venerdì 20 gennaio 2012

Preghiera dei Vincenziani – San Vincenzo de’ Paoli -

Signore, fammi buon amico di tutti,
fa' che la mia persona ispiri fiducia
a chi soffre e si lamenta.
A chi cerca luce lontano da Te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.

Signore aiutami,
perché non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente, con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.

Signore, dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall'egoismo,
perché ti possa servire,
perché ti possa amare,
perché ti possa ascoltare,
in ogni fratello che mi fai incontrare.


(San Vincenzo de’ Paoli)






Vincenzo de' Paoli, nome originale Vincent de Paul (1581-1660), fino a quindici anni fece il guardiano di porci per poter pagarsi gli studi. Ordinato sacerdote a 19 anni, nel 1605 mentre viaggiava da Marsiglia a Narbona fu fatto prigioniero dai pirati turchi e venduto come schiavo a Tunisi. Venne liberato dal suo stesso «padrone», che convertì. Da questa esperienza nacque in lui il desiderio di recare sollievo materiale e spirituale ai galeotti. Nel 1612 diventò parroco nei pressi di Parigi. E’ stato fondatore e ispiratore di numerose congregazioni religiose come la Congregazione della Missione i cui membri sono comunemente denominati “Lazzaristi”, le Figlie della Carità ricordate come le “Dame della Carità” (1633) e la Società San Vincenzo de’ Paoli comunemente denominata “La San Vincenzo”. Diceva ai sacerdoti di S. Lazzaro: «Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto». Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità. E da insolito «ministro» organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Papa Benedetto XIII lo ha proclamato beato il 13 agosto 1729 e papa Clemente XII lo ha canonizzato il 16 giugno 1737. Attualmente il suo corpo è esposto  nella Cappella dei Lazzaristi,  95, rue de Sèvres a Parigi. La sua memoria liturgica è il 27 settembre. È considerato il più importante riformatore della carità della Chiesa cattolica. La sua opera ispirò Giuseppe Benedetto Cottolengo, fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza.



Buona giornata a tutti. :-)


 

giovedì 19 gennaio 2012

Beati i miti – Card. Carlo Maria Martini -

Mi piace riportare l'opinione di un illustre esegeta, il padre
Jac­ques Dupont, di cui condivido la conclusione:
"La mitezza di cui parla la beatitudine non è altro che quell'
aspetto dell'umiltà che si manifesta nell'affabilità messa in
atto nei rapporti con il prossimo. Tale mitezza trova la sua
illustrazione e il suo perfet­to modello nella persona di Gesù,
mite e umile di cuore. In fondo, tale mitezza ci appare come una forma della carità, pa­ziente e delicatamente attenta nei riguardi altrui".
Comprendiamo allora perché Gesù promette ai miti il pos­sesso della terra. La rinuncia alla vendetta, infatti, la rinuncia al­la sopraffazione, alla prepotenza, fa trovare al cristiano, in ogni occasione, la via per aprire spazi alla misericordia della verità, alla costruzione di un nuovo volto della società.
Naturalmente, la mentalità evangelica della mitezza matura soltanto lentamen­te nel singolo cristiano e ancora più lentamente nell'esperienza dei popoli. Bisogna essere passati per molte prove, delusioni, amarezze, sconfitte, per capire che la violenza di ogni tipo, compresa quella morale e ideologica, è alla fine perdente.

Vi offro tre spunti di riflessione che vi permetteranno di co­gliere il messaggio permanente della parola di Gesù.

1.      Con la beatitudine dei miti Gesù condanna chiaramente ogni forma di prepotenza. La prepotenza non paga. Quindi i prepotenti, che si ritengono felici in questo mondo, sono in realtà degli sventurati, perché il loro potere è logorato alla radi­ce
ed essi cadranno come un vaso di argilla che viene frantu­mato.

2.      Il messaggio di Gesù promuove il coraggio della non vio­lenza. I Padri della Chiesa, che hanno commentato a lungo il brano evangelico delle beatitudini, vedono la mitezza proprio come la rinuncia alla violenza, alla vendetta, allo spirito
vendi­cativo.

3.      È importante coltivare lo spirito di dolcezza, di mitezza, di ac­coglienza, di capacità di amicizia e di relazioni autentiche e vere.

