sabato 31 luglio 2021

La profezia di San Francesco d'Assisi

Dopo aver convocato i suoi fratelli poco prima della sua morte (1226), Francesco ha avvertito su tribolazioni future, dicendo: 
“Fratelli agite con forza e fermezza in attesa del Signore. 
Un periodo di grandi tribolazioni e afflizioni in cui grandi pericoli e imbarazzi temporali e spirituali accadranno; la carità di molti si raffredderà e l’iniquità dei malvagi abbonderà. 
Il potere dei demoni sarà più grande del solito, la purezza immacolata della nostra comunità religiosa e altri saranno appassiti al punto che ben pochi fra i cristiani vorranno obbedire al vero sommo Pontefice e alla Chiesa Romana con un cuore sincero e perfetta carità.
“Nel momento decisivo di questa crisi, un personaggio non canonicamente eletto, elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore. 
Mentre gli scandali si moltiplicheranno, la nostra congregazione religiosa sarà divisa tra altre che saranno completamente distrutte, perché i loro membri non si opporranno, ma consentiranno all’errore. 
Ci saranno così tante e tali opinioni e divisioni tra la gente, e tra i religiosi e i chierici che, se quei giorni malefici non fossero abbreviati, come annunciato dal Vangelo, anche gli eletti cadrebbero nell’errore (se fosse possibile), se in tale uragano non fossero protetti dall’immensa misericordia di Dio. 
Così la nostra Regola e il nostro modo di vita saranno violentemente attaccati da alcuni. 
Delle tentazioni terribili sorgeranno. 
Coloro che supereranno la grande prova riceveranno la corona della vita. 
Guai a quelli tiepidi che metteranno ogni loro speranza nella vita religiosa, senza resistere saldamente alle tentazioni consentite per provare gli eletti. Coloro che nel fervore spirituale abbracceranno la pietà con la carità e zelo per la verità, subiranno persecuzioni e insulti come se fossero scismatici e disobbedienti. 
Perché i loro persecutori, spronati da spiriti maligni, diranno che in questo modo prestano grande onore a Dio nell’uccidere e rimuovere dalla terra degli uomini tanto cattivi. 
Allora il Signore sarà il rifugio degli afflitti e lui li salverà, perché hanno sperato in Lui. 
E poi per rispettare il loro Capo, agiranno secondo la Fede e sceglieranno di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, acquistando con la morte dalla vita eterna, non volendo conformarsi all’errore e alla perfidia, per assolutamente non temere la morte. 
Così alcuni predicatori terranno la verità in silenzio e negandola la calpesteranno.


“La santità di vita sarà derisa da coloro che la professano solo esteriormente e per questa ragione Nostro Signore Gesù Cristo invierà loro non un degno pastore, ma uno sterminatore.“



“ Se avrò occasione di parlare con l’Imperatore , lo supplicherò che per amore di Dio e per istanza mia, emani un editto, al fine che nessuno catturi le sorelle allodole e faccia loro del danno. 
E inoltre, che tutti i podestà delle città e i signori dei castelli e dei villaggi, siano tenuti ogni anno, il giorno della Natività del Signore, a incitare la gente che getti frumento e altre granaglie sulle strade, fuori delle città e dei paesi, in modo che in un giorno tanto solenne gli uccelli, soprattutto le allodole , abbiano di che mangiare…”

- San Francesco - 






Saluto alla Beata Vergine Maria

Ave, Signora, santa regina
Santa genitrice di Dio, Maria
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è
ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate.


