domenica 19 dicembre 2010

Quella sera – Padre David Maria Turoldo -

Anche il sole tardava a morire quella sera:
sostava una luce strana sulle case
e sopra le facce della gente, e dalle strade
saliva un silenzio ancora più strano:
solo dalla Grande Piazza - il palco ove
si affrontano Speranza e Delusione
da sempre - si spandeva nell'aria un murmure
che mai nessuno aveva udito finora:
un murmure da sottosuolo, sommesso:
un sospiro delle cose pareva
ancor prima di farsi umana coscienza,
voce fusa del mondo: quella sera
tutto il mondo si era fermato,

la gente era sulle porte, in silenzio,
solo con il capo qualcuno accennava a quell'unica Cosa:
nessuno osava dire all'altro
quanto era impossibile dire, e tutti
piangevamo di gioia e di dolore:
tutti improvvisamente orfani!
Forse solo alla tua morte, Francesco
- tra le morti umane - così
la gente che sapeva, deve
aver cantato e pianto
come tutto il mondo e noi,
quella sera! E subito
udito "l'Ite" della preghiera
posto per Caso divino a sigillo
della favolosa "Leggenda", oh quanti
per le vie si abbracciavano! Perfino
il fratello ateo (ma chi era ateo, almeno quella sera!)

e il mussulmano e l'ebreo e il fratello riformato piangevano
quella sera! E il negro e l'olivastro... Uno aveva appena
scritto: "sono un buddista: Dio vi ama"!
Anche il bianco era un fratello quella sera...
E tutti a dire:
sì, il genere umano è uno
il mondo può essere uno
sì, ogni terra può essere in pace.
Avevi appena varcato la Notte del Fuoco:
era la feria prima di Pentecoste:
per te ora di nuova fiamma splendeva la Chiesa,
o Papa Giovanni, tu padre del mondo!
E tutti noi, per giorni, a narrare
la tua lunga agonia in faccia all'universo:
la enciclica più vera: una morte
ancora all'antica, la bella
morte fra tanta nostra
morte organizzata: questa
nostra morte "industriale"...
Tutti, quei giorni, a evocare le tue
parole di addio:

"Figlioli cercate ciò che vi unisce e non quanto divide!"
Dicevi di offrir la tua vita per la pace:
"saremo sempre amici!", dicevi!
E dal palco la Speranza bandiva
la Delusione: almeno quella sera!


II°
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo della pace per tutte le terre: così
hai scritto: a rispetto di tutte le fedi e razze e culture: "in terris", quale necessaria e libera armonia per tutto l'universo: tu
che hai creduto alla Ragione perciò hai bollato di follia la guerra:
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo
che eri serenamente timorato del divino mistero
perciò non amavi i profeti di sventura
e dicevi di quale pace soave lo spirito
gode pur dentro la bufera: e tu per primo
lassù così in alto, finalmente hai distinto
l'errante dall'errore e perciò eri
amico di tutto l'universo umano,
e dicevi che verità antica
per nuova lingua si fa novella...
Papa Giovanni, tu padre del mondo
che mai dalla terra hai tagliato le radici
mai rinnegata la origine tua
di uomo della terra:
i poveri sono ancora traditi e soli,
impedita anche da noi
la loro liberazione;
e fratelli continuano ancora
a morire di morte caina;
e il Grande Potere subito calpesta
appena germogli di speranza
accennino a fiorire: poiché nulla
di nuovo deve avvenire
e meno ancora se da Oriente!...
E intanto il mondo é di nuovo ferito e più
neppure alla porta del tempio attende:
Papa Giovanni, tu padre del mondo, uomo
di fede, ritorna...
ritorna almeno tu a dirci: "poiché
non ho né oro né argento...
io vi dico: alzatevi
e riprendete il cammino!..."

(Padre David M. Turoldo)
Priorato S. Egidio 24039 Sotto il Monte (BG)

Pubblicata in Servitum quaderni di spiritualità n. 59/60 sett.-dic. 1988, numero monografico: "L'eredità spirituale di Papa Giovanni" pagg. 7-10.

sabato 18 dicembre 2010

Vieni a colmare la nostra attesa! – Madre Anna Maria Cànopi -

O Atteso da tutte le genti, vieni!
Piccoli e poveri, noi ti invochiamo:
vieni, Signore, a colmare il nostro cuore
della tua dolcissima presenza.
Tutta la nostra vita è un lungo Avvento:
il tuo angelo ci trovi a ogni ora
là dove tu ci vuoi,
aperti allo stupore delle tue visite di grazia.
Scenda su di noi, Signore,
la potenza creatrice del tuo Spirito
per rendere feconda in ogni tua Parola
e plasmare nell’intimo del nostro cuore
la creatura nuova:
la creatura capace di ascoltare e obbedire,
di amare e di servire,
la creatura capace di cantare
che grande è la tua misericordia,
eterna la tua fedeltà,
immensa la gioia che tu doni
a chi nulla antepone al tuo Amore.
Amen.


