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sabato 22 giugno 2024

Preghiera al SS Sacramento

 

O Verbo annichilito nell'Incarnazione, 
più annichilito ancora nell'Eucaristia,
vi adoriamo sotto i veli che nascondono la vostra divinità
e la vostra umanità nell'adorabile Sacramento.
In questo stato dunque vi ha ridotto il vostro amore!
Sacrificio perpetuo, vittima continuamente immolata per noi,
Ostia di lode, di ringraziamento, di propiziazione!
Gesù nostro mediatore, fedele compagno, dolce amico,
medico caritatevole, tenero consolatore, 

pane vivo disceso dal cielo,
cibo delle anime. 

Voi siete il tutto per i vostri figli!
A tant'amore però molti non corrispondono 

che con la bestemmia
e con le profanazioni; molti con l'indifferenza e la tiepidezza,
ben pochi con gratitudine ed amore.
Perdono, o Gesù, per quelli che vi oltraggiano! 
Perdono per la moltitudine degli indifferenti e degli ingrati!
Perdono altresì per l'incostanza, l'imperfezione,
la fiacchezza di quelli che vi amano!
Gradite il loro amore quantunque languido, 
ed accendetelo di più ogni dì;
illuminate le anime che non vi conoscono 

ed ammollite la durezza dei cuori
che vi resistono. 

Fatevi amare sulla terra, o Dio nascosto;
lasciatevi vedere e possedere nel Cielo! Amen.




Il Signore è la forza del suo popolo 
e rifugio di salvezza per il suo Cristo. 
Salva il tuo popolo, Signore, 
benedici la tua eredità, 
e sii la sua guida per sempre.




"Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all'infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. 
Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. 
Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: "Signore, fa' in modo di essere presente quando c'è gente che Ti adora, altrimenti è inutile". 
Inutile? No. 
Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l'Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio – del quale oggi non parlo – sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. 
Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. 
Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. 
Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo"

- Card. Giuseppe Siri - 



“Nostro Signore non scende dal cielo tutti i giorni per stare in una pisside d’oro. 
Si tratta di trovare un altro cielo che è infinitamente più amato da Lui, il cielo delle nostre anime, creato a sua immagine, i templi vivi dell’adorabile Trinità”.

- Santa Teresa di Lisieux - 



Buona giornata a tutti.:-)


giovedì 25 novembre 2021

Il cielo si è rovesciato sulla terra - Chiara Lubich

No, non è rimasta fredda la terra:
Tu sei rimasto con noi!
Che sarebbe del nostro vivere
se i tabernacoli non ti portassero?
Tu hai sposato una volta l'umanità e le sei rimasto fedele.
Ti adoriamo, Signore, in tutti i tabernacoli del mondo.
Sì, essi sono con noi, per noi.
Non sono lontani come le stelle che pure tu ci hai donato.
Dovunque possiamo incontrarti:
Re delle stelle e di tutto il creato!
Grazie, Signore, di questo dono smisurato.
Il Cielo s'è rovesciato sulla terra.
Il cielo stellato è piccolo.
La terra è grande, perché essa è trapunta
dovunque dall'Eucaristia:
Dio con noi, Dio fra noi, Dio per noi.

- Chiara Lubich - 


Non devi mai volgerti indietro ma sempre avanti. 
La tua vita quella che è stata è stata. Iddio lo sa. 
L’importante è che non ti sfugga il presente che solo è nelle tue mani. In quello ama Dio con tutto il cuore, facendo la sua volontà.

- Chiara Lubich - 



Il dolore è forse l’elemento più scartato nel mondo, ma è l’unica cosa che, se sfruttata, ci riempie di Dio.

- Chiara Lubich - 



Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 28 giugno 2021

Il mistero del male. La bellezza che salva - Padre Abbé Pierre

La situazione del mondo è tale, che ci è impossibile non interrogare Dio. 
Dio che è eterno Amore, Amore infinito. 
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando? Forse al massacro dell'umanità?". 
Ho letto da qualche parte che anche Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa "assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto, ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla. Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità, cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure "Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi "Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque, nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di Dio nei nostri confronti. 
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di Dio. Innocenti. 
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente fragili. 
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva, senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri. 
E non dimentichiamo che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per tutti gli umani.

- Padre Abbè Pierre - 


Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.

- Padre Davide Maria Turoldo - 



Perdonare da bene

Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male genera male, produce malessere.


- Vito Mancuso - 


La  grandezza dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....

