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lunedì 26 febbraio 2024

Non ho più tempo ... - Mario De Andreade

Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. 

Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.

Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute. Il mio tempo è troppo breve: voglio l'essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà. È l'essenziale che fa valer la pena di vivere.

Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell'anima. Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l'intensità che solo la maturità sa dare. 

Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. 

Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. 

- Mario De Andreade - (1893-1945)


Tu non hai bisogno di fingere che sei forte, non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene, non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi perché è bene che tu pianga fino all'ultima lacrima, poiché soltanto allora potrai tornare a sorridere.

- Paulo Coelho - 

 

O Signore,
mostrami ciò che in me è disordine, confusione.
Purifica il mio cuore,
ordina i miei desideri,
rettifica le mie intenzioni;
affinché io scelga prima di tutto te,
Bene supremo
e affinché io veda tutti gli altri beni
che sono necessari a me e agli altri,
per i quali bisogna lavorare.

Signore,
tutte le cose del mondo sono belle,
ma nell’ordine dell’amore che Gesù ci insegna,
che tu, Gesù, nostro Messia,
vero uomo e vero Dio,
ci insegni con la tua morte e la tua resurrezione.

- card. Carlo Maria Martini - 


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it



giovedì 8 febbraio 2024

Il frutto nella fontana

 Una donna si recò alla fontana, piccolo specchio tremolante, limpidissimo, tra gli alberi del bosco.
Mentre s'apprestava a immergere l'anfora per attingere l'acqua, la donna vi scorse un grosso frutto roseo, cosi bello che pareva dire: "Prendimi!"
Allungò il braccio per afferrarlo, ma quello sparì, come nuotando, e riapparve soltanto quando la donna ritirò la mano dall'acqua. Così per due o tre volte.
Allora la donna pensò di prosciugare la fontana e si mise al lavoro per estrarre l'acqua. 
Lavorò a lungo, sempre tenendo d'occhio il frutto misterioso. Ma quando ebbe estratto tutta l'acqua s'accorse che il frutto non c'era più.
Delusa per quell'incantesimo, stava per tornarsene a casa, quando udì una voce tra gli alberi. Un uccelletto posato sui rami più bassi parlava:
-Perchè cerchi laggiù nel pantano? Guarda in alto. Il frutto è lassù.
La donna alzò gli occhi e, appeso ad un ramo sopra la fontana, scorse il bellissimo frutto, di cui nell'acqua aveva visto solo il riflesso...

(Favole africane)

>> il frutto riflesso nell'acqua è simbolo dei beni illusori e irraggiungibili che spesso inseguiamo, ricerchiamo la felicità nel possesso di un oggetto o di un luogo.
Ma spesso rimaniamo delusi, poichè ricerchiamo la felicità nella direzione sbagliata <<



Lo stile di Dio è la «semplicità»: inutile cercarlo nello «spettacolo mondano». Anche nella nostra vita egli agisce sempre «nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»... «Volevano lo spettacolo». 
Ma «lo stile del buon Dio non è fare lo spettacolo: Dio agisce nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»...
Perché «il Signore fa le cose semplicemente. 
Ti parla silenziosamente al cuore.

- papa Francesco -





Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera. 

- Santa Faustina Kowalska -





Buona giornata a tutti :-)


