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lunedì 27 gennaio 2025

La paura - Eva Picková

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!

- Eva Picková  -
nata nel 1931, morta nel 1943 (12 anni)



La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita.

 - Mario Rigoni Stern - 


“La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. 
Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. 
È un dovere verso i milioni di ebrei ‘passati per il camino’, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… 
I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo.”

- Elisa Springer - 


La strage di Treblinka 

Quasi 900 mila ebrei e 2 mila rom furono uccisi in questo campo di sterminio in Polonia. Ad ucciderli, non più di 150 soldati. A gestire Treblinka c'erano solo una ventina di persone dell'SS e un centinaio di guardiani, provenienti dalla Germania e dall'Europa dell'est. 
Tra loro, anche ex prigionieri di guerra sovietici. 
Il 2 agosto 1943 gli internati si ribellarono: a guidarla più di 700 ebrei che riuscirono a prendere possesso delle armi e a incendiare il lager. 
Le SS, armate di mitragliatrici e supportate dai rinforzi, repressero la rivolta, uccidendo i ribelli.



L'odio non è forza creativa. Solo l'amore è forza creativa!
[rivolto ad un internato come lui, nel campo di sterminio di Auschwitz]

- San Massimiliano Maria Kolbe -



L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

- Pavel Friedman - 
 (1921 – 1944)

































Never use politics as a metric for ethics.
Non usare mai la politica come un sistema metrico per l'etica.



Buona giornata a tutti. :-)




 

domenica 26 gennaio 2025

Essendo un amante della libertà... - Albert Einstein

Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità.
Ma le università vennero zittite.
Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà.
Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane.
Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità.
Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente. »

(Albert Einstein)
Fonte: dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine,
23 dicembre 1940, pag. 40



"Senza la religione l’umanità si troverebbe oggi ancora allo stato di barbarie.
E’ stata la religione che ha permesso all’umanità di progredire in tutti i campi."

- Albert Einstein - 


La strage di Rignano sull'Arno

Nella foto la famiglia di Robert Einstein cugino di Albert Einstein, premio Nobel per la Fisica nel 1921. Albert si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa. Quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933, Einstein era professore ospite all'Università di Princeton.
Nello stesso anno i nazisti promulgarono "La Legge della Restaurazione del servizio Civile" a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati e durante gli anni trenta fu condotta una campagna da parte di professori tedeschi (premi Oscar) che etichettò i lavori di Einstein come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana".

Il 3 agosto 1944, nel corso della II^ guerra mondiale, a Rignano sull’Arno, Firenze, Italy, avvenne la strage della famiglia Einstein, nota anche come strage di Rignano e strage del Focardo. Dopo un sommario e violento interrogatorio furono fucilate tre donne: Cesarina (detta Nina) Mazzetti, Luce ed Annamaria (detta Cicì) Einstein, rispettivamente moglie e figlie di Robert Einstein, cugino del celebre scienziato Albert Einstein.
La casa fu data a fuoco, mentre Lorenza, Paola e l'altra cugina, Anna Maria Bellavite furono rinchiuse in una stanza buia e risparmiate dalla furia omicida. Dal suo rifugio nei boschi della vallata, Robert vide le fiamme e, scoprendo la strage della sua famiglia tentò vanamente il suicidio.
La mattina del 4 agosto 1944, tra le fiamme di Villa Il Focardo, un foglio attaccato a un albero: “Abbiamo giustiziato i componenti della famiglia Einstein, rei di tradimento e giudei.” In realtà Cesarina Mazzetti, figlia di un pastore protestante, non era ebrea e così le due figlie. L'unica loro colpa era di portare il nome degli Einstein.
Robert Einstein si tolse la vita il 13 luglio 1945 in occasione di quello che avrebbe dovuto essere il giorno del suo 32º anniversario di matrimonio con Nina. Fu sepolto accanto alla sua famiglia nel cimitero della Badiuzza.

Albert Einstein rinunciò alla cittadinanza tedesca e svizzera e restò negli Stati Uniti fino alla morte.


Buona giornata a tutti. :-)


venerdì 8 novembre 2024

Riflessioni sulla pace - don Primo Mazzolari, San Giovanni Paolo II, Thomas Merton

 La Pace a tutti i costi – don Primo Mazzolari

Ci siamo accorti che non basta essere custodi della pace e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri ne siano i soli testimoni. 
Come cristiani dobbiamo essere in prima linea nello sforzo comune verso la pace. Davanti per vocazione non per paura. 
Quando fa buio la lampada non la si mette sotto la tavola. 
Opponendo guerra a guerra, violenza a violenza non si fa' che moltiplicare le rovine. Invece di uno saremo in due a buttar giù, non importa se per ragioni o con animi opposti. 

