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sabato 19 settembre 2015

L'abbraccio - Piero Gribaudi -

Un giorno al diavolo saltò l’uzzolo di prender moglie. E siccome la voleva da par suo, si mise a cercarla sulla terra. In realtà molte donne avevano di che piacergli: la loro malizia era tanta che non lo avrebbero fatto sfigurare. Ma in tutte — anche nelle più diaboliche — egli vedeva emergere, in determinate occasioni, un sentimento molto pericoloso: la tenerezza, che è sempre un preludio alla bontà. 
Era dunque necessario trovare una donna che non conoscesse tale sentimento; meglio, che lo avesse a tal punto stravolto da non esserne più assolutamente capace. 
Cammina, cammina, un giorno il diavolo la trovò: era una donna mercenaria, dura e fredda, che per tutta la sua vita aveva speculato sulla tenerezza, facendone un miraggio per gli allocchi. 
Il diavolo la prese con sé e convolò a nozze. Ma la sua felicità fu presto turbata da un’ombra. 
La donna, pur degna in tutto di lui, aveva conservato un’abitudine contratta col lavoro: un gesto meccanico, intenzionale, ma subdolo: ogni tanto, senza accorgersene, apriva le braccia come per accogliere qualcuno. 
E quel gesto, quell’abbozzo di abbraccio, che in un primo tempo lo aveva solo stupito, poco alla volta sembrava attiralo; quel gesto meccanico pareva avesse in sé qualcosa d’irresistibile. 
Fu così che quando, un giorno, il diavolo si sorprese ad imitarlo, allarmatissimo rimandò la donna. 
E sprangò per sempre le porte dell’inferno ad ogni tentazione. 

- Piero Gribaudi - 



Certi amori, quelli sbagliati, sono come le sigarette: meglio smettere.



«Io cerco la persona che sia capace di amare l’altro senza per questo punirlo, senza renderlo prigioniero o dissuaderlo; cerco questa persona del futuro che sappia realizzare un amore indipendente dai vantaggi o svantaggi sociali, affinché l’amore sia sempre fine a se stesso e non solo il mezzo in vista di uno scopo.»

- Carl Gustav Jung a Sabina Spielrein - 





Cercate le anime con cui vibrate in sintonia, e rafforzate i legami che vi uniscono a loro. 
Ricordatevi che il vostro tempo sulla Terra è stato scelto con grande attenzione per permettervi di lavorare tranquillamente con gli altri gruppi di anime che partecipano allo sviluppo del pianeta. 
Non formulate alcun giudizio su chi vi sta intorno, e lasciate che continui a percorrere il suo sentiero. 
Entrate in sintonia con tutti coloro che riconoscete o che suscitano in voi un forte senso di risonanza. 
La vostra ricettività a incontrare gli altri su un sentiero spirituale li attira verso di voi, e la vostra quota di consapevolezza vi aiuta telepaticamente a raggiungere scopi umanitari su scala globale.


- James Ridfield -






Buona giornata a tutti. :-)

