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martedì 1 febbraio 2022

Il Diavolo Berlicche - Clive Staples Lewis

Mio caro Malacoda,

ho notato con profondo dispiacere che il tuo paziente si è fatto cristiano. 
Non nutrire speranza alcuna di sfuggire alle punizioni che si solgono infliggere in questi casi. 
Sono certo del resto che, nei tuoi momenti migliori, neppure tu lo desidereresti. Centinaia di codesti convertiti adulti sono stati recuperati nel campo del Nemico ed ora sono con noi. 
Tutte le abitudini del paziente, tanto le mentali quanto le spirituali, ci sono ancora favorevoli.
Uno dei nostri grandi alleati, al presente, è la stessa chiesa. 
Cerca di non fraintendermi. Non intendo alludere alla chiesa come la si vede espandersi attraverso il tempo e lo spazio, e gettare le radici nell'eternità, terribile come un esercito a bandiere spiegate. Confesso che questo è uno spettacolo che rende nervosi i nostri più ardimentosi tentatori. 
Ma fortunatamente essa è del tutto invisibile a codesti esseri umani. Tutto ciò che il tuo paziente vede è quel palazzo, finito solo a metà, di stile gotico spurio, che si erge su quel nuovo terreno. 
Quando entra vi trova il droghiere locale, con un'espressione untuosa sul volto, che si dà da fare per offrirgli un librino lustro lustro che contiene una liturgia che nessuno di loro due capisce, e un altro libricino frusto, che contiene corrotti di un certo numero di liriche religiose, la maggior parte orrende, e stampate a caratteri fittissimi. 
Entra nel banco, e, guardandosi intorno, s'incontra proprio con quella cernita di quei suoi vicini che finora aveva cercato di evitare. Devi far leva più che puoi su quei vicini. Fa' in modo che la sua mente svolazzi qua e là fra un espressione quale <<il corpo di Cristo>> e le facce che gli si presentano nel banco accanto.
Importa pochissimo, naturalmente, la razza di gente che in realtà s'è messa nel banco vicino. Tu puoi sapere magari che uno di loro è un grande combattente dalla parte del Nemico. Non importa. Il tuo paziente, grazie al Nostro Padre Laggiù, è uno sciocco. Se uno qualsiasi di questi vicini canta con voce stonata, se ha le scarpe che gli scricchiolano, o la pappagorgia, o se porta vestiti strani, il paziente crederà con la massima facilità che perciò la loro religione deve essere qualcosa di ridicolo. 
Vedi, nella fase in cui si trova al presente, egli ha in mente una certa idea dei 'cristiani', che crede sia spirituale, ma che, di fatto, è per molta parte pittoresca. 
Ha la mente piena di toghe, di sandali, di corazze e di gambe nude, il solo fatto che l'altra gente in chiesa porta vestiti moderni è per lui una seria difficoltà, quantunque, naturalmente, inconscia. Non permettere mai che venga alla superficie; non permettere che si domandi a che cosa s'aspettava che fossero uguali. Fa' in modo che ogni cosa rimanga ora nebulosa nella sua mente, e avrai a disposizione tutta l'eternità per divertirti a produrre in lui quella speciale chiarezza che l'Inferno offre.
Lavora indefessamente, dunque, sulla disillusione e il disappunto che sorprenderà senza dubbio il tuo paziente nelle primissime settimane che si recherà in chiesa. Il nemico permette che un disappunto di tal genere si presenti sulla soglia di ogni sforzo umano. Esso sorge quando un ragazzo, che da fanciullo s'era acceso d'entusiasmo per i racconti dell'Odissea, si mette seriamente a studiare il greco. Sorge quando i fidanzati sono sposati e cominciano il compito serio di imparare a vivere insieme. 
In ogni settore della vita esso segna il passaggio dalla sognante aspirazione alla fatica del fare. Il Nemico si prende questo rischio perché nutre il curioso ghiribizzo di fare di tutti codesti disgustosi vermiciattoli umani, altrettanti, come dice Lui, suoi 'liberi' amanti e servitori, e 'figli' è la parola che adopera, secondo l'inveterato gusto che ha di degradare tutto il mondo spirituale per mezzo di legami innaturali con gli animali di due gambe. Volendo la loro libertà, Egli si rifiuta di portarli di peso, facendo soltanto delle loro affezioni e delle loro abitudini, al raggiungimento di quegli scopi che pone loro innanzi, ma lascia che 'li raggiungano essi stessi'. Ed è in questo che ci si offre un vantaggio. Ma anche, ricordalo, un pericolo. se per caso riescono a superare con successo quest'aridità iniziale, la loro dipendenza dall'emozione diventa molto minore, ed è perciò più difficile tentarli.
Quando sono venuto esponendo finora vale la pena nella ipotesi che la gente del banco vicino non offra alcun motivo ragionevolmente di disillusione. E' chiaro che se invece lo offrono - se il paziente sa che quella donna con quel cappellino assurdo è una fanatica giocatrice di bridge, che qual signore con le scarpe scricchiolanti è un avaro e uno strozzino - allora il compito ti sarà molto più facile. 
Si ridurrà a tenergli lontano dalla mente questa domanda: <<se io, essendo ciò che sono, posso in qualche senso ritenermi cristiano, per quale motivo i vizi diversi di quella gente che sta lì in quel banco dovrebbero essere un a prova che la loro religione non è che ipocrisia e convenzione?>>. 
Forse mi chiederai se è possibile tener lontano perfino dalla mente umana un pensiero così evidente. 
Si, Malacoda, si, è possibile! 
Trattalo come deve essere trattato, e vedrai che non gli passerà neppure per l'anticamera del cervello. Non è ancora stato a sufficienza con il Nemico per possedere già una vera umiltà. Le parole che ripete, anche in ginocchio, sui suoi numerosi peccati, le ripete pappagallescamente. 
In fondo crede ancora che lasciandosi convertire, ha fatto salire di molto un saldo attivo in suo favore nel libro maestro del Nemico, e crede di dimostrare grande umiltà e degnazione solo andando in chiesa con codesti 'compiaciuti' vicini, gente comune. Mantienigli la mente in questo stato il più a lungo possibile.