Perché non ammazzo chi non è d'accordo con me, non vuol dire che io sia d'accordo con lui. 
Non l'ammazzo perché sono certo che la mia verità ha tanta verità da superare l'errore dell'altro.
La verità non ha bisogno della mia violenza per vincere.
Il cristiano è contro ogni male, non fino alla morte del malvagio, ma fino alla propria morte, dato che non c'è amore più grande che quello di mettere la propria vita a servizio del bene del fratello perduto.
Vince chi si lascia uccidere, non chi uccide. La storia della nostra redenzione si apre con la strage degli Innocenti e si chiude con il Calvario. 
Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno le ragioni della pace. 

Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c'è tornaconto o interesse o convenienza, vale a dire quando incomincia a sembrare follia davanti al buon senso della gente ragionevole. 
Tutti si battono e si sputano addosso e aizzano gli uomini, i tuoi figli, gli uni contro gli altri.
Tutti si armano pieni di superbia.
Tutti fanno come se la pace e la guerra fossero in loro potere.

- don Primo Mazzolari - 
Fonte: Tu non uccidere, 1955


La pace esige il lavoro più eroico e il sacrificio più difficile. 
Richiede maggiore eroismo della guerra. 
Esige una maggiore fedeltà alla verità e una purezza molto più grande della propria coscienza.

- Padre Thomas Merton - 



 Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l' orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l'umanità:
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
minaccia per le tue creature
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.






Buona giornata a tutti. :-)



martedì 6 agosto 2024

A proposito della pace - Raoul Foullerau e Preghiera per la Pace - san Giovanni Paolo II

Anno 2000
tempo di paura o primavera d'amore?
Atomo:
trionfo della libertà o patibolo dell'umanità?
Signore, aiutaci!
Detentori ormai di una particella della tua potenza,
eccoci davanti a Te,
deboli, fragili, più poveri che mai,
vergognosi delle nostre coscienze rattoppate e dei nostri cuori a brandelli.
Signore, abbi pietà di noi!
Noi abbiamo costruito chiese,
ma la nostra è una guerra senza fine;
noi abbiamo costruito ospedali,
ma noi, per i nostri fratelli, abbiamo accettato la fame.
Perdono, Signore,
per la natura calpestata, per le foreste assassinate, per i fiumi inquinati...
Perdono per la bomba atomica, il lavoro a catena,
la macchina che divora l'uomo e le bestemmie contro l'Amore.
Noi sappiamo che Tu ci ami,
e che a questo amore noi dobbiamo la vita.
Strappaci dall'asfissia dei cuori e dei corpi.
Che i nostri giorni non siano più deturpati dall'invidia e dall'ingratitudine,
dalle terribili schiavitù del potere.
Donaci la felicità di amare il nostro dovere.
Nel mondo mancano milioni di medici: ispira i tuoi figli a curare;
nel mondo mancano milioni di maestri: ispira i tuoi figli a insegnare;
la fame tormenta i tre quarti della terra: ispira i tuoi figli a seminare;
da cent'anni gli uomini hanno fatto quasi cento guerre: insegna ai tuoi figli ad amarsi.
Perché, Signore,
non vi è amore senza il tuo Amore.
Fa' che ogni giorno, e per tutta la vita,
nella gioia, nel dolore, noi siamo fratelli,
fratelli senza frontiere.
Allora i nostri ospedali saranno anche le tue cattedrali,
e i nostri laboratori i testimoni della tua grandezza.
Nel cuore dei proscritti di un tempo risplenderanno i tuoi tabernacoli.
Allora, non accettando altre tirannie che quella della tua Bontà,
la nostra civiltà martoriata dall'odio, dalla violenza e dal denaro,
rifiorirà nella pace e nella giustizia.
Come l'alba diventa aurora, e poi giorno,
voglia il tuo Amore che i figli del 2000
nascano dalla speranza,
crescano nella pace,
si estinguano infine nella luce,
per ritrovarti, Signore,
tu che sei la Vita.
- 𝐑𝐚𝐨𝐮𝐥 𝐅𝐨𝐮𝐥𝐥𝐞𝐫𝐚𝐮 -


