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mercoledì 22 novembre 2023

“La paura del silenzio” – Cardinale Carlo Maria Martini

 Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, in cui si riceve la Parola di Dio, la si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo.
Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto della Parola e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. 
Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. 
Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. 
Il silenzio è sempre difficile.
Il silenzio bianco ancor di più: il silenzio nero è pura assenza di suoni, quello bianco è sintesi di tutti i colori. Ed è questo che bisogna imparare a esercitare. Superare, guardare in faccia la paura del silenzio, nella quale emergono alcuni mostri interiori, per imparare che si possono esorcizzare e si può dare loro un senso.

- Cardinale Carlo Maria Martini -




"La loquacità è la cattedra della vanagloria, dalla quale essa usa mettersi in vista e far pompa di sé. 
La loquacità è indice dell'ignoranza, la porta della maldicenza, il battistrada della scurrilità, il manutengolo della menzogna.
Essa distrugge la compunzione, provoca l'accidia, precorre la sonnolenza, dissipa la meditazione, disperde il raccoglimento, raffredda il fervore, dissolve l'orazione".

- San Giovanni Climaco -
un padre della Chiesa



Non si è mai parlato tanto come nella nostra epoca. 
Mai una valanga imponente di parole vuote, inutili e prive di senso si è abbattuta sulla testa della gente. 
Tutti vogliono "partecipare". Ma pochi hanno qualcosa da dire perché pochi sono capaci di silenzio e di sforzo di riflessione.




 Che cosa vuoi di più, o anima, e che cos'altro cerchi fuori di te, dal momento che dentro di te hai le tue ricchezze, le tue delizie, la tua soddisfazione, la tua sazietà e il tuo regno, che è il tuo Amato, che la tua anima desidera e cerca? 

-  Card. Carlo Maria Martini -
da: "Il Dio nascosto" Ed. Centro Ambrosiano




Buona giornata a tutti. :-)



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sabato 27 marzo 2021

Ti chiediamo Signore Gesù - Cardinale Carlo Maria Martini

                                                       Ti chiediamo, Signore Gesù,

di guidarci in questo cammino
verso Gerusalemme e verso la Pasqua.
Ciascuno di noi intuisce che tu,
andando in questo modo a Gerusalemme,
porti in te un grande mistero,
che svela il senso della nostra vita,
delle nostre fatiche e della nostra morte,
ma insieme il senso della nostra gioia
e il significato del nostro cammino umano.
Donaci di verificare sui tuoi passi
i nostri passi di ogni giorno.
Concedici di capire, 
in questa settimana che stiamo iniziando,
come tu ci hai accolto con amore,
fino a morire per noi,
e come l'ulivo vuole ricordarci
che la redenzione e la pace da te donate
hanno un caro prezzo,
quello della tua morte.
Solo allora potremo vivere nel tuo mistero
di morte e di risurrezione,
mistero che ci consente di andare
per le strade del mondo
non più come viandanti
senza luce e senza speranza,
ma come uomini e donne
liberati della libertà dei figli di Dio.

+ cardinale Carlo Maria Martini - 


L'unica speranza

Secondo Luca, nel Nome di Gesù, e in virtù di esso, si aprono tutte le Scritture, Israele viene glo­rificato e tutte le genti sono illuminate (Le 2,32). In effetti Gesù è il Messia secondo le tre parti delle Scritture, Mose, i Profeti e gli Scritti e questo pro­prio grazie a tre segni: egli è colui che «doveva sof­frire ed essere messo a morte» (cf Le 24,26). Egli è colui che «il terzo giorno doveva risorgere dai morti» (cf Le 24,46). Inoltre «deve essere annun­ciato a tutti i popoli come Salvatore» (cf Le 2,11; 24,47). 
I primi due segni sono già compiuti, solo il terzo rimane ancora aperto. Chi ascolta i tre segni, se si lascia convincere, è anch'egli reso responsabi­le nel portare avanti l'annuncio della buona noti­zia. 
Fino a quando il terzo segno non è realizzato la nostra fede cristologica è imperfetta. Lo spazio della Chiesa che deve compiere la sua missione fino ai confini della terra» scaturisce direttamente dalla confessione: Gesù è il Messia. Gesù è l'unica speranza.

