venerdì 31 luglio 2020

Examen - Sant'Ignazio di Loyola

Sant’Ignazio di Loyola ha creato l’Examen. 
Una preghiera molto breve (un quarto d’ora) che può essere recitata in qualsiasi momento. Nell’Examen ripercorriamo il nostro passato recente per trovare Dio e le sue benedizioni nella vita quotidiana. Guardiamo anche indietro per trovare momenti nella giornata in cui le cose non sono andate molto bene – quando siamo stati feriti da qualcosa che ci è capitato, o quando abbiamo peccato o commesso un errore. Lodiamo e ringraziamo per i momenti positivi. Chiediamo perdono e guarigione per i momenti difficili e dolorosi. Avendo riflettuto sul tempo trascorso, ci volgiamo alla parte della giornata ancora da vivere chiedendo a Dio di mostrarci le sfide e le opportunità potenziali del domani. Cerchiamo di anticipare quali momenti potrebbero andare in un modo o nell’altro – verso il progetto di Dio o allontanandosene. Chiediamo di intuire di quali grazie potremmo aver bisogno per vivere bene la prossima giornata: pazienza, saggezza, fortezza, conoscenza di sé, pace, ottimismo. Chiediamo a Dio quella grazia, e confidiamo che Egli voglia che abbiamo successo nella nostra giornata ancor più di noi.

Una cosa da tenere a mente prima di iniziare è che a volte la verità nascosta interiore davvero importante è difficile da portare al livello della consapevolezza e resisterà a ogni tentativo di farlo. 
A volte ci è difficile ammettere una verità nascosta che sta avendo un’influenza particolare su di noi. In questi casi, la nostra psiche cercherà una tattica diversiva per portarci fuori rotta; potrebbe rivelare una verità interiore meno minacciosa per tenerci occupati per la durata dell’Examen. Raccomando quindi di non essere soddisfatti del primo paio di verità interiori che emergono. Continuate ad approfondire per qualche minuto prima di soffermarvi su quella che ritenete sia la più importante, che potrebbe essere la terza o la quarta che viene in mente.

1. Inizio nel mio solito modo*
2. Passo qualche momento in ringraziamento, rendendo grazie a Dio per una o due delle benedizioni, piccole e grandi, che ho ricevuto nella giornata: la buona disposizione con la quale mi sono svegliato, una parola gentile da parte di un amico, la mia buona salute immeritata, un agevole viaggio per andare a lavorare…
3. Chiedo a Dio di rivelarmi qualche verità nascosta su uno dei rapporti importanti della mia vita. Ad esempio: “Non l’avevo capito, ma…”
• Sono arrabbiato con ____.
• Sono attirato da ____.
• Mi sto trovando meglio con ____.
• Non sono tanto arrabbiato con ____. Sembra che l’abbia perdonato!
• Temo gli accessi di ____.
• Sto cercando di far colpo su ____.
4. Se mi sovviene una rivelazione grande e forte, una che mi fa dire “Wow, non l’avevo notato prima” o “Beh, penso che sia il momento di ammettere la verità di questo”, allora mi soffermo su quella verità nascosta per il resto dell’Examen. Se non esce fuori niente di importante quando analizzo le mie relazioni, allora passo ai miei pensieri, sentimenti e atteggiamenti inconsci sugli eventi recenti della mia vita, su qualcosa a cui mi sto attaccando e sul rapporto con me stesso. Ad esempio, “Non l’avevo capito, ma…”
• Sono triste perché ____ se ne va.
• Non sono ansioso per quel compito difficile in ufficio.
• Sono preoccupato per le nostre finanze.
• Passo sempre più tempo a curiosare senza scopo su Internet.
• Mi sto attaccando troppo al fatto di possedere ____, quando forse Dio o le circostanze della mia vita mi chiedono di lasciarlo andare.
• Sto invecchiando e non lo ammetto con me stesso.
• Non sono negativo come ___ pensa che io sia.
• Nonostante il mio pessimismo, le cose stanno andando bene.
5. Quando mi sono concentrato sulla verità interiore più importante, lascio andare tutte le altre e ho semplicemente una conversazione con Dio su questa realtà importante nella mia vita. La riassumo in una semplice dichiarazione come uno degli esempi che ho elencato in precedenza, e ripeto questa dichiarazione a Dio, lasciando che la realtà e l’esistenza di questo fatto si immergano in me e non si nascondano di nuovo.
6. Noto quali emozioni sto provando e lo dico a Dio. Qual è l’emozione più forte che provo nominando questa verità a Dio? Ora la aggiungo alla mia dichiarazione. Ad esempio: “Signore, provo ____ ammettendo che ____”. Mi permetto di immergermi in quell’emozione per un po’ e continuo a presentare a Dio sia la verità che l’emozione che l’accompagna.
7. Divento molto calmo e cerco di capire se Dio sta cercando di dire o fare qualcosa su questa realtà. Cosa prova Dio nei confronti di questa realtà? Cosa prova nei confronti di ciò che io provo? Se mi sento chiamato a fare questo, ascolto il messaggio di Dio per me o aspetto che mi tocchi il cuore. Chiedo a Dio: “Cosa vorresti che facessi al riguardo? Come dovrebbe influire questa verità su di me?” Ascolto quella che potrebbe essere una risposta di Dio.
8. Se mi sento chiamato a fare questo, mi impegno con Dio al riguardo. Chiedo a Dio aiuto per essere fedele al mio impegno.
9. Termino nel mio modo solito*

