lunedì 31 ottobre 2011

Lettera di un padre a un figlio -

 Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.

Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose … non mi interrompere … ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.

Quando non voglio lavarmi, non biasimarmi e non farmi vergognare … ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.

Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico: ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc.

Quando a un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire ….. la cosa più importante non è quello che dico, ma il mio bisogno di essere con te e averti lì che mi ascolti.

Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo, non trattarmi come fossi un peso; vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

Quando dico che vorrei essere morto … non arrabbiarti; un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.

Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te e che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.

Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza; in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.

Ti amo figlio mio e prego per te anche se mi ignori.





Buona giornata a tutti. :-)







domenica 30 ottobre 2011

Nessuno pertanto dica: Ho ricevuto lo Spirito Santo, come mai non parlo nelle diverse lingue? - Sant'Agostino

Nessuno pertanto dica: "Ho ricevuto lo Spirito Santo, come mai non parlo nelle diverse lingue?"
Se volete avere lo Spirito Santo, cercate di comprendere, fratelli.
Il nostro spirito per il quale ogni uomo vive si chiama anima;
il nostro spirito per il quale ogni singolo uomo vive si chiama anima;
e guardate che cosa fa l'anima nel corpo.
Vivifica tutte le membra, attraverso gli occhi vede,
attraverso le orecchie ode, attraverso le narici percepisce gli odori,
attraverso la lingua parla, attraverso le mani agisce,
attraverso i piedi cammina;
è presente contemporaneamente in tutte le membra per vivificarle;
dà la vita a tutte, distribuisce compiti a ciascuna.
L'occhio non ode, l'orecchio non vede, non vede la lingua né parla l'orecchio o l'occhio, ma tuttavia vive: vive l'orecchio, vive la lingua. I compiti sono diversi ma la vita è comune a tutti.
Così è la Chiesa di Dio: in alcuni santi fa miracoli,
in alcuni santi proclama la verità, in altri santi custodisce la verginità,
in altri santi custodisce la castità coniugale, in altri questo e in altri quello:
i singoli adempiono ciascuno il proprio compito ma tutti parimenti vivono.
E ciò che l'anima è per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa.
Lo Spirito Santo opera in tutta la Chiesa ciò che opera l'anima in tutte le membra di un unico corpo.
Se dunque volete vivere dello Spirito Santo, conservate la carità, amate la verità, desiderate l'unità e raggiungerete l'eternità.
(Sant'Agostino)

Fonte: Dai "Discorsi di Sant'Agostino n.267"


Sant'Agostino e san Giovanni (1497)
Lorenzo Costa e Giacomo Francia
Chiesa di San Giovanni in Monte, Bologna (Italy)

Accanto a S. Agostino, vescovo di Ippona c’è S.Giovanni che regge in mano un calice. Figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore, Giovanni prima di seguire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. I vangeli gli attribuiscono un ruolo speciale all'interno della cerchia dei dodici apostoli. Il luogo e la data di nascita non sono conosciuti.. La tradizione lo indica come il più giovane degli apostoli,  meglio ancora, come l'unico di questi morto in tardissima età.
Giovanni insieme al fratello Giacomo vengono chiamati da Gesù "presso il Mare di Galilea" mentre sono sulla barca col padre Zebedeo, intenti a riparare le reti da pesca. (Matteo 4,21-22) e (Marco 1, 19-20).
Dopo la morte di Gesù,  le antiche tradizioni cristiane concordano nel collocare l'operato di Giovanni in Asia (cioè l'attuale Turchia occidentale), in particolare a Efeso, con una breve parentesi di esilio nell'isola di Patmos.
Giovanni rappresenta un caso particolare tra i dodici apostoli poiché la tradizione lo indica come l'unico morto per cause naturali e non per martirio. Oltre agli Atti di Giovanni, alcune indicazioni patristiche sono concordi nel datare la morte a Efeso sotto l'impero di Traiano (98-117), e Girolamo specifica la data con precisione al 68° anno dopo la passione del Signore, cioè nel 98-99.

sabato 29 ottobre 2011

Il sole sorge su casa Capuleti - William Shakespeare

Il  sole è appena sorto, tutti a casa Capuleti sono già svegli e in piena attività.  E’ il giorno del matrimonio tra il conte Paride e Giulietta.
 
