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La strage di Rignano sull'Arno Nella foto la famiglia di Robert Einstein cugino di Albert Einstein, premio Nobel per la Fisica nel 1921. Albert si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa. Quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933, Einstein era professore ospite all'Università di Princeton. Nello stesso anno i nazisti promulgarono "La Legge della Restaurazione del servizio Civile" a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati e durante gli anni trenta fu condotta una campagna da parte di professori tedeschi (premi Oscar) che etichettò i lavori di Einstein come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Il 3 agosto 1944, nel corso della II^ guerra mondiale, a Rignano sull’Arno, Firenze, Italy, avvenne la strage della famiglia Einstein, nota anche come strage di Rignano e strage del Focardo. Dopo un sommario e violento interrogatorio furono fucilate tre donne: Cesarina (detta Nina) Mazzetti, Luce ed Annamaria (detta Cicì) Einstein, rispettivamente moglie e figlie di Robert Einstein, cugino del celebre scienziato Albert Einstein. La casa fu data a fuoco, mentre Lorenza, Paola e l'altra cugina, Anna Maria Bellavite furono rinchiuse in una stanza buia e risparmiate dalla furia omicida. Dal suo rifugio nei boschi della vallata, Robert vide le fiamme e, scoprendo la strage della sua famiglia tentò vanamente il suicidio. La mattina del 4 agosto 1944, tra le fiamme di Villa Il Focardo, un foglio attaccato a un albero: “Abbiamo giustiziato i componenti della famiglia Einstein, rei di tradimento e giudei.” In realtà Cesarina Mazzetti, figlia di un pastore protestante, non era ebrea e così le due figlie. L'unica loro colpa era di portare il nome degli Einstein. Robert Einstein si tolse la vita il 13 luglio 1945 in occasione di quello che avrebbe dovuto essere il giorno del suo 32º anniversario di matrimonio con Nina. Fu sepolto accanto alla sua famiglia nel cimitero della Badiuzza. Albert Einstein rinunciò alla cittadinanza tedesca e svizzera e restò negli Stati Uniti fino alla morte. http://archiviostorico.corriere.it/2011/febbraio/22/Una_taglia_per_trovare_chi_co_9_110222020.shtml http://www.intoscana.it/intoscana2/opencms/intoscana/sito-intoscana/Contenuti_intoscana/Canali/Arte-e-Cultura/visualizza_asset.html?id=1082133 |
domenica 26 gennaio 2025
Essendo un amante della libertà... - Albert Einstein
domenica 15 settembre 2024
Compagni di volo - don Tonino Bello
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
che è rimasto con l’ala ,
questa bellezza dà
a chi è triste,
quanta voglia di vivere
produce uno sguardo generoso
su una persona che è triste.
come un padre dolcissimo,
col quale non è difficile confidarmi.
Anche quando sbaglio, mi sembra più facile
chiedergli scusa con un sorriso di implorazione
che con un percuotimento di petto.
Me lo sento vicino, comunque, tantissimo.
e me ne dispiace,
soprattutto la sera quando mi addormento.
tanto sono certo del suo perdono.
di annunciare e attendere
un altro mondo,
se non ci saremo impegnati
a far sì che un mondo altro
si affermi sulla terra.
di incantarvi adesso,
di essere stupiti adesso,
di entusiasmarvi adesso,
di guardare troppo in alto adesso,
di sognare adesso.
martedì 3 settembre 2024
Accettarsi - Anna Magnani
Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante. Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “Bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “Ma bella de che?”
Eppure, dopo tanti anni li ho capiti.
C’ho messo na vita intera per piacermi.
E adesso, quando me sento dì “Bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!”.
- Anna Magnani -
Il tempo passava e io ero fissa nell’atteggiamento della sposa ideale di un marito ideale. Invece di rianimare la nostra vita sessuale m’incantavo nel ricordo delle nostre notti di una volta. M’immaginavo di aver conservato il mio viso e il mio corpo di trent’anni, invece di curare il mio fisico, di far ginnastica, di frequentare un istituto di bellezza.
