Ieri sera stavo guardando la puntata di un telefilm sulla famiglia americana tipo: ridevano tutti come matti. Tutte le volte che il papà apriva bocca si sentiva uno scroscio di risa. La mamma gli faceva da spalla e i bambini erano assolutamente geniali nello scovare battute spiritose da piazzare qua e là. Mi sono guardata intorno. Mio marito leggeva il giornale con espressione afflitta. Ha quell'espressione in volto dal giorno in cui ha lasciato estinguere l'assicurazione dei reduci di guerra. Uno dei ragazzi era al telefono ed esclamava in continuazione: «Non è possibile!» Un altro era chiuso in camera sua con il giradischi acceso, e l'altro ancora fissava cupamente il frigorifero aperto in cerca di chissà cosa.
«Sapete che cosa c'è che non va in questa famiglia? Non siamo divertenti. Tutte le famiglie del mondo non fanno altro che lanciarsi battute spiritose e piegarsi in due dal ridere. Noi invece siamo un disastro... si ride di più al telegiornale delle sei che in questa famiglia. Dobbiamo adeguarci, altrimenti non faranno mai una serie di telefilm su di noi.»
La sera dopo, quando sentii la macchina di mio marito imboccare il vialetto, gridai: «Ehi, gente! Eeeeeecco papà!»
«Be'», disse nostro figlio, «è proprio il nostro babbo, col suo portafoglio gonfio... di conti da pagare.»
«Che cosa ti succede?» chiese mio marito. «Stai camminando. Ti hanno sequestrato la macchina?»
«Faaaaaaantastico!» disse il più piccolo. (Mancò poco che cadessi dalla sedia.) «Ehi, mamma», disse uno dei ragazzi, «che cosa si ottiene prendendo il parafango di una Chevrolet, il paraurti di una Ford e la ruota di scorta di una Pontiac?» Scossi la testa. «Sei mesi!»
«Un letto in ospedale!» feci io, tra le risa.
«Allora», disse mio marito, «pensavo che volessi dare una sistemata alla casa.» «Perché?» dissi io, dandogli una gran gomitata nelle costole. «È stata cattiva? A proposito, hai saputo che Bob ha preso un barboncino per sua moglie?» «Ah! Io non potrei mai fare un errore del genere.»
«Ehi, papà», disse nostra figlia, «il cane ha appena mangiato il polpettone della mamma.»
«Non piangere», disse lui, «ti comprerò un altro cane.»
In quel momento mia madre aprì la porta e mise dentro la testa. «Hai un po' di caffè?»
Stramazzammo esausti sulle rispettive sedie. Grazie a Dio ci sono gli intervalli pubblicitari.
(Erma Bombeck)
Noi crediamo che la fiaba e il gioco appartengano alla fanciullezza: miopi che siamo! Come se in una qualsiasi età della vita potessimo vivere senza fiaba e senza gioco!...Il fanciullo considera il gioco come il suo lavoro e la fiaba come la sua verità.
(Friedrich Nietzsche)
Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.
Raramente gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto uno stesso tetto.
(Richard Bach)
Ogni persona saggia sa che le favole vanno prese molto sul serio.
Non esistono solo per essere ascoltate e lette. Esistono per insegnarci a vivere e a crescere. Per insegnarci che è possibile realizzare i propri sogni.
Oggi non ci sono più Principesse, Orchi, Elfi, castelli incantati. Ma le favole ci sono ancora. Far parte di una bella famiglia unita dall’amore .
Vivere in una casa dove si respira amore. Ecco cos’è oggi una meravigliosa favola!
(Agostino Degas)
con un sorriso... Buona giornata a tutte/i :-)
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