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martedì 11 gennaio 2022

Chiamati insieme così come siamo - Jean Vanier

Nelle comunità cristiane, Dio sembra compiacersi di chiamare insieme nella stessa comunità delle persone umanamente molto diverse, provenienti da culture, classi o paesi molto diversi. 
Le più belle comunità vengono giustamente da questa grande di­versità di persone e di temperamenti. 
Questo fatto obbliga ognuno a superare le sue simpatie e antipatie per amare l'altro con le sue diversità.
Queste persone non avrebbero mai scelto di vivere con le al­tre. Umanamente questa pare una sfida impossibile, ma è pro­prio perché è impossibile che abbiamo la certezza interiore che è Dio che le ha scelte per vivere in quella comunità. E allora l'impossibile diventa possibile. Esse non si appoggiano più sul­le loro proprie capacità umane o sulle loro simpatie, ma sul Pa­dre che le ha chiamate a vivere insieme. Egli darà loro a poco a poco quel cuore nuovo e quello spirito nuovo perché diventino tutte testimoni dell'amore. In effetti, più è umanamente impos­sibile, e più questo è un segno che il loro amore viene da Dio e che Gesù vive: "Tutti riconosceranno che siete miei discepoli dall'amore che avrete gli uni per gli altri" (Gv 13, 35).
Per vivere con lui, Gesù ha scelto, nella prima comunità degli apostoli, uomini profondamente diversi: Pietro, Matteo (il pub­blicano), Simone (lo zelota), Giuda... Non avrebbero mai cam­minato insieme se il Maestro non li avesse chiamati.
Non bisogna cercare la comunità ideale. 
Si tratta di amare quelli che Dio ci ha messo accanto oggi. Essi sono segno della presenza di Dio per noi. Avremmo forse voluto delle persone diverse, più allegre e più intelligenti. Ma sono loro che Dio ci ha dato, che ha scelto per noi. È con loro che dobbiamo creare l'unità e vivere l'alleanza.

- Jean Vanier - 
da: "La comunità luogo del perdono e della festa"


“Non di rado, nel mondo moderno, ci sentiamo perdenti. Ma l’avventura della speranza ci porta oltre. 
Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». 
Quanto sono vere queste parole! 
Nel cuore di ogni persona c’è un’infinita sete d’amore e noi, con quell’amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla.”

+ card. François Xavier Nguyen van Thuân



"Come una sola sorgente può dare acqua a molti campi su una grande pianura, così la ricchezza di uno solo può salvare dalla miseria un gran numero di poveri, a meno che la parsimonia e l’avarizia di quest’uomo non faccia ostacolo, come un masso caduto nel ruscello ne cambia il corso. Non viviamo solo secondo la carne, viviamo secondo Dio."

- San Gregorio Nisseno -
 

"Carissimi, portate nel mondo digitale la testimonianza della vostra fede. Sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! 
A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito dell'evangelizzazione di questo continente digitale. sappiate farvi carico con entusiasmo dell'annuncio del Vangelo ai vostri coetanei" 

- papa Benedetto XVI -




Buona giornata a tutti. :-)

martedì 4 gennaio 2022

Siamo i soliti fessi - don Tonino Lasconi

Signore, noi siamo i "soliti fessi".
Quelli che "al dunque" non si tirano indietro.
Quelli che non sanno mai trovare la scusa per dire 
"Non sono potuto venire."

Quelli che dicono: 
"Ormai ci siamo impegnati, non possiamo tirarci indietro".

Quelli che si ritrovano "sempre gli stessi"
a lavorare, a sgobbare.

Quelli che devono inghiottire amari bocconi perché gli altri oltre a non lavorare ti prendono anche in giro.


Signore, è duro.
Siamo sempre in tanti ad avere idee,
a progettare, a programmare.
Ma poi, a lavorare, chi scappa di qua, chi fugge di là,
chi non può, chi non si ricorda...

E noi siamo i "soliti fessi".
Ci arrabbiamo, diciamo che questa è l'ultima volta;
che non ci cascheremo mai più...
Ma sappiamo che non è vero.

Perché non siamo soli. Ci sei Tu. 
Tu non hai mai tagliato la corda.
Aiutaci a stare in tua compagnia: 
anche Tu ci sei sempre!

(Don Tonino Lasconi)



Il bene che gli uomini possono fare da soli è ben poco in confronto a quello che possono fare uniti.