* Raccomando di sviluppare lentamente rituali unici e personali per iniziare e terminare il vostro Examen. Alcuni lo iniziano con una recita o una preghiera in formule come il Padre Nostro, cantando una semplice canzone o con la ripetizione di un versetto della Scrittura. I cattolici in genere lo iniziano con il segno della croce. Molti ritengono utile iniziare facendo qualche respiro lento e profondo. Tutti questi esempi potrebbero essere anche modi per terminare l’Examen. L’idea è disporre di un modo semplice, breve e fruttuoso per entrare in questa esperienza e di un modo ugualmente utile per chiuderlo e tornare ai propri compiti quotidiani.

Questo Examen è tratto da Reimagining the Ignatian Examen: Fresh Ways to Pray from Your Day di Mark E. Thibodeaux, SJ.


Mark E. Thibodeaux, SJ, è direttore dei novizi per i gesuiti in formazione ed è un noto esperto di preghiera e discernimento. È un oratore e autore conosciuto e vive a Grand Coteau (Louisiana, Stati Uniti).




Voglio veder ridere. Un cristiano non ha alcun motivo per essere triste e ne ha tanti per essere contento. 

Sant' Ignazio di Loyola -


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 30 luglio 2020

La piccola fattoria e la vacca - Paulo Coelho


Un filosofo passeggiava in un bosco con un discepolo, conversando sull’ importanza degli incontri inaspettati. Secondo il maestro, tutto ciò che si trova davanti a noi ci dà un’occasione per apprendere o insegnare. 
In quel momento incrociarono il cancello di una piccola fattoria che, malgrado si trovasse in un’ottima posizione, aveva un aspetto miserabile. 
“Guardate questo posto,” disse il discepolo. “Avete ragione: ho appena imparato che tanta gente si trova in Paradiso, ma non se ne rende conto e continua a vivere in condizioni miserabili.” 
“Io ho detto apprendere e insegnare,” ribatté il maestro. “Constatare ciò che accade non basta: è necessario verificarne le cause, poiché comprendiamo il mondo solo quando ne comprendiamo le cause.” 
Bussarono alla porta e furono ricevuti da chi vi abitava: una coppia con tre figli, tutti vestiti con abiti stracciati e sporchi. 
“Lei sta qui in mezzo a questo bosco, e non c’è nessun negozio nei dintorni,” disse il maestro al capofamiglia. “Come riuscite a sopravvivere?”
E l’uomo, tranquillamente, rispose: 
“Amico mio, abbiamo una vacca che ci dà vari litri di latte tutti i giorni. Una parte di questo prodotto lo vendiamo o lo barattiamo nel paese vicino con altri generi alimentari. Con l’altra parte, produciamo formaggio, caglio, burro per il nostro fabbisogno. E così tiriamo avanti.”