Tuo affezionatissimo zio.
Berlicche

- Clive Staples Lewis - 

Questo racconto è tratto dal libro 'Le lettere di Berlicche' (Racconto II) di C.S. Lewis; è una lettera che Berlicche, il capo dei diavoli, scrive a suo nipote Malacoda offrendogli preziosi consigli su come tentare il suo 'paziente', un giovane uomo che cercava di vivere bene.



Ci sono state delle volte in cui ho pensato che non desideriamo il Cielo, ma più spesso mi trovo a chiedermi se, nel fondo del cuore, non abbiamo mai desiderato altro. …

- Clive Staples Lewis - 



"Comincio a sospettare che il mondo si divida non solo in felici e infelici, ma in chi ama la felicità e in chi, per quanto strano possa sembrare, non la ama affatto. [...]
Siamo creature superficiali che giocano con l’alcol, il sesso e l’ambizione quando invece ci viene offerta una gioia infinita; come un bambino ignorante che vuole continuare a fare formine di sabbia in un vicolo, perchè non immagina nemmeno cosa sia la prospettiva di una vacanza al mare.
Ci accontentiamo troppo facilmente”.

- Clive Staples Lewis -



“Essere un cristiano significa perdonare l’imperdonabile,
perché Dio ha perdonato l’imperdonabile in te.”

Clive Staples Lewis 

(1898 – 1963)



Buona giornata a tutti. :-)

martedì 8 giugno 2021

Ogni caso - Wisława Szymborska

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.


- Wisława Szymborska - 

Giusto...! Giusto essere oltre la paura...

"Mi raccomando: continuiamo così. Continuiamo a negare i presepi, le visite ai musei di arte sacra, le canzoncine di Natale, le lezioni di religione a scuola. Continuiamo ad estromettere Dio dalla società, dalla politica, cultura, dalla scuola, dalla nostra vita. 
Continuiamo ad impedire ai Papi di parlare nelle Università e ad immergere il Crocifisso nell'urina. 
Continuiamo a imperversare col nostro laicismo nichilista, a distruggere ogni valore tradizionale tacciandolo di clericalismo, ad etichettare ogni pensiero difforme da quello imperante come fascismo, omofobia, intolleranza. Continuiamo a negare le radici cristiane di questa nostra Europa" (cit.)



Nous croyons au seul Dieu, Notre-Seigneur Jésus-Christ, avec le Père et le Saint-Esprit, et nous serons toujours fidèles à Son unique Épouse, l'Église Une, Sainte, Catholique, Apostolique et Romaine.



