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mercoledì 29 settembre 2021

Antica supplica a san Michele


I. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che pieno di fede, di umiltà, di riconoscenza, di amore, lungi dall’aderire alle suggestioni del ribelle Lucifero, o di intimidirvi alla vista degli innumerevoli suoi seguaci, sorgeste anzi pel primo contro di lui ed animando alla difesa della causa di Dio tutto il restante della Corte celeste, ne riportaste la più completa vittoria, ottenetemi, vi prego, la grazia di scoprire tutte le insidie, e resistere a tutti gli assalti di questi angioli delle tenebre, affinché, trionfando a vostra imitazione dei loro sforzi, meriti di risplendere un giorno sopra quei seggi di gloria da cui furono essi precipitati per non risalirvi mai più. Gloria.



II. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che destinato alla custodia di tutto il popolo Ebreo, lo consolaste nelle afflizioni, lo illuminaste nei dubbi, lo provvedeste di tutti i bisogni, fino a dividere i mari, a piover manna dalle nubi, a stillar acqua dai sassi, illuminate, vi prego, consolate, difendete, e sovvenite in tutti i bisogni l’anima mia, affinché, trionfando di tutti gli ostacoli che ad ogni passo s’incontrano nel pericoloso deserto di questo mondo, possa arrivare con sicurezza a quel regno di pace e di delizie, di cui la terra promessa ai discendenti di Abramo non era che una smorta figura. Gloria.

III. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, costituito capo e difensore della cattolica Chiesa, la rendeste sempre trionfatrice della cecità dei gentili colla predicazione degli Apostoli, della crudeltà dei tiranni colla fortezza dei Martiri, della malizia degli eretici colla sapienza dei Dottori, e del mal costume del secolo colla purità delle Vergini, la santità dei Pontefici e la penitenza dei confessori, difendetela continuamente dagli assalti de’ suoi nemici, liberatela dagli scandali de’ suoi figliuoli, affinché, mostrandosi sempre in aspetto pacifico e glorioso, ci teniamo sempre più fermi nella credenza de’ suoi dogmi, e perseveriamo sino alla morte nell’osservanza de’ suoi precetti. Gloria.






IV. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che state alla destra dei nostri altari per portare al trono dell’Eccelso le nostre preghiere e i nostri sacrifizii, assistetemi, vi prego, in tutti gli esercizii della cristiana pietà, affinché compiendoli con costanza, con raccoglimento e con fede, meritino di essere di vostra mano presentati all’Altissimo, e da Lui ricevuti come l’incenso in odore di grata soavità. Gloria.

V. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, dopo Gesù Cristo e Maria, siete il più potente mediatore tra Dio e gli uomini, al cui piede s’inchinano confessando le proprie colpe le dignità le più sublimi di questa terra, riguardate, vi prego, con occhio di misericordia la miserabile anima mia dominata da tante passioni, macchiata da tante iniquità, ed ottenetemi la grazia di superare le prime, e detestare le seconde, affinché, risorto una volta, non ricada mai più in uno stato sì indegno e luttuoso. Gloria.


VI. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, come terror dei demoni, siete dalla divina bontà destinato a difenderci dai loro assalti nell’estrema battaglia, consolatemi, vi prego, in quel terribile punto colla vostra dolce presenza, ajutatemi col vostro insuperabil potere a trionfare di tutti quanti i miei nemici, affinché, salvato per mezzo vostro dal peccato e dall’Inferno, possa esaltare per tutti i secoli la vostra potenza e la vostra misericordia. Gloria.

VII. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che con premura più che paterna discendete pietosamente nel tormentoso regno del Purgatorio per liberarvi le anime elette, e seco voi trasportate nella eterna felicità, fate, vi prego, che, mediante una vita sempre santa e fervorosa, io meriti di andare esente da quelle pene sì atroci. Che se, per le colpe non conosciute, o non abbastanza piante e scontate, siccome già lo preveggo, mi vi andassi condannato per qualche tempo, perorate in allora presso il Signore la mia causa, movete tutti i miei prossimi a suffragarmi, affinché il più presto possibile voli al cielo a risplendere di quella luce santissima che fu promessa ad Abramo ed a tutti i suoi discendenti. Gloria.



VIII. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, destinato a squillare la tromba annunziatrice del gran Giudizio, ed a precedere colla Croce il Figliuolo dell’uomo nella gran valle, fate che il Signore mi prevenga con un giudizio di bontà e di misericordia in questa vita, castigandomi a norma delle mie colpe, affinché il mio corpo risorga insieme coi giusti ad una immortalità beata e gloriosa, e si consoli il mio spirito alla vista di quel Gesù che formerà il gaudio e la consolazione di tutti quanti gli eletti. Gloria.



IX. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che costituito governatore di tutta l’umana natura, siete in modo speciale il Custode della cattolica Chiesa, e del visibil suo Capo, riunite al seno di questa eletta Sposa di Gesù Cristo, tutte le pecore erranti, gli infedeli, i turchi, gli ebrei, gli scismatici, i peccatori, affinché, adunati tutti in un sol ovile, possano cantare unitamente per tutti i secoli le sovrane misericordie: sostenete nella via della santità, e difendete da tutti i nemici l’infallibile interprete de’ suoi voleri, il suo Vicario sopra la terra il Romano Pontefice, affinché obbedendo sempre alla voce di questo pastore universale, non mai si allontanino sai pascoli della salute, ma crescano anzi ogni giorno nella giustizia così i sudditi come i magistrati, così i popoli come i Re, e compongano su questa terra quella società concorde, pacificata e indissolubile, che è l’immagine, il preludio e la caparra di quella perfetta ed eterna che comporranno con Gesù Cristo tutti i beati nel cielo. Gloria.

