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giovedì 20 aprile 2017

Insegnami il tempo e altri pensieri – Jean Guitton

Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai 

e ad impiegarlo bene, senza sciuparne. 

Insegnami a prevedere senza tormentarmi, 
insegnami a trarre profitto dagli errori passati, 
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli. 
Insegnami ad immaginare l'avvenire 
senza disperarmi che non possa essere 
quale io l'immagino. 
Insegnami a piangere sulle mie colpe 
senza cadere nell'inquietudine. 
Insegnami ad agire senza fretta, 
e ad affrettarmi senza precipitazione. 
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza, 
la serenità al fervore, lo zelo alla pace. 
Aiutami quando comincio, 
perché è  proprio allora che io sono debole. 
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro, 
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere. 
Fa' che io ami il tempo 
che tanto assomiglia alla Tua grazia 
perché esso porta tutte le opere alla loro fine 
e alla loro perfezione 
senza che noi abbiamo l'impressione 
di parteciparvi in qualche modo.


- Jean Guitton - 
Jean Guitton (Saint-Etienne 18 agosto 1901 – Parigi 21 marzo 1999)
L’ultima cena di Gesù, partenza di Giuda
acquarello.
Gli apostoli, appena abbozzati, in una macchia di colore azzurro intorno a una mensa colorata in giallo per alludere al mistero divino, sembrano espellere dalla comunità Giuda come un proiettile avvolto in un ombra scura.
Jean Guitton, filosofo, scrittore cattolico, Papa Paolo VI lo nominò primo uditore laico al Concilio Vaticano II.
Studioso della vita di Gesù, dei Vangeli, e soprattutto del cattolicesimo nel mondo moderno, Nei suoi scritti si evidenzia la necessità di una fede totalizzante, che non coinvolga solo l’intelligenza e la volontà ma che si estenda a tutto l’essere umano. Uno dei cardini del suo pensiero è quello della perfetta compatibilità tra fede e ragione.




Il più bel regalo che possiamo fare alle persone a noi care è il nostro tempo, cioè la nostra vita.
Non è mai tempo perso, quello dedicato alle persone per noi importanti.
Tutti i momenti a loro dedicati diventano ricordi che profumano di vita.
Chi ama veramente, il tempo lo trova sempre. Perché il tempo è una scelta.
La scelta di dare sempre la priorità ai sentimenti, alle emozioni.

- Agostino Degas -



La felicità è più una questione di percezione che di favori esteriori. 
È la famosa storia del bicchiere che l'ottimista vedrà mezzo pieno e il pessimista, invece, mezzo vuoto. 
Così, la contrarietà può egualmente portare al disfattismo o allo slancio. 
Il fallimento può essere adombrante o fortificante, dipende. 
Dipende da come lo accogliamo. E se nessuno si sognerebbe di scambiare la notte per il giorno, o di confondere tenebre e luce, alcuni hanno la facoltà di agganciare il loro sguardo alle stelle, e di veder sorgere la tenue speranza, anche nella notte più profonda. 
Quella speranza che finisce per trionfare con le prime luci dell'alba.

«C'è la speranza che è la più forte! 
C'è la gioia che è la più forte! 
C'è l'amore che è il più forte!»

- Paul Claudel -


Buona giornata a tutti. :-)







giovedì 23 marzo 2017

Sii un vero amico - H.J.M. Nouwen

Le vere amicizie sono durature perché il vero amore è eterno. 
L'amicizia nella quale il cuore parla al cuore è un dono di Dio, e nessun dono che viene da Dio è temporaneo od occasionale. Tutto ciò che viene da Dio partecipa della vita eterna di Dio. 
L'amore tra le persone, quando è dato da Dio, è più forte della morte. In questo senso la vera amicizia continua al di là dei confini della morte. Quando hai amato profondamente, quell'amore può crescere anche più forte dopo la morte della persona che ami.


È questo il centro del messaggio di Gesù.


Quando Gesù è morto, l'amicizia dei discepoli con lui non è scemata. Al contrario, è cresciuta. È questo il significato dell'invio dello Spirito. Lo Spirito di Gesù ha reso duratura l'amicizia di Gesù con i suoi discepoli, più forte e più intima di prima della sua morte. È questo che Paolo ha sperimentato quando diceva: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). 
Devi avere fiducia che ogni vera amicizia non ha fine, che esiste una comunione dei santi tra tutti coloro, viventi o defunti, che hanno veramente amato Dio e si sono amati l'un l'altro. Sai dall'esperienza quanto questo sia reale.


Coloro che hai amato profondamente e che sono morti continuano a vivere in te, non solo come ricordi, ma come presenze reali.


