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martedì 13 dicembre 2016

I due asinelli - don Bruno Ferrero

Alla grotta di Betlemme arrivarono arrancando, anche due asinelli.
Erano stanchi e macilenti. 
Le loro groppe erano spelacchiate piagate dai pesanti sacchi che il mugnaio loro padrone, caricava quotidianamente e dai colpi di bastone che non risparmiava. 
Avevano sentito i pastori parlare del Re dei Re venuto dal Cielo ed erano accorsi anche loro. Seguirono quella stella e davanti alla grotta, rimasero a contemplare il Bambino. 
Lo adorarono, pregarono come tutti e misero ai Suoi piedi,  come dono l’unica cosa che avevano: la loro vita. E i loro dolori, le loro pene... 
All’uscita li attendeva lo spietato mugnaio e i due asinelli ripartirono a testa bassa, con il pesante basto sulla groppa. “Non serve a niente”, disse uno, “ho pregato il Messia che mi togliesse il peso e non lo ha fatto”. 
“Io invece”, ribatté l’altro, che trotterellava con un certo vigore, “gli ho chiesto di darmi la forza di portarlo!”.

E se qualcuno ti dice: “La vita è dura”, chiedigli: “In confronto a che cosa?”.

- don Bruno Ferrero - 


Dio ha scelto di nascere in una famiglia umana, che ha formato Lui stesso. L’ha formata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero Romano. Non a Roma, che era la capitale dell’Impero, non in una grande città, ma in una periferia quasi invisibile, anzi, piuttosto malfamata. [...] 
Ebbene, proprio da lì, da quella periferia del grande Impero, è iniziata la storia più santa e più buona, quella di Gesù tra gli uomini!  

- Papa Francesco -
(Udienza Generale in Piazza San Pietro)


Il Presepe può infatti aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale "da ricco che era, si è fatto povero" (2 Cor 8,9) per noi. 
La sua povertà arricchisce chi la abbraccia e il Natale reca gioia e pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le parole dell’angelo: "Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12). 
Questo rimane il segno, anche per noi, uomini e donne del Duemila. Non c’è altro Natale. 

- papa Benedetto XVI - 



Riposate, Signore, nel vostro poverissimo quanto augustissimo presepio, sotto lo sguardo della Vergine, vostra Madre, che riversa su Voi i tesori ineffabili del suo rispetto e della sua tenerezza. 
Mai una creatura adorò con così profonda e rispettosa umiltà il suo Dio. 
In nessun tempo un cuore materno amò più affettuosamente suo figlio. Reciprocamente, mai Dio amò tanto una mera creatura. 
E in nessun momento un figlio amò tanto pienamente, tanto interamente, tanto sovrabbondantemente sua madre. 
Tutta la realtà di questo sublime dialogo di anime può essere racchiusa in queste parole, che indicano qui un intero oceano di felicità e che, in un'occasione ben diversa, avreste detto un dì dall'alto della Croce: "Madre, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre. 
E, considerando la perfezione di questo reciproco amore, tra Voi e vostra Madre, sentiamo il cantico angelico che si innalza dalle profondità di ogni anima cristiana: "Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e pace in Terra agli uomini di buona volontà" .

- Plinio Correa de Oliveira -






Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 30 novembre 2016

Sulla vita e sulla morte -

Signore Gesù, sono qui dinanzi a te, in salute.
Sento la vita palpitare dentro di me,
e gioisco infinitamente contemplando il creato,
ascoltando il canto degli uccelli,
sperimentando la tenerezza di quanti mi circondano.
Il futuro si apre dinanzi come una ricca pianura
nella quale seminare i miei progetti,
realizzare i miei sogni, raccogliere le mie opere.
E, benché ne senta difficoltà,
faccio uno sforzo su me stesso per accettare che la mia vita finirà,
e che un giorno dovrò dar conto delle mie parole e delle mie azioni.
In quel giorno mi chiederai il più costoso ma il più bel sacrificio,
il sacrificio di tutto ciò che mi hai dato sulla terra.
Ma, in compenso, tu ti consegnerai a me interamente,
e secondo le tue promesse mi darai il centuplo
di quanto ho sacrificato per te.
Sin da ora, Signore, nel pieno uso della mia libertà,
con tutta la lucidità della mia mente,
con tutta la forza della mia volontà, ti presento,
come fascio di fiori appena colto,
i miei affetti e i miei sogni, le mie opere e i miei progetti.

