Visualizzazione post con etichetta silence. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta silence. Mostra tutti i post

sabato 27 aprile 2024

Il Tempo

"C'è un tempo per tutti gli esseri; ma è un tempo che non è uguale per tutti. 
Il tempo delle cose non è il tempo degli animali, e quello degli animali non è il tempo degli uomini! 
E al di sopra di tutto e diverso da tutti c'è il tempo di Dio che tutti li riassume e li supera. 
Il cuore di Dio non batte secondo il ritmo del nostro cuore. Il suo movimento è quello della sua misericordia eterna che si espande nel tempo e non invecchia mai. 
È molto difficile per noi avere accesso a questo tempo divino; eppure soltanto là noi possiamo trovare la pace ".

- Eloi Leclerc-
da:  La sapienza di un povero

opera d’arte di Anna Landowska


 Il tempo passa e continuerà a passare,
ci ha già cambiato e ci cambierà ancora,
ma c’è una cosa che il tempo pur passando
non farà mai invecchiare,
è quel sentimento che non conosce limiti e confini,
a cui poco importa se verrà urlato o solo bisbigliato,
in quanto esso non si misura
con la voce che dalla gola scaturisce,
ma con l’intensità di quella voce che batte e da esso fuoriesce.

- Xavier Wheel - 


opera d’arte di Roman Velichko
 
Tempo
 
Quante volte ho sentito chiedere: se il tempo era compiuto perché siamo ancora qua?
Il tempo della misericordia di Dio non ha anni, mesi o millenni programmati.
Il Padre vuole dare sempre la possibilità a questi figli ribelli, di fermarsi ad ascoltarlo.
L' amore non cerca vendetta, non vuole il castigo ma la comunione con se stesso.

Troppo spesso siamo ripiegati su noi stessi, sui nostri problemi, sulle cose negate, sul tanto da fare anche solo per cambiare.

E in questo turbinio di propositi non ascoltiamo la voce che ci invita a seguirlo, che non promette ricchezza, assenza dal dolore o infinita sapienza, ma vuole darci la possibilità in questo tempo di entrare in sintonia con Lui.

Certamente non mancheranno le fiere a impedircelo, ma non dimentichiamo anche la presenza degli angeli, sempre pronti a sostenerci.

Coraggio allora, pur riconoscendo i nostri infiniti limiti e le nostre molteplici fragilità, riproviamo a fare spazio al Signore, chissà se non è questo il nostro tempo?

A piccoli passi avanziamo in questa nuova quaresima.

Con te, in te, sempre.

 - Silence - 


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it


domenica 3 marzo 2024

Il mito di Cura - Gaio Giulio Igino

«All’alba del mondo, la Dea Cura, mentre passeggiava pensierosa nella solitudine, arrivata sulla riva di un fiume, vide che i suoi piedi lasciavano un’impronta sull’argilla.

Cura infilò le mani in quel fango e vide che si modellava sotto le sue dita. Fece delle figure simili a sé. Vennero così perfette e belle che sembravano vere, così implorò Zeus che desse loro la Vita.

Zeus immediatamente esaudì la richiesta di Cura, per ricambiare la dedizione della Dea per tutte le volte che lo aveva assistito quando era stanco, massaggiato quando era indolenzito, ascoltato quando era preoccupato e consigliato su come alleviare le ansie dell’Universo.

“Per tutte le volte che ti sei preso cura di me, io ascolterò la tua preghiera”, disse.

Ma non appena Zeus vide la meraviglia sotto ai suoi occhi, le due forme d’argilla si muovevano e danzavano come divinità, volle appropriarsene, dando loro il nome. Nella discussione intervenne anche Gea.

Quando Cura, che amava ormai le sue creature, capì che quelli, piuttosto che abbandonare la disputa e la contesa, avrebbero distrutto la magia, corse a chiamare Crono il saggio.

Questi, dopo lunga meditazione, così sentenziò:

“Tu, Zeus, hai dato lo spirito. Alla loro morte, lo spirito tornerà a te”

“Tu, Gea, che hai dato l’argilla, alla loro morte riceverai il corpo”.

“Tu Cura, che per prima hai creato e fatto vivere il corpo, lo possiederai finché vivrà e si chiamerà Homo perché è stato tratto dall’ humus”.

Cura era felice, ma cominciò a rendersi presto conto che quelle due creature erano mortali e fragili, debolissime e incapaci di provvedere a se stessi autonomamente e se non costantemente nutrite, sostenute, restaurate, si rompevano. Erano costantemente vittima della natura, del tempo, dei pericoli esterni e continuavano ad ammaccarsi e rompersi. Nel frattempo Zeus progettava conquiste e potere per quelle creature e Gea organizzava lavori nei campi e subordinazione delle leggi del tempo.

Per Cura, invece, cominciarono le ansie e gli affanni per mantenere in vita quegli esseri fragilissimi: non dormiva più, non mangiava più, e sopperiva ad ogni loro mancanza, soprattutto quando cimentavano nei grandi progetti divini, che loro non riuscivano a portare a termine.

