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lunedì 25 maggio 2015

La Stazione - Robert J. Hastings -

Nascosta da qualche parte nel vostro inconscio vi è una visione idilliaca. 
Ci vediamo in un lungo viaggio su tutto il continente. 
Viaggiamo in treno. 
Fuori del finestrino ammiriamo il passaggio a livello, bestiame al pascolo su una collina lontana, fumo che fuoriesce da una centrale termica, file su file di grano e di mais, pianure e valli, montagne e dolci colline, profili di città e ville nei paesini. Ma dominante nella nostra mente è la destinazione finale. 
In un certo giorno a una certa ora entreremo nella stazione. 
Ci saranno bande musicali e sventolio di bandiere. 
Una volta arrivati lì, tanti sogni meravigliosi si avvereranno e i pezzi della nostra vita si completeranno a vicenda come un rompicapo portato a termine. Con quale irrequietezza percorriamo i corridoi, maledicendo i minuti d'ozio, aspettando, aspettando, aspettando la stazione. 
"Quando arriveremo in stazione, sarà fatta!" gridiamo. 
"Quando avrò diciotto anni." 
"Quando mi comprerò una Mercedes Benz nuova!" 
"Quando l'ultimo figlio avrà terminato l'Università." 
"Quando avrò finito di pagare il mutuo!" 
"Quando avrò la promozione." 
"Quando raggiungerò l'età della pensione, vivrò felice e contento!"
Prima o poi dobbiamo renderci conto che non vi è nessuna stazione, nessun luogo a cui arrivare una volta per tutte. 
La vera gioia della vita è il viaggio. La stazione è soltanto un sogno. 
Ci distanzia sempre. 
"Assapora l'attimo fuggente." 
Non sono i fardelli di oggi a fare impazzire gli uomini. 
Sono i rimpianti di ieri e le paure di domani. 
Rimpianti e paure sono ladri che ci derubano dell'oggi. 
Allora smettete di percorrere i corridoi e di contare i chilometri. 
Invece scalate più montagne, mangiate più gelato, camminate più spesso a piedi nudi, nuotate in più fiumi, ammirate più tramonti, ridete di più, piangete di meno. 
La vita deve essere vissuta a mano a mano che si procede. 
La stazione arriverà fin troppo presto." 

- Robert J. Hastings - 
Fonte: “Brodo caldo per l'anima” di  Jack Canfìeid e  Mark Victor Hansen,  Armenia Edizioni, 2004



Quel che abbiamo alle spalle e quel che abbiamo davanti sono piccole cose se paragonate a ciò che abbiamo dentro.

- Ralph Waldo Emerson - 


L'autentico «eroe» è l'uomo qualunque che ha pazienza, è l'umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede,il mistero dell'eternità. Eroe è l'operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l'avvenire e di lacrime; è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza; è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica... Eroe è colui che crede fino allo spasimo all'amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell'infinito e dell'onnipotente; eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l'incontro con Cristo. 

- Nicolino Sarale -



Veramente padrone di sè e veramente felice è chi ogni giorno può dire: "Ho vissuto".

- Orazio - 




Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 18 maggio 2015

Saper vivere - Omar Falworth -

Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri 
e a ricordare ciò che gli altri hanno fatto per te. 
Se sei pronto a non tener conto di ciò che la vita ti deve, 
ma a prendere nota di ciò che tu devi alla vita. 
Ma soprattutto, se riesci a capire che tu sei negli altri 
e gli altri sono in te e che la cosa più importante della vita 
non è ciò che riuscirai a prendere da essa, 
ma ciò che riuscirai a darle.... 
Allora avrai imparato a vivere. 
Il valore della vita non sta in ciò che fai, 
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai; 
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle, 
il tuo fare non serve a nulla, 
e la tua vita non vale nulla. 
Il valore della tua vita non sta in ciò che hai, 
ma in ciò che sei; 
perché in realtà nessuno non ha niente. 
L'unica cosa che si può avere è se stessi, 
se hai te stesso, hai tutto il mondo 
e la tua vita vale più del mondo. 
Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi: 
puoi pensare tutto il bene del mondo, 
ma se non ti adoperi per farne almeno un po' 
è come se pensassi il male, 
e la tua vita non vale nulla. 
Il valore della tua vita si misurerà 
quando starai per perderla; 
se lascerai il mondo un pochino migliore di come l'hai trovato 
...allora sarà grande. 
...Sai vivere quando... 
pur vivendo in questo mondo complicato resti semplice, 
pur vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto, 
pur vivendo in questo mondo disonesto resti onesto, 
pur vivendo in questo mondo falso resti autentico, 
pur vivendo in questo mondo sporco resti pulito. 
Ma soprattutto, sai vivere quando 
pur vivendo in questo mondo con poco amore riesci ad amare 
ma ancor di più sai vivere 
se, nonostante tutto, amerai lo stesso questo mondo.

