domenica 15 gennaio 2017

Copri il mio capo (1906) - Rabindranath Tagore

Copri il mio capo
con la polvere dei tuoi piedi,
e immergi nelle lacrime
il mio orgoglio.

Se divento ambizioso
mi disonoro,
se cerco me stesso
semino morte.

Immergi nelle lacrime
il mio orgoglio.

Nel mio lavoro
che io non predichi me stesso;
nella mia vita
si compia la tua volontà.

Domando la tua pace,
splendore della tua esistenza.

Ignora il mio egoismo e fermati
dentro il fior di loto del mio cuore.

Immergi il mio orgoglio
nelle lacrime.


- Rabindranath Tagore - 


Fonte: “Canti di offerta, Ghitangioli”, 
Ugo Guanda Editore in Parma


Nell'uomo avviene una doppia nascita: una prima volta nel grembo materno e una seconda volta nella libertà: l'uomo nasce una volta per sé e una volta insieme con gli altri.

- Rabindranath Tagore - 
Da:  "Il nido dell'amore



Ogni Alba porta un nuovo giorno,
lavando con la luce della speranza
le macchie e la polvere dello spirito
vuoto di ogni giorno passato.

Vuoi celare te stesso!

Il cuore non ubbidisce,
diffonde luce dagli occhi.

Nella vita non c’è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell’animo
la forza per sopportarlo.

Cieco, non sai che l’andare e il venire
camminano sulla stessa strada?

Se sbarri la strada all’andata
perdi la speranza del ritorno…

- Rabindranath Tagore - 





Buona giornata a tutti. :-)



sabato 14 gennaio 2017

L'Anello Magico - don Bruno Ferrero

Un re convocò a corte tutti i maghi del regno e disse loro: «Vorrei sempre essere d'esempio ai miei sudditi. Apparire forte e saldo, quieto e impassibile nelle vicende della vita. 
A volte mi succede d'essere triste o depresso, per una vicenda infausta o una sfortuna palese. Altre volte una gioia improvvisa o un grande successo mi mettono in uno stato di anormale eccitazione. 
Tutto questo non mi piace. Mi fa sentire come un fuscello sballottato dalle onde della sorte. Fatemi un amuleto che mi metta al riparo da questi stati d'animo e sbalzi d'umore, sia quelli tristi che quelli lieti». 
Uno dopo l'altro, i maghi rifiutarono. Sapevano fare amuleti di tutti i tipi per gli sprovveduti che si rivolgevano loro, ma non era facile abbindolare un re. Che voleva per di più un amuleto dall'effetto così difficile. 
L'ira del re stava per esplodere, quando si fece avanti un vecchio saggio che disse: «Maestà, domani io ti porterò un anello, e ogni volta che lo guarderai, se sarai triste potrai essere lieto, se sarai eccitato potrai calmarti.
Basterà infatti che tu legga la frase magica che vi sarà incisa sopra». L'indomani il vecchio saggio tornò, e nel silenzio generale, poiché tutti erano curiosi di sapere la magica frase, porse un anello al re. Il re lo guardò e lesse la frase incisa sul cerchio d'argento: «Anche questo passerà».


Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è il suo momento, per tutto c'è un' occasione opportuna. 
Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piangere, tempo di ridere, tempo di lutto, tempo di baldoria, tempo di abbracciare, tempo di staccarsi, tempo di cercare, tempo di perdere, tempo di conservare, tempo di buttar via, tempo di strappare, tempo di cucire, tempo di tacere, tempo di parlare ... 
Tutto passa, ma a Dio non sfugge niente (Qoelet 3,1-15).

- don Bruno Ferrero -



Nella città di Emmerih, del duca di Cleves, alcuni inglesi, per schernire la fede romana, chiesero a un fanciullo cattolico: 
- Lo sai il Pater?
- Sì, perché?
- Recitalo!
- Padre nostro che sei nei cieli...
- Basta, ragazzo... Se è nei cieli, come fa ad essere sull'altare?... 
- Dopo alcuni istante di riflessione, il fanciullo chiese:
- Sapete il Credo?
- Certo.
- Recitatelo.
- Credo in Dio Padre onnipotente.
- Basta. Se Dio è onnipotente, può stare in cielo e sull'altare!
 
