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lunedì 22 maggio 2023

Sarebbe bello se tu mi amassi .... - Susanna Casciani

 Quando ci siamo conosciuti io non cercavo niente, avevo già perso troppo.
Quando mi sei arrivato davanti con quei tuoi modi semplici, con quei tuoi occhi grandi, con quelle gambe troppo magre, io non cercavo amore, avevo già perso troppo.
Quando mi hai chiesto come mi chiamavo, quando mi hai fatto ridere, quando mi hai fatto arrabbiare dopo soli cinque minuti di conversazione, io non cercavo carezze, sesso, attenzioni.
Tu mi avevi già scelta, mentre io avevo scelto la solitudine.
Io non volevo baci, non volevo cene fuori, non volevo regali a Natale, non volevo anniversari, non volevo promesse, non volevo storie, non volevo bugie, non volevo giochi, non volevo le lenzuola sopra le nostre teste, non volevo che tu mi togliessi la nutella ai lati della bocca, non volevo che tu mi prendessi in giro per la mia voce al telefono.
Non volevo affezionarmi, e ti rifuggevo come se fossi stato il Diavolo, o la Morte, o la mia paura più grande.
Non volevo passare del tempo con te, non volevo vederti mangiare, vederti correre, vederti dormire, vederti arrabbiato, triste, confuso, o peggio, felice, o peggio, eccitato, o peggio, dolce.
Non ero pronta. Non di nuovo. Non ancora.
Ma tu insistevi.
Io scappavo e tu mi rincorrevi.
Io ti dicevo cento no, e tu facevi di tutto per strapparmi un solo sì.
“Io sono diverso” dicevi, e lo dicevi con quell'aria sincera, così sincera che a volte ti credevo quasi.
Facevi tutto quello che nessuno aveva mai fatto per me: c'eri.
Stavi con me.
Stavi con me a tempo perso, e io ti dicevo che dovevo andare e tu mi volevi accompagnare.
Non ricordo nemmeno il giorno in cui non sono più riuscita a mandarti via.
All'inizio era semplice.
“Ma guarda questo, ma chi si crede di essere?”
Poi, lentamente, come i mali peggiori, sei andato ad adagiarti sui miei pensieri, tra i miei desideri, e dirti di no era più doloroso di farti restare.
Come ogni sciocca che si rispetti, ci sono ricascata.
Io.
Io che non ti avevo chiesto niente.
Tu che mi davi così tanto.
Avevi ragione, avevi ragione ad insistere.
Insieme eravamo perfetti, davvero. Un amore di quelli che spezza il fiato, che toglie la fame, che trasforma i volti di chi lo vive, uno di quegli amori che forse si incontra una volta, se si è fortunati.
Non volevo affezionarmi e mi sono innamorata.
E tu?
Tu che mi volevi così tanto, ma così tanto, un giorno, dopo aver avuto più di tanto, dopo aver avuto tutto, mi hai detto che non lo sapevi se era ancora il caso, che forse era meglio stare un po’ da soli, che ti sentivi strano, diverso, distante.
Io ancora oggi non so che dire.
Ancora oggi ho solo una domanda, solo una.
Ma perché?
Perché non mi hai lasciato stare?”

- Susanna Casciani - 



Inizio a provare dell’astio verso quelli che dicono che...

“devi sorridere”
“devi continuare a vivere” 
“devi andare avanti”
“nella vita non c’è solo l’amore”
“devi cambiare prospettiva”
“la vita è bella”
“i prati sono in fiore”
“gli unicorni esistono”. 

 Provateci voi a sorridere con un dito nel culo, perché certi amori sono così, e magari non sono fine, ma insomma…ci siamo capiti.

