Visualizzazione post con etichetta stelle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta stelle. Mostra tutti i post

domenica 26 settembre 2021

Prenditi tempo


Prenditi tempo
per amare ed essere amato
perché questo è il privilegio dato da Dio.
Prenditi tempo
per essere amabile
perché questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo
per ridere
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo
per dare
perché il giorno è troppo corto
per essere egoista.

(da “Tomate Tiempo”, poesia uruguayana)



"... Ma cavoli, basta sollevare gli occhi al cielo di notte per intuire che la vita di tutto questo universo è un mistero grandioso e noi che siamo uomini e abbiamo e possiamo avere la coscienza di ciò sprechiamo il nostro tempo afflitti da piccole banalità e da piccoli dolori, senza chiederci, perchè ci fa troppa paura ascoltarci per un attimo, ascoltare quella voce che parla in noi, che grida che la vita non può non avere un senso, senza chiederci perchè ci siamo, perchè siamo fatti così uno diverso dall'altro, eppure al fondo tutti con lo stesso desiderio.

Dio mio, ma perchè se queste domande e desideri ci sono, noi ci rassegniamo, viviamo in fondo disperati cioè non attendendoci niente dal domani, chiudendoci in una gabbia che diventa la nostra tomba e al limite concedendoci qualche ricordo nostalgico dei bei tempi, ma quali tempi! "

(da una lettera di Lidia Macchi)


Chiuso fra cose mortali. (Anche il cielo stellato finirà). Perché bramo Dio? 

(Ungaretti)


Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? 
Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! …

(Fedor Dostoevsky)







Buona giornata a tutti :-)


venerdì 16 aprile 2021

Sperare - Phil Bosmans

La notte non può essere
così scura
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola stella.
Il deserto non può essere
così desolato
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola oasi.
Da qualche parte
ci rimane sempre
una piccola gioia.
Ci sono fiori che sbocciano
persino in inverno.

- Phil Bosmans -




La più grande prigione in cui le persone vivono 
è la paura di ciò che pensano gli altri.

- David Icke -






Questo è il mio augurio:

- Che ci prendiamo del tempo per fare .....niente. 
- Che possiamo liberarci dalle paure di quello che potrebbe succedere ma che ci impedisce di vivere il presente. 
- Che possiamo far si che siano i nostri obbiettivi l’energia che ci alimenta e non più le nostre paure. 
- che possiamo accettare sinceramente e profondamente che siamo tutti degli esseri meravigliosi ed infiniti.
- Che riusciamo ad accettare che siamo già tutto quello che vorremmo essere, questo ci da la tranquillità di raggiungere ciò che sentiamo come nostro obbiettivo.
- Che riusciamo ad accettare gli altri così come sono perché ognuno ha il suo proprio vissuto. E che possiamo vivere la grande serenità che questa consapevolezza ci porta. 
- Che possiamo ricominciare ad apprezzare le cose semplici, come quando eravamo bambini. 
- Che possiamo accettare che le cose più importanti nella nostra vita sono anche le più semplici. 
- Che possiamo dare valore ad ogni nostra pur piccola soddisfazione perché questo ci porta la vera pace.
- Che Sapendo che "simile chiama simile" capiamo che più sono gentile nei miei confronti più il mondo esterno rifletterà gentilezza nei miei confronti. 
- E che possiamo ridare la libertà al bambino in noi.

- Gustav Birth - 






Albert Camus ha scritto: - Nel bel mezzo dell'inverno ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate -. Che meravigliosa metafora per descrivere il nostro stato. Quest’invincibile e meravigliosa estate c’è già, dobbiamo solo scoprirla. Ecco a cosa ci è servito l’inverno.





Buona giornata a tutti. :-)


seguimi sulla mia pagina YouTube

mercoledì 19 dicembre 2018

La stella verde - don Angelo Saporiti

In cielo c'erano migliaia di stelle di tutti i colori: bianche, argentate, dorate, rosse, blu e verdi.