...L'incarnazione di Dio non è il risultato di un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio. 
L'ascesa dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre. L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine, all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti della parola di Dio. 
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia di Dio...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Dogma e predicazione" 



Buona giornata a tutti. :-)


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mercoledì 28 novembre 2018

… E saremo mandati in missione - don Tonino Bello

«La prima gemma che spunta sull’albero della Trinità è l’Eucaristia. 
Quando questa gemma scoppia, viene fuori la Chiesa. 
La Chiesa, quindi, non è altro che il Sacramento eucaristico pienamente sbocciato». [...]



Dalla Trinità,

«[…] Se non comprendiamo che la Chiesa è “Oriens ex alto” (che nasce dall’alto), che ha, cioè, nella Trinità l’origine, il modello e la meta non solo della sua missione, ma anche del suo stesso essere, allora tutti i nostri richiami all’ “insieme”, all’ “unità”, alla “comunione”, sembreranno solo manifestazione dell’ansia di chi vuol contare di più, incidere di più, produrre di più, apparire di più.

Nella sottolineatura della “Ecclesia de Trinitate” (Chiesa che nasce dalla Trinità) non si nasconde il calcolo del proverbio che dice “l’unione fa la forza”. 
C’è, invece, l’esigenza di far capire che, se l’albero è la Trinità, mistero di comunione, la Chiesa, che su quest’albero matura, non può vivere la disgregazione delle persone, il molecolarismo dei progetti, la frantumazione degli sforzi. 
Se no, non è Chiesa. Sarà organizzazione del sacro, consorteria di beneficenza, fabbriceria del rito, multinazionale della morale. Ma non Chiesa.

[E] Se dai frutti non ci è dato risalire al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, vuol dire che non ci troviamo di fronte alla Chiesa. […]

[Così] Se fotocopieremo nella nostra Chiesa la comunione trinitaria, se, cioè, saremo davvero una “Ecclesia de Trinitate” saremo mandati in missione.

Diversamente, il nostro agire sarà la convulsione propagandistica di chi vuole annettersi spazi per spirito di dominio; sarà sterile proselitismo di chi non si rassegna a morire e si agita per spirito di conservazione; sarà appagamento borioso di chi si contenta dell’apparato e sogna scenografie di potenza.»


attraverso l’Eucaristia,

«Oggi si parla dell’Eucaristia come “epifania e primizia” della Chiesa. 
Questo significa che tutta la realtà ecclesiale non è altro che il sacramento eucaristico sbocciato nella vita degli uomini.

Ora, se l’eucaristia (boccio della Chiesa spuntato sull’altare della Trinità) è comunione, anche la Chiesa (fiore dell’Eucaristia) deve essere comunione, anzi fioritura di comunione, compimento di comunione, pienezza di comunione.»

La fioritura della comunione.

«Gli antichi lo sentivano profondamente questo nesso: «Come questo pane spezzato era sparso sui colli e, raccolto, è diventato una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo Regno… (Didachè, 9-10). […]

Comunione, che, non nasce dalla necessità di stringere le fila o dall'urgenza di serrare i ranghi per meglio far fronte al mondo che ci incalza. 
La comunione nasce da una ineluttabilità ontologica, non da un calcolo aziendale. Sicché, nelle espressioni che spesso scegliamo come titolo dei nostri convegni: «Insieme per camminare, insieme per spezzare il pane, insieme per pregare, insieme per lottare…», nessuno sposti l’attenzione sul verbo dicendo: “purché si cammini, purché si spezzi il pane, purché si preghi, purché si lotti…” La forza della frase poggia sull’avverbio “insieme”». [...]

«Ci sono due celebrazioni eucaristiche nel corso dell’anno che mal sopportano la frantumazione dell’assemblea, e sono quelle del Giovedì Santo e del Corpus Domini. In quei giorni bisogna fare di tutto perché l’unità del popolo di Dio si visibilizzi il più possibile anche fisicamente». [...]

«La domenica dovrebbe scatenare in ogni credente il bisogno di “convenire in unum”, (radunarsi insieme), mettendogli nel cuore la gioia per i contatti umani che stabilisce, e la nostalgia per gli allacciamenti che non riesce a operare.

La domenica è il giorno in cui l’ “insieme” si visibilizza, la comunione si densifica, la compaginazione dell’assemblea attorno a Cristo si articola concretamente.