Nelle tue mani pongo l'offerta della mia vita:
accetto la sua fine, quando e come vorrai.
Ti chiedo solo un dono: la tua grazia e la tua amicizia.





Vita e morte non sono due estremi lontani l’uno dall’altro. Sono come due gambe che camminano insieme, ed entrambe ti appartengono. In questo stesso istante stai vivendo e morendo allo stesso tempo. Qualcosa in te muore a ogni istante. Nell’arco di settant’anni la morte arriverà a compimento. In ogni istante continui a morire, e alla fine morirai davvero.

- Osho -



Ognuno che perdiamo prende una parte di noi;
Uno spicchio alla fine rimane,
Che come la luna, una torbida notte,
È chiamato dalle maree.


- Emily Dickinson - 







Il cardinale Schuster diceva che il purgatorio è come un corso di esercizi spirituali: uno riflette, pensa, vede le cose sbagliate che ha fatto, gli dispiace, si purifica. Mi piace pensare che il nostro purgatorio, il purgatorio di ciascuno, sia quello di vedere tutte le stupidaggini che abbiamo fatto nella vita. Ce ne verrà un tale rossore che ci purifica e ci manda in Paradiso... 
Mi è congeniale in questo senso la descrizione dantesca delle anime “che vanno a farsi belle”. 

- Card. Giacomo Biffi - 



Avvenga di me secondo la tua parola.
Per i nostri morti
questo si è attuato definitivamente.
Essi sono nella dolce casa
per cui l'uomo nasce,
alla quale l'uomo è chiamato.
Adesso vedono il rapporto
che c'è fra quella dolce casa
definitiva ed eterna
e il segno fragile,
ma reale di essa,
che è la compagnia in cui sono vissuti.
E chiedono a noi,
dopo l'esperienza fatta,
di essere generosi, vigili, sensibili,
impegnati senza paura del sacrificio nel vivere
questo anticipo della dolce casa
a cui siamo incamminati.
Ci supplicano di poter dire
con maggiore verità quello che cantiamo sovente:
"Troppo perde il tempo chi ben non t'ama".
Essi lo sanno.
Senza paragone più che prima.
E per questo ci incitano che
"avvenga di noi secondo la sua parola".
Ci aiutano a dire l' Angelus
con profondità di attenzione,
come raramente ci avviene
per la distrazione che ci consuma.
(don Luigi Giussani)


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 24 novembre 2016

da: "Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"

Santità,
mio nonno non è cattolico, ma non è disposto a fare del male. Lui andrà lo stesso in paradiso quando morirà? Insomma, se qualcuno non fa mai le penitenze, quanto grande deve essere il suo peccato per andare giù all'inferno? 
Che Dio la benedica.


(Yifan, Cina, 13 anni)

Caro Yifan,
Gesù ci ama tantissimo e vuole che tutti andiamo in cielo. La volontà di Dio è che tutti si salvino. Gesù fino all'ultimo momento accompagna la nostra vita perchè stiamo sempre con Lui. Le apparenze possono ingannare, certo. 
C'è chi immagina che se uno non va a messa la domenica andrà certamente all'inferno. E invece Gesù è accanto a noi fino all'ultimo momento della nostra vita per salvarci. 
Una volta una signora andò da un prete santo, che si chiamava Giovanni Maria Vianney, parroco di Ars in Francia. 
Si mise a piangere perchè suo marito si era suicidato buttandosi da un ponte. Era disperata perchè immaginava che il marito fosse certamente all'inferno. E padre Giovanni Maria Vianney, che era un santo, invece le disse. guarda che tra il ponte e il fiume c'è la misericordia di Dio.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"



Giulia: «Santità, tutti ci dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accompagnano perché alla domenica dormono, il papà e la mamma di un mio amico lavorano in un negozio e noi spesso andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire a loro una parola perché capiscano che è importante andare a Messa insieme, ogni domenica?»