- San Francesco d’Assisi - 


Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 30 luglio 2021

Il cacciatore - Bruno Ferrero

Un giovane indiano partì alla caccia di anitre selvatiche sulla riva di un fiume. Era armato solo di una fionda. 
Raccolse alcuni ciottoli sul greto e cominciò a scagliarli con tutta la sua forza. 
Mirava soprattutto agli uccelli che si fermavano incautamente sulla riva.
I sassi lanciati finivano con un tonfo nell'acqua profonda. 
Soltanto due ciottoli colpirono a morte due uccelli prima di finire anch'essi nella corrente.
Quando rientrò in città, il giovane aveva due anitre nella bisaccia e ancora uno dei ciottoli in mano.
Nei pressi del bazar, un gioielliere lo fermò con una esclamazione di sorpresa. "Ma è un diamante, quello che hai in mano! Vale almeno mille rupie".
Il giovane cacciatore impallidì e poi si disperò: "Ma che stupido sono stato! Ho usato tutti quei diamanti per uccidere degli uccelli... Se li avessi guardati bene ora sarei ricco, e invece la corrente li ha portati via!".

Ognuno dei nostri giorni è come un diamante prezioso. Ciò che conta è accorgersene e non sprecarlo per andare a "caccia".

- don Bruno Ferrero - 

da: "A volte basta un raggio di sole" , Ed. Ellecidi




Tempo fa un grande maestro indiano di vita spirituale scrisse: "Sono seduto sulla riva di un ruscello e osservo un sasso rotondo immerso nell'acqua. 
Da quanti anni il sasso è bagnato dall'acqua? 
Forse da dieci, forse da cento? Ma l'acqua non è riuscita a penetrare nel sasso. Se spacco quella pietra, dentro è asciutta".

Così è anche per noi, che viviamo immersi in Dio e non ce ne lasciamo penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché non siamo disposti a lasciarci penetrare e trasformare dall'amore di Dio. Siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto.




O grande Spirito aiutami a non giudicare mai gli altri
prima di aver camminato due settimane nei loro pensieri.

- Preghiera di un vecchio indiano sioux -




Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 28 luglio 2021

Le parole - Eugénio de Andrade

Sono come un cristallo,
le parole.
Alcune, un pugnale,
un incendio.
Altre,
rugiada appena.
Segrete vengono, piene di memoria.
Insicure navigano:
barche o baci,
agitano le acque.
Abbandonate, innocenti,
leggere.
Tessute sono di luce
e sono la notte.
E persino pallide
ricordano ancora verdi paradisi.
Chi le ascolta? Chi
le raccoglie, così,
crudeli, disfatte,
nei loro gusci puri?


- Eugénio de Andrade -


A volte penso che l'amore eterno sia il Babbo natale degli adulti... 
sappiamo tutti che non esiste ma nessuno vuole sentirselo dire... 

- Alessandro Cattelan - 




È impossibile alla parola umana ridire cose che il cuore può appena intuire. 

(Santa Teresa di Lisieux)



"Le parole volano, non si volatilizzano"

"Le parole nascono ma non muoiono. Non muore niente, a questo mondo. 
Le parole nascono e poi, essendo più leggere dell'aria, salgono in su e arrivano fino al punto in cui il cielo finisce e comincia l'eternità. E lì ristanno.
Come se si liberassero in una stanza cento palloncini: arrivati al soffitto si fermerebbero. Così le parole nel cielo.
Lassù ci sono tutte le parole del mondo: dal grido minaccioso di Caino, all'ultimo discorso di Farinacci, alla cantilena dello straccivendolo, al canto dell'innamorato. 
Verba volant. Le parole volano, non si volatilizzano."

- Giovannino Guareschi - 
Lager di Beniaminowo, 1944





Buona giornata a tutti :-)






lunedì 26 luglio 2021

Le 10 regole per il controllo sociale - Noam Chomsky

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori.” 
(vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

- Noam Chomsky -


I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. 
Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i principi della religione di Stato.

- Noam Chomsky -
da: Linguaggio e Libertà





Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino ad allora erano state comunicate, ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate - virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. - tutto divenne commercio. 
È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà morale o fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere prezzata al suo giusto valore.

- Karl Marx -
Da: “Miseria della filosofia”


Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell’ingiustizia, la febbre che toglie all’uomo la malattia della paura, dell’avidità, del servilismo. 
Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell’uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella e impoverisce. 
È un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione.