- Pietro Graziano -
da: "Mille esempi", 1940



Un po' d'argento

"Rabbì, che cosa pensi del denaro?" chiese un giovane al maestro.
"Guarda dalla finestra", disse il maestro," cosa vedi?".
"Vedo una donna con un bambino, una carrozza trainata da due cavalli e un contadino che va al mercato".
"Bene. Adesso guarda nello specchio. Che cosa vedi?".
"Che cosa vuoi che veda rabbì? Me stesso, naturalmente".
"Ora pensa: la finestra è fatta di vetro e anche lo specchio è fatto di vetro. Basta un sottilissimo strato d'argento sul vetro e l'uomo vede solo se stesso".

Siamo circondati da persone che hanno trasformato in specchi le loro finestre. Credono di guardare fuori e continuano a contemplare se stessi.
Non permettere che la finestra del tuo cuore diventi uno specchio.


- don Bruno Ferrero - 


Buona giornata a tutti. :-)







venerdì 13 gennaio 2017

Anima mia e altre poesie - Nazim Hikmet

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

- Nazim Hikmet - 






Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.

Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.

- Nazim Hikmet -

Fonte: Lettere dal carcere a Munevver di Nazim Hikmet




























Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 12 gennaio 2017

da don Luigi Giussani, "Che cos'è l'uomo perchè te ne curi?

" Io non ti dimenticherò mai"
...Ma poi uno  volta pagina " Il Signore mi ha abbandonato", noi diciamo; mi ha guardato, mi ha chiamato e poi mi ha abbandonato" "Il Signore mi ha dimenticato". Il Signore è dentro i segni di cui ci circonda, le persone che ci ha reso compagne nel cammino e la Sua voce ci chiama attraverso loro; da loro viene il lamento.
" Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato" riguarda sempre qualche persona o qualcosa attraverso cui il Signore ci ha guardati. Ma una volta che ci ha guardati attraverso quella persona, Egli non sta ai passi di quella, li supera, li trascina.
Come fare a essere testimoni? Seguire il Signore, seguire Cristo, abbandonarsi cioè concretamente alla sua storia, come ci ha guardati, come ci ha toccati, come ci ha messo in una compagnia, come ci ha accompagnato e come ci accompagna. Per essere testimoni basta questo, e non lamentiamoci: " Dio mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. " Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno?"
Questo "commuoversi" cosa vi ricorda? Che non ci può essere carità senza commozione. Ma "Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io non ti dimenticherò mai. Questa frase dovrebbe essere scritta lungo tutte e quattro le pareti della nostra stanza, qui davanti a noi, dovrebbe essere scritta su un tirante tra una casa e l'altra, nelle piazze, sulle montagne, dappertutto : " Io non ti dimenticherò mai"

(da don Luigi Giussani, " Che cos'è l'uomo perchè te ne curi?", Commento al salmo 121)



Fin dalla prima ora di scuola ho sempre detto:
«Non sono qui perché voi riteniate come vostre le idee che vi do io, ma per insegnarvi un metodo vero per giudicare le cose che io vi dirò.
E le cose che io vi dirò sono un’esperienza che è l’esito di un lungo passato: duemila anni».
Il rispetto di questo metodo ha caratterizzato fin dall’inizio il nostro impegno educativo, indicandone con chiarezza lo scopo:
mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita.

- Don Luigi Giussani -
da: " Il Rischio educativo"



La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare. La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti».

- don Luigi Giussani -
da: "Si può vivere così? "




















Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 11 gennaio 2017

dagli scritti di Wilhelm Reich

L'uomo è nato libero ma dovunque è in catene.
Gli uomini nascono uguali, ma non crescono uguali, tutte le dottrine da loro elaborate, non fanno altro che opprimerli ripetutamente.
C'è qualcosa di profondamente errato nei metodi usati dall'uomo per conoscere se stesso. 
La prigione dell'uomo e la sua stessa struttura emozionale, per questo motivo l'uomo non sa di essere in trappola e mai si dirigerà verso lo spazio libero e infinito. 
Se qualcuno tenta di uscire fa sempre una brutta fine, ma per mano degli intrappolati.
L'uomo corazzato non sente la vitalità dell'esistenza, anzi, odia profondamente chi è senza corazza. 
Guardate i genitori come castrano la naturale vitalità dei loro bambini, gli stessi sono aperti all'energia universale.
I corazzati non riescono a dare in modo spontaneo e naturale, ma solo sforzandosi, per questo la loro la vita non è gioiosa e felice, bensì una lotta continua.
Bisogna soltanto innaffiare le radici, e la pianta non potrà che fiorire, mentre la nostra educazione fa patire la sete alla pianta, che mai fiorirà. 
Il rancore altro non è che l'impossibilità naturale di fiorire, esistiamo per crescere, ma la società con le sue regole feroci non fa altro che tagliarci le radici.

