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mercoledì 7 agosto 2024

“Il crocifisso in classe” - Alessandro Ghebreigziabiher

 C’era una volta una scuola. Nella scuola c’era una sola classe. Nella classe c’era un solo maestro.
Nella scuola non c’erano alunni, la classe era vuota e il maestro era sempre solo. L’uomo era diventato molto triste poiché un maestro senza alunni è come un poeta senza amore. Proprio nel momento in cui stava per abbandonare la scuola e cercare un altro lavoro, arrivò in classe il primo alunno.
“Benvenuto”, disse l’insegnante. “Come ti chiami?”
“Il mio nome è Mario”, rispose il bambino.
“Di che religione sei?” domandò il maestro.
“Sono cattolico”, rispose il piccolo.
Allora l’uomo, pensando di fare un piacere a Mario, l’indomani gli fece trovare un crocifisso sulla parete alle proprie spalle. Il bambino era tutto preso a fare un disegno e non sembrò affatto più felice del giorno precedente, tuttavia il maestro si disse che comunque aveva avuto una buona idea.
Poco tempo dopo arrivò in classe una bambina.
“Come ti chiami?” chiese il maestro.
“Il mio nome è Myriam” disse la piccola.
“Di che religione sei?” domandò l’insegnante.
“Sono ebrea” rispose lei.
Allora l’uomo, per non fare un torto a quest’ultima, l’indomani sistemò accanto al crocifisso la Stella di David. Anche la bambina disegnava assorta e non dimostrò alcun particolare entusiasmo, ma il maestro pensò che aveva fatto una cosa giusta.
Passò qualche giorno e un altro alunno arrivò in classe.
“Come ti chiami?” gli domandò l’insegnante.
“Muhammad” rispose il bambino.
“Di che religione sei?” chiese il maestro.
“Sono islamico” rispose il piccolo.
Allora l’uomo, per non far sentire escluso il nuovo arrivato, l’indomani aggiunse al crocifisso e alla stella di David anche la mezzaluna. Pure Muhammad, intento a colorare un foglio, non sembrò gioire della cosa come il maestro si aspettava, ma questi si disse che magari avrebbe gradito più avanti.
Col tempo arrivarono altri alunni, ognuno di una religione diversa, ma tutti ugualmente amavano disegnare e colorare.
C’era un bambino buddista, uno induista, uno taoista e molti altri ancora. Ognuno dichiarò di seguire un credo diverso da quello degli altri. La parete nel frattempo era già piena e il maestro non sapeva come fare per essere equo e rispettare tutti gli alunni. L’uomo era molto preoccupato e in quel momento si ricordò dei giorni in cui era tanto triste, perché era solo e la classe era vuota.
All’indomani i bambini entrarono in classe e trovarono la parete completamente vuota.
Il maestro si aspettava che gli alunni se ne accorgessero e gliene chiedessero conto, ma nessuno all’inizio sembrò dare importanza alla cosa.
Dopo qualche minuto uno di loro richiamò l’attenzione dell’uomo con la manina alzata: “Maestro …”
“Sì?” fece quest’ultimo.
“Posso attaccare il mio disegno sul muro dietro di lei?” chiese il piccolo.
“Anch’io!” esclamò una bimba.
“Pure io!” gridò un’altra.
“Anche io voglio attaccare il mio disegno!” strillò un altro ancora e così tutti gli altri.
E fu così che il maestro scoprì che era molto meglio ricoprire la parete con i sogni dei bambini, che con i bisogni dei grandi.

- Alessandro Ghebreigziabiher – 
http://www.alessandroghebreigziabiher.it/



Verso Dio, come attraverso i gradini di una scala, si sale sino a raggiungere e quasi afferrare il Sommo Bene e in Lui trovare la nostra felicità e la nostra pace.
Quanto sarebbe utile che anche oggi si riscoprisse la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine!

- Papa Benedetto XVI -
dal "Discorso alla cittadinanza di Bagnoregio" - 06 settembre 2009


«La bellezza - dice Dimitri Karamazov - è una cosa terribile e paurosa, perché è indefinibile e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi.
Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono.
La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero.
È qui che Satana lotta con Dio e il loro campo di battaglia è il cuore dell’uomo».