Un giorno andarono da Dio e dissero: "Desideriamo andare sulla terra e poter vivere tra la gente".
"Così sia", rispose Dio. "Io vi lascio così piccole come siete, così che discretamente possiate scendere sulla terra".
E così, in quella notte, ci fu una meravigliosa pioggia di stelle.
Qualcuna si fermò sul campanile, qualcun'altra volò con le lucciole sopra i campi, qualcun'altra ancora si mescolò tra i giocattoli dei bimbi, così che la terra era meravigliosamente scintillante.
Con il passare del tempo però le stelle decisero di lasciare la gente sulla terra e di fare ritorno in cielo.
"Perché siete tornate indietro?" chiese loro Dio.
"Signore, non potevamo stare sulla terra, dove c'è così tanta miseria, ingiustizia e violenza".
"Sì", disse Dio, "il vostro posto è qui in cielo.
La terra è il luogo delle illusioni, il cielo è invece il luogo dell'eternità e della vita senza fine".
Quando tutte le stelle furono tornate indietro, Dio le contò e si accorse che ne mancava una. "Manca una di voi. Ha forse preso la strada sbagliata?"
Un angelo, che era nelle vicinanze, disse: "No, Signore, una stella ha deciso di rimanere tra la gente.
Ha scoperto che il suo posto era là, dove c'è l'imperfezione, il limite, la miseria e il dolore".
"E chi è quindi questa stella?", volle sapere Dio.
"E' la stella verde, l'unica con questo colore, la stella della speranza".
Così quando ogni sera le stelle guardavano di sotto vedevano la terra meravigliosamente illuminata, perché in ogni dolore umano c'era una stella verde.


- don Angelo Saporiti - 



Il nostro corpo presepe vivente,
nei luoghi dove siamo chiamati a vivere e lavorare.
Le nostre gambe come quelle degli animali
che hanno visitato la grotta "quella notte".
Il nostro ventre come quello di Maria
che ha accolto e fatto crescere Gesù.
Le nostre braccia come quelle di Giuseppe
che l'hanno cullato, sollevato, abbracciato e lavorato per lui.
La nostra voce come quella degli angeli
per lodare il Verbo che si è fatto carne.
I nostri occhi come quelli stupiti di tutti coloro
che la Notte Santa l'hanno visto nella mangiatoia.
Le nostre orecchie come quelle dei pastori
che hanno ascoltato attoniti il canto divino proveniente dal cielo.
La nostra intelligenza come quella dei Magi
che hanno seguito la stella fino alla Sua casa
Il nostro cuore come la mangiatoia
che ha accolto l'Eterno
che si è fatto piccolo e povero come uno di noi.

- Marco Pappalardo - 


Buona giornata a tutti. :-)







domenica 9 ottobre 2016

Il falenino e la stella - don Bruno Ferrero

Una piccola falena d'animo delicato s'invaghì una volta di una stella. 
Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d'invaghirsi invece di un abat-jour. «Le stelle non son fatte per svolazzarci dietro», gli spiegò. 
«Le lampade, a quelle sì puoi svolazzare dietro».
«Almeno lì approdi a qualcosa», disse il padre. «Andando dietro alle stelle non approdi a niente».
Ma il falenino non diede ascolto né all'uno né all'altra. 
Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s'avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all'alba, se ne tornava a casa stremato dall'immane e vana fatica.
Un giorno il padre lo chiamò e gli disse: «Non ti bruci un'ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai. Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a dovere intorno alle lampade di casa. Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura! Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!».
Il falenino lasciò la casa paterna ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada ne intorno alle lampade di casa: continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce. Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età. 
I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi.

La stella della speranza è un segno distintivo. Ogni giorno dovresti chiedere la fede per osare l'impossibile. 
Chi desidera operare con Cristo e, di conseguenza, trasformare il mondo, rifiuterà di adeguarsi a leggi ed ordinamenti precostituiti. 
Sarà disobbediente, quando altri obbediranno, eseguirà quando altri troveranno insensato l'ordine impartito. 
Il mondo gli apparirà una prigione, quando altri parleranno di libertà, ed esso sarà trasparente agli occhi della sua fede, quando altri saranno disperati, sentendosi prigionieri. 
Fare cose impossibili è il realismo di coloro che conoscono la voce del loro Signore.

Se c'è una stella nel cielo della tua vita, non perdere tempo a scottarti a qualche lampadina.

