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sabato 2 luglio 2016

Da: "Gitanjali" - Rabindranath Tagore

Smettila di cantare i tuoi inni,
di recitare le tue orazioni!
Chi adori in quest'angolo buio
e solitario d'un tempio
le cui porte sono tutte chiuse?
Apri i tuoi occhi e guarda:
non è qui il tuo Dio.
E' là dove l'aratore
ara la dura terra,
dove lo spaccapietre
lavora alla strada.
E' con loro nel sole e nella pioggia,
la sua veste è coperta di polvere.
Levati il manto sacro
e scendi con lui nella polvere.
Liberazione?
Dove credi di poter trovare
liberazione?
li tuo stesso signore
ha preso su di sé lietamente
i legami della creazione -
è legato a noi tutti per sempre.
Lascia le tue meditazioni,
abbandona l'incenso e i tuoi fiori!
Che male c'è se le tue vesti
diventano sporche e stracciate?
Va' incontro a lui,
sta presso di lui
nel lavoro e nel sudore della fronte.


- Rabindranath Tagore - 
Da: Gitanjali XI, 1914, Carabba editore Lanciano

- Tintoretto, Ultima cena, 1594 ca-

" Fare uguaglianza..."

"L’attuale crisi economica globale va vista in tal senso anche come un banco di prova: siamo pronti a leggerla, nella sua complessità, quale sfida per il futuro e non solo come un’emergenza a cui dare risposte di corto respiro? Siamo disposti a fare insieme una revisione profonda del modello di sviluppo dominante, per correggerlo in modo concertato e lungimirante? 
Lo esigono, in realtà, più ancora che le difficoltà finanziarie immediate, lo stato di salute ecologica del pianeta e, soprattutto, la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo.
Occorre allora cercare di stabilire un "circolo virtuoso" tra la povertà "da scegliere" e la povertà "da combattere". 
Si apre qui una via feconda di frutti per il presente e per il futuro dell’umanità, che si potrebbe riassumere così: per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti, occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà, quali valori evangelici e al tempo stesso universali. 
Più in concreto, non si può combattere efficacemente la miseria, se non si fa quello che scrive san Paolo ai Corinzi, cioè se non si cerca di "fare uguaglianza", riducendo il dislivello tra chi spreca il superfluo e chi manca persino del necessario. 
Ciò comporta scelte di giustizia e di sobrietà, scelte peraltro obbligate dall’esigenza di amministrare saggiamente le limitate risorse della terra. "

(dall’omelia di Benedetto XVI nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 42a giornata mondiale della pace, l’1/01/2009)




Qui è il tuo sgabello
e qui riposa i tuoi piedi
dove vivono i più poveri,
i più umili, i perduti.
Quando a te io cerco d’inchinarmi,
la mia riverenza non riesce ad arrivare
tanto in basso dove i tuoi piedi
riposano tra i più poveri,
i più umili, i perduti.
L’orgoglio non si può accostare
dove tu cammini, indossando
le vesti dei più poveri,
dei più umili e dei perduti.
Il mio cuore non riesce a trovare
la strada per scendere laggiù
dove tu ti accompagni a coloro che non hanno
compagni, tra i più poveri,
i più umili, e i perduti.

Rabindranath Tagore
Da: Gitanjali X, 1914, Carabba editore Lanciano



Buona giornata a tutti. :-)




martedì 24 maggio 2016

Il lavoro domestico - Erma Bombeck

La polemica lavoro domestico - lavoro esterno per la donna continua implacabile. 
Tutte le donne a modo loro valutano i propri bisogni e cercano di soddisfarli. Bisogna chiarire che anche il lavoro esterno, in ufficio, per esempio, presenta parecchi inconvenienti. Niente è perfetto. 
Per esempio, in un ufficio vigeva il seguente regolamento sull'ASSENTEISMO.

MALATTIE
Non sono una scusa per starsene a casa. Non accetteremo più certificati medici attestanti le vostre condizioni di salute come prova valida, dato che pensiamo che se siete in grado di andare dal dottore, potreste anche venire a lavorare.