Il filosofo ringraziò per le informazioni ricevute, contemplò il posto per alcuni istanti e poi se ne andò via. A metà del cammino, disse al discepolo: “Prendi la vacca, conducila fino al precipizio laggiù e scagliala di sotto.”
“Ma è l’unico mezzo di sostentamento di quella famiglia!”
Il filosofo rimase in silenzio. Non avendo alternative, il ragazzo fece ciò che gli era stato chiesto, e la vacca morì nella caduta.

L’episodio rimase impresso nella memoria del discepolo. Dopo molti anni, quando ormai era un imprenditore di successo, decise di tornare in quello stesso luogo, raccontare tutto alla famiglia, chiedere perdono e aiutarla finanziariamente. 
Quale non fu la sua sorpresa nel vedere il luogo trasformato in una bella fattoria, piena di alberi fioriti, con una macchina nel garage e alcuni bambini che giocavano nel giardino. Si sentì disperato, immaginando che l’umile famiglia avesse dovuto vendere la fattoria per sopravvivere. Affrettò il passo e fu accolto da un fattore molto gentile.
“Dov’è finita la famiglia che viveva qui dieci anni fa?” domandò. 
“Sono sempre i padroni della fattoria,” fu la risposta che ricevette. 
Stupito, egli entrò in casa di corsa, e l’uomo lo riconobbe. Gli domandò come stava il filosofo, ma il giovane era troppo ansioso di sapere come fosse riuscito a migliorare in quel modo la fattoria e a sistemarsi tanto bene:
“Be’, avevamo una vacca, ma cadde nel precipizio e morì,” disse l’uomo. “Allora, per mantenere la famiglia, dovetti piantare erbe e legumi. Le piante tardavano a crescere e, così, cominciai a tagliare il legname per venderlo. Dovetti, pertanto, ripiantare gli alberi ed ebbi bisogno di comprarne degli altri. Comprandone degli altri, mi ricordai dei vestiti dei miei figli e pensai che, forse, avrei potuto coltivare il cotone. Passai un anno difficile, ma quando arrivò il raccolto avevo ormai cominciato a esportare legumi, cotone ed erbe aromatiche. Non mi ero mai reso conto del mio potenziale: meno male che quella piccola vacca morì!”


- Paulo Coelho -



Quando vi rivolgete a Maria nella vostra preghiera, chiedetele che vi dia anche tanta capacità di sogno, non chiedete solo cose terra terra. 
Chiediamo alla Vergine che ci dia le calde utopie che riscaldano il mondo.

- don Tonino Bello -
da: Fatti per essere felici


Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 29 luglio 2020

Educare un figlio

Educare un figlio non è facile,
perché il cuore si mette in mezzo
tra il sentimento che vorrebbe proteggerlo
e la necessità di educarlo.
Non desideri che lui soffra,
ma devi dargli aiuto nel modificare sé stesso.
Non ti hanno insegnato a fare il genitore
quindi vai a tentoni...
i tuoi ricordi del passato bambino
ti aiutano... 
ma non bastano a farti capire la diversità tra te e lui.
Cosa quindi conviene insegnargli?
Non tanto un mestiere,
perché lavorerà come meglio potrà,
per quanto la società di domani potrà offrirgli...
ma il tuo dovere è donargli l'onestà e l'umiltà
aborrendo il denaro come atto primario 
della sua giovane vita.
Deve realizzare la sua crescita
e per farlo ha bisogno di calma e tranquillità,
quindi non stare lì a piangere miseria
...ma incoraggialo a far bene
quel che può fare.
I principi sono quelli donatici da Gesù
e non altri...
la misericordia, la bontà, l'amore e l'umiltà
...il primariato della famiglia che nega l'egoismo.
Quindi non confonderti cosa devi fare con lui,
perché il tuo compito di genitore
e di portarlo a Dio
e niente altro...
ti sembra poco o facile?
Provaci.






" ...Allora l'educatore è combattente sempre, è la madre trafitta dal male di suo figlio che però non demorde mai, non riesce a dire " Basta non mi interessa" qualsiasi cosa accada, fino all'ultimo respiro, di là dall'ultimo respiro suo figlio è suo figlio e ci crede e spera e lotta perchè qualcosa possa accadere, qualcosa lo possa riprendere. 
L'insegnante è uguale, l'alunno che ti fa disperare, proprio il più duro di tutti, è quello di cui dici: "Non ti mollo fino all'ultimo minuto dell'ultima ora di scuola del 12 giugno, tu sei mio e io sono qui per te e non cedo. 
Poi sarà quel che vorrai tu, quel che la tua libertà ti consentirà di essere, ma io sono qui fino all'ultimo secondo dell'ultimo minuto dell'ultima ora di lezione. 
L'adulto,  l'educatore, non può mai dire " Ormai è tardi!"