- don Bruno Ferrero - 
da: "40 storie nel deserto" - Ed. Elledici




 Porte strettissime


Questa sera portiamo a te, Gesù, e deponiamo nelle tue mani, uno per uno, coloro per i quali la vita è una porta strettissima.
Chi è povero. Chi soffre. Chi non sta bene. Chi semplicemente sente il bisogno di respirare un po'.
Scusami, sai, ma per certe porte ti devi un po' sforzare tu, Signore. 
Ad allargarle, a renderle meno strette. A renderle più umane.
Tu come uomo sai cosa vuol dire. Tu come Dio sai cogliere il punto in cui dobbiamo sforzarci e il punto in cui non riusciamo e ci vuoi tu.
Tu, buon Dio, aiuti chi ha bisogno di te. Lo hai promesso. In tanti vogliono vederti all'opera e sentirti accanto. Siamo certissimi che tu, almeno tu, le promesse le mantieni.
Noi a te ci affidiamo, di te ci fidiamo.

Valentino Porcile -





" ...Cattolici che su divorzio, fecondazione artificiale, matrimoni gay, testamento biologico, eutanasia, educazione, concezione dello stato, esprimono pacatamente un pensiero non cattolico.

Un 8 settembre dottrinale e culturale che produce, inevitabilmente, cumuli di macerie nell'azione politica di tutti i giorni.
Ma il politico similcattolico non demorde.
Egli sa che nell'accampamento dei credenti ancora tanta brava gente si aggira ignara, pronta a farsi sbranare il suo voto in serena letizia."

- Alessandro Gnocchi & Mario Palmaro -
in " Cattivi maestri. Inchiesta sui nemici della verità"


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 26 giugno 2016

L'arte dei piccoli passi - Antoine de Saint Exupéry

Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere
al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte
nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all’immediato
e a riconoscere l’ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fa’ di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi."


- Antoine de Saint-Exupéry -


...Il mondo greco, la cui gioia di vivere si rivela in modo meraviglioso nell'epopea omerica, era tuttavia profondamente consapevole del fatto che il vero peccato dell'uomo, la sua minaccia più intima è la "hybris": l'autosufficienza presuntuosa, in cui l'uomo eleva se stesso a divinità, vuole essere lui stesso il suo dio, per essere completamente padrone della propria vita e sfruttare fino in fondo tutto ciò che essa ha da offrire. 
Questa consapevolezza che la vera minaccia per l'uomo consiste nell'autosufficienza ostentata, a prima vista così convincente, viene sviluppato nel Discorso della montagna in tutta la sua profondità a partire dalla figura di Cristo.
Abbiamo visto che il Discorso della montagna è una cristologia nascosta. Dentro di essa c'è la figura di Cristo, di quell'uomo che è Dio, ma che proprio per questo discende, si spoglia, fino alla morte sulla croce. 
I santi, da Paolo a Francesco d'Assisi fino a madre Teresa, hanno vissuto questa opzione mostrandoci così la giusta immagine dell'uomo e della sua felicità. 
In una parola: la vera "morale" del cristianesimo è l'amore. 
E questo, ovviamente, si oppone all'egoismo - è un esodo da se stessi, ma è proprio in questo modo che l'uomo trova se stesso. Nei confronti dell'allettante splendore dell'uomo di Nietzsche, questa via, a prima vista, sembra misera, addirittura improponibile. Ma è il vero "sentiero di alta montagna" della vita; solo sulla via dell'amore, i cui percorsi sono descritti nel Discorso della montagna, si dischiude la ricchezza della vita, la grandezza della vocazione dell'uomo...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Gesù di Nazaret"



Mi domando, – disse, – se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

- Antoine de Saint-Exupéry -


Buona giornata a tutti. :-)




martedì 14 giugno 2016

Ascoltate! - Vladimir Majakovskij

Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d'essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
supplica
che ci sia assolutamente una stella,
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro:
"Ora va meglio, è vero?
Non hai più paura?
Si?!".
Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?

- Vladimir Majakovskij - 


Usare un altro essere umano non ha niente a che fare con l’amore: sembra amore ma è una moneta falsa. 
Eppure questo è ciò che accade al novantanove per cento della gente perché la prima lezione d’amore la impari nella tua infanzia... milioni di persone rimangono infantili per tutta la vita, non crescono mai.
Invecchiano, ma nella loro mente non crescono mai; la loro psicologia rimane infantile, immatura. Hanno sempre bisogno di amore. Sono sempre affamate di amore, lo bramano come il cibo.
L’uomo matura nel momento in cui comincia ad amare piuttosto che ad avere bisogno. 
Comincia a traboccare a condividere, comincia a donare. 
La differenza è fondamentale.
Nel primo caso ciò che importa è avere di più; nel secondo, l’importante è come donare sempre di più e incondizionatamente. 
Questo significa crescita, è l’inizio della maturità.



