Gli esseri umani, essendo persone, sono
sociali per natura.
Sono nati quindi per convivere e operare gli uni a bene
degli altri.
Ciò richiede che la convivenza umana sia ordinata, e quindi che i
vicendevoli diritti e doveri siano riconosciuti ed attuati; ma richiede pure
che ognuno porti generosamente il suo contributo alla creazione di ambienti
umani, in cui diritti e doveri siano sostanziati da contenuti sempre più
ricchi.
Non basta, ad esempio, riconoscere e
rispettare in ogni essere umano il diritto ai mezzi di sussistenza: occorre
pure che ci si adoperi, secondo le proprie forze, perché ogni essere umano
disponga di mezzi di sussistenza in misura sufficiente.
La convivenza fra gli esseri umani, oltre che
ordinata, è necessario che sia per essi feconda di bene. Ciò postula che essi
riconoscano e rispettino i loro vicendevoli diritti ed adempiano i rispettivi
doveri, ma postula pure che collaborino tra loro nelle mille forme e gradi che
l'incivilimento acconsente, suggerisce, reclama.
La dignità di persona, propria di ogni essere
umano, esige che esso operi consapevolmente e liberamente.
Per cui nei rapporti
della convivenza, i diritti vanno esercitati, i doveri vanno compiuti, le mille
forme di collaborazione vanno attuate specialmente in virtù di decisioni
personali; prese cioè per convinzione, di propria iniziativa, in attitudine di
responsabilità, e non in forza di coercizioni o pressioni provenienti
soprattutto dall'esterno.
Una convivenza fondata soltanto su rapporti
di forza non è umana. In essa infatti è inevitabile che le persone siano
coartate o compresse, invece di essere facilitate e stimolate a sviluppare e
perfezionare se stesse.
La convivenza fra gli esseri umani è quindi
ordinata, feconda e rispondente alla loro dignità di persone, quando si fonda
sulla verità, conformemente al richiamo dell'apostolo Paolo: "Via dunque
da voi la menzogna e parli ciascuno col suo prossimo secondo verità, poiché
siamo membri gli uni degli altri" (Ef 4,25).
Ciò domanda che siano
sinceramente riconosciuti i reciproci diritti e vicendevoli doveri. Ed è
inoltre una convivenza che si attua secondo giustizia o nell'effettivo rispetto
di quei diritti e nel leale adempimento dei rispettivi doveri; che è vivificata
e integrata dall'amore, atteggiamento d'animo che fa sentire come propri i
bisogni e le esigenze altrui, rende partecipi gli altri dei propri beni e mira
a rendere sempre più vivida la comunione nel mondo dei valori spirituali; ed è
attuata nella libertà, nel modo cioè che si addice alla dignità di esseri
portati dalla loro stessa natura razionale ad assumere la responsabilità del
proprio operare.
- san Giovanni XXIII, papa -
da: Lettera enciclica Pacem in terris, n. 16-18
Orazione per
la pace
Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate, dalle
ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i popoli hanno potuto
stringerle fraternamente fra loro;
Signore, noi siamo tanto armati che non lo siamo mai
stati nei secoli prima d'ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali da
potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l'umanità;
Signore, noi abbiamo fondato lo sviluppo e la prosperità
di molte nostre industrie colossali sulla demoniaca capacità di produrre armi
di tutti i calibri, e tutte rivolte ad uccidere e a sterminare gli uomini
nostri fratelli; così abbiamo stabilito l'equilibrio crudele dell'economia di
tante Nazioni potenti sul mercato delle armi alle Nazioni povere, prive di
aratri, di scuole e di ospedali;
Signore, noi abbiamo lasciato che rinascessero in noi le
ideologie, che rendono nemici gli uomini fra loro: il fanatismo rivoluzionario,
l'odio di classe, l'orgoglio nazionalista, l'esclusivismo razziale le
emulazioni tribali, gli egoismi commerciali, gli individualismi gaudenti e
indifferenti verso i bisogni altrui;
Signore, noi ogni giorno ascoltiamo e impotenti le
notizie di guerre ancora accese nel mondo;
Signore, è vero! Noi non camminiamo rettamente;
Signore, guarda tuttavia ai nostri sforzi, inadeguati, ma
sinceri, per la pace del mondo! Vi sono istituzioni magnifiche e
internazionali; vi sono propositi per il disarmo e la trattativa;
Signore, vi sono soprattutto tombe che stringono il
cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni
capitali; donne che piangono, bambini che muoiono; profughi e prigionieri
accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza: e vi sono tanti
giovani che insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia legge
delle nuove generazioni;
Signore, tu lo sai, vi sono anime buone che operano il
bene in silenzio, coraggiosamente, disinteressatamente e che pregano con cuore
pentito e con cuore innocente; vi sono cristiani, e quanti, o Signore, nel
mondo che vogliono seguire il Tuo Vangelo e professano il sacrificio e l'amore;
Signore, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace.
- Beato Paolo VI, papa -
Buona giornata a tutti. :-)