- Susanna Casciani - 



Sarebbe bello se tu mi amassi
Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.
Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro.
Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa.
Se ti sfogassi con me.
Se mi regalassi un libro.
Se mi scrivessi una lettera.
Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.
Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica. 
Se tu mi amassi.
Se ti piacessero i miei capelli.
Se mi prendessi in giro per la mia voce da bambina.
Se piangendo mi confessassi cosa non smetterà mai di farti male.
Se fossi l’unica di cui ti fidi davvero.
Se potessimo mangiare un gelato insieme sul letto.
Se potessimo ubriacarci insieme. 
Se tu mi amassi.
Se i miei occhi ti incantassero.
Se la voglia del mio corpo ti tenesse sveglio.
Se tu volessi baciarmi ORA.
Se tu volessi cenare con me.
Se tu volessi svegliarti con me.
Se tu volessi prendere un aereo con me, un treno con me.
Se tu volessi camminare accanto a me.

- Susanna Casciani - 



Tanti auguri di buon compleanno alla mia  Laura. Splendida, meravigliosa e carissima figlia. 


La strada vi venga sempre dinanzi
e il vento vi  soffi  alle spalle
e la rugiada bagni sempre l’erba
su cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre
sul vostro volto.
E il pianto che spunta
sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi
di lacrime di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno
pronto ad asciugarvele.
Il sole entri a brillare
prepotentemente nella vostra casa,
a portare tanta luce,
tanta speranza e tanto calore.


  e buona giornata a tutti quanti voi  :-)






sabato 20 maggio 2023

L'acqua della bontà e altre storie

Un frate cappuccino, andando alla questua, entrò un giorno in una casa, dove una donna piangeva. Domandò: - Perché piange, la mia cara donna? 
Quella rispose: - Perché mio marito mi maltratta spesso, mi picchia perfino. Riprese il frate: - So che tu sei buona e perciò capirai il mio rimedio. - Quale rimedio? - interrogò la donna? - Ecco, prendi questa bottiglietta. Quando tuo marito minaccerà tempesta, metti in bocca quest’acqua prodigiosa. Vedrai che il temporale cesserà quasi d’incanto. 
Quando il marito con il suo caratteraccio prepotente incominciava ad urlare, la buona donna si metteva l’acqua in bocca, e quindi, naturalmente, non poteva rispondere. 
Vedendo tanta dolcezza e sentendo silenzio, il marito si calmava: la sua ira sbolliva immediatamente. 
Ritornando, il frate chiese: - E allora come va la mia medicina? Rispose la donna: - Mi costa un mondo di fatica, ma è veramente prodigiosa! - Certo - concluse il buon frate cappuccino, - è nient’altra che acqua di fonte, acqua di bontà... Ne ho qui una bottiglietta anche per suo marito!



 Avvenne una volta che un uomo decise di ripudiare la moglie, poiché non gli aveva dato figli. 
Si presentò allora al rabbino per avere la sua approvazione. 
Il rabbino disse: — Approvo, ma a una condizione. Che come avete fatto festa quando vi siete uniti, così facciate festa ora che vi dividete. 
Fu fatta quindi una gran festa, con danze, cibi prelibati e ottimo vino. 
La donna approfittò dell’occasione per far bere il marito più del solito, così che questi, in preda all’euforia, a un certo punto le disse: — Figliola, puoi portare via dalla mia casa quel che più ti piace; e poi torna alla casa di tuo padre. 
Che cosa fece allora la donna? 
Quando il marito fu addormentato, ordinò ai servi di portare lui e il letto in cui dormiva nella casa di suo padre.



Quando ti chiedi cos’è l’amore,
immagina due mani ardenti che si incontrano,
due sguardi perduti l’uno nell’altro,
due cuori che tremano di fronte all’immensità di un sentimento,
e poche parole per rendere eterno un istante.

- Alan Douar - 


La Grazia del dialogo

Signore Dio, ti lodiamo e ti glorifichiamo 
per la bellezza di questo dono che si chiama dialogo.

E' un "figlio" prediletto di Dio perché è simile alla corrente alternata che rifluisce incessantemente in seno
alla Santa Trinità.