Riterrei di sì, naturalmente, con grande amore, con grande rispetto per i genitori che, certamente, hanno tante cose da fare. Ma tuttavia, con il rispetto e l’amore di una figlia, si può dire: cara mamma, caro papà, sarebbe così importante per noi tutti, anche per te incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce, porta un elemento importante alla nostra vita. Insieme troviamo un po' di tempo, possiamo trovare una possibilità. Forse anche dove abita la nonna si troverà la possibilità. In una parola direi, con grande amore e rispetto per i genitori, direi loro: "Capite che questo non è solo importante per me, non lo dicono solo i catechisti, è importante per tutti noi; e sarà una luce della domenica per tutta la nostra famiglia".

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Caro papa Francesco,
se tu potessi fare un miracolo, che cosa sarebbe?

Con affetto William

Caro William,
io guarirei i bambini. Non sono ancora riuscito a capire perchè i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so darti una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perchè i bambini soffrono? E' il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. Il tuo disegno mi fa riflettere: c'è una grande croce scura e dietro ci sono un arcobaleno e il sole che splende. Mi piace questo. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu.

- Jorge Maria Bergoglio -

da: " L'amore prima del mondo. Caro papa vorrei chiederti... Le risposte di papa Francesco alle domande dei bambini"


Adriano: «Santo Padre, ci hanno detto che oggi faremo l'Adorazione Eucaristica? Che cosa è? Come si fa? Ce lo puoi spiegare? Grazie»

Allora, che cos'è l'adorazione, come si fa, lo vedremo subito, perché tutto è ben preparato: faremo delle preghiere, dei canti, la genuflessione e siamo così davanti a Gesù. Ma, naturalmente, la tua domanda esige una risposta più profonda: non solo come fare, ma che cosa è l'adorazione. Io direi: adorazione è riconoscere che Gesù è mio Signore, che Gesù mi mostra la via da prendere, mi fa capire che vivo bene soltanto se conosco la strada indicata da Lui, solo se seguo la via che Lui mi mostra. Quindi, adorare è dire: «Gesù, io sono tuo e ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te». Potrei anche dire che l'adorazione nella sua essenza è un abbraccio con Gesù, nel quale gli dico: «Io sono tuo e ti prego sii anche tu sempre con me».

- Papa Benedetto XVI - 
Incontro di Catechesi e di Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini della Prima Comunione. Sabato 15 ottobre 2005


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 11 settembre 2016

11 Settembre 2016 - Per non dimenticare! Noi non dimentichiamo


11 settembre 
«Colpito dall'incredibile orrore degli inumani attacchi terroristici compiuti oggi contro persone innocenti in differenti parti degli Stati Uniti mi urge esprimere a lei e ai suoi concittadini il mio profondo dolore e la mia vicinanza, nella preghiera, alla Nazione in questo oscuro e tragico momento.
Raccomandando le vittime all’eterna misericordia di Dio Onnipotente imploro la sua forza su quanti sono impegnati nelle operazioni di soccorso e nelle cure ai sopravvissuti.
Prego Dio di sostenere lei e il popolo americano in questa ora di sofferenza e di prova»

- Papa Giovanni Paolo II, santo
(Telegramma al Presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush)