Scena V - La camera di Giulietta

Giulietta è distesa sul letto
Entra la nutrice

Nutrice: Padroncina!... Padrona!... Su, Giulietta!...
Perbacco, se la dorme della grossa!
Sveglia, agnellino mio, madamigella!
Ah, dormigliona!... Sveglia, dico, amore!
Signora, cuore mio, signora sposa!
Come sarebbe... perché non rispondi?
Ho capito, vuoi farti la provvista.
Vuoi dormire per una settimana;
perché stanotte, te lo garantisco,
il conte già riposa sull'idea
di farti riposare molto poco.
Dio mi perdoni, Vergine Santissima,
certi pensieri... Ma che sonno duro!
Però debbo svegliarla, ad ogni costo.
Madamigella, su, madamigella!
Sì, sì, fatti trovare ancora a letto
dal conte Paride, vedrai che sveglia
ti darà lui allora, e che spavento!
Oh, no!... Ma come mai! Tutta vestita?
Ti sei vestita, e poi di nuovo a letto?...
Eh, ma bisogna proprio che ti svegli.
Signora, su... signora, su, signora!...
Oh, Dio! Oh, Dio! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
La mia padrona è morta!... Oh, che disgrazia!
Oh, non fossi mai nata!... Ohilà, voialtri!
Dell'assenzio!... Signore mio! Signora!...

Alle urla della nutrice accorrono tutti i presenti nella casa, Monna Capuleti, papa Capuleto, Frate Lorenzo, Paride e i musici. Il dolore espresso da ognuno dei presenti ben delinea il  carattere dei personaggi.

Paride: Tradito, divorziato, contrastato,
coperto di disprezzo, assassinato!
Morte esecrabile, tu m'hai tradito,
rovinato per sempre, crudelissima!
O amore! O vita!... No, non c'è più vita,
e sol riposto è nella morte amore!

Capuleto:  Oppresso, disprezzato, torturato,
odiato, ucciso! O sorte sciagurata,
hai voluto distruggere così
la nostra festa!... Figlia, figlia mia!
Anima, più che figlia, anima mia!
Morta!... La mia bambina non c'è più,
e con lei è sepolta ogni mia gioia!

Frate Lorenzo: Pace, pace, signori!
Non si curano i mali coi lamenti.
Il cielo e voi aveste parte insieme
a far questa fanciulla,
ed ora il cielo l'ha tutta per sé;
ed è meglio per lei che sia così:
voi non potreste togliere alla morte
la parte vostra, il ciel serba la sua,
e la mantiene nella vita eterna.
Non era vostra somma aspirazione
il vederla salir sempre più in alto,
e trovar nella sua elevazione
il vostro paradiso sulla terra?
Ed ora che è salita tanto in alto,
oltre le nubi, al vero paradiso,
voi piangete? Se è questo l'amor vostro
per vostra figlia, è un amore distorto
perché impazzisce a saperla felice.
Ben maritata non è quella donna
che vive a lungo in stato maritale;
meglio sposata è quella
che morte coglie ancor giovane sposa.

Asciugate perciò le vostre lacrime
e cospargete questa bella salma
di rosmarino, e portatela in chiesa,
vestita delle sue più belle vesti,
com'è l'uso; ché se pur la natura,
sensibile com'è, ci spinga al pianto,
le lacrime che muove la natura
son motivo di riso alla ragione.
…………

I musici lamentano fra di loro che per oggi non mangeranno  e si accordano di suonare al funerale e quando i piangenti  andranno via con la salma,  potranno finalmente andare in cucina e mangiare tutto quello che era stato preparato per le nozze.

(Escono Capuleto, Monna Capuleti, Paride e Frate Lorenzo - La Nutrice e i Musici cospargono di fiori il letto di Giulietta e ne tirano le cortine del baldacchino)

(Shakespeare William)
Sarà Amore per sempre

i funerali di Giulietta

venerdì 28 ottobre 2011

Preghiera su ogni sofferenza – Beato Giovanni Paolo II -

Benedetta sei tu, o Maria,
modello della nostra fede
ed immagine viva del nostro itinerario verso Cristo.

Benedetta sei tu, Vergine Maria,
modello di carità e di amore materno,
per tutti coloro che cercano consolazione.

Benedetta sei tu,
che hai generato per noi la sorgente della vita.

Benedetta perché hai associato ciascuno di noi alla sofferenza redentrice di Cristo Crocifisso,
e ci hai chiamati a servire chi soffre.