martedì 6 febbraio 2024

Beato il cuore

 Beato il cuore che fa spazio a tutti dentro di sé e trova sempre al suo interno un angolino libero per l'ultimo che arriva.
Beato il cuore che non riesce a chiamare estraneo anche il più diverso, ma vive l'accoglienza come legge fondamentale, perché questo è il Vangelo.
Beato il cuore che vive un continuo "Eccomi" agli altri, a Dio e a stesso: crescerà fino alla pienezza.
Beato il cuore che si fa solidale nella verità con tutti e ciascuno, in ogni situazione, nella buona e nella cattiva salute: sarà artefice della civiltà dell'amore.
Beato il cuore che non è gonfio di sé, non si vanta, non manca di rispetto: sarà beato perché perdendo se stesso si ritrova.
Beato il cuore che si compiace della verità, della giustizia e della purezza: sarà specchio di Dio e città sul monte.
Beato il cuore che si lascia compromettere dalla sofferenza degli altri ed offre solidarietà, asilo, speranza: realizzerà l'unità dei fratelli.
Beato il cuore che non conosce il colore della pelle o la diversità delle lingue, ma solo il linguaggio degli occhi, del sorriso, del volto e della luce di Dio: sarà rigeneratore di speranza.
Beato il cuore che vive l'attenzione agli altri, la generosità, l'autenticità della vita e una presenza operosa: sarà costruttore del Regno di Dio.

Beato il cuore mite e umile, perché sarà una nuova incarnazione del Cuore di Cristo.



La fede si trasmette più per generazione che per indottrinamento.
Questo perché la parola della vita è molto più eloquente e convincente della dialettica discorsiva.
Ad ognuno di noi è affidato un numero di anime da generare alla vita con e in Cristo. Se manchiamo a questo impegno, ci saranno boccioli che non fioriranno perché non li abbiamo avvolti del calore di uno sguardo, dall’irradiazione di un sorriso, dalla cura di un silenzio che ascolta. 
Saremmo, in un certo senso, fautori di un “aborto” spirituale.

- Robert Cheaib - 


...L'uomo sa che non può rispondere da solo al proprio bisogno fondamentale di capire. Per quanto si sia illuso e si illuda tuttora di essere autosufficiente, egli fa l'esperienza di non bastare a se stesso. 
Ha bisogno di aprirsi ad altro, a qualcosa o a qualcuno, che possa donargli ciò che gli manca, deve uscire da se stesso verso Colui che sia in grado di colmare l'ampiezza e la profondità del suo desiderio.
L'uomo porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l'Assoluto; l'uomo porta in sé il desiderio di Dio. E l'uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare......
Questa attrazione verso Dio, che Dio stesso ha posto nell'uomo, è l'anima della preghiera, che si riveste poi di tante forme e modalità secondo la storia, il tempo, il momento, la grazia e persino il peccato di ciascun orante.........

- papa Benedetto XVI - 
dalla Catechesi dell'Udienza Generale dell' 11 maggio 2011 




Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 8 gennaio 2023

Gennaio – Giovanni Pascoli

                                            Nevica: l'aria brulica di bianco;
la terra è bianca, neve sopra neve;
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco,
cade del bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera;
passano bimbi; un balbettio di pianto;
passa una madre; passa una preghiera!

- Giovanni Pascoli -


Per Natale metto dentro al nido una piccola statua di Gesù Bambino che, insieme all'albero, mi accompagna fino all'Epifania che, come dice il proverbio, tutte le feste si porta via.
Ma nella mia casa non porta via niente, perché la festa continua, la vita continua, perché Dio continua fino all'eternità.

- Adriana Zarri -
da: "Un eremo non è un guscio di lumaca"


Il coraggio 

Il coraggio
 
non è la quercia svettante
che vede le tempeste
andare e venire.
E’ il fragile bocciolo 
che spunta
nella neve.

- Alice Mackenzie Swaim -


Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 22 novembre 2022

Ma perchè - David Grossman

Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? 
Perché dopo trent’anni, in un caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? 
Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? 
Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? 
Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei quì? 
Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’? 
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.

- David Grossman - 
da: Qualcuno con cui correre



Il treno del tempo è un treno che spinge davanti a sé le sue rotaie. 
Il fiume del tempo è un fiume che porta con sé le sue rive. 
Chi viaggia si muove tra pareti solide su un pavimento solido; ma pavimento e pareti son messi insensibilmente in moto rapidissimo dai moti dei viaggiatori.

