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lunedì 8 febbraio 2021

Il Guerriero dell'amore di Dio – don Bruno Ferrero

“Essendo il messer Girolamo Emiliani, nobile veneziano, provveditore in Castel Nuovo di Quero con 300 fanti, fu circondato dall’esercito imperiale.
Il castello fu preso. Tutti gli uomini vennero uccisi, mentre il provveditore, messi i ceppi, fu posto in fondo ad una torre e cibato con pane e acqua.
Essendo tutto afflitto per la situazione in cui si trovava e per i tormenti a cui era sottoposto, avendo sentito nominare la Madonna di Treviso, con cuore umile a lei si raccomanda, promettendo di visitare questo luogo miracoloso, venendo scalzo, in camicia e a far dir messe.
In quel momento gli apparve una donna vestita di bianco, delle chiavi in mano, gli dice: 
“Coraggio Girolamo, la tua implorazione è stata ascoltata ed esaudita”. In quel momento le catene si spezzarono.
La Signora continuò : “Prendi queste chiavi, apri i ceppi e la torre e fuggì via. Ma ricordati di mantenere quello che hai promesso”. 
La visione scomparve, la cella ripiombò nel buio.
Guardingo, Girolamo rasentò le mura e riuscì ad allontanarsi indisturbato.
Ma dovendo passare in mezzo all’ esercito nemico e non conoscendo la via, si trovò di nuovo disperato. Ancora si raccomandò alla Madonna. 
E ancora la Madonna apparve. 
Lo prese per mano e lo accompagnò in mezzo ai nemici, che nessuno si accorse di niente, e lo accompagnò per la via. 
E come si poterono vedere le mura della Città di Treviso, ella disparve.
E proprio lui raccontò: questo miracolo."


Siamo tutti prigionieri di qualcosa: orgoglio, istinti, impulsività, difetti, abitudini, amicizie che ci condizionano. 
Abbiamo bisogno della chiave che apre le porte della nostra prigione. 
Una chiave che si chiama volontà: voglia di cambiare davvero. 
La Madonna vuole aiutarci.

- Don Bruno Ferrero - 



Fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Nato a Venezia nel 1486, intraprese la carriera militare. Nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, similmente a sant'Ignazio ferito a Pamplona. Consacratosi a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un'epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca, nacque l'ordine di chierici regolari. Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo. Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati. 
Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata. (Avvenire)
San Girolamo Emiliani,  dopo una giovinezza violenta e lussuriosa, gettato in carcere dai nemici, si convertì a Dio; si dedicò, quindi, appieno, insieme ai compagni radunati con lui, a tutti i miserabili, specialmente agli orfani e agli infermi; fu questo l’inizio della Congregazione dei Chierici Regolari, detti Somaschi; colpito in seguito dalla peste mentre curava i malati, morì a Somasca vicino a Bergamo.

Fonte: www.santiebeati.it


Buona giornata a tutti. :-)


sabato 30 settembre 2017

Hai dimenticato una cosa! Vita di san Girolamo (30 settembre 2017)

Ben prima di diventare un sapiente e stimato esegeta, brillante consigliere di nobildonne dell'alta società romana, Girolamo aveva tentato un periodo di vita da eremita in una grotta del deserto di Giuda.
Con la presunzione tipica dell'età, il giovane Girolamo si era dedicato con ardore alle molteplici forme di ascesi allora in uso tra i monaci. Ma i risultati si facevano attendere: il tempo gli avrebbe fatto presto capire che la sua vera vocazione era altrove nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monaci della Palestina ne costituiva solo il preludio.
Tuttavia Girolamo doveva ancora imparare molte cose e intanto, da giovane novizio si trovava immerso nella disperazione: nonostante i suoi sforzi generosi, non riceveva alcuna risposta dal cielo.
Andava alla deriva, senza timone, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le vecchie tentazioni, già così familiari, non tardarono a rialzare la cresta. Girolamo era scoraggiato: cosa aveva fatto di male? Dov'era la causa di questo cortocircuito tra Dio e lui?
Come ristabilire il contatto con la grazia? Mentre Girolamo si arrovellava il cervello, notò all'improvviso un crocifisso che era comparso tra i rami secchi di un albero. Girolamo si gettò a terra e si percosse il petto con gesto solenne e vigoroso. E' in questa posizione umile e supplicante che lo raffigura la maggior parte dei pittori.
Subito Gesù rompe il silenzio e si rivolge a Girolamo dall'alto della croce: «Girolamo - gli dice - cos'hai da darmi? Cosa riceverò da te?». 
Girolamo non esita un attimo. Certo che aveva un sacco di cose da offrire a Gesù: «Naturalmente, Signore: i miei digiuni, la fame, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!»
Di nuovo Gesù risponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» 
Girolamo ripensa a cosa potrebbe ancora offrire a Gesù. Ecco allora le veglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il celibato nel quale si impegnava con più o meno successo, la mancanza di comodità, la povertà, gli imprevisti che si sforzava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte
Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia.
Lo sapeva da tempo: Girolamo ci tiene così tanto a fare del suo meglio! 
Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorriso astuto sulle labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girolamo, hai qualcos'altro da darmi?»
Alla fine, dopo che Girolamo ha enumerato tutte le cose buone che ricorda e siccome Gesù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a che santo votarsi, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi resta davvero più niente!».
Allora un grande silenzio piomba nella grotta e fino alle estremità del deserto di Giuda; Gesù replica un'ultima volta: «Eppure Girolamo hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati affinché possa perdonarteli...».



