sabato 30 settembre 2017

Hai dimenticato una cosa! Vita di san Girolamo (30 settembre 2017)

Ben prima di diventare un sapiente e stimato esegeta, brillante consigliere di nobildonne dell'alta società romana, Girolamo aveva tentato un periodo di vita da eremita in una grotta del deserto di Giuda.
Con la presunzione tipica dell'età, il giovane Girolamo si era dedicato con ardore alle molteplici forme di ascesi allora in uso tra i monaci. Ma i risultati si facevano attendere: il tempo gli avrebbe fatto presto capire che la sua vera vocazione era altrove nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monaci della Palestina ne costituiva solo il preludio.
Tuttavia Girolamo doveva ancora imparare molte cose e intanto, da giovane novizio si trovava immerso nella disperazione: nonostante i suoi sforzi generosi, non riceveva alcuna risposta dal cielo.
Andava alla deriva, senza timone, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le vecchie tentazioni, già così familiari, non tardarono a rialzare la cresta. Girolamo era scoraggiato: cosa aveva fatto di male? Dov'era la causa di questo cortocircuito tra Dio e lui?
Come ristabilire il contatto con la grazia? Mentre Girolamo si arrovellava il cervello, notò all'improvviso un crocifisso che era comparso tra i rami secchi di un albero. Girolamo si gettò a terra e si percosse il petto con gesto solenne e vigoroso. E' in questa posizione umile e supplicante che lo raffigura la maggior parte dei pittori.
Subito Gesù rompe il silenzio e si rivolge a Girolamo dall'alto della croce: «Girolamo - gli dice - cos'hai da darmi? Cosa riceverò da te?». 
Girolamo non esita un attimo. Certo che aveva un sacco di cose da offrire a Gesù: «Naturalmente, Signore: i miei digiuni, la fame, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!»
Di nuovo Gesù risponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» 
Girolamo ripensa a cosa potrebbe ancora offrire a Gesù. Ecco allora le veglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il celibato nel quale si impegnava con più o meno successo, la mancanza di comodità, la povertà, gli imprevisti che si sforzava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte
Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia.
Lo sapeva da tempo: Girolamo ci tiene così tanto a fare del suo meglio! 
Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorriso astuto sulle labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girolamo, hai qualcos'altro da darmi?»
Alla fine, dopo che Girolamo ha enumerato tutte le cose buone che ricorda e siccome Gesù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a che santo votarsi, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi resta davvero più niente!».
Allora un grande silenzio piomba nella grotta e fino alle estremità del deserto di Giuda; Gesù replica un'ultima volta: «Eppure Girolamo hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati affinché possa perdonarteli...».



 Per quanto tu scenda in basso non sarai mai più umile di Cristo. 

San Girolamo -



Oggi, la bibbia è il libro più letto e tradotto al mondo e la si può trovare nelle lingue più diverse.

Ma è stato percorso un lungo cammino per renderla accessibile a tutte le lingue. È in questo scenario che entra la figura di San Girolamo. Dottore nell’interpretazione delle Sacre Scritture, filosofo, teologo, e storico, curò la prima traduzione dei testi originali in ebraico e greco verso il latino, la lingua parlata dal popolo a quell’epoca. Per questo, la sua traduzione fu chiamata vulgata, ovvero, popolare.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum


”San Girolamo chiamava questa operazione ‘il ritorno alla verità ebraica’, che era la verità del testi originali ”. 

La conoscenza che Girolamo aveva della parola di Dio e la chiarezza delle sue idee giunsero all’allora papa Damaso, che gli affidò la missione di tradurre in latino i quattro vangeli nella forma più fedele possibile agli originali. A Roma, Girolamo completò la traduzione dei vangeli e anche una versione dei salmi, tradotta dal testo greco.
- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum



Una volta partito da Roma, Girolamo venne in Terra Santa, conobbe i luoghi santi per comprendere meglio le sacre scritture e decise di stabilirsi a Betlemme. Fu in questa grotta, che si trova nella Basilica della Natività, accanto al luogo ove nacque Gesù, che egli si dedicò a lavori di traduzione.