Il dialogo scioglie i nodi, dissipa i sospetti,
apre le porte, risolve i conflitti, fa crescere la persona.
E' vincolo di unità e fonte di fratellanza.
O Signore Gesù, 
quando appare la tensione concedimi l'umiltà necessaria 
per non voler imporre la mia verità contrastando la verità del mio fratello,
fa' che io sappia tacere al momento opportuno 
e aspettare che egli abbia completato il suo pensiero.
Dammi la saggezza per capire 
che nessun essere umano è in grado di possedere 
l'intera verità assoluta,
e che non c'è errore o stravaganza ai miei occhi 
che non racchiuda qualche elemento di verità.
Dammi la saggezza per riconoscere che anch'io,
posso sbagliare su qualche aspetto della verità,
e che dalla verità del fratello posso invece arricchirmi.
E infine dammi la generosità di pensare 
che anch'egli ricerca onestamente la verità,
e di accogliere senza pregiudizi e con benevolenza
le opinioni degli altri.
O Signore Gesù, dacci la grazia del dialogo. Amen

- Padre Ignazio Larranaga - 


Buona giornata di dialogo a tutti e.... tutte. :-)




venerdì 21 aprile 2023

Ti ho perso ed altre poesie - Anileda Xeka

 Ti ho perso per ben due volte e questo è tutto quel che so.
Non sono come tanti, non voglio, 
né cerco un’alternativa diversa,
affinché sembri meno assurda o ingiusta la tua scomparsa.
Il vuoto che in me è senza misura.
Potrei pensare che la tua essenza continui ad esistere
sotto forma di una stella, magari.
Per intere notti, starei a guardare il cielo, se così fosse,
cercando di immaginare quale, tra le più splendenti, tu sia.
Potrei pensare che tu sia diventato un angelo e che da lassù
mi guardi e proteggi, che la tua casa sia un giardino di rose
dai profumi che da sempre in te abitano, che non si senta altro
rumore che il fruscio di un un arcobaleno di petali
che lo sgorgare dell’acqua dalla fonte…
Potrei, ma questo non accadrà.
in questo non/dolore, non/vita 
ho disimparato in fretta a mentirmi.
Benché tenti ad ingannarmi lo squillo del tuo 
telefono ogni qualvolta
che ti chiamo, di certo non sarà la tua voce a rispondermi.
Se metterò piede, in quel che era la mia casa, mia non perché
li nacqui e crebbi, 
ma perché spesso fui per te un figlio con fierezza.
  A dispetto, poi dei trent’anni che pesano sulla bilancia
fui la tua eterna bambina, con ammirazione profonda, 
con una tale gratitudine
che baciarti le mani di continuo non mi bastò mai.
Se tornavo,
tornare è un verbo che non so svolgere che in passato,
come tanti altri d’altronde, li in mezzo alle tue rose e i ligustri,
non saranno le tue braccia ad accogliermi,
pur essendo anche loro tuoi figli, poesie dalle tue mani scritte,
fratelli miei e sorelle.
"Il mio cuore era troppo piccolo" 
mi convince l’unico occhio che è
senza palpebra e in me sentenzia come il peggior giudice.
"Ti amavo tanto" in mia difesa 
sussurrano un tremolio di foglie cadenti.
Vano tentativo, come quello di disseppellire il mio cuore, sperando
che avrei potuto amare quel che tu amavi
ma non si sente che il ronzio fastidioso di una sveglia
che non sa mai zittirsi. Intrappolata sta nel mio torace 
e avvia per quanto assurdo sembri
l’ingranaggio arrugginito che ormai è diventato il mio corpo.

Anileda Xeka -



Non so dare un nome a ciò che provo
e se ha una qualunque importanza
ma ti porto.
negli occhi insonni del pensiero
come un attimo scattato di indelebile
nostalgia.

- Anileda Xeka -



Mi lascerò guidare dalle tue labbra
arrivare sino ai più intimi segreti
quelli che ho chiuso a chiave
nelle mille stanze della mia anima
quelli che saprebbero dirti chi sono.
Ascolterò le mille preghiere
inconfessate a Dio, a me.
Saranno il mio filo di Arianna
per uscire dai labirinti
che da sola costruisco per non trovarmi,
per perdermi senza ritorno
nel buio del battito che tace.
Mi lascerò spogliare dalle tue mani.
Non coprirò il mio viso
la mia pelle
per paura che il tuo desiderio
mi penetri cosi in profondo
da veder me stessa nei suoi occhi
ah i tuoi occhi!
Mi lascerò cercare dalla tua bocca
sarò il tuo bacio atteso
ad ogni sfiorarsi delle labbra
sarò la tua sete la tua acqua
mi lascerò bere
sino all’ultima goccia di me
mi lascerò amare.