Benedetta sei tu,
perché ci precedi sulla via del Vangelo
e ci inviti a fare ciò che Egli ci dirà di compiere lungo le vie del mondo.

Benedetta sei tu,
perché ci insegni ad amare i poveri,
gli umili, i peccatori, come Dio li ama.

Benedetta sei tu, Madre del Signore,
e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù Cristo nostro Signore.

Beata Colei che ha creduto!
Beato chi vive la Parola del Signore!

Si apra il nostro cuore al mistero dell'amore di Dio,
si converta la nostra vita alla ricchezza del suo perdono.

Avremo così la gioia, la luce, la vita,
poiché la misericordia divina si stende su quelli che lo temono.

Maria, Immacolata Madre di Dio e degli uomini,
ascolta la preghiera dei malati,
esaudisci le nostre invocazioni,
dona al mondo la pace;
donaci Gesù, nostra vera pace.
Amen.

(Beato Giovanni Paolo II)

15 novembre 2011-  Durante un pacifico corteo a Roma, un gruppo di ragazzi nascosti da cappucci è entrato nella Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, all’incrocio con via Merulana e dopo aver  preso la Statua della Madonnina l’hanno buttata per strada prendendo a calci i cocci. Per dire tutta la verità un paio di ragazzi incappucciati hanno cercato di opporsi e sono rimasti a loro volta leggermente feriti.

giovedì 27 ottobre 2011

La domanda essenziale - Padre Anthony de Mello -

C’era un uomo che non dava tregua al buon Dio con richieste di ogni genere.
Un giorno Dio gli apparve e gli disse: "Non ne posso più! Ho deciso di concederti tre desideri, e non uno di più".
L'uomo, incredulo, chiese: "Mi concederesti davvero qualsiasi cosa io chieda?.
"Sì", rispose il Signore, "ma solo tre richieste e basta!".
"Be'", disse l'uomo, "mi vergogno un po' a dirtelo, ma non sopporto più mia moglie. È una rompiscatole senza eguali. Vorrei davvero liberarmene".
E Dio disse: "Che il tuo desiderio sia esaudito". E sua moglie morì. L'uomo era felicissimo. Si sentiva un po' in colpa, ma il sollievo per l'assenza della moglie era enorme, e lui pensò: "Sposerò un'altra donna, e più giovane!". Quando i parenti si riunirono per il funerale iniziarono ad elogiare la defunta e a decantarne le virtù, e l'uomo capì all'improvviso che cosa aveva fatto. Pianse e si disperò, dicendosi: "Avevo una donna fedele, che mi amava, e non me ne sono accorto, non l'ho saputa apprezzare!". Si appartò con Dio e gli chiese: "Ti prego, riportala in vita!". Dio rispose: "Va bene. Secondo desiderio accordato".

Ora non gli rimaneva che un desiderio, e non sapeva cosa chiedere.

Consultò amici e parenti. Alcuni proposero: "Chiedi i soldi. Con i soldi si può ottenere ciò che si vuole". Altri dissero: "A che servono i soldi se non hai la salute? Chiedi la salute. Un altro amico gli disse: "A che serve la salute se prima o poi devi morire? Chiedi l'immortalità!". E un altro ancora: "A che serve l'immortalità se non hai nessuno che ti ami? Chiedi l'amore!" Così l'uomo rifletto, ragionò, si arrovellò e passò un anno. Poi ne passarono cinque, poi dieci, e alla fine Dio si presentò e gli chiese: "Quando ti deciderai a chiedermi il tuo terzo desiderio?". L'uomo rispose, contrito: "Signore, sono tutto confuso, non so cosa chiedere. Potresti suggerirmi cosa chiedere?".

Il Signore rise e disse: "E va bene, ti dirò io cosa chiedere: chiedi di essere felice qualsiasi cosa possa capitarti. Qui sta il segreto!".


(Padre Anthony de Mello)

mercoledì 26 ottobre 2011

Fontana vivace di speranza – don Luigi Giussani -

Maria, fra tutte le genti dell’universo
sei una sorgente permanente della speranza.
“Tu sei di speranza fontana vivace”:
la speranza è l’unica stazione
in cui il grande treno dell’Eterno
si ferma un istante.

Senza speranza, infatti,
non esiste possibilità di vita.

La vita dell’uomo è la speranza.

