martedì 30 novembre 2021

"...l'uomo, più che di altro, spesso si annoia di Dio." - cardinale Giacomo Biffi

"Quando le gambe gli furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sè e a correre per la stanza; finchè infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare. "
Appena è in grado di reggersi e di camminare, il burattino chiamato a essere figlio cerca di uscire di casa. 
Il primo gesto autonomo dell'uomo è quello di allontanarsi dal Padre. 
Gli pesa così tanto l'amore di chi gli ha dato la vita, che il giorno in cui riesce a sottrarvisi, gli può apparire il giorno della raggiunta maturità. Essere adulti significa ai suoi occhi poter far senza finalmente di Dio.
C'è chi ritiene la Chiesa il grande ostacolo alla religione dell'uomo; c'è chi pensa che siano le scelte politiche della Chiesa. 
O i ministri della Chiesa o il mancato adattamento degli uomini di Chiesa all'evoluzione della mentalità e del costume., o il linguaggio incomprensibile dell'annuncio. 
C'è chi reputa troppo arduo per l'uomo post-kantiano accettare Cristo come figlio eterno di Dio, Signore e salvatore degli uomini. 
E c'è del vero in questi giudizi, ma essi sono ispirati a un eccessivo ottimismo. 
Prima e più di ogni altra cosa, ciò che opprime l'uomo e rende difficile la religione è il Padre. Ciò che è fastidioso e duro da accogliere è il dovere di " diventare come bambini".
Perfino a profeti professionisti - come Giona- può capitare di assegnarsi come programma quello di " fuggire a Tarsis, lontano da Jahvè": l'uomo, più che di altro, spesso si annoia di Dio."

- Card. Giacomo Biffi -
da: "Contro maestro Ciliegia. Commento teologico alle avventure di Pinocchio", Jaka Book


"Pulcinella, Arlecchino e la signora Rosaura sono soltanto burattini, senza speranza. (…) 
Pinocchio, di legno come loro, marionetta come loro, senza vero dominio di sé come loro, ha un altro destino. (…) 
La differenza sta tutta nel fatto che Pinocchio ha un padre, prodigiosa eccezione tra i suoi simili.
Se ha un padre, ha un destino filiale. (…) 
Un burattino che ha un padre, è chiamato a essere uomo; un uomo che ha rifiutato il padre, presto o tardi si conforma ai burattini".

Ovviamente quando il Cardinale parla di padre si riferisce non tanto a Geppetto, quanto a Dio. Perché in questa imperdibile e singolare lettura della favola di Pinocchio, l'attuale cardinale di Bologna offre ai lettori una convincente metafora dell'avventura dell'uomo, del rapporto col suo destino, con la libertà, con la paternità di Dio. Pinocchio diventa figura del cristiano, "legnoso" e peccatore, ma "figlio".



 La comunità che celebra il proprio Signore è consapevole che al suo interno ci sono peccatori. D'altra parte, può esistere una comunità solo di perfetti e di Santi?  

- Bruno Maggioni -
da: “Meditazioni sul Vangelo di Luca”, Ed. Messaggero




Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 29 novembre 2021

Ho bisogno di silenzio - Alda Merini

Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno ?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
  
Alda Merini - 


Non avessi sperato in te 
e nel fatto che non sei un poeta 
di solo amore 
tu che continui a dirmi 
che verrai domani 
e non capisci che per me 
il domani è  già passato.

- Alda Merini -






Quelle come me vorrebbero cambiare, 
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo. 
Quelle come me urlano in silenzio, 
perché la loro voce non si confonda con le lacrime...
Quelle come me passano inosservate...

- Alda Merini - 


Esistono dolcezze che fanno profondamente soffrire. 
Allora, quando si è troppo dolci, franano gli orizzonti,
franano le pareti, franano persino i concetti.

- Alda Merini - 


Di notte 
mentre dormo 
o tento di dormire 
con le mie mani calde 
io tocco le lenzuola 
e vorrei una presenza 
che mi colmasse il 
cuore.

- Alda Merini - 



Buona giornata a tutti. :-)





sabato 27 novembre 2021

Il Tesoro - Don Oreste Benzi

Gli era stata promessa per la sua festa di laurea un'auto nuova, fiammante, all'uscita dell'università, con il diploma di laurea sotto il braccio.
Quale non fu la sua amara sorpresa quando, il giorno fatidico, il padre lo abbracciò sorridente, non però con le chiavi della macchina, bensì con un libro in mano, appena ritirato nella vicina libreria. Una Bibbia.
Il giovane neo dottore scagliò rabbiosamente il libro fuori dalla finestra dell'aula e da quel giorno non rivolse più la parola al padre.
Rimise piede in casa quando anni dopo gli fu comunicata la notizia della morte dell'anziano genitore. 
La notte del funerale, mentre rovistava tra le carte della scrivania paterna, trovò la Bibbia che gli era stata regalata il giorno della laurea.
In preda a un vago rimorso, soffiò via la polvere che si era depositata sulla copertina del libro e cominciò a sfogliarlo. 
Scoprì tra le pagine un assegno datato il giorno della laurea e con l'importo esatto dell'auto promessa.