12 settembre
«Non posso iniziare questa Udienza senza esprimere profondo dolore per gli attacchi terroristici che nella giornata di ieri hanno insanguinato l’America, causando migliaia di vittime e numerosissimi feriti. 
Al Presidente degli Stati Uniti e a tutti i cittadini americani porgo l’espressione del mio più vivo cordoglio. Dinanzi ad eventi di così inqualificabile orrore non si può non rimanere profondamente turbati.
Mi unisco a quanti in queste ore hanno espresso la loro indignata condanna, riaffermando con vigore che mai le vie della violenza conducono a vere soluzioni dei problemi dell’umanità. Ieri è stato un giorno buio nella storia dell’umanità, un terribile affronto alla dignità dell’uomo. Appena appresa la notizia, ho seguito con intensa partecipazione l’evolversi della situazione, elevando al Signore la mia accorata preghiera. Come possono verificarsi episodi di così selvaggia efferatezza? Il cuore dell’uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo. La fede ci viene incontro in questi momenti in cui ogni commento appare inadeguato. La parola di Cristo è la sola che possa dare una risposta agli interrogativi che si agitano nel nostro animo. Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola. Qui poggia la speranza cristiana; qui si alimenta, in questo momento, la nostra orante fiducia.
Con partecipe affetto, mi rivolgo all’amato popolo degli Stati Uniti in quest’ora di angoscia e di sgomento, in cui viene messo a dura prova il coraggio di tanti uomini e donne di buona volontà. In maniera speciale abbraccio i familiari dei morti e dei feriti e assicuro loro la mia spirituale vicinanza. Affido alla misericordia dell’Altissimo le inermi vittime di questa tragedia, per le quali ho celebrato stamani la Santa Messa, implorando per loro il riposo eterno. Dio infonda coraggio ai superstiti, assecondi con il suo aiuto l’opera benemerita dei soccorritori e dei tanti volontari, che in queste ore spendono ogni loro energia per far fronte a così drammatica emergenza.
Invito anche voi, carissimi Fratelli e Sorelle, a unirvi alla mia preghiera. Imploriamo il Signore perché non prevalga la spirale dell’odio e della violenza. La Vergine Santissima, Madre di misericordia, susciti nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi di pace.
Oggi, partecipo sentitamente al dolore del popolo americano sottoposto ieri al disumano attacco terroristico nel quale hanno perso la vita migliaia di esseri umani innocenti e che ha causato inesprimibile dolore nel cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà. 
Quanto è accaduto ieri è stato un giorno buio della nostra storia, un’offesa spaventosa alla pace, un assalto terribile contro la dignità umana. 
Invito tutti voi a unirvi a me nell’affidare le vittime di questa tragedia all’amore eterno di Dio Onnipotente. 
Imploriamo il suo conforto ai feriti, alle famiglie coinvolte e a quanti hanno fatto tutto il possibile per soccorrere i sopravvissuti e per aiutare le persone colpite. 
Chiedo a Dio di concedere al popolo americano la forza e il coraggio di cui ha bisogno in questo momento di dolore e di prova»

- Papa Giovanni Paolo II, santo
(Udienza generale in Piazza San Pietro, 12 settembre 2001)



O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione,
rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse,
che siamo riuniti oggi in questo luogo,
scenario di incredibile violenza e dolore.
Ti chiediamo nella Tua bontà
di concedere luce e pace eterna
a tutti coloro che sono morti in questo luogo—
i primi eroici soccorritori:
i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia,
addetti ai servizi di emergenza 

e personale della Capitaneria di Porto,
insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti,
vittime di questa tragedia
solo perché il loro lavoro e il loro servizio
li ha portati qui l’11 settembre 2001.
Ti chiediamo, nella Tua compassione
di portare la guarigione a coloro i quali,
a causa della loro presenza qui in quel giorno,
soffrono per le lesioni e la malattia.
Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto
e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia.
Concedi loro la forza di continuare a vivere 

con coraggio e speranza.
Ricordiamo anche coloro
che hanno trovato la morte, 

i feriti e quanti hanno perso i loro cari
in quello stesso giorno al Pentagono 

e a Shanksville, in Pennsylvania.
I nostri cuori si uniscono ai loro
mentre la nostra preghiera abbraccia 

il loro dolore e la loro sofferenza.
Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento:
pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne
e pace tra le Nazioni della terra.
Volgi verso il Tuo cammino di amore
coloro che hanno il cuore e la mente
consumati dall’odio.
Dio della comprensione,
sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia,
cerchiamo la Tua luce e la Tua guida
mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.
Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate
di poter vivere in modo che le vite perdute qui
non siano state perdute in vano.
Confortaci e consolaci,
rafforzaci nella speranza
e concedici la saggezza e il coraggio
di lavorare instancabilmente per un mondo
in cui pace e amore autentici regnino
tra le Nazioni e nei cuori di tutti.

- Papa Benedetto XVI -

11 settembre 2001-11 settembre 2015. 
La preghiera di Benedetto XVI a Ground Zero


Papa Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi disse: «Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace». 
È un’affermazione ancora più attuale oggi che nel 1986. 
La logica del conflitto, prevalente negli ultimi dieci anni, ha fallito. 
È l’ora di una svolta. 
La costruzione della pace è più realista delle “promesse” di quelli che credono nella guerra. 



