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martedì 12 maggio 2015

da: "Il piccolo principe" - Antoine de Saint-Exupéry -

Oh, piccolo principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica. Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti. 
Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto: "Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto..." "Ma bisogna aspettare..." "Aspettare che?" "Che il sole tramonti..." 
Da prima hai avuto un'aria molto sorpresa, e poi hai riso dite stesso e mi hai detto: "Mi credo sempre a casa mia!..." Infatti. 
Quando agli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla Francia. 
Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente la Francia è troppo lontana. 
Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi... "Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatrè volte!" E più tardi hai soggiunto: "Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti..." "Il giorno delle quarantatrè volte eri tanto triste?" Ma il piccolo principe non rispose.

- Antoine de Saint-Exupéry -
(Il piccolo principe, capitolo VI)


Ho sempre amato il deserto.
Ci si siede su una duna di sabbia.
Non si vede nulla.
Non si sente nulla.
E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio...

- Antoine de Saint-Exupéry -
(Il piccolo principe, capitolo XXIV)





E mi piace la notte ascoltare le stelle.
Sono come cinquecento milioni di sonagli.

- Antoine De Saint Exupèry -






Imparai ben presto a conoscere meglio questo fiore. 
C'erano sempre stati sul pianeta del piccolo principe dei fiori molto semplici, ornati di una sola raggiera di petali, che non tenevano posto e non disturbavano nessuno. 
Apparivano un mattino nell'erba e si spegnevano la sera. 
Ma questo era spuntato un giorno, da un seme venuto chissà da dove, e il piccolo principe aveva sorvegliato da vicino questo ramoscello che non assomigliava a nessun altro ramoscello. 
Poteva essere una nuova specie di baobab. 
Ma l'arbusto cessò presto di crescere e cominciò a preparare un fiore. 
Il piccolo principe che assisteva alla formazione di un bocciolo enorme, sentiva che ne sarebbe uscita un'apparizione miracolosa, ma il fiore non smetteva più di prepararsi ad essere bello, al riparo della sua camera verde. Sceglieva con cura i suoi colori, si vestiva lentamente, aggiustava i suoi petali ad uno ad uno. 
Non voleva uscire sgualcito come un papavero. 
Non voleva apparire che nel pieno splendore della sua bellezza. Eh, si, c'era una gran civetteria in tutto questo! La sua misteriosa toeletta era durata giorni e giorni. 
E poi, ecco che un mattino, proprio all'ora del levar del sole, si era mostrato. 
E lui, che aveva lavorato con tanta precisione, disse sbadigliando: "Ah! mi sveglio ora. Ti chiedo scusa... sono ancora tutto spettinato..." Il piccolo principe allora non potè frenare la sua ammirazione: "Come sei bello !"

- Antoine de Saint-Exupéry -
(Il piccolo principe, capitolo VIII)


"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. 
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…"

- Antoine De Saint Exupèry -





Buona giornata a tutti.:-)







venerdì 25 ottobre 2013

La venditrice di lampade e nasi – Alejandro Jodorowsky -

In quella città quasi nessuno aveva le finestre. Le case erano cubi neri. 
Non si conosceva la luce. Le strade erano percorse da fiumi di tenebre perché l’atmosfera contaminata formava uno scudo impenetrabile per le carezze del sole. Gli abitanti di questo mondo non avevano il naso. 
Sentendosi felici, abitavano nell’ ombra, preoccupati solo di lavorare per riempire lo stomaco e soddisfare i loro desideri sessuali. 
Un bel giorno comparve un’anziana che gridava: “Vendo una lampada e un naso!”. 
Un tizio che passava di lì si sentì attratto da quella strana signora: i suoi occhi brillavano al buio come due lucciole. Comprò la lampada e il naso. Quando stava per pagare, l’anziana non volle i suoi soldi. 
L’uomo tornò in tutta fretta nel suo cubicolo. Appena ebbe chiuso la porta, un odore insopportabile gli invase le fosse nasali fino a scuotergli il cervello. 
Allora accese la lampada: quella che aveva sempre creduto una stanza bella, pulita, tranquilla, era in realtà un nido di ragni, spazzatura, cibi imputriditi, mobili tarlati, strati di unto, escrementi di ratto. 
Non riuscì più a vivere in quel posto schifoso! Vagò per le strade finché incontrò di nuovo la vecchia signora. “Strega, cos’hai fatto alla mia casa elegante? Prima vivevo bene, come tutti gli altri, ma appena ho messo il naso e ho acceso la lampada, quei due oggetti hanno cambiato il mio mondo. Perché tanta cattiveria?” L’anziana signora rispose: “Il tuo mondo non è cambiato: è sempre stato così! Prima non te ne accorgevi e credevi di stare bene in un posto che presto o tardi ti avrebbe distrutto. Quando si acquisiscono organi nuovi e si accende la luce, soffriamo perché riusciamo a vedere noi stessi come siamo davvero e non come crediamo di essere. Adesso che sai com’è la tua realtà, devi aprire le finestre, uccidere i parassiti, pulire le pareti, disinfettare la tua casa e solo allora potrai essere felice. E a quel punto dovrai dare la lampada e il naso a qualcun’ altro, proprio come ho fatto io.


(Alejandro Jodorowsky)


Il senso della nostra vita è misterioso; 
è «nelle mani di Dio», come dicevano i nostri vecchi. 
«Nelle mani di Dio», 
come qualche volta riusciamo a dire anche noi, 
con minore forza e verità. 
Ma questo «essere nelle mani di Dio»
innanzitutto vuol dire che qualunque cosa noi si subisca,
o qualunque cosa attraverso la quale noi 
quotidianamente passiamo, 
qualunque cosa accada, 
tutto è per un positivo, per un bene. 
Non si può staccare
l'idea del Mistero di Dio dalla parola bene. 
Tutto è nelle mani di Dio 
e quindi tutto è per il bene.

Da: "Voi chi dite che io sia"?
"Si è soli nel deserto" 
disse il piccolo principe.
"Si è soli anche con gli uomini", 
rispose il serpente.

(Antoine de Saint-Exupery)


"Dio non ci rimette mai sulla strada dritta, no, 
non ci rimette sulla strada dritta, 
perché si serve delle nostre svolte,
dei nostri vagabondaggi, 
delle nostre deviazioni 
per inventare una strada nuova, 
la strada unica di ciascuno, 
propria di ciascuno."

F. Hadjadj



Buona giornata a tutti :-)