(Card. Carlo Maria Martini)
Discorso della montagna e guarigione del lebbroso
Cosimo Rosselli (Firenze 1439 – 1507).
Cappella Sistina, Città del Vaticano, in Roma (Italy)

 Nella primavera del 1481 fu inviato da Lorenzo Il Magnifico insieme ad altri artisti a dipingere la Cappella. Rosselli realizzò i tre affreschi della Discesa dal Monte Sinai, il Discorso della montagna e guarigione del lebbroso, infine l'affresco con l’Ultima Cena.
L’affresco riprende principalmente due episodi biblici, il Discorso della Montagna, a sinistra, dove Gesù pronuncia il sermone circondato dai dodici apostoli e dalla folla. Gli apostoli sono posti alle spalle di Gesù mentre la folla è raffigurata di fronte, le donne indossano quasi tutte un velo bianco ed in primo piano si vede un uomo vestito di nero di spalle mentre discute.




mercoledì 18 gennaio 2012

Signore, quando avrò fame – Madre Teresa di Calcutta -

Signore, quando avrò fame,
dammi qualcuno che ha bisogno di mangiare;
Signore, quando avrò sete,
dammi qualcuno che ha bisogno di acqua;
Signore, quando avrò freddo,
dammi qualcuno che ha bisogno di calore.
Signore, quando soffrirò,
dammi qualcuno che ha bisogno di consolazione;
Signore, quando la mia croce sembrerà pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
Signore, quando mi sentirò povera,
mettimi al fianco di qualcuno più bisognoso.
Signore, quando vorrò che gli altri mi comprendano,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione.
Signore, rendimi degna, di servire i fratelli,
dà loro, attraverso le queste mani,
non solo il pane di tutti i giorni,
ma anche il nostro amore misericordioso,
immagine del tuo.


(Madre Teresa di Calcutta)


  La Madonna dovette svuotarsi prima di essere piena di grazia. Dovette dichiarare di essere schiava del Signore prima che Dio potesse riempirla. Così anche noi dobbiamo essere vuoti di ogni superbia, di ogni gelosia, di ogni egoismo, prima che Dio possa riempirci.
(Madre Teresa di Calcutta)

martedì 17 gennaio 2012

Amore, che mi formasti – Padre David Maria Turoldo -

Amore, che mi formasti
a immagine dell'Iddio che non ha volto,
Amore che sì teneramente
mi ricomponesti dopo la rovina,
Amore, ecco, mi arrendo:
sarò il tuo splendore eterno.

Amore, che mi hai eletto fin dal giorno
che le tue mani plasmarono il corpo mio,
Amore, celato nell'umana carne,
ora simile a me interamente sei,
Amore ecco, mi arrendo:
sarò il tuo possesso eterno.


Amore, che al tuo giogo
anima e sensi, tutto m'hai piegato,
Amore, tu m'involi nel gorgo tuo,
il cuore mio non resiste più,
ecco, mi arrendo, Amore:
mia vita ormai eterna.



(Padre David Maria Turoldo)



Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 16 gennaio 2012

Sei una meraviglia - Jack Canfield e Mark Victor Hansen -

E tu, lo sai cosa sei?
Sei una meraviglia.
Sei unico.

In tutti gli anni che sono trascorsi
non c'è mai stato un altro bambino come te.

Le tue gambe, le tue braccia,
le tue dita abili,
il modo in cui ti muovi.

Potrai diventare uno Shakespeare,
un Michelangelo,
un Beethoven.

Hai la capacità di fare qualunque cosa:
ricavare cibo dalla terra o fare,
di tanti piccoli mattoni,
una grande casa;
guidare un treno,
pilotare un aereo
o insegnare matematica.

Si, sei una meraviglia.

E quando crescerai,
potrai allora far del male a un altro che sarà,
come te, una meraviglia?

Bisogna lavorare - tutti noi dobbiamo lavorare -
per rendere il mondo degno dei suoi bambini.

(J.Canfield & M.V.Hansen)
Fonte: “Brodo caldo per l'anima” di  Jack Canfìeid e  Mark Victor Hansen,  Armenia Edizioni, 2004)