Franco Nembrini -
(da : "Di padre in figlio,Conversazioni sul rischio di educare")




Durante la chiusura delle scuole, il 30% degli studenti non ha avuto in casa dispositivi a sufficienza (computer, tablet, ecc.) per studiare e far lavorare i genitori contemporaneamente. Un ragazzo su tre è ancora costretto a convivere con disagi ‘organizzativi’ e malfunzionamenti di carattere tecnico

Notevoli le statistiche sui problemi riferiti alla connessione: il 23% delle famiglie non aveva Rete in casa, o un collegamento fisso così poco veloce da non consentire uno svolgimento fluido delle lezioni. In Italia abbiamo ancora tante località senza copertura della rete.
Altro grande problema sono stati di pochi gigabyte a disposizione. 
Le scuole in Italia DEVONO riaprire!! Sarebbero dovute riaprire  già a maggio, ma è stato più facile, più semplice ... lasciarle chiuse. 

La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù
- Henry Brougham -



Buona giornata a tutti :-)
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martedì 28 luglio 2020

Sete di te m'incalza – Pablo Neruda

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.

- Pablo Neruda -


Henry John Stock (1853-1930), The Spirit of the Night

Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

- Pablo Neruda -



T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti.

- Pablo Neruda -





Buona giornata a tutti :-)



lunedì 27 luglio 2020

Le prove - Omraam Mikhael Aivanhov

“Per quale ragione il mondo invisibile non ci avverte in anticipo delle prove che dovremo attraversare?…
La risposta a questa domanda è che quando dobbiamo affrontare una situazione imprevista, siamo costretti a rientrare più profondamente in noi stessi e a fare sforzi maggiori.
Nelle Iniziazioni dell’antichità, chi per esempio doveva passare attraversare il fuoco, attraversava in realtà un braciere artificiale, però non lo sapeva: lo credeva reale.
Se aveva paura e indietreggiava, significava che non era degno dell’ Iniziazione e veniva respinto. Ma chi era ardito, audace e colmo di fede, passava attraverso il fuoco e scopriva in seguito che si trattava soltanto di un’illusione. 
In un certo senso, si può dire che molte prove della vita sono più immaginarie che reali. 
Nel momento in cui dobbiamo attraversarle, pensiamo: «È spaventoso… Soffrirò atrocemente!» Ma se abbiamo saputo viverle correttamente, siamo costretti a riconoscere che non erano così terribili. ”

- Omraam Mikhaël Aïvanhov -



In ogni istante, potreste essere presi dallo scoraggiamento.
Allora, ditevi immediatamente: «La cosa non durerà».
Rifugiatevi da qualche parte in voi stessi, come se andaste in letargo, e restate là finché non ritroverete il soffio della vita.
Lo scoraggiamento è come l’inverno, ma dopo l’inverno ritorna la primavera; a seconda delle annate, essa viene più o meno presto: talvolta viene molto tardi, ma finisce sempre per arrivare.
Ecco perché non bisogna mai perdere completamente la speranza.
Prima o poi, lo slancio e l’energia ritorneranno.
Quanti hanno abbandonato la presa appena qualche istante prima che le forze della primavera risorgessero in loro! Ed è un peccato…
Stavano finalmente per essere salvati, ma non hanno avvertito nulla di quel rinnovamento e si sono arresi.
Dunque, quali che siano i vostri tormenti, non lasciate mai che il vostro cielo interiore si oscuri completamente.
Ditevi: «Può darsi che non tutto sia perduto, aspettiamo ancora un po’».
E a poco a poco l’oscurità incomincerà a dissiparsi e il freddo se ne andrà. 