Oremus. Da nobis, omnipotens Deus, beati Michaeli Arcangeli honore ad summa proficere; ut cujus in terris gloriam praedicamus, ejus quoque precibus adjuvemur in coelis. Per Dominum, etc.

Giaculatoria a s. Michele: O glorioso o forte, arcangiol san Michele, siatemi in vita e in morte, proteggitor fedele.





"La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti ". 
(Efesini 6:12)






La battaglia del cristiano è spirituale: “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.


Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.”


Lettera agli Efesini (6, 11-20)




Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 26 maggio 2021

Sogni di don Bosco . Il serpente e il Rosario


Siamo nell'anno 1862, la sera del 20 agosto.
Il cuore dell'apostolo dei giovani è sempre alla ri­cerca di nuovi mezzi di salvezza dell'incauta gioventú. Gli adolescenti non hanno un carattere ancora for­mato: la volontà è fiacca, la pietà è poca. Son troppo dissipati. 

E d'altra parte le passioni si svegliano. Che cosa fare perché superino la crisi della crescenza?




Parte prima - Efficacia dell'Ave Maria

Voglio contarvi un mio sogno fatto poche notti or sono. 

(Deve essere la notte che precedeva la festa della Assunzione di Maria SS.)

Sognai di trovarmi con tutti i giovani a Castelnuovo d'Asti a casa di mio fratello. Mentre tutti facevano ricreazione, viene a me uno ch'io non sapeva chi fosse, e mi invita ad andare con lui. Lo seguii e menommi in un prato attiguo al cortile e là mi indicò fra l'erba un serpentaccio lungo sette od otto metri e di una gros­sezza straordinaria. 

Inorridii a tal vista e voleva fug­girmene: - No, no, mi disse quel tale; non fugga; venga qui e veda.
- E come, risposi, vuoi che io osi avvicinarmi a quella bestiaccia? Non sai che è capace di avventarmisi addosso e divorarmi in un istante?
- Non abbia paura, non le recherà alcun male; ven­ga con me.
- Ahi! Non son così pazzo da andarmi a gettare in tal pericolo.
- Allora, continuò quello sconosciuto, si fermi qui! - E poi andò a prendere una corda e con questa in mano ritornò presso di me e disse:
- Prenda questa corda per un capo e lo tenga ben stretto fra le mani; io prenderò l'altro capo e andrò alla parte opposta e così sospenderemo la corda sul serpente.
- E poi?
- E poi gliela lasceremo cadere attraverso la schiena.
- Ah! No per carità! Perchè, guai se noi faremo questo. Il serpe salterà su indispettito e ci farà a pezzi.
- No, no; lasci fare a me.
- Là, là! Io non voglio prendermi questa soddisfazione che può costarmi la vita. - E già me ne voleva fuggire. 

Ma quel tale insistette di nuovo, mi assicurò che non avevo di che temere, che il serpe non mi avrebbe fatto male alcuno e tanto disse che io rimasi e 
accon­sentii a far il suo volere. Egli intanto passò dall'altra parte del mostro, alzò la corda e poi con questa diede una sferzata sulla schiena del serpe. 
Il serpente fa un salto volgendo la testa indietro per mordere ciò che l'aveva percosso, ma invece di mordere la corda, resta da essa allacciato come in cappio corsoio. Allora mi gridò quell'uomo: - Tenga stretto, tenga stretto e non lasci sfuggire la corda: - E corse ad un pero che era là vicino, e legò a quello il capo di corda che aveva tra le mani: corse quindi da me, mi tolse il mio capo di corda e andò a legarlo all'inferriata di una finestra della casa. Frattanto il serpente si dimenava, si dibat­teva furiosamente e dava giù tali colpi in terra colla testa e colle immani sue spire, che laceravansi le sue carni e ne faceva saltare i pezzi a grande distanza. Così continuò finchè ebbe vita; e morto che fu, più non rimase di lui che il solo scheletro spolpato.

Morto il serpente, quel medesimo uomo slegò la cor­da dall'albero e dalla finestra, la trasse a sè, la raccolse, ne formò come un gomitolo e poi mi disse: - Stia attento neh! - Così mise la corda in una cassetta che chiuse e poi dopo qualche istante aprì. I giovani erano accorsi attorno a me. Gettammo l'occhio dentro alla cassetta e fummo tutti stupiti. Quella corda si era disposta in modo che formava le parole «AVE MARIA!» - Ma come va! ho detto. Tu hai messa quella corda nella cassetta così alla rinfusa ed ora è così ordinata.
- Ecco, disse colui; il serpente figura il demonio, e la corda l'AVE MARIA o piuttosto il Rosario che è una continuazione di AVE MARIA, colla quale e colle quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell'inferno. – Fin qui, concluse D. Bosco, è la prima parte del sogno. Ve n'è un'altra parte, la quale sarà ancor più curiosa ed interessante per tutti. 

Ma l'ora è già tarda e perciò differiremo a contarla domani a sera. Frattanto teniamo in considerazione ciò che disse quel mio amico riguardo all'AVE MARIA ed al Rosario. Recitiamola divotamente ad ogni assalto di tentazioni, sicuri di uscirne sempre vittoriosi. Buona notte!