Jack Canfield - Famosissimo negli Stati Uniti, è il cocreatore della fenomenale serie Chicken Soup for the Soul® “Una tisana calda per l’anima” (Essere Felici), al primo posto nella lista di bestseller del New York Times. È il massimo esperto americano nella creazione di svolte fondamentali per imprenditori, dirigenti d’azienda, manager, professionisti della vendita, lavoratori dipendenti ed educatori. Canfield ha aiutato centinaia di migliaia di persone a realizzare i propri sogni. Attraverso i suoi seminari,  ha diffuso il potere delle strategie di focalizzazione degli obiettivi personali ed aziendali, in ben dodici paesi in tutto il mondo.
Mark Victor Hansen (americano, nato nel gennaio 1948) è ispiratore, oratore motivazionale, formatore e autore. E’ tra i più rispettati esperti nell’ambito del potenziamento umano. Egli è più noto come fondatore e co-creatore dei libri della serie “Una tisana calda per l’anima”. I suoi libri sono stati tradotti in 54 lingue di cui sono state stampate oltre 140 milioni di copie. La sua profonda convinzione è che tutto sia veramente possibile. Da oltre 30 anni,  i suoi potenti messaggi di possibilità, opportunità, e di azione hanno contribuito a creare un sorprendente cambiamento in milioni di persone in tutto il mondo, appartenenti a  tutti i ceti sociali, a rimodellare la loro personale visione di ciò che è possibile fare, diventare.





domenica 15 gennaio 2012

Preghiera alla Madonna di Loreto

O Maria, ci rivolgiamo a Te,
nella tua santa Casa di Loreto,
memoria del mistero di Dio fatto uomo
nel tuo seno purissimo
per opera dello Spirito Santo.
Adoriamo il prodigioso evento,
segno stupendo dell'amore di Dio per noi:
il tuo esempio ci incoraggia
ad affidarci al tuo amato Figlio
nell'edificare la nostra vita
sulla parola del Vangelo.

Madre di misericordia,
ottienici da Gesù il perdono
e la liberazione dal male;
ottieni per l'intera umanità,
ancora dominata dall'odio e dall'egoismo,
la salvezza e la pace.
Sulle orme degli innumerevoli pellegrini,
che da sette secoli accorrono in questa Casa,
veniamo a deporre nelle tue mani
il nostro impegno di vera e profonda conversione.
Possa la tua Casa di Nazaret
diventare per le nostre case
modello di fede vissuta e di intrepida speranza,
affinché nelle chiese domestiche
cresca la Santa Chiesa
e dappertutto si diffonda l'amore di Cristo.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Amen.

Il santuario di Loreto "secondo l'antica e viva tradizione" venera la Casa nazaretana della Madonna. La dimora terre­na di Maria a Nazareth era costituita da due parti: da una Grotta scavata nella roccia, tuttora venerata nella basilica dell'Annunciazione di Nazareth, e da una “Casa in mura­tura", antistante e sovrastante la Grotta.
Secondo la tradizione nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina con la perdita del porto di Akko la Casa in muratura della Madonna fu tra­sportata, "per ministero angelico", prima in Illiria e poi nel territorio di Loreto (1294). Oggi, in base agli scavi archeo­logici effettuati sotto la S. Casa (1962-1965) e a studi filo­logici e iconografici si avanza l'ipotesi, ben fondata, secon­do cui le pietre della S. Casa sarebbero state trasportate a Loreto su nave, via mare, dai cristiani.
Qualcuno, sulla base di segni
 archeologici e storici, indica quale protagonista del trasporto delle pietre del sacello da Nazareth nell'Illiria gli "Angelo", despoti dell'Epiro dal 1204 al 1318. Anche antiche immagini della traslazione raffigu­rano le pietre della S. Casa e lo stesso sacello dentro una nave pilotata da uomini e scortata dall'alto dentro una nube, dalla Vergine col Bambino. In alcune pietre sono stati rinvenuti grafiti che gli esperti giudicano simili a quelli tro­vati a Nazareth e nei santuari  della Palestina. La S. Casa, nel suo nucleo originario, è costituita da solo 3 pareti, per­chè la parte orientale - ove sorge l'altare - fin dalle origini ha subito profonde trasformazioni. C'è chi dice che questa parte a Nazareth poggiasse sulla roccia.
Qualunque sia la verità sul trasporto della Santa Casa – per ministero angelico o per iniziativa umana, essa pure ispirata dall’alto – è certo che Loreto ha un legame tutto speciale con la dimora nazaretana di Maria. Le venerate pareti hanno conosciuto la sofferenza e la morte: qui accorrono pellegrini infermi da ogni parte. Vengono a chiedere conforto e sollievo alla Madonna nella sofferenza. Qualche volta il sorriso della Madre opera guarigioni. Più spesso la sua carezza scende nei cuori infondendo fiducia e coraggio nel duro percorso della sofferenza.
La statua della Madonna, oggi esposta alla venerazione dei fedeli nella Santa Casa, è di legno di cedro ricoperto da un ampio e prezioso manto detto "dalmatica" - sul quale sono appesi doni votivi. Esso imita la statua più antica - forse la prima esposta nel sacello - che bruciò nel 1921. La statua attuale venne incoronata a Roma il 5 settembre 1922 da papa Pio XI e portata solennemente a Loreto il 7 settembre dello stesso anno. Il 4 ottobre 1962 Papa Giovanni XXIII, pellegrino a Loreto alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano II, incoronò ancora una volta la statua della Madonna. I volti della Madonna e del Bambino sono neri perchè scolpiti su legno di cedro del Libano già di per se scuro e per di più tinteggiato.




sabato 14 gennaio 2012

Il nuovo giorno - Madeleine Delbrêl -

Inizia un altro giorno.

