In noi si dovrà trovare tutto
il bicchiere d'acqua, il cibo
per chi ha fame,
tutto il vero cibo per tutti i
veri affamati,
tutti i veri cibi e tutti i
veri mezzi per distribuirli,
l'alloggio per i senza tetto,
il pellegrinaggio alle carceri
ed agli ospedali,
la compassione per le lacrime,
quelle che si devono versare insieme
e quelle di cui occorrerebbe
eliminare le cause,
l'amicizia per ogni peccatore,
per coloro che sono malvisti,
la capacità di mettersi al
livello di tutte le piccolezze,
di lasciarsi attrarre da tutto
ciò che non conta,
e tutto avrà il suo
orientamento, la sua pienezza, nella parola "fraterno".
Infatti i nostri beni, se
diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli
altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far
parte dei nostri interessi.
Il cristiano che vivrà in
questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza
dell'amore evangelico.
La realtà di questo amore risplenderà in torno a lui
come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.
Sperimenterà che agire è
illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è
lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l'opera di Dio.
Un cristiano simile renderà
grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l'espressione di un amore che
non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto
agli uomini che lo devono e ricercare e donare.
Madeleine Delbrel
da: "Indivisibile amore", Piemme 1994, p. 155
Il cristiano davanti a Dio non è un "privilegiato", un capitalista di Dio: è lui, anzi, che appartiene a Dio come a tutti gli uomini.
Non è neppure un capitalista di virtù umane: molti uomini possono essere umanamente più virtuosi di lui.
Un cristiano è "caricato" - nel senso in cui lo si dice di una pila elettrica - di una vita.
Un cristiano è "caricato" - nel senso in cui lo si dice di una pila elettrica - di una vita.
Questa vita gli è donata da Dio per il mondo, è un dono fatto da Dio al mondo attraverso di lui.
La redenzione di Cristo non è stata affidata ai cristiani come a persone perfette, ma come a uomini che si sanno peccatori, chiamano il peccato con il suo nome, cercano di evitarlo, ma riconoscono il male che commettono.
La redenzione di Cristo non è stata affidata ai cristiani come a persone perfette, ma come a uomini che si sanno peccatori, chiamano il peccato con il suo nome, cercano di evitarlo, ma riconoscono il male che commettono.
Sono uomini che, sapendosi contagiati dal male come tutti e come tutti chiamati a guarirne, hanno la consapevolezza che le loro sofferenze portano a compimento nel mondo la redenzione di Cristo e immettono nel mondo la guarigione da lui portata.
I cristiani nel mondo sono "conduttori" - nel senso di un filo elettrico - di ciò che il mondo non può cavar fuori da sé.
E quanto più i cristiani hanno una forte "carica" per il mondo, tanto più sono predestinati al mondo.
I cristiani nel mondo sono "conduttori" - nel senso di un filo elettrico - di ciò che il mondo non può cavar fuori da sé.
E quanto più i cristiani hanno una forte "carica" per il mondo, tanto più sono predestinati al mondo.
La loro croce normale è una tensione spinta al massimo tra la loro intima appartenenza al mondo e la loro funzione, che li situa nel cuore del mondo, ma da "stranieri" nel mondo.
- Madeleine Delbrel -
Fonte: "Indivisibile amore. Pensieri di una cristiana controcorrente", di Madeleine Delbrel, Piemme Editore
Buona giornata a tutti. :-)
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