrivò da Roma un governatore ambizioso di nome Ponzio Pilato che, per fare carriera e ingraziarsi i notabili di Gerusalemme, decise di catturare Disma. Ci riuscì con un tranello e Disma fu condannato alla pena più terribile ed infamante: la morte mediante crocifissione.
giovedì 21 dicembre 2023
Eliogabalo e Matusalemme - don Bruno Ferrero
L’antipatica signora Pynchum era la direttrice dell’Istituto dei poveri, ed era temuta da tutti. Matusalemme proseguì: “Gabalo, tu credi che Babbo Natale ci sia davvero?”. “Certo che c’e". “E allora perché non viene mai qui alla Casa dei Poveri?”. “Beh”, rispose Gabalo, “noi stiamo in una strada tutta curve, lo sai no?
Proprio in quel momento un’automobile investì un povero cane che cadde riverso sulla neve.
Gabalo corse subito in suo aiuto e vide che aveva una zampa rotta. Fece una stecca e fasciò strettamente la zampa del cane.
Gabalo lesse sul collare che il cane apparteneva al dottor Carruthers, un medico famoso nella città. Lo prese in braccio e si avviò verso la casa del dottore.
Il dottore aveva una gran barba bianca, lo accolse con un sorriso e gli chiese chi aveva immobilizzato e steccato cosi bene la zampa del cane. “Perbacco, io, signore”, rispose Gabalo e gli raccontò di tutti gli altri animali ammalati che aveva guarito. “Sei un ragazzo davvero in gamba!” gli disse alla fine il dottor Carruthers guardandolo negli occhi.
“Ti piacerebbe venire a viver da me e studiare per diventare dottore?”. Gabalo rimase senza parole.
Andare lontano dalla signora Pynchum e non essere più uno “della Casa dei Poveri”, diventare un dottore! “Oh, oh s—s—sì, signore! Oh... Improvvisamente la gioia svanì dai suoi occhi.
Se Gabalo se ne andava, chi si sarebbe preso cura del piccolo e zoppo Matusalemme? “Io... io vi ringrazio, signore” disse. “Ma non posso venire, signore!”. E prima che il dottore scorgesse le sue lacrime corse fuori dalla casa..
Quella sera, il dottor Carruthers si presentò all’istituto con le braccia cariche di pacchetti. Quando Matusalemme lo vide cominciò a gridare: “E’ arrivato Babbo Natale!”. Il dottore scoppiò a ridere e, mentre consegnava al ragazzo un pacchetto dai vivaci colori, notò che zoppicava e gli fece alcune domande. Dopo un attimo, il dottor Carruthers disse: “Conosco un ospedale in città dove potrebbero guarirti. Hai parenti o amici?”. “Oh, sì”, rispose subito Matusalemme, “ho Gabalo!”.
“Beh, io... io sono tutto quello che lui possiede”, rispose Gabalo. Il dottore, profondamente commosso, disse: “E se prendessi anche Matusalemme con noi?”. Questa volta a Gabalo non importò che tutti vedessero le sue lacrime, e Matusalemme si mise a battere le mani dalla gioia. Naturalmente non sapeva che sarebbe guarito e che un giorno Gabalo sarebbe diventato un chirurgo famoso.
Oh, come è glorioso, santo e grande avere in Cielo un Padre!
Oh, come è santo, fonte di consolazione, bello e ammirabile avere un tale Sposo!
Egli è venuto come bambino per spezzare la nostra superbia.
Egli però non vuole la nostra capitolazione, ma vuole il nostro amore.
E' la verità. La verità - quella ultima, quella reale - è bella, è buona, e l'incontro con essa rende l'uomo buono...
giovedì 14 dicembre 2023
La macchia nera - don Bruno Ferrero
– "Che cosa vedete?", chiese.
– "Una macchia nera!", risposero in coro.
