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mercoledì 13 giugno 2018

Sant'Antonio da Padova, sacerdote. e dottore. della Chiesa (1195-1231), 13 giugno

…Cari amici, possa Antonio di Padova, tanto venerato dai fedeli, intercedere per la Chiesa intera, e soprattutto per coloro che si dedicano alla predicazione; preghiamo il Signore affinché ci aiuti ad imparare un poco di questa arte da sant’Antonio. I predicatori, traendo ispirazione dal suo esempio, abbiano cura di unire solida e sana dottrina, pietà sincera e fervorosa, incisività nella comunicazione. In quest’anno sacerdotale, preghiamo perché i sacerdoti e i diaconi svolgano con sollecitudine questo ministero di annuncio e di attualizzazione della Parola di Dio ai fedeli, soprattutto attraverso le omelie liturgiche. Siano esse una presentazione efficace dell’eterna bellezza di Cristo, proprio come Antonio raccomandava: “Se predichi Gesù, egli scioglie i cuori duri; se lo invochi, addolcisci le amare tentazioni; se lo pensi, ti illumina il cuore; se lo leggi, egli ti sazia la mente”
(Sermones Dominicales et Festivi III, p. 59).


- papa Benedetto XVI -
Aula Paolo VI - mercoledì, 10 febbraio 2010


“Chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo”.



“La carità è l’anima della fede, la rende viva; senza l’amore, la fede muore”


(Sermones Dominicales et Festivi II, Messaggero, Padova 1979, p. 37).


Ricordati, o caro S. Antonio, 
che tu hai sempre aiutato
e consolato chiunque è ricorso a te nelle sue necessità. 
Animato da grande confidenza
e dalla certezza di non pregare invano, 
anch'io ricorro a te, che sei così ricco di meriti davanti al Signore 
non rifiutare la mia preghiera ma fa che essa giunga, 
con la tua intercessione al trono di Dio. 
Vieni in mio soccorso nella presente angustia e necessità, 
e ottienimi la grazia che ardentemente imploro, 
se è per il bene dell'anima mia.


Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 7 giugno 2018

Riattacca quel ramo e altri racconti - Padre Anthony De Mello

Buddha fu un giorno minacciato di morte da un bandito chiamato Angulimal. «Sii buono ed esaudisci il mio ultimo desiderio», disse Buddha. «Taglia un ramo di quell'albero». 
Con un colpo solo di spada l'altro eseguì quanto richiesto, poi domandò: «E ora che cosa devo fare?». 
«Rimettilo a posto» ordinò Buddha. Il bandito rise. «Sei proprio matto se pensi che sia possibile una cosa del genere». 
«Invece il matto sei tu, che ti ritieni potente perché sei capace di far del male e distruggere. Quella è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare».

- padre Anthony De Mello -
da:  La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente, Volume 2




Un prete cattolico va a fare un pic-nic con un gruppo di ragazzini tra gli otto e i dieci anni. Sono sulla spiaggia e vanno avanti, mentre il prete si trova in retroguardia con intorno tre o quattro ragazzi. Quelli davanti s'imbattono in una donna anziana che è una prostituta, e le dicono:
"Ciao" e lei: "Ciao". I ragazzi le chiedono: "Chi sei?". Lei risponde: "Sono una prostituta".
Loro non sanno cosa significhi, ma fingono di saperlo.
Uno dei ragazzi, che sembra un po' più esperto degli altri, dice: "Una prostituta è una che fa certe cose se la paghi.
Gli altri chiedono: "Farebbe quelle cose, se noi la paghiamo?". "Perché no?" è la risposta.
Così, fanno una colletta e le danno i soldi, dicendo: "Adesso che ti abbiamo dato i soldi, ci fai quelle certe cose?". 
Lei risponde: "Certo, ragazzi, cosa volete che faccia?". L'unica cosa che viene in mente ai ragazzi è farla spogliare. 
Così, lei si spoglia. Loro la guardano: non hanno mai visto una donna nuda prima di allora. I ragazzi non sanno cos'altro farle fare, e così le dicono: "Potresti ballare? E lei: "Certo". Tutti si mettono in cerchio, cantando e battendo le mani; la prostituta muove il didietro e i ragazzi si divertono un mondo.
Il prete vede tutto: corre da loro e si mette a urlare contro la donna. 
In quell'attimo, i ragazzi persero l'innocenza: fino a quel momento, erano puri, splendidi.