“San Girolamo visse a Betlemme per 40 anni e in questo periodo scrisse qui numerosi commentari sulla Bibbia. Sono molto famose anche le sue lettere, e qui completò la traduzione dalla lingua ebraica di tutto l’antico testamento”

La grotta è molto visitata da pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo e che rimangono incantati dinanzi alla storia di questo luogo.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum

San Gerolamo scrivente - Caravaggio (Michelangelo Merisi)
Galleria Borhese, Roma (Italy)


Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 29 settembre 2017

Orazione originale all'Arcangelo San Michele di Papa Leone XIII, 1930

"O glorioso Arcangelo San Michele, principe dell'armata Celeste, sia tu la nostra difesa nella terribile guerra che noi conduciamo contro i principati e le podestà, contro i regnanti di questo mondo di tenebre, di spiriti e di male. Giunga tu in aiuto dell'uomo, il quale Iddio creò immortale, fatto nella Sua medesima immagine e somiglianza, e redense a sì gran prezzo dalla tirannia del Diavolo.
Che tu combatta in questo giorno la battaglia del Signore, assieme agli angeli santi, come già tu combattesti la guida degli angeli superbi, Lucifero, e la sua armata apostatica, i quali furono impotenti onde poterti resistere, né fuvvi più per loro posto nel Cielo.
Quel crudele, quell'antico serpente, il quale è appellato Diavolo o Satana, il quale seduce il mondo intero, fu spedito negli abissi con i suoi angeli. 

Ecco, questo primevo nemico ed uccisore degli uomini ha acquisito coraggio.
Trasformato in un angelo di luce egli vagabonda in giro assieme alla moltitudine di spiriti malvagi, invadendo la Terra di modo da offuscare il nome di Dio e del Suo Cristo, di modo da sequestrare, uccidere e spedire alla perdizione eterna le anime destinate alla corona della gloria eterna. 
Questo malvagio dragone rovescia, come il più impuro dei diluvi, il veleno della sua malizia sugli uomini di mente depravata e di cuore corrotto, lo spirito della menzogna, dell'empietà, della blasfemia ed il pestilenziale alito dell'impurità e di ogni vizio ed iniquità.
Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. 
Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.
Che tu salga, dunque, o invincibile principe, che tu voglia recare aiuto contro gli attacchi degli spiriti perduti al popolo di Dio e dona loro la vittoria. 
Essi venerano te come il loro protettore e patrono; in te la Santa Chiesa gloria la sua difesa contro il malizioso potere dell'Inferno; a te ha Iddio affidato le anime degli uomini da stabilirsi nella Celeste beatitudine. 
Deh, che tu voglia pregare al Dio della pace acciocché Egli ponga Satana sotto i nostri piedi, talmente conquistato che egli non tenga più gli uomini in cattività e non nuoccia più la Chiesa. 
Che tu offra le nostre orazioni dinnanzi all'Altissimo, cosicché esse siano velocemente conciliate con le pietà del Signore, e sconfiggendo il dragone, l'antico serpente, il quale è il Diavolo e Satana, che tu lo renda ancora cattivo negli abissi, talché egli non seduca più le nazioni. Amen.

Ecco la Croce del Signore; siate disperse voi ostili potenze. 
Il Leone della tribù di Giuda ha conquistato, la radice di Davide. 
Voglia Tu lasciare che le Tue pietà siano su di noi, o Signore. 
In quanto noi abbiamo sperato in Te. O Signore, oda Tu la mia preghiera. Voglia Tu lasciare che il mio grido giunga a Te.

Orazione originale all'Arcangelo San Michele di Papa Leone XIII, 1930, Fratelli Benzinger [Benzinger Brothers], pagine 314-315



Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis, 
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen.