«Il domani 22 Agosto, lo pregammo più volte a volerci raccontare se non in pubblico, almeno in pri­vato quella parte di sogno che aveva taciuta. Non vo­leva accondiscendere. Dopo però molte suppliche si piegò e disse che alla sera avrebbe ancor parlato del sogno. Così fece».





Parte seconda - Carni immonde del serpente

Dette le orazioni, incominciò: - Dietro molte vostre istanze racconterò la seconda parte del sogno. Se non tutta, almeno vi dirò quel tanto che potrò raccontarvi. Ma prima debbo premettere una condizione, cioè che nessuno scriva o dica fuori di casa quello che io rac­conterò. Parlatene tra di voi, ridetene, fatene tutto quel che volete, ma fra di voi soli.
Mentre adunque io e quel personaggio parlavamo della corda, del serpente e dei loro significati, mi volgo indietro e vedo giovani che raccoglievano di quei pezzi di carne di serpente e mangiavano.
Io allora gridai subito: - Ma che cosa fate? Pazzi che siete! Non sapete che quella carne è velenosa e vi farà molto male?
- No, no, mi rispondevano i giovani: è tanto buona!
Ma intanto, mangiato che avevano, cadevano in ter­ra, gonfiavano e restavano duri come pietra. Io non sapeva darmi pace, perchè non ostante quello spettacolo altri e altri giovani continuavano a mangiare. 

Io gridava all'uno, gridava all'altro; dava schiaffi a questo, pugni a quello, cercando di impedire che mangiassero: ma inu­tilmente. 
Qui uno cadeva, là un altro si metteva a mangiare. 
Allora chiamai i chierici in aiuto e dissi loro che si mettessero in mezzo ai giovani e si adoperassero in ogni modo perchè più nessuno mangiasse di quella carne. Il mio ordine non ottenne l'effetto desiderato, che anzi alcuni degli stessi chierici si misero a mangiare le carni del serpe e caddero egualmente che gli altri. Io era fuori di me stesso, allorchè vidi tutto intorno a me un gran numero di giovani distesi per terra in quello stato miserando.
Mi rivolsi allora a quello sconosciuto e gli dissi: - Ma che cosa vuol dire ciò? Questi giovani conoscono che quella carne reca loro la morte, tuttavia la vogliono mangiare! E perchè? - Egli rispose:
- Sai bene: che «ANIMALIS HOMO NON PER­CIPIT EA QUAE DEI SUNT ».
- Ma e ora non c'è più rimedio per riaver di nuovo questi giovani?
- Sì che c'è!
- Quale sarebbe !
- Non vi è altro che l'incudine ed il martello.
- L'incudine? il martello? e che cosa fare di tali cose?
- Bisogna sottoporre i giovani alle azioni di que­sti strumenti.
- Come? Debbo forse io metterli su di un incudine e poi batterli con un martello?
Allora l'altro spiegando il suo pensiero, disse: - Ecco; il martello significa la confessione; l'incudine la S. Cumunione: bisogna fare uso di questi due mezzi. –
Mi misi all'opera e trovai giovevolissimo questo rime­dio, ma non per tutti. Moltissimi ritornavano in vita e guarivano, ma per alcuni il rimedio fu inutile. Questi sono coloro che non facevano buone confessioni. (M. B. VII p. 238)



...Giovani, se volete perseverare nella via del cielo, vi rac­comando tre cose: accostatevi spesso al sacramento della confessione, frequente la santa comunione, sceglietevi un confessore cui osiate aprire il vostro cuore, ma non cangiatelo senza necessità. VI,145.
...Dio vi dà tempo e comodità di studiare e praticare la re­ligione. Sappiatene approfittare. XIV,86. (Don Bosco)






Preghiere di protezione

"Onnipotente Verbo di Dio Padre, Cristo Gesù, Signore di tutto il creato,
a te che desti ai tuoi apostoli il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni, e il comando veramente mirabile, di cacciare i demoni;
a te che facesti precipitare Satana dal cielo come una folgore, con la forza del tuo braccio, io rivolgo umilmente la mia supplica: 
dà a me, indegnissimo tuo servo innanzi tutto il perdono dei miei peccati, 
e poi una fede robusta e il potere di attaccare nel tuo nome 
e sostenuto dalla tua potenza, questo crudele demone, 
che turba il tuo servo (………nome).
Te lo chiedo per te stesso, Signore Gesù Cristo, che deve venire a giudicare i vivi e i morti e questo secolo nel fuoco. Amen.

(dal Rituale Romano)"



"Invoco su di me e sui presenti il Sangue dell'Agnello di Dio 
che toglie i peccati del mondo, 
perché ci purifichi da ogni peccato 
e ci protegga contro ogni influsso del Maligno 
e contro ogni sua ritorsione su persone, animali e cose. Amen."


