La storia della mia vocazione sacerdotale?
La
conosce soprattutto Dio. Nel suo strato più profondo, ogni vocazione
sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera
infinitamente l'uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in
tutta la sua vita. Di fronte alla grandezza di questo dono sentiamo quanto
siamo ad esso inadeguati.
La vocazione è il mistero dell'elezione
divina: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16). «E
nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come
Aronne» (Eb 5, 4). «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo;
prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta
delle nazioni» (Ger 1, 5).
Queste parole ispirate non possono non scuotere
con un profondo tremore ogni anima sacerdotale.
Per questo, quando nelle più diverse
circostanze — per esempio, in occasione dei Giubilei sacerdotali — parliamo del
sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà,
consapevoli che Dio «ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base
alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia» (2 Tm 1,
9).
Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in
grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé.
Questa premessa mi è sembrata indispensabile,
perché si possa comprendere in modo giusto quello che dirò del mio cammino
verso il sacerdozio.
- San Giovanni Paolo II, papa -
da: Dono e Mistero, nel 50° del mio sacerdozio
...Eserciti la cura delle anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla a te stesso.
Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso...
Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso...
- San Carlo Borromeo Vescovo -
dal discorso nell'ultimo Sinodo
"Cari sacerdoti, per il dono che avete ricevuto nell’Ordinazione, siete chiamati a servire come Pastori la comunità ecclesiale, che è “famiglia di famiglie”, e quindi ad amare ciascuno con cuore paterno, con autentico distacco da voi stessi, con dedizione piena, continua e fedele: voi siete segno vivo che rimanda a Cristo Gesù, l’unico Buon Pastore.
Conformatevi a Lui, al suo stile di vita, con quel
servizio totale ed esclusivo di cui il celibato è espressione.
Anche il
sacerdote ha una dimensione sponsale; è immedesimarsi con il cuore di Cristo
sposo, che dà la vita per la Chiesa sua sposa (cfr Esort. ap. postsin.
Sacramentum caritatis, 24).
Coltivate una profonda familiarità con la Parola di
Dio, luce nel vostro cammino.
La celebrazione quotidiana e fedele dell’Eucaristia sia il luogo dove attingere la forza per donare voi stessi ogni giorno nel ministero e vivere costantemente alla presenza di Dio: è Lui la vostra dimora e la vostra eredità"
La celebrazione quotidiana e fedele dell’Eucaristia sia il luogo dove attingere la forza per donare voi stessi ogni giorno nel ministero e vivere costantemente alla presenza di Dio: è Lui la vostra dimora e la vostra eredità"
- Papa
Benedetto XVI -
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