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domenica 30 agosto 2015

da: "Il Libro della Saggezza Interiore" - Piero Gribaudi -

Da qualche parte, moltissimo tempo fa, regnava in un paese il buon senso.
Se sorgevano contrasti, venivano risolti secondo un’antichissima tradizione: ognuno dei contendenti era vincolato a sostenere non le proprie ragioni, ma quelle dell’avversario, al cospetto dell’intero villaggio. 
In tal modo, non solo il divertimento era assicurato, ma ogni dissidio si scioglieva come neve al sole.
Era un paese felice. E lo fu sino a che il capo villaggio si ammogliò con una donna di un paese straniero. Trasferitasi nel paese, costei rimase scandalizzata dal comportamento della gente.
"Com’è possibile", chiese al marito, "che così poche persone siano venute a rendermi omaggio?".
"Non c’è legge che le obblighi a farlo. Coloro ai quali appari simpatica, ti salutano; gli altri, no. Ma certamente farai loro cambiare idea...".
Il giorno appresso l’irritazione della donna crebbe.
"Come mai", domandò al marito, "le mucche del vicino pascolano sui tuoi prati e tu non dici nulla?"
"E che dovrei dire?", rispose il marito un po’ seccato: "Quest’anno i miei prati sono più floridi dei suoi. Quando avverrà il contrario, porterò le mie mucche a pascolare da lui".
Al calar del tramonto, la donna rimase stupefatta; mentre molta gente tornava dai campi, altra vi si recava, con gli attrezzi in spalla.
"Ma come!", chiese indignata al consorte: "Qui la gente lavora di notte?"
"La gente", le spiegò il marito alzando un poco la voce, "qui lavora quando vuole. Chi, la notte, non riesce a dormire, va a lavorare. Gli altri vanno a lavorare di giorno".
"Questo è un paese di pazzi!", concluse la donna.
E n’ebbe la conferma immediata, quando prese a schiaffi una sua ancella, muta, che le aveva fatto cadere inavvertitamente alcune gocce di the sull’abito.
La sera, allorché il marito l’avvertì che per quel suo gesto avrebbe dovuto comparire all’adunanza della tradizione, la donna trasecolò, ma capì presto di non aver nulla da temere.
Al calar del sole, tutto il villaggio era in piazza. Assistere a uno scontro fra la moglie del capo villaggio e una povera serva, per di più muta, non era cosa di tutti i giorni.
La ragazza fece del suo meglio; a gesti e aiutandosi con la mimica, perorò la causa della donna straniera.
Quando fu il suo turno, quest’ultima si alzò in piedi senza pronunciar parola e tacque finché il suo tempo fu scaduto. Non era forse muta la sua serva?...
Venuta a mancarle la difesa, alla ragazza, seppure a malincuore, fu gioco forza dare torto.
Ma non per nulla regnava nel paese il buon senso. Il capo villaggio capì che vale molto di più una donna senza parole e con molto cuore, che una con poco cuore e troppe lamentele. Perciò riabilitò la serva e rispedì la moglie al suo paese.
Di quell’antico villaggio oggi non c'è più traccia. D’altra parte, c’è forse in giro ancora qualche traccia di buon senso?


Buon Senso

- Piero Gribaudi - 
da: "Il Libro della Saggezza Interiore", Casa Editrice: Gribaudi Editore




Perché aspetti?
Aspetti che la vita ti faccia un miracolo? Che le circostanze cambino in tuo favore? Aspetti chi? Perché? Quanto aspetti? 

Se non ti alzi e diventi il tuo Dio non puoi sperare che qualcosa cambi. 
Se non cominci, niente si compirà. 
Se non bussi, nessuna porta si aprirà. 
Se non percorri la tua strada nessuna mappa ti porterà da nessuna parte. 
I miracoli accadono solo quando fai il primo passo verso la tua realizzazione.. verso un tuo sogno. 
Nessuno ti porterà un pacco regalo, nessuno ti renderà felice.. se non tu stesso.. perciò alzati.. mettiti in viaggio.. il viaggio della tua felicità.. Naviga il mare delle tue emozioni. Vivi ! 
Non rimandare niente.. non aspettare nessuno. La tua mano è capace di disegnare i tuoi sogni, di scrivere il tuo destino.

- Colette Haddad -



Avete il libero arbitrio di fare ciò che volete; tuttavia, il nostro consiglio è di non fare del male perché, indipendentemente da cosa voi facciate, vi tornerà indietro.
Quando fate del male a voi stessi o agli altri, vi chiudete in un circolo di causa ed effetto, dove manifestate degli scenari che si somigliano per esercitare il vostro libero arbitrio oppure per cambiare il risultato finale cambiando le vostre scelte.
Anche se sbagliate, nessuno vi prenoterà un posto all’inferno; l’unico modo per imparare veramente dal libero arbitrio è quello di veder tornare indietro ciò che si è creato. L’esistenza è gentile, interattiva e compassionevole proprio per questa ragione.