(Madre Cànopi Anna Maria)

Fonte: Il respiro dell'Anima di Anna Maria Cànopi - Edizioni Paoline

Come una terra seminata in autunno,
riposa l'anima mia sotto il gelo.
Tutte le zolle sotto la neve sono bianche,
tutta la neve sul seminato porta pane.
Santità della vita è la pazienza,
catarsi del tempo: il silenzio.

scritta dalle monache benedettine dell'Abbazia Mater Ecclesiae
Isola di San Giulio - Orta (No)




venerdì 17 dicembre 2010

Spirito di Dio, fa' della tua chiesa..- don Tonino Bello :)

Spirito di Dio, fa' della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio, perché l'olio brucia anche.
Da' alla tua Chiesa tenerezza e coraggio.
Lacrime e sorrisi.
Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero.
Disperdi la cenere dei suoi peccati.
Fa' un rogo delle sue cupidigie.
E quando, delusa dei suoi amanti, tornerà stanca e pentita a Te, coperta di fango e di polvere dopo tanto camminare, credile se ti chiede perdono.
Non la rimproverare.
Ma ungi teneramente le membra di questa sposa di Cristo con le fragranze del tuo profumo e con l'olio di letizia.
E poi introducila, divenuta bellissima senza macchie e senza rughe, all'incontro con Lui perché possa guardarlo negli occhi senza arrossire, e possa dirgli finalmente:
"Sposo mio".

(Don Tonino Bello)

L. Seitz - Rovereto ardente
Santuario di Loreto - Cappella tedesca
Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 16 dicembre 2010

Preghiera per il buon umore – San Tommaso Moro -

Signore, donami una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo
e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un'anima semplice
che sappia far tesoro
di tutto ciò che è buono
e non si spaventi alla vista del male
ma piuttosto trovi sempre il modo
di rimettere le cose a posto.
Dammi un'anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri, i lamenti
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo ingombrante
che si chiama «io».
Dammi, Signore, il senso del buon umore.
Concedimi la grazia
di comprendere uno scherzo
per scoprire nella vita un po' di gioia
e farne parte anche agli altri.
Amen.
 
(San Tommaso Moro)



Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More (7 febbraio 1478 - 6 luglio 1535), avvocato, scrittore e membro del parlamento inglese.
More ha coniato il termine «utopia», indicando un'immaginaria isola dotata di una società ideale, governata dalla giustizia e dalla libertà, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, «L'Utopia», del 1516. Umanista, studiava i Padri della Chiesa. Molto stimato dal re  Enrico VIII d’Inghilterra  che nel 1529 lo nomina Lord Cancelliere.
Ma Enrico ripudia Caterina d’Aragona (moglie e poi vedova di suo fratello Arturo) e sposa Anna Bolena staccando da Roma  la Chiesa inglese  e proclamandosi suo  capo supremo.  La fede di Tommaso gli vieta di accettare quel divorzio e la supremazia del re nelle cose di fede. Lo pensa, lo dice, perde il posto e rinchiuso nella prigione della Torre di Londra  scrive cose bellissime in latino a un amico italiano che vive a Londra, il mercante lucchese Antonio Bonvisi: "Amico mio, più di ogni altro fedelissimo e dilettissimo... Cristo conservi sana la tua famiglia".
Viene condannato alla pena capitale con l’accusa di tradimento.
Davanti al patibolo, è cordiale anche col boia che dovrà decapitarlo: "Su, amico, fatti animo; ma guarda che ho il collo piuttosto corto", e gli regala una moneta d’oro. Tommaso Moro invita a pregare per Enrico VIII, "e dichiarò che moriva da suddito fedele al re, ma innanzitutto a Dio".
Nel 1935, è proclamato santo da Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico John Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro, per le stesse ragioni. Nel 2000 San Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.La Chiesa li ricorda entrambi nello stesso giorno, il 22 giugno.




Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 15 dicembre 2010

Ciò che ho scritto di noi - Nazim Hikmet -

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.