Grazie ai passeggeri del volo 93, veri eroi che si sacrificarono facendo schiantare l'aereo in un campo vuoto poco fuori Shanksville (Pennsylvania), piccolo centro abitato a 240 chilometri a nord di Washington. Si ritiene che il bersaglio dei dirottatori potesse essere il Campidoglio o la Casa Bianca. 


Buona giornata a tutti. :-)


domenica 4 settembre 2016

Madre Teresa di Calcutta SANTA, 4 settembre 2016

In un momento di onestà
Signore, quando credo
che il mio cuore sia straripante d'amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.
Signore, quando credo
di aver dato tutto quello che ho da dare
e mi accorgo, in un momento di onestà,
che sono io a ricevere,
liberami da me stesso.
Signore, quando mi sono convinto
di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.
E, Signore, quando il Regno dei cieli
si confonde falsamente
con i regni di questo mondo,
fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.




La bontà
Non permettere mai
che qualcuno venga a te
e vada via senza essere
migliore e più contento.
Sii l'espressione
della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito
offri sempre un sorriso gioioso.
Dai a loro
non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.



 Madre Teresa morì il 5 settembre 1997. A soli due anni dalla morte san Giovanni Paolo II, papa aprì il processo di beatificazione.  
Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata dallo stesso  papa Giovanni Paolo II.  
Per considerare Beata Madre Teresa è stata necessaria un’indagine approfondita riguardo i suoi miracoli, migliaia secondo le testimonianze, uno solo secondo la Chiesa.
Per la beatificazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione di una donna di religione induista  Monica Besra.
La donna era in cura presso un ospedale a causa di una meningite tubercolare o di un tumore all’addome (i medici non avevano ben chiara la malattia), ma non potendo più permettersi le spese mediche, andò a farsi curare dalle Missionarie della Carità, nel centro di Balurghat. Mentre Monica era in preghiera assieme alle suore, nota un fascio di luce provenire da una fotografia di Madre Teresa.
Successivamente Monica chiede che le venga posta una medaglia raffigurante la missionaria di Calcutta sul suo addome. Il giorno dopo era guarita, e rilasciò questa dichiarazione: “Dio mi ha scelto come mezzo per mostrare alla gente l’enorme potere di cura di Madre Teresa, non solo attraverso le cure fisiche, ma attraverso i suoi miracoli”.

Nel 2005 viene avviata la pratica per la canonizzazione.
Per la canonizzazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione di Marcilio Haddad Andrino, brasiliano.
Il Postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa, padre Brian Kolodiejchuk, racconta con precisione il miracolo che ha portato alla decisione di papa Francesco di proclamarla santa. «Il caso riguarda la guarigione miracolosa che ha avuto luogo nel 2008 a Santos, Brasile. 
Il caso riguarda un uomo con una infezione virale del cervello che ha prodotto più ascessi con idrocefalo triventricolare». I vari trattamenti assunti non sono stati efficaci, e, quindi, le sue condizioni sono peggiorate sempre di più. 
Il 9 dicembre 2008, il paziente era in uno stato clinico acuto: idrocefalo ostruttivo; era in coma e stava morendo. Si è quindi deciso di procedere con un intervento chirurgico d’urgenza. Alle 18:10 il paziente è stato portato in sala operatoria, ma l’anestesista non ha potuto eseguire l’intubazione tracheale per l’anestesia. Nel frattempo, prosegue padre Kolodiejchuk, dal marzo 2008 la moglie del paziente ha di continuo cercato l’intercessione della Beata Madre Teresa per il marito. Alle sue preghiere di intercessione si sono aggiunte quelle dei suoi parenti, amici, e il parroco. 
Quello stesso giorno, il 9 dicembre 2008, quando il paziente è entrato in grave crisi e ha dovuto essere trasportato per un intervento di emergenza, sono state intensificate le preghiere rivolte alla Beata Teresa per la sua guarigione. 
Alle 18.40 il neurochirurgo è tornato in sala operatoria e ha trovato il paziente inspiegabilmente sveglio e senza dolore. Il paziente ha chiesto al medico, «Cosa sto facendo qui?”. 
La mattina dopo, 10 dicembre 2008, quando alle 7.40 ha esaminato il paziente, lo ha trovato completamente sveglio e senza mal di testa; era asintomatico e con funzioni cognitive Il paziente, ora completamente guarito, ha ripreso il suo lavoro come ingegnere meccanico senza particolari limitazioni. 
In più, va sottolineato che a causa dell’intensa e prolungata immunosoppressione e degli antibiotici, i test avevano mostrato uno stato di sterilità; nonostante ciò, la coppia ha ora due bambini sani, nati nel 2009 e nel 2012.