- Anileda Xeka -



Non posso salvarti
da me
non chiedermi questo!
Sarebbe come se
elemosinassi
un pezzo di pane
al mendicante
che bussa alla porta
all’ora di pranzo
e
di là in cucina
hai già apparecchiato
per due.

- Anileda Xeka -







Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 18 marzo 2022

da "I pesci non chiudono gli occhi" - Erri de Luca

Si voltò verso di me. Per istinto volevo girarmi dalla parte opposta, ma una forza imprevista mi girò testa e collo dalla parte sua. Si fermò la parlantina che mi era uscita facile mentre non la guardavo.
Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù.
 “Chiudi quei benedetti occhi di pesce.”
 “Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.”
 “Da dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?”
 “Che complimenti? Dico quello che vedo.”
 “Ora basta.” Mi passò le dita sopra gli occhi e poi con quelle dita scese ai lati del naso, passando per la bocca, fino al mento. E mi posò le labbra sulla bocca mezza aperta dalla meraviglia.
“Meraviglia,” dissi quando si staccò, facendolo pianissimo.
 “Questo era tuo. Te lo chiedo ancora, ti piace l’amore?”
 “Be’ sì, se è questo, sì.” Pensai che avrei capito tutti i libri da quel momento in poi.
Se ne aggiunsero ancora, di baci tra le barche. Dopo ognuno mi accorgevo di crescere, più delle ferite. Non chiedeva più di chiudere gli occhi. Vedevo le sue palpebre abbassarsi, e poi serrarsi al momento preciso del contatto di labbra. Mi passò anche le dita tra i capelli, mi studiava la faccia, le spuntava un sorriso e poi di nuovo un bacio. Le mani si facevano carezze.
Restammo seduti di fianco, le ginocchia tirate su. I baci spingevano dai talloni puntati nella sabbia. Risalivano le vertebre fino alle ossa del cranio, fino ai denti. Ancora oggi so che sono il più alto traguardo raggiunto dai corpi. Da lassù, dalla cima dei baci si può scendere poi nelle mosse convulse
dell’amore.
Scorro da molto tempo sopra scritture sacre, senza spunto di fede. Nella lettura gusto l’alfabeto antico, la mia conoscenza avviene nella bocca. L’ebraico antico gira come un boccone tra lingua, saliva, denti e sella di palato. Aperto a ogni risveglio, è un avanzo di manna, prende i gusti desiderati sul momento, come succede ai baci.
La prima coppia umana, creata in un giardino il giorno sesto, ebbe sopra di sé la prima notte sconfinata. A loro insaputa spuntò nei corpi l’appetito, la sete, l’entusiasmo e il sonno. La prima notte, sconosciuta, sembrò a loro il resto del giorno uno, sbriciolato in puntini luce. 
Non sapevano se sarebbe tornato il sole, allora si abbracciarono. Le bocche si trovarono accanto e inventarono il bacio, il primo frutto della conoscenza. Era mercurio quella conoscenza, un liquido sensibile alla temperatura dei corpi. So quella prima volta perché l’ho avuta anch’io quell’ora sulla bocca, nel loro identico istante, su una sabbia di mare, il cielo scoperchiato sulla testa.

La stanza tra le barche fu schiarita dalla luna salita sulla prua di fronte. 
Ci staccammo, le labbra intorpidite. La via verso le case fu alla cieca, perdendola affiancati. A un bivio ci  separammo, sciogliendoci le mani senza necessità di altro saluto. Eva e lo sposo suo, usciti dal giardino, avevano già avuto tutto il bene del mondo. La vita aggiunta dopo, lontano da quel posto, è stata una divagazione.

Adesso e qui sta bene la parola fine, sorella minore di confine e di finestra chiusa.