- Barbara Marciniak 
da: "La via del risveglio planetario"





Buona giornata a tutti. :-)

lunedì 6 aprile 2015

La pianta della pazienza

Un uomo duramente provato dalla vita, il quale aveva saputo mantenere sempre integra la sua serenità e il suo coraggio, sentendo avvicinarsi la fine chiamò intorno a sé i figlioli, le nuore, i nipoti e i pronipoti e disse loro:
"Voglio svelarvi un segreto. Venite con me nel frutteto."
Tutti lo seguirono con curiosità e tenerezza, poiché sapevano quanto il vecchio amasse le piante.
Con le poche forze rimaste e rifiutando ogni aiuto, l'uomo cominciò a zappare in un punto preciso, al centro del verziere.
Apparve un piccolo scrigno. Il vecchio lo aprì e disse:
"Ecco la pianta più preziosa di tutte, quella che ha dato cibo alla mia vita e di cui tutti voi avete beneficiato."
Ma lo scrigno era vuoto e la pianticella che l'uomo teneva religiosamente fra le dita era una sua fantasia.
Nonostante tutto nessuno sorrise , proseguì l'uomo :
"Prima di morire, voglio dare ad ognuno di voi uno dei suoi inestimabili semi. "
Le mani di tutti si aprirono e finsero di accogliere il dono e l'uomo continuò a dire:
"E' una pianta che va coltivata con cura, altrimenti s'intristisce e chi la possiede ne è come intossicato e perde vigore. Affinché le sue radici divengano profonde, bisogna sorriderle; solo col sorriso le sue foglie diventano larghe e fanno ombra a molti. Infine, i suoi rami vanno tenuti sollevati da terra; solo con l'aiuto di molto cielo diventano agili e lievi a tal punto da non farsi nemmeno notare."
Il vecchio tacque.
Passò molto tempo ma nessuno si mosse.
Il sole stava per tramontare, quando il figlio maggiore rispose per tutti loro:
"Grazie, padre, del tuo bellissimo dono; ma forse non abbiamo capito bene di che pianta si tratti."
rispose l'uomo :
"Sì che lo avete capito. Mentre mi ascoltavate e mi stavate intorno, ognuno di voi ha già dato vita al piccolo seme che vi ho consegnato.
E' la Pianta della Pazienza."

“Non scoraggiarti, non lasciarti prendere dallo sconforto dinanzi alle mille tribolazioni della vita. Riconosci in ogni sofferenza, in ogni difficoltà una nuova opportunità di crescita.“ 

- Piero Gribaudi - 

da:  "Il libro della saggezza interiore. 99 storie intorno all'uomo" di Piero Gribaudi




Può sembrare difficile da mettere in pratica, ma è stato ampiamente dimostrato che un “atteggiamento positivo” nei confronti della vita, il cosiddetto "pensiero positivo" o la filosofia del "bicchiere mezzo pieno", è utile per tenere in buona salute il sistema immunitario, oltre ad essere vantaggioso nei rapporti sociali.
Bisogna riconoscere che siamo costituiti da un'unità inscindibile di corpo, anima e spirito e gestire la nostra salute attraverso un adeguato stile di vita.





”Per chi ha fatto esperienza di un padre troppo autoritario ed inflessibile, o indifferente e poco affettuoso, o addirittura assente, non è facile pensare con serenità a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia. Ma la rivelazione biblica aiuta a superare queste difficoltà parlandoci di un Dio che ci mostra che cosa significhi veramente essere “padre”.