 (..) Quando volete raggiungere l'essenza di una realtà della vita, non vi mettete a chiacchierare: se amate, andate forse a studiare i libri per sapere cos'è l'amore?
Amate, più libera e pura è la vostra coscienza, più profondo e intenso è il vostro amore.
Se volete assaggiare il vino del Chianti non andate a leggere i libri sulla vinificazione, prendete un bicchiere di Chianti genuino e bevete. Vi può piacere o no, ma per sapere cos'è il vino del Chianti ci vuole questa esperienza.
Così anche per conoscere il mistero dei misteri, il mistero dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino; le parole non ci servono a nulla, ciò che ci serve è il silenzio, una vita nobile e sempre più nobile.(..)

- Giovanni Vannucci -
da: “ Cristo e la libertà”, ed. Fraternità di Romena Onlus



Buona giornata a tutti. :-)







sabato 27 febbraio 2016

Il legno inutile - don Bruno Ferrero

In un angolo sperduto del mondo, nel folto di una foresta fittissima, c'era una scaletta. 
Era una semplice scala a pioli, di vecchio legno stagionato e usurato. Era circondata da abeti, lacci, betulle. Alberi stupendi. Là in mezzo sembrava davvero una cosa meschina.
I boscaioli che lavoravano nella foresta, un giorno, arrivarono fin là. Guardarono la scala con commiserazione: "Ma che robaccia è?" esclamò uno.
"Non è buona neanche da bruciare" disse un altro.
Uno di loro impugnò l'ascia e l'abbatté con due colpi ben assestati. 
Venne giù in un attimo. Era davvero una cosa da niente. I boscaioli si allontanarono ridacchiando.
Ma quella era la scala su cui ogni sera si arrampicava l'omino che accendeva le stelle.
Da quella notte il cielo sulla foresta rimase senza stelle.

C'è una scala anche dentro di te. Paragonata alle tante cose che ti vengono offerte ogni giorno è un niente. Ma è la scala che serve per salire ad accendere le stelle nel tuo cielo.
Si chiama preghiera.

- don Bruno Ferrero - 
da: "A volte basta un raggio di sole"


"Una sera, anzi una notte, mentre ero in attesa del sonno che tardava ad arrivare, mi sono seduto in un campo, ascoltando la conversazione tranquilla di alcuni agricoltori vicini.
Parlavano di cose molto semplici, anche se nessuna di esse era grossolana o frivola come accade in altre classi sociali. I nostri contadini parlano raramente e quando lo fanno è per dire qualche cosa di necessario, sensibile, e, a volte, di saggio.
Alla fine essi tacquero, come se la maestà serena e solenne della notte, senza luna ma brulicante di stelle, aveva fatto scendere un misterioso incantesimo su quelle anime semplici .
Rompendo il silenzio, ma non l'incantesimo, la voce rustica di un corpulento, tarchiato contadino, che giaceva disteso sul prato, con gli occhi fissi alle stelle, esclamò, quasi come se stesse obbedendo ad una profonda ispirazione: "Come sono belle! Eppure alcuni dicono che Dio non esiste."

L'ho ripetuta a me stesso molte volte da allora, la frase di quel vecchio contadino del luogo. Dopo mesi di arido studio, quella frase toccò la mia mente e il mio cuore in modo così vivido che ancora adesso mi ricordo di quella semplice scena come se fosse ieri.

Quel contadino umbro non sapeva nemmeno leggere, ma nel suo cuore, tutelato da una vita onesta e laboriosa, c'era un piccolo angolo in cui la luce di Dio scese con potenza non molto inferiore a quella dei profeti e forse superiore a quella dei filosofi".