- Padre Antony de Mello -




Un discepolo andò dal suo maestro e disse, astioso: "Tu mi nascondi il segreto ultimo della contemplazione!".
"Nient'affatto", rispose il maestro.
"E invece sì!", ribadì l'allievo, e si allontanò risentito.
Capitò che i due si ritrovarono camminando all'alba ai piedi della montagna e udirono un uccello cantare al primo giorno.
Il maestro chiese: "Hai sentito l'uccello cantare?".
L'allievo rispose: "Si. L'ho sentito".
Il maestro rispose: "Adesso sai che non ti ho nascosto nulla".

- Padre Anthony de Mello -
Fonte:  Dove non osano i polli




Istruzioni per l'uso:
I libri di Anthony de Mello sono stati scritti in un contesto multi-religioso per aiutare i seguaci di altre religioni, agnostici ed atei, nella loro ricerca spirituale, e non sono stati concepiti dall'autore come manuale di istruzione dei fedeli cattolici nella dottrina cristiana o dogma.



Buona giornata a tutti. :-)




sabato 2 giugno 2018

Perché si riunisce un gruppo? - Madeleine Delbrêl

Se dei cristiani vivono in gruppo, hanno come primo intento quello di essere tutti insieme una risposta a quella proposta di amore che il Cristo ha rivolto a tutti i cristiani: ci si riunisce insieme a vivere, spingendosi il più lontano possibile, il vero amore di  Cristo, il vero amore degli altri.
Una debolezza per il gruppo sarebbe quella di accontentarsi dell’amicizia, del cameratismo, dell’affetto: deve essere l’amore di Cristo a cementarci gli uni gli altri. 

La fortuna del gruppo sta nell’incontrare persone che sono decise ad amarsi insieme fino in fondo, senza cedere ad inutili indulgenze degli uni verso gli altri.

Il gruppo può rischiare la consuetudine, l’invecchiamento, se riduce i rapporti a gentilezza. 

Una delle regole è il principio: “chi perde, vince”; nessuno ha dei diritti sul gruppo, ma il gruppo deve assumersi i diritti di ognuno. 

L’amore non fa rivendicazioni.

Naturalmente bisogna mettersi in testa che unità non vuol dire uniformità: esiste, più o meno, senza la tentazione dell’unità confortevole, in cui tutti avrebbero voglia di fare tutto nello stesso modo e nello stesso momento. Dobbiamo invece cercare di vedere la personalità di ognuno nel Signore e di sbarazzarci di tutti i pregiudizi che si hanno sugli altri.
Non esistono ricette per essere persone che amano; bisogna scendere fino al cuore di Cristo per scoprirne il modo. Tutto il resto non è che un espediente.

- Madeleine Delbrel -
da: "Comunità secondo il Vangelo", Gribaudi 1996




Noi delle strade 


Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito,
ma c'è uno Spirito che soffia in tutti i luoghi.

C'è gente che Dio prende e mette da parte.
Ma ce n'è altra che egli lascia nella moltitudine,
che non «ritira dal mondo».
E' gente che fa un lavoro ordinario,
che ha una famiglia ordinaria o che vive un'ordinaria vita da celibe.
Gente che ha malattie ordinarie, lutti ordinari.
Gente che ha una casa ordinaria, vestiti ordinari.
E' la gente della vita ordinaria.
Gente che s'incontra in una qualsiasi strada.
Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via,
come i loro fratelli invisibili al mondo amano la porta
che si è rinchiusa definitivamente dietro di loro.
Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze
che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi
è per noi il luogo della nostra santità.
Noi crediamo che niente di necessario ci manca.
Perché se questo necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe già dato.

- Madeleine Delbrel -
(1938) 



Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 30 maggio 2018

Maria - don Bruno Ferrero

 In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te".
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

In quel momento, dice un padre della Chiesa, tutto il creato ha trattenuto il fiato. 
Come sempre fa, Dio ha chiesto ad una creatura umana, una giovane palestinese, se era disposta a collaborare con Lui.
I primi uomini avevano fallito. Ma il piano di Dio non può fallire e così Dio torna a cercare l'umanità. 
Ricomincia da una giovane donna, da ciò che è apparentemente debole, piccolo, da un paesino sperduto e da una ragazza umile e inerme.
Maria accetta. In piena libertà. Perché il mistero della libertà dell'uomo rimane. Come rimane l'enorme dignità della donna, portatrice di salvezza. Portare la vita e la salvezza è un compito stupendo.