- Robert Musil - 
"L’uomo senza qualità"

Amo tutto ciò che scorre, tutto ciò che ha in sé tempo e divenire, che ci riporta al principio dove non c’è mai fine: la violenza dei profeti, l’oscenità che è estasi, la saggezza del fanatico, il prete con la sua gommosa litania, le parole sozze della puttana, lo sputo portato via nella fogna, il latte della mammella e l’amaro miele che si riversa dall’utero, tutto ciò che è fluido, fuso, dissoluto e dissolvente, tutto il pus e il sudiciume che scorrendo si purifica, che perde il suo senso originario, che fa il grande circuito verso la morte e la dissoluzione. Il grande desiderio incestuoso è scorrere all’unisono col tempo, fondere la grande immagine dell’aldilà con quella dell’hic et nunc. 
Un desiderio fatuo, suicida, reso stitico dalle parole e paralizzato dal pensiero.

- Henry Miller - 
da: "Tropico del cancro"



Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 16 ottobre 2021

Il granellino di sabbia

Un’onda portò tra le valve di un'ostrica un granellino di sabbia. 
L’ostrica si scosse infastidita, ma non riuscì in alcun modo ad espellerla. 
Anzi, più si muoveva, più l’intruso si insinuava in profondità e la tormentava.
L’ostrica iniziò a preoccuparsi: il granellino di sabbia la irritava e le prudeva. 
La poveretta non riusciva neppure più a dormire e passava il tempo a lamentarsi.
Le stelle marine, i granchi e i ricci di mare, le dicevano:
"Non agitarti!....Non vedi che non c’è nulla da fare?"
Ma lei...niente! 
Continuava a sbuffare, ad avere l'aria depressa, diceva che nessun altro soffriva come lei, che il destino era stato cattivo nei suoi confronti. 
Cercava a tutti i costi la comprensione degli altri dichiarandosi afflitta, sconsolata, abbandonata ed incompresa.
Così accadde che con il passar del tempo nessuno più la poteva sopportare.
Afferrata dall'ansia, l'ostrica si chiuse in sé stessa e cadde nella depressione.
Ma infine, vedendo che tutta la sua ansia e la sua agitazione non avevano fatto altro che peggiorare le cose, si mise il cuore in pace.
Pensò: "Se faccio finta di nulla sto bene per un po' ma prima o dopo il granellino si farà sentire....Proverò ad affrontarlo, accettarlo e a farlo entrare nella mia vita".
Si fece forza, trovò dentro di sé un angolino per quell’ospite scomodo e gli disse:
"Sta bene! Se non posso mandarti via, d’ora in avanti ti tratterò come un ospite speciale!"
L’ostrica, da quel giorno, non solo s’accorse che il granellino di sabbia non le faceva più male e non la infastidiva più, ma sentiva anche che qualcosa di raro e prezioso cresceva dentro di lei. 
Protetta dalla conchiglia, infatti, l'ospite considerato una volta fastidioso stava diventando una bellissima perla liscia e splendente.




Così anche noi tanto spesso ci lamentiamo senza fine per ogni difficoltà e dolore che si insinua inevitabilmente nella nostra vita.
Ci agitiamo anche per problemi di pochissimo conto, trasformandoli in drammi.
Sta a noi smettere di piangerci addosso e trovare la forza di convivere con le contrarietà, le complicazioni, gli ostacoli, le obiezioni e le contestazioni che affollano la nostra esistenza.
Convivere serenamente anche con la malattia.
Con il tempo scopriremo che, poiché Dio vuole per noi solo il nostro bene, tutto si trasforma in consolazione e letizia.
Ho conosciuto un giovane colpito da un male così detto "incurabile", che alle mie povere parole di conforto mi ha risposto:
"All'inizio mi sono ribellato...ho gridato al cielo contro questa ingiustizia. 