Si arrabbiava con Zeus, Gea e Crono, ricordando loro che era lei a dover organizzare la vita di Homo.

Ma gli altri non rinunciarono alle loro conquiste ambiziose, così sentenziarono di lasciare a Cura solo le creature più fragili e più inclini a sfaldarsi sotto il sole e a contatto con l’acqua e il vento.

Cura fu declassata a Dea inferiore, capace solo di occuparsi di persone ansiose e angosciate, inabili e fragili, soprattutto femmine. Ma Cura non si arrese e continuò a dispensare amore e attenzioni, a proteggere dalla malinconia, dai turbamenti, dalle ingiustizie e dagli inganni del tempo, dai dolori, dalle ossessioni e dalla paura di invecchiare. Parlava alle creature con amore, intrecciava i loro capelli come fossero un canto e donava loro le leggi del mondo. Intanto gli uomini, presi in faccende di potere e superiorità, non si ricordavano più di essere fragili oggetti di fango e continuavano a uccidere e soggiogare la Natura e tutte quelle anime fragili che continuavano a tornare a Cura chiedendole conforto.

Quando gli dei tutti si resero conto dell’opera di Cura, della sua dedizione e della sua instancabilità lei ormai era fuori dal tempo e dallo spazio. Era diventata per tutti la Curandera, colei capace nel silenzio di accollarsi le ansie e gli affanni, nell’inquietudine della precarietà umana, nella sua quotidiana esposizione alle difficoltà del mondo a guarirli con il canto delle mani e l’incanto della voce».

Gaio Giulio Igino, Higynus

da: "Il mito di cura", Liber Fabularum. II sec. D.C., favola numero 220

Da Wikipedia: Affresco proveniente da Pompei raffigurante il medico Iapige che cura Enea, assistito da Venere e Ascanio in apprensione (I sec., Museo Archeologico Nazionale di Napoli)

Tempo

 Quante volte ho sentito chiedere: 
se il tempo era compiuto perché siamo ancora qua?
Il tempo della misericordia di Dio non ha anni, mesi o millenni programmati.
Il Padre vuole dare sempre la possibilità a questi figli ribelli, 
di fermarsi ad ascoltarlo.
L' amore non cerca vendetta, non vuole il castigo 
ma la comunione con se stesso.
Troppo spesso siamo ripiegati su noi stessi, sui nostri problemi, 
sulle cose negate, sul tanto da fare anche solo per cambiare.
E in questo turbinio di propositi non ascoltiamo la voce che ci invita a seguirlo, che non promette ricchezza, assenza dal dolore o infinita sapienza, ma vuole darci la possibilità in questo tempo di entrare in sintonia con Lui.
Certamente non mancheranno le fiere a impedircelo, ma non dimentichiamo anche la presenza degli angeli, sempre pronti a sostenerci.
Coraggio allora, pur riconoscendo i nostri infiniti limiti e le nostre molteplici fragilità, riproviamo a fare spazio al Signore, 
chissà se non è questo il nostro tempo?
A piccoli passi avanziamo in questa nuova quaresima.
Con te, in te, sempre.

 Silence


Buona giornata a tutti :-)


seguimi sulla mia pagina YouTube







giovedì 25 gennaio 2024

I porcospini di Arthur Schopenauer

“Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. 
Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. 
Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. 
Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l’uno verso l’altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l’uno lontano dall’altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.

A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! 

− Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. − 

Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli.”


- Arthur Schopenauer - 




Gradini

Come ogni fior languisce e
giovinezza cede a vecchiaia,
anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce,
insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna.

Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami.

Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.

Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d’essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci,
ma su di grado in grado sollevarci.

Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo d’infiacchire nell’ignavia:
sol chi e’ disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.

Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a nuovi spazi:
della vita il richiamo non ha fine….
Su, cuore mio, congedati e guarisci…

- Hermann Hesse - 

Tutto sai 

Quando il mondo ti tradisce perchè ti meravigli fratello mio?

Gli affetti, le certezza umane, le nostre stesse forze sono foglie secche nel vento della vita.

Il bene del mondo, qualunque esso sia, è limitato dagli eventi, alle emozioni, all'età.

E rimani con le tue amarezze e le tue delusioni, e guardandoti attorno scopri che sei solo.

Di cosa ti meravigli sorella mia?

Il Maestro non ci aveva nascosto nulla, nessuna sua Parola è venuta meno.

I rinnegamenti del mondo, le delusioni con chi vivi o ami, il rimanere solo con la tua croce.

Tutto ci aveva detto.

Lui solo resta fedele, Lui solo ti accarezza le ferite, Lui solo sa leggere il tuo cuore, sentire e capire il tuo silenzio e non lasciarti mai.

Non sia turbato dunque il nostro cuore, andiamo avanti con fiducia, il Maestro ci precede e con Lui la vita eterna.

Con te, in te, sempre.

silence


Buona giornata a tutti :-)


seguimi sulla mia pagina YouTube