- Benoìt Standaert -




 “Perdonare fa parte di quella particolare «economia» dell'amore che non calcola, ma dona, e proprio così moltiplica i suoi effetti.” 

- Gianfranco Ravasi -
da: “Grammatica del perdono”





Che cosa vuoi di più, o anima, e che cos'altro cerchi fuori di te, dal momento che dentro di te hai le tue ricchezze, le tue delizie, la tua soddisfazione, la tua sazietà e il tuo regno, che è il tuo Amato, che la tua anima desidera e cerca? 


+ Cardinale Carlo Maria Martini -




Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 15 marzo 2021

L’anima in ritardo - Michael Ende

Un esploratore percorreva le immense foreste dell’Amazzonia, nell’America del Sud. 
Cercava eventuali giacimenti di petrolio e aveva molta fretta. 
Per i primi due giorni gli indigeni che aveva ingaggiato come portatori si adattarono alla cadenza rapida e ansiosa che il bianco pretendeva di imporre a tutte le cose.
Ma al mattino del terzo giorno si fermarono silenziosi, immobili, l’aria totalmente assente. 
Era chiaro che non avevano nessuna intenzione di rimettersi in marcia. Impaziente, l’esploratore, indicando il suo orologio, con ampi gesti cercò di far capire al capo dei portatori che bisognava muoversi, perché il tempo premeva.
“Impossibile”, rispose quello, tranquillo. “Questi uomini hanno camminato troppo in fretta e ora aspettano che la loro anima li raggiunga”.
Gli uomini della nostra epoca sono sempre più rapidi. 
E sono inquieti, frastornati e infelici. 
Perché la loro anima è rimasta indietro.

- Michael Ende - 







Noi e il tempo che fugge 

Il tempo ci viene tolto o sottratto, quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge non si sa come. E la cosa più indecorosa è perderlo per trascurata leggerezza. Prova a pensarci: gran parte della vita ci scappa via mentre agiamo in modo sbagliato, la maggior parte mentre stiamo senza far niente, e l'intera esistenza trascorre in occupazioni inutili e che non ci riguardano veramente. 
Trovami, se sei capace, uno che dia al tempo il giusto valore, che capisca quanto può essere importante una giornata, che si renda conto che noi moriamo un po' ogni giorno! 
Perché questo è il punto: noi pensiamo alla morte come a qualcosa che sta davanti a noi, mentre in gran parte è già alle nostre spalle: tutta l'esistenza trascorsa è già in suo potere. 
Voi vivete come se doveste vivere sempre, non pensate mai alla vostra fragilità, non volete considerare quanto del vostro tempo è già trascorso; buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte inesauribile. 
Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. 
Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani né lo teme. 
Nessuno ti restituirà i tuoi anni, nessuno ti restituirà un'altra volta a te stesso; il tempo andrà per la via su cui si è incamminato, e non tornerà indietro, nè arresterà il suo percorso; non farà rumore, non ti avviserà della sua velocità: scivolerà via silenzioso. 
Cerchiamo dunque che ogni momento ci appartenga: ma non sarà possibile, se, prima, non cominceremo noi ad appartenere a noi stessi.


- Seneca - 





«La verità è un anelito dell'essere umano, e cercarla suppone sempre un esercizio di autentica libertà. Molti, tuttavia, preferiscono le scorciatoie e cercano di evitare questo compito. Alcuni, come Ponzio Pilato, ironizzano sulla possibilità di poter conoscere la verità, proclamando l'incapacità dell'uomo di raggiungerla o negando che esista una verità per tutti. Questo atteggiamento, come nel caso dello scetticismo e del relativismo, produce un cambiamento nel cuore, rendendo freddi, vacillanti, distanti dagli altri e rinchiusi in se stessi. Persone che si lavano le mani come il governatore romano e lasciano correre il fiume della storia senza compromettersi». 