Da: I fratelli Karamazov,  Fëdor Dostoevskij




Buona giornata a tutti. :-)



domenica 26 settembre 2021

Prenditi tempo


Prenditi tempo
per amare ed essere amato
perché questo è il privilegio dato da Dio.
Prenditi tempo
per essere amabile
perché questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo
per ridere
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo
per dare
perché il giorno è troppo corto
per essere egoista.

(da “Tomate Tiempo”, poesia uruguayana)



"... Ma cavoli, basta sollevare gli occhi al cielo di notte per intuire che la vita di tutto questo universo è un mistero grandioso e noi che siamo uomini e abbiamo e possiamo avere la coscienza di ciò sprechiamo il nostro tempo afflitti da piccole banalità e da piccoli dolori, senza chiederci, perchè ci fa troppa paura ascoltarci per un attimo, ascoltare quella voce che parla in noi, che grida che la vita non può non avere un senso, senza chiederci perchè ci siamo, perchè siamo fatti così uno diverso dall'altro, eppure al fondo tutti con lo stesso desiderio.

Dio mio, ma perchè se queste domande e desideri ci sono, noi ci rassegniamo, viviamo in fondo disperati cioè non attendendoci niente dal domani, chiudendoci in una gabbia che diventa la nostra tomba e al limite concedendoci qualche ricordo nostalgico dei bei tempi, ma quali tempi! "

(da una lettera di Lidia Macchi)


Chiuso fra cose mortali. (Anche il cielo stellato finirà). Perché bramo Dio? 

(Ungaretti)


Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! …

(Fedor Dostoevsky)







Buona giornata a tutti :-)


martedì 10 marzo 2020

Per volersi bene

Un giorno, un vecchio monaco fece la seguente domanda ai suoi discepoli:

"Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate ? "
rispose uno di loro :
"Gridano perchè perdono la calma."
Chiese nuovamente il monaco :
"Ma perchè alzare la voce se la persona sta di fronte a noi?"
replicò un altro discepolo :
"Beh, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti!"
Il monaco tornò a domandare:
"Ma non è proprio possibile parlargli a voce bassa?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il vecchio monaco , che continuò :
"Non sapete proprio dirmi perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente e dolcemente. E perchè?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra le loro anime è breve. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso
non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono. È questo quello che accade ai cuori di due persone che si amano, si avvicinano."

Il vecchio monaco concluse dicendo:


"Quando voi avrete l'occasione di discutere con qualcuno, non permettete che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare ancor di più, perché prima o poi arriverà un giorno in cui la distanza sarà tale che non incontreranno mai più la strada per tornare."

Adesso sai come custodire un amore o un'amicizia.



“Mi sarà sufficiente che ecco, in un angolo del mondo, ci sia tu, e il vivere non riuscirà a venirmi a nausea.” 

-Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov


Nella libertà dello Spirito che sorpassa ogni legge poiché instaura la legge dell'amore, ogni cosa è permessa, ma in questa libertà, che ci fa crescere in Dio, si stabilisce un ordine di priorità. 
Non tutto costruisce e forma il corpo.
A volte la nostra libertà luminosa può diventare oggetto di scandalo, può cioè far cadere chi è ancora piccolo.
Immensa è la gioia della rinuncia e dell'offerta di ciò che in sé non è cattivo, ma può creare sofferenza, e afflizione, e persino far cadere un povero.
Io non credo in Dio, sarebbe troppo poco. Io gli voglio bene.

- don Lorenzo Milani - 




  
Le parole dolci e le carezze amorevoli lasciano su di noi un segno indelebile 

che si dilata nel tempo.



Buona giornata a tutti. :-)


sabato 21 dicembre 2019

Natale con Francesco

Cerca il Signore in un presepio,
cercalo dove nessuno lo cerca,
nel povero, nel semplice, nel piccolo,
non cercarlo tra le luci delle grandi città,
non cercarlo nell'apparenza.
Non cercarlo in tutto questo apparato pagano che ci si offre ogni momento.
Cercalo nelle cose insolite e che ti sorprendono.

- papa Francesco -
Omelia Messa di mezzanotte, Natale 2010



San Francesco era per un ascolto della parola di Dio “sine glossa”.