- Erri de Luca -
da "I pesci non chiudono gli occhi" Feltrinelli Editore



“Nel mio vocabolario personale affido alla parola viaggio uno statuto speciale. Per me è quello che si fa a piedi. È viaggio la scalata, il pellegrinaggio, l’ incolonnamento di migratori sulle piste di Africa e di Oriente, lo scavalcamento di frontiere dei contrabbandieri. 
Viaggio è quello che procede alla velocità del piede umano. 
Il resto non incluso in questo campo, si riduce per me a spostamento con mezzi di trasporto.
Da quando vado in giro e in gita a fare incontri pubblici, schizzando da una destinazione all’altra all’interno di treni e aerei, chiamo spostamenti queste traiettorie da palla di biliardo.

(Erri De Luca)


"Ti amo" è una frase semplicissima. Eppure non riesco a pensare a parole dotate di maggior potere. Non stanchiamoci mai di esprimere il nostro amore, come non ci saziamo mai di sentirlo espresso. 
"Ti amo" è il più potente dei messaggi...pronunciamolo ovunque e ogni qual volta l'amore sia presente. 
"Nel mondo c'è più fame d'amore che di pane"



Buona giornata a tutti :-)

mercoledì 16 marzo 2022

Gli occhi della mia donna non sono come il sole - William Shakespeare

                                 Gli occhi della mia donna non sono come il sole;
il corallo è assai più rosso del rosso delle sue labbra;
se la neve è bianca, allora i suoi seni sono bigi;
se i capelli sono crini, neri crini crescono sul suo capo.

Ho visto rose damascate, rosse e bianche,
ma tali rose non le vedo sulle guance;
e in certi profumi c'è maggior delizia
che non nel fiato che la mia donna esala.

Amo sentirla parlare, eppure so
che la musica ha un suono molto più gradito.
Ammetto di non aver mai veduto incedere una dea,
ma la mia donna camminando calca la terra.

Eppure, per il cielo, credo il mio amore tanto raro
quanto qualsiasi donna travisata da falsi paragoni.

- William Shakespeare -


“Con la tua immagine e con il tuo amore,
tu, benché assente, mi sei ogni ora presente.
Perché non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri;
ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te.” 

- William Shakespeare -


L'amore è cieco, e il buio gli si addice.

- William Shakespeare -



Buona giornata a tutti. :-)

martedì 8 marzo 2022

Preghiera per la donna - Pio XII, 2 agosto 1958

 « O piena di grazia e benedetta fra le donne » (Luc. I, 28, 42), Maria, distendi, te ne preghiamo, la mano della tua materna protezione sopra di noi, tue figlie, che ci stringiamo intorno al tuo trono di Regina, come falangi docili ai tuoi cenni e risolute ad attuare col tuo ausilio in noi stesse e nelle nostre sorelle l'ideale della verità e della perfezione cristiana. 

In te si fissa ammirato il nostro sguardo, o immacolata Fanciulla, prediletta dal Padre! O Vergine Sposa dello Spirito Santo! O Madre tenerissima di Gesù! Ottienici dal tuo Figlio divino di poter rispecchiare in noi le tue eccelse virtù in ogni età e condizione. 

Fa che noi siamo intemerate e pure nei sentimenti e nei costumi; verso i nostri sposi compagne dolci, affettuose, comprensive; verso i nostri figli madri diligenti, vigili, sagge; amministratrici accorte dei nostri focolari domestici; cittadine esemplari della nostra amata patria; figlie fedeli della Chiesa, pronte a lasciarci da essa guidare nel pensiero e nell'azione. 

Aiutaci, o Madre nostra amorosissima, ad essere veramente osservanti dei doveri del nostro stato e a fare delle nostre dimore centri di vita spirituale e di operante carità, scuole di formazione delle coscienze e giardini di tutte le virtù; assistici, affinché anche nella vita sociale e pubblica sappiamo essere esempi di fede profonda, di pratica cristiana costante e amabile, d'incorrotta integrità e di giusto equilibrio fondato sui più solidi principi religiosi. 

Benedici i nostri propositi e le nostre fatiche, e come da te siamo ispirate ad intraprenderle, così col tuo aiuto ci sia dato di vederne gli abbondanti frutti nel tempo e nella eternità. Così sia!