- Omar Falworth -


Sicuramente sono tra gli uomini più felici del mondo. E questa felicità mi deriva da un pensiero positivo di fondo che ho dentro di me, che ho coltivato negli anni e che mi permette di reagire agli imprevisti e agli eventi negativi della vita di tutti i giorni.(…) Se mi alzo la mattina e fuori dalla finestra scorgo un tempo grigio e piovoso, penso immediatamente che non è così male dato che sarebbe potuto diluviare! Se mi capita di avere un incidente stradale per cui mi ritrovo con un trauma cranico, penso che sia molto meglio che essere rimasto invalido. E così via. Questo esercizio mentale è molto efficace per costruirsi felicità interna costante e indipendente da avvenimenti esterni.

- Omar Falworth -
da: “Prendere tutto il bello della vita”



Tutto cambia…
Ciò che oggi ritieni giusto, domani potrai considerare sbagliato…
ciò che oggi approvi, domani potrai disapprovare…
ciò che oggi ti piace tanto, domani potrà disgustarti…
ciò che oggi scansi come dannoso, domani potrai cercare come vantaggioso…ciò che oggi ami, domani potrai odiare…
Non dare mai niente per certo.
Finché vivi niente resta immutato.
Ciò che non cambia muore.
Se vuoi vivere, cambia.

- Omar Falworth - 



Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 5 marzo 2015

Al Crocicchio del Villaggio - don Bruno Ferrero -

Tanto tempo fa, c'era un uomo che da anni cercava il segreto della vita. 
Un giorno, un saggio eremita gli indicò un pozzo che possedeva la risposta che l'uomo così ardentemente cercava.
L'uomo corse al pozzo e pose la domanda: "C'è un segreto della vita?".
Dalla profondità del pozzo echeggiò la risposta: "Vai al crocicchio del villaggio: là troverai ciò che cerchi".
Pieno di speranza, l'uomo obbedì, ma al luogo indicato trovò soltanto tre botteghe: una bottega vendeva fili metallici, un'altra legno e la terza pezzi di metallo. Nulla e nessuno in quei paraggi sembrava avere a che fare con la rivelazione del segreto della vita.
Deluso, l'uomo ritornò al pozzo a chiedere una spiegazione. Ma il pozzo gli rispose: "Capirai in futuro". L'uomo protestò, ma l'eco delle sue proteste fu l'unica risposta che ottenne.
Credendo di essere stato raggirato, l'uomo riprese le sue peregrinazioni.
Col passare del tempo, il ricordo di questa esperienza svanì, finché una notte, mentre stava camminando alla luce della luna, il suono di un sitar (lo strumento musicale dell'oriente) attrasse la sua attenzione.
Era una musica meravigliosa, suonata con grande maestria e ispirazione.
Affascinato, l'uomo si diresse verso il suonatore; vide le sue mani che suonavano abilmente; vide il sitar; e gridò di gioia, perché aveva capito. 

Il sitar era composto di fili metallici, di pezzi di metallo e di legno come quelli che aveva visto nelle tre botteghe al crocicchio del villaggio e che aveva giudicato senza particolare significato.

La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. 

E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. 
E non sarete mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto. Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate "ai" vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate "con" loro. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona. E fatelo ora. Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili.
Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri.
Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. E non lasciate che vi convincano del contrario.
Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete tutto con gli altri.
Uno dei complimenti più grandi è dire a qualcuno: "Guarda quel tramonto".


- Bruno Ferrero -
da: “C'è Qualcuno Lassù” , Casa Editrice: ElleDiCi



Immagine Мужчина и женщ


“L’alternativa è chiara. Si può preferire il gregge, cioè il conformismo, la moda, l’indolenza del pensiero. Ma, se si vuole vivere in libertà, non si deve avere paura delle idee. Osa pensarle! Non dire mai: non sono capace d’idee! Tutti ne sono capaci. Se dici così, è perché ti accontenti d’essere conformista. E, non solo osa pensarle, ma osa dirle! Le idee racchiuse in se stesse s’inaridiscono e si spengono. 
Solo se circolano e si mescolano, vivono, fanno vivere, si alimentano le une con le altre e contribuiscono alla vita comune, cioè alla cultura. 
Perfino l’eremita, se vuol vivere, deve intessere dialoghi d’idee, con se stesso e col suo dio.”