- Omraam Mikhael Aivanhov -









Abbracciami Signore

Abbracciami Signore,
trafiggimi, consumami col fuoco della carità,
perché io sia in te e tu in me!
Cieli, terra, angeli, santi,
aiutatemi a lodare il Signore.
Spiriti infuocati, serafini,
voi che conoscete l’amore e la sua potenza,
venite in mio aiuto, perché languo d’amore.
Mia unica speranza!
Mia gloria, mio rifugio e mia gioia,
mio amato, dolcezza del mio cuore,
aurora felice dell’eternità,
luce splendente del mio paradiso interiore,
unico principe degno d’essere amato!
Quando mi chiamerai a te?
Quando mi trarrai a te
per essere con te un solo spirito?
O amato, amato del mio essere,
dolcezza della mia vita, esaudiscimi;
non guardare alla mia indegnità,
e la tua misericordia sia in me.

(San Pietro di Alcantara)


Buona giornata a tutti :-)

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domenica 26 luglio 2020

Il rimorso - Jorge Luis Borges -

Ho commesso il peggiore dei peccati
che un uomo possa commettere. 
Non sono stato felice. 
Che i ghiacciai dell'oblio
possano travolgermi e disperdermi, senza pietà.

I miei mi generarono per il gioco
rischioso e stupendo della vita,
per la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco.
Li frodai. Non fui felice. 

Realizzata non fu la giovane loro volontà. 
La mia mente si applicò alle 
simmetriche ostinatezze
dell’arte che intreccia inezie.

Ereditai valore. Non fui valoroso.
Non mi abbandona, mi sta sempre a lato
l’ombra d’essere stato un disgraziato.
- Jorge Luis Borges -


Il bello dell'alzarsi al mattino
è che noi non siamo lasciati da soli
con il nostro niente,
con il nostro sentimento,
con il nostro stato d'animo,
con la nostra percezione.
Oggi siamo qui e il Signore
ci è venuto incontro in tanti modi
da quando abbiamo aperto gli occhi questa mattina:
dalla bellezza del reale che ci circonda
al volto degli amici...
Il Signore ricomincia la lotta contro il dualismo,
contro il nichilismo,
ogni mattina,
venendo incontro a noi:
non ci lascia soli.

Juliàn Carròn
da "Qualcosa dentro qualcosa"
- La Thuile - 27-31 ago 2005



Imparare ad accettarsi-. "...La professione mi possiede, la società mi possiede, il divertimento mi possiede, ma io non possiedo me stesso. E così mi imbarbarisco a poco a poco anche intimamente.
Le cose mi travolgono, sono soltanto una funzione nel loro grande trambusto.
Ma ecco che adesso Dio mi ha tratto fuori. 
Devo stare in silenzio. Devo aspettare.
Sono costretto a riflettere su me stesso, a sopportare la solitudine, a sopportare il dolore e ad accettarmi. Tutto questo è difficile.
Ma non potrebbe essere che Dio mi aspetta proprio in questo silenzio? 
Non potrebbe essere che adesso egli compie quanto sta scritto nella parabole della vite, e cioé che pota i rami che portano frutto, affinché ne porti ancora di più (Gv 15,2)?
Se imparo ad accettarmi in questi giorni di silenzio, se accetto di buon grado la sofferenza, perché il Signore con essa mi purifica, non sono diventato più ricco che se avessi guadagnato molto denaro? 
In me non è allora accaduto qualcosa che è più consistente e fruttifero delle cose che posso contare e calcolare?

(Card. Joseph Ratzinger)


Abbracciami Signore

Abbracciami Signore,
trafiggimi, consumami col fuoco della carità,
perché io sia in te e tu in me!
Cieli, terra, angeli, santi,
aiutatemi a lodare il Signore.
Spiriti infuocati, serafini,
voi che conoscete l’amore e la sua potenza,
venite in mio aiuto, perché languo d’amore.
Mia unica speranza!
Mia gloria, mio rifugio e mia gioia,
mio amato, dolcezza del mio cuore,
aurora felice dell’eternità,
luce splendente del mio paradiso interiore,
unico principe degno d’essere amato!
Quando mi chiamerai a te?
Quando mi trarrai a te
per essere con te un solo spirito?
O amato, amato del mio essere,
dolcezza della mia vita, esaudiscimi;
non guardare alla mia indegnità,
e la tua misericordia sia in me.