-  Enrico Fermi - 



Ti ringrazio Dio dei cieli per la straordinaria grazia di potere stare di fronte a te.
Grazie per avermi mandato lo Spirito Santo e di avermi colmato con ogni suo dono.
Grazie per l’amore e la gioia, la pace e la pazienza, la bontà e l’autocontrollo.
Grazie per questa preghiera di Adorazione.
Ti ringrazio per la gioia di totale resa a te.
Grazie per la mia sincera penitenza, di avere provato il tuo perdono.
Grazie di avermi dato il coraggio per poterti pregare nel bisogno.
Ti ringrazio perché mi porti alla completa e sincera conversione, distruggendo in me le vecchie abitudini.
Grazie per la grazia di poterti ascoltare e crescere nella fede in te.
Grazie per il tuo disegno su di me.



Buona giornata a tutti. :-)









mercoledì 14 ottobre 2015

Sperare - Phil Bosmans -

La notte non può essere
così scura
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola stella.
Il deserto non può essere
così desolato
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola oasi.
Da qualche parte
ci rimane sempre
una piccola gioia.
Ci sono fiori che sbocciano
persino in inverno.

- Phil Bosmans -




La più grande prigione in cui le persone vivono 
è la paura di ciò che pensano gli altri.

- David Icke -






Questo è il mio augurio:

- Che ci prendiamo del tempo per fare .....niente. 
- Che possiamo liberarci dalle paure di quello che potrebbe succedere ma che ci impedisce di vivere il presente. 
- Che possiamo far si che siano i nostri obbiettivi l’energia che ci alimenta e non più le nostre paure. 
- che possiamo accettare sinceramente e profondamente che siamo tutti degli esseri meravigliosi ed infiniti.
- Che riusciamo ad accettare che siamo già tutto quello che vorremmo essere, questo ci da la tranquillità di raggiungere ciò che sentiamo come nostro obbiettivo.
- Che riusciamo ad accettare gli altri così come sono perché ognuno ha il suo proprio vissuto. E che possiamo vivere la grande serenità che questa consapevolezza ci porta. 
- Che possiamo ricominciare ad apprezzare le cose semplici, come quando eravamo bambini. 
- Che possiamo accettare che le cose più importanti nella nostra vita sono anche le più semplici. 
- Che possiamo dare valore ad ogni nostra pur piccola soddisfazione perché questo ci porta la vera pace.
- Che Sapendo che "simile chiama simile" capiamo che più sono gentile nei miei confronti più il mondo esterno rifletterà gentilezza nei miei confronti. 
- E che possiamo ridare la libertà al bambino in noi.

- Gustav Birth - 






Albert Camus ha scritto: - Nel bel mezzo dell'inverno ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate -. Che meravigliosa metafora per descrivere il nostro stato. Quest’invincibile e meravigliosa estate c’è già, dobbiamo solo scoprirla. Ecco a cosa ci è servito l’inverno.





Buona giornata a tutti. :-)


martedì 2 giugno 2015

Trahison des Clercs - Don Tonino Bello


Cari intellettuali,
se do a questa lettera un titolo esotico, la ragione è duplice.
Anzitutto, perchè i poveri (voglio dire gli abituali lettori di questo foglio), vedendo in cima una misteriosa frase francese, passeranno oltre, non leggeranno il "pezzo", e voi potrete così salvarvi la faccia, almeno davanti a loro.
In secondo luogo, perchè, scegliendo una frase volutamente ambigua, pago in anticipo l'insolenza di incriminarvi di tradimento col prezzo di far fraintendere, a più d'uno, che "clercs" significhi chierici come uomini di Chiesa, e non chierici come uomini di cultura. 

Un modo forse ingenuo per farmi perdonare il mio "j'accuse" contro di voi, visto che, almeno sul piano lessicale, accenno a una certa spartizione di responsabilità in fatto di tradimento.
Spartizione, che poi è anche giusta. Non sono tanto digiuno di storia, passata e recente, da ignorare i tradimenti consumati dalla Chiesa contro di voi, i suoi sospetti sul vostro modo di inseguire la verità, la sue paure sulla vostra autonomia intellettuale, le sue preoccupazioni sul vostro modo di intendere la libertà, la sua durezza nel recepire non solo i vostri metodi di ricerca ma anche la lettura da voi data delle realtà terrestri. A un certo punto vi "ha mollati" (verbo volgarissimo corrispondente al latino "tràdere"), e ora sconta pesantemente la pena di un recupero che diventa sempre più difficile.
Io, però, voglio oggi parlarvi del vostro tradimento. E non di quello da voi messo in atto come ritorsione nei confronti della Chiesa, ma di quello ben più grave da voi operato nei confronti della città.
Ci state lasciando soli.
Vi siete ritirati nelle vostre torri d'avorio, non si sa bene se a meditare vendetta, o a ruminare sterili supplementi di analisi, o a contemplare dalle vostre aride specole i fasti di una dietrologia senza speranza.
Siete latitanti dall'agorà. E' più facile trovarvi nelle gallerie che nei luoghi dove si esprime l'impeto partecipativo che costruisce il futuro. 

