Si voltò verso di me. Per istinto volevo
girarmi dalla parte opposta, ma una forza imprevista mi girò testa e collo
dalla parte sua. Si fermò la parlantina che mi era uscita facile mentre non la
guardavo.
Era così bellissima vicina, le labbra
appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a
baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù.
“Chiudi quei benedetti occhi di pesce.”
“Ma
non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.”
“Da
dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?”
“Che
complimenti? Dico quello che vedo.”
“Ora
basta.” Mi passò le dita sopra gli occhi e poi con quelle dita scese ai lati
del naso, passando per la bocca, fino
al mento. E mi posò le labbra sulla bocca mezza aperta dalla meraviglia.
“Meraviglia,” dissi quando si staccò,
facendolo pianissimo.
“Questo era tuo. Te lo chiedo ancora, ti piace
l’amore?”
“Be’
sì, se è questo, sì.” Pensai che avrei capito tutti i libri da quel momento in
poi.
Se
ne aggiunsero ancora, di baci tra le barche. Dopo ognuno mi accorgevo di
crescere, più delle ferite. Non chiedeva più di chiudere gli occhi. Vedevo le
sue palpebre abbassarsi, e poi serrarsi al momento preciso del contatto di
labbra. Mi passò anche le dita tra i capelli, mi studiava la faccia, le spuntava
un sorriso e poi di nuovo un bacio. Le mani si facevano carezze.
Restammo seduti di fianco, le ginocchia tirate
su. I baci spingevano dai talloni puntati nella sabbia. Risalivano le vertebre
fino alle ossa del cranio, fino ai denti. Ancora oggi so che sono il più alto traguardo
raggiunto dai corpi. Da lassù, dalla cima dei baci si può scendere poi nelle
mosse convulse
dell’amore.
Scorro da molto tempo sopra scritture sacre,
senza spunto di fede. Nella lettura gusto l’alfabeto antico, la mia conoscenza
avviene nella bocca. L’ebraico antico gira come un boccone tra lingua, saliva,
denti e sella di palato. Aperto a ogni risveglio, è un avanzo di manna, prende
i gusti desiderati sul momento, come succede ai baci.
La
prima coppia umana, creata in un giardino il giorno sesto, ebbe sopra di sé la
prima notte sconfinata. A loro insaputa spuntò nei corpi l’appetito, la sete,
l’entusiasmo e il sonno. La prima notte, sconosciuta, sembrò a loro il resto
del giorno uno, sbriciolato in puntini luce.
Non sapevano se sarebbe tornato il sole, allora si abbracciarono. Le bocche si trovarono accanto e inventarono il bacio, il primo frutto della conoscenza. Era mercurio quella conoscenza, un liquido sensibile alla temperatura dei corpi. So quella prima volta perché l’ho avuta anch’io quell’ora sulla bocca, nel loro identico istante, su una sabbia di mare, il cielo scoperchiato sulla testa.
Non sapevano se sarebbe tornato il sole, allora si abbracciarono. Le bocche si trovarono accanto e inventarono il bacio, il primo frutto della conoscenza. Era mercurio quella conoscenza, un liquido sensibile alla temperatura dei corpi. So quella prima volta perché l’ho avuta anch’io quell’ora sulla bocca, nel loro identico istante, su una sabbia di mare, il cielo scoperchiato sulla testa.
La
stanza tra le barche fu schiarita dalla luna salita sulla prua di fronte.
Ci staccammo, le labbra intorpidite. La via verso le case fu alla cieca, perdendola affiancati. A un bivio ci separammo, sciogliendoci le mani senza necessità di altro saluto. Eva e lo sposo suo, usciti dal giardino, avevano già avuto tutto il bene del mondo. La vita aggiunta dopo, lontano da quel posto, è stata una divagazione.
Ci staccammo, le labbra intorpidite. La via verso le case fu alla cieca, perdendola affiancati. A un bivio ci separammo, sciogliendoci le mani senza necessità di altro saluto. Eva e lo sposo suo, usciti dal giardino, avevano già avuto tutto il bene del mondo. La vita aggiunta dopo, lontano da quel posto, è stata una divagazione.
Adesso e qui sta bene la parola fine, sorella
minore di confine e di finestra chiusa.
- Erri de Luca -
da "I pesci non chiudono gli occhi" Feltrinelli Editore
“Nel mio vocabolario personale affido alla parola
viaggio uno statuto speciale. Per me è quello che si fa a piedi. È viaggio la
scalata, il pellegrinaggio, l’ incolonnamento di migratori sulle piste di
Africa e di Oriente, lo scavalcamento di frontiere dei contrabbandieri.
Viaggio è quello che procede alla velocità del piede umano.
Il resto non incluso in questo campo, si riduce per me a spostamento con mezzi di trasporto.
Da quando vado in giro e in gita a fare incontri pubblici, schizzando da una destinazione all’altra all’interno di treni e aerei, chiamo spostamenti queste traiettorie da palla di biliardo.
Viaggio è quello che procede alla velocità del piede umano.
Il resto non incluso in questo campo, si riduce per me a spostamento con mezzi di trasporto.
Da quando vado in giro e in gita a fare incontri pubblici, schizzando da una destinazione all’altra all’interno di treni e aerei, chiamo spostamenti queste traiettorie da palla di biliardo.
(Erri De Luca)
E' la più certa prova d'amore quella di un uomo che cambia parere per essere d'accordo con la donna.
- Erri de Luca da "In nome della madre", Feltrinelli
- Erri de Luca da "In nome della madre", Feltrinelli
Buona giornata a tutti :-)
1 commento:
Non potevo non ribloggarlo ....su
http://leggiamounlibro.blogspot.it/
... è l'ultimo libro che ho letto di Erri de Luca.
Mi hai fatto ricordare e ti segnalo questo sito ...che forse conosci!
...
Mille Grazie Leggero & Rifletto...Giuliano
http://www.mastrohora.it/erri/index.htm
http://www.mastrohora.it/pagine/letture/indexletture.htm
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