Gesù vuol viverlo in me. Lui non si è isolato.
Ha camminato in mezzo agli uomini.
Con me cammina tra gli uomini d'oggi.

Incontrerà
ciascuno di quelli che entreranno nella mia casa,
ciascuno di quelli che incrocerò per la strada,
altri ricchi come quelli del suo tempo, altri poveri,
altri eruditi e altri ignoranti,
altri bimbi e altri vegliardi,
altri santi e altri peccatori,
altri sani e altri infermi.

Tutti saranno quelli che egli è venuto a cercare.
Ciascuno, colui che è venuto a salvare.

A coloro che mi parleranno, egli avrà qualche cosa da dire.
A coloro che verranno meno, egli avrà qualche cosa da dare.
Ciascuno esisterà per lui come se fosse il solo.
Nel rumore egli avrà il suo silenzio da vivere.
Nel tumulto, la sua pace da portare.
Gesù, in tutto, non ha cessato di essere il Figlio.
Vuole in me rimanere legato al Padre.

Dolcemente legato,
ogni secondo,
sospeso su ciascun secondo,
come un sughero sull'acqua.

Dolce come un agnello
di fronte a ogni volontà del Padre.

Tutto sarà permesso in questo giorno che viene,
tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì.

Il mondo dove Lui mi lascia per esservi con me
non può impedirmi di essere con Dio;
come un bimbo portato sulle braccia della madre
non è meno con lei
per il fatto che lei cammina tra la folla.

Gesù, dappertutto, non ha cessato d'essere inviato.
Noi non possiamo esimerci d'essere,
in ogni istante,
gl'inviati di Dio nel mondo.

Gesù in noi, non cessa di essere inviato,
durante questo giorno che inizia,
a tutta l'umanità, del nostro tempo, di ogni tempo,
della mia città e del mondo.

Attraverso i fratelli più vicini ch'egli ci farà
servire amare salvare,
le onde della sua carità giungeranno
sino in capo al mondo,
andranno sino alla fine dei tempi.

Benedetto questo nuovo giorno che è Natale per la terra,
poiché in me Gesù vuole viverlo ancora.


(Madeleine Delbrêl)
Fonte: Il piccolo monaco, Gribaudi ed, Torino, 1990


alba su Medjugorie 2011

Dio è padre; Cristo è nostro fratello; la Madonna è la nostra Madre di grazia: ed allora? Pregare per la pace, la grazia, la fraternità, non si sbaglia mai!

(Giorgio La Pira)


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it







venerdì 13 gennaio 2012

Ti auguro Tempo - Elli Michler -

 Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.



(Elli Michler)
Fonte: La poesia è pubblicata nel libro, Dir zugedacht (Dedicato a te), Wunschgedichte, © Don Bosco Verlag, München, 19. Aufl. 2004



giovedì 12 gennaio 2012

Signore Misericordioso e gentile – Cardinale John Henry Newman

Signore misericordioso e gentile,
molto paziente e ricco in pietà,
ho peccato contro te;
miserabile che sono,
ho peccato, Signore, contro te,
e molto e con malizia,
concentrandomi su vanità e bugie.

Non ti nascosto nulla:
non cerco scuse.
Ti do gloria, Signore, Oggi,
denuncio me stesso per le mie colpe;
davvero ho peccato contro il Signore,
mi sono comportato così così,
ho peccato e corrotto
quel ch’era giusto,
anche se non ne ho avuto
in cambio vantaggi.

Cosa devo dire adesso?
Che dire?
Che cosa devo rispondere,
se mi rendo conto di quanto ho fatto?
Sono senza scuse, senza difesa:
mi sono condannato da solo.
Ho dissipato me stesso.
Tua, Signore, è la rettitudine,
mio il turbamento,
perché tu sei giusto
in quel che mi è accaduto,
poiché tu hai fatto bene il bene,
ho agito io con cattiveria.
E ora, Signore, qual è la mia speranza?
In verità, è in te,
se mi rimane una speranza di salvezza,
se la tua bontà copre
la moltitudine dei miei peccati.