State disertando la strada. 
Per scarnificare la storia di ieri, state abbandonando la cronaca di oggi che, senza di voi, è destinata a diventare solo cronaca nera.
Sul vostro labbro si coglie uno sconcertante abuso di ironia, che mentre esprime lucidità di memoria, appanna la lucidità dei progetti. 

Manca nel vostro linguaggio quel sarcasmo appassionato che è indice di solidarietà con la storia degli uomini. Vi siete staccati dal popolo, così che, per la vostra diserzione, stanno cedendo nell'organismo dei poveri anche quelle difese immunologiche che li hanno preservati finora dalle più tragiche epidemie morali.
Vittime del privatismo, il male oscuro del secolo che voi per vocazione avreste dovuto debellare, avete abbandonato i laboratori della sintesi dove la poesia si mescola col giornale, il sogno con la realtà, la tensione assiologica con le fredde esigenze della tecnica, gli spartiti musicali della vita con gli arrangiamenti banali dei rumori quotidiani.
E intanto la città muore. Col vostro nulla osta. 

La città benestante, consapevole dei suoi mezzi ma cieca nei suoi fini, corre verso un degrado di felicità mai conosciuto finora; mentre la città diseredata vive in simbiosi con la disperazione più nera e langue per asfissia da futuro.
Cari amici, non sto prendendo in prestito nulla dalla letteratura apocalittica corrente, nè mi va di fare del moralismo di maniera. Anzi se c'è qualcosa che mi ripugna come Vescovo è quello di essere considerato funzionario del buon costume.
Ma non posso chiudere gli occhi di fronte alle situazioni pesantissime di miseria, di disoccupazione, di violenza, di ingiustizia, di violazione dei diritti umani, di affossamento dei valori, di degenerazione della qualità della vita e di cento altri fenomeni patologici, di fronte ai quali viene chiamata in causa la vostra correità di intellettuali che, pur essendo vestali della luce e sentinelle della città, scorgete la barbarie andare in metastasi nel tessuto della nostra convivenza e continuate a star zitti.
Ci state lasciando soli a tamponare emorragie e a fasciare piaghe sulle trincee. E anche quando sembrate gratificarci col dire che stiamo combattendo battaglie d'avanguardia, sotto sotto ci pare di leggere nei vostri giudizi il compatimento per chi si sta solo estenuando in scaramucce di retrovia.
Cari amici, perdonatemi lo sfogo.
Se un chierico come me, più propenso per antiche deformazioni ad attaccare vizi privati e a blandire pubbliche virtù, stavolta ha sentito il bisogno di aggredire i vizi pubblici di chierici come voi, è perchè sa di poter fare affidamento sulle vostre tantissime virtù private. 

Tra queste mi pare che ancora ci sia la speranza.
E allora, da essa guidati per mano, intraprendiamo insieme la strada dell'esodo. Che è la strada della misericordia.
Divenuti pellegrini, usciremo sulla Gerusalemme-Gerico. Forse insieme riscatteremo la freddezza del sacerdote, chierico del sacro, e l'apatia del levita, chierico del sapere.
Insieme, fatti prossimo, ridaremo la mezza vita all'uomo mezzo morto boccheggiante sulla strada.
E le stelle non staranno più a guardare, come nei romanzi di Cronin.

Vi voglio bene.

don Tonino, vescovo
Tratto da: ”Il Volto del Sud”



"Libera i credenti, o Signore, dal pensare che basti un gesto di carità a sanare tante sofferenze".

- don Tonino Bello - 




"Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. C'è già una mano forata che schioda dal legno la tua".

- don Tonino Bello - 




"Il pellegrinaggio più lungo non è quello verso Santiago de Campostela, ma quello che va dall'uscio di casa nostra verso quello di fronte".

- don Tonino Bello - 





Buona giornata a tutti. :-)