MORTE (di terzi)
Non è una scusa valida. Non c'è niente che possiate fare per i defunti e siamo certi che chiunque con minori responsabilità di lavoro sia in grado di sbrigare le formalità e organizzare i funerali. Comunque, se i funerali si terranno nel tardo pomeriggio, saremo lieti di lasciarvi uscire un'ora prima, purché provvediate a svolgere la vostra parte di lavoro in modo da permettere agli altri di continuare in vostra assenza.

MORTE (la vostra)
Questa è una scusa valida purché: a) vengano date due settimane di preavviso, di modo che sia possibile trovare una persona che vi sostituisca; b) se non vi è possibile dare due settimane di preavviso, telefoniate prima delle otto del mattino, di modo che sia possibile trovare un sostituto provvisorio; c) inoltriate regolare certificato firmato da voi e dal vostro medico. Entrambe le firme sono necessarie, altrimenti i giorni di assenza verranno detratti dalle ferie.



PERMESSI (per intervento chirurgico)
Non li concediamo più. È nostra intenzione scoraggiare una vostra eventuale decisione di sottoporvi a un intervento chirurgico. Noi pensiamo che finché lavorate in questo posto abbiate bisogno di tutto quello che possedete e non dovreste farvi togliere proprio niente. Vi abbiamo assunto così come siete, e se vi fate togliere qualcosa sottraete alla ditta quello che è diventato suo per contratto.



PERMESSI (per andare alla toilette)
Si passa troppo tempo alla toilette. Il nostro esperto ha accertato che tre minuti e quindici secondi sono un periodo di tempo sufficiente a fare quello che si deve fare. In futuro si seguirà il criterio di recarsi alla toilette in ordine alfabetico. Gli aspiranti il cui cognome comincia per A andranno dalle 8 alle 8.03 e 15 secondi; quelli il cui cognome comincia per F, dalle 8.03 e 15 secondi alle 8.06 e 30 secondi, e così via. Se perderete il vostro turno dovrete aspettare fino al giorno in cui toccherà di nuovo a voi.


Un pomeriggio, in ufficio, mentre, inginocchiata sul pavimento, cercavo di sollevare uno schedario, il mio capo mi chiese: «Che cosa sta facendo laggiù?»
«La cura della giovinezza. Ho appena letto un'inchiesta secondo la quale le donne che lavorano fuori casa hanno una vita più ricca, più intensa e più lunga.»
«Lei mi sembra stanca», dice lui. «Perché non va a prendere una boccata d'aria?
Vada a casa, faccia una torta, dia la cera ai pavimenti, stia un po' con i bambini.»
Tra il lavoro domestico e quello esterno probabilmente vivrò fino a cent'anni. O forse mi sembrerà di aver vissuto cent'anni.

- Erma Bombeck - 


A Maria Santissima

O Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra dolcissima,
siamo qui ai Tuoi Piedi mentre sorge un nuovo giorno,
un altro grande dono del Signore.
Deponiamo nelle Tue mani 
e nel Tuo Cuore tutto il nostro essere.
Noi saremo Tuoi nella volontà, nel pensiero, 
nel cuore, nel corpo.
Tu forma in noi con materna bontà 
in questo giorno una vita nuova,
la vita del Tuo Gesù.
Previeni e accompagna o Regina del Cielo, 
anche le nostre più
Piccole azioni con la Tua ispirazione materna, 
affinchè ogni cosa sia pura
e accetta al momento del Sacrificio Santo e immacolato.
Rendici santi, o Madre buona; 
santi Come Gesù ci ha comandato,
come Il Tuo cuore ci chiede e ardentemente desidera.
Così sia.


Buona giornata a tutti. :-)



martedì 15 marzo 2016

Grandezza di un falegname di nome Giuseppe – don Tonino Bello -

Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria? 
Forse un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco, snello come lo stelo di un fiordaliso? 
O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della sinagoga? 
O forse un meriggio d'estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all' umiliante mestiere di spigolatrice? 
Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi; e poi tu la notte hai intriso il cuscino con lacrime di felicità? 
Ti scriveva lettere d'amore? Forse sì; e il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che oramai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna. Poi una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato sommessamente le strofe del Cantico dei cantici: "Alzati, amica mia, mia bella e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, e se n'è andata. I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro".
E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero. 
È venuta sulla strada, facendoti trasalire. 
Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla. Ti ha parlato di Jahvé. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. Di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento che vi sovrastava.
Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore, e le dicesti tremando: "Per te, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria. Purché mi faccia stare con te". Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. (...) E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. 
Lei ha puntato tutto sull'onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto, in te e in lei.