Diciamo che “sine glossa” vuol dire “senza aggiunte correttive” o “senza correzioni”. 
In nessun caso, e nemmeno nello spirito di san Francesco, può voler dire “senza comprensione” o “senza mediazioni per capire”. 
Sarebbe assurdo. Non è possibile capire un testo senza “prendere la parola” a proposito di quel testo. Quando il professore vuol rendersi conto se un alunno ha capito, gli chiede di “ripetere”; ma se l’alunno “ripete tali e quali” le parole ascoltate, il professore ha il dubbio che l’alunno stia solo “ripetendo
meccanicamente” senza capire.
Io cerco di interpretare lo spirito del “sine glossa” di san Francesco applicando un metodo di “lettura continua”, restando aderente allo sviluppo del testo biblico nel suo insieme.







Gesù Bambino, Ti amo.
Gesù Bambino, Ti prego.
Gesù Bambino, 
Ti adoro davanti a tutti i tabernacoli del mondo. 
Gesù Bambino, Sei il mio grande amore.
Gesù Bambino, Sei la mia ancora di salvezza.
Gesù Bambino, Da luce a chi non ne ha.

Gesù Bambino, Ti prego per chi non Ti prega.

Gesù Bambino, Consola gli afflitti.

Gesù Bambino, Converti i peccatori.
Gesù Bambino, Guarisci i malati.
Gesù Bambino, Proteggi i tuoi figli.
Gesù, Ti prego,
delle mie lacrime
Fanne tesoro per gli altri.




Buona giornata a tutti. :-)


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lunedì 21 maggio 2018

Giovane, non dimenticare la preghiera - Fëdor Dostoevski

Giovane, non dimenticare la preghiera.
Ogni volta che preghi, se la tua preghiera è sincera, in essa baluginerà un nuovo sentimento e una nuova idea che prima non conoscevi e che ti ridarà nuova forza; e capirai che la preghiera è crescita.
Ricordati anche questo: ogni giorno e ogni volta che ne hai la possibilità ripeti a te stesso: «Signore, abbi pietà di tutti coloro che compariranno dinanzi a te in questo giorno».
Giacché ogni ora, in ogni istante migliaia di persone abbandonano la loro vita su questa terra e le loro anime si presentano a Dio; quante di loro si sono separate dalla terra in solitudine, senza che nessuno lo sapesse, tristi e angosciate che nessuno le piangesse o solo fosse a conoscenza della loro esistenza, se avessero vissuto oppure no.
Ed ecco che forse dall’altro capo del mondo si innalza a Dio la tua preghiera che invoca il loro eterno riposo, anche se tu non conoscevi loro e loro non conoscevano te.
Come deve essere toccante per quell’anima che sta atterrita di fronte al Signore sentire che in quel momento c’è qualcuno che prega per lei, che è rimasta almeno una creatura umana sulla terra che ancora la ama.
E anche Dio guarderà con occhio più misericordioso tutti e due, giacché se tu hai avuto tanta pietà di quell’anima, di quanta pietà in più sarà capace colui che è infinitamente più misericordioso e amorevole di te?

E lo perdonerà per amor tuo. Fratelli, non abbiate paura del peccato degli uomini, amate l’uomo anche nel suo peccato, giacché proprio questa è l’immagine dell’amore divino ed è la forma suprema dell’amore sulla terra. 

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: I fratelli Karamazov




Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. 
Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell'anima! 

- Fëdor Dostoevskij -
da: Le notti bianche





Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà..


Fëdor Dostoevskij



Buona giornata a tutti :-)



lunedì 17 luglio 2017

Lettera a Natalija Dmitrievna Fonvizina, 1854 - Fëdor Dostoevskij

Di me le dirò che sono figlio del mio secolo, figlio della miscredenza e del dubbio, e non solo fino ad oggi, ma tale resterò (lo so con certezza) fino alla tomba. 