Osa amare ed essere un vero amico. L'amore che dai e ricevi è una realtà che ti condurrà sempre più vicino a Dio e a coloro che Dio ti ha dato da amare.



Henry J.M. Nouwen -  
da: "La voce dell’amore" , Brescia, Queriniana, 2005, pagg. 111-112




« Spe salvi facti sumus »
 – nella speranza siamo stati salvati, dice san Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24) - 

La « redenzione », la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino...

- papa Benedetto XVI - 
dalla Lettera Enciclica "Spe salvi" 



Anche se ha molte crepe.
Anche se ci piove dentro.
Anche se è fuori moda. 
Anche se perde i pezzi. 
La Chiesa è la mia casa. 
Perché ci sono 
 i miei fratelli.
Perché ci sei Tu.

- Patrizio Righero -


Buona giornata a tutti. :-)











venerdì 17 marzo 2017

17 marzo San Patrizio e il sogno angelico

La vita di questo apostolo dell’Irlanda, nato nella Britannia romana (l’attuale Inghilterra) nel 385  è stata avventurosa.
Pochi santi hanno la popolarità e la fama quasi universale di san Patrizio. Con la sua forza di carattere e la sua grande spiritualità (e naturalmente con miracoli), non solo convertì il popolo dell’Irlanda, ma contribuì a diffondere la fede in molte altre terre. 
Era il quinto secolo quando questo ragazzo di sedici anni, a suo dire sventato e senza religione, venne rapito in Britania da una ricca famiglia. 
Fu portato in Irlanda e venduto come schiavo a un capo corsaro, che servì come pastore per sei anni a Mayo. Durante questo periodo apprese la lingua celtica locale, fu colpito dalla grazia e si convertì.
A proposito di questo tempo di vita dura, Patrizio diceva: “Ero solito pregare di continuo, lungo tutto il giorno.
La mia fede crebbe e il mio spirito ne venne vivificato. Dicevo più di cento preghiere di giorno e altrettante di notte”. 
Durante un sogno  una voce angelica diede a Patrizio indicazioni chiare e precise su come fuggire e raggiungere l’Irlanda meridionale. 
Fuggito in Gallia (sospinto da una voce arcana), dove fu discepolo di san Germano di Auxerre, visitò pure in Italia le comunità monastiche nelle isole del Tirreno (Palmaria, Gorgonia, Capraia, Gallinara); e i suoi maestri consigliarono di ritornare in Irlanda (inviato dalla voce di un misterioso personaggio irlandese), dove egli si recò (432), dopo essere stato consacrato vescovo da san Gennaro. 
Poiché aveva ricevuto in Gallia una  formazione biblica, questa divenne una caratteristica irlandese., l’apostolo convertì alcuni re indigeni e seppe armonizzare le nuove comunità con le condizioni sociali del luogo e del tempo.
L’Irlanda fu l’unico paese dell’Europa occidentale in cui l’evangelizzazione si attuò senza martiri. 
Pochi anni prima della morte, rimise nelle mani di altri vescovi il governo della Chiesa di Irlanda, ritirandosi in silenzio in Ulidiaper prepararsi alla morte, che lo colse il 17 marzo 461. 
Fu sepolto a Down –Patrick: è stato sempre venerato in tutta l’Irlanda dal secolo VIII, e dal secolo X anche in Inghilterra; mentre è entrato nel calendario Romano solo nel 1632.

Immagine: Mosaico di San Patrizio, dalla Cattedrale di s. Anna a Leeds. 
Foto di don Lawrence Lew, O.P.

Benedizione del Viaggiatore Irlandese

May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.

“Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”