- Benjamin Franklin - 

"Lotta fra Carnevale e Quaresima" 
Pieter Bruegel il Vecchio (1525 - 1569)
Kunsthistorisches Museum, Vienna

Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!
Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!
La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.

 - Don Tonino Bello - 



Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 25 aprile 2018

Confessione e Comunione - Cardinale Gianfranco Ravasi

Uno dei mezzi più potenti per difenderci dal maligno è ricevere spesso i sacramenti della confessione e della comunione.
Molte volte il diavolo ci fa sentire "ipocriti", dopo aver peccato, e insinua in noi l’idea di non andare in chiesa per non avvertire il disagio di confessarci, e ci suggerisce di tacere alcuni peccati per "vergogna", facendo così una confessione cattiva.
Ma se ricorriamo alla confessione con umiltà e pentimento, il diavolo si allontanerà da noi.
Niente è meglio dell’umiltà per allontanare un superbo.
Così sentiremo la gioia di essere perdonati perché per Dio non vi sono peccati troppo grandi o numerosi che Egli non possa perdonare.
Il suo amore e la sua misericordia sono più grandi dei nostri peccati e non dobbiamo mai diffidare del suo perdono. 
"La fede è un intreccio di luce e di tenebra: possiede abbastanza splendore per ammettere, abbastanza oscurità per rifiutare, abbastanza ragioni per obiettare, abbastanza luce per sopportare il buio che c'è in essa, abbastanza speranze per contrastare la disperazione, abbastanza amore per tollerare la sua solitudine e le sue mortificazioni.
Se non avete che luce, vi limitate all'evidenza; se non avete che oscurità, siete immersi nell'ignoto. Solo la fede fa avanzare". 
In un articolo che sto leggendo m'imbatto in questa riflessione del teologo e autore spirituale francese Louis Evely.
Alcuni sono convinti che la fede sia solo luce, certezza, evidenza e ignorano che Abramo sale verso la vetta del Moria armato, sì di fede, ma anche di paura e col cuore segnato dall'oscurità.
Così sarà per Giobbe, il credente che lotta con Dio. Se fosse solo evidenza, allora la fede sarebbe solo una variante della matematica o della geometria.
Se fosse solo tenebra, allora sarebbe l'anticamera della disperazione.
Credere è, invece, "avanzare" come dice Evely, è rischiare.
E' per questo suo "intreccio di luce e di tenebra" che la fede non ammette il fanatismo, che è una sua orribile scimmiottatura, ma non cade neppure nel dubbio sistematico, riducendosi a mera e sconsolata domanda.
Quando, perciò, il cielo s'oscura, non temiamo di aver perso necessariamente la fede; quando la luce è sempre e solo evidente, interroghiamoci sul Dio che stiamo seguendo, per non cadere nell'illusione.
Vorrei concludere ancora con Evely che così definisce la sua fede:
"Grazie a quello che di Te conosco, credo in Te per ciò che non conosco ancora, e, in virtù di quello che ho già capito, ho fiducia in Te per ciò che non capisco ancora".


- Cardinale Gianfranco Ravasi - 
Mattutino di Avvenire del 23 ottobre 2011



Evitare i giudizi affrettati

Aveva ragione Metastasio quando, con versi più lievi, ripeteva:

 «Se a ciascun l'interno affanno /
 si leggesse in fronte scritto, /
 quanti mai, che invidia fanno, /
 ci farebbero pietà».

 Per questo è necessario evitare i giudizi affrettati, fondati sulle apparenze.
È una verità che vale in tutti i sensi, come ammoniva Machiavelli nel Principe:

 «Ognun vede quel che tu pari, 
pochi sentono quel che tu sei».

- Cardinale Gianfranco Ravasi -



Pensiero del giorno: 
E' la capacità di osservare senza giudicare



 Buona giornata a tutti. :-)






domenica 26 novembre 2017

Non sarà l'attività che salva il mondo - Beato Giacomo Alberione (26 novembre 2017)