- Stefano Benni -



Buona giornata a tutti. :-)


sabato 24 luglio 2021

Chi intralcia la strada a se stesso non è in grado di proseguire - Anselm Grün

Se per me la ricchezza è ciò che conta di più
calcolerò il tempo in termini di denaro
invece di donare
ciò che ho, ciò che sono.
Se per me il potere è ciò che conta di più
calcolerò il mio agire in termini di successo
invece di mettermi al servizio
di coloro che hanno bisogno di me.
Se per me la sicurezza è ciò che conta di più
calcolerò il desiderio in termini di comprensione
invece di lasciare spazio dentro di me
al buio e alla sofferenza.
Se per me la felicità è ciò che conta di più
calcolerò il desiderio in termini di rischio
invece di compiere il primo passo
laddove le strade sono bloccate.
Se per me il focolare domestico è ciò che conta di più
calcolerò l'invito a partire in termini di insicurezza
invece di affrontare l'ignoto
con atteggiamento vivace e curioso.
Se per me le relazioni sono ciò che conta di più
calcolerò l'addio in termini di tristezza
invece di andarmene
per lasciare spazio al nuovo.
Se per me le abitudini sono ciò che conta di più
calcolerò le richieste in termini di disagio
invece di provare con interesse il nuovo
e mettermi così alla prova.
Se per me sono io ciò che conta di più
allora mi sarò d'impiccio da solo
invece di partire pieno di vigore
per trovare me stesso.
Se per me è Dio ciò che conta di più
allora mi abbandono
mi dono
vivo.

- Anselm Grün -





Qualità dell’Uomo

Una delle superstizioni più frequenti e diffuse è che ogni uomo abbia solo certe qualità definite, che ci sia l'uomo buono, cattivo, intelligente, stupido, energico, apatico, eccetera.
Ma gli uomini non sono così.
Possiamo dire di un uomo che è più spesso buono che cattivo, più spesso intelligente che stupido, più spesso energico che apatico, e viceversa: ma non sarebbe la verità se dicessimo di un uomo che è buono o intelligente, e di un altro che è cattivo, o stupido.
E invece è sempre così che distinguiamo le persone. Ed è sbagliato.
Gli uomini sono come i fiumi: l'acqua è in tutti uguale e ovunque la stessa, ma ogni fiume è ora stretto, ora rapido, ora ampio, ora tranquillo, ora limpido, ora freddo, ora torbido, ora tiepido.
Così anche gli uomini.
Ogni uomo reca in sé, in germe, tutte le qualità umane, e talvolta ne manifesta alcune, talvolta altre, e spesso non è affatto simile a sé, pur restando sempre unico e sempre se stesso.

- Lev Nikolaevič Tolstoj - 


Quando nel Padre nostro preghiamo che Dio non ci induca in tentazione, il significato è un altro.
La parola greca è «peirasmós», che significa in primo luogo confusione. 
La vera tentazione del male è quindi la confusione. 

- Anselm Grün -
da: “Affrontare e trasformare il male”





Il Dio buono e misericordioso ti benedica

Il Dio buono e misericordioso ti benedica, 
ti avvolga della sua presenza d'Amore e di guarigione. 
Ti sia vicino quando esci e quando entri, 
ti sia vicino quando lavori. Faccia riuscire il tuo lavoro. 
Ti sia vicino in ogni incontro e ti apra gli occhi 
per il mistero che risplende in te in ogni volto umano. 
Ti custodisca in tutti i tuoi passi. 
Ti sorregga quando sei debole. 
Ti consoli quando ti senti solo. 
Ti rialzi quando sei caduto. 
Ti ricolmi del suo Amore, della sua bontà e dolcezza 
e ti doni libertà interiore. 
Te lo conceda il buon Dio, 
il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. 
Amen.


- Anselm Grün -



Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 22 luglio 2021

Stanchezza - Fernando Pessoa

Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio' che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...