O Iddio,
il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, 
noi invochiamo il Tuo santo nome 
e come supplicanti noi imploriamo la Tua clemenza, 
affinché mediante le intercessioni di Maria, 
sempre Vergine immacolata e nostra Madre, 
e del glorioso Arcangelo San Michele, 
Tu ci degni del Tuo aiuto contro Satana 
e tutti gli altri spiriti immondi, 
i quali girovagano nel mondo 
per l'ingiuria della razza umana 
e la rovina delle anime. Amen.


giovedì 28 settembre 2017

Preghiera a San Michele Arcangelo

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Gloriosissimo Principe della Milizia Celeste, Arcangelo San Michele, difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
Venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio. 
Combattete oggi le battaglie del Signore con tutta l'armata degli Angeli beati, come già avete combattuto contro il principe dell'orgoglio lucifero ed i suoi angeli apostati; e questi ultimi non potettero trionfare e ormai non v'è più posto per essi nei cieli. 
Ma è caduto questo grande dragone, questo antico serpente che si chiama lo spirito del mondo, che tende trappole a tutti. 
Sì, è caduto sulla terra ed i suoi angeli sono stati respinti con lui.
Ora ecco che, questo antico nemico, questo vecchio omicida, si erge di nuovo con una rinnovata rabbia. 
Trasfiguratosi in angelo di luce, egli nascostamente invase e circuì la terra con tutta l'orda degli spiriti maligni, per distruggere in essa il nome di Dio e del suo Cristo e per manovrare e rubarvi le anime destinate alla corona della gloria eterna, per trascinarle nell'eterna morte.
Il veleno delle sue perversioni, come un immenso fiume d'immondizia, cola da questo dragone malefico e si trasfonde in uomini di mente e spirito depravato e dal cuore corrotto; egli versa su di loro il suo spirito di menzogna, di empietà e di bestemmia ed invia loro il mortifero alito di lussuria, di tutti i vizi e di tutte le iniquità.
La Chiesa, questa Sposa dell'Agnello Immacolato, è ubriacata da nemici scaltrissimi che la colmano di amarezze e che posano le loro sacrileghe mani su tutte le sue cose più desiderabili. 
Laddove c'è la sede del beatissimo Pietro posta a cattedra di verità per illuminare i popoli, lì hanno stabilito il trono abominevole della loro empietà, affinché colpendo il pastore, si disperda il gregge.
Pertanto, o mai sconfitto Duce, venite incontro al popolo di Dio contro questa irruzione di perversità spirituali e sconfiggetele. 
Voi siete venerato dalla Santa Chiesa quale suo custode e patrono; voi, glorioso difensore contro le nefaste potestà terrene e infernali; a Voi il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Pregate, dunque, il Dio della pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e a danneggiare la Chiesa.
Presentate all'Altissimo, con le Vostre, le nostre preghiere, perché scendano presto su di noi le Sue Divine Misericordie e Voi possiate incatenare il dragone, il serpente antico satana ed incatenarlo negli abissi. 
Solo così non sedurrà più le anime.



Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta;
sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui,
supplichevoli ti preghiamo:
tu, che sei il Principe della milizia celeste,
con la forza divina rinchiudi nell'inferno Satana
e gli altri spiriti maligni
che girano il mondo
per portare le anime alla dannazione.
Amen.



Gloriosissimo Principe della Milizia Celeste, Arcangelo San Michele, difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
Venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio.
Voi siete venerato dalla Santa Chiesa quale suo custode e patrono, ed a Voi il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Pregate, dunque, il Dio della pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e a danneggiare la Chiesa.

Presentate all'Altissimo, con le Vostre, le nostre preghiere, perché scendano presto su di noi le Sue Divine Misericordie e Voi possiate incatenare il dragone, il serpente antico satana ed incatenarlo negli abissi. Solo così non sedurrà più le anime.



Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 27 settembre 2017

Dammi, Signore...- Sant'Agostino

Dammi, Signore, un cuore che ti pensi, un’anima che ti ami,
una mente che ti contempli, un intelletto che t’intenda,
una ragione che aderisca fortemente a te, dolcissimo,
e sapientemente ti ami, o Amore sapiente.
O vita, per cui vivono tutte le cose, vita che mi doni la vita,
vita che sei la mia vita,
vita per la quale vivo, senza la quale muoio;
vita per la quale sono risuscitato, senza la quale sono perduto;
vita per la quale gioisco, senza la quale soffro;
vita vitale, vita dolce e amabile, vita indimenticabile.
Ti prego: dove sei? Dove ti troverò per morire a me stesso e vivere in te?
Sii vicino a me nell’anima, vicino nel cuore,

vicino nella bocca, vicino negli occhi,
vicino col tuo aiuto perché sono malato, malato d’amore,
perché senza di te muoio, perché pensando a te esulto di gioia.

