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martedì 6 giugno 2017

La SS. Eucarestia - San Giovanni Maria Vianney

Il buon Dio vuole donarsi a noi nel sacramento del suo amore: per questo ci ha donato un desiderio immenso che lui solo può soddisfare... 
Accanto a questo bel sacramento, siamo come una persona che muore di sete accanto ad un fiume, quando basterebbe si piegasse per avvicinarsi all’acqua!... 
Oppure come una persona che resta povera accanto ad un tesoro, quando sarebbe sufficiente per lei allungare la mano! 
Oh! se i cristiani potessero capire le parole di Nostro Signore: «Malgrado la tua miseria, voglio vedere da vicino questa bella anima che ho creato per me. L’ho fatta così grande che solo io posso soddisfare le sue aspirazioni. 
L’ho fatta così pura che solo il mio corpo può nutrirla». Figli miei, non c’è nulla di tanto grande ed importante quanto l’Eucaristia! 
Paragonate tutte le buone opere del mondo con una comunione fatta bene: appariranno come un granello di polvere rispetto ad una montagna.

- San Giovanni Maria Vianney -




Se ci rendessimo conto di quanti e quali beni sono racchiusi nella santa comunione, nient’altro riuscirebbe ad accontentare il nostro cuore. 
L’avaro non cercherebbe più i suoi tesori, né l’ambizioso la gloria; tutti lascerebbero questo mondo, scuotendosi di dosso la polvere e si innalzerebbero verso il cielo. 
Chi fa la comunione si perde in Dio come una goccia d’acqua nell’oceano. 
Non è più possibile separarli. Se qualcuno ci chiedesse, subito dopo che abbiamo fatto la comunione: «Che cosa portate a casa con voi? noi potremmo rispondere; «Porto il paradiso». Un santo diceva che noi siamo dei Porta-Dio. E proprio vero, purtroppo, però: non abbiamo abbastanza fede. 
Non ci rendiamo conto della nostra dignità. 
Dopo aver partecipato alla sacra mensa eucaristica, dovremmo essere tanto felici quanto lo sarebbero stati i magi se avessero potuto portare con sé il Bambino Gesù.

Quando facciamo la santa comunione, sentiamo qualche cosa di straordinario, un benessere che attraversa tutto il corpo, diffondendosi sino alle estremità. Che cos’è questo benessere? 

È Nostro Signore che si propaga in tutte le parti del nostro corpo facendole vibrare. 

Non possiamo non dire, come san Giovanni; «È il Signore!». 

Chi non sente proprio nulla è da compatire, non c’è dubbio. 

Non mi piace l’abitudine che hanno molti di mettersi subito a leggere dopo aver ricevuto l’Eucaristia. 

Oh, no! a che serve la parola degli uomini quando è Dio a parlare?... 

Bisogna ascoltare ciò che il buon Dio dice al nostro cuore. 

Prendete un vaso pieno di liquore e tappatelo con cura: solo così conserverete il liquore per tutto il tempo che vorrete. 

Allo stesso modo, se dopo la comunione custodiste con cura Nostro Signore nel raccoglimento, sentireste più a lungo quel fuoco che divora e che sicuramente alimenterebbe in voi la propensione al bene e l’avversione per il male.


- San Giovanni Maria Vianney -

Il Magistero di Benedetto XVI - 
Regina Caeli, 22 aprile 2012

Buona giornata a tutti. :-)






sabato 22 aprile 2017

Pensieri del Santo curato d’Ars

Tutti gli esseri della creazione hanno bisogno di nutrirsi per vivere; per questo il buon Dio ha fatto crescere gli alberi e le piante; è una bella tavola ben servita dove tutti gli animali vengono a prendere ognuno il cibo che gli conviene. Ma anche l’anima deve nutrirsi...  Quando Dio volle dare un nutrimento alla nostra anima, per sostenerla nel pellegrinaggio della vita, Egli pose il suo sguardo sulla creazione e non trovò nulla che fosse degna di lei. Allora si ripiegò su se stesso e decise di dare se stesso… O anima mia, quanto sei grande, dal momento che soltanto Dio può appagarti!

- Santo curato d'Ars - 



Quando Nostro Signore viene ad abitare in un’anima, è contento e riempie l’anima di gioia e di felicità e le comunica quell’amore generoso di fare tutto e di soffrire tutto per piacergli. 

Non dite che non ne siete degni. 

È vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno. Se Nostro Signore avesse avuto in mente il nostro esser degni, non avrebbe mai istituito il suo sacramento d’amore, perché nessuno al mondo ne è degno, ma Egli pensava ai nostri bisogni e ne abbiamo tutti bisogno.


- Santo curato d'Ars - 



Gesù ha detto: «Tutto ciò che domanderete al Padre mio in mio nome, egli ve lo concederà». 
Mai avremmo pensato di chiedere a Dio il suo unico Figlio. 
Tuttavia ciò che l’uomo non avrebbe mai potuto immaginare, Dio l’ha fatto. Ciò che l’uomo non può né dire né concepire e che mai avrebbe osato desiderare, Dio, nel suo amore, l’ha detto, concepito e realizzato. 
Avremmo mai osato dire a Dio di far morire suo Figlio per noi, di darci la sua carne da mangiare e il suo sangue da bere? Senza la divina Eucaristia, non ci sarebbe felicità a questo mondo e la vita sarebbe insopportabile. 
Quando riceviamo la santa comunione, riceviamo la fonte della nostra gioia e felicità. - 

- Santo curato d'Ars - 





"Nostro Signore è là, 
nascosto,
in attesa che andiamo a trovarlo 
e gli rivolgiamo le nostre domande.
E' là, nel Sacramento del suo amore
che sospira ed intercede continuamente 
presso il Padre per i peccatori ...
Quanto gli è gradito anche solo un quarto d'ora 
rubato alle nostre occupazioni, 
alle sciocchezze di ogni giorno,
per andare a fargli visita, 
a rivolgergli una preghiera, 
a consolarlo di tutte le ingiurie che riceve ..
.


Dagli insegnamenti del Santo Curato d'Ars


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 2 febbraio 2017

Pregare e fare sacrifici per la santificazione dei sacerdoti - Santo Curato d'Ars - Patrono dei parroci

"Vi sono alcuni che hanno l'abitudine di parlare male dei sacerdoti, ve ne sono che li disprezzano. 
Fate attenzione, figlioli: poiché sono i rappresentanti di Dio, tutto ciò che dite ricade su di Dio stesso. Fareste molto meglio a pregare per loro.    
Ve ne sono che non pregano mai per i loro pastori: ciò è molto ingrato. 
II sacerdote, prega sempre per voi, quando offre il divin Sacrificio, quando tiene Nostro Signore fra le sue mani.
Vedete quanto è nel vostro interesse pregare il Buon Dio per i sacerdoti: più saranno santi, più vi otterranno grazie.
Bisogna pregare, soprattutto all'epoca delle ordinazioni, affinché il Buon Dio ci dia dei buoni sacerdoti. Quando sono santi, quanto bene possono fare! Ma, buoni o cattivi che siano, non ditene mai del male. Colui che disprezzate sarà forse colui che vi assolverà all'ora della morte. Voi direte: «Ma è un uomo come un altro ...» Certamente! (...) Ma è al suo ministero che bisogna guardare. Il Buon Dio ha messo nelle loro mani tutti i meriti della sua morte e della sua passione per distribuirceli, come un re rimette nelle mani del suo ambasciatore un tesoro perché lo distribuisca come meglio crede..."
"Andate a confessarvi dalla Madonna o da un angelo? Vi assolveranno? No. Vi daranno il Corpo e il Sangue di Nostro Signore ? No. La Madonna non può far discendere il suo divin Figlio nell'Ostia. Anche se aveste vicino duecento angeli, non potrebbero assolvervi. Un sacerdote, può farlo; può dirvi «Andate in pace, io vi perdono.. Oh, che il sacerdote è qualcosa di grande!".

Santo Curato d'Ars - Patrono dei parroci




"Non siate dei preti a metà. O tutto o niente! Meglio un laico galantuomo che un prete mediocre.
Un prete mediocre è già un cattivo prete. 
Chi non si sente di essere santo, se ne vada per i fatti suoi, ma non profani la Chiesa con la sua vita borghese. 
Per un prete l'essere santo, è una necessità ineluttabile. Tenetelo bene a mente!"

- Don Eugenio Bernardi - 


“Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, sia con giudizio solenne sia con magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelato.
Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo”.