( Nazim Hikmet)

http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/nazim-hikmet-biografia.html


L ‘Amore delle Anime (1900)- Jean Delville
Bruxelles, Musee d'Ixelles

Buona giornata a tutti. :-)



martedì 14 dicembre 2010

Non gli occhi, ma il cuore ha la Tua visione – dalla Liturgia di Bose

Signore, noi  ti cerchiamo e desideriamo il tuo volto,
fa’ che un giorno, rimosso il velo,
possiamo contemplarlo.
Ti cerchiamo  nelle Scritture che ci parlano di te,
e sotto il velo della sapienza,

frutto della ricerca delle genti.

Ti cerchiamo nei volti radiosi
di fratelli e sorelle,  
nelle impronte della Tua Passione
nei corpi sofferenti.

Ogni creatura è segnata dalla tua impronta,
ogni cosa rivela un raggio
della tua invisibile bellezza.

Tu sei rivelato
dal servizio del fratello,

sei manifestato dall’amore fedele
che non viene meno.

Non gli occhi ma il cuore
la visione di te,

con semplicità e veracità

noi cerchiamo di parlare con te.


(Dalla liturgia di Bose)

fonte: http://www.monasterodibose.it/

A partire dai primi secoli vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere radicalmente l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità.
Bose si innesta in questa tradizione, propria dell’oriente e dell’occidente cristiani, per vivere oggi il progetto del monachesimo, sotto la guida di una regola e di un padre spirituale, chiamato priore, che hanno il compito di rimandare costantemente all’unica luce dell’evangelo di Gesù Cristo.
  • Bose è una comunità monastica di uomini e donne provenienti da chiese cristiane diverse
  • è una comunità monastica in ricerca di Dio nel celibato, nella comunione fraterna e nell’obbedienza all’evangelo
  • è una comunità monastica presente nella compagnia degli uomini e al loro servizio

lunedì 13 dicembre 2010

Credo in Dio e credo nell'uomo - + Padre Giulio Bevilacqua -

Credo in Dio e credo nell'uomo, quale immagine di Dio.
Credo negli uomini, nel loro pensiero, nel valore della loro sterminata fatica.
Credo nella vita come dono e come durata, come possibilità illimitata di elevazione, non prestito effimero dominato dalla morte.
Credo nella gioia: la gioia di ogni stagione, di ogni tappa, di ogni aurora, di ogni tramonto, di ogni volto, di ogni raggio di luce che parta dal cervello, dai sensi, dal cuore.
Credo nella famiglia del sangue e nella famiglia prescelta per il mio lavoro.
Credo nel dovere di servire il bene comune perché giustizia, libertà e pace siano a fondamento della vita sociale.
Credo nella possibilità di una grande famiglia umana e nell'unità dei cristiani quale Cristo la volle.
Credo nella gioia dell'amicizia, nella fedeltà e nella parola degli uomini.
Credo in me stesso, nella capacità che Dio mi ha conferito, perché possa sperimentare la più grande fra le gioie, che è quella del donare e del donarsi.
In questa fede voglio vivere, per questa fede voglio lottare e con questa fede voglio addormentarmi in attesa del grande, gioioso risveglio.

(Padre Giulio Bevilacqua)
(1881-1965)

Cardinale Giulio Bevilacqua
Isola della Scala (Verona) 14 settembre 1881 - 6 maggio 1965


Sacerdote della Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Brescia;nel concistoro del  22 febbraio 1965, Papa Paolo VI lo elevò al rango di Cardinale, ruolo che accettò chiedendo però di continuare a fare il parroco nonostante i suoi 84 anni.  Il Venerdì santo svenne in chiesa. Il giorno di Pasqua volle celebrare l'ultima Messa davanti ai suoi fedeli. All'abate don Antonio Ceriani disse: si ricordi di baciare per me il fonte di Isola della Scala, dove sono stato battezzato. Morì il 6 maggio 1965, mentre recitava il Salve Regina.

Buona giornata a tutti. :-)

domenica 12 dicembre 2010

Venga il tuo regno su tutta la terra - Charles De Foucauld -

Venga il tuo Regno
su tutta la terra,
venga in ogni anima...
Tutti gli uomini
siano solleciti
al tuo servizio,
la tua grazia regni
padrona assoluta
in ogni anima;
che tu solo agisca
in ogni anima
e tutti gli uomini
non vivano che
per mezzo di te
e per te, perduti in te...
Senza dubbio è la più grande felicità
di tutti gli uomini
che sia così:
è ciò che c'è di più desìderabile per il
prossimo e per me!
Amen.