- Papa Benedetto XVI -







Buona giornata a tutti. :-)


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mercoledì 26 giugno 2019

Mostrati, Signore - Padre David Maria Turoldo

A tutti i cercatori del tuo volto,
mostrati, Signore;




a tutti i pellegrini dell'assoluto,
vieni incontro, Signore;





con quanti si mettono in cammino
e non sanno dove andare
cammina, Signore;





affiancati e cammina con tutti i disperati
sulle strade di Emmaus;





e non offenderti se essi non sanno
che sei tu ad andare con loro,
tu che li rendi inquieti
e incendi i loro cuori;





non sanno che ti portano dentro:
con loro fermati poiché si fa sera
e la notte è buia e lunga, Signore.


- Padre David Maria Turoldo -


Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 28 dicembre 2018

Come il sale - don Bruno Ferrero

C’era una volta un re che rispondeva al nobile nome di Enrico il Saggio. 
Aveva tre figlie che si chiamavano Alba, Bettina e Carlotta. In segreto, il re preferiva Carlotta. Tuttavia, dovendo designare una sola di esse per la successione al trono, le fece chiamare tutte e tre e domandò loro: “Mie care figlie, come mi amate?”.
La più grande rispose: “Padre, io ti amo come la luce del giorno, come il sole che dona la vita alle piante. Sei tu la mia luce!”.
Soddisfatto, il re fece sedere Alba alla sua destra, poi chiamò la seconda figlia.
Bettina dichiarò: “Padre, io ti amo come il più grande tesoro del mondo, la tua saggezza vale più dell’oro e delle pietre preziose. Sei tu la mia ricchezza!”.
Lusingato e cullato da questo filiale elogio, il re fece sedere Bettina alla sua sinistra.
Poi chiamò Carlotta. “E tu, piccola mia, come mi ami?”, chiese teneramente.
La ragazza lo guardò fisso negli occhi e rispose senza esitare: “Padre, io ti amo come il sale da cucina!”.
Il re rimase interdetto: “Che cosa hai detto?”.
“Padre, io ti amo come il sale da cucina”.
La collera del re tuonò terribile: “Insolente! Come osi, tu, luce dei miei occhi, trattarmi così? Vattene! Sei esiliata e diseredata!.
La povera Carlotta, piangendo tutte le sue lacrime, lasciò il castello e il regno di suo padre. Trovò un posto nelle cucine del re vicino e, siccome era bella, buona e brava, divenne in breve la capocuoca del re.
Un giorno arrivò al palazzo il re Enrico. Tutti dicevano che era triste e solo. Aveva avuto tre figlie ma la prima era fuggita con un chitarrista californiano, la seconda era andata in Australia ad allevare canguri e la più piccola l’aveva cacciata via lui…
Carlotta riconobbe subito suo padre. Si mise ai fornelli e preparò i suoi piatti migliori. Ma invece del sale usò in tutti lo zucchero.
Il pranzo divenne il festival delle smorfie: tutti assaggiavano e sputavano poco educatamente nel tovagliolo.
Il re, rosso di collera, fece chiamare la cuoca.
La dolce Carlotta arrivò e soavemente disse: “Tempo fa, mio padre mi cacciò perchè‚ avevo detto che lo amavo come il sale di cucina che dà gusto a tutti i cibi. Così, per non dargli un altro dispiacere, ho sostituito il sale importuno con lo zucchero.
Il re Enrico si alzò con le lacrime agli occhi: “E il sale della saggezza che parla per bocca tua, figlia mia. Perdonami e accetta la mia corona”.
Si fece una gran festa e tutti versarono lacrime di gioia: erano tutte salate, assicurano le cronache del tempo.

Voi siete il sale della terra (Matteo 5,13)

- don Bruno Ferrero -
da: "Solo il vento lo sa", Editore Elledici


Tutti nella vita abbiamo bisogno di qualcuno
che si preoccupi per noi. 
Abbiamo tutti bisogno
di una "Buonanotte" piena d'amore.
di un "Buongiorno" speciale
Abbiamo tutti bisogno di una carezza
che ci faccia sentire speciali
e di un abbraccio
che ci faccia sentire al sicuro.