Buona giornata a tutti. :-)

martedì 2 marzo 2021

La contadina e le candele

Anni fa una contadina, essendo il marito ammalato gravemente, fece voto di accendere ogni giorno, per un intero anno, un cero dinanzi all'effige della Santa Vergine.
Tutte le mattine, di buon'ora, correva fino alla piazza principale del paese dove si ergeva la chiesa parrocchiale e, recitato un Pater, Ave e Gloria, offriva la sua candela alla Madonna.
Poi se ne tornava velocemente a casa per assistere il marito infermo.
Dopo nove giorni, l'uomo si alzò dal letto guarito.
Il decimo giorno, la donna, avendo da lavare tutta la biancheria accumulatasi durante la malattia del marito, disse tra sé:
" Oggi ho troppo lavoro da sbrigare. Vorrà dire che andrò in chiesa domani e accenderò due ceri "
L'indomani pioveva grosso un dito, perciò la donna si disse:
" Oggi c'è troppa pioggia. Se uscissi, m'inzupperei tutta. Vorrà dire che andrò domani e accenderò tre ceri "
Di giorno in giorno, trovava sempre una scusa buona per non andarci. Però la brava donna si faceva premura di tenere il conto delle candele che avrebbe dovuto accendere.
E così un bel dì si accorse che erano già cinquanta e pensò :
" Cinquanta candele ? Ma se io, adesso, vado in chiesa ad accendere cinquanta candele mi prenderanno certamente per matta! "
Perciò decise di lasciar stare.

Troppo spesso ci rivolgiamo a Lui solo nel bisogno e ci dimentichiamo di ringraziarlo ogni giorno per il dono della vita.
Troppo presi dalle nostre vite, dai nostri mille impegni .... però quando abbiamo bisogno il tempo per chiedergli una grazia lo troviamo. 






Il cuore - Martin Buber

Rabbi Mendel soleva dire che tutti gli uomini che gli avevano chiesto di pregare Dio per loro gli passavano nella mente quando diceva la tacita preghiera delle Diciotto Benedizioni (preghiera che si recita tre volte al giorno stando in piedi).
Un giorno un tale si stupì che ciò fosse possibile, poiché il tempo non bastava certo. Rabbi Mendel rispose: "Una traccia della pena di ognuno rimane incisa nel mio cuore. Nell'ora delle preghiera io apro il mio cuore e dico: Signore del mondo, leggi ciò che è scritto qui!".

Martin Buber

Da: “Storie e leggende chassidiche”, Mondadori







Il ritmico battito del cuore lo percepisco identico come allora, nel chiasso del nostro mondo, non appena vi accosto l’orecchio.
È forse addirittura vero che, quanto più lo si vuole sopraffare con i nostri rumori e nullità, quel ritmo si fa sentire con tanta maggiore ostinazione, fedeltà e silenzio.
Alla nostra volontà di potere e alla nostra impotenza esso si manifesta come l’unità, a null’altra paragonabile, di potere e d’impotenza, in cui sta in assoluto l’essenza dell’amore.


Hans Urs von Balthasar
da: "Il cuore del mondo"





San Michele Arcangelo, 
difendici nella battaglia; 
contro le malvagità 
e le insidie del diavolo sii nostro aiuto.

Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! 
E tu, principe delle milizie celesti, 
con la potenza che ti viene da Dio, 
ricaccia nell’inferno satana 
e gli altri spiriti maligni 
che si aggirano per il mondo 
a perdizione delle anime. Amen!

Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 29 settembre 2020

San Michele arcangelo, protettore del regno di Cristo sulla terra, proteggici!

San Michele arcangelo , umile difensore della Chiesa e nostro protettore , ottienici da Dio il coraggio di lottare contro il male , di vincere la pigrizia spirituale e di amare la vita comunitaria .

Tieni sempre vivo in noi l'amore verso la Trinità e la Madonna.
Fà che le nostre azioni mirino alla gloria di Dio e possiamo compiere con rettitudine il poco bene che sapremo fare .

Che la nostra vita sia testimonianza di fede e di serenità.
Aiutaci a saper donare il sorriso dell'amicizia e ad accendere nei cuori la speranza .

Che i nostri fratelli guardino il volto di Cristo e che i bisogni degli altri siano anteposti ai nostri .
Fà che non aspettiamo riconoscenza per il nostro servizio e donaci sempre nuovo zelo nel lavoro silenzioso di ogni giorno.

Ti chiediamo per la Chiesa protezione continua , per le famiglie comprensione tra i membri ; per il mondo , la pace , per tutti l 'amore , il lavoro , la gioia e per i nostri defunti il riposo eterno.
Amen.




A San Michele Arcangelo, Capo dell'Esercito Celeste 

San Michele arcangelo, eccelso principe degli angeli, che rivolgi continuamente il tuo sguardo ardente verso il trono di Dio di cui difendi la gloria , guida 
l 'esercito celeste degli angeli che proteggono ogni uomo , 
in virtù del tuo nome che significa "Chi come Dio?".
Sii forte sostegno di quanti desiderano salvarsi.
Il tuo esempio di fedeltà a Dio ci sostenga nella nostra lotta 
contro i cattivi costumi e contro ogni peccato.
Ottieni da Dio, per noi che ti invochiamo,
la grazia di vivere quotidianamente gli impegni del battesimo. 
Fiduciosi della tua protezione potremo difenderci 

dalle insidie delle tentazioni di satana e, 
vivendo nella purezza e nella pietà 
speriamo di essere degni di comparire un giorno 
davanti al trono del Re della gloria .

San Michele arcangelo.
Aiutaci.
San Michele arcangelo.
Difendici.
San Michele arcangelo .
Proteggici e accompagnaci nella gloria eterna.