(Padre Charles de Foucauld)
Basilica di Santa Sofia - Istanbul
La Vergine in mezzo all'Imperatore Costantino (alla sua destra) che presenta la nuova città  e alla sinistra l'Imperatore d'oriente San Giustiniano che presenta il modello nella nuova Basilica.



sabato 11 dicembre 2010

La Grazia di rispettare i Fratelli - Ignacio Larrañaga -

Signore Gesù, metti un lucchetto alla porta del nostro cuore,
per non pensar male di nessuno,
per non giudicare prima del tempo,
per non sentir male,
per non supporre,
ne interpretare male,
per non profanare il santuario sacro delle intenzioni.
Signore Gesù, legame unificante della nostra comunità,
metti un sigillo alla nostra bocca per chiudere il passo ad ogni mormorazione o commento sfavorevole.
Dacci di custodire fino alla sepoltura,
le confidenze che riceviamo o le irregolarità che vediamo,
sapendo che il primo e concreto modo di amare è
custodire il silenzio.
Semina nelle nostre viscere fibre di delicatezza.
Dacci uno spirito di profonda cortesia,
per riverirci l'uno con l'altro,
come avremmo fatto con te.
Signore Gesù Cristo, dacci la grazia di rispettare sempre.
Così sia.

(Ignacio Larrañaga)


Allegoria del silenzio – Villa Visconti Borromeo, Arese Litta, Milano (Italia)
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/10/momenti-di-depressione-ignacio.html


Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 10 dicembre 2010

Se tu non parli - Rabindranath Tagore -

Se tu non parli
riempirò il mio cuore del tuo silenzio
e lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare come la notte
nella sua veglia stellata
con il capo chino a terra
paziente.
Ma arriverà il mattino
le ombre della notte svaniranno
e la tua voce
in rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
nel canto
prenderanno ali
da tutti i miei nidi di uccelli
e le tue melodie
spunteranno come fiori
su tutti gli alberi della mia foresta.

(Rabindranath Tagore)



 
Rabindranath Tagore (Calcutta, 6 maggio 1861 – Santiniketan 7 agosto 1941), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo e filosofo indiano.
Premio Nobel per la letteratura nel 1913 con questa motivazione “Per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest.” E’ stato tradotto praticamente in tutte le lingue europee risultando forse l'autore di origini bengalesi più noto in Occidente. Le sue opere sono state, quasi tutte, tradotte in italiano. Con i proventi delle sue opere, fece costruire strade, ospedali e anche una scuola, la quale è tutt'oggi un'università.

http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/10/non-andare-via-signore-rabindranath.html


giovedì 9 dicembre 2010

Signore, mi hai afferrato…..- Padre Michel Quoist -

Signore, mi hai afferrato, e non ho potuto resisterTi.
Sono corso a lungo, ma Tu m'inseguivi.
Prendevo vie traverse, ma tu le conoscevi.
Mi hai raggiunto.
Mi sono dibattuto.
Hai vinto!
Eccomi, o Signore, ho detto sì,
all'estremo del soffio e della lotta, quasi mio malgrado; ed ero là, tremante come un vinto alla mercé del vincitore, quando su di me ha posato il Tuo sguardo di Amore.
Ormai è fatto, Signore, non potrò più scordarTi.
In un attimo mi hai conquistato,
in un attimo mi hai afferrato.
I mie dubbi furono spazzati,
i miei timori svanirono;
perché Ti ho riconosciuto senza vederTi,
Ti ho sentito senza toccarTi,
Ti ho compreso senza udirTi.
Segnato dal fuoco del Tuo Amore,
ormai è fatto, Signore, non potrò più scordarTi.
Ora, Ti so presente, al mio fianco, ed in pace lavoro sotto il Tuo sguardo di Amore.
Non conosco più lo sforzo di pregare:
mi basta alzare gli occhi dell'anima verso di Te per incontrare il Tuo sguardo.
E ci comprendiamo. Tutto è chiaro. Tutto è pace.
In certi momenti, grazie o Signore, tu m'invadi irresistibile,
come il mare lentamente inonda la spiaggia;
oppure improvvisamente Tu mi afferri,
come l'innamorato stringe tra le braccia il suo amore.
E non posso più nulla, bisogna che mi fermi.
Sedotto, trattengo il respiro; svanisce il mondo, sospendi il tempo.
Vorrei che questi minuti durassero ore…
Quando Ti ritrai, lasciandomi di fuoco e sconvolto da gioia profonda, non ho un'idea di più, ma so che Tu mi possiedi maggiormente.
Alcune mie fibre sono più profondamente toccate, la ferita s'è allargata, e sono un po' più prigioniero del Tuo Amore.
Signore, Tu crei ancora il vuoto attorno a me, ma in un modo diverso questa volta.
Per il fatto che sei troppo grande ed eclissi ogni cosa.
Quello che amavo mi sembra inezia, e sotto il fuoco del Tuo Amore si sciolgono i miei desideri umani come cera al sole.
Che m'importano le cose!
Che m'importa il mio benessere!
Che m'importa la mia vita!
Non desidero più altro che Te,
non voglio più altro che Te.
Lo so, gli altri lo dicono: "È pazzo!".
Ma, o Signore, lo sono loro.