Ho lasciato atrofizzare la mia intelligenza; non mi coltivavo più; mi dicevo: -più tardi, quando le bambine mi avranno lasciata–. (…)
Sì, la giovane studentessa che Maurice sposò, che si appassionava agli avvenimenti, alle idee, ai libri, era diversa dalla donna di oggi, il cui universo è tutto in queste quattro mura. (…)
In generale davo tutto per scontato, e questo deve averlo seccato, lui che cambia, che mette sempre in questione tutte le cose.
La noia non perdona. E nemmeno avrei dovuto ostinarmi nel nostro patto di fedeltà. Se gli avessi reso la sua libertà - e magari approfittato della mia –
Per fortuna non è difficile...
- Charlotte Whitton -
china su me come la faccia del mondo
nuvola della terra
vagante sopra i miei occhi;
nuvola dai capelli neri, dagli occhi viola;
donna della mia fanciullezza
che mettevi il pane dolce
tra le mie mani fredde
e mi dicevi: cresci, cresci presto;
donna che mi davi l’ansia
di arrivare in fretta,
prima del tempo,
alla meta;
donna che mettevi la mano protettrice e dolce
sulla rivolta dei miei capelli al vento,
dopo le corse;
donna che mi guidasti sulla soglia,
all’alba, nel mio primo viaggio
nel mondo;
donna che mi indicavi
le spalle dure dei minatori,
dei contadini rotti sulla terra
e mi dicevi: cresci e fai giustizia di questo;
donna che venivi fra le mura della prigione
a vendicarmi figlio tuo e del mondo
e rinsaldavi col tuo cuore
il mio per la lotta di domani,
donna che fra mura e grate di ferro
mi dicesti: sei cresciuto; ora sei del mondo;
donna che incontrai sulla via del mio cammino;
donna che mi aspettavi senza conoscermi;
donna che sapevo di dovere incontrare;
donna che sentì forte il mio petto
ed amò la mia forza;
donna che sentì cedere il mio cuore
e gli diede la sua forza;
donna che baciò le mie ferite
e prese con le sue mani il mio sangue;
donna con cui feci la strada più triste;
donna con cui percorsi la strada più bella;
donna che sei mia madre;
donna che sei la maternità del mondo
donna che sei mia moglie;
donna che sei la moglie di ogni uomo del mondo;
donna che sei la madre del mio bambino
donna che sei la madre
di tutti i bimbi del mondo,
donna che stringi nel pugno
un fiore o un martello
o un’arma di libertà;
donna di tutte le terre
donna di tutte le età del tempo
donna di tutte le età della vita
col cuore, col sangue
di ogni uomo del mondo
ti amo.
mercoledì 21 agosto 2024
A tutti gli illusi - Corrado d'Elia
Ai pazzi per amore, ai visionari,
A coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi.
Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
A coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
Agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali, ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
a tutti i teatranti.
dallo spettacolo-monologo "Don Chisciotte, diario intimo di un sognatore"
di Corrado d'Elia, registra, attore e drammaturgo
(erroneamente attribuito come tratto dal "don Chisciotte" di Miguel de Cervantes)
lunedì 27 maggio 2024
I pericoli del potere - Padre Alberto Maggi
Gesù dice “Attenti a questo lievito!”.
- Karl Popper -
martedì 23 aprile 2024
Sei sveglio? - Uriel Crua
Ora che è passata la "paura", ora che torni
in giro a bere gli Spritz, ora che la gente passeggia tranquilla per strada,
dimmi: davvero hai creduto che prima la pezza in faccia non serviva, poi che
però serviva ma "non ce n'erano". Davvero hai creduto ai filmati dei
cinesi che sbattevano faccia a terra e poi qui non hai mai visto sbattere
nessuno faccia a terra? Davvero hai creduto a chi ti strillava che i runner
erano degli untori, e poi i padroni dei cani, e poi i bambini, e poi i non
siringati? E dopo che ti sei siringato due, tre, quattro volte, e sei stato
comunque male, davvero hai creduto a chi ti diceva che era tutto bello, buono e
sicuro?
Davvero hai pensato fosse saggio e sensato tenere i
bambini dentro scatole di plexiglas e imbavagliati come torturandi medievali?
Davvero hai ritenuto corretto escludere dalle gelaterie dei ragazzini di dodici
anni. E dagli autobus. E dai treni per raggiungere la scuola. E dai bar?