Supplica a San Michele

Angelo che sei a capo della milizia celeste, 

non mi abbandonare.
Quante volte ti ho addolorato con le mie colpe .
Ti prego, in mezzo ai pericoli che mi circondano, 
di difendermi contro gli spiriti maligni 
che cercano di ingannarmi con la lusinga, 
il dubbio e che attraverso le tentazioni 
tentano di indebolire le mie forze .
Non lasciarmi esposto ai colpi del nemico che cerca di perdermi .
Fa che io possa aprirmi alle tue ispirazioni e fa scendere nel mio animo l'amore divino che arde nel tuo cuore e in quello dei tuoi angeli .
Fa che , al termine della mia vita terrena, 
possa venire a godere l'eterna beatitudine nel regno di Gesù, 
regno di Pace, amore e gioia .

Amen

San Michele arcangelo.
Prega per noi 


San Michele arcangelo, protettore del regno di Cristo sulla terra, proteggici!

www.leggoerifletto.it


venerdì 12 giugno 2020

Come e quando agisce Satana - Don Raul Salvucci


Il più grande problema che di secolo in secolo ha turbato i sonni di chi intende oc­cuparsi di queste realtà è comunque quello di capire COME E QUANDO.

Si può raggiungere la certezza che ci siano realmente realtà spiritiche o non si tratti invece di autentiche malattie. È que­sta difficoltà di fondo che induce molti a dubitare dell'esistenza di questa realtà, scaricando ingiustamente tutto sulle ma­lattie mentali o nervose.

Avendo con la mia esperienza di oltre venti anni seguito direttamente, e a volte per lungo tempo, migliaia di casi, ho potu­to raccogliere ricorrenti e costanti indica­zioni per poter offrire alle persone soffe­renti alcuni spunti che ritengo validi e si­curi per la diagnosi delle presenze malefi­che. 
Le mie indagini non sono basate su in­tuizioni particolari, di cui sono assoluta­mente dotato, e neppure su particolare sen­sibilità che consenta, tastando il corpo del paziente, di scoprire la presenza delle ne­gatività. 

Uso invece dei test di ricerca che sono accessibili a tutti e che ognuno che lo voglia può fare comodamente su se stesso. 

IL "FAI DA TE" è oggi molto ricercato. I tre capitoli che seguono sono un tentativo, spero utile e positivo, di trasportarlo nel tetro e miste­rioso mondo dell'occulto, dove sembrano, rari e introvabili, esperti sicuri per il diffi­cile rebus.

Dei "12 sintomi" delle presenze ma­lefiche, di essi i primi tre sono fonda­mentali, nel senso che se non vi sono tutti e tre, non c'è maleficio; al contrario se ci so­no tutti e tre si può avere la certezza che il maleficio vi sia.


Nei tre capitoli che seguiranno ripor­terò per intero i "tre segni" fondamentali di cui sto parlando, rimandando poi al li­bro stesso per avere la conoscenza e la spiegazione degli altri dieci segni che qui non vengono riprodotti.

Primo sintomo: l'attacco notturno contro il sonno

La testa viene colpita incessantemente di giorno e di notte. Ma l'attacco fonda­mentale e più decisivo, per la distruzione della mente (psiche) e di riflesso poi di tut­to il corpo, viene inferto nella notte, perché durante la passività del sonno le forze del male possono agire più comodamente.

Strumenti ordinari di tali disturbi sono gli oggetti fatturati che vengono immessi nei cuscini, in modo che il contatto diretto con la testa renda più forte ed efficace la loro radiazione malefica.

I sintomi nei disturbi del sonno sono: difficoltà ad addormentarsi, risvegliarsi presto e non prendere più sonno, avere in­cubi, sognare cioè cose brutte e angoscian­ti che si esprimono con forza nella mente generando spavento, come sensazioni di cadere dall'alto, guidare una macchina che non si riesce a controllare, vivere una si­tuazione paurosa dalla quale non c'è via di scampo.

È tale la forza di questi incubi che spes­so risvegliano il paziente lasciandolo in uno stato di paura e di sconvolgimento. Questi sintomi possono presentarsi tut­ti o solo in parte, secondo la costituzione dei vari organismi.

Quel che conta, per capire se sono fatti naturali o no, è quello di guardare alle con­seguenze che si riscontrano quando la not­te finisce: quando è ora di alzarsi per af­frontare gli impegni della giornata, ci si sente più stanchi e sfiniti di quando si è andati a letto. Il sonno non solo non è stato riposante, ma ha creato un senso di sfini­tezza generale su tutto il corpo, per cui non ci si vorrebbe alzare. Alzandosi, diventa difficilissimo affrontare e portare avanti i normali impegni che prima si facevano con una certa soddisfazione, poiché ora di­ventano una ininterrotta tortura.

Perché questo accanimento nella notte?

Nella testa c'è la centralina di tutti i co­mandi che regolano e ordinano il movi­mento di tutte le parti del corpo. La fun­zionalità di questo centro di comando e di controllo è assicurata dal ricambio che av­viene durante il periodo del sonno: quando si perde in quantità notevole il sonno, non si ha più la potenza per agire normalmente. Perciò l'attacco sistematico al sonno, è il principio di distruzione della vita ed elimina gradualmente nel soggetto colpito la possibilità di ogni resistenza all'azione demolitrice degli spiriti del male. L'attacco all'organo centrale della nostra vita psichica e vegetativa apre la porta al potere di trascinare una persona dove si vuole.