Sant’Agostino -



Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l'idea giusta:
Dio è amore.
Quale volto ha l'amore? Quale forma, quale statura,
quali piedi, quali mani?
Nessuno lo può dire.
Esso tuttavia ha i piedi, che conducono alla Chiesa;
ha le mani, che donano ai poveri;
ha gli occhi, coi quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno;
dice il salmo: Beato colui che pensa al povero ed all'indigente (Sal 40, 2).
La carità ha orecchie e ne parla il Signore:
Colui che ha orecchie da intendere, intenda (Lc 8, 8).
Queste varie membra non si trovano separate in luoghi diversi,
ma chi ha la carità vede con la mente il tutto e allo stesso tempo.
Tu dunque abita nella carità ed essa abiterà in te; 
resta in essa ed essa resterà in te.
È mai possibile, o fratelli, che uno ami ciò che non vede?

Perché allora, quando si fa la lode della carità,
vi sollevate in piedi, acclamate, date lodi?
Che cosa vi ho mostrato?
Vi ho forse mostrato alcuni colori?
Vi ho messo innanzi oro e argento?
Vi ho sottoposto delle gemme tolte da un tesoro?
Che cosa di grande ho mostrato ai vostri occhi?
Forse che il mio volto nel parlarvi si è mutato?
Io sono qui in carne ed ossa, 
sono qui nella stessa forma in cui ho fatto il mio ingresso; 
anche voi siete qui nella stessa forma in cui siete venuti. 
Ma si fa la lode della carità e uscite in acclamazioni.
Certamente i vostri occhi non vedono nulla. 
Ma come essa vi piace quando la lodate, 
così vi piaccia di conservarla nel cuore. 
Capite, o fratelli, ciò, che voglio dire: 
io vi esorto, per quanto il Signore lo concede, 
a procurarvi un grande tesoro. […]
A voi vien fatto l’elogio della carità. 
Se essa vi piace, abbiatela, possedetela; 
non è necessario che facciate un furto a qualcuno, 
non è necessario che pensiate di comprarla.
Essa è gratuita. 
Tenetela, abbracciatela: niente è più dolce di essa. 
Se di tal pregio essa è quando viene presentata a voce, 
quale sarà il suo pregio quando è posseduta?

- Sant’Agostino -
Dal “Commento alla Prima Lettera di S. Giovanni” di sant’Agostino, vescovo



Chi mi farà riposare in Te, chi ti farà venire nel mio cuore a inebriarlo? 
Allora dimenticherei i miei mali, e il mio unico bene abbraccerei: Te.
Cosa sei Tu per me? Abbi misericordia, affinché io parli.
E cosa sono io stesso per te, perché tu mi comandi di amarti e ti adiri verso di me  e minacci, se non ubbidisco, gravi sventure, quasi fosse una sventura lieve l'assenza stessa di amore per Te?
Oh, dimmi, per la tua misericordia, Signore Dio mio, cosa sei per me.
Di' all'anima mia: la salvezza tua io sono. Dillo, che io l'oda.
Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, Signore.
Aprile e di' all'anima mia: la salvezza tua io sono.
Rincorrendo questa voce io ti raggiungerò, e tu non celarmi il tuo volto..
Che io muoia per non morire, per vederlo.