La Bibbia: in libro sigillato, inutile e polveroso per tanti. Eppure tra le sue pagine è nascosto il tesoro che tanto sospiriamo...

- Don Oreste Benzi - 
Da: Pane Quotidiano




Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio. Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l'uomo immortale, per l'immortalità, secondo la sua natura l'ha creato. Dentro di noi, quindi, c'è già l'immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio. La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura. 

- don Oreste Benzi - 
(commento a Giobbe per la commemorazione di tutti i fedeli defunti)




"Che cosa sono gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l’ingiustizia che infieriscono sui deboli, se non l’opposizione del male al regno di Dio? 
E come rispondere a tanta malvagità se non con la forza disarmata dell’amore che vince l’odio, della vita che non teme la morte?" 

(Papa  Benedetto XVI)





Le nostre società sono in decadenza perché hanno sfrattato Dio dalla storia; sono basate sull'arbitrio e non sulla giustizia; invece la società deve essere basata sulla giustizia di Dio: a ognuno il suo e nessuno prevarrà.

- Don Oreste Benzi -  
Da: Pane quotidiano, 2008


Calma il mio cuore, Signore,
acquieta i pensieri della mia mente.

Rallenta i miei passi frettolosi
con la visione lieta del tempo
che placido si distende nell'eterno.

Dona al tormento dei miei giorni
la pace dei colli eterni.

Sciogli la tensione dell'animo,
con il ricordo dei ruscelli
che mormoravano nelle valli.

Incanta le mie notti insonni
con la magia di sogni beati.

Dona carezze alle mie mani,
alla mia bocca dolci parole,
al mio cuore palpiti d'amore.

Lascia, Signore, che affidi
al solco della vita valori perenni
perché il mio Spirito si levi sicuro
verso le stelle.


- P. Anon -

Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 25 novembre 2021

Il cielo si è rovesciato sulla terra - Chiara Lubich

No, non è rimasta fredda la terra:
Tu sei rimasto con noi!
Che sarebbe del nostro vivere
se i tabernacoli non ti portassero?
Tu hai sposato una volta l'umanità e le sei rimasto fedele.
Ti adoriamo, Signore, in tutti i tabernacoli del mondo.
Sì, essi sono con noi, per noi.
Non sono lontani come le stelle che pure tu ci hai donato.
Dovunque possiamo incontrarti:
Re delle stelle e di tutto il creato!
Grazie, Signore, di questo dono smisurato.
Il Cielo s'è rovesciato sulla terra.
Il cielo stellato è piccolo.
La terra è grande, perché essa è trapunta
dovunque dall'Eucaristia:
Dio con noi, Dio fra noi, Dio per noi.

- Chiara Lubich - 


Non devi mai volgerti indietro ma sempre avanti. 
La tua vita quella che è stata è stata. Iddio lo sa. 
L’importante è che non ti sfugga il presente che solo è nelle tue mani. In quello ama Dio con tutto il cuore, facendo la sua volontà.

- Chiara Lubich - 



Il dolore è forse l’elemento più scartato nel mondo, ma è l’unica cosa che, se sfruttata, ci riempie di Dio.

- Chiara Lubich - 



Buona giornata a tutti. :-)




martedì 23 novembre 2021

La pace come cammino - Tonino Bello

A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
"Quell'uomo si affatica in pace",
"lotta in pace",
"strappa la vita coi denti in pace"...
Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
"Sta seduto in pace",
"sta leggendo in pace",
"medita in pace" e,
ovviamente, "riposa in pace".

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l'officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.
Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.
La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".
Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.
Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.
Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.

- Tonino Bello -


Signore Dio della Pace, ascolta la nostra supplica.

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite … 
Ma i nostri sforzi sono stati vani.
Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.
Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.
E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra!
Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.