- Gustavo Zagrebelsky -
da: "Fondata sulla cultura"






Quanto maggiore è l'integrazione della personalità dell'individuo, e quanto maggiore è quindi la limpidezza verso se stesso, tanto più grande è la sua forza. Il "conosci te stesso" resta uno dei comandamenti fondamentali, che mirano a creare la base della forza e della felicità dell'uomo.

- Erich Fromm –




"Un vero Maestro non è quello con il maggior numero di allievi, ma quello che crea il maggior numero di maestri. Il vero capo non è quello con il maggior numero di seguaci ma quello che crea il maggior numero di capi. Il vero re non è quello che ha il più gran numero di sudditi, ma quello che guida il maggior numero di persone verso la regalità. Il vero insegnante non è quello che possiede il più vasto sapere, ma quello che riesce a portare il maggior numero di allievi alla conoscenza."

- Neale Donald Walsch -







Buona giornata a tutti. :-)






domenica 1 marzo 2015

Il pezzo mancante -

C’era una volta una ruota alla quale mancava un pezzo.
La ruota voleva essere completa, perfetta, cosicché partì per cercare il pezzo che le mancava.
Siccome era incompleta, però, non poteva rotolare bene ed ebbe così molto tempo per guardare i fiori, gli alberi e tutte le meraviglie del creato, godendo anche dei raggi del sole.
Durante la sua ricerca trovò molti pezzi di ruota, ma nessuno che corrispondesse al suo pezzo man­cante.
Continuò così a cercare nello stupore delle cose che via via vedeva. 
Un giorno trovò un pezzo che le andava perfettamente, e finalmente poté essere completa: non le mancava proprio niente ed cominciò così a rotolare con molta rapidità, tanto rapidamente che non vedeva più né fiori né alberi, né aveva il tempo per godere dei raggi del sole.
Quando si rese conto di questo, non ci pensò due volte, e lasciò sul bordo della strada il pezzo che aveva trovato, ricominciando così a rotolare lentamente.
Anche a noi, volendo essere efficienti e perfetti come le macchine che la moderna tecnologia ci offre, può capitare di farci risucchiare dal vortice dell’orgoglio, della vanità e dell’avidità, rischiando di perdere di vista le cose importanti, come l’amore della famiglia e l’amore di Dio.





Ciò che dono possiedo

L
insegnamento che nasce dai vangeli, un insegnamento che tutti quanti possiamo vedere nella sua efficacia e nella sua realtà, può essere formulato con questa espressione: nella vita, si possiede soltanto quello che si dona. Quello che si trattiene per noi, non soltanto non si possiede, ma ci possiede. Quindi non siamo persone libere.
L
unica nostra ricchezza è quello che diamo agli altri. Dare non è perdere, ma guadagnare. Più noi diamo e più permettiamo a Dio di prendersi cura della nostra esistenza.


- Padre  Alberto Maggi -



Non volerti sforzare ad avere amici. È meglio non averne alcuno che doversi pentire d'averli scelti con precipitazione. Ma quando uno l'hai trovato, onoralo di elevata amicizia.


- Silvio Pellico -




"No, è impossibile, è impossibile, comunicare ad altri la sensazione viva di un momento qualsiasi della nostra esistenza, quel che ne costituisce la verità, il significato; la sua sottile e penetrante essenza. 
È impossibile. 
Si vive come si sogna: perfettamente soli."


- Joseph Conrad -
da "Cuore di tenebra"





Pur percorrendo ogni sua via, tu non potresti mai trovare i confini dell'anima; così profonde sono le tue radici.

- Eraclito -










Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 24 novembre 2014

Nella nebbia - Hermann Hesse -

Strano, vagare nella nebbia!
È solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.

Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.

Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l'altro
ognuno è solo.
 



- Hermann Hesse -




Noi uomini non soccombiamo alle grandi pene o alle grandi allegrie perché queste pene e queste allegrie sono avvolte in un'immensa nebbia di piccoli incidenti. 
E la vita è questo, nebbia.