- Sant’Agostino -
Confessioni I,5,5



Buona giornata a tutti. :-)





martedì 26 settembre 2017

Amore e comunione - Mariano Magrassi ofb

Dedichiamo brevemente attenzione ai gesti quotidiani che esprimono l'agàpe (amore) e costruiscono la koinonia (comunione). 
Al primo posto metterei una capacità infinita di comprensione e perdono. 
Non sta insieme una comunità dove i componenti non sono pronti a perdonarsi.
Bisogna anzitutto capire gli altri e accettarli come sono. Prendere i fratelli come Dio ce li manda e poi entrare in ciascuno, a partire da un gesto, da una parola, con una forte carica di simpatia, in modo da uscirne con la sua immagine, vera e non deformata. 
Spesso i pregiudizi fanno da schermo, si interpongono tra noi e i fratelli. Un filosofo ha definito la carità «l'attenzione prestata all'esistenza altrui».
Un altro elemento, importante per la comunione, è la prontezza a donarsi sulla linea del servizio. 
Un servizio che anzitutto deve afferrare tutto il mio essere, cioè devo fare di me quello che viene bene per gli altri. Aggiusto me stesso per essere gradito agli altri. È una carità che si fa con l'essere, prima che con l'azione.
Amare senza misura, né di intensità né di estensione. 
Quindi fraterna apertura a tutti. I fratelli non si scelgono, si accolgono senza discriminazione; basta escluderne uno per uccidere la carità. E dopo che l'ho accettato, il fratello, superando l'egoismo che è chiusura in me stesso, devo aprirmi a lui con una immensa speranza. 
Quando l'io si chiude in se stesso, intristisce. Quando invece diventa capace di rapporto, di comunione, allora si apre e fiorisce, come certi fiori che si schiudono quando sorge il sole.
Altro gesto di comunione è la correzione fraterna. Che sia un gesto cristiano non c'è alcun dubbio, perché si trova nel discorso ecclesiale di Matteo (18, 15-17). 
Ma è un'arte molto, molto difficile! Occorre intervenire nel momento giusto e col tono giusto. 
Deve nascere da un bisogno di amicizia che porge fraternamente all'altro una mano per risollevarsi. A sua volta, la correzione spinge chi la compie a togliere la trave dal proprio occhio.
Ma occorre pure sopportare se stessi, cioè accattare con serenità i propri limiti. 
Questo non lo riferisco ai peccati che dobbiamo cercare di eliminare, tutti; ma ai limiti che ci sono in ogni persona umana. 
Bisogna diventare scomplessati al riguardo; occorre saperci accettare come siamo, con lo sforzo quotidiano per renderci migliori. 
Allora si diventa uomini felici di vivere. È una cosa molto importante questa, perché l'uomo felice di vivere è capace di buoni rapporti con gli altri.
Accettare le diversità e saperle comporre nella comunione è un'altra cosa indispensabile. 
La diversità è voluta da Dio. La diversità è una ricchezza, purché non diventi contrasto. L'immagine più bella mi pare che l'abbia trovata Ignazio di Antiochia quando ha detto che siamo come una cetra, che ha parecchie corde, e ogni corda suona la sua nota, ma ogni corda è armonizzata con l'altra. 
Se avessimo nella Chiesa un po' più di capacità di comporre queste differenze nella comunione! Si tratta di diversità a livello personale, non delle diversità sulle verità di fede; è chiaro che lì ci deve essere la perfetta comunione.
Da ultimo occorre da parte di tutti una fraterna cooperazione al bene di tutto il corpo ecclesiale. La salute e la vitalità di un organismo risultano dall'apporto di tutti gli organi che lo compongono. 
La Chiesa è un corpo che ha bisogno di tutti: ognuno l'arricchisce col suo dono.
Il Signore ci renda capaci di moltiplicare ogni giorno i gesti di bontà intorno a noi. Questa comprensione verso gli altri non è per il cristiano pura filantropia, ma un modo di andare incontro al Cristo, perché il fratello è "sacramento di Gesù". Gesù mette sul suo conto quello che abbiamo fatto al più piccolo dei nostri - e suoi - fratelli.

- Mariano Magrassi  ofb - 
da: "Afferrati da Cristo", ed. La Scala



L'unico modo di avere un amico è esserlo.