Nessuna forma di terrorismo ci deve fare paura! 
Abbiamo la più potente arma: GESU' EUCARESTIA!

"Adesso è solo dolore. Anche la paura è legittima. Ma l'odio no. Non ce la faranno mai a riempirmi di odio. Chi odia è già morto" (cit.).


 "Dio non si compiace del sangue, non agire secondo ragione, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte".

- papa Benedetto XVI -

Aula Magna dell’Università di Regensburg
Martedì, 12 settembre 2006
















….siate forti contro il «nemico».
Vergine bella come la luna, delizia del cielo, nel cui volto guardano i beati e si specchiano gli angeli, fa che noi, tuoi figliuoli, ti assomigliamo e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellezza, che non tramonta con gli anni, ma che rifulge nell’eternità.
O Maria, sole del cielo, risveglia la vita dovunque è morte rischiara gli spiriti dove sono le tenebre.
Rispecchiandoti nell’ alto dei tuoi figli, concedi a noi un riflesso del tuo lume e del tuo fervore.
O Maria, forte come un esercito, dona alle nostre schiere la vittoria.
Siamo tanto deboli, e il nostro nemico infierisce con tanta superbia.
Ma con la tua bandiera ci sentiamo sicuri di vincerlo; egli conosce il vigore del tuo piede, egli teme la maestà del tuo sguardo.
Salvaci, o Maria, bella come la luna, eletta come il sole, forte come un esercito schierato, sorretto non dall’odio, ma dalla fiamma dell’amore.
Così sia.

- S.S.Pio XII - 


Buona giornata a tutti. :-)

martedì 29 settembre 2020

San Michele arcangelo, protettore del regno di Cristo sulla terra, proteggici!

San Michele arcangelo , umile difensore della Chiesa e nostro protettore , ottienici da Dio il coraggio di lottare contro il male , di vincere la pigrizia spirituale e di amare la vita comunitaria .

Tieni sempre vivo in noi l'amore verso la Trinità e la Madonna.
Fà che le nostre azioni mirino alla gloria di Dio e possiamo compiere con rettitudine il poco bene che sapremo fare .

Che la nostra vita sia testimonianza di fede e di serenità.
Aiutaci a saper donare il sorriso dell'amicizia e ad accendere nei cuori la speranza .

Che i nostri fratelli guardino il volto di Cristo e che i bisogni degli altri siano anteposti ai nostri .
Fà che non aspettiamo riconoscenza per il nostro servizio e donaci sempre nuovo zelo nel lavoro silenzioso di ogni giorno.

Ti chiediamo per la Chiesa protezione continua , per le famiglie comprensione tra i membri ; per il mondo , la pace , per tutti l 'amore , il lavoro , la gioia e per i nostri defunti il riposo eterno.
Amen.




A San Michele Arcangelo, Capo dell'Esercito Celeste 

San Michele arcangelo, eccelso principe degli angeli, che rivolgi continuamente il tuo sguardo ardente verso il trono di Dio di cui difendi la gloria , guida 
l 'esercito celeste degli angeli che proteggono ogni uomo , 
in virtù del tuo nome che significa "Chi come Dio?".
Sii forte sostegno di quanti desiderano salvarsi.
Il tuo esempio di fedeltà a Dio ci sostenga nella nostra lotta 
contro i cattivi costumi e contro ogni peccato.
Ottieni da Dio, per noi che ti invochiamo,
la grazia di vivere quotidianamente gli impegni del battesimo. 
Fiduciosi della tua protezione potremo difenderci 

dalle insidie delle tentazioni di satana e, 
vivendo nella purezza e nella pietà 
speriamo di essere degni di comparire un giorno 
davanti al trono del Re della gloria .

San Michele arcangelo.
Aiutaci.
San Michele arcangelo.
Difendici.
San Michele arcangelo .
Proteggici e accompagnaci nella gloria eterna.