- Miguel de Unamuno y Jugo -
(1864 – 1936), scrittore e filosofo spagnolo



"Non dobbiamo e non possiamo fuggire da noi stessi. 
Credo non ci sia luogo più bello di noi stessi e che non ci sia viaggio più interessante di quello che possiamo fare nel nostro "io". 
Ed è un viaggio infinito, che si rinnova continuamente perché ad ogni attimo noi stessi ci rinnoviamo..." 





"L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. 
L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. 
Allora non sarà trascinato, ma trascinerà."



- Herman Hesse -









Buona giornata a tutti. :-) 





martedì 18 novembre 2014

da "I pesci non chiudono gli occhi" - Erri de Luca -

Si voltò verso di me. Per istinto volevo girarmi dalla parte opposta, ma una forza imprevista mi girò testa e collo dalla parte sua. Si fermò la parlantina che mi era uscita facile mentre non la guardavo.
Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù.
 “Chiudi quei benedetti occhi di pesce.”
 “Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.”
 “Da dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?”
 “Che complimenti? Dico quello che vedo.”
 “Ora basta.” Mi passò le dita sopra gli occhi e poi con quelle dita scese ai lati del naso, passando per la bocca, fino al mento. E mi posò le labbra sulla bocca mezza aperta dalla meraviglia.
 “Meraviglia,” dissi quando si staccò, facendolo pianissimo.
 “Questo era tuo. Te lo chiedo ancora, ti piace l’amore?”
 “Be’ sì, se è questo, sì.” Pensai che avrei capito tutti i libri da quel momento in poi.
 Se ne aggiunsero ancora, di baci tra le barche. Dopo ognuno mi accorgevo di crescere, più delle ferite. Non chiedeva più di chiudere gli occhi. Vedevo le sue palpebre abbassarsi, e poi serrarsi al momento preciso del contatto di labbra. Mi passò anche le dita tra i capelli, mi studiava la faccia, le spuntava un sorriso e poi di nuovo un bacio. Le mani si facevano carezze.
 Restammo seduti di fianco, le ginocchia tirate su. I baci spingevano dai talloni puntati nella sabbia. Risalivano le vertebre fino alle ossa del cranio, fino ai denti. Ancora oggi so che sono il più alto traguardo raggiunto dai corpi. Da lassù, dalla cima dei baci si può scendere poi nelle mosse convulse
dell’amore.
 Scorro da molto tempo sopra scritture sacre, senza spunto di fede. Nella lettura gusto l’alfabeto antico, la mia conoscenza avviene nella bocca. L’ebraico antico gira come un boccone tra lingua, saliva, denti e sella di palato. Aperto a ogni risveglio, è un avanzo di manna, prende i gusti desiderati sul momento, come succede ai baci.
 La prima coppia umana, creata in un giardino il giorno sesto, ebbe sopra di sé la prima notte sconfinata. A loro insaputa spuntò nei corpi l’appetito, la sete, l’entusiasmo e il sonno. La prima notte, sconosciuta, sembrò a loro il resto del giorno uno, sbriciolato in puntini luce. 
Non sapevano se sarebbe tornato il sole, allora si abbracciarono. Le bocche si trovarono accanto e inventarono il bacio, il primo frutto della conoscenza. Era mercurio quella conoscenza, un liquido sensibile alla temperatura dei corpi. So quella prima volta perché l’ho avuta anch’io quell’ora sulla bocca, nel loro identico istante, su una sabbia di mare, il cielo scoperchiato sulla testa.

 La stanza tra le barche fu schiarita dalla luna salita sulla prua di fronte. 
Ci staccammo, le labbra intorpidite. La via verso le case fu alla cieca, perdendola affiancati. A un bivio ci  separammo, sciogliendoci le mani senza necessità di altro saluto. Eva e lo sposo suo, usciti dal giardino, avevano già avuto tutto il bene del mondo. La vita aggiunta dopo, lontano da quel posto, è stata una divagazione.


 Adesso e qui sta bene la parola fine, sorella minore di confine e di finestra chiusa.


- Erri de Luca -
da "I pesci non chiudono gli occhi" Feltrinelli Editore




“Nel mio vocabolario personale affido alla parola viaggio uno statuto speciale. Per me è quello che si fa a piedi. È viaggio la scalata, il pellegrinaggio, l’ incolonnamento di migratori sulle piste di Africa e di Oriente, lo scavalcamento di frontiere dei contrabbandieri. 
Viaggio è quello che procede alla velocità del piede umano. 
Il resto non incluso in questo campo, si riduce per me a spostamento con mezzi di trasporto.
Da quando vado in giro e in gita a fare incontri pubblici, schizzando da una destinazione all’altra all’interno di treni e aerei, chiamo spostamenti queste traiettorie da palla di biliardo.