𝐏𝐫𝐞𝐠𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐞

Ascolta la mia voce perché è la voce delle vittime di tutte le guerre e della violenza tra gli individui e le nazioni;

Ascolta la mia voce, perché è la voce di tutti i bambini che soffrono e soffriranno ogni qualvolta i popoli ripongono la loro fiducia nelle armi e nella guerra;

Ascolta la mia voce, quando ti prego di infondere nei cuori di tutti gli esseri umani la saggezza della pace, la forza della giustizia e la gioia dell'amicizia;

Ascolta la mia voce, perché parlo per le moltitudini di ogni Paese e di ogni periodo della storia che non vogliono la guerra e sono pronte a percorrere il cammino della pace;

Ascolta la mia voce e donaci la capacità e la forza per poter sempre rispondere all'odio con l'amore, all'ingiustizia con una completa dedizione alla giustizia, al bisogno con la nostra stessa partecipazione, alla guerra con la pace.

O Dio, ascolta la mia voce e concedi al mondo per sempre la tua pace.

- san Giovanni Paolo II -

Hiroshima, 25 febbraio 1981


Pietà di noi, Signore!





 



sabato 27 gennaio 2024

Il genio - Leonard Cohen

Per te
sarò un ebreo del ghetto
e ballerò
e indosserò calze bianche
sulle mie gambe storte
e fiumi di veleno
attraverseranno la città.
Per te
sarò un giudeo apostata
e dirò al prete spagnolo
del voto di sangue
nel Talmud
e dove sono nascoste
le ossa dei bambini.
Per te
sarò un ebreo bancario
e porterò alla rovina
un vecchio orgoglioso re cacciatore
e terminerò la sua stirpe.
Per te
sarò un ebreo di Broadway
e piangerò nei teatri
per mia madre
e venderò oggetti da mercato
sottobanco.
Per te
sarò un medico ebreo
e cercherò prepuzi
nei bidoni della spazzatura
per ricucirli di nuovo.
Per te
sarò un ebreo di Dachau
e giacerò sul cemento
con gambe storte
gonfio di dolore
e nessuno capirà.


- Leonard Cohen - 



I maschi da una parte e le donne dall’altra, disposti in file diverse.
Quest’ordine colpiva tutti come un fulmine a ciel sereno.
Adesso che si è giunti all’ultima tappa, ormai alla fine del viaggio, ci ordinano di dividere e di separare l’inseparabile.
Di separare ciò che è indissolubile, quanto è stato unito in una sola unità indivisibile.
Nessuno si muove perché non si riesce a credere nell’incredibile.
Non è possibile che l’irreale diventi realtà, fatto.
Ma la grandinata di colpi abbattutasi sulle prime file di persone in piedi fece sì che persino nelle file più remote le famiglie cominciassero a separarsi.[....]
Si riteneva che era l’inizio della conta dei nuovi arrivati a seconda del sesso.
Si intuiva che stava per arrivare il momento più importante, il momento in cui bisogna consolarsi e confortarsi a vicenda.

- Zalmen Gradowski - 
Manoscritto di prigioniero ebreo rinvenuto dopo la guerra nel campo di Auschwitz



Ci trasciniamo nella terra pantanosa e argillosa pieni di paura e ridotti allo stremo.
Stiamo per arrivare alle nostre nuove tombe, così chiamiamo le nostre nuove case.
Prima di trascinarci fino al nuovo posto, facciamo appena in tempo a prendere una boccata d’aria e già alcuni di noi vengono presi a manganellate in testa.
Dalle teste spaccate e dai volti feriti scorre il sangue.
È il benvenuto che viene dato ai nuovi arrivati.
Sono tutti sbalorditi e si guardano intorno per capire dove sono capitati.
Subito ci informano che abbiamo appena avuto un assaggio della vita del campo.
Qui regna una disciplina ferrea.
Ci troviamo nel campo della morte.
È un’isola della morte.
L’uomo non viene qui per vivere ma per trovarvi, prima o poi, la propria morte.
Non vi è posto per la vita nella residenza della morte.