- Silvia Nelli - 





"Incredibile come il dolore dell’anima
non venga capito.
Se ti becchi una pallottola o una scheggia
si mettono subito a strillare
" presto-barellieri-il-plasma",
se ti rompi una gamba te la ingessano,
se hai la gola infiammata
ti danno le medicine.
Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato
che non ti riesce aprir bocca, invece,
non se ne accorgono neanche.
Eppure il dolore dell’anima è una malattia
molto più grave della gamba rotta
e della gola infiammata,
le sue ferite sono assai più profonde
e pericolose
di quelle procurate da una pallottola
o da una scheggia.
Sono ferite che non guariscono, quelle,
ferite che ad ogni pretesto
ricominciano a sanguinare."

- Oriana Fallaci -
da: "Insciallah", editore Rizzoli, 1990


Buona giornata a tutti. -)






lunedì 21 maggio 2018

Giovane, non dimenticare la preghiera - Fëdor Dostoevski

Giovane, non dimenticare la preghiera.
Ogni volta che preghi, se la tua preghiera è sincera, in essa baluginerà un nuovo sentimento e una nuova idea che prima non conoscevi e che ti ridarà nuova forza; e capirai che la preghiera è crescita.
Ricordati anche questo: ogni giorno e ogni volta che ne hai la possibilità ripeti a te stesso: «Signore, abbi pietà di tutti coloro che compariranno dinanzi a te in questo giorno».
Giacché ogni ora, in ogni istante migliaia di persone abbandonano la loro vita su questa terra e le loro anime si presentano a Dio; quante di loro si sono separate dalla terra in solitudine, senza che nessuno lo sapesse, tristi e angosciate che nessuno le piangesse o solo fosse a conoscenza della loro esistenza, se avessero vissuto oppure no.
Ed ecco che forse dall’altro capo del mondo si innalza a Dio la tua preghiera che invoca il loro eterno riposo, anche se tu non conoscevi loro e loro non conoscevano te.
Come deve essere toccante per quell’anima che sta atterrita di fronte al Signore sentire che in quel momento c’è qualcuno che prega per lei, che è rimasta almeno una creatura umana sulla terra che ancora la ama.
E anche Dio guarderà con occhio più misericordioso tutti e due, giacché se tu hai avuto tanta pietà di quell’anima, di quanta pietà in più sarà capace colui che è infinitamente più misericordioso e amorevole di te?

E lo perdonerà per amor tuo. Fratelli, non abbiate paura del peccato degli uomini, amate l’uomo anche nel suo peccato, giacché proprio questa è l’immagine dell’amore divino ed è la forma suprema dell’amore sulla terra. 

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: I fratelli Karamazov




Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. 
Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell'anima! 

- Fëdor Dostoevskij -
da: Le notti bianche





Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà..


Fëdor Dostoevskij



Buona giornata a tutti :-)