- San Giovanni Paolo II, papa - 



Buona giornata a tutti. :-)







giovedì 4 agosto 2016

4 agosto san Giovanni Maria Vianney

Tutta la santità e la perfezione di un'anima consiste nell'amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. 
La carità è quella che unisce e conserva tutte le virtù che rendono l'uomo perfetto.
Forse Iddio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati sin dall'eternità. «Uomo, dice il Signore, considera ch'io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, il mondo neppure v'era ed io già t'amavo. Da che sono Dio, io t'amo». 
Vedendo Iddio che gli uomini si fan tirare da benefici, volle per mezzo de' suoi doni cattivarli al suo amore. Disse pertanto: «Voglio tirare gli uomini ad amarmi con quei lacci con cui gli uomini si fanno tirare, cioè coi legami dell'amore». Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all'uomo. Egli dopo di averlo dotato di anima colle potenze a sua immagine, di memoria, intelletto e volontà, e di corpo fornito dei sensi, ha creato per lui il cielo e la terra e tante altre cose tutte per amor dell'uomo; acciocché servano all'uomo, e l'uomo l'ami per gratitudine di tanti doni.
Ma Iddio non è stato contento di donarci tutte queste belle creature. Egli per cattivarsi tutto il nostro amore è giunto a donarci tutto se stesso. L'Eterno Padre è giunto a darci il suo medesimo ed unico Figlio. Vedendo che noi eravamo tutti morti e privi della sua grazia per causa del peccato, che fece? Per l'amor immenso, anzi, come scrive l'Apostolo, per il troppo amore che ci portava, mandò il Figlio diletto a soddisfare per noi, e così renderci quella vita che il peccato ci aveva tolta.
E dandoci il Figlio (non perdonando al Figlio per perdonare a noi), insieme col Figlio ci ha donato ogni bene: la sua grazia, il suo amore e il paradiso; poiché tutti questi beni sono certamente minori del Figlio: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8, 32).

(San Giovanni Maria Vianney)




































«Un carro di opere buone, trascinato dal cavallo della superbia, va sempre a finire all'inferno. Invece un carro anche di miserie e di peccati, trascinato dal cavallo dell'umiltà, va quasi sempre a finire in paradiso». 

(San Giovanni Maria Vianney)





I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). 
Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, “ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla Fonte e dal Capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso del Popolo di Dio” (Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 50).

- Papa Benedetto XVI - 




Signor mio Gesù Cristo, che per l'amore che porti agli uomini, Te ne stai notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti, io Ti credo presente nel Sacramento dell'Altare. 
Ti adoro nell'abisso del mio niente, e Ti ringrazio di quante grazie mi hai fatte; specialmente di avermi donato Te stesso in questo Sacramento, e di avermi data per Avvocata la tua Santissima Madre Maria e di avermi chiamato a visitarti in questa chiesa. 
Io saluto oggi il tuo amantissimo Cuore ed intendo salutarlo per tre fini: primo, in ringraziamento di questo gran dono; secondo, per compensarti di tutte le ingiurie, che hai ricevuto da tutti i tuoi nemici in questo Sacramento: terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della terra, dove Tu sacramentato te ne stai meno riverito e più abbandonato. Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore. 
Mi pento di aver per il passato tante volte disgustata la tua Bontà infinita. Propongo con la tua grazia di non offenderti più per l'avvenire: ed al presente, miserabile qual sono, io mi consacro tutto a Te: ti dono e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie. 
Da oggi in avanti fai di me e delle mie cose tutto quello che ti piace. Solo ti chiedo e voglio il tuo santo amore, la perseveranza finale e l'adempimento perfetto della tua volontà. 
Ti raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le più devote del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima. 
Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori. 
Unisco infine, Salvator mio caro, tutti gli affetti miei cogli affetti del tuo amorosissimo Cuore e così uniti li offro al tuo Eterno Padre, e lo prego in nome tuo, che per tuo amore li accetti e li esaudisca. Così sia.