- Papa Benedetto XVI - 




Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 26 dicembre 2014

Il lupo che divenne uomo - Piero Gribaudi -

C'era una volta, in un bosco, un lupo molto feroce. 
Si nutriva di polli e di conigli e attaccava le greggi e gli armenti del villaggio. Anche i bambini non uscivano più a giocare. 
Il lupo era diventato il terrore di tutti. Si presero provvedimenti: gli animali dovevano vivere dentro recinti e trappole di ogni tipo vennero appostate nei dintorni. 
Il lupo cominciò a sentirsi braccato e vagava per il bosco, sempre più affamato.
Una sera, inaspettatamente, una stupenda luce illuminò il cielo e durò per tutta la notte. Ad un certo momento diversi gruppi di pastori cominciarono ad arrivare da ogni dove. Andavano tutti verso la medesima direzione. Che cosa stava succedendo?
Il lupo decise di seguirli, tenendosi a debita distanza. Li vide entrare in una grotta. Non si capiva che cosa vi trovassero. Quando uscirono, sembravano trasfigurati e anche una giovane donna comparve in mezzo a loro. 
Era un'occasione propizia. Il lupo furtivamente si intrufolò nella grotta.
Su una minuscola stuoia, un bambino molto piccolo stava disteso e giocava con un filo d'erba tra le dita. Il lupo si illuminò. Ecco il cibo sognato da tanto tempo. La mamma era ancora fuori con gli ospiti e non si sarebbe accorta. Avvicinò il muso al bambino. Sarebbe stata questione di un attimo. Ma successe qualcosa d'inaspettato. Il bambino non si spaventò, non pianse. Lo guardò, anzi, negli occhi, gli sorrise e allungando la manina accarezzò quel muso sporco di polvere. E gli disse: "Ti voglio bene".
Nessuno glielo aveva mai detto. La sua pelliccia di lupo si sfilacciò come una vecchia camicia. Dentro comparve un giovane uomo.

Chinato verso il bambino, trasformato, continuava a gridargli "Grazie! Grazie! Grazie!". Poi corse via. Che cos'altro poteva fare questo ex-lupo se non correre in ogni angolo della terra e raccontare a tutti ciò che quel bambino aveva fatto di lui?

- Piero Gribaudi - 
da: Fiabe della Notte Santa




Fratelli carissimi, il Signore nostro Gesù Cristo, creatore eterno di tutte le cose, oggi nascendo da una madre si è fatto nostro salvatore. E’ nato per noi oggi liberamente nel tempo per introdurci nell’eternità del Padre. Dio si è fatto uomo, perché l’uomo diventasse Dio. Perché l’uomo mangiasse il pane degli angeli, il Signore degli angeli si è fatto uomo… L’uomo ha peccato ed è divenuto reo: Dio è nato come uomo perché fosse liberato il reo. L’uomo cadde, ma Dio discese. Cadde l’uomo miseramente, discese Dio misericordiosamente; cadde l’uomo per la superbia, discese Dio con la grazia. 


Sant' Agostino (Discorso 13) 



...Non aveva bisogno di noi.

E anche Gesù non doveva che starsene ben tranquillo, nel ciel, prima di questa parte centrale, assiale, cardiaca della creazione, prima dell’Incarnazione, prima della redenzione.
È venuto, perché il mondo è venuto.
Diversamente, contrariamente, era tanto semplice, e presto fatto.
Era fatto in anticipo, non doveva che non creare il mondo, non rimaneva che non creare l’uomo.
Non c’era più alcuna storia, non c’era più alcun fastidio.
Tutto il mondo restava a casa sua.
Quanto bisogna che io sia grande, amico mio, per aver spostato tanto mondo, disturbato tanto mondo, e così gran mondo.
Un Dio, amico mio, Dio si è disturbato, Dio si è sacrificato per me.
Ecco il Cristianesimo.

- Charles Péguy -
Clio, dialogue de l’histoire et de l’âme charnelle


È nato! Alleluia! 

È nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato, è nato il Signore!
È nato nel nostro paese.
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!