- Pessoa Ferdinando - 
da Poesie di Alvaro de Campos



Basta un mal di denti per non farci credere nella bontà del Creatore.

- Fernando Pessoa - 




Rientro e Chiudo la Finestra

Mi portano il lume e mi danno la buona notte.
E la mia voce allegra dà la buona notte.
Magari la mia vita fosse sempre questo:
il giorno pieno di sole, o addolcito dalla pioggia,
o tempestoso come se finisse il Mondo,
la sera mite e la gente che passa
guarda con interesse dalla finestra,
l'ultimo sguardo amico alla quiete delle piante,
e poi , chiusa la finestra, il lume acceso,
senza leggere niente, senza pensare a niente, 
senza neanche dormire,
sentire la vita scorrere in me 
come un fiume nel suo letto.
E fuori un grande silenzio, 
come un dio che dorme.

-Fernando Pessoa -



Buona giornata a tutti. :-)

martedì 20 luglio 2021

Perdono - papa Giovanni Paolo II, santo

Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto. La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancora rimarginata.
In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto.
Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione.
Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita. Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell'uomo.

(Papa Giovanni Paolo II)
Fonte: Evangelium vitae, sez. 99

di corsa dalla mamma a bere il latte


Questa lettera è dedicata a mia mamma ma è dedicata anche a tutte le altre mamme presenti e future, perché troppo spesso dimentichiamo di ringraziarle per averci messi al mondo e per averci amati per una vita intera nonostante i tanti condizionamenti provenienti dal mondo che le circonda.

Cara mamma,

oggi ho deciso di scriverti una lettera. Non l’ho mai fatto prima d’ora perché davo per scontato che tu sapessi già tutto quanto ho da dirti: le mamme leggono in profondità nel cuore dei propri figli fin da quando, piccolissimi, ancora non sanno esprimersi, fin da quando, ancora nel loro grembo, ne sognano il futuro.

Ma in realtà non bisognerebbe mai dare nulla per scontato, soprattutto quando si tratta di dire ad una persona che ci ha sempre amato quanto le siamo grati per il suo amore. Soprattutto di questi tempi, nei quali è più facile pensare solo a se stessi, essere egoisti. Ed è per questo che oggi ho deciso di scriverti.

Grazie per avere concepito l’idea di mettermi al mondo, prima ancora di avermi concepito, insieme a papà, “materialmente”, donandomi fin da subito un po’ di te stessa e un po’ di quello che è papà attraverso i vostri cromosomi ed i vostri geni. Ed infatti io oggi sono il ritratto di papà fisicamente e assomiglio molto di più a te se parliamo del mio carattere, della mia sensibilità. Ho in me tanto di voi ma sono anche così diverso da te e da papà. Nel bene e nel male, sono un essere umano vivente unico e irripetibile e questo è un fatto biologico certo ed indiscutibile ma anche il miracolo della vita umana. Se non mi aveste concepito o non mi aveste fatto nascere oggi io non ci sarei. Magari la cosa importa a pochi ma a me, siatene certi, importa moltissimo.

Grazie per avermi portato dentro di te per nove lunghi mesi, nonostante le nausee, il dolore alla schiena, la difficoltà a dormire e a trovare una posizione comoda per distenderti, a causa dell’addome che mano a mano che io crescevo in te si dilatava e si tendeva nel tentativo di contenere la mia vitalità e la mia tensione verso l’esterno, verso il giorno in cui avrei preso il mio spazio nel mondo.

Grazie per avermi passato ferro per il mio sangue, calcio per le mie ossa, zinco per il mio sistema immunitario ed ogni altro nutriente che ho sottratto al tuo sangue, alle tue ossa, al tuo organismo per crescere nei novi mesi del mio sviluppo come embrione prima e come feto poi. Grazie per avermi accarezzato, attraverso il pancione, per avere accompagnato con un sorriso ogni mio calcetto, anche quando ti dava un po’ fastidio o ti svegliava la notte o ti procurava un dolce dolore.