(Beato John Henry Newman)
   Fonte: “Ho pensato  a te, Signore. Preghiamo con John Henry Newman"

  Ebbrezza di Noè
  Giovanni Bellini (1514)
  Museo des Beaux-Arts, Besançon (Francia)
  I tre figli di Noè (Cam, Sem e Iafet) coprono con una coperta la nudità del padre ubriaco, cercando di non guardarlo. Sullo sfondo un vigneto.


mercoledì 11 gennaio 2012

Il figlio – Pablo Neruda -

Sai da dove vieni?
... vicino all'acqua d'inverno
io e lei sollevammo un rosso fuoco
consumandoci le labbra
baciandoci l'anima,
gettando al fuoco tutto,
bruciandoci la vita.

Così venisti al mondo.
Ma lei per vedermi
e per vederti un giorno
attraversò i mari
ed io per abbracciare
il suo fianco sottile
tutta la terra percorsi,
con guerre e montagne,
con arene e spine.
Così venisti al mondo.

Da tanti luoghi vieni,
dall'acqua e dalla terra,
dal fuoco e dalla neve,
da così lungi cammini
verso noi due,
dall'amore che ci ha incatenati,
che vogliamo sapere
come sei, che ci dici,
perché tu sai di più
del mondo che ti demmo.
Come una gran tempesta
noi scuotemmo
l'albero della vita
fino alle più occulte
fibre delle radici
ed ora appari
cantando nel fogliame,
sul più alto ramo
che con te raggiungemmo.
(Pablo Neruda)
Fonte: “I versi del Capitano” di Pablo Neruda, Ed. Passigli, 2001




Pablo Neruda con Matilde Urrutia (nata del 1912 e morta nel 1985). Matilde, cantante cilena, fu la terza moglie di Neruda. 
Si incontrarono a Santiago nel 1946, iniziò fra di loro una relazione sfociata nel 1966 nel matrimonio. 
Rimasero insieme fino alla morte del poeta avvenuta nel 1973. 
Dopo la morte di Neruda, Urrutia ha curato la pubblicazione del suo libro di memorie, Confieso que he vivido ("Confesso di aver vissuto"). 

Buona giornata a tutti. :-)






martedì 10 gennaio 2012

Le chiusure - Jean Vanier -

I due grandi pericoli di una comunità sono gli "amici" e i "ne­mici".
Molto presto la gente che si somiglia si mette insieme; fa molto piacere stare accanto a qualcuno che ci piace, che ha le nostre stesse idee, lo stesso modo di concepire la vita, lo stesso tipo di umorismo.
Ci si nutre l'uno dell'altro; ci si lusinga:
"sei meraviglioso", "anche tu sei meraviglioso", "noi siamo meravi­gliosi perché siamo i furbi, gli intelligenti."
Le amicizie umane possono cadere molto in fretta in un club di mediocri in cui ci si chiude gli uni sugli altri; ci si lusinga a vicenda e ci si fa cre­dere di essere intelligenti.

Allora l' amicizia non è più un inco­raggiamento ad andare oltre, a servire meglio i nostri fratelli e sorelle, a essere più fedeli al dono che ci è stato dato, più atten­ti allo Spirito, e a continuare a camminare attraverso il deserto verso la terra promessa della liberazione.

L'amicizia diventa soffocante e costituisce un ostacolo che impedisce di andare verso gli altri, attenti ai loro bisogni.
Alla lunga, certe amicizie si trasformano in una dipendenza affettiva che è una forma di schiavitù.
  (Jean Vanier)
   Fonte:  “La comunità luogo del perdono e della festa” di Jean Vanier



19 giugno 1997, Papa Giovanni Paolo II, nel corso di una solenne e suggestiva cerimonia in Vaticano, alla quale erano presenti portatori di handicap mentale con i loro assistenti, ha consegnato personalmente a Jean Vanier il Premio Paolo VI 1997, indetto nell'ambito della difesa dei diritti umani e dello sviluppo dei popoli.
Vanier fondatore delle Comunità dell'Arche e il movimento Foi et Lumière: "In una società che emargina i deboli e minaccia la loro vita in nome d'una pretesa libertà, la pedagogia della condivisione della vita delle persone portatrici di handicap mentale, vissuta con estrema semplicità e povertà da Jean Vanier e dagli assistenti delle Comunità dell'Arche, costituisce nel contempo una affermazione ideale ed un concreto riconoscimento del valore unico e irripetibile di ogni persona umana”.



Buona giornata a tutti. :-)