- Guido Gozzano -






Buona giornata a tutti. :-)







venerdì 5 settembre 2014

Seti - Piero Gribaudi -

Non appena Dio creò l'uomo, si mise subito in ascolto, da buon padre, dei bisogni e delle richieste di quella sua nuova, inconsueta creatura.
"Ho fame e sete", disse subito l'uomo.
Dio gl'insegnò come cibarsi: gl'indicò le sorgenti, gli alberi da frutta e i favi delle api, i cespugli di bacche e mille altre leccornie prodotte dalla terra.
Ma l'uomo, saziata fame e sete, fece altre richieste.
"Ho sete di protezione e di riposo", disse.
Dio gl'insegnò come utilizzare le mani, cosa che non aveva mai fatto con nessun'altra delle sue creature. L'uomo si costruì una capanna ed un giaciglio, ed ebbe la soddisfazione di udire la pioggia tamburellare sul suo capo mentre lui, all'asciutto, lasciava vagabondare i suoi pensieri.
"Ho sete di piaceri", disse poi, forse impigrito dal troppo dormire.
Dio lo accontentò. Gli aguzzò i sensi, come fa un arciere con le punte della sua freccia; e l'uomo poté assaporare, in maniera tutta speciale, gusti, suoni, profumi, panorami e carezze.
Poiché queste ultime gli piacquero immensamente, l'uomo disse:
"Ho sete d'amore".
Dio fu contento di questa richiesta meno materiale delle altre e insufflò nell'anima dell'uomo un pizzico del suo soffio personale. L'uomo amò col cuore e con il corpo e fu tutt'uno con la persona amata, e comunicò con lei quasi nel modo in cui Dio, creandolo, aveva comunicato con lui.
Fu allora che Dio si sentì fare dall'uomo la richiesta a lui più cara.
"Ho sete di bellezza, d'armonia e d'eternità", disse l'uomo.
Dio fu felice. Cosparse l'anima dell'uomo di un suo polline specialissimo, che teneva in serbo dall'eternità per chi, seppure molto alla lontana, gli fosse simile. E, considerata terminata la sua opera, si allontanò.
L'uomo, però, aveva ancora una sete da saziare. Si trattava, benché non lo sapesse, di una sete impossibile da estinguere ma che, colmata anche solo in parte, gli avrebbe dato una soddisfazione tale da annullare tutte le altre. Essa però lo avrebbe divorato, a tal punto da trasformarlo in un'altra creatura, odiata ma temuta dai suoi simili più di tutte.
"Ho sete di potere", disse l'uomo.
Poiché Dio era assente, gli si presentò un demone pronto ad esaudirlo.

Ecco perché, di tutte le seti dell'uomo, quest'ultima sete rinascerà sempre insaziata nel suo cuore, ed avrà sempre, non la benedizione di Dio, ma la voracítà del suo nemico.

- Piero Gribaudi - 
Fonte:  Il Libro della Saggezza Interiore, Casa Editrice: Gribaudi Editore




Ogni giorno porta con sé una sorpresa, ma possiamo vederla, udirla o sentirla quando essa giunge solamente se l’aspettiamo. 
Non dobbiamo avere paura di accogliere la sorpresa di ogni giorno, sia che essa ci venga come un dolore o come una gioia. Essa aprirà un nuovo spazio nel nostro cuore, un luogo in cui possiamo accogliere nuovi amici e celebrare in modo più pieno la nostra umanità condivisa.


(Henry Nouewen)





<<Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altri dei davanti a Me>>. 

Dio e' qui: Dio, e' l'effettiva e propria realtà della tua vita.
Quando tu lasci che Dio sia nella tua vita, allora questa riceve ordine e tu ti manterrai libero da tutti gli idoli che vorrebbero schiavizzarti, facendo così pieno assegnamento su Dio.
Non si tratta di una realtà ormai sbiadita, di un entità evanescente: e' invece realtà presente e assoluta, intensa e avvolgente.
Egli dice di sé:  << Io, il Signore, sono un Dio geloso>> (Es 20, 5)

Un Dio presente, che si impegna per noi, che si prende cura di noi perché ci ama.