Effetti dei disturbi del sonno. Quando tutte le notti, senza interruzione si subisce una tale violenza, non è soltanto il fisico a subirne le conseguenze, ma anche soprattutto la resistenza psichica a crollare, con una catena di conseguenze che non è facile catalogare. Provo tuttavia a farne un elenco:

- perdita della personalità e della libertà per il proprio comportamento. Dopo la devastazione del recupero che un buon sonno dovrebbe offrire, si indebolisce la capacità di controllo e di autonomia, cosicché gli influssi spiritici fanno da padroni.

Così si spiega, per esempio, la completa inversione di tendenza del bravo marito che si sente stranamente attratto dalla donna estranea che ricorre a questi mezzi.

Un marito ottimo, sereno e affettuose attaccatissimo ai figli, molto legato alla moglie, di colpo non si riconosce più. Non ama più, non vede più i figli, soffre di star in casa, si chiude in se stesso, sembra inebetito, non dorme più i suoi sonni tranquilli, tradisce un interno contrasto.

È come se una forza invisibile, di cui lui stesso non capisce la provenienza, lo portasse a fare ciò che non vorrebbe.

Bisogna precisare che, in questi casi una perdita delle capacità di volere non totale come nell'ossessione diabolica, ma è talmente forte che, se non c'è un carattere consolidato unito a una difesa religiosa, non si è capaci di resistere.

Tanta comprensione e tanta delicatezza verso chi attraversa questi traumi è indispensabile per evitare il peggio;

- la mente è sconvolta.

Una continua "suggestione mentale la tiene continuamente in opera di giorno nelle ore di insonnia della notte.

Pensieri falsi, interpretazioni distorte, risentimenti, immaginazioni al di fuori di ogni realtà martellano la testa per giorni, per mesi, e alla fine riescono a imporre false certezze che al momento opportuno esplodono e diventano dirompenti, con espressioni e comportamenti incomprensibili a chi li recepisce. È un vero martirio che, quando arriva al culmine, scatena atteggiamenti violenti, rabbiosi, asociali soprattutto con i familiari e apre, purtroppo la via a ricoveri in reparti di psichiatria o a pre­scrizioni di forti dosi di psi­cofarmaci, che in questi casi non risolvono nulla, anzi at­tenuano la capacità di reagi­re alle forze del male;

- questa agitazione men­tale crea la "deconcentrazio­ne", cioè l'incapacità di fer­mare la mente per concen­trarsi sulle cose da fare. Chi lavora in ufficio non è effi­ciente e commette pericolosi errori. Il ragazzo che va a scuola non riesce ad appli­carsi, la mente fugge continuamente dalle pagine del libro e quel poco che si è letto viene subito cancellato dalla forza dei pensieri inutili che tengono banco. In genere in questi casi i genitori dicono inconsapevol­mente che non ha voglia di studiare, ma poi aiutati ad approfondire, riconoscono che il ragazzo non riesce ad applicarsi:

- la stanchezza mentale genera un senso di avvilimento che in­veste la persona: la rende abitualmente tri­ste, la porta a rinchiudersi sempre più in se stessa, le crea la sensazione che tutto stia crollando, che ormai non potrà andare più avanti. Nei momenti più acuti, tutto diven­ta più nero del nero e la catastrofe totale sembra ormai inevitabile. Questo stato a volte diviene l'anticamera del suicidio;

- la mente così turbata porta indirettamente a un altro feno­meno: la ricerca del letto, chiudendosi in camera anche nelle ore del giorno. Oggi il caso di giovani e ragazzi che gradualmen­te restringono la loro vita a questa forma solo vegetativa, rifuggendo da ogni impe­gno e dal frequentare la vita sociale, è sem­pre più frequente, man mano che dilaga maggiormente il ricorso alle forme del­l'occulto. In questi casi il letto attira sem­pre, perché nel letto o nel cuscino c'è qual­cosa di fatturato che richiama la persona, al fine di poter continuare a sprigionare su di lei la sua azione malefica anche nelle ore in cui normalmente non si dovrebbe stare a letto.

Chi è soggetto a queste cose deve tener presente la regola che nel letto e nella ca­mera ci deve stare il meno possibile. Deve cercare invece di evadere dalla casa, uscire all'aperto, cambiare ambiente, creare rap­porti sociali e di incontro.

Secondo sintomo: gravi disturbi allo stomaco

Degli oggetti fatturati fatti ingerire e che poi rimangono nello stomaco ho già parlato qua e là in altri articoli, spiegando le tecniche del maleficio e rispondendo al­le domande al riguardo.

Qui voglio sottolineare l'importanza fondamentale del fatto. La fattura opera sulla vittima per mezzo di influssi negativi prodotti da soggetti fisici, preparati prece­dentemente con riti propiziatori nei labo­ratori dei maghi.

Si comprende facilmente che più l'og­getto fatturato è vicino come distanza e presente come continuità di tempo alla persona, più è efficace l'azione malefica. Quindi gli oggetti possono essere mes­si nella casa o nei dintorni immediati di casa, nel laboratorio o nell'ufficio, dentro l'auto, nei cuscini.

Ma in ogni caso dato che la gente si muove, il contatto con queste cose viene continuamente interrotto e a volte per tem­pi lunghi: in ufficio non ci si sta sempre, nella casa o nell'auto neppure, sul cuscino la testa ci riposa solo nelle ore della notte.