- Sant’Alfonso Maria de Liguori -






Buona giornata a tutti. :-)


sabato 19 dicembre 2015

L'Angelo e la favola -

Degli angeli che calarono a frotte dal più alto dei cieli a cantare il “Gloria” stilla capanna dove nacque Gesù Bambino, uno si perse. 
Era un angelo distratto, sempre assorto nei suoi pensieri. Fu così che, quando scese sulla terra in quella notte fatale, l’angelo favolista vide, poco discosto da Betlemme, un gruppo di ragazzini che, dopo aver anch’essi fatto visita a Gesù, se ne tornavano a casa. 
Quale magnifica occasione. Sceso accanto a loro in veste di pellegrino dalla barba bianca, incominciò uno dei suoi racconti. 
Ed era l’alba quando i bambini furono costretti dalle grida delle mamme a tornare a casa, con la fantasia ed il cuore accesi da decine di meravigliose fiabe che l’anziano pellegrino aveva raccontato loro.
Il sole stava sorgendo e per Gesù iniziava la prima giornata terrestre. 
L’angelo pellegrino era in ritardo, molto in ritardo. E per di più non ricordava più, assolutamente, come si facesse a ridiventare angelo: una formula? Ma quali parole? Un pensiero chiave? Ma quale?
L’unica soluzione era andare da Gesù, chiedergli scusa e raccontargli tutto. Ma Gesù ora non era che un bimbetto in fasce, un bimbo di donna. 
E il Bimbo e la Donna, alle parole del pellegrino, non seppero proprio cosa rispondere: il Bimbo perché sorrideva soltanto e non sapeva ancora parlare; la Donna perché non conosceva che il Mistero che portava stretto al petto.
Fu così che l’angelo—pellegrino cominciò il suo girovagare terreno. 
E tanto gli piacque narrar favole ai bambini di quaggiù che il Signore, quando fu tornato nei Cieli e lo vide attorniato da bambini con gli occhi spalancati e la bocca aperta per la meraviglia, ce lo lasciò. 
Ancor oggi di tanto in tanto appare. 
E’ talmente invecchiato che la sua veste umana gli si è logorata completamente. 
Ma ben lo conoscono le mamme, quando suggerisce loro le più belle favole; ben lo conoscono i poeti, quando sussurra al loro cuore i versi più ricchi di fantasia e di colore; ed anche qualche prete, quando sente nel cuore un certo pizzicorino che lo spinge a dire — finalmente — cose meravigliose. 
Ma tutti lo conosceremo, se saremo stati buoni, nel momento del nostro volo verso il cielo. 
Quel momento buio sarà illuminato dalla Favola più bella ch’egli solo sa raccontare così bene perché così bene egli solo la conosce. 
Ci ricorderemo d’invocarlo, almeno allora?

(Riduzione da un racconto di Piero Gribaudi)













Se noi avessimo gli occhi degli Angeli nel guardare nostro Signore Gesù Cristo che è presente sull’altare e che ci guarda, come Lo ameremmo! 

 - San Giovanni Maria Vianney - Curato d’Ars - 


La pesatura delle anime. 
Lunetta della chiesa di San Biagio a Talignano (PR)


"L'istante è come l'Avvento, poiché l'istante non è ancora il compimento. E se è già compiuto, perché Cristo è venuto, se l'istante porta nel suo grembo un "già", anche in questo senso è ancora attesa del compimento, o meglio, è attesa che si manifesti ciò che è già avvenuto, e che esso porta nel suo grembo.
La parola più amica dell'istante, perciò, è la parola "Avvento". E il sentimento che domina l'istante e lo fa diventare ricco di pace, carico di vigilanza e produttivo, è proprio l'attesa."

- Don Luigi Giussani - 




L’Avvento, come la Quaresima, è una stagione per la preghiera e per l’emendamento dei nostri cuori. 
Dal momento che arriva in inverno, il fuoco è un segno adatto per aiutarci a celebrare l’Avvento. 
Se Cristo sta per venire più pienamente nelle nostre vite in questo Natale, se Dio sta per incarnarsi realmente per noi, allora il fuoco dovrà essere presente nella nostra preghiera. 
Il nostro culto e la nostra devozione dovranno alimentare quel genere di fuoco nelle nostre anime che può davvero cambiare i nostri cuori. 
La nostra è una grande responsabilità per non sprecare questo tempo di Avvento.

- Edward Hays - 
Sacerdote contemplativo cattolico, Nebraska - U.S.A.




Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 15 giugno 2015

Rimanete saldi - Santo Curato d'Ars

E' nella lotta che proviamo a Dio il nostro amore, e nell'accettazione dei dolori che ci manda.
C'era una volta una grande santa (credo che sia santa Teresa) che si lamentava con Nostro Signore dopo la tentazione, e gli diceva: «Dove dunque sei stato, Gesù mio amatissimo, dove sei stato durante questa terribile tempesta? ». Nostro Signore le rispose: «Ero al centro del tuo cuore, e gioivo nel vederti lottare ».
Se siete tentati di superbia, offrite la tentazione per ottenere l'umiltà; (se siete tentati) da pensieri disonesti (offrite la tentazione) per ottenere la purezza; se è contro il vostro prossimo, (per ottenere) la carità. 
Offrite anche. la tentazione per chiedere la conversione dei' peccatori: ciò indispettisce il demonio e lo mette in fuga, poiché la tentazione si rivolge contro di lui.
Come il buon soldato non ha paura del combattimento, così il buon cristiano non deve aver paura della tentazione. Tutti i soldati sono bravi in caserma: è sul campo di battaglia che si fa la differenza tra i coraggiosi e i codardi.
Ecco come egli (il demonio) si comporta di solito con i peccatori che ritornano a Dio. Li lascia gustare le dolcezze dei primi momenti della loro conversione, perché sa bene che non ci guadagnerebbe niente: sono troppo fervorosi. 
Aspetta qualche mese finché il loro ardore sia passato; poi comincia col far trascurare loro la preghiera, i sacramenti, li attacca con diverse tentazioni. Poi, vengono le grandi lotte: è allora soprattutto che bisogna chiedere la grazia di non lasciarsi abbattere.
Tre cose sono assolutamente necessarie contro la tentazione: la preghiera per illuminarci, i sacramenti per fortificarci e la vigilanza per preservarci.
Il demonio viene soltanto quando perdiamo la presenza di Dio, perché sa bene che altrimenti non ci guadagnerebbe niente.
Non bisogna ascoltare il demonio che cerca sempre,dopo che ci ha fatto fare il male, di gettarci nella disperazione.
Le prove mostrano chiaramente quanto un'opera sia gradita a Dio.
Si dice qualche volta: «Dio castiga coloro che ama ». 
Non è vero. Le prove, per coloro che Dio ama, non sono castighi, sono grazie.
Le condanne del mondo sono benedizioni di Dio.
Soltanto le croci ci daranno sicurezza nel giorno del giudizio. 
Quando verrà quel giorno, come saremo felici dei nostri dolori, fieri delle nostre umiliazioni e ricchi dei nostri sacrifici.
Oh, quanto è sapiente e vero cristiano colui che sa sopportare gli inconvenienti della sua posizione con calma e rassegnazione! E' questa la via della santità e della felicità, e il nostro titolo di gloria nei cieli, perché quaggiù, tutti gli uomini dal sovrano al pastore, dalla gloria del comando all'abnegazione della dipendenza che è tanto gloriosa dinanzi a Dio, tutti gli uomini soffrono in mille modi differenti, i ricchi come i poveri, i sapienti come gli ignoranti, i sani come gli ammalati, in una parola, tutti.


- Santo Curato d'Ars -




Per molti credenti adulti, confessarsi davanti al sacerdote è uno sforzo insostenibile – che induce sovente a scansare il Sacramento – o una pena tale che al dunque trasforma un momento di verità in un esercizio di finzione. 
San Paolo, nella Lettera ai Romani commentata da Papa Francesco, fa esattamente il contrario: ammette pubblicamente davanti alla comunità che nella “sua carne non abita il bene”..



"La vocazione non è frutto di un progetto umano o di un'abile strategia organizzativa. Nella sua realtà più profonda, è un dono di Dio, un'iniziativa misteriosa e ineffabile del Signore, che entra nella vita di una persona seducendola con la bellezza del suo amore, e suscitando di conseguenza un donarsi totale e definitivo a questo amore divino."