Quali terribili sofferenze mi è costata – e mi costa tuttora – questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quando più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari! 
Ciononostante Iddio mi manda talora degl’istanti in cui mi sento perfettamente sereno; in quegli istanti io scopro di amare e di essere amato dagli altri, e appunto in quegl’istanti io ho concepito un simbolo della fede, un Credo, in cui tutto per me è chiaro e santo. 
Questo Credo è molto semplice, e suona così: credere che non c’è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di Cristo; anzi non soltanto non c’è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere. 
Non solo, ma arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità.
Direi che la mia fede è tutta qui. Sto con Cristo anche se mi fosse dimostrato che il cristianesimo è tutto una favoletta. 

L’incontro con Cristo tramite il Vangelo è determinante e definitivo, per attrazione immediata verso la Persona che Cristo è.”


- Fëdor Dostoevskij - 
dalla lettera a Natalija Dimitrievna Fonvizina, 1854, in Lettere sulla creatività, traduzione di Gianlorenzo Pacini, ed. Feltrinelli, 1994, p. 51





L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! … 
La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza.


- Fëdor Dostoevskij -





“Un giorno tu ti sveglierai 
e vedrai una bella giornata. 
Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido.
Quello che prima ti sembrava impossibile 
diventerà semplice, normale. 
Non ci credi? 
Io sono sicuro. E presto. 
Anche domani.”

- Fëdor Dostoevskij - 




Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 21 luglio 2016

“Il crocifisso in classe” - Alessandro Ghebreigziabiher -

C’era una volta una scuola. Nella scuola c’era una sola classe. Nella classe c’era un solo maestro.
Nella scuola non c’erano alunni, la classe era vuota e il maestro era sempre solo. L’uomo era diventato molto triste poiché un maestro senza alunni è come un poeta senza amore. Proprio nel momento in cui stava per abbandonare la scuola e cercare un altro lavoro, arrivò in classe il primo alunno.
“Benvenuto”, disse l’insegnante. “Come ti chiami?”
“Il mio nome è Mario”, rispose il bambino.
“Di che religione sei?” domandò il maestro.
“Sono cattolico”, rispose il piccolo.
Allora l’uomo, pensando di fare un piacere a Mario, l’indomani gli fece trovare un crocifisso sulla parete alle proprie spalle. Il bambino era tutto preso a fare un disegno e non sembrò affatto più felice del giorno precedente, tuttavia il maestro si disse che comunque aveva avuto una buona idea.
Poco tempo dopo arrivò in classe una bambina.
“Come ti chiami?” chiese il maestro.
“Il mio nome è Myriam” disse la piccola.
“Di che religione sei?” domandò l’insegnante.
“Sono ebrea” rispose lei.
Allora l’uomo, per non fare un torto a quest’ultima, l’indomani sistemò accanto al crocifisso la Stella di David. Anche la bambina disegnava assorta e non dimostrò alcun particolare entusiasmo, ma il maestro pensò che aveva fatto una cosa giusta.
Passò qualche giorno e un altro alunno arrivò in classe.
“Come ti chiami?” gli domandò l’insegnante.
“Muhammad” rispose il bambino.
“Di che religione sei?” chiese il maestro.
“Sono islamico” rispose il piccolo.
Allora l’uomo, per non far sentire escluso il nuovo arrivato, l’indomani aggiunse al crocifisso e alla stella di David anche la mezzaluna. Pure Muhammad, intento a colorare un foglio, non sembrò gioire della cosa come il maestro si aspettava, ma questi si disse che magari avrebbe gradito più avanti.
Col tempo arrivarono altri alunni, ognuno di una religione diversa, ma tutti ugualmente amavano disegnare e colorare.
C’era un bambino buddista, uno induista, uno taoista e molti altri ancora. Ognuno dichiarò di seguire un credo diverso da quello degli altri. La parete nel frattempo era già piena e il maestro non sapeva come fare per essere equo e rispettare tutti gli alunni. L’uomo era molto preoccupato e in quel momento si ricordò dei giorni in cui era tanto triste, perché era solo e la classe era vuota.
All’indomani i bambini entrarono in classe e trovarono la parete completamente vuota.
Il maestro si aspettava che gli alunni se ne accorgessero e gliene chiedessero conto, ma nessuno all’inizio sembrò dare importanza alla cosa.
Dopo qualche minuto uno di loro richiamò l’attenzione dell’uomo con la manina alzata: “Maestro …”
“Sì?” fece quest’ultimo.
“Posso attaccare il mio disegno sul muro dietro di lei?” chiese il piccolo.
“Anch’io!” esclamò una bimba.
“Pure io!” gridò un’altra.
“Anche io voglio attaccare il mio disegno!” strillò un altro ancora e così tutti gli altri.
E fu così che il maestro scoprì che era molto meglio ricoprire la parete con i sogni dei bambini, che con i bisogni dei grandi.