(Anselm Grün)






Buona giornata a tutti :-)

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domenica 29 giugno 2014

Uno Strano Rumore - Piero Gribaudi

Quella notte il brusio era cessato e l'uomo si sentiva completamente felice.
Già da un po' di tempo la sua soddisfazione era quasi totale: la salute eccellente, il raccolto al sicuro, la madia colma di pane per l'inverno, la sua casa - cui teneva tanto - impreziosita di nuove suppellettili, gli davano un conforto ineguagliabile; ma c'era quello strano rumore a tenergli l'animo in sospeso, una sorta di fruscio che abitava, or qua or là, ogni angolo della sua dimora e che, pur diminuendo a volte sino a trasformarsi in un semplice sussurro, non cessava mai.
Quella notte, il silenzio era divenuto pieno. 

E la felicità dell'uomo era traboccante. Si sentiva protetto, riparato contro ogni avversità. 
E il vento, che all'esterno soffiava vigoroso, penetrando in minuti refoli fra gli interstizi di legno della casa, aumentava il suo appagamento.
Mentre, sentendo le palpebre pesanti, stava per spegnere il lume, cercò d'immaginarsi, per la centesima volta, il perché di quel brusio che per tanti mesi lo aveva molestato, ed il perché si fosse spento proprio quella sera.
"Forse", pensò, "si trattava di un folletto in attesa che tutti i miei problemi fossero risolti, per sparire". Gli venne da sorridere.
Chiuse gli occhi: il lavoro, la casa, la salute, la sicurezza finalmente raggiunta cominciarono a dare forma a preamboli di sogno; la sicurezza, soprattutto, a lui così cara, così indispensabile, stava assumendo misteriose parvenze di castelli e torrioni e città fortificate, quando il trave sul suo letto si staccò d'improvviso, sbriciolato.
Non fece in tempo ad alzarsi. Come un corpo che si scomponesse, la dimora si disfece di colpo, svuotata, succhiata, resa segatura da milioni di termiti che, mentre l'uomo cercava la sua sicurezza, avevano trovato la propria.

Piero Gribaudi
Fonte: Il Libro della Saggezza Interiore - Casa Editrice: Gribaudi Editore




"Non dobbiamo e non possiamo fuggire da noi stessi. 
Credo non ci sia luogo più bello di noi stessi e che non ci sia viaggio più interessante di quello che possiamo fare nel nostro "io". 
Ed è un viaggio infinito, che si rinnova continuamente perché ad ogni attimo noi stessi ci rinnoviamo..." 



"C'è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. 
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.
Così come non credo che si viaggi per tornare.
L'uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Da se stessi non si può fuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. 
Per questo l'uomo deve poter viaggiare."

(Andrei Tarkovsky)



Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisce ali più solide".

- Stanley Kubrick - 


- Dipinto di Charles Émile Auguste Durand -

Perché a volte ci vuole il coraggio di essere davvero felici, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. 
Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l'essenza della gioia. 
E quel coraggio ce l'abbiamo dentro, è tutta una questione di scelta!

(Anton Vanligt)



Buona giornata a tutti :-)






mercoledì 26 dicembre 2012

Seti - Gribaudi Piero -

Non appena Dio creò l'uomo, si mise subito in ascolto, da buon padre, dei bisogni e delle richieste di quella sua nuova, inconsueta creatura.
Disse subito l'uomo :
"Ho fame e sete"

Dio gl'insegnò come cibarsi: gl'indicò le sorgenti, gli alberi da frutta e i favi delle api, i cespugli di bacche e mille altre leccornie prodotte dalla terra.
Ma l'uomo, saziata fame e sete, fece altre richieste e disse :
"Ho sete di protezione e di riposo"