– "Avete visto tutti la macchia nera che è piccola piccola, ribatté il maestro, e nessuno ha visto il grande foglio bianco. La vita è una serie di momenti: il vero successo sta nel viverli tutti. Non rischiare di perdere il grande foglio bianco per inseguire una macchiolina nera. P
erchè il grande foglio bianco è la tua isola, ed è proprio davanti a te!
Così sono gli uomini: capaci solo di vedere le macchie nere, non sanno riconoscere l’immenso foglio bianco che è la loro vita.
Tutti noi dovremmo
essere, invece, consapevoli, che, nonostante le macchie nere della nostra
esistenza, c’è, anche se nascosto, un bel foglio bianco, simbolo della vita,
che vale sempre la pena di essere vissuta."
- don Bruno Ferrero -
"Ogni volta che un genitore
predica principi che non sa mettere in pratica, la lezione cade nel vuoto, nel
senso che non viene generalizzata ed estesa al di là del caso specifico.
Nell'educazione i risultati migliori si ottengono non già con le prediche e il
calcolo, bensì vivendo secondo i propri principi perché così ci viene di fare.
(...) É vero che a breve termine si
otterranno forse risultati più vistosi con le prediche e i castighi, ma, a
paragone con quello che si può ottenere con l'esempio, gli effetti sono di
breve durata.
Va detto, inoltre, che, muovendo delle
critiche a un bambino, nonché imponendogli quello che deve fare, si riduce il
suo rispetto di sé, perché si richiama la sua attenzione sulle sue carenze.
Allora, anche se ubbidisce, in realtà non ha imparato nulla di utile, perché
non viene incoraggiata la sua personalità autonoma. I principi, gli assunti sui
quali si basa la sua condotta, si modificheranno solo se e quando si renderà
conto da solo che il cambiamento gli servirà a conseguire quello che più
profondamente desidera: il rispetto di sé."
Bruno Bettelheim (1903-1990), Un
genitore quasi perfetto, 1987
domenica 3 dicembre 2023
Per chi? - don Bruno Ferrero
- Marco Aurelio -
domenica 22 ottobre 2023
C'era una volta, un punto interrogativo - don Bruno Ferrero
Apparentemente, nessuno lo voleva più! Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:
il punto esclamativo!
Tutti gridavano: «Avanti! Fermi! Muoviti! Togliti dai piedi!».
Il "punto esclamativo" è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo.
Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il "punto interrogativo" si sentiva un re, non c'era più nessuno che chiedeva: «Come stai?»; sostituito da: «Ehilà!».
Non c'era più nessuno che fermava l'auto, abbassava il finestrino e chiedeva: «Per favore, vado bene per Bergamo?». Ora, usavano tutti il "navigatore satellitare", che impartisce gli ordini con decisione: «Alla prima uscita, svoltare a destra!». Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia.
«Non mi ascolti mai!».
«Non m'importa che cosa pensi! Qui comando io!».
«Basta! Me ne vado per sempre!».
Alla fine, il padre era spossato e deluso; il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.
E soffrivano, perché non c'è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.
Il punto interrogativo si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione...
Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro, ma dalla sua bocca uscì un: «Che ne pensi?», che stupì anche lui.
Il figlio tacque, sorpreso. «Davvero lo vuoi sapere, papà?». Il padre annuì. Parlarono.
Alla fine, dissero quasi all'unisono: «Mi vuoi ancora bene?».
Il "punto interrogativo", felice, faceva le capriole sopra il lampadario!
La natura scopre solo attraverso una incredibile dissipazione.
E' solo quando il desiderio diventa doloroso ed il presente invivibile che noi riusciamo a spezzare gli ostacoli esterni ed interni e a correre avanti.
Il desiderio che ci brucia è veramente il fuoco della vita; il dolore è il caos primordiale da cui emerge il mondo, l'angoscia del molteplice, del diviso che tende all'unità.
1) Il bisogno di controllare tutto.
2) La necessità di essere approvati.
3) Il bisogno di giudicare gli altri.