- papa Francesco - 
8 giugno 2014




Buona giornata a tutti. :-)

domenica 21 novembre 2021

Veleno gratuito - Simona Oberhammer

Certe volte le parole non sono buone, scorrono avvelenate, come sorsate amare che uccidono poco a poco.
Sono le parole che diciamo quando parliamo male degli altri, sono le parole che lanciamo come coltelli affilati quando siamo arrabbiate, sono le parole che bisbigliamo a noi stesse quando non ci piacciamo, soffocano l’autostima e imbavagliando anima.
È il veleno gratuito delle critiche senza una rielaborazione positiva, delle offese buttate sul tavolo con la mano che sbatte sopra, dei rancori sputati in faccia, dei torti prima ingoiati e poi vomitati. 
Non è facile, lo so.
Il veleno gratuito certe volte sembra la soluzione più facile. 
“E’ più forte di me“. “Evitare di criticare gli altri mi riesce difficile“. “Quando sbaglio non riesco a non darmi della stupida“. “Quando mi arrabbio perdo la pazienza, vado in escandescenza e dico di tutto“.
Ci vuole poco ad avvelenarsi la vita perché certe volte è più semplice usare le critiche al posto degli apprezzamenti, la discussione arrabbiata al posto di quella serena, oppure stare zitte per un bel po’ subendo i comportamenti degli altri e poi allagare tutto come un fiume in piena quando non ne possiamo più. È veleno sputato contro gli altri, è veleno iniettato a se stesse come una punizione da subire.
Ma c’è un antidoto: la connessione con la nostra anima.
Se alziamo gli occhi lei c’è sempre, vicina a noi. Ci guarda con amore anche mentre spargiamo veleno gratuito nella vita. E poi ci mostra un nuovo modo di fare, in sintonia con le sue parole…

- Simona Oberhammer -
da : La Via Femminile 
https://www.facebook.com/simonaoberhammer



Esistono donne che meriterebbero solo giornate di sole. 
E invece arrivano anche i giorni di pioggia, di malinconia.
In cui chiudono la loro porta al mondo 
e si lasciano avvolgere dal silenzio. 

Per ascoltarsi, per tornare a volersi bene,
a riassaporare le belle giornate di sole.
Per asciugarsi l'anima.
Perché a queste donne è sufficiente aspettarsi,
per vedersi ritornare…
A vedere l’arcobaleno dopo la pioggia.
A sorridere, a risplendere.

(©Agostino Degas) - Copyright©2014 - L. 633/1941





Le delusioni della vita sono proporzionate alla stima ed alla fiducia che riponevamo nelle persone che ci tradiscono. Le più grandi delusioni arrivano proprio dalle persone a noi più vicine, quelle che credevano più amiche o che amavamo.

Perché le delusioni più dolorose e più difficili da accettare non sono mai anonime. Hanno nome, cognome e indirizzo che conosciamo benissimo. 


“Mi dispiace che il mio atteggiamento venga scambiato per la mia personalità.
La mia personalità è quello che sono.
Il mio atteggiamento dipende da chi sei.”




Io non risolvo i miei problemi.
Correggo i miei pensieri.
E i miei problemi si risolvono da soli.

Buona giornata a tutti :-)

venerdì 19 novembre 2021

Con te voglio parlare - Karl Rahner

«Con te voglio parlare. E di che posso parlare se non di te? 
C'è cosa che non sia dall'eternità presso di te, che non abbia patria nel tuo spirito e nel tuo cuore la sua prima sorgente? E perciò tutto quanto io posso dire è sempre un parlare di te. E tuttavia in questo parlare, sommesso e timido, tu intendi sempre un parlare di me, sebbene di te solo io vorrei far parola. 
Perché, che posso dire di te, se non che sei il mio Dio, Dio della mia origine e del mio tramonto, Dio del mio gaudio e della mia afflizione, Dio della mia vita? [...] 
Dio della mia vita! Ma che ho poi detto chiamandoti Dio mio, Dio della mia vita? Senso della mia vita? Meta del mio cammino? Santità delle mie opere? Giudizio dei miei peccati? Amarezza delle mie ore amare e il più segreto dei miei gaudii? Mia forza, che prostri nell'impotenza quella forza che viene da me? Datore di essere di vita e di grazia? Vicino e lontano? Incomprensibile? Dio dei miei fratelli, Dio dei miei padri? 
C'è nome ch'io non ti debba dare?[...] 
Ma perché sto affatto a parlare di te? 
E tu mi tormenti con la tua infinità e io non la posso misurare! 
Perché tu mi spingi nelle tue vie, che menano solo nell'oscurità della tua notte, che a te solo è luce. Solo il tangibile e il finito è reale per noi e raggiungibile; e puoi tu essere per me una realtà, vicina, se io riconosco l'infinito in te? 
Perché hai lasciato il tuo segno di fuoco nella mia anima col battesimo e m'hai acceso la luce della fede? Oscura luce che m'alletta nella tua notte, fuori dalla sicura chiarità del mio piccolo nido. 
E mi hai fatto tuo prete, che io viva presso a te la mia vita, per gli uomini, presso a te dove mi manca il respiro di queste mie piccole cose![...] 
Tu, Dio della mia vita, infinità della mia finitudine. 
Ma che m'hai messo nell'anima, come m'hai creato, che io, di te e di me, so solo che tu sei l'eterno mistero della mia vita? Terribile mistero dell'uomo, che appartiene a te, mio Dio, che sei l'incomprensibile! 
Incomprensibile nel tuo essere e più ancora nelle tue vie e nei tuoi giudizi. Poiché se quanto fai di me è frutto della tua libertà, insondabile abisso di grazia che non ha nessun perché, se la mia creazione e tutta la mia vita è tua libera elezione e le mie vie sono in fondo le tue vie, imperscrutabili, allora Signore non ti può comprendere nessun perché del mio spirito, allora tu resti l'incomprensibile anche quando io ti veda faccia a faccia. 
Ma se tu non fossi l'incomprensibile, mi saresti soggetto; ti avrei concepito e compreso e tu apparterresti a me, non io a te. 
E sarebbe l'inferno, la sorte dei dannati, che io finito, con il mio definito essere, appartenessi a me stesso; fossi ridotto in eterno a far la ronda nel carcere della mia finitudine»  