(Erri De Luca)



E' la più certa prova d'amore quella di un uomo che cambia parere per essere d'accordo con la donna.

- Erri de Luca da "In nome della madre", Feltrinelli

Buona giornata a tutti :-)






domenica 29 giugno 2014

Uno Strano Rumore - Piero Gribaudi

Quella notte il brusio era cessato e l'uomo si sentiva completamente felice.
Già da un po' di tempo la sua soddisfazione era quasi totale: la salute eccellente, il raccolto al sicuro, la madia colma di pane per l'inverno, la sua casa - cui teneva tanto - impreziosita di nuove suppellettili, gli davano un conforto ineguagliabile; ma c'era quello strano rumore a tenergli l'animo in sospeso, una sorta di fruscio che abitava, or qua or là, ogni angolo della sua dimora e che, pur diminuendo a volte sino a trasformarsi in un semplice sussurro, non cessava mai.
Quella notte, il silenzio era divenuto pieno. 

E la felicità dell'uomo era traboccante. Si sentiva protetto, riparato contro ogni avversità. 
E il vento, che all'esterno soffiava vigoroso, penetrando in minuti refoli fra gli interstizi di legno della casa, aumentava il suo appagamento.
Mentre, sentendo le palpebre pesanti, stava per spegnere il lume, cercò d'immaginarsi, per la centesima volta, il perché di quel brusio che per tanti mesi lo aveva molestato, ed il perché si fosse spento proprio quella sera.
"Forse", pensò, "si trattava di un folletto in attesa che tutti i miei problemi fossero risolti, per sparire". Gli venne da sorridere.
Chiuse gli occhi: il lavoro, la casa, la salute, la sicurezza finalmente raggiunta cominciarono a dare forma a preamboli di sogno; la sicurezza, soprattutto, a lui così cara, così indispensabile, stava assumendo misteriose parvenze di castelli e torrioni e città fortificate, quando il trave sul suo letto si staccò d'improvviso, sbriciolato.
Non fece in tempo ad alzarsi. Come un corpo che si scomponesse, la dimora si disfece di colpo, svuotata, succhiata, resa segatura da milioni di termiti che, mentre l'uomo cercava la sua sicurezza, avevano trovato la propria.

Piero Gribaudi
Fonte: Il Libro della Saggezza Interiore - Casa Editrice: Gribaudi Editore




"Non dobbiamo e non possiamo fuggire da noi stessi. 
Credo non ci sia luogo più bello di noi stessi e che non ci sia viaggio più interessante di quello che possiamo fare nel nostro "io". 
Ed è un viaggio infinito, che si rinnova continuamente perché ad ogni attimo noi stessi ci rinnoviamo..." 



"C'è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. 
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.
Così come non credo che si viaggi per tornare.
L'uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Da se stessi non si può fuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. 
Per questo l'uomo deve poter viaggiare."

(Andrei Tarkovsky)



Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisce ali più solide".

- Stanley Kubrick - 


- Dipinto di Charles Émile Auguste Durand -

Perché a volte ci vuole il coraggio di essere davvero felici, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. 
Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l'essenza della gioia. 
E quel coraggio ce l'abbiamo dentro, è tutta una questione di scelta!

(Anton Vanligt)



Buona giornata a tutti :-)






domenica 28 ottobre 2012

Una strada c’è nella vita - Tiziano Terzani -

Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici: “oh’, guarda, c’è un filo”. Quando vivi, non lo vedi il filo, eppure c’è.

Perchè tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitro, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te, che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta, e io sono particolarmente fortunato perchè, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall’esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. 
L’intelletto è limitato. L’ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce sul tetto da cui si vede il mondo o sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell’ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. E' più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. E' difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.
Il coraggio è il superamento della paura.
Finirai per trovarla la via…se prima hai il coraggio di perderti.

(Tiziano Terzani)
Fonte: Tiziano Terzani da “Un altro giro di giostra”



La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. 
Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. 
E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. 
E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. 
Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. 
Non ci sono scorciatoie che posso indicare. 
I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. 
L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo.


- Tiziano Terzani -




Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento. Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne.

- Tiziano Terzani  -


Buona giornata a tutti. :-)