Allora Maria disse: 

              "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".

In quel momento si apre una breccia nella storia e Dio può irrompere nel mondo. Si chiamerà Gesù!
Sarà lui ad aprire con la sua Risurrezione la seconda breccia nella storia, lo squarcio definitivo. Tra queste due brecce si forma la "corrente" della grazia. Quella che trasporta anche noi se, come Maria, accettiamo il piano di Dio. Portare la limpidezza e il calore dello spirito in un mondo ghiacciato nell'odio e nell'impurità.
Con Maria inizia una umanità nuova e giusta. 
Quando recitiamo l'Ave Maria in qualche modo aderiamo a questa umanità nuova che cammina verso Dio con Maria in testa.
Perché gli angeli volano ancora. E' sempre l'ora dell'angelo. Colui che è intervenuto nella storia duemila anni fa interviene ancora nella nostra storia personale. Gli angeli volano ancora, ma siamo così occupati e frastornati. Non riusciamo neanche ad ascoltarci tra noi figurarsi se ascoltiamo gli angeli… Sopra la nascita di ogni bambino c'è un angelo.
Questa era la visione dei Padri della Chiesa. La nascita non è solamente un processo biologico, ma è sempre anche un mistero, la promessa di qualcosa di nuovo, di qualcosa che non c'è ancora stato.
Anche sulla nostra nascita c'è un angelo Gabriele. Dio lo ha mandato affinché i nostri genitori generassero un figlio, affinché per mezzo di noi apparisse qualcosa di nuovo in questo mondo, un'immagine nuova e irripetibile di Dio.
Ciascuno di noi ha una missione. Tutta sua, perché ciascuno di noi è un originale di Dio, un esemplare unico e irripetibile. Non ci sono fotocopie da nessuna parte.
Non possiamo vivere alla giornata. 
Vegetare è troppo poco. Dobbiamo rinascere ogni giorno.
Siamo piccoli, magari, ma avete mai notato che tutte le opere di Dio incominciano da qualcosa di molto piccolo?
Sant'Ignazio afferma: "Non avete idea di che cosa potrebbe fare di voi Dio se vi metteste veramente a sua disposizione".
Possiamo farlo, come lo ha fatto Maria.
Senza alcuna paura, perché "nulla è impossibile a Dio".

La preghiera più bella che possiamo fare ogni giorno è "Caro Dio, non c'è niente che io e te insieme non possiamo fare oggi".

- don Bruno Ferrero sdb -                                         



 Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell'epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza. 

- Don Tonino Bello - 



Buona giornata a tutti. :-)




domenica 27 maggio 2018

Le realtà grandi cominciano in umiltà - papa Benedetto XVI

...Tutti hanno bisogno del Vangelo; il Vangelo è destinato a tutti e non solo a un cerchio determinato e perciò siamo obbligati a cercare nuove vie per portare il Vangelo a tutti.
Però qui si nasconde anche una tentazione, la tentazione dell'impazienza, di cercare subito il grande successo, i grandi numeri. 
E questo non è il metodo di Dio. 
Per il regno di Dio e così per l'evangelizzazione, strumento e veicolo del regno di Dio, vale sempre la parabola del grano di senape. 
Il regno di Dio ricomincia sempre di nuovo sotto questo segno. 
Nuova evangelizzazione non può voler dire attirare subito con nuovi metodi più raffinati le grandi masse allontanatesi dalla Chiesa. 

No, non è questa la promessa della nuova evangelizzazione...le realtà grandi cominciano in umiltà...Dio non conta con i grandi numeri; il potere esteriore non è il segno della sua presenza [...].

Dobbiamo aggiungere un passo ulteriore. Gesù predicava di giorno, di notte pregava, questo non è tutto. 