- Zalmen Gradowski -
Manoscritto di prigioniero ebreo rinvenuto dopo la guerra nel campo di Auschwitz



Seicento ragazzi erano stati condotti in pieno giorno, seicento ragazzi ebrei in età dai 12 ai 18 anni, con grandi casacche molto leggere, ai piedi scarpe lacere o zoccoli di legno.
Erano così belli e benfatti che nemmeno quegli stracci erano in grado di deturparli.
Ciò accadeva nella seconda metà di ottobre 1944.
Li avevano portati venticinque SS armate fino ai denti.
Quando furono nel piazzale, il Kommandofuhrer diede l’ordine di spogliarsi.
I ragazzi scorsero il fumo che usciva dal camino e subito capirono che li conducevano a morte.
In preda a un panico selvaggio, cominciarono a correre per il piazzale strappandosi i capelli dalla testa, senza sapere come porsi in salvo.
Molti scoppiarono a piangere disperatamente, si diffuse un terribile lamento.
Per farli spogliare il Kommandofuhrer e il suo aiutante picchiavano senza misericordia quei poveri ragazzi, fino a che il manganello non si ruppe.
Gliene portarono così un altro e continuò a colpirli sulla testa finché la violenza non l’ebbe vinta.

- Zalmen Lewental - 
Manoscritto di prigioniero ebreo rinvenuto dopo la guerra nel campo di Auschwitz




Il silenzio. Il silenzio di Birkenau.
Il silenzio di Birkenau non assomiglia a nessun altro silenzio: ha in sé le grida di disperazione, le preghiere strangolate di migliaia e migliaia di comunità che il nemico condannò ad essere ingoiate dall’oscurità di una notte infinita, una notte senza nome.
Il tacere degli uomini congelato nel cuore della disumanità.
Silenzio eterno sotto un cielo azzurro.
Silenzio di morte nel cuore della morte…
Nel regno delle ombre che è Auschwitz nessuno cammina lentamente; la morte si getta contro la sua preda.
Non ha tempo, la morte: dev’essere contemporaneamente dappertutto.
La vita, la morte: tutto si unisce in una folle velocità.
Il futuro si limita qui all’attimo che precede la selezione; qui bisogna correre dietro al presente, perché non scompaia del tutto.
Si corre a lavarsi.
Si corre mentre ci si veste.
Si corre alla distribuzione del pane, della margarina, della zuppa.
Si corre all’appello, si corre al lavoro, si corre da un blocco all’altro, alla ricerca di uno sguardo famigliare.
Alla ricerca di una parola di consolazione.
L’abbaiare dei cani… le grida dei carnefici, il rumore dei randelli di gomma che si abbattono sulla nuca dei prigionieri.
Il dolore rende muti gli uomini affamati e deboli; la loro umiliazione pesante come una maledizione.

- Elie Wiesel - 



to never  forget!
nicht zu vergessen ... ever!
ne pas oublier ... jamais!
чтобы не забыть ... никогда!
                                                           per non dimenticare.... mai! 

martedì 14 novembre 2023

Perchè? (1916) e altre poesie - Giuseppe Ungaretti

 Ha bisogno di qualche ristoro
il mio buio cuore disperso.
Negli incastri fangosi dei sassi
come un'erba di questa contrada
vuole tremare piano alla luce.
Ma io non sono
nella fionda del tempo
che la scaglia dei sassi tarlati
dell'improvvisa strada
di guerra.
Da quando
ha guardato nel viso
immortale del mondo
questo pazzo ha voluto sapere
cadendo nel labirinto
del suo cuore crucciato.
Si è appiattito
come una rotaia
il mio cuore in ascoltazione
ma si scopriva a seguire
come una scia
una scomparsa navigazione.
Guardo l'orizzonte
che si vaiola di crateri.
Il mio cuore vuole illuminarsi
come questa notte
almeno di zampilli di razzi.
Reggo il mio cuore
che s'incaverna
e schianta e rintrona
come un proiettile
nella pianura
ma non mi lascia
neanche un segno di volo.
Il mio povero cuore
sbigottito
di non sapere.


 - Giuseppe Ungaretti -
Carsia Giulia, 1916
da: "L'Allegria", Ed. Mondadori

Ivan Aivazovsky

Dolce declina il sole.
Dal giorno si distacca
Un cielo troppo chiaro.
Dirama solitudine
Come da gran distanza
Un muoversi di voci.
Offesa se lusinga,
Quest'ora ha l'arte strana...
Eppure, eppure griderei:
Veloce gioventù dei sensi
Che all'oscuro mi tiene di me stesso
E consenti le immagini all'esterno,

Non mi lasciare, resta, sofferenza!

- Giuseppe Ungaretti -



Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

- Giuseppe Ungaretti - 
da Soldati, ne L'allegria



Mattina

M’illumino d’immenso.

- Giuseppe Ungaretti -
Santa Maria la Longa, 26 gennaio 1917



Buona giornata a tutti. :-)