- Papa Benedetto XVI -
dal messaggio del 21 gennaio 2011



La confessione dei peccati fatta con umiltà è ciò che la Chiesa chiede a tutti noi, come ricorda l’invito di S. Giacomo: “Confessate tra voi i peccati”.
Ma non per fare pubblicità, ma per dare gloria a Dio e riconoscere che è Lui che mi salva. Ecco perché, per confessarsi si va dal fratello, il fratello prete: è per comportarsi come Paolo. Soprattutto,con la stessa concretezza.
Alcuni dicono: ‘Ah, io mi confesso con Dio’. Ma è facile, è come confessarti per e-mail, no? 
Dio è là lontano, io dico le cose e non c’è un faccia a faccia, non c’è un quattrocchi. Paolo confessa la sua debolezza ai fratelli faccia a faccia.
Altri: ‘No, io vado a confessarmi’ ma si confessano di cose tanto eteree, tanto nell’aria, che non hanno nessuna concretezza. 
E quello è lo stesso che non farlo. Confessare i nostri peccati non è andare ad una seduta di psichiatria, neppure andare in una sala di tortura: è dire al Signore ‘Signore sono peccatore’, ma dirlo tramite il fratello, perché questo dire sia anche concreto. ‘E sono peccatore per questo, per questo e per questo’.
Concretezza, onestà e anche una sincera capacità di vergognarsi dei propri sbagli: Come i bambini.
I piccoli hanno quella saggezza: quando un bambino viene a confessarsi, mai dice una cosa generale. ‘Ma, padre ho fatto questo e ho fatto questo a mia zia, all’altro ho detto questa parola’ e dicono la parola. Ma sono concreti, eh? Hanno quella semplicità della verità. ...
. Ma c’è una cosa bella: quando noi confessiamo i nostri peccati come sono alla presenza di Dio, sempre sentiamo quella grazia della vergogna. Vergognarsi davanti a Dio è una grazia. E’ una grazia: ‘Io mi vergogno’. Pensiamo a Pietro quando, dopo il miracolo di Gesù nel lago: ‘Ma, Signore, allontanati da me, io sono peccatore’. Si vergognava del suo peccato davanti alla santità di Gesù Cristo”.

- papa Francesco,  25 ottobre 2013 -




Buona giornata a tutti. :-)






martedì 13 gennaio 2015

da: "I racconti del maktub" - Paulo Coelho -

Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta 

I monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono: "Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'". 
Dice il maestro: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. 
Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. 
Il poeta T. S. Eliot, scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

- Paulo Coelho -  


da "I racconti del maktub"




L'invito di Dio

Santa Teresa d'Avila dice: "Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. 
Egli disse: 'Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere'. Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: 'Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati'. 
Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore".

- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"



Dio è nella vita e la vita è in Dio

Dice il maestro: "Da una parte, sappiamo che è importante la ricerca di Dio. Dall'altra, la vita crea una netta distanza tra Lui e noi. 
Ci sentiamo ignorati dalla Divinità, o siamo preoccupati per i nostri problemi quotidiani. Questo crea un senso di colpa: sia che stiamo rinunciando in qualche modo alla vita a causa di Dio, o che sentiamo di rinunciare troppo a Dio a causa della vita. Questo apparente conflitto è fantasia: Dio è nella vita e la vita è in Dio. Uno deve essere solo attento a questo per poter capire meglio il destino. Se siamo capaci di penetrare nella santa armonia della nostra quotidianità, saremo sempre sul sentiero giusto, e completeremo i nostri obiettivi".


- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"




Questo è l'obiettivo.
Ma la strada, come sempre, è per me ardua. 



Buona giornata a tutti. :-)











mercoledì 28 maggio 2014

Arrivare fino in fondo -

Un giovane monaco andò un giorno a trovare un vecchio monaco, carico di anni e di esperienza e gli disse:
“Padre mio, spiegami come mai tanti vengono alla vita monastica e tanto pochi perseverano, tanti tornano indietro”.
Il monaco rispose: 
“Vedi, succede come quando un cane ha visto la lepre. Si mette a correre dietro la lepre e abbaia forte. Altri cani sentono il cane che abbaia correndo dietro alla lepre e anch'essi si mettono a correre: sono in tanti che corrono insieme, abbaiando, però uno solo ha visto la lepre, uno solo la segue con gli occhi. E a un certo punto, uno dopo l'altro, tutti quelli che non hanno veramente visto la lepre e corrono solo perché uno l'ha vista, si stancano, si sfiancano. Colui che invece ha fissato gli occhi sulla meta in maniera personale, arriva fino in fondo e acchiappa la lepre”.
E diceva: 
“Vedi, ai monaci accade così. Soltanto quelli che hanno fissato gli occhi veramente sulla persona di Gesù Cristo, nostro Signore crocefisso, arrivano fino in fondo”.

Dagli Apoftegmi dei Padri del deserto,
citato dal card. C. M. Martini nelle meditazioni "E' il Signore"



"Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te."

- Siracide  4,28 - 



Preti di strada .....

Il curato d'Ars non si mosse mai dal suo modesto villaggio, e non solcò mai le strade della Francia. In compenso, tutte le strade della Francia condussero ad Ars.


Buona giornata a tutti :-)