Preghiera di San Patrizio contro incantesimi e malefici
  
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per una grande forza, per l’invocazione della Trinità,
Per la fede nella Trinità,
Per l’affermazione dell’unità
Del Creatore del Creato.
Mi alzo in questo giorno che sorge
Per la forza della nascita di Cristo nel Suo Battesimo,
Per la forza della crocifissione e della sepoltura,
Per la forza della resurrezione e dell’ascensione,
Per la forza della discesa al Giudizio Finale.
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per la forza dell’amore dei Cherubini,
In obbedienza agli Angeli,
Al servizio degli Arcangeli,
Per la speranza della resurrezione e della ricompensa,
Per la preghiera dei Patriarchi,
Per le previsioni dei Profeti,
Per la predicazione degli Apostoli,
Per la fede dei Confessori,
Per l’innocenza delle Vergini sante,
Per le azioni dei Beati.
Mi alzo in questo giorno che sorge,
Per la forza del cielo:
Luce del sole,
Chiarore della luna,
Splendore del fuoco,
Velocità del lampo,
Impetuosità del vento,
Profondità dei mari,
Solidità della terra,
Solidità della roccia.
Mi alzo in questo giorno che sorge,
Per la forza di Dio che mi spinge,
Per la forza di Dio che mi protegge,
Per la saggezza di Dio che mi guida,
Per lo sguardo di Dio che vigila sul mio cammino,
Per l’orecchio di Dio che mi ascolta,
Per la parola di Dio che mi parla,
Per la mano di Dio che mi custodisce,
Per il cammino di Dio davanti a me,
per lo scudo di Dio che mi protegge,
Per l’ostia di Dio che mi salva,
Dalle trappole del demonio,
Dalle tentazioni del vizio,
Da tutti coloro che vogliono il mio male,
Lontano e vicino a me,
Agendo da soli o in gruppo.
Invoco oggi queste forze a proteggermi dal male,
Contro qualsiasi forza crudele che minacci il mio corpo e la mia anima,
Contro l’incanto dei falsi profeti,
Contro le legge oscure del paganesimo,
Contro le false leggi degli eretici,
Contro l’arte dell’idolatria,
Contro gli incantesimi di streghe e maghi,
Contro saperi che corrompono il corpo e l’anima.
Cristo mi custodisca oggi,
Contro il veleno, contro il fuoco,
Contro l’affogamento, contro le ferite,
perché io possa ricevere e godere la ricompensa.
Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me,
Cristo in me, Cristo sotto di me, Cristo sopra di me,
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra,
Cristo quando mi stendo,
Cristo quando mi siedo,
Cristo quando mi alzo,
Cristo nel cuore di tutti coloro che pensano a me,
Cristo sulla bocca di tutti coloro che parlano di me,
Cristo in tutti gli occhi che mi guardano,
Cristo in tutti gli orecchi che mi ascoltano.
Mi alzo, in questo giorno che sorge,
Per una grande forza, per l’invocazione della Trinità,
Per la fede nella Trinità,
Per l’affermazione dell’unità
Del Creatore del Creato.



Buona giornata a tutti. :-)










martedì 28 febbraio 2017

La giovinezza - Generale Douglas Mac Arthur

La giovinezza non è un periodo della vita
essa è uno stato dello spirito,
un effetto della volontà,
una qualità dell’immaginazione,
un’intensità emotiva,
una vittoria del coraggio sulla timidezza,
del gusto dell’avventura sull’amore del conforto.
Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni,
si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro ideale.
Gli anni aggrinziscono la pelle,
la rinuncia al nostro ideale aggrinzisce l’anima.
Le preoccupazioni, le incertezze, i timori e i dispiaceri
sono i nemici che, lentamente, ci fanno piegare verso la terra
e diventare polvere prima della morte.
Giovane è colui che si stupisce e si meraviglia,
che domanda come un ragazzo insaziabile: “E dopo?”
che sfida gli avvenimenti e trova la gioia nel gioco della vita.
Voi siete così giovani come la vostra fede,
così vecchi come la vostra incertezza,
così giovani come la vostra speranza,
così vecchi come il vostro scoramento.
Voi resterete giovani fino a quando resterete ricettivi,
ricettivi a ciò che è bello, buono e grande,
ricettivi ai messaggi della natura, dell’uomo, dell’infinito.
Se un giorno il vostro cuore dovesse essere morso dal pessimismo
e corroso dal cinismo,
possa Dio aver pietà delle vostre anime di vecchi.

- Generale Douglas Mac Arthur - 
Discorso ai cadetti di West Point - 1945



«Il futuro è di coloro che credono nella bellezza dei propri sogni».

Il sogno, spesso screditato e deriso da coloro che si definiscono «realisti», ha un potere straordinariamente trasformante e sollecitante. 
Il sogno è un acceleratore di emozioni e motivazioni, galvanizza le energie aprendo il campo delle possibilità e rendendoci capaci di cambiare il corso delle cose o di trasfigurare una realtà banale.
Colui che sa sognare, che sa immaginare, eleva il suo entusiasmo così in alto da asservire la realtà ai propri sogni. 
Tutte le grandi scoperte, tutte le grandi azioni, tutto ciò che ha influenzato la storia dell'umanità non è stato compiuto sotto la spinta della necessità o degli obblighi della vita concreta, ma per inseguire un sogno. Gaston Bachelard aveva questo motto: «Immaginare è alzare la realtà di un tono».
Realizzarsi è elevare i propri sogni fino all'età adulta della realtà e alla maturità del desiderio soddisfatto.

- Eleanor Roosevelt -




«Diventa ciò che sei». Questa famosa frase di Pindaro, uno dei più celebri poeti lirici greci, è stata ripresa e commentata da Nietzsche in questi termini: 

«Devi diventare l'uomo che sei. Fai ciò che soltanto tu puoi fare. Divieni costantemente colui che sei, il maestro e lo scultore di te stesso». 