In questo giorno ognuno si dovrebbe lasciarsi “risucchiare” dai momenti più pieni e più intensi, quasi per sentire con maggiore potenza il fascino della moltitudine fraterna. […]

E il Corpo del Signore non è impoverito solo da chi non va affatto all’assemblea, ma anche da coloro che, rifuggendo dalla mensa comune, aspirano a sedersi a una mensa privilegiata e più ricca: non sembrano infatti somigliare a quei cristiani di Corinto che rifiutavano di mettere in comune il loro ricco pasto con i più poveri? Se l’Eucaristia è condivisione (espressa dal gesto dello spezzare il pane) sull’esempio di Colui che non ha risparmiato nulla di sé, allora chi ha più ricevuto, più sia disposto a donare, anche quando donare potrà sembrare perdere». [...] 
«Sono convinto che ognuno di voi farà di tutto per entrare nella profondità del Mistero, mediante una revisione critica del proprio personale rapporto con Gesù Cristo e si chiederà: che senso ha per me l’Eucaristia? 
Quale cambio porta nei miei giorni la messa domenicale? 
Quale attentato arreca alla mia tranquillità fin troppo borghese? 
Quale servizio agli “ultimi” mi stimola a rendere? 
Quali gerarchie di valori introduce nella mia vita? 
Quale smottamento provoca nella compattezza delle mie superbie personali o delle mie arroganze di gruppo.

Cari confratelli, solo se l’Eucaristia lavorerà “dentro” avremo il diritto e il coraggio di portarla “fuori”.

… E saremo mandati in missione

«E Maria, che è proprio l’icona della Chiesa, si alza, si mette in viaggio, raggiunge la città e porta la letizia al mondo nelle case della gente. Prima processione del Corpus Domini [e suo] ostensorio perché dentro di lei c’è Gesù Cristo.» [Vol. 4, pg. 40]

«mandata anche lei […] ha obbedito a quell’impulso. E, portando Cristo nel grembo, è divenuta il primo ostensorio di lui, ha inaugurato le processioni del Corpus Domini, ed è andata a portare annunci di liberazione ai parenti lontani.» [Maria dei nostri giorni, pag. 36 | Maria, donna missionaria ]

Vostro + don Tonino, Vescovo
da: Antologia degli Scritti, Vol. 1, pag. 289-291, pag. 295 | Vol. 6, pag. 549 | Vol. 5, pag. 262
da: "Non c'è fedeltà senza rischio", pag. 151 


Buona giornata a tutti. :-)






martedì 7 agosto 2018

dagli scritti del Santo Curato d'Ars

Che cosa fa Nostro Signore nel sacramento del suo amore? 

Egli ci dona il suo buon cuore per dimostrarci il suo amore. 

Questo cuore emana una tale tenerezza e misericordia da travolgere come un fiume in piena tutti i peccati del mondo. 

Dopo aver ricevuto i sacramenti, quando sentiamo l’amore di Dio diminuire, facciamo subito la comunione spirituale!... 

Quando non possiamo andare in chiesa, volgiamoci verso il tabernacolo. 

Non ci sono muri che fermino il buon Dio. 

Noi possiamo ricevere il buon Dio soltanto una volta al giorno; un’anima infiammata d’amore è paga del desiderio di riceverlo continuamente Figli miei se ci rendessimo conto del valore della santa comunione, eviteremmo le più piccole colpe per avere la fortuna di farla più spesso. 

Conserveremmo la nostra anima sempre pura agli occhi di Dio...


- Santo Curato d'Ars -





Nostro Signore è là, nascosto, in attesa che andiamo a trovarlo e gli rivolgiamo le nostre domande. 

È là nel sacramento del suo amore che sospira ed intercede continuamente presso il Padre per i peccatori. 

È là per consolarci; per questo dobbiamo andare a trovarlo spesso. 

Quanto gli è gradito anche solo un quarto d’ora rubato alle nostre occupazioni, alle sciocchezze di ogni giorno, per andare a fargli visita, a rivolgergli una preghiera, a consolarlo di tutte le ingiurie che riceve! 

Quando vede le anime pure avvicinarglisi con fervore, egli sorride loro... 

E che immensa felicità proviamo in presenza di Dio, quando siamo soli ai suoi piedi, davanti al santo tabernacolo! 

Figli miei, quando vi svegliate di notte, trasportatevi subito in spirito davanti al tabernacolo e dite a Nostro Signore: «Mio Dio, eccomi! Vengo ad adorarti, lodarti, benedirti, ringraziarti, amarti, tenerti compagnia con gli angeli!..».


- Santo Curato d'Ars -



Quando siamo di fronte il Santissimo Sacramento, anziché guardare in giro, chiudiamo gli occhi ed apriamo il cuore: il buon Dio aprirà il suo, Noi andremo a lui ed egli verrà a noi, noi per chiedere e lui per ricevere; sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro.  