La carica più efficace è quindi quella di piazzare il fatturato all'interno del corpo stesso: così, più che vicino, è al di dentro e la continuità non si interrompe mai neppu­re per qualche minuto. L'oggetto può esse­re di minuscole proporzioni, sia di materia solida che liquida e non è difficile creare occasioni per cui una persona possa man­giare o bere qualcosa preparato allo scopo.

Una persona che faceva "manovalan­za" per un mago, poi convertitasi, mi ha raccontato di una delle pratiche che ha vi­sto fare in laboratorio.

Dalla donna che voleva ottenere un le­game d'amore con un uomo, si faceva por­tare il sangue delle mestruazioni.

Lo essiccava e lo fatturava, quindi lo scioglieva in acqua e il liquido veniva ini­ettato con la siringa dentro i cioccolatini che all'interno hanno la parte molle o con­tengono liquori; poi in qualche modo fini­vano per essere offerti all'uomo.

Questa testimonianza è sicura.

Se però non trovano un modo naturale di farli abboccare all'amo, agiscono in mo­do preternaturale per mezzo di spiriti come ordinariamen­te fanno con la roba che si trova dentro i cuscini.

L'oggetto nello stomaco agisce ininterrottamente 24 ore su 24, i sintomi che pos­sono svelarne la presenza so­no principalmente:

- difficile digestione, senso di pieno allo stomaco per cui si pensa di non dover mangiare, a volte anche diffi­coltà o ripugnanza a ingerire cibi (anoressia), dolori e pe­santezza, conati di vomito ri­petuti e anche violenti a se­guito dei quali spesso non esce niente, se non un po' di saliva, altre volte escono co­se strane: questo è segno po­sitivo di liberazione;

- riflessi negativi sul fun­zionamento dell'intestino provocati dall'a­zione devastante sulla digestione;

- un sintomo particolare, che può sembrare un po' strano, è un'ondata di 

an­goscia che parte dallo sterno e sale fino al­la gola e alla testa.

Sono molti i pazienti che avvertono momenti di pessimismo più nero, che 

ge­nerano attimi di supremo sconforto, ab­biano origine proprio da qualcosa che par­te dallo stomaco e arriva alla testa per via esterna.

In questi casi oltre all'uso di bere acqua santa e di condire i cibi con olio e sale be­nedetti, giovano anche il mangiare poco e con frequenza e l'uso moderato di farmaci che aiutano la digestione.

Ritorna sempre la domanda di come sia possibile, nel continuo passare del cibo nello stomaco, che queste piccole parti­celle malefiche rimangano per anni e anni ferme nello stomaco.

Un film sulle apparizioni di Lourdes, che ha avuto un gran successo qualche an­no fa, si apriva con la solenne affermazio­ne: "Per coloro che credono tutto è possi­bile, per coloro che non credono nessuna spiegazione è sufficiente".

Cosi è: per chi crede a queste cose, an­che per questo fatto è possibile una spiega­zione. Se si pensa che queste particelle di cibo ingerite sprigionano potenzialità ne­gative ininterrottamente 24 ore su 24 come si è detto, si può anche comprendere che parte di questa energia venga utilizzata perché il materiale resti posizionato là do­ve si trova, mentre l'altro cibo, finita la di­gestione, passa all'intestino.

Quando l'azione potente della presenza dello Spirito Santo, nella vita del credente che fa un sincero cammino di Fede, ridurrà gradualmente la potenza malefica di que­ste particelle, esse non avranno più nep­pure la forza per rimanere nello stomaco e usciranno per via intestinale come gli altri cibi.

Il mondo dell'occulto è come l'elettro­nica: chi non ne conosce i punti base come i bit, i chips, gli input, non potrà mai spie­garsi la multiforme operatività di aggeggi così piccoli.

Il mondo dell'occulto ha alcune realtà fondamentali; una volta comprese e accet­tate, si spiega tutto.

Per coloro che invece negano tutto a priori e in blocco, con la frasetta degna del­le intelligenze più elevate: "Ma che sono queste cretinate!", nessuna spiegazione è sufficiente. Pastori della Chiesa e laicisti illuminati, copritevi sempre dietro tale es­pressione: la beatitudine accordata agli ignoranti sarà sempre con voi.

Terzo sintomo: avversione al sacro

Una volta accettato il principio esposto sopra, che soltanto una barriera religiosa può contrastare il male con tutte le sue sva­riate manifestazioni, resta evidente che satana farà di tutto perché la persona che vuol colpire si allontani gradualmente da ogni pratica religiosa, sia individuale che collettiva.

Questo è il terzo dei tre segni fonda­mentali per giudicare se si è colpiti da 
azi­oni malefiche; è di grande importanza per­ché fa comprendere più a fondo come la reale via di liberazione non passa attraver­so iniziative esterne alla persona, ricercate negli operatori della magia o anche nei mi­nistri della Chiesa.

Cercare affannosamente una mano san­ta, che dall'esterno tolga questo male, è normalmente l'impegno principale di chi si sente colpito da fenomeni preternaturali.

Ho letto da un esposto esteso da un esorcista francese, che il fatto che lo aveva maggiormente sorpreso era che, tra le tan­te persone che aveva ricevuto, non ce n'era stata una sola che fosse arrivata da lui col pensiero di dover fare lei stessa qualcosa per essere liberata. Tutti avevano la preci­sa sensazione che dovevano trovare qual­cuno che avesse il potere di spazzare via il male allo stesso modo con cui il dentista strappa via il dente malato. E così anche in Italia.