Supplica a San Michele

Angelo che sei a capo della milizia celeste, 

non mi abbandonare.
Quante volte ti ho addolorato con le mie colpe .
Ti prego, in mezzo ai pericoli che mi circondano, 
di difendermi contro gli spiriti maligni 
che cercano di ingannarmi con la lusinga, 
il dubbio e che attraverso le tentazioni 
tentano di indebolire le mie forze .
Non lasciarmi esposto ai colpi del nemico che cerca di perdermi .
Fa che io possa aprirmi alle tue ispirazioni e fa scendere nel mio animo l'amore divino che arde nel tuo cuore e in quello dei tuoi angeli .
Fa che , al termine della mia vita terrena, 
possa venire a godere l'eterna beatitudine nel regno di Gesù, 
regno di Pace, amore e gioia .

Amen

San Michele arcangelo.
Prega per noi 


San Michele arcangelo, protettore del regno di Cristo sulla terra, proteggici!

www.leggoerifletto.it


martedì 14 gennaio 2020

L’inferno è dentro di noi, non fuori

Un sant’uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese:
Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno“.
Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. C’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno“.
Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda ed il recipiente che gli fece venire l’acquolina in bocca. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta però erano ben nutrite e conversavano felici tra di loro, sorridendo.
Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco!
È semplice” – rispose Dio – “essi hanno imparato a nutrirsi reciprocamente, gli uni con gli altri. I primi invece pensano solo a loro stessi.

Morale: Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura. La differenza la portiamo dentro di noi.



Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. 
La fecondità è un perpetuo compromesso tra l'essere ed il nulla. 
L'eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L'inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l'ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d'un giorno d'estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. 
Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un'alba senza tramonto. 
L'abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. 
L'uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell'unità. 
La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l'imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. 
Bisogna desiderare vederlo eternamente. 
L'inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento. 

- Gustave Thibon -


Buona giornata a tutti. :-)







domenica 22 settembre 2019

Il Demonio e l’Inferno: come parlarne ai bambini? - Don Gabriele Amorth

Da più parti mi sento rivolgere questa domanda che interessa genitori, catechisti, educatori.
Il Signore si rivelò nell’Antico Testamento per mezzo dei profeti, e infine si manifestò nel ministero pubblico di Cristo: insegnò sempre l’intera verità a tutti, grandi e piccoli. 
Certamente i bambini ne avevano una comprensione conforme alla loro intelligenza; anche l’insegnamento privato deve tener conto dell’età e del metodo che si deve usare con i fanciulli, conforme alla loro comprensione. Ma sarebbe un grave errore nascondere ai bambini delle verità, temendo di spaventarli.

Mi vengono in mente, in proposito, le osservazioni di Suor Lucia di Fatima quando, già in età matura, ripensava a quel famoso 13 luglio 1917, in cui la Madonna fece vedere l’inferno ai piccoli veggenti e rivelò loro i famosi tre segreti. 
Ebbene, Lucia fa notare: “Qualche volta si teme di parlare dell’inferno ai bambini, per paura di spaventarli. La Madonna invece, quasi senza tener conto della nostra età (rispettivamente 7, 9, 10 anni), non solo ci parlò dell’inferno, ma ce lo fece vedere e ne fummo terrorizzati a tal punto che saremmo morti di paura, se Lei non ci avesse assicurato poco prima che ci avrebbe portati in Paradiso”. 
Da questa visione e dalla visione delle anime che in massa precipitavano nell’inferno, venne ai tre fanciulli uno slancio enorme di riparazione, uno zelo ininterrotto a offrire sacrifici per la conversione dei peccatori.

Quando Gesù parlava dell’inferno ne parlava a tutti, anche ai bambini, sulla cui presenza i Vangeli ci informano più volte. 


I messaggi mariani di Medjugorje vengono diffusi per tutti; non passano attraverso nessuna censura che ne dia una forma ridotta per i fanciulli. Ognuno poi comprende e ritiene secondo le sue capacità; ma non è detto che i fanciulli capiscano meno degli adulti: l’effetto prodotto dalla vista dell’inferno da parte dei bambini di Fatima ci dice che molte volte i fanciulli sanno comprendere perfettamente, alla lettera, senza minimizzare come fanno tanti adulti (e teologi...); e poi si comportano di conseguenza, con una coerenza anche eroica.


Credo inoltre che ci siano alcuni concetti fondamentali su cui si possa e si debba insistere con i bambini. Sono concetti basilari, tali da non spaventare nessuno, e che certamente dovrebbero essere ben tenuti presenti anche dagli adulti.