- Papa Pio XII - 


“E qui vorrei sottolineare come la donna abbia una sensibilità particolare per le “cose di Dio”, soprattutto nell'aiutarci a comprendere la misericordia, la tenerezza e l’amore che Dio ha per noi. 
A me piace anche pensare che la Chiesa non è “il” Chiesa, è “la” Chiesa. 
La Chiesa è donna, è madre, e questo è bello. Dovete pensare e approfondire su questo.”

(Papa Francesco, nel XXV anniversario della "Mulieris Dignitatem")


Dipinto: (Daniel F Gerhartz)

Certo che le donne sono un’altra razza. (…) 
Sono maestre di dignità le donne. Non bisogna lasciarsi distrarre dall’ ondeggiare dei fianchi se vogliamo capire qualcosa di loro, dobbiamo soltanto guardarle negli occhi perché i loro occhi dicono quello che le bocche sanno tacere. Sì, le donne sono un’altra razza. Spesso ci camminano a fianco così leggere che neanche ce ne accorgiamo. 
Quasi sempre, però, ci precedono e basterebbe solo seguirle per capirne di più. Seguirle con poco orgoglio e molto rispetto. 
Per essere più uomini. Un po’ più uomini, almeno. 

- Antonello De Sanctis -


Le donne sono come fiori:
se cerchi di aprirli con la forza,
i petali ti restano in mano e il fiore muore.
Perchè solamente con il calore
si schiudono.
E l’amore e la tenerezza insieme
sono il sole per una donna.
Avrei dovuto semplicemente amarla.
Poi sarebbe stato tutto naturale.
Perchè una donna quando si sente amata,
si apre e dà tutto il suo mondo. 


- Fabio Volo -


Buona giornata a tutti :-)

domenica 6 marzo 2022

Il colore del cuore di una donna - Casey S.Leasure

 La donna ascolta il vento e sente che le dice:
“Tu vali tanto”.
La donna rivolge il viso al sole
e chiude gli occhi,
per vedere gli angeli della Gioia
che scendono per baciarla
e spingerla in alto.
Piega i suoi pensieri come un arcobaleno,
quando danza
con le sue energie creative
tocca i colori di tutti i suoni
che l’universo le invia
Attento al suo canto!
è il colore del cuore di una donna.

- Casey S.Leasure -


La vera donna non ha bisogno di competere con l’uomo; è un essere dotato di qualità specifiche che è assurdo paragonare a quelle maschili. 
La donna in comunione, in cooperazione assoluta con il suo uomo, intraprende il cammino dell’amore, della verità, del rispetto delle leggi universali. 
Una vera donna cammina verso il futuro con amore, con dedizione e accettazione. Ha uno sguardo sereno e parla con dolcezza e rispetto; c’è tenerezza nel suo cuore. 
La sua energia è costituita da vibrazioni più sottili che la elevano ad un livello più spirituale. 
Per questo ancor oggi si dice: “La donna apre all’uomo la porta dell’eternità; la vera donna è una semi dea, figlia della Pachamama, della Grande Madre Cosmica, fonte di vita Eterna”. 
E così lei è il cammino verso l’eternità, la strada che permette di fondersi con l’infinito per imparare a comprendere e a realizzarsi nella vita. 

- Hernan Huarache Maamani  -
da La profezia della Curandera




Oggi riflettevo che tutte le persone che hanno rappresentato un punto fermo nella mia vita sono state delle donne. 
Senza nulla togliere agli uomini della mia vita, compreso i miei due figli, oggi posso affermare che le donne sagge, sciamane, mi hanno “guarito”, donne non più giovani, donne capaci di guardare oltre, di dare come si dà il seme alla terra, senza forzare, ma lasciando che il seme riposi e poi germogli… 
Voglio ringraziare quelle donne, compreso mia mamma, che mi hanno permesso di essere quella che sono oggi, senza la loro luce i miei occhi oggi sarebbero spenti. Grazie!

 Loretta Martello -
da La via della Luce Femminile




Buona giornata a tutti :-)