Ma poi ho capito che questo "male" è un dono prezioso perché mi ha permesso di comprendere la bellezza della vita ed accettare serenamente sorella morte"

- Massimo Arrighi - 
Diacono della Diocesi di Lecce





Che sia in questa vita o nell'altra non importa. 
L'importante sarà il modo in cui condurrai il tuo cuore, verso i confini della realtà.





Buona giornata a tutti :-)

martedì 12 ottobre 2021

Essere o non essere - William Shakespeare

"Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire…
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci esitare. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo,
gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione."

William Shakespeare -





L'uomo non ama il cambiamento perché cambiare significa guardare in fondo alla propria anima con sincerità mettendo in contesa se stessi e la propria vita. Bisogna essere coraggiosi per farlo, avere grandi ideali. La maggior parte degli uomini preferisce crogiolarsi nella mediocrità e fare del tempo lo stagno della propria esistenza.

- Erasmo da Rotterdam - 



Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, e se so di che cosa ti occupi saprò che cosa puoi diventare.

- Wolfgang Goethe - 




Buona giornata a tutti :-)

venerdì 8 ottobre 2021

Scacco alla morte – don Nardo Masetti

Un uomo molto ricco sta facendo il calcolo di tutti i suoi beni: può veramente felicitarsi con se stesso. Ha tribolato tutta la vita, ha lavorato come un dannato, ma ora potrà vivere sontuosamente per tutto il resto dei suoi giorni. Ode improvvisamente un tocco delicato alla porta: si tratterà, come al solito, del suo cameriere che viene per augurargli la buona notte. Dice un abituale "Avanti!". Non è il servitore ma un personaggio che davvero non si sarebbe aspettato né così presto né in quel momento: la morte. Terrorizzato la supplica di attendere un giorno… un'ora, affinché possa mettere a posto le sue cose. Da tanto tempo non ha più pensato a Dio; come si fa a comparirgli davanti all'improvviso in uno stato simile?! 
La morte non risponde, ma continua ad avanzare verso di lui, gli tocca una spalla e compie inesorabilmente il suo ufficio. Dal campanile scoccano le ventuno. 

In una soffitta di una vecchia casa un uomo sta armeggiando con alcuni attrezzi, che ripone in una borsa di logora stoffa. Quella sarà la sua notte. Ha stentato tutto una vita, ma questa volta, se il colpo riuscirà, potrà vivere da ricco e levarsi tutte le soddisfazioni. Con due colleghi ha studiato il piano alla perfezione; ancora poche ore e poi via, con passaporti falsi verso un altro mondo. Sente bussare leggermente alla porta: saranno i colleghi. No, è la morte. L'uomo, oltre che terrorizzato, si mostra anche stizzito e protesta: "Tante volte ti ho desiderata, stanco della mia vita grama e mai sei venuta; ora che sto per cominciare a godere, lasciami la possibilità di gustare un solo giorno della nuova vita… almeno un'ora… almeno qualche minuto per pensare a Dio". La morte non risponde, ma continua ad avanzare verso l'uomo, lo tocca sulla spalla e compie inesorabilmente il suo ufficio. Dalla torre civica scoccano le ventidue.

Nel suo studio il vecchio vescovo sta riordinando le sue cose prima del riposo. Sente bussare alla porta: è la morte. Si alza e le va rispettosamente incontro, come è solito fare con ogni persona che vada da lui in udienza. Le dice: "A dire il vero non ti aspettavo questa sera; comunque sei la benvenuta". La morte si meraviglia: questo uomo non ha paura, non supplica, non ha nulla da chiedere; con titubanza avanza verso di lui. Dalla torre della cattedrale scoccano le ventitré. La morte si ferma di scatto e, con un senso di smarrimento, controlla il suo orologio: sono veramente le ventitrè. 