Ralph Waldo Emerson, Amicizia


 Benedizione celtica

Che tu abbia tempo
per la pazienza,
tempo per comprendere,
tempo per ricordare
le cose buone fatte e da fare.
Tempo per credere
nei tuoi compagni di viaggio,
tempo per capire
quanto valga un amico.


Buona giornata a tutti. :-)







lunedì 25 settembre 2017

da."Avidità. Come sottrarsi al desiderio del - sempre di più - " (2) - Anselm Grün

Avidità sessuale

Un’altra forma dell’avidità è l’abbandonarsi all’istinto di tendere insaziabilmente verso la sessualità.
Questa desolazione si rivela oggi in misura minore nel modo concreto di sperimentare la sessualità con un amico o un’amica.
Sotto questo aspetto gli psicologi riferiscono che oggi molte persone hanno
piuttosto paura di una sessualità vissuta, perché dovrebbero donarsi all’altro e liberarsi dal proprio ego. Ciò è troppo pericoloso per molte persone.
L’avidità sessuale si manifesta oggi molto più nel  fatto che in misura crescente si ricercano in Internet raffigurazioni sessuali, pornografia infantile o altri spettacoli pornografici. 
Qualcuno è bramoso di vedere ragazzine quattordicenni, un altro giovinetti adolescenti, un terzo vuole uomini adulti o donne mature. 
L’offerta è grande. E chiaramente viene utilizzata da molti.
Le persone che guardano questi spettacoli pornografici in Internet, sono sempre inquiete. Non giungono mai alla calma interiore. Non riescono a
godere del loro tempo libero. Sono incapaci di leggere un libro in tutta tranquillità. Talvolta si tratta di una vera e propria bramosia, si utilizza ogni minuto libero per ricercare in Internet immagini sessuali.
A questa inquietudine si aggiungono poi la cattiva coscienza e pungenti sensi di colpa. 
Queste persone sperimentano soprattutto il disagio interiore di condurre una doppia vita: all’esterno sono, ad esempio, manager pieni di successo, nell’ intimo sono invece persone avide, che sfruttano ogni minuto libero per soddisfare la propria bramosia. 
Ci si sente interiormente lacerati. E si cerca di coprire questa lacerazione con l’irrequietezza.




L’avidità di essere sempre informati e connessi

Nei giovani invece osservo al contrario un comportamento del tutto compulsivo: ogni istante libero controllano nei social network se ci sia qualche nuova notizia da parte di uno o l’altro dei propri amici virtuali.
Si vorrebbe essere continuamente informati sulle attività degli altri. Certamente molti sono spinti dal desiderio ben comprensibile di sentirsi una comunità in mezzo a un mondo diventato anonimo.
Ma in altri è davvero una impellente bramosia di essere continuamente informati sulle azioni altrui.
Questa avidità di avere notizie sui propri amici aumenta ancor più quando diventa grande l’avidità di essere informati su ogni cosa.
Ma oggi on line ci sono così tante informazioni che nessuno può mai
venirne totalmente a capo.
A Hong Kong ho osservato persone che erano sedute in ristorante per la prima colazione. Consumavano il loro cibo come una cosa accessoria. 
L’attività più importante era quella di cercare ogni possibile informazione con i loro smartphone e i loro tablet. 
Quando due persone erano sedute vicine una all’altra per fare colazione, erano di fatto insieme, ma fra di loro non esisteva alcuna comunicazione:
entrambe erano occupate con i loro strumenti.
La bramosia di ricevere tutte le informazioni possibili e di conoscere ogni novità era più grande del bisogno di comunicare con l’altra persona. 
Con tutto questo, non vorrei demonizzare né i nuovi mezzi di comunicazione sociale in generale, né in particolare i social network. 
Sono mezzi che rendono possibili nuovi modi di rimanere collegati l’un con l’altro e di ricevere importanti informazioni. 
Ma l’irrequietezza con cui alcuni utilizzano questi nuovi media appare pervasa dall’avidità.

- Anselm Grün - 
da;"Avidità. Come sottrarsi al desiderio del - sempre di più - ", Editrice Messaggero di Sant'Antonio




end evolution - fine dell'evoluzione

Buona giornata a tutti. :-)