- don Tonino Bello - 



...Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui...

- Papa Benedetto XVI –
dal "Messaggio per la Quaresima 2011" 



"Prendete a Modello la Famiglia di Nazareth
che, pur chiamata ad una missione incomparabile,
fece il nostro stesso cammino,
tra gioie e dolori, 
tra preghiera e lavoro,
tra speranze e prove angustianti,
sempre radicata nell'adesione alla volontà di Dio".

Dal Magistero di san Giovanni Paolo II, papa


Arca di salvezza


Mio Signore, unico Bene a cui anela la mia anima,
tu mi hai attirata nella solitudine perché tutto
il mio essere stia raccolto in te in silenzio di adorazione,
in preghiera di lode e di supplica
per tutti i tuoi figli, miei fratelli sparsi per le aspre vie del mondo.

Il tuo tabernacolo d'amore
sia la mia arca di salvezza in cui rimango sempre per attirare anche loro.

Dammi lacrime di sincera compunzione per la mia miseria
e i miei peccati, distendi sui miei occhi l'ombra della tua croce
e distilla nel mio cuore il sangue preziosissimo che sgorga
dal tuo costato.

Veglia sui miei passi di giorno
e sul mio riposo di notte; difendimi dal maligno
e custodiscimi nella tua pace,
affinché in questa povera creatura che io sono
si possa manifestare agli smarriti di cuore
la tua bontà smisurata verso tutti
e la splendida gloria del tuo Amore.


- Madre Anna Maria Cànopi - 






Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 14 gennaio 2016

Preghiera di intercessione a San Pio di Pietrelcina e altre preghiere

O Gesù,
pieno di grazia e di carità e vittima per i peccati,
che, spinto dall’amore per le anime nostre,
volesti morire sulla croce,
io ti prego umilmente di glorificare,
anche su questa terra, il servo di Dio,
San Pio da Pietrelcina che,
nella partecipazione generosa ai tuoi patimenti,
tanto ti amò
e tanto si prodigò per la gloria del Padre tuo
e per il bene delle anime.
Ti supplico perciò di volermi concedere,
per la sua intercessione,
la grazia………………………………… (esporre),
che ardentemente desidero.


3 Gloria al Padre


Preghiera per vincere le nostre paure

Gesù, ti presento tutte le mie paure:
la paura di essere rifiutato da Dio,
la paura nei confronti degli altri,
la paura dinanzi al futuro e a situazioni difficili,
la paura di dare una brutta impressione di me stesso.
Ti presento tutte le mie insicurezze,
i miei dubbi, le mie incertezze,
il disprezzo che a volte sento di me stesso e della mia vita.
Per queste paure e insicurezze
mi sento come in mezzo a una tempesta.
Tu hai detto agli apostoli sul lago di Galilea in tempesta:
"Coraggio, sono Io, non temete!".
Dillo anche a me e nel mio cuore si placheranno
le onde furiose dell'insicurezza e della paura.
Liberami da ogni dubbio e incertezza irragionevole,
da ogni disprezzo di me stesso e della vita.
Sii Tu il mio coraggio, la mia sicurezza,
il mio punto d'appoggio, la mia forza di vivere e di agire.
Infondi in me il tuo Spirito Santo
che è Spirito di potenza e di libertà.

Confido e spero in Te. Amen.


Assistimi, santo Angelo custode,
soccorso nelle mie necessità,
conforto nelle mie sventure,
protettore nei pericoli,
ispiratore di buoni pensieri,
intercessore presso Dio,
scudo che respingi il maligno nemico,
compagno fedele,
amico sicurissimo,
prudente consigliere,
modello di obbedienza,
specchio di umiltà e di purezza.
Assisteteci,
Angeli che ci custodite,
Angeli delle nostre famiglie,
Angeli dei nostri bambini,
Angeli delle nostre Parrocchie,
Angelo della nostra città,
Angelo del nostro paese,
Angeli della Chiesa,
Angeli dell’universo.

Amen.





Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 18 giugