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lunedì 21 settembre 2020

Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo e Veder cadere le foglie di Nazim Hikmet

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
tra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese:
oscillavano lievi al triste vento.


- Salvatore Quasimodo -



Veder cadere le foglie mi lacera molto 
soprattutto le foglie dei viali 
soprattutto se sono ippocastani 
soprattutto se passano bimbi 
soprattutto se il cielo è sereno 
soprattutto se ho avuto, quel giorno, 
una buona notizia 
soprattutto se il cuore, quel giorno, 
non mi fa male 
soprattutto se credo, quel giorno, 
che quella che amo mi ami 
soprattutto se quel giorno 
mi sento d’accordo 
con gli uomini e con me stesso. 
Veder cadere le foglie mi lacera dentro 
Soprattutto le foglie dei viali 
Dei viali d'ippocastano.

- Nazim Hikmet -



Quando, in autunno, raccogliete l'uva dalle vigne per il torchio, dite in cuor vostro: "Anch'io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio, e come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne". 

Kahlil Gibran - 





Buona giornata a tutti. :-)

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venerdì 28 agosto 2020

Addormentarsi adesso svegliarsi tra cent'anni - Nazim Hikmet

Addormentarsi adesso
svegliarsi tra cento anni, amor mio..."
"No,
non sono un disertore.
Del resto, il mio secolo non mi fa paura
il mio secolo pieno di miserie e di scandali
il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
sono del ventesimo secolo e ne son fiero.

Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
e battermi per un mondo nuovo..."

"Tra cento anni, amor mio..."

"No,

prima e malgrado tutto.

Il mio secolo che muore e rinasce
il mio secolo
i cui ultimi giorni saranno belli
la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
il mio secolo splenderà di sole, amor mio
come i tuoi occhi..."

- Nazim Hikmet -





Ci spogliammo.
Chiudemmo fuori dalla porta
le case, i cani,
i giardini, le statue,
la morte.

- Ghiannis Ritsos -

                                                           


Non è vero che l'amore non ha dubbi. 
Non è vero che chi si ama non cade, non piange, non perde. 
Solo che l'amore vero poi si rialza, 
poi si guarda negli occhi e si asciuga le lacrime, 
si prende per mano e si ricostruisce. 
Non è vero che l'amore regala solo sorrisi, 
che è perfetto, che non ferisce mai. 
L'amore, quello vero, cade, sembra svanire, 
si logora e si sporca, 
ma è amore e va avanti. 
L'amore, quello vero, non è mai perfetto. 
E' quello che in tutte le sue imperfezioni 
prende coraggio e resiste. 
E ad ogni prova superata è sempre più forte. 



Buona giornata a tutti. :-)





































lunedì 20 luglio 2020

Sono cent'anni che non ho visto il tuo viso - Nazim Hikmet

Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te.

- Nazim Hikmet -

(Stoccolma 1960, traduzione di Joyce Lussu)
da: "Nazim Hikmet, Poesie d'amore, Mondadori 1963


Norman Lindsay (1879-1969), The Blue Hat

La natura non tradisce mai il cuore che la ama.

(W. Wordsworth)



La ferita è il luogo attraverso cui la luce entra in te.

- Rumi - 




"Esiste una linea sottile che divide gli addii, da quelli pronunciati a quelli taciuti, i primi fanno male al cuore, i secondi toccano il punto più sensibile dell'anima."

(Floriana Antonelli)




Buona giornata a tutti :-)

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venerdì 21 settembre 2018

Tre splendide poesie per l'autunno. Settembre di Hermann Hesse, Hai chiuso gli occhi di Giuseppe Ungaretti, Dimentica i mandorli in fiore di Nazim Hikmet


Triste il giardino: fresca
scende ai fiori la pioggia.
Silenziosa trema
l’estate, declinando alla sua fine.

Gocciano foglie d’oro
giù dalla grande acacia.
Ride attonita e smorta
l’estate dentro il suo morente sogno.

S’attarda tra le rose,
pensando alla sua pace;
lentamente socchiude
i grandi occhi pesanti di stanchezza.

- Hermann Hesse -

Torsten Wasastjerna (1863-1924), 
The Dance of the Falling Leaves


Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell'acqua.

Le tue mani si fanno come un soffio
d'inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.

E l'equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l'anima.

Sei la donna che passa
come una foglia.

E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.


- Giuseppe Ungaretti - 

Louis Welden Hawkins (1849-1910), Autumn


Dimentica i mandorli in fiore.
Non vale la pena
In questa storia
Di ricordare ciò che non può ritornare.
Asciuga al sole i tuoi capelli bagnati:
languidi come frutti maturi brillino
umidi, grevi, i vermigli riflessi.
Amore mio, amore mio, 
siamo
in autunno.

- Nazim Hikmet - 

Hugues Merle (1823-1881), 
Falling Leaves, Allegory of Autumn


Benvenuto autunno!




lunedì 25 giugno 2018

da: "Cime e valli della vita" - Anselm Grùn

Già da ragazzo ho visto le ascensioni in montagna come esercizio alla disciplina. 
Erano un simbolo del fatto che sono io a prendere in mano la mia esistenza e a darle for­ma, che sono io a stabilire le mete e anche ad arrivarci. 
Ciò che sentivo istintivamente da ragazzo l'ho ritrovato poi in Viktor E. Frankl, lo psicoterapeuta viennese, che era anche un appassionato alpinista. In un discorso una volta disse che l'alpinista «è in concorrenza e in rivalità soltanto con una persona e quella persona è lui stesso. Pretende qualco­sa da se stesso, esige qualcosa da se stesso»
Frankl parla poi del fatto che l'essere umano ha bisogno della tensione interiore, tra se stesso e una meta che si prefigge.
Quando, in un'escursione in montagna, stabiliamo una meta, creiamo in noi una sana tensione, che ci fa bene. 
Se esigiamo sempre troppo poco da noi stessi, spesso nella nostra vita si insinua la sensazione di mancanza di senso. 
L'assenza di una meta impedisce che sviluppiamo davvero le energie che sono racchiuse in noi. La meta, però, deve essere scelta in maniera adeguata. 
Se ci poniamo obiettivi troppo ambiziosi, pretendiamo troppo da noi stessi. 
Se però non osiamo nulla, il viaggio della vita perde energia. 
La meta conferisce al nostro camminare una dinamica in­teriore che ci fa bene.

- Anselm Grùn -
da: "Cime e valli della vita" - ed. Queriniana


Lungo la strada ci imbattiamo sempre nei nostri limi­ti, a volte ci rendiamo conto che la strada non prosegue. 
Allora bisogna trovare un nuovo orientamento. 
Della vita fanno parte esperienze di picco e valli di mediocrità, ascese faticose e addii pieni di malinconia. 
Posso camminare da solo e allora mi ritrovo a confronto con me stesso. Ma mi piace anche camminare in compagnia, in particolare con i miei fratelli e le mie sorelle. Fa bene camminare insieme, sostenersi a vicenda, incoraggiarsi o, semplicemente, met­tersi a chiacchierare.
Già i filosofi greci sviluppavano le loro idee più impor­tanti camminando. 
E così il camminare è anche sempre fonte di ispirazione. 
Spesso camminando mi vengono nuove idee che in seguito, prima o poi, mi piace mettere per iscritto. Ma non uso mai il tempo delle camminate per annotarmi i pensieri. Non tengo un diario. E durante la vacanza rinuncio a qualsiasi forma di scrittura. 
Mi ab­bandono esclusivamente al camminare e all'osservare, alle conversazioni e alle pause.

- Anselm Grùn -
da: "Cime e valli della vita" - ed. Queriniana



La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

- Nazim Hikmet - 



Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 4 gennaio 2018

L’albero di Natale - Nazim Hikmet


Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono. 

- Gilbert Keith Chesterton -
in: La nonna del drago

Gleb Goloubetski "December in London"


"Lieto leggerò i neri segni dei rami sul bianco [...] Non turberà suono alcuno questa allegria solitaria."

- Eugenio Montale - 
da "Silenzio invernale" 

Dipinto di Igor Grabar "Winter morning" (1907)