Grazie per avere sopportato l’ansia di una minaccia di aborto che ti ha limitato nelle tue attività quotidiane. Grazie, mamma, perché quando un medico ti ha detto: “Signora, o lei o suo figlio”, tu non hai pensato per un solo momento di rinunciare a me ma hai messo la tua vita in pericolo per non danneggiarmi, per permettermi di vedere la luce; non hai rinunciato alla speranza di vedermi, magari anche solo per poco, non hai mai anteposto il tuo diritto alla vita al mio, il tuo diritto e quello di papà ad una vita felice insieme, al mio diritto di crescere e trovare giorno dopo giorno il mio posto nella vita.

Grazie per avere benedetto ogni doglia, ogni contrazione di un apparentemente interminabile travaglio e poi ogni punto di sutura ed i dolori dei giorni successivi. Grazie per avermi nutrito dopo avermi fatto nascere così come mi avevi nutrito dopo avermi concepito, perché non sono mai stato un grumo di cellule, per te, ma l’abbozzo di un essere umano in via di sviluppo. Grazie per le migliaia di pannolini cambiati senza mai protestare, per le notti insonni passate a consolare i miei pianti senza brontolare, per i viaggi con papà cui hai rinunciato serenamente in seguito alle mie malattie di bambino, per le preoccupazioni che ti ho dato quando ero ragazzo così come per quelle che ho continuato a darti ora che sono uomo e padre a mia volta (ma per una mamma, si sa, il suo bambino è sempre il suo bambino) senza mai farmi pesare i miei comportamenti.

Grazie per avermi insegnato giorno dopo giorno cosa può fare l’amore nella vita delle persone, come può contagiarle. Grazie per avermi insegnato il rispetto degli altri, il potere negativo di un broncio e quello positivamente devastante di un sorriso. Grazie per avermi insegnato che la vita è un dono meraviglioso che è nostra ma non ci appartiene, perché è un dono che Qualcun altro ci ha fatto servendosi dei nostri genitori. E che come tale non ne decidiamo noi l’inizio né possiamo decretarne una fine anticipata o, viceversa, possiamo allungarla di un solo istante a nostro piacimento. Grazie perché mi hai insegnato che la vita va sempre difesa, soprattutto quando è più debole o sofferente, malata, stanca.

Grazie per tutti i sacrifici che hai fatto, insieme a papà (e li conoscevate già tutti, fin dal primo istante, perché tu e papà eravate giovani, sì, ma non sprovveduti), anche economici, per farmi crescere sano, studiare, diventare quello che oggi sono e che mi piace essere diventato, con tutti i miei limiti ma anche le grandi possibilità di lavorare sui miei punti di debolezza per trasformarli in punti di forza.

Il mio lavoro mi ha portato e mi porta quotidianamente a contatto con bambini sofferenti, malati, malformati. Mi sono domandato spesso se oggi ti ringrazierei se io fossi stato uno di questi bimbi malati. Ma come una mia eventuale malattia avrebbe potuto offuscare tutto ciò che avresti fatto comunque per me? Mi avresti forse voluto meno bene? Avresti rinunciato a me? Non avresti forse sopportato maggiori sofferenze, fisiche e psicologiche, a causa della mia stessa sofferenza? E allora come non avrei potuto ringraziarti comunque, anzi con ancora maggiore gratitudine?

Grazie mamma, di tutto. Grazie per avermi amato da sempre, fin dai tuoi sogni di ragazzina, mentre giocavi con le bambole; perché, checché ne dicano certuni, il desiderio della maternità, se non viene volutamente soppresso, è innato in ogni donna. Grazie perché mi amerai fino al tuo ultimo giorno e, ne sono sicuro, anche dopo.

Tuo figlio
 
di Stefano Bruni
pediatra
 
 
Dio non può essere ovunque: è per questo che ha creato le madri.
- Leopold Kompert -
 
 
Buona giornata a tutti :-)