Papa Francesco giovedì 17 dicembre 2015 nel giorno del suo compleanno, ha disposto di promulgare il decreto di santificazione ed ha riconosciuto come vero il miracolo attribuito all’intercessione di Madre Teresa di Calcutta.

Oggi 4 settembre 2016 Madre Teresa di Calcutta verrà proclamata santa da papa Francesco.


Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 4 luglio 2016

Signore, ricordati dei preti – Padre Andrea Gasparino

Signore,
donaci dei preti nuovi plasmati su di te.
Preti adatti al mondo di oggi,
che resistono a tutti gli sbandamenti e a tutte le mode.
Preti pieni di Spirito Santo,
preti innamorati di te, dell’Eucaristia, della Parola.
Preti spezzati alla preghiera.
Preti che non guardano l’orologio quando stanno davanti a te,
preti capaci di pregare di giorno e di notte,
capaci come Gesù di passare anche le notti in preghiera.
Preti che insegnano a pregare.
Preti appassionati dei giovani, dei poveri, degli ultimi.
Preti rotti a tutte le carità,
che sanno accogliere il drogato, il carcerato, la ragazza che abortisce, l’omosessuale, la coppia sfasciata,
capaci di tenerezza e di misericordia per tutte le disperazioni del mondo di oggi.
Signore,
mandaci dei preti da battaglia,
umili,
senza storie per la testa,
umili e fedeli alla chiesa,
che insegnano ad amare la chiesa,
correggendo su se stessi i mali della chiesa,
che si puntano il dito addosso prima di puntarlo sulla chiesa.
Mandaci preti senza storie borghesi,
allenati al sacrificio,
che sanno parlare ai giovani di sacrificio,
che vivono la povertà evangelica,
che sanno dividere tutto quello che hanno con il povero.
Mandaci preti aggiornati con una teologia dagli scarponi ferrati che sa resistere alle mode di pensiero e ai compromessi mondani.
Preti che non si aggiogano al carro di chi la sa più lunga dei Vescovi e del Papa.
Mandaci preti di punta,
preti creativi,
dal cuore grande come il cuore di Cristo,
instancabili nell’insegnare,
nel guidare, nel formare.
Preti costanti, resistenti, tenaci.
Mandaci preti profeti,
forti e umili che non si scandalizzano di nessuna miseria umana.
Mandaci preti che si sentano peccatori come noi,
fedeli e fieri del loro celibato,
preti limpidi che portino il Vangelo stampato nella loro vita più che nella loro parola.
Signore,
donaci il coraggio di chiedere preti santi e di meritarli un poco almeno con la preghiera umile, costante e coraggiosa.
Maria,
madre dei preti,
madre della chiesa,
aggiungi tu quello che manca a questa preghiera e presentala a Cristo per noi.
Amen.

(Padre Andrea Gasparino)
un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/03/padre-andrea-gasparino-biografia.html





"Quando il nemico sembra prevalere in battaglia, quando le sue forze sembrano soverchianti, quando la strategia di combattimento sembra far indietreggiare le truppe .... allora la battaglia sia portata avanti in maniera diversa, si moltiplichino  le "cellule"  del bene, i guerrieri restino uniti, la guerriglia si faccia intensa e fastidiosa; si ritrovi lo spirito di corpo, si serrino i ranghi della fraternità, si sopporti l'andare controcorrente, non si perda occasione per, agili e leggeri, colpire al cuore il nemico potente ... 
"A noi la battaglia,  a Dio la vittoria." 

- San Giovanna d'Arco - 










Buona giornata a tutti. :-)