La comunione ha sull’anima lo stesso effetto di un colpo di soffietto su un fuoco che comincia a spegnersi, ma dove c’è ancora molta brace: si soffia e il fuoco si ravviva. 

Dopo che abbiamo fatto la comunione, l’anima viene a trovarsi nel balsamo dell’amore come l’ape tra i fiori. 

Nel giorno del giudizio, vedremo brillare la carne di Nostro Signore attraverso il corpo glorioso di coloro che l’avranno ricevuto degnamente sulla terra, come si vede brillare dell’oro in mezzo al rame o dell’argento in mezzo al piombo.


- Santo Curato d'Ars -



mercoledì 2 agosto 2017

Il corpo del Signore - San Francesco d'Assisi e preghiera alla Vergine degli Angeli

Il Signore Gesù dice ai suoi discepoli: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se aveste conosciuto me, conoscereste anche il Padre mio; ma da ora in poi voi lo conoscete e lo avete veduto." Gli dice Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gesù gli dice: "Da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto? Filippo, chi vede me, vede anche il Padre mio" (Gv 14,6-9).
Il Padre abita una luce inaccessibile, e Dio è spirito, e nessuno ha mai visto Dio (cf. 1Tm 6,16; Gv 4,24 e 1,18). 
Perciò non può essere visto che nello Spirito, poiché è lo Spirito che dà la vita; la carne non giova a nulla (Gv 6,64 Vg). Ma che il Figlio, in ciò in cui è uguale al Padre, non è visto da alcuno in maniera diversa da come si vede il Padre né da come si vede lo Spirito Santo.
Perciò tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l'umanità, ma non videro né credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati. 
E così ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l'altare nelle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo Spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, perché ne dà testimonianza lo stesso Altissimo, il quale dice: "Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova alleanza (che sarà sparso per molti") (Mc 14,22.24); e ancora: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna" (Gv 6,55 Vg).
E perciò lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, è lui che riceve il santissimo corpo e sangue del Signore. 
Tutti gli altri, che hanno la presunzione di riceverlo senza partecipare dello stesso Spirito, mangiano e bevono "la loro condanna" (cf. 1Cor 11,29). Perciò: "Figli degli uomini, fino a quando sarete duri di cuore?" (Sal 4,3) Perché non conoscete la verità e non credete "nel figlio di Dio?" (cf. Gv 9,35).

Ecco, ogni giorno egli si umilia (cf. Fil 2,8), come quando "dalla sede regale" (Sap 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull'altare nelle mani del sacerdote. 
E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con la vista del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con occhi spirituali, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. E in tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, come egli stesso dice: "Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo" (Mt 28,20).

- San Francesco d'Assisi - 
Ammonizione I, FF 141-145


Temete il Signore e rendetegli onore.
Il Signore è degno di ricevere la lode e l'onore.
Voi tutti che temete il Signore, lodatelo.
Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Lodatelo, cielo e terra
Lodate il Signore, o fiumi tutti.

Benedite il Signore, o figli di Dio.
Questo è il giorno fatto dal Signore,
esultiamo e rallegriamoci in esso.
Alleluia, alleluia, alleluia! Il Re di Israele.
Ogni vivente dia lode al Signore.

Lodate il Signore, perché è buono;
tutti voi che leggete queste parole,
benedite il Signore.
Benedite il Signore, o creature tutte.
Voi tutti, uccelli del cielo, lodate il Signore.
Servi tutti del Signore, lodate il Signore.
Giovani e fanciulle lodate il Signore.

Degno è l'Agnello che è stato immolato
di ricevere la lode, la gloria e l'onore.
Sia benedetta la santa Trinità e l'indivisa Unità.
Il San Michele arcangelo,
difendici nel combattimento.

                                                - San Francesco d’Assisi -



Vergine degli Angeli, che da tanti secoli avete posto il vostro trono di misericordia alla Porziuncola, ascoltate la preghiera dei figli vostri che fiduciosi ricorrono a Voi.

Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di San Francesco, avete sempre richiamato tutti gli uomini all’Amore.

I vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del vostro trono o da lontano si rivolgono a Voi, chiamandovi in loro soccorso.
Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza.

Benediteci come vostri figli prediletti e con noi vi preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi.

Benedite l’intera umanità, affinché gli uomini riconoscendosi figli di Dio e figli vostri ritrovino, nell’Amore, la vera Pace e il vero Bene.

Amen.



Buona giornata a tutti. :-)