Davvero, ora che hai preso un respiro e sei tornato alla tua
"normalità", pensi che non invitare a Natale tuo fratello, tua
sorella, tuo cugino, il tuo amico, solo perché non "protetto", sia
stata una cosa buona? Credi davvero di aver fatto del bene?
Come ti senti adesso?
Quando accendi la TV e ti dicono che inviare armi è un
atto di pace, quando accendi la TV e vedi culi sfregarsi su organi genitali in
nome della "tolleranza", quando ti dicono persino che stiamo per
subire un'invasione aliena, davvero dimmi: come ti senti?
Non ti senti un po' un babbione? Sul serio. Non ti
senti un perfetto idiota?
Ora che ti hanno tolto pure le mutande facendotele
passare dalle orecchie, mentre un giocoliere ti distraeva, non ti senti un
allocco?
E se ti senti così, cosa ti incolla ancora alla sedia?
Dimmi, davvero. Sono curioso
- Uriel Crua -
tratto da: "Cronistoria italiana alla deriva: Dalla Pandemia alle prime luci atomiche - ed. EWI
NON
LASCIARTI DECIDERE
Hai notato che, nelle cosiddette "Democrazie", la tua visione di ciò che è Giusto non conta nulla?
Ti
faccio qualche esempio:
1
- Tu non vuoi che la App delle poste ti chieda l'autorizzazione obbligatoria
per accedere ai tuoi contatti, alle tue mail, a tutte le tue App e alla
galleria immagini. Però la App delle Poste te lo chiede "per la tua
sicurezza" e se non accetti, non puoi usarla.
2
- Tu non vuoi entrare in guerra contro la Russia. Non vuoi andare al macello o
mandare al macello i tuoi figli. Non credo tu desideri una apocalissi
termonucleare. Immagino anche che il tuo desiderio sia veder rafforzati i
servizi nella tua Nazione, piuttosto che inviare decine di miliardi in
armamenti. Suppongo tu parteggi per la diplomazia, tutt'al più.
E
invece...
3
- Sono sicuro che tu gradisca di poter entrare in libreria o in biblioteca e
poter scegliere tra i testi che più ti ispirano, o tra quelli che possono
servirti per una tua ricerca. E invece no. I testi sono selezionati in librerie
e biblioteche, il che significa che quelli che non trovi sono censurati: non
devi leggerli. Poi dicono la Corea...
4
- Lo sapevi che stanno riducendo il numero di postazioni Bancomat in cui poter
prelevare denaro in contanti in modo tale che tu sia "disincentivato"
a usarli? Per la tua sicurezza, ovviamente.
5
- Hai fatto caso che da una decina d'anni le città si riempiono di piste
ciclabili, dossi, strettoie? Viaggiare con la macchina in città è una
dannazione. Non devi inquinare usando la tua auto. Devi andare ai trenta
all'ora. Devi comprarti la macchina elettrica. Non puoi pagarla in contanti.
Devi rateizzare, fare un leasing, aprire un debito. Stanno rendendo lo
spostamento autonomo un vero problema.
Per
il tuo bene, chiaro.
6
- Se ti è collassato qualche parente di recente, o se gli si è inasprito un
"turbocancro", o se gli gravano addosso strane, inspiegabili,
infezioni, non farti troppe domande. Non è successo nulla negli ultimi anni che
non fosse per il tuo bene.
Anche
l'aumento del tasso dei mutui o della luce, del gas, delle materie prime.
È
per il tuo bene, dicono.
Stai
lottando contro i cattivi, sacrificandoti.
E
così, così li lasci entrare in casa.
Sono
già dentro.
Guardali.
Ti
stanno mangiando nel piatto.
Sorridi,
coglione.
- Uriel Crua -
tratto da: "Cronistoria italiana alla deriva: Dalla Pandemia alle prime luci atomiche - ed. EWI
domenica 29 gennaio 2023
da: Il gabbiano Jonathan Livingston - Richard Bach
- Richard Bach -
da: Il gabbiano Jonathan Livingston
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.
Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.
- Richard Bach -
da: Il gabbiano Jonathan Livingston
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.
da: Il gabbiano Jonathan Livingston