- Wilhelm Reich - 
da “L'assassinio di Cristo”

Immagine di Igor Morski


„Forse il mio senso morale rifiuta questi discorsi: eppure, in base alla mia esperienza e all'osservazione di me stesso e degli altri, sono arrivato alla persuasione che la sessualità è il centro di gravitazione intorno al quale ruota non solo la vita intima dell'individuo, ma anche tutta la vita sociale.

- Wilhelm Reich - 
(dal diario nel 1919; citato in Lodovico De Cesare, Lo psicanalista senza divano, Historia, luglio 1978, n. 245, Cino del Duca)“



"Ascolta Piccolo Uomo: il tuo retaggio è un diamante che brucia nella tua mano.
Vedi te stesso come sei veramente. Ascolta quello che nessuno dei tuoi capi e rappresentanti oserà mai dirti: Sei un 'piccolo uomo qualsiasi'.
Comprendi il duplice senso di queste parole: 'piccolo' e 'qualsiasi'. Sei afflitto dalla peste emozionale. Sei malato, molto malato, Piccolo Uomo.
Non è colpa tua. Ma è tua responsabilità aver ragione di questa malattia.
È possibile uscire dalla trappola. Tuttavia per evadere dalla prigione bisogna prima ammettere di essere in prigione.
La prigione è la struttura emozionale dell’uomo, la sua struttura caratteriale. È scarsamente utile escogitare sistemi filosofici sulla natura della trappola, se l’unica cosa da fare per uscire dalla trappola è conoscerla e trovarne l’uscita.
L'uomo rivestito di corazza é isolato dal contatto immediato con la natura, le persone e i processi. Perciò sviluppa un contatto sostitutivo, che é fondamentalmente caratterizzato dalla mancanza di autenticità.
Ogni impulso d'amore incontra la barriera della corazza.
Per esprimersi deve aprirsi a forza un varco attraverso quel rigido muro; ma così si trasforma inevitabilmente in crudeltà ed odio. L'impulso d'amore originario apparirà, in connessione con l'impulso d'odio successivo, solo come un atteggiamento generale di esitazione, di ambivalenza, di autodisgusto e di dipendenza da tutto ciò che promette redenzione o scarica di tensione.
La corazza del corpo rende inaccessibili le sensazioni organiche fondamentali, e con esse l'autentica sensazione di benessere.
Il senso del proprio corpo é smarrito, e con esso é perduta la naturale fiducia in se stessi: essi sono regolarmente rimpiazzi dall'inganno, da ostentazione di apparenze e da falso orgoglio.
La perdita della naturale autopercezione scinde la persona, in tutta l'ampiezza della sua apertura, in due entità opposte e contraddittorie: il corpo qui é incompatibile con l'anima o lo spirito là. La «funzione del cervello», l’«intelletto», viene separata dal resto dell'organismo; quest'ultimo viene «posto in subordine» come l'«emozione» e l' «irrazionale».
Quel che é deplorevole in tutto ciò é il fatto che, entro il contesto dell'esistenza dell'uomo rivestito di armatura, tutto é logico e corretto".

 - Wilhelm Reich -
 da:  "Ascolta, piccolo uomo"



Buona giornata a tutti. :-)


martedì 10 gennaio 2017

Consiglio spassionato - Alfonso Gatto

Non date retta al re,
non date retta a me.
Chi v'inganna
si fa sempre più alto d'una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.
Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.
Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.
Chi vive è senza gloria.


-         Alfonso Gatto -



L’uomo non è qui sulla terra per gratificarsi con cose superflue, che poi non potrà portare con se quando tornerà nel cosmo. 
Il nostro soggiorno sulla terra è temporale ma siamo figli delle stelle e dell’universo. 
Siamo arrivati qui dalle stelle per purificarci e liberarci, per servire e amare gli altri. La terra è una scuola di esperienze e di apprendistato.

- Hernàn Huarache Mamani -


Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l’uomo non pensi. Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita facile nel mondo.