“Non sarà l’attività che salva il mondo, ma la grazia; non saranno coloro che operano solo esteriormente, ma i santi!”.
“Via sia la persuasione che in questi apostolati della stampa si richiede maggior spirito di sacrificio e pietà più profonda... 
Salvare, ma prima salvarci! Occorrono dei santi che ci precedano in queste vie non ancora battute e in parte neppure indicate. 
Non è affare da dilettanti, ma di veri apostoli. Cercare perciò i lumi necessari presso il tabernacolo; e le grazie di perseveranza per una universale mediazione di Maria Assunta in cielo”.
“Per la fede vediamo in tutti gli uomini delle anime a cui siamo debitori di verità, di edificazione, di preghiera. Per la fede si vedono negli uomini dei compagni di viaggio verso l’eternità e se ne deducono i doveri di mutuo aiuto”.
“Tutti dobbiamo sentire l’umanità, la Chiesa e lo spirito universale di San Paolo...”.
“Portare al mondo Gesù, Via, Verità e Vita. Non assorbire lo spirito del mondo, ma dare lo spirito di Gesù Cristo”.
“Molte nazioni sono povere perché mancano di Gesù Cristo. 
Nuove generazioni si affacciano alla vita. Il mondo sarà salvo solo se accoglierà Gesù così com’è”.
“Tutto sta qui. Vivere Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, e fare la carità del Cristo a quelle popolazioni che ne sono prive e affamate assieme, dando di fatto il Cristo totale: Via, Verità e Vita. 
Così che i nostri possono dire: «Non abbiamo né oro né argento» (cfr At 3,6); vi diamo invece ciò che abbiamo: Gesù Cristo, la sua dottrina, la sua morale, i mezzi di grazia e di vita soprannaturale”.

- Beato Giacomo Alberione –


  
Il vero intralcio alla Provvidenza – ripeteva il Beato – è il peccato, che è un ostacolo diretto per la santificazione e per le vocazioni e un ostacolo indiretto per i bisogni materiali e lo sviluppo delle opere.
La sua convinzione era che se si fosse più santi, ci sarebbero più frutti spirituali e temporali. E, per lui, il peccato si poteva tenere lontano mettendo ogni diligenza nei quattro settori della vita paolina: nella pietà, nello studio, nell’apostolato e nella povertà, le quattro ruote del cosiddetto “carro paolino”. Se una qualsiasi di queste ruote non funziona, il carro si ferma. L’impegno è far girare in armonia queste ruote e far camminare speditamente il carro della missione apostolica.

- Beato Giacomo Alberione -
da:  Anima e corpo per il Vangelo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2005, p. 213.



Un’altra testimonianza della sua fiducia in Dio è il cosiddetto Patto o Segreto di riuscita
In questa preghiera, indirizzata a Gesù, Divin Maestro, si legge tra l’altro: «Promettiamo e ci obblighiamo: a cercare in ogni cosa […] nella vita e nell’apostolato, solo e sempre, la tua gloria e la pace degli uomini. 
E contiamo che da parte tua voglia darci spirito buono, grazia, scienza, mezzi di bene. Moltiplica […] i frutti del nostro lavoro spirituale, del nostro studio, del nostro apostolato, della nostra povertà. Non dubitiamo di te, ma temiamo la nostra incostanza e debolezza».

- Beato Giacomo Alberione -
Editore e apostolo del nuovo millennio, p. 189




Fu la totale consacrazione che Maria fece di sè a Dio, a meritarle l’unione così intima con lui, sino a divenire la Madre sua, la corredentrice, la dispensatrice, la dispensiera dei suoi tesori. 
Anch’io ho fatto la totale offerta di me a Dio, per avere in cambio il dono della fecondità spirituale nel mio apostolato. 
Più sarò di Dio, più Iddio sarà mio, e più opererà per mezzo di me, rendendo efficace l’opera mia. 
Fu profondamente sincera e sentita la mia offerta?

- Beato Don Giacomo Alberione - 


Buona giornata a tutti. :-)