Karl Rahner
(da: Tu sei il silenzio)




Talvolta si pensa che Dio abbia creato il mondo e poi abbia dato delle istruzioni da osservare perché noi essere umani non combinassimo troppi pasticci. In realtà, le istruzioni sono giunte per prime e il mondo fu modellato in modo da poterle seguire. Per questo motivo è assolutamente ridicolo sostenere che qualcosa sia in contrasto con la volontà del Creatore. 

Non ci sono oppositori alla Creazione, solo delle sfide piene di significato.

Pensieri del Rebbe di Lubavitch 

 



La vespa e il ragno

Quando Davide, re d’Israele, era un giovane pastore, un giorno vide un ragno che divorava una vespa, e disse:
“ Signore, a cosa serve quest’ insetto che hai creato? Il ragno tesse e tesse, ma con la sua tela non ci si può neanche fare un vestito.” E il Signore gli rispose:
“Davide, non disprezzare le mie creature, perché verrà il giorno in qui avrai bisogno di loro.”
E infatti accadde che Davide, per sfuggire a re Saul dovette nascondersi in una grotta. Ma l’inseguitore l’avrebbe trovato, se non fosse stato per un ragno inviato dal Signore, e in fretta e furia chiuse la bocca della caverna con un’immensa ragnatela.
“Qui non può essere entrato” disse infatti re Saul, quando passò davanti alla grotta “ altrimenti avrebbe rotto la tela di ragno”.
E se ne andò.
Allora Davide prese il ragno sulla mano, lo baciò e gli disse:
“Benedetto te e chi ti ha creato”.



Buona giornata a tutti :-)




mercoledì 17 novembre 2021

Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa -

 "Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all'altezza del quadro di San Giuseppe. 

La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, à la vierge ("alla vergine"), cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo). Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.

 Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi...". "Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole: "Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona...". Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! ... E la Vergine Santissima aggiunse: "Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano", facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero... Non so.... io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS.Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". Allora si fece sentire una voce che mi disse: "Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia... ". All'istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l'altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione".

 - santa Caterina Labouré, il 27 novembre del 1830 -

(Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità)


O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.

Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. 

Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.
Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.

Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.

Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. 

Salve Regina

 

Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo di Parigi e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della fede, degli ultimi tempi». 

E quando, nel 1854, Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già almeno dieci milioni di cristiani che ne portavano sul cuore la medaglia miracolosa.



«Non temono così un numeroso esercito i nostri nemici visibili, come tremano spaventate le aeree potenze al sentir pronunziare il nome di Maria; dappertutto dove l'odono spesso proferito, divotamente invocato; dappertutto dove vedono imitate le virtù di colei che ne è insignita: esse scompaiono e si dileguano come cera ai raggi del sole ».

(S. Bernardo 


"La tua anima, infatti, non discese agli inferi;

la tua carne non vide la corruzione.

Il tuo corpo immacolato e totalmente bello non rimase nella terra,

al contrario,

tu siedi sul trono nel regno celeste come regina,

signora, dominatrice, la Madre di Dio, 
la vera genitrice di Dio Assunta" .

- San Giovanni Damasceno - 

Omelia I sulla Dormizione: PG 96, 719 

 

Immacolata Concezione (1767 - 1769)
Giambattista Tiepolo 
Museo Del Prado, Madrid, Spagna



Buona giornata a tutti :-)