(Padre Michel Quoist)

Padre Michel Quoist
(Le Havre, 1921 –  Le Havre 18 dicembre 1997)
sacerdote e scrittore francese
http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/11/ascoltatemi-ancora-padre-michel-quoist.html

http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/07/telefono.html

Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 8 dicembre 2010

Maria, donna bellissima - don Tonino Bello -

È vero. Il Vangelo non ci dice nulla del volto di Maria.
Come, del resto, non ci dice nulla del volto di Gesù.
Forse è meglio.

Così a nessuno di noi viene tolta la speranza di sentirsi dire un giorno, magari da un arcangelo di passaggio: «Lo sai che a tua madre e a tuo fratello rassomigli tanto?».
Maria, comunque, doveva essere bellissima.

Non parlo solo della sua anima.
La quale, senza neppure 1'ombra del peccato,

era limpida a tal punto che Dio vi si specchiava dentro.
Come le montagne eterne che, lì sulle Alpi, si riflettono nella immobile trasparenza dei laghi.
Parlo, anche, del suo corpo di donna.
La teologia, quando arriva a questo punto, sembra sorvolare sulla bellezza fisica di lei.
La lascia celebrare ai poeti: «Vergine bella, che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti sì che in te sua luce ascose...».
La affida alle canzoni degli umili: «Mira il tuo popolo, o bella Signora...».
O agli appassionati ritornelli della gente: «Dell' aurora tu sorgi più bella... non vi è stella più bella di te».
O al rapido saluto di un' antifona: «Vale, o valde decora».

Ciao, bellissima!
O alle allusioni liturgiche del Tota pulchra.

Tutta bella sei, o Maria. Sei splendida, cioè, nell' anima e nel corpo!
Essa però, la teologia, non va oltre.

Non si sbilancia. Tace sulla bellezza umana di Maria.
Forse per pudore. Forse perché paga di aver speso tutto speculando sul fascino soprannaturale di lei.
Forse perché debitrice a diffidenze non ancora superate circa la funzione salvifica del corpo.
Forse perché preoccupata di ridurre l'incanto di lei a dimensioni naturalistiche, o timorosa di dover pagare il dazio ai miti dell' eterno femminile.
Eppure, non dovrebbe essere difficile trovare nel Vangelo la spia rivelatrice della bellezza corporea di Maria.

C'è una parola greca molto importante, carica di significati misteriosi che non sono stati ancora per intero esplicitati.
Questa parola, che fonda sostanzialmente tutta la serie dei privilegi soprannaturali della fanciulla di Nazaret, risuona nel saluto dell'angelo: «Kecharitomène». Viene tradotta con l'espressione «Piena di grazia».
Ma non potrebbe trovare il suo equivalente in "graziosissima", con allusioni evidenti anche all'incantevole splendore del volto umano di lei?
Credo proprio di sì. E senza forzature.

Così come senza forzature Paolo VI, in un celebre discorso del 1975, ha avuto l'ardire di parlare per la prima volta di Maria come «la donna vestita di sole, nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrumani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale».
Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza.

Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché, lungo la strada, tenga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insopprimibili del cielo.
La fa risplendere nella maestà delle vette innevate,
nell'assorto silenzio dei boschi, nella forza furente del mare, nel brivido profumato dell' erba, nella pace della sera.
Ed è un dono che ci inebria di felicità perché, sia pure per un attimo appena, ci concede di mettere lo sguardo nelle feritoie fugaci che danno sull' eterno.
La fa rifulgere nelle lacrime di un bambino, nell' armonia del corpo di una donna, nell'incanto degli occhi suoi ridenti e fuggitivi, nel bianco tremore dei vegliardi, nella tacita apparizione di una canoa che scivola sul fiume, nel fremito delle magliette colorate dei corridori che passano veloci in un' alba di maggio. Ed è un dono che ci dispera perché, come ha detto qualcuno, questa ricchezza si gioca e si perde al tavolo verde del tempo.
Santa Maria, donna bellissima, splendida come un plenilunio di primavera, riconciliaci con la bellezza.
Santa Maria, donna bellissima, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo.


(don Tonino Bello)

Filippo Lippi - Madonna col Bambino e angeli
Firenze - Galleria degli Uffizi