 Per quanto tu scenda in basso non sarai mai più umile di Cristo. 

San Girolamo -



Oggi, la bibbia è il libro più letto e tradotto al mondo e la si può trovare nelle lingue più diverse.

Ma è stato percorso un lungo cammino per renderla accessibile a tutte le lingue. È in questo scenario che entra la figura di San Girolamo. Dottore nell’interpretazione delle Sacre Scritture, filosofo, teologo, e storico, curò la prima traduzione dei testi originali in ebraico e greco verso il latino, la lingua parlata dal popolo a quell’epoca. Per questo, la sua traduzione fu chiamata vulgata, ovvero, popolare.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum


”San Girolamo chiamava questa operazione ‘il ritorno alla verità ebraica’, che era la verità del testi originali ”. 

La conoscenza che Girolamo aveva della parola di Dio e la chiarezza delle sue idee giunsero all’allora papa Damaso, che gli affidò la missione di tradurre in latino i quattro vangeli nella forma più fedele possibile agli originali. A Roma, Girolamo completò la traduzione dei vangeli e anche una versione dei salmi, tradotta dal testo greco.
- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum



Una volta partito da Roma, Girolamo venne in Terra Santa, conobbe i luoghi santi per comprendere meglio le sacre scritture e decise di stabilirsi a Betlemme. Fu in questa grotta, che si trova nella Basilica della Natività, accanto al luogo ove nacque Gesù, che egli si dedicò a lavori di traduzione.

“San Girolamo visse a Betlemme per 40 anni e in questo periodo scrisse qui numerosi commentari sulla Bibbia. Sono molto famose anche le sue lettere, e qui completò la traduzione dalla lingua ebraica di tutto l’antico testamento”

La grotta è molto visitata da pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo e che rimangono incantati dinanzi alla storia di questo luogo.

- Padre Eugenio Alliata -  ofm
Dir. Museo Studium Biblicum Franciscanum

San Gerolamo scrivente - Caravaggio (Michelangelo Merisi)
Galleria Borhese, Roma (Italy)


Buona giornata a tutti. :-)




domenica 16 agosto 2015

Mancanza di fede - Paulo Coelho -

A volte critichiamo la mancanza di fede degli altri. Non siamo capaci di comprendere le circostanze in cui essi hanno perduto la fede, e non cerchiamo neppure di alleviare la loro miseria che è il motivo che genera la ribellione e l'incredulità nel potere divino.

L'umanista Robert Owen (1771-1858) stava attraversando l'interno dell'Inghilterra, parlando di Dio. 
Nel XIX secolo era comune servirsi della mano d'opera infantile nei lavori pesanti e, un pomeriggio, Owen si fermò nei pressi di una miniera di carbone, dove un ragazzino di dodici anni, denutrito, trasportava un pesante sacco. "Sono qui per aiutarti a parlare con Dio", disse Owen. 
"Grazie tante, ma non lo conosco. Deve lavorare in un'altra miniera", fu la risposta del ragazzino.

- Paulo Coelho -



«Il gallo che canta è il sacerdote che predica la parola di Dio, che esorta alla conversione e alla penitenza. 
Ma come il canto del gallo non convertì Pietro senza l'occhiata di Gesù, così la voce del predicatore che parla all'orecchio, non è se non un vano rumore; i consigli, gli avvertimenti dei genitori, dei superiori, degli amici; i buoni esempi, i flagelli di Dio, i suoi benefici non fanno sopra di noi alcuna impressione senza l'azione segreta della grazia, senza lo sguardo amoroso di Gesù che cambi il cuore».

(San Girolamo - 347-420) 





Certe persone vivono in lotta con altre,
con se stesse, con la vita.
Allora si inventano opere teatrali immaginarie
e adattano il copione alle proprie frustrazioni.

- Paulo Coelho -
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”



"Quando non ho avuto più niente da perdere, 
ho ottenuto tutto. 
Quando ho cessato di essere chi ero, 
ho ritrovato me stesso. 
Quando ho conosciuto l'umiliazione
ma ho continuato a camminare, 
ho capito che ero libero di scegliere il mio destino."

- Paulo Coelho -



Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 16 aprile 2014

La croce nell'anima - San Girolamo

“Quando parlo della croce, non penso al legno, ma al dolore. 