giovedì 1 giugno 2017

da: "50 angeli per l'anima" - Anselm Grün

Molti artisti hanno raffigurato gli angeli dotati di ali, dando forma concreta a un elemento essenziale: gli angeli ci rendono la vita più lieve. 
Nella vita ci sono innumerevoli situazioni che in un primo momento ci appaiono difficili. Proviamo una sorta di resistenza interiore, ci sentiamo abbattuti, spossati, schiacciati. In questi momenti avremmo bisogno di un angelo che metta le ali alla nostra anima, per prendere le cose con più leggerezza, per considerarle da una prospettiva diversa, magari per vederle in una luce tutta nuova.
Nelle situazioni che ci mettono a dura prova, è bene non impuntarsi sui problemi, non affaticarsi a cercare a tutti i costi una soluzione. 
Dovremmo semplicemente volgere lo sguardo sull'angelo che è già accanto a noi e prestare ascolto all'impulso che percepiamo nel nostro cuore. 
L'angelo affronta ogni cosa con semplicità, invitando anche noi a non prendercela troppo, a non sobbarcarci carichi eccessivamente pesanti. 
Perché altrimenti rischiamo di crollare sotto il peso che grava sulle nostre spalle.
Gli angeli hanno in sé un che di lieve, di leggero. Anche in questo caso ci vengono in aiuto gli artisti: gli angeli natalizi, che spesso sono disegnati con fattezze infantili, ci vogliono invitare a non prenderci troppo sul serio, a diventare semplici e spensierati come bambini. 
Vogliono mostrarci la leggerezza dell'esistenza e invitarci ad abbandonarci a tale leggerezza.
Ci sono tantissimi angeli che ci esortano a trasformare quello che ci capita ogni giorno. 
Ecco l'angelo della semplicità, che ci invita a vivere in maniera semplice. 
Ecco l'angelo del gustare, che ci libera dalla costrizione di dover sempre dimostrare qualcosa agli altri. 
E poi c'è l'angelo del rallentare, che ci trascina via dalla pressione costante a cui siamo sottoposti, via dalla frenesia della vita quotidiana, regalando alla nostra vita un ritmo più lento.
Gli angeli non fanno alcun appello moralistico alla nostra volontà, non esigono assolutamente che facciamo qualcosa di troppo difficile, semplicemente sono già lì, accanto a noi. 
Gli angeli, infatti, si trovano già in noi, in fondo al cuore. Ci mettono in contatto con le capacità che sono già insite nel nostro animo, ma che sono seppellite sotto l'ansia da prestazione che ci opprime. 
L'angelo della semplicità non cerca neanche di contrastare lo stress a cui siamo sottoposti, tentando di giungere alle capacità già insite nel nostro animo. 
Si limita a osservare il carico pesante che grava su di noi, per poi sollevarlo come se si trattasse di un gioco, con leggerezza e senso dell'umorismo. 
Fa buon uso delle sue ali e fa volare in alto tutto ciò che pesa, rendendolo lieve lieve e innalzandolo al di sopra della vita quotidiana, affinché non gravi più sulle nostre spalle.
Conosco un gran numero di persone che vivono con difficoltà, schiacciate sotto pesi diversi. Lasciati semplicemente contagiare dalla leggerezza degli angeli, che punta a salire su in alto, verso il cielo. 
Fidati degli angeli, vedrai che prenderanno anche te sotto le loro ali e ti proteggeranno, mettendo le ali alla tua anima con la forza della speranza e il sentimento della libertà. 
Un'anima dotata di ali vive più facilmente. 
Riesce sempre a volar via da situazioni sgradevoli, osservandole dall'alto, da una prospettiva superiore, considerandole con senso dell'umorismo e rendendoci capaci di affrontarle con leggerezza. 

Ti auguro dunque che anche tu, come papa Giovanni XXIII, possa dire: "Giovanni, non prenderti troppo sul serio!" La tua anima ha le ali. Fidati di queste ali. Ti trasporteranno attraverso la vita con leggerezza.

- Anselm Grün -


Racconta una antica leggenda che un bambino che stava per nascere disse a Dio:
- Mi dicono che mi stai per mandare sulla terra però come vivrò così piccino e indifeso come sono?
- Tra molti angeli ne ho scelto uno per te, che ti sta aspettando e avrà cura di te.
- Però dimmi: qui nel cielo non faccio altro che cantare e sorridere; questo basta per essere felice.
- Il tuo angelo ti canterà, ti sorriderà tutti i giorni e tu sentirai il suo amore e sarai felice.
- Ma che farò quando vorrò parlare con te?
- Il tuo angelo ti unirà le manine e ti insegnerà il cammino perché tu possa avvicinarti a me, benché io ti sarò sempre a fianco.
In quell'istante, una grande pace regnava nel cielo però già si udivano voci della terra e il bambino premuroso ripeteva soavemente:
- Dio mio se già me ne devo andare, dimmi il suo nome... come si chiama il mio angelo?
- Il suo nome non importa, tu la chiamerai "mamma".



O mio Signore Gesù Cristo.
Ti prego proteggimi dagli errori, da ogni influenza del Maligno, dalle mie passioni e debolezze.
Dammi la forza e la volontà di non peccare ancora.
Proteggimi dai pensieri insidiosi, dall'amore delle cose vane, dal parlare inutile e dalla censura degli altri.
Apri gli occhi della mia anima, ed illumina le tenebre della mia mente.




Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 16 settembre 2016

Da: “Il Libro Rosso" - Carl Gustav Jung

"Anima mia, dove sei? Mi senti? Io parlo, ti chiamo… Ci sei? Sono tornato, sono di nuovo qui.  Ho scosso dai miei calzari la polvere di ogni paese e sono venuto da te, sono a te vicino; dopo lunghi anni di lunghe peregrinazioni sono ritornato da te. Vuoi che ti racconti tutto ciò che ho visto, vissuto, assorbito in me? Oppure non vuoi sentire nulla di tutto il rumore della vita e del mondo? Ma una cosa devi sapere: una cosa ho imparato, ossia che questa vita va vissuta. Questa vita è la via, la via a lungo cercata verso ciò che è inconoscibile e che noi chiamiamo divino. Non c´è altra via. Ogni altra strada è sbagliata. Ho trovato la via giusta, mi ha condotto a te, anima mia. Ritorno temprato e purificato. Mi conosci ancora? Quanto a lungo è durata la separazione! Tutto è così mutato. E come ti ho trovata? Com´è stato bizzarro il mio viaggio! Che parole dovrei usare per descrivere per quali tortuosi sentieri una buona stella mi ha guidato fino a te? Dammi la mano, anima mia quasi dimenticata. Che immensa gioia rivederti, o anima per tanto tempo disconosciuta! La vita mi ha riportato a te. Diciamo grazie alla vita perché ho vissuto, per tutte le ore serene e per quelle tristi, per ogni gioia e ogni dolore. Anima mia, il mio viaggio deve proseguire insieme a te. Con te voglio andare ed elevarmi alla mia solitudine…"

- Carl Gustav Jung  -

Da: “Il Libro Rosso / Liber Novus “, Bollati Boringhieri, Milano, 2010 


"Pensavo e parlavo molto dell'anima, conoscevo tante parole dotte in proposito, l´avevo giudicata e resa oggetto della scienza. Credevo che la mia anima potesse essere l'oggetto del mio giudizio e del mio sapere; il mio giudizio e il mio sapere sono invece proprio loro gli oggetti della mia anima. Perciò lo spirito del profondo mi costrinse a parlare all´anima mia, a rivolgermi a lei come a una creatura vivente, dotata di esistenza propria. Dovevo acquistare consapevolezza di aver perduto la mia anima. Da ciò impariamo in che modo lo spirito del profondo consideri l´anima: la vede come una creatura vivente, dotata di una propria esistenza, e con ciò contraddice lo spirito di questo tempo, per il quale l´anima è una cosa dipendente dall´uomo, che si può giudicare e classificare e di cui possiamo afferrare i confini. Ho dovuto capire che ciò che prima consideravo la mia anima, non era affatto la mia anima, bensì un´inerte costruzione dottrinale. Ho dovuto quindi parlare all´anima come se fosse qualcosa di distante e ignoto, che non esisteva grazie a me, ma grazie alla quale io stesso esistevo..."

- Carl Gustav Jung  -

Da: “Il Libro Rosso / Liber Novus “, Bollati Boringhieri, Milano, 2010 



"Giunge al luogo dell´anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori. Se non la trova, viene sopraffatto dall´orrore del vuoto. E, agitando più volte il suo flagello, l´angoscia lo spronerà a una ricerca disperata e a una cieca brama delle cose vacue di questo mondo. Diverrà folle per la sua insaziabile cupidigia e si allontanerà dalla sua anima, per non ritrovarla mai più. Correrà dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima, perché solo dentro di sé la potrebbe trovare. Essa si trovava certo nelle cose e negli uomini, tuttavia colui che è cieco coglie le cose e gli uomini, ma non la sua anima nelle cose e negli uomini. Nulla sa dell´anima sua.."


- Carl Gustav Jung  -

Da: “Il Libro Rosso / Liber Novus “, Bollati Boringhieri ,Milano, 2010 


Buona giornata a tutti. :-)