Dio gl'insegnò come utilizzare le mani, cosa che non aveva mai fatto con nessun'altra delle sue creature. L'uomo si costruì una capanna ed un giaciglio, ed ebbe la soddisfazione di udire la pioggia tamburellare sul suo capo mentre lui, all'asciutto, lasciava vagabondare i suoi pensieri , ma l'uomo forse impigrito dal troppo dormire , disse ancora :
"Ho sete di piaceri"

Dio lo accontentò. Gli aguzzò i sensi, come fa un arciere con le punte della sua freccia; e l'uomo poté assaporare, in maniera tutta speciale, gusti, suoni, profumi, panorami e carezze.
Poiché queste ultime gli piacquero immensamente, l'uomo disse:
"Ho sete d'amore"

Dio fu contento di questa richiesta meno materiale delle altre e insufflò nell'anima dell'uomo un pizzico del suo soffio personale. L'uomo amò col cuore e con il corpo e fu tutt'uno con la persona amata, e comunicò con lei quasi nel modo in cui Dio, creandolo, aveva comunicato con lui.
Fu allora che Dio si sentì fare dall'uomo la richiesta a lui più cara, disse l'uomo :
"Ho sete di bellezza, d'armonia e d'eternità"

Dio fu felice. Cosparse l'anima dell'uomo di un suo polline specialissimo, che teneva in serbo dall'eternità per chi, seppure molto alla lontana, gli fosse simile. E, considerata terminata la sua opera, si allontanò.

L'uomo, però, aveva ancora una sete da saziare. Si trattava, benché non lo sapesse, di una sete impossibile da estinguere ma che, colmata anche solo in parte, gli avrebbe dato una soddisfazione tale da annullare tutte le altre. Essa però lo avrebbe divorato, a tal punto da trasformarlo in un'altra creatura, odiata ma temuta dai suoi simili più di tutte , disse l'uomo :
"Ho sete di potere"

Poiché Dio era assente, gli si presentò un demone pronto ad esaudirlo.

Di tutte le seti dell'uomo, quella di potere rinasce sempre insaziata nel suo cuore, ed ha sempre, non la benedizione di Dio, ma la voracità del suo nemico.



(Piero Gribaudi)

 Fonte: Il Libro della Saggezza Interiore., Gribaudi Editore




In questi giorni il diavolo me ne fa di tutti i colori e specie, me ne va facendo quanto più ne può. Quest’infelice raddoppierà tutti i suoi sforzi a mio danno. Ma di niente ho paura se non dell’offesa di Dio. Sembrami che quest’infelice ce l’ha più con lei che con me, poiché vorrebbe privarmi della sua direzione. Difatti chi sa quanta forza debbo farmi nel comunicarle le mie cose. Dolori fortissimi di testa da non potere quasi vedere dove pongo la penna. Tutti i brutti fantasmi che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono tutti allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù. Quindi se sono con Gesù crocifisso, cioè se medito i suoi affanni soffro immensamente, ma è un dolore che mi fa molto bene. Godo una pace ed una tranquillità da non potersi spiegare.

(29 marzo 1911, Benedetto da San Marco in Lamis - Ep. I, p. 216)


 
Mai, nei nostri giudizi, dobbiamo confondere il peccato, che è inaccettabile, e il peccatore del quale non possiamo giudicare lo stato di coscienza e che, in ogni caso, è sempre suscettibile di conversione e di perdono.
(Papa Benedetto XVI, Messa sulla Spianata degli Invalidi, 15 settembre 2008)

 


Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare.

-
Gandhi -


Ciascuno di noi è una goccia nel mare della vita: se le gocce pure si moltiplicano, la distesa delle acque si fa limpida; se si moltiplicano le gocce sporche, il mare si trasforma in un grembo di miasmi.

-
Madre Teresa di Calcutta -

Buona giornata a tutti. :-)