- Karl Kraus -




Buona giornata a tutti. :-)



domenica 8 gennaio 2017

Maestro insegnaci a pregare – Padre Andrea Gasparino -

"Si potrebbe dire che nella preghiera comandano tre pulsanti. 
Impara a pregare chi è capace di maneggiare i tre pulsanti.
Il primo pulsante è l’umiltà, che vorrei descrivere così: far la verità in noi come primo atto della preghiera.
Mettersi davanti a Dio come si è, non come si vorrebbe essere: fare la verità, fare il punto della nostra situazione con molta concretezza, con molta sincerità anche rude, profonda, senza mezze misure, toglierci le maschere, presentandoci a Dio come siamo…
Non aver paura di perdere tempo in questa operazione di avviamento… non è avviamento è già vera preghiera, infatti è già amore.
Gli altri due pulsanti sono: aprirsi all’amore di Dio e amare.
..Accorgersi dell’amore di Dio per te.
Direi che è il pulsante decisivo: se è forte la convinzione che Dio ti ama personalmente, sinceramente, costantemente, fedelmente; se è forte la convinzione che Dio ti ama anche se tu non rispondi (ma bada dev’essere una convinzione profonda, non un’idea peregrina che ti passa in testa); se tu sei proprio persuaso dell’amore di Dio per te, allora la preghiera parte sola senza sforzi.
Dio mi ama!
Ecco il punto di fuoco della preghiera, ma deve essere un punto di fuoco che cambi in fuoco il tuo rapporto con lui.
Le persone con la preghiera fiacca o malata non hanno ancora capito che Dio le ama…
Dovete lottare con tutte le forze per costruire in voi questa convinzione.
Non bastano pochi sforzi.. Capire che Dio ci ama è come entrare nel profondo di Dio, nel cuore di Dio.. Ogni pagina della scrittura è una scuola dell’amore di Dio, ma chi non impara a leggere nell’amore rimane analfabeta dell’amore.
Chi non fa questo sforzo rimane solo un turista dell’amore…
Poi viene il terzo pulsante: amare! Come si ama nella preghiera? 
E’ difficile dirlo. Forse tutto sta in una cosa semplicissima, tutto sta nell’imparare a offrirci a Dio..
Il cammino della preghiera dovrebbe consistere in questi tre passaggi:

Parlare  (preghiera vocale)
Ascoltare (preghiera di ascolto)
Rispondere  (preghiera di amore)….

“La preghiera è un bene sommo,
è una comunione intima con Dio,
deve venire dal cuore,
deve fiorire continuamente,
giorno e notte.
E’ luce dell’anima,
vera conoscenza di Dio,
mediatrice tra Dio e l’uomo;
è un desiderare Dio,
è un amore ineffabile
prodotto dalla grazia divina” 
(San Giovanni Crisostomo)

- Padre Andrea Gasparino -
tratto da “Maestro insegnaci a pregare”, Andrea Gasparino. Ed. Elledicì





Noi dobbiamo tuttavia pregare che il fuoco del giudizio - cioè il fuoco dell'amore divino - consumi non i peccatori, ma la parte di male che è in ciascuno di essi. 
Così la divisione fra "capri" e "pecore" di cui parla la scena del giudizio universale non si farebbe tra due moltitudini di esseri umani, ma all'interno di ciascuno di loro.

- Olivier Clement -








Mio Dio,
mi hanno detto che Tu,
molte volte,
hai parlato ai Tuoi amici:
ad Abramo, a Mosè, a David,
al Tuo figlio Gesù
quando viveva tra noi,
a San Francesco....
Mio Dio,
mi hanno detto che Tu
parli sempre a chi vuole ascoltarti.
L'universo intero,
le creature della terra,
le opere dell'uomo,
i fatti e le persone,
le pagine della Bibbia
sono pieni di te.
Io mi siedo.
Tante voci mi piovono addosso,
ogni giorno, ogni istante.
I genitori, i professori e
gli amici, i cantanti e i campioni,
la televisione e i giornali...
tutti vogliono dirmi la loro.
Io mi siedo,
con la testa in silenzio,
con il cuore tranquillo,
con il corpo disteso.
Ecco,
tra mille emittenti,
voglio sintonizzarmi
con Te.
Sono pronto.
Mio Dio, parla.
Io ti ascolto.


- Tonino Lasconi -