Confusa e incredula si scusa col vescovo: "Non mi è mai capitato di arrivare con un'ora di anticipo; tornerò fra un'ora, l'appuntamento è stabilito per la mezzanotte". Il vescovo la prega di fermarsi e, visto che ormai è lì, dichiara la sua disponibilità a partire in anticipo. La morte afferma che non può; ha ordini tassativi. Allora lui propone di trascorrere l'ora giocando una partita a scacchi, visto che non ha nulla da preparare per il viaggio eterno, avendo cercato di provvedervi, giorno dopo giorno, da moltissimo tempo. 

È una partita equilibrata, ma alla fine il vescovo, con una mossa pensata ed astuta, dà scacco matto la morte che, rassegnata sorride e allarga le braccia in segno di resa. Dalla torre della cattedrale scoccano le ventiquattro. 
I due personaggi si alzano e sotto braccio, come due buoni amici, escono dalla porta dello studio.

- don Nardo Masetti -


Padre Pio: Ascoltami
Io non so parlare con Gesù come facevi tu,
io non so amarLo come lo amavi tu,
io non so pregarLo come Lo pregavi tu.
Perciò ti prego, parla tu con Lui,
amaLo, pregaLo tu per me.
Intanto vieni, dammi la mano
E insieme camminiamo verso Gesù
Ma lungo la strada, ti prego Padre Pio,
insegnami a parlare con Gesù,
insegnami ad amarLo,
insegnami a pregarLo, come facevi tu.
E quando il labbro tace
e tace il cuore e tace l’anima
e dentro e fuori di me
è spenta ogni luce,
Padre Pio, ti prego,
fa che senta la tua voce
e nella tua voce io senta la voce di Gesù.

Preghiera per i malati

Signore, accogli le preghiere e i lamenti
di coloro che soffrono e
di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.

Tu che hai percorso la via del calvario
e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza
conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.

Dona loro:
la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese
il coraggio necessario per affrontare le avversità
la fiducia per credere in ciò che è possibile
la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto
la fede per confidare nella tua Provvidenza.

Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti
e strumenti della tua guarigione.

Benedici quanti nelle nostre comunità
si adoperano per accompagnare i malati
perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana
e si accostino con umiltà al mistero del dolore.

Aiutaci Signore a ricordarci
che non siamo nati felici o infelici,
ma che impariamo ad essere sereni
a seconda dell'atteggiamento che assumiamo
dinanzi alle prove della vita.

Guidaci, Signore,
a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.



Buona giornata a tutti :-)



domenica 26 settembre 2021

Prenditi tempo


Prenditi tempo
per amare ed essere amato
perché questo è il privilegio dato da Dio.
Prenditi tempo
per essere amabile
perché questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo
per ridere
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo
per dare
perché il giorno è troppo corto
per essere egoista.

(da “Tomate Tiempo”, poesia uruguayana)



"... Ma cavoli, basta sollevare gli occhi al cielo di notte per intuire che la vita di tutto questo universo è un mistero grandioso e noi che siamo uomini e abbiamo e possiamo avere la coscienza di ciò sprechiamo il nostro tempo afflitti da piccole banalità e da piccoli dolori, senza chiederci, perchè ci fa troppa paura ascoltarci per un attimo, ascoltare quella voce che parla in noi, che grida che la vita non può non avere un senso, senza chiederci perchè ci siamo, perchè siamo fatti così uno diverso dall'altro, eppure al fondo tutti con lo stesso desiderio.

Dio mio, ma perchè se queste domande e desideri ci sono, noi ci rassegniamo, viviamo in fondo disperati cioè non attendendoci niente dal domani, chiudendoci in una gabbia che diventa la nostra tomba e al limite concedendoci qualche ricordo nostalgico dei bei tempi, ma quali tempi! "

(da una lettera di Lidia Macchi)


Chiuso fra cose mortali. (Anche il cielo stellato finirà). Perché bramo Dio? 

(Ungaretti)


Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! …

(Fedor Dostoevsky)







Buona giornata a tutti :-)