La sua intera vita fu, come mostra in modo molto bello il Vangelo di Luca, un cammino verso la croce, ascensione verso Gerusalemme. Gesù non ha redento il mondo tramite parole belle, ma con la sofferenza e la sua morte. 
Questa sua passione è la fonte inesauribile di vita per il mondo; la passione dà forza alla sua parola [...].
Una madre non può dar la vita a un bambino senza sofferenza. 
Ogni parto esige sofferenza, è sofferenza, ed il divenire cristiano è un parto. Diciamolo ancora una volta con le parole del Signore: il regno di Dio esige violenza (Mt 11,12; Lc 16,16), ma la violenza di Dio è la sofferenza, è la croce. Non possiamo dare vita ad altri senza dare la nostra vita...
E pensiamo alla parola del Salvatore: "chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà" (Mt 8,36).

- cardinale Joseph Ratzinger - 
dal "Discorso al Convegno dei catechisti e insegnanti di religione" 
- 10 dicembre 2000 -





Signore Gesù,
nonostante i miei limiti
le mie paure
e i miei numerosi impegni,
accetto di fare il catechista,
perché tu, lasciando la terra,
hai detto ai tuoi discepoli:
"Andate in tutto il mondo
e predicate il vangelo
a ogni creatura.
Non ti chiedo di essere capace
di scacciare i demoni,
di guarire i malati,
di prendere in mano serpenti
o di bere veleni
senza subire danni.
Ti chiedo di concedermi
intuito vivace,
fantasia fervida,
parola efficace.
Per farti conoscere al meglio,
e per farti scegliere
come via verità e vita
da coloro
che mi sono affidati.
Questo puoi concedermelo.
Anzi,
se posso permettermelo,
devi concedermelo.

- don Tonino Lasconi -



Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 25 maggio 2018

La storia della mia vocazione sacerdotale... - san Giovanni Paolo II, papa

La storia della mia vocazione sacerdotale? 
La conosce soprattutto Dio. Nel suo strato più profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l'uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita. Di fronte alla grandezza di questo dono sentiamo quanto siamo ad esso inadeguati.
La vocazione è il mistero dell'elezione divina: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16). «E nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne» (Eb 5, 4). «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1, 5). 
Queste parole ispirate non possono non scuotere con un profondo tremore ogni anima sacerdotale.
Per questo, quando nelle più diverse circostanze — per esempio, in occasione dei Giubilei sacerdotali — parliamo del sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà, consapevoli che Dio «ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia» (2 Tm 1, 9). 
Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé.

Questa premessa mi è sembrata indispensabile, perché si possa comprendere in modo giusto quello che dirò del mio cammino verso il sacerdozio. 

- San Giovanni Paolo II, papa -
da: Dono e Mistero, nel 50° del mio sacerdozio



...Eserciti la cura delle anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla a te stesso. 
Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso...

- San Carlo Borromeo Vescovo - 
dal discorso nell'ultimo Sinodo



"Cari sacerdoti, per il dono che avete ricevuto nell’Ordinazione, siete chiamati a servire come Pastori la comunità ecclesiale, che è “famiglia di famiglie”, e quindi ad amare ciascuno con cuore paterno, con autentico distacco da voi stessi, con dedizione piena, continua e fedele: voi siete segno vivo che rimanda a Cristo Gesù, l’unico Buon Pastore.
 
Conformatevi a Lui, al suo stile di vita, con quel servizio totale ed esclusivo di cui il celibato è espressione.
Anche il sacerdote ha una dimensione sponsale; è immedesimarsi con il cuore di Cristo sposo, che dà la vita per la Chiesa sua sposa (cfr Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 24). 
Coltivate una profonda familiarità con la Parola di Dio, luce nel vostro cammino.
La celebrazione quotidiana e fedele dell’Eucaristia sia il luogo dove attingere la forza per donare voi stessi ogni giorno nel ministero e vivere costantemente alla presenza di Dio: è Lui la vostra dimora e la vostra eredità" 