(San Pietro di Alcantara)

Buona giornata a tutti. :-)




sabato 25 luglio 2020

Il problema di Eva

Un giorno, nel giardino dell’Eden, Eva disse a Dio…

”Signore, ho un problema”

”Che problema, Eva?”
”Signore, so che mi hai creata e che hai provveduto per questo  giardino bellissimo, e per tutti questi meravigliosi animali, e quell’allegro e buffo serpente… ma io non mi sento davvero felice."
”Come mai, Eva?” fu l’immediata replica dall’alto.
”Signore, mi sento sola. E sono proprio stufa delle mele…”
”Bene. Eva, in questo caso ho una soluzione. Creerò un uomo per te.”
”Che cos’e un ’uomo’, Signore?”
”Questo ’uomo’ sarà una creatura difettosa, con molti aspetti negativi.
Mentirà, ti prenderà in giro e sarà vanaglorioso, in pratica ti darà un sacco di problemi. Sarà più grande di te e più veloce, e amerà cacciare e uccidere. 


Avrà uno sguardo scioccamente curioso, ma visto che ti stai lamentando, lo creerò in modo che possa soddisfare le tue necessità.

Sarà scarso di intelletto e si impegnerà in occupazioni infantili come la lotta, o prendere a calci una palla.
Non sarà molto sveglio ed avrà spesso bisogno dei tuoi consigli per pensare correttamente.” 
”Sembra una cosa divertente!” commentò Eva ammiccando ironicamente. ”Dove sta la fregatura?”
”Beh… lo puoi avere ad una condizione…”
”Quale?”
”Come ti ho detto, sarà orgoglioso, arrogante e autocompiacente…perciò dovrai fargli credere che e’ stato creato lui per primo…però ricorda… è il nostro segreto… da donna a donna!”




L'amore non è un vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare e cucire.
Non è un appartamento "chiavi in mano", ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare...

- Michel Quoist - 


Ogni uomo senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.

- Marguerite Yourcenar -


“L’amore è una qualità del proprio essere, se la si possiede, ne beneficia indistintamente chiunque ne venga a contatto, un amante, un amico, un figlio, uno sconosciuto. 
Si dovrebbe stare insieme soltanto perché si sta bene “con”, e invece molto spesso si sta insieme perché si sta male “senza”. 
Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare. 
Solo se ami la solitudine ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.”

- Osho - 



Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 24 luglio 2020

Il povero, cammino d'unità - Jean Vanier

Diventare "un" corpo nella Città Santa, dove nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.

Il povero, cammino d'unità

...E se oggi non possiamo bere tutti insieme allo stesso calice il sangue di Cristo, 
beviamo insieme allo stesso calice la sofferenza, 
la sofferenza della divisione, 
della divisione fra noi come della divisione 
fra noi e i poveri e i sofferenti. 
Che possiamo rinnovare, con una umiltà più grande, 
la nostra totale fede in Gesù, vita del mondo! 
Gesù, la notte in cui fu tradito, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò, 
lo diede ai suoi discepoli e disse: 
"Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo".
Spezzò il pane, segno del suo corpo spezzato. 
Anche noi siamo il suo corpo spezzato. 
La Chiesa è spezzata: l'umanità è spezzata. 
Piangiamo e chiediamo perdono a Dio, 
chiediamo perdono gli uni agli altri, 
e a tutti gli uomini e le donne della terra, 
soprattutto ai più poveri e ai più deboli, 
per avere così spesso sfigurato il messaggio di Gesù. 
Lasciamo allora che si impossessi oggi del cuore di ciascuno di noi, 
lo benedica e lo spezzi, spezzando così la nostra durezza e il nostro orgoglio, 
e lo doni, rinato nell'amore e nell'umiltà, 
trasformato in sé dallo Spirito Santo, 
a tutti gli uomini e a tutte le donne e, in particolare, 
a chi è povero, isolato o perduto.
Ma noi, corpo spezzato, cerchiamo di diventare "un" corpo nella Città Santa, 
dove nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.
È la nostra speranza per la vita e per la redenzione di tutti gli uomini e di tutte le donne. E questo si realizzerà quando diventeremo davvero figli suoi, 
che con una profonda fede in lui pregano davvero: 
"Padre nostro".

- Jean Vanier -


buona giornata a tutti. :-)