Maria, dentro i padiglioni dell’universo,
sei la sorgente di acqua che si sente,
che va giorno e notte.

Maria, che la gioia,
sebbene duri qualche istante,
sia l’emergenza
della verità di tutta la vita.

Aiutaci tu, che sei stata fatta
Madre del tuo Figlio!

Noi, figli tuoi,
vogliamo seguire te e rinascere
al sapore del tuo profumo e del tuo volto.


(don Luigi Giussani)
Fonte: “Maria e la Chiesa. Meditazioni e preghiere per un mese mariano” a cura di L. Guglielmoni, F. Negri, Ed. Paoline 2005
  L’Annunciazione , 1333
  Simone Martini
  Uffici, Firenze, Italy

Dalla bocca dell'angelo fuoriesce la scritta in caratteri dorati con la salutazione angelica.
L'Ave Maria (si chiama così sia in latino che in italiano), detta anche, in latino, salutatio angelica, è sia una antifona sia una delle più diffuse preghiere mariane.
 l testo originale latino è il seguente:


Ave Maria, gratia plena,
  Dominus tecum,
  benedicta tu in mulieribus,
  et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
  Sancta Maria, mater Dei,
  ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
  Amen.


Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 25 ottobre 2011

L’amore è sempre nuovo…- Paulo Coelho -

L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o al paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo.
È necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli. È necessario ricercare l'amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza.
Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro. E ci salva.

(Paulo Coelho)

Fonte: "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto" di Paulo Coelho, Ed. Bompiani 1994, traduzione  di Rita Desti
  Quando si vedono sempre le stesse persone alla fine queste cominciano a far parte della nostra vita. E quando divengono parte della nostra vita, cominciano anche a volerla modificare. Se non ci comportiamo come loro si aspettano, si irritano. Sembra che tutti sappiano come dobbiamo vivere la nostra vita. E non sanno mai come vivere la loro. (L’Alchimista di Paulo Coelho)


Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro nel 1947. È considerato uno degli autori più importanti della letteratura mondiale. Le sue opere, pubblicate in più di centosettanta paesi, sono tradotte in settantadue lingue. Tra i premi ricevuti dall’autore, il “Crystal Award 1999”, conferitogli dal World Economic Forum, il prestigioso titolo di Chevalier de l’Ordre National de la Légion d’Honneur, attribuitogli dal governo francese, e la Medalla de Oro de Galicia. Dall’ottobre del 2002 è membro della Academia Brasileira de Letras. Dal settembre 2007 è stato nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite. Bompiani ha pubblicato L’Alchimista (1995), Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1996), Manuale del guerriero della luce (1997), Monte Cinque (1998), Veronika decide di morire (1999), Il Diavolo e la Signorina Prym (2000), Il Cammino di Santiago (2001), Undici minuti (2003), lo Zahir (2005), Sono come il fiume che scorre (2006), La strega di Portobello (2007), Henry Drummond Il dono supremo (2007), Brida (2008), Il vincitore è solo (2009) e Le Valchirie (2010).

Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 24 ottobre 2011

La mia vocazione è l'amore - O Gesù, mio amore - Santa Teresa di Lisieux

Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarvi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: "Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte" [1 Cor 12,31].
L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte.
La carità mi offrì il cardine della mia vocazione.
Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione.
La mia vocazione è l'amore.
Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.


S. Teresa di Lisieux, Storia di un'anima





O Gesù, mio amore,
ho trovato finalmente la mia vocazione. 
La mia vocazione è l’amore!
Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, 
e questo mio posto, o Dio, 
mi è stato assegnato da Te; 
nel cuore della Chiesa io sarò l’amore! 
Così sarò tutto.
O faro luminoso dell’amore, 
io so come giungere fino a te;
ho trovato il modo 
di far mie le tue fiamme. 
Mio Dio, 
io so che l’amore 
non si compensa che con l’amore
e per questo appunto 
ho cercato il mezzo di confortare il mio cuore, 
rendendoti amore per amore.

 
(Santa Teresa di Lisieux)


Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux)
Alençon (Francia), 2 gennaio 1873 - Lisieux, 30 settembre 1897

Nel Santuario di Carmelo di Lisieux, il pellegrino può venerare i resti della santa: la quasi totalità delle reliquie è contenuta in una scatola messa al di sotto della cassa. Sopra la cassa è collocata la statua della Vergine


Buona giornata a tutti. :-)