A poco più di un’ora dalla mezzanotte la sconcertante
scoperta: la statuetta di Gesù Bambino è sparita!
Don Mimmo ha un bel predicare calma e sangue freddo,
ormai le catechiste, con addosso l’agitazione delle grandi occasioni, hanno
convocato l’unità di crisi.
E adesso che cosa si fa?
Andarne a comprare una nuova? Troppo tardi. I negozi
sono già chiusi e poi trovarne una a grandezza naturale non è mica facile.
Chiederla in prestito alla parrocchia vicina? Tanto
vale provare.
«Don Giuseppe, ha per caso una statua di Gesù bambino
da prestarci?»
«Spiacente. Ne abbiamo una sola. E la usiamo noi…»
Le suore del convento di santa Lucia?
No, troppo lontane. Impossibile farcela per mezzanotte.
Intanto il coro prosegue con le prove: astro del ciel,
adeste fideles, gloria gloria… I bambini a far chiasso in sacrestia. I pastori
in pole position per la sfilata. E don Mimmo?
Da quando è iniziata la riunione di emergenza più
nessuno l’ha visto.
Passi perdere il bambinello («al limite – aveva
suggerito una mamma di quelle che sanno sempre aggiustare le cose – ci mettiamo
un cicciobello!»); ma perdere anche il parroco è davvero troppo.
Il campanile, impietoso, suona le 23.
Dovrebbe iniziare la veglia. Sì, ma come?
Il direttore del coro taglia corto e dà disposizioni
per partire: avanti con i canti, le poesie dei bambini, una sgambettata
danzante delle ragazze della cresima, un testo di Tonino Bello che non guasta
mai.
23.30. E ancora niente. Né bambinello, né parroco.
«Non risponde nemmeno al telefonino… gli sarà successo
qualcosa?». L’inquietante dubbio inizia a serpeggiare tra i fedeli assiepati
nei banchi nella chiesa.
«Se non arriva ce ne torniamo a casa? Stiamo qui? Che
cosa si fa?»
23.45. Il coro la tira lunga con canti natalizi a
sedici strofe ciascuno.
23.50. Il rombo inconfondibile della panda di don
Mimmo.
Le catechiste si lanciano nel cortile dell’oratorio
come proiettili di una catapulta. Ed ecco lì. Il don scende dall’auto. Con lui
una ragazza diafana che sembra proprio la madonna. In braccio un fagotto di
bambino.
In men che non si dica i tre hanno dribblato le zelanti
catechiste e si sono infilati in canonica. Ma non abbastanza in fretta.
«Ma quella non è la Romina?»
«Chi? La figlia della Michela?»
«Proprio quella… che brutta storia. Incinta a 16 anni».
«Ma quella che faceva l’animatrice?»
«Ne sono sicura!»
«E il padre?»
«Chi lo sa… quel mascalzone è sparito chissà dove».
«Credevo che non l’avesse tenuto il bambino. Così
dicevano».
«No, no. L’ha tenuto. Ma quando è nato la Michela e il
Giovanni non han voluto che si sapesse in giro. Si vergognano…».
«E come si chiama la creatura?»
«Non saprei. Non l’hanno ancora battezzata»
«Forse è una bambina… chissà!»
23.59. Sfilza di chierichetti minuscoli, seguiti da
chierichetti medi e due extra large. Poi don Mimmo e… quei due lì. La Romina e
il suo fagotto che ha iniziato a gorgheggiare canti che conosce solo lui.
Don Mimmo li accompagna fino alla cappella del presepe
e li fa accomodare proprio lì. Tra l’asino e il bue di cartapesta. Scostando
perfino le antiche e preziose statue di Giuseppe e Maria.
Nel nome del Padre (quello che non è scappato, chiaro!)
Del figlio (che sta lì infagottato, in braccio a quella
ragazzina).
E dello Spirito Santo (che ha già fatto il suo dovere
soffiando su quell’assemblea radunata nella notte Santa un’inattesa capacità di
accoglienza).
Amen.
E buon Natale.
Anche se il bambinello è una femminuccia e si chiama
Lorena.
- Patrizio Righero -
La Santa Eucaristia è la continuazione
dell’incarnazione di Cristo sulla terra. Il mistero dell’Eucaristia ci dà la
gioia di avere il Natale tutti i giorni. Quando arriviamo al Santissimo
Sacramento, noi arriviamo a Betlemme, un nome che significa “Casa del Pane”.
Gesù ha voluto nascere a Betlemme, perché Egli dimorerà con noi per
sempre come il “Pane Vivo” disceso dal Cielo.
Quando i pastori ed i Magi sono
venuti per adorarLo, Gli hanno portato tanta gioia con la loro umile visita a
Betlemme e quella loro visita è stata elogiata e raccontata attraverso i
secoli.
Dio non ha mai smesso di onorarli poiché era onorare Suo Figlio a
Betlemme. E così anche oggi la tua umile visita a Gesù, nel Santissimo
Sacramento, Gli reca tanta gioia che sarà raccontata per tutta l’eternità e
porterà il mondo più vicino alla Sua promessa di pace sulla terra.
- Madre Teresa
di Calcutta -
Oh Padre, cosa mi manca
quando tengo
ben stretti i miei progetti,
le mie speranze, i miei sogni?
Aiutami a fidarmi
di Te
quando io non comprendo,
quando avrei scelto un’altra strada
rispetto a
quella che Tu hai scelto
per me o per i miei cari.
Mentre cammino attraverso
questo tempo con Te, oh Padre, io consegno a Te
tutto quello che ho di più caro.
Io voglio vivere Cristo come fece Maria,
con fede, con
fiducia e con speranza.
La speranza nel Cristo a Natale!
Buona giornata a tutti. :-)