domenica 5 novembre 2017

Il primo servizio: ascoltare l’altro - Dietrich Bonhoeffer

Il primo servizio che si deve agli altri nella comunione, consiste nel prestar loro ascolto. 
L’amore per Dio comincia con l’ascolto della sua parola, e analogamente l’amore per il fratello comincia con l’imparare ad ascoltarlo. 
L’amore di Dio agisce in noi, non limitandosi a darci la sua Parola, ma prestandoci anche ascolto. 
Allo stesso modo l’opera di Dio si riproduce nel nostro imparare a prestare ascolto al nostro fratello. 
I cristiani, soprattutto quelli impegnati nella predicazione, molto spesso pensano di dover “offrire” qualcosa agli altri con cui si incontrano, e ritengono che questo sia il loro unico compito. 
Dimenticano che l’ascoltare potrebbe essere un servizio più importante del parlare. 
Molti cercano un orecchio disposto ad ascoltarli, e non lo trovano fra i cristiani, che parlano sempre, anche quando sarebbe il caso di ascoltare. 
Ma chi non sa più ascoltare il fratello, prima o poi non sarà più nemmeno capace di ascoltare Dio, e anche al cospetto di Dio non farà che parlare.
Qui comincia la morte della vita spirituale, e alla fine non rimane che futile chiacchiericcio religioso, quella degnazione pretesca, che soffoca tutto il resto sotto un cumulo di parole devote. 
Chi non sa ascoltare a lungo e con pazienza, non sarà neppure capace di rivolgere veramente all’altro il proprio discorso, e alla fine non si accorgerà più nemmeno di lui. 
Chi pensa che il proprio tempo sia troppo prezioso perché sia speso nell’ascolto degli altri, non avrà mai tempo per Dio e per il fratello, ma lo riserverà solo a se stesso, per le proprie parole e i propri progetti ...
C’è anche un modo di ascoltare distrattamente, nella convinzione di sapere già ciò che l’altro vuole dire. 
È un modo di ascoltare impaziente, disattento, che disprezza il fratello e aspetta solo il momento di prendere la parola per liberarsi di lui. questo non è certo il modo di adempiere al nostro incarico, e anche qui il nostro modo di riferirci al fratelli rispecchia il modo di riferirci a Dio 

- Dietrich Bonhoeffer -
Vita comune, Queriniana, Brescia 2003, pp. 75-76)





Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l'uso della contemplazione... civiltà del frastuono. 
Tempo senza preghiera. 
Senza silenzio e quindi senza ascolto... 
E il diluvio delle nostre parole soffoca l'appassionato suono della sua Parola.

- Padre David Maria Turoldo -



Quale meravigliosa "seduzione" emanava la persona di Gesù, che trascinava dietro di sé folle che dimenticavano persino di mangiare per essere accanto a lui ed ascoltare la sua parola! 
Quale desiderio irresistibile di avvicinarsi alla fonte della Vita per soddisfare le ansie più profonde del cuore umano! 
Che sensibilità ed umanità quelle di Gesù, al quale la predicazione del Regno di Dio non fa dimenticare il bisogno del sostentamento giornaliero di coloro che lo seguono!

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Omelia, 7 maggio 1990, Città del Messico


Buona giornata di ascolto a tutti. :-)







venerdì 13 novembre 2015

Magnificat – Ferdinando Pessoa

Quando passerà questa notte interna, l’universo,
e io, l’anima mia, avrò il mio giorno?
Quando mi desterò dall’essere desto?
Non so. Il sole brilla alto:
impossibile guardarlo.
Le stelle ammiccano fredde:
impossibile contarle.
Il cuore batte estraneo:
impossibile ascoltarlo.
Quando finirà questo dramma senza teatro,
o questo teatro senza dramma,
e potrò tornare a casa?
Dove? Come? Quando?
Gatto che mi fissi con occhi di vita,
chi hai là in fondo?
Si, sì, è lui!
Lui, come Giosuè, farà fermare il sole
e io mi sveglierò;
e allora sarà giorno.
Sorridi nel sonno, anima mia!
Sorridi anima mia: sarà giorno!

- Ferdinando Pessoa - 


Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando ..

- Fernando Pessoa -





E dopotutto ci sono tante consolazioni!
C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette.
E la brezza lieve….
Alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.

- Fernando Pessoa - 





Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 22 ottobre 2015

Siamo i soliti fessi - don Tonino Lasconi -

Signore, noi siamo i "soliti fessi".
Quelli che "al dunque" non si tirano indietro.
Quelli che non sanno mai trovare la scusa per dire 
"Non sono potuto venire."

Quelli che dicono: 
"Ormai ci siamo impegnati, non possiamo tirarci indietro".

Quelli che si ritrovano "sempre gli stessi"
a lavorare, a sgobbare.

Quelli che devono inghiottire amari bocconi perché gli altri oltre a non lavorare ti prendono anche in giro.


Signore, è duro.
Siamo sempre in tanti ad avere idee,
a progettare, a programmare.
Ma poi, a lavorare, chi scappa di qua, chi fugge di là,
chi non può, chi non si ricorda...