- Alessandro Ghebreigziabiher – 



Verso Dio, come attraverso i gradini di una scala, si sale sino a raggiungere e quasi afferrare il Sommo Bene e in Lui trovare la nostra felicità e la nostra pace.
Quanto sarebbe utile che anche oggi si riscoprisse la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine!

- Papa Benedetto XVI -
dal "Discorso alla cittadinanza di Bagnoregio" - 06 settembre 2009


«La bellezza - dice Dimitri Karamazov - è una cosa terribile e paurosa, perché è indefinibile e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi.
Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono.
La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero.
È qui che Satana lotta con Dio e il loro campo di battaglia è il cuore dell’uomo».

Da: I fratelli Karamazov,  Fëdor Dostoevskij




Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 27 giugno 2016

dagli scritti di Fëdor Michajlovič Dostoevskij

«I sogni, sappiamo, sono davvero strani: qualcosa magari ci appare straordinariamente chiara, minuziosa come la cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza notarle neppure come ad esempio lo spazio ed il tempo. 
Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche volta in ingegnosi voli non da poco. 
Certo è che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili. Mio fratello, ad esempio, è morto cinque anni fa, qualche volta lo sogno: egli prende parte alle cose della mia vita, siamo molto interessati l'uno all'altro, ma intanto, durante tutto lo svolgimento del sogno, io sono pienamente cosciente che mio fratello è morto e sepolto. 
E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno, oh! Esso mi ha indicato una vita nuova.»

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: "Il sogno di un uomo ridicolo, Сон смешного человека, 1877"



A volte incontri persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo. All'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij - 


Dove mai ho letto che un condannato a morte, un'ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, - avendo intorno a sé dei precipizi, l'oceano, la tenebra eterna, un'eterna solitudine e una eterna tempesta, e rimanersene così, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d'anni, l'eternità, - anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? 
Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!... 
Quale verità! Dio, che verità! È un vigliacco l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij - 
da:"Delitto e castigo" 



Buona giornata a tutti. :-)





sabato 23 aprile 2016

da: "L'idiota" - Fëdor Michajlovič Dostoevskij -

„Ma sarà meglio parlarvi di un altro individuo, che conobbi or fa un anno. C'era, nel suo caso, una circostanza strana: dico strana, perché rara. 
Era stato condannato, insieme con altri, alla fucilazione. Per non so che delitto politico, doveva essere giustiziato. 
Gli fu letta la sentenza di morte. Se non che, venti minuti dopo, arrivò la grazia, cioè la commutazione della pena. 
Nondimeno, durante quei venti o quindici minuti, egli visse nella ferma convinzione che di lì a poco sarebbe morto. [... ] E così egli distribuì il suo tempo: due minuti per dire addio ai compagni, due altri per raccogliersi e pensare a sé, un minuto per dare un'occhiata intorno. 
Aveva ventisette anni; era sano e robusto. Accomiatandosi da uno dei compagni, si ricordava di aver fatto una domanda insignificante e di averne aspettato con interesse la risposta. 
Agli addii successero i due minuti di raccoglimento. Sapeva già a che cosa avrebbe pensato: "Adesso sono vivo; ma fra tre minuti, che sarò? Qualcuno o qualche cosa, e dove?". 
Non lontano sorgeva una chiesa, e la cupola dorata splendeva nel sole. Aveva guardato fisso a quella cupola: gli pareva che quei raggi ripercossi fossero la sua nuova natura e che fra tre minuti egli si sarebbe con essi confuso. 
L'ignoto che lo attendeva era certamente terribile; ma più assai l'atterriva l'assiduo pensiero: "E se non morissi? se la vita continuasse?... che eternità! e tutta, tutta a mia disposizione... Oh allora, di ogni minuto io farei una esistenza e non un solo ne perderei!" 
Questo pensiero a tal segno lo invadeva, che avrebbe voluto esser fucilato all'istante."
[... ] "Siete un po' saltuario, principe", osservò Aleksandra. "Che volete provare, insomma? che ogni attimo della vita è prezioso, e che a volte cinque minuti valgono più di un tesoro? E sia, ammettiamolo pure... Ma, scusate, a quel vostro amico che vi contava i suoi spasimi gli commutarono la pena, non è così?... In altri termini, secondo lui e secondo voi, gli fecero dono di una vita senza fine, di un tesoro. E che ne fece egli di questo tesoro? tenne poi conto scrupoloso di ogni minuto?"
"Nient'affatto! Glielo domandai una volta, e mi confessò di averne perduti molti."
"Cosí abbiamo una prova che utilizzare tutti, tutti i minuti della vita è impossibile... Per una ragione o per l'altra, fatto sta che non è possibile.“ 


- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: "L'idiota"


Pietà quanta se ne vuole, ma non lodate le cattive azioni: date loro il nome di male.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij  - 



"Secondo me, uccidere perché si è ucciso rappresenta una punizione incomparabilmente più terribile dello stesso delitto commesso. Venire giustiziato in base ad un verdetto è molto più terribile che venire ucciso da briganti."
"Chi viene ucciso da un brigante, mettiamo di notte nel bosco o in qualche altro modo, continua indubbiamente a sperare di salvarsi fino all'ultimo istante di vita. Ci sono esempi di persone che, già con la gola tagliata, continuavano a sperare, cercavano di fuggire o chiedevano pietà. E qui invece ti viene tolta con assoluta certezza proprio quest'ultima speranza grazie alla quale morire è dieci volte più più facile. Su di te è stato pronunciato un verdetto, e nella certezza che a quel verdetto non potrai scampare sta proprio la sofferenza più terribile, la più spaventosa che ci sia al mondo. 
Prendete un soldato, mettetelo davanti a una bocca di cannone e sparate contro di lui, e lui continuerà pur sempre a sperare; ma leggete a quello stesso soldato una sentenza che lo condanna con certezza, e lui impazzirà o scoppierà a piangere. 
Chi è in grado di dire che la natura umana sia in grado di sopportare una cosa simile senza impazzire? A che serve una tortura così mostruosa, inutile, assurda? Può darsi che ci sia qualcuno a cui sia stata letta la sentenza di morte, gli abbiano fatto provare tutte le torture dell'attesa e alla fine gli abbiano detto: 'Va' pure, sei stato graziato'. Ecco, un uomo che avesse vissuto tutto ciò potrebbe raccontare cosa si prova. Anche Cristo ha parlato di quell'angoscia, di quella terribile sofferenza. No, non è permesso trattare così una persona umana!" 


- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: "L'idiota" (Myskin: 1998, pp. 47-48)




Vi sono persone che trovano una straordinaria soddisfazione nella propria permalosa irritabilità, e ciò specialmente quando un tale stato raggiunge l'estremo limite (il che avviene sempre molto rapidamente); si direbbe che in quegl'istanti essi preferiscano e addirittura godano a venire offesi. 
Queste persone così irritabili provano poi terribili rimorsi per essersi lasciate andare, se, naturalmente, sono intelligenti e se sono in grado di rendersi conto di essersi riscaldate dieci volte più del necessario. (Ippolìt: 1998, p. 496)

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: "L'idiota"

 

(Foto: Dostoevskij imprigionato nella fortezza di Omsk - Siberia, 1853)

Mi sono proposto di eseguire il mio compito con onestà e fermezza. 
Con la gente, forse, mi annoierò, e sarà dura. Per prima cosa ho deciso di essere con tutti gentile e sincero; nessuno pretenderà da me niente di più. Forse anche qui mi considereranno un bambino. Sia pure! Chissà perché, tutti mi prendono anche per un idiota. 
Effettivamente, una volta ero tanto malato, e allora ero simile a un idiota, ma che idiota sono ora, se capisco io stesso che mi considerano un idiota? 
Entro e penso: “Ecco, mi considerano un idiota, però io sono intelligente, e loro neanche se lo immaginano...”

Fëdor Michajlovič Dostoevskij  - 
da: "L'idiota"



Buona giornata a tutti. :-)