È importante perciò che in presenza di questi disturbi, il paziente scopra che ha subìto una sottile ma sistematica difficoltà nell'incontro con Dio.

Comincerà allora a rendersi conto che soltanto con un graduale ritorno alla prati­ca religiosa potrà raggiungere la libera­zione.

"Da quanto tempo hai incominciato ad avvertire questi fenomeni strani?".

"Da quanto tempo hai incominciato a distaccarti dalla pratica religiosa?". Sono queste le due domande che rivol­go successivamente alle persone con cui tratto, per aiutarle a convincersi di questa realtà. Cercando di ricostruire l'inizio dei mali e quello del distacco dalla religione, scoprono con sorpresa che coincidono e comprendono il significato di questa coin­cidenza. Capire poi che la ripresa della vita religiosa sia la via migliore per difendersi, scaturisce come conseguenza logica.

Esaminiamo ora nei particolari i prin­cipali aspetti dell'avversione al sacro:

- distacco graduale per chi in qualche modo è praticante. Si incomincia spesso con pensieri vaghi sulla Fede: forse non è vero niente, se Dio è Amore perché c'è tan­to male, a che serve pregare e andare in Chiesa...

- mille motivi si sommano gradual­mente per non far trovare più il tempo per pregare personalmente o per andare in Chiesa;

- come ci si mette a pregare, la testa parte. Si stabilisce, per esempio, alla sera, prima di andare a letto, di recitare alcune preghiere tra le più comuni. Si inizia, ma dopo un po' ci si accorge che la mente se ne è andata altrove, le preghiere stabilite non sono state dette perché, come un colpo di spugna porta via lo scritto dalla lavagna, così qualcosa di invisibile ha cancellato il programma fissato;

- disagio a stare in Chiesa e a parteci­pare comunque a preghiere comunitarie. Dato che la preghiera fatta insieme ad altri è sempre più efficace, è anche perciò la più ostacolata. Stando insieme in Chiesa per le celebrazioni liturgiche si possono sentire sensazioni di stanchezza, di nausea, di confusione mentale, di svenimento.

Sentiamo spesso dire ai pazienti: "Io in Chiesa non è propriamente che non ci va­do, ma non mi sento di stare con gli altri, preferisco perciò intrattenermi un po' quando non c'è nessuno".

- La stessa difficoltà si trova per le partecipazioni alle preghiere nei gruppi ecclesiali. La prima volta che le persone vengono da me, se avverto che c'è veramente qualcosa di malefico, chiedo l'impegno a partecipare a qualcuna delle diverse riunioni di preghiera che facciamo per queste situazioni.

L'adesione in genere c'è, ed è anche sincera, in vista di una possibile guarigione. Ma le metto subito in guardia, specialmente quando il caso ha una certa gravità: "Stai attento che da solo, almeno le prime volte, non ce la farai a venire; perciò accordati con qualche persona di famiglia qualche conoscente per venire insieme".

Anche il rapporto con il Sacerdote esorcista non è bene che sia tenuto completamente segreto; senza l'aiuto di qualche familiare o di qualche persona amica il cammino per un avvicinamento maggiore a Dio sarà stroncato da satana fin dall'inizio, in mille maniere diverse.

Sono quattro i sintomi principali che disturbano la preghiera in questi casi: 

1) mente non riesce a concentrarsi per via continue distrazioni; 
2) una strana voglia di sbadigliare senza interruzione; 
3) il bisogno di ridere, di ridere tanto; 
4) una sonnolenza profonda che non si riesce a vincere.

Una volta cercavo di liberare con l'esorcismo una signora colpita da un maleficio. Nonostante fosse molto religiosa seria e tanto desiderosa di guarigione, non riusciva a trattenersi dal ridermi forte in faccia e se ne scusava con me provando tanta angoscia.

Ma noi che siamo del mestiere sappiamo, anche attraverso gli indemoniati, che quello di riderci in faccia è uno degli atteggiamenti più comuni degli spiriti del male. Testoni proprio questi diavoli!

Nonostante tutte le legnate che hanno ricevuto in duemila anni da Sacerdoti e il Signore Gesù, non hanno ancora imparato il proverbio che dice: 
"Ride bene chi ride per ultimo."
La Madonna vince sempre.

Don Raul Salvucci - esorcista


"Chi non prega il Signore, prega il diavolo! Quando non si confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio!"


(Papa Francesco nell'Omelia della Santa Messa pro Ecclesia del 14.03.2013)


Con i colori di questa fede semplice,
tutto brillava per lui, sole ed erbacce.
Lui guardò; ed ecco Nostra Signora,
stava alta e passava sicura sull'erba
come un cavaliere sul suo destriero.
Il suo volto era la parola piana
del coraggioso che parla e decide,
i colori vivi della sua veste
erano più di una bella notizia.


- G.K. Chesterton - 
La ballata del cavallo bianco - Libro I (La visione del Re)


Preghiera prima di confessare e confessarsiPreghiera a San Michele Arcangelo  - Papa Leone XIII

San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia:
sii tu nostro sostegno contro la perfidia
e le insidie del diavolo.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui
te ne preghiamo supplichevoli.
E tu, o principe della milizia celeste,
con la potenza divina,
ricaccia nell'inferno Satana
e gli altri spiriti maligni
che errano nel mondo per perdere le anime.
Amen.


Buona giornata a tutti. :-)