In effetti questa croce si trova nella Britannia, in India e su tutta la terra. Cosa dice il Vangelo? 
Se non portate la mia croce e non mi seguite ogni giorno… (Lc. 14, 27). Notate cosa dice! Se un animo non è affezionato alla croce, come io alla mia per amor vostro, non può essere mio discepolo. 
Felice colui che porta nel suo intimo la croce, la risurrezione, il luogo della nascita e dell’ascensione di Cristo! Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore, Cristo nasce ogni giorno! 
Che significa del resto “Betlemme”? Casa del pane. Siamo anche noi una casa del pane, di quel pane che è disceso dal cielo. Ogni giorno Cristo vien per noi affisso alla croce.

Noi siamo crocifissi al mondo e Cristo è crocifisso in noi. Felice colui nel cui cuore Cristo risuscita ogni giorno, quando egli fa penitenza per i suoi peccati anche i più lievi. Felice chi ascende ogni giorno dal monte degli ulivi al regno dei cieli, ove crescono gli ulivi rigogliosi del Signore, ove si eleva la luce di Cristo, ove si trovano gli uliveti del Signore. 
Sono come un olivo fecondo nella casa di Dio (Sal. 51, 10). Accendiamo anche la nostra lampada con l’olio di quell’olivo e subito entreremo con Cristo nel regno dei cieli.”

San Girolamo, Commento al Salmo 95


"Ponendomi in intimo contatto con le anime, ho potuto vedere che in tutte ci sono piaghe profondamente dolorose; che tutte, anche se apparentemente sembrano felici, racchiudono nel cuore un mondo di sofferenze."

- S. Teresa di Los Andes -



"Mi hanno inchiodato sopra un legno. L’obbedienza inchioderà anche le tue mani, i tuoi piedi, il tuo cuore. Ma ricordati che essa ti crocifigge al Mio Cuore, affinché niente ti separi da me. No, neanche la morte potrà separarti, comprendilo; e conserva ciò per quando verrà l’angoscia."

- Gesù a Suor Maria della Trinità -



"Fa parte del giusto pentimento la certezza della speranza – una certezza che nasce dalla fede nella potenza maggiore della Luce fattasi carne in Gesù. Giovanni conclude il brano su Giuda in modo drammatico con le parole: «Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte» (13, 30). 
Giuda esce fuori – in un senso più profondo. 
Entra nella notte, va via dalla luce verso il buio; il «potere delle tenebre» lo ha afferrato."

(Papa Benedetto XVI, Gesù di Nazareth)



Pro ecclesia dei Sancta 

Ut domnum Apostolicum, et omnes gradus Ecclesiae in sancta religione conservare digneris, te rogamus audi nos.


Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 27 dicembre 2013

Mangiate e alzatevi - Padre Davide Maria Turoldo -


Signore, hai mai desiderato morire?
Sai cosa vuol dire: non farcela più,
perché il male è troppo grande, e amaro,
da renderci tanto infelici?
Dice un midrash antico che a volte
tu fai, a sera, delle nostre preghiere
un tappeto disteso nel cielo
e sopra tu pure ti prostri e preghi,
e questa sarebbe la tua preghiera:
- Di tanto male vi chiedo perdono, uomini…
Pensa al tuo popolo in mezzo al deserto:
- Fossimo morti per mano del Signore
in terra d’Egitto- per tua mano, Dio,
amante della vita!
E Giobbe a gridare:
- Perché le porte del grembo non chiuse?
Perché la pena ai miei occhi non nascose? -
Anche Cristo tentato di morire:
- Se tu sei il Figlio di Dio, buttati giù…-
anche lui sudando sangue, gridava:
- Padre, Padre, se è possibile …. -
Oh, le preghiere che salgono da tutti i deserti
dopo questo andare, e andare …
Come sono le preghiere di queste moltitudini
di braccianti, di deportati, di torturati, di uccisi?
Anche di te noi abbiamo pietà,
perché devi avere il cuore che scoppia,
e le notti che certo piangi per noi …
fino a farti pane, nostro cibo,
e a dirci: – Mangiate, alzatevi
che lungo è ancora il cammino. -
E noi andiamo ancora,
forti del tuo cibo;
solo perché tu ci ami
e noi ti amiamo,
Dio fatto in tutto simile a noi.

(Padre David Maria Turoldo)




"Dio è sempre nuovo, la sua opera è sempre nuova. 
Novità dei mondo è ogni vita che nasce, novità dei mondo è ogni morte. 
Assoluta novità di tutta la storia 

è sempre la perenne risurrezione di Gesù Cristo. 
E' l'Amore che è sempre nuovo. 
L’amore è la creatività in atto sull'onda della fantasia di Dio.
Non ci sono tempi per l'Amore. 
Ogni tempo è sempre per amare. 
Così è detto nella pienezza dei tempi". 

(Padre David Maria Turoldo)






«Ama la Sacra Scrittura e la saggezza ti amerà;
 amala teneramente, ed essa ti custodirà; 
onorala e riceverai le sue carezze.
 Che essa sia per te come le tue collane e i tuoi orecchini»

San Girolamo (Ep. 130,20)



"Nascesse pure Gesù Cristo mille volte a Betlemme... 
se non nasce nel tuo cuore,
sei perduto per sempre!" 

(Sant'Angela da Foligno)

Buona giornata a tutti. :-)