- Papa Benedetto XVI -


Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 21 maggio 2018

Giovane, non dimenticare la preghiera - Fëdor Dostoevski

Giovane, non dimenticare la preghiera.
Ogni volta che preghi, se la tua preghiera è sincera, in essa baluginerà un nuovo sentimento e una nuova idea che prima non conoscevi e che ti ridarà nuova forza; e capirai che la preghiera è crescita.
Ricordati anche questo: ogni giorno e ogni volta che ne hai la possibilità ripeti a te stesso: «Signore, abbi pietà di tutti coloro che compariranno dinanzi a te in questo giorno».
Giacché ogni ora, in ogni istante migliaia di persone abbandonano la loro vita su questa terra e le loro anime si presentano a Dio; quante di loro si sono separate dalla terra in solitudine, senza che nessuno lo sapesse, tristi e angosciate che nessuno le piangesse o solo fosse a conoscenza della loro esistenza, se avessero vissuto oppure no.
Ed ecco che forse dall’altro capo del mondo si innalza a Dio la tua preghiera che invoca il loro eterno riposo, anche se tu non conoscevi loro e loro non conoscevano te.
Come deve essere toccante per quell’anima che sta atterrita di fronte al Signore sentire che in quel momento c’è qualcuno che prega per lei, che è rimasta almeno una creatura umana sulla terra che ancora la ama.
E anche Dio guarderà con occhio più misericordioso tutti e due, giacché se tu hai avuto tanta pietà di quell’anima, di quanta pietà in più sarà capace colui che è infinitamente più misericordioso e amorevole di te?

E lo perdonerà per amor tuo. Fratelli, non abbiate paura del peccato degli uomini, amate l’uomo anche nel suo peccato, giacché proprio questa è l’immagine dell’amore divino ed è la forma suprema dell’amore sulla terra. 

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: I fratelli Karamazov




Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. 
Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell'anima! 

- Fëdor Dostoevskij -
da: Le notti bianche





Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà..


Fëdor Dostoevskij



Buona giornata a tutti :-)



venerdì 18 maggio 2018

Santa Maria - don Tonino Bello

Nell'Ave Maria ripetiamo la bellissima frase di Elisabetta: "Tu sei benedetta fra le donne".
Spesso si dice di Maria che è la "Nuova Eva"; un famoso canto latino dice che l'angelo con il suo "Ave" a Maria di Nazaret capovolse il nome di "Eva".
Tutto questo per indicare che con il "sì" di Maria al messaggio di Dio, è come se tutto ricominciasse da capo.
Maria è il nuovo Paradiso terrestre, dove il Creatore e la creatura si incontrano nell'innocenza e nella perfezione. 
La Madre di Dio diventa la vera "prima donna" al posto di Eva, scelta da tutta l'eternità per essere la collaboratrice del piano di salvezza di Dio. 
Maria è la Donna preannunciata da Dio stesso nel racconto di Adamo ed Eva, nelle prime pagine della Bibbia: la Donna che riporta l'umanità alla vittoria sul serpente tentatore. 
Anche le nostre Ave Maria formano il sentiero che ci aiuta a non perderci nelle foreste di questo mondo. E che ci riporta al sicuro nelle braccia del Padre dei Cieli. Una volta Gesù disse: "Non devo perdere nessuno di coloro che mi sono stati affidati dal Padre". La Madonna continua a proteggere gli amici di suo figlio Gesù, anche Lei vuole che nessuno si perda. 
Siamo tutti come Pollicino, per segnare la strada che ci porta sicuramente in cielo, abbiamo l'"Ave Maria". 
Maria è la prima. 
E' la prima creatura della grande processione che cammina verso la salvezza eterna, verso Dio. Per questo si dice anche che Maria è la "Madre della Chiesa". 
Essere cristiani significa accogliere Gesù. Nessuno ha accolto Gesù come ha saputo fare Maria. Tra loro si capivano senza bisogno di parlare. E seguire Maria significa sempre andare verso Dio: esser sicuri di non sbagliare. Perché dov'è Gesù c'è anche la sua Mamma, che vuole che tutti gli amici di suo Figlio possano camminare sicuri verso la felicità eterna.
Santa Maria, donna elegante, liberaci da quello spirito rozzo che ci portiamo dentro, nonostante i vestiti raffinati che ci portiamo addosso, e che esplode tante volte in termini di violenza verbale nei confronti del prossimo.  

- Don Tonino Bello - 
da: "Maria donna dei nostri giorni", Ed. Paoline, Milano, 1993





Santa Maria, donna dei nostri giorni, facci comprendere che la modestia, l'umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia, e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l'obbedienza, la fiducia, la tenerezza, il perdono.  

- Don Tonino Bello - 



Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio.  

- Don Tonino Bello - 


Buona giornata a tutti. :-)