Un'esortazione di questo genere non è priva di paradosso: ciò che siamo, dobbiamo diventarlo o lo siamo già? 
In realtà diventiamo davvero noi stessi nel momento in cui realizziamo i nostri desideri o quando rispondiamo a una chiamata. Il nostro equilibrio dipende dunque da questo adeguamento perpetuo tra l'immagine che abbiamo di noi stessi e la realtà che si concretizza nella nostra vita e alla quale ci sentiamo chiamati.

- Bernard Grasset -




Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 15 dicembre 2016

La leggenda della Stella di Natale -

Era la sera di Natale, in fondo alla cappella, Lola, una piccola messicana, in lacrime pregava: “Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo? Non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe”.
D’un colpo apparve una bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. “Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui.” disse l’angelo.
“Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada” rispose la bambina.

“Non sono erbe cattive, sono solo piante che l’uomo non ha ancora scoperto quello che Dio desidera farne.” disse l’angelo con un sorriso .
Lola uscì e qualche minuto più tardi entrò nella cappella con in braccio un mazzo di verdure che depositò con rispetto davanti al presepe in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato.
Poco dopo nella cappella si senti un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi, rosso fuoco.

Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate “Flores de la Noce Buena”, fiori della Santa Notte.



Nel 1825 Joel Poinsett, ambasciatore americano in Messico, riportò in America semi di Stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo!


Annunciare la Speranza non significa intingere le parole nella melassa, scambiando il sale con lo zucchero.

È terribile annunciare la Speranza perché prima occorre aiutare a riconoscere la disperazione del mondo.
È terribile la notizia buona della Misericordia perché esige il previo riconoscere la nostra miseria.
Cioè guardare in faccia la realtà e, sulla base di quanto detto a Mose', nessuno può guardarla senza, in qualche modo, morire.

La grazia suppone una condanna. La speranza un futuro perduto.

La speranza non ha bisogno del futuro.
Ha bisogno dell'Eterno.
Apre una strada in mezzo al mare.
"Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente"

- Franca Negri - 



A chi credere?

Ma come si fa a crederti,
se il canto degli angeli
è disturbato dai ragli dell'asino,
se la puzza e il fetore della stalla
impedisce il profumo del cielo?
Il canto meraviglioso degli angeli
è coperto dalle parole sgangherate dei pastori!
Non so a cosa credere!
Crederò al sorriso di un Bimbo,
che invita ed accoglie i rifiutati
per essere l'Emmanuele,
il Dio con noi, il Pastore...

- Giuseppe Impastato S. I. - 


Buona giornata a tutti. :-)








martedì 6 dicembre 2016

La ragione dell'asino – don Bruno Ferrero -

Una volta gli animali fecero una riunione.
La volpe chiese allo scoiattolo: "Che cos'è per te Natale?"
Lo scoiattolo rispose: "Per me è un bell'albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami".
La volpe continuò: "Per me naturalmente è un fragrante arrosto d'oca. Se non c'è un bell'arrosto d'oca non c'è Natale".
L'orso l'interruppe: "Panettone! Per me Natale è un enorme profumato panettone!".
La gazza intervenne: "Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!".
Anche il bue volle dire la sua: "E' lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie".
L'asino prese la parola con foga: "Bue sei impazzito? E' il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?".
Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: "Ma questo gli uomini lo sanno?".
Solo l'asino conosce la risposta giusta alla domanda fondamentale: «Ma che cosa si festeggia a Natale?».

Anche noi oggi vogliamo chiederci: "Qual è  l'elemento essenziale del Natale?" Proviamo a dire il nostro parere.

- don Bruno Ferrero -
da: "Tante storie per parlare di Dio",  Bruno Ferrero, Elledici 2005



Quando devi fare un muro di pietre, devi prenderle una per una e lavorarle per bene. Se riesci a squadrarle bene, ci vuole meno calce per farle combaciare.
La calce che ci tiene insieme è la carità.
Se ognuno rimane con gli spigoli che ha, ci vuole molta più calce per tenerci insieme. Se lavoriamo su noi stessi cercando di smussare gli spigoli, ci vuole meno fatica per farci stare uniti.


"Carissimi, stringendovi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale." (1 Pt 2,4-5)


Preghiera nel tempo di Avvento

Vieni Gesù; vieni, 
dà forza alla luce e al bene; 
vieni, Signore Gesù, 
dà forza al bene nel mondo 
e aiutaci a essere portatori della tua luce, 
operatori della pace, testimoni della verità! 
Vieni Signore Gesù!

- papa Benedetto XVI - 



Buona giornata a tutti. :-)