E noi siamo i "soliti fessi".
Ci arrabbiamo, diciamo che questa è l'ultima volta;
che non ci cascheremo mai più...
Ma sappiamo che non è vero.

Perché non siamo soli. Ci sei Tu. 
Tu non hai mai tagliato la corda.
Aiutaci a stare in tua compagnia: 
anche Tu ci sei sempre!

(Don Tonino Lasconi)



Il bene che gli uomini possono fare da soli è ben poco in confronto a quello che possono fare uniti.

- Benjamin Franklin - 

"Lotta fra Carnevale e Quaresima" 
Pieter Bruegel il Vecchio (1525 - 1569)
Kunsthistorisches Museum, Vienna

Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!
Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!
La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.

 - Don Tonino Bello - 



Preghiera per l'inizio di una riunione pastorale

Signore, donaci pensieri chiari,
preservaci da chiacchiere inutili,
concedi il distacco necessario per giudicarci,
per scoprire le nostre possibilità e i nostri limiti.
Non permettere che ci insuperbiamo per i successi
o ci scoraggiamo per gli insuccessi.
Fa' che ci comprendiamo reciprocamente,
anche quando le opinioni divergono;
che non litighiamo, anche quando l'argomento ci divide.
Vogliamo servire te, mediante il lavoro 
che compiamo per la comunità. Amen.



Buona giornata a tutti. :-)





sabato 28 marzo 2015

Chiamati insieme così come siamo - Jean Vanier -

Nelle comunità cristiane, Dio sembra compiacersi di chiamare insieme nella stessa comunità delle persone umanamente molto diverse, provenienti da culture, classi o paesi molto diversi. 
Le più belle comunità vengono giustamente da questa grande di­versità di persone e di temperamenti. 
Questo fatto obbliga ognuno a superare le sue simpatie e antipatie per amare l'altro con le sue diversità.
Queste persone non avrebbero mai scelto di vivere con le al­tre. Umanamente questa pare una sfida impossibile, ma è pro­prio perché è impossibile che abbiamo la certezza interiore che è Dio che le ha scelte per vivere in quella comunità. E allora l'impossibile diventa possibile. Esse non si appoggiano più sul­le loro proprie capacità umane o sulle loro simpatie, ma sul Pa­dre che le ha chiamate a vivere insieme. Egli darà loro a poco a poco quel cuore nuovo e quello spirito nuovo perché diventino tutte testimoni dell'amore. In effetti, più è umanamente impos­sibile, e più questo è un segno che il loro amore viene da Dio e che Gesù vive: "Tutti riconosceranno che siete miei discepoli dall'amore che avrete gli uni per gli altri" (Gv 13, 35).
Per vivere con lui, Gesù ha scelto, nella prima comunità degli apostoli, uomini profondamente diversi: Pietro, Matteo (il pub­blicano), Simone (lo zelota), Giuda... Non avrebbero mai cam­minato insieme se il Maestro non li avesse chiamati.
Non bisogna cercare la comunità ideale. 
Si tratta di amare quelli che Dio ci ha messo accanto oggi. Essi sono segno della presenza di Dio per noi. Avremmo forse voluto delle persone diverse, più allegre e più intelligenti. Ma sono loro che Dio ci ha dato, che ha scelto per noi. È con loro che dobbiamo creare l'unità e vivere l'alleanza.


- Jean Vanier - 
da: "La comunità luogo del perdono e della festa"




“Non di rado, nel mondo moderno, ci sentiamo perdenti. Ma l’avventura della speranza ci porta oltre. 
Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». 
Quanto sono vere queste parole! 
Nel cuore di ogni persona c’è un’infinita sete d’amore e noi, con quell’amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla.”

+ card. François Xavier Nguyen van Thuân




"Come una sola sorgente può dare acqua a molti campi su una grande pianura, così la ricchezza di uno solo può salvare dalla miseria un gran numero di poveri, a meno che la parsimonia e l’avarizia di quest’uomo non faccia ostacolo, come un masso caduto nel ruscello ne cambia il corso. Non viviamo solo secondo la carne, viviamo secondo Dio."

- San Gregorio Nisseno -
 


"Carissimi, portate nel mondo digitale la testimonianza della vostra fede. Sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! 
A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito dell'evangelizzazione di questo continente digitale. sappiate farvi carico con entusiasmo dell'annuncio del Vangelo ai vostri coetanei" 

- papa Benedetto XVI -




Buona giornata a tutti. :-)