1 - Un primo concetto è che Dio è buono e ha creato buone tutte le cose e tutti gli esseri, specie quelli intelligenti e immortali: angeli e uomini. Dio non ha creato i diavoli cattivi; ha creato solo angeli buoni. Ma ha dato agli angeli (come poi agli uomini) il dono della libertà. Alcuni angeli hanno usato male di questo dono: si sono sentiti così grandi nel loro orgog1io, da disobbedire a Dio, da opporsi a Dio; così invece di seguire il bene, hanno seguito il male. E invece di rimanere angeli luminosi e felici, sono diventati demoni tenebrosi e disgraziati; si sono condannati da sè all’eterno supplizio dell’inferno. Anche nelle favole, che sono semplici fatterelli inventati, si tiene conto di questa realtà: chi non fa il suo dovere può finire male e degradarsi. Ad esempio Pinocchio, per non voler studiare ma solo giocare, diventa.., un asino.
Anche noi uomini siamo stati creati da Dio buoni e per il bene. Il fine a cui siamo destinati è il Paradiso. Ma Dio ci ha dato il dono della libertà, che rende meritevole il bene che facciamo. Però se compiamo il male ne abbiamo colpa, e ci condanniamo da noi stessi al castigo. In sostanza: chi fa il bene riceve il bene; chi fa il male riceve il male.

2 - Il demonio, essendo diventato nemico di Dio, cerca di fare in modo che anche l’uomo si distacchi da Dio e lo disubbidisca; ecco perchè ci tenta. 


Dio ci ha dato gli angeli che ci proteggono; ognuno di noi ha il suo angelo custode. Ma dipende da noi ubbidire alle tentazioni del demonio o alla voce dell’angelo. Perciò non dobbiamo avere nessuna paura, ma essere fedeli a Dio: chi è fedele a Dio va in Paradiso, come li angeli e i santi; chi si ribella a Dio va all’inferno, come i demoni.


3 - Il demonio ha i suoi alleati, da cui dobbiamo stare in guardia. I primi alleati sono le nostre passioni disordinate, che vanno tenute a freno col dominio di sè, con i sacrifici volontari (fioretti), con le azioni virtuose, la preghiera, i sacramenti. Poi ci sono altri alleati del demonio, che sono le occasioni di male che il mondo può presentare: compagnie cattive, letture o spettacoli non buoni (oggi e particolarmente pericolosa la televisione, che va usata con parsimonia e stando bene attenti alla scelta dei programmi). Fin da piccoli è necessario saper distinguere ciò che è bene da ciò che è male, quello che piace a Dio da quello che è contro i suoi insegnamenti: ubbidendo al Signore ci si comporta come gli angeli; disubbidendo a Dio ci si comporta come i demoni.

Come si vede, si può benissimo parlare del diavolo anche ai bambini, insegnando loro a non averne nessuna paura, perchè il diavolo non può farci nessun male se non siamo noi a volerlo. Ma si può prendere benissimo l’esempio dagli angeli e dai demoni per far distinguere il bene dal male, l’ubbidienza a Dio dalla disubbidienza a Lui; e, di conseguenza, il premio e il castigo che dipendono dal nostro comportamento.

- Don Gabriele Amorth -




"Il demonio ha un’ unica porta per entrare nell'animo nostro: la volontà; delle porte segrete non ve ne sono.
Nessun peccato è tale, se non è stato commesso con la volontà.
Quando non c'entra la volontà, non c'entra il peccato, ma debolezza umana." 


- Padre Pio da Pietrelcina - 


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giovedì 19 settembre 2019

L'Ultimo Posto – don Bruno Ferrero

L'Inferno era al completo ormai, e fuori della porta una lunga fila di persone attendeva ancora di entrare. Il diavolo fu costretto a bloccare all'ingresso tutti i nuovi aspiranti.

"E' rimasto un solo posto libero, e logicamente deve toccare al più grosso dei peccatori", proclamò.
"C'è almeno qualche pluriomicida tra voi?".
Per trovare il peggiore di tutti, il diavolo cominciò ad esaminare i peccatori in coda.
Dopo un po' ne vide uno di cui non si era accorto prima.
"Che cosa hai fatto tu?", gli chiese. "Niente. Io sono un uomo buono e sono qui solo per un equivoco".
"Hai fatto certamente qualcosa", ghignò il diavolo, "tutti fanno qualcosa."
"Ah, lo so bene", disse l'uomo convinto, "ma io mi sono sempre tenuto alla larga. Ho visto come gli uomini perseguitavano altri uomini, ma non ho partecipato a quella folle caccia. Lasciano morire di fame i bambini e li vendono come schiavi; hanno emarginato i deboli come spazzatura. Non fanno che escogitare perfidie e imbrogli per ingannarsi a vicenda. Io solo ho resistito alla tentazione e non ho fatto niente. Mai".
"Assolutamente niente?", chiese il diavolo incredulo. "Sei sicuro di aver visto tutto?".
"Con i miei occhi!".
"E non hai fatto niente?", ripeté il diavolo. "No!".
Il diavolo ridacchiò: "Entra, amico mio. Il posto è tuo!". 



Un sant'uomo passeggiava per la città quando si imbatté in una bambina dagli abiti laceri che chiedeva l'elemosina.
Rivolse il pensiero al Signore: "Dio, come puoi permettere una cosa del genere? Ti prego, fa' qualcosa".
Alla sera il telegiornale gli mostrò scene di morte, occhi di bambini moribondi e corpi straziati.
Di nuovo pregò: "Signore, quanta miseria. Fai qualcosa!".
Nella notte, il Signore gli disse chiaramente: "Io ho già fatto qualcosa: ho fatto te!".



“Amerai il tuo prossimo come te stesso”. 
L'indifferenza porta dritti.... all' inferno.

- Don Bruno Ferrero -
Fonte:  Solo il Vento lo sa di Bruno Ferreo, Casa Editrice: ElleDiCi



“Il peccato non è rivelatore dell'uomo, non dice chi siamo veramente; non è dal male che emerge la nostra realtà. L'uomo non coincide col suo peccato, ma con le sue possibilità, con ciò che può diventare, con i semi di vita, con il buon grano che ha in sé. 
Solo il positivo rivela l'uomo, solo la bellezza. La tua bellezza è la tua verità. 
Per questo Gesù perdona, perché vede noi oltre noi, ci vede in un giardino di possibilità. E vede la nostra vita "d'ora in avanti", come una vita che va di inizio in inizio. Di primavera in primavera. L'argomento del giudizio universale, l'argomento del contendere cosmico con Dio, non sarà il male ma il bene. 
Dio non ci chiederà conto di quanto male abbiamo commesso, ma di quanto bene abbiamo compiuto”. 

- Ermes Maria Ronchi -
sacerdote e teologo


Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 7 ottobre 2018

7 Ottobre 2018 - 447° Anniversario della Battaglia di Lepanto


Non ci si poteva esimere dal ricordare ancora questa data, solitamente taciuta dai media, ma anche dalla Chiesa recente, tutta presa a scusarsi anche di essersi difesa: ha mutato la vita nel nostro Continente a quel tempo, e per i secoli a venire; e, insieme, ci lascia misurare con inquietudine quanto la situazione nelle nostre terre sia mutata oggi, e di segno opposto.

7 ottobre 1571: San Pio V, il Papa di Lepanto



Per dieci anni, così si espresse Pio V col cardinale Santori, deve farsi guerra ai Turchi per mare e per terra. La bolla del giubileo, in data 12 marzo 1572, concedeva a tutti coloro, che prendevano essi stessi le armi o volevano equipaggiare un altro o contribuire con denaro, le stesse indulgenze che per il passato avevano acquistate i crociati; i beni di quelli, che partivano per la guerra, dovevano essere sotto la protezione della Chiesa nè potevano venire pregiudicati da chicchessia; tutte le loro liti dovevano sospendersi fino al loro ritorno o a che ne fosse accertata la morte ed essi dovevano restare esenti da ogni tributo.
Da una notizia del 15 marzo 1572 appare quanto la faccenda tenesse occupato il papa: in questa settimana si sono tenute in Vaticano niente meno che tre consulte in proposito. Per infervorare Don Juan, alla fine di marzo del 1572 gli vennero mandati come speciale distinzione lo stocco e il berretto benedetti a Natale. Con nuove speranze Pio V guardava al futuro: buona ventura gli risparmiò di vedere che la gloriosa vittoria di Lepanto rimanesse senza immediate conseguenze strategiche e politiche a causa della gelosia e dell’egoismo degli spagnuoli e veneziani, che dal febbraio 1572 disputarono sulle spese della spedizione dell’anno passato. Tanto più grandi furono però gli effetti mediati.
Quanto profondamente venisse scosso l’impero del sultano, risulta dal movimento che prese i suoi sudditi cristiani. Non era affatto ingiustificata la speranza d’una insurrezione di cui sarebbe stata la base la popolazione cristiana di Costantinopoli e Pera, che contava 40,000 uomini. Aggiungevasi la sensibile perdita della grande flotta, che d’un colpo era stata annientata con tutta l’artiglieria e l’equipaggio difficile a surrogarsi.
Se anche, in seguito della grandiosa organizzazione dell’impero e della straordinaria attività di Occhiali, si riuscì a creare un nuovo equivalente, l’avvenire doveva tuttavia insegnare che dalla battaglia di Lepanto data la lenta decadenza di tutta la forza navale di Turchia: era stato messo un termine al suo avanzare e l’incubo della sua invincibilità era stato per la prima volta distrutto. Ciò sentì istintivamente il mondo cristiano ora respirante più agevolmente. Di qui la letizia interminabile, che passò rumorosa per tutti i paesi. «Fu per noi tutti come un sogno», scrisse l’11 novembre 1571 a Don Juan da Madrid Luis de Alzamara; “credemmo di riconoscere l’immediato intervento di Dio”.
Le chiese de’ paesi cattolici risuonarono dell’inno di ringraziamento, il Te Deum. Primo fra tutti Pio V richiamò il pensiero al cielo: nelle medaglie commemorative, che fece coniare, egli pose le parole del salmista: “la destra del Signore ha fatto cose grandi; da Dio questo proviene”. Poiché la battaglia era stata guadagnata la prima domenica d’ottobre, in cui a Roma le confraternite del rosario facevano le loro processioni, Pio V considerò autrice della vittoria la potente interceditrice, la misericordiosa madre della cristianità e quindi ordinò che ogni anno nel giorno della battaglia si celebrasse una festa di ringraziamento come “commemorazione della nostra Donna della vittoria”.
Addì 1° aprile 1573 il suo successore Gregorio XIII stabilì che la festa venisse in seguito celebrata come festa del Rosario la prima domenica d’ottobre. In Ispagna e Italia, i paesi più minacciati dai Turchi, sorsero ben presto chiese e cappelle dedicate a Maria della Vittoria. Il senato veneto pose sotto la rappresentazione della battaglia nel palazzo dei dogi le parole: “né potenza e armi né duci, ma la Madonna del Rosario ci ha aiutato a vincere”. Molte città, come ad es. Genova, fecero dipingere la Madonna del Rosario sulle loro porte ed altre introdussero nelle loro armi l’immagine di Maria che sta sulla mezza luna.

Fonte: Chiesa e postconcilio, 7.10.2015





Lepanto fu sicuramente il più affollato scontro militare del secolo e vide 230 navi turche contrapposte a 208 navi cristiane. Sulle navi si trovavano almeno 160000 fra soldati, marinai e rematori.
Secondo la tradizione marittima mediterranea, le navi presenti a Lepanto erano perlopiù galere, mosse dalla forza dei remi. Lo svolgimento della battaglia dipese dalla rapidità delle manovre di cui le galere erano capaci e, rispetto alle battaglie navali del Mediterraneo antico, si differenziò essenzialmente per la presenza dei cannoni a bordo delle navi.


Intorno allo stendardo benedetto da Papa San Pio V si strinsero le galeazze veneziane e le galee dell'Impero spagnolo; le navi dello Stato Pontificio e i legni da guerra genovesi e sabaudi. Persino le litigiose repubbliche italiane si schierarono fianco a fianco: per difendere un sistema economico e commerciale, certo (i turchi minacciavano il possedimento veneziano di Cipro); ma i Cristiani erano anche animati dallo spirito di Crociata contro il comune nemico "infedele".
Era - inutile negarlo - uno scontro di civiltà, cui contribuì anche il martirio di Marcantonio Bragadin, governatore veneziano di Cipro catturato dai mori e da essi orribilmente torturato per non essersi convertito all'islam. La vittoria fu celebrata in Occidente come il trionfo del Dio cristiano sul pericolo mai sopito d'una invasione islamica e qualcuno volle vedervi anche il possibile inizio di una nuova Crociata."

San Pio V (Antonio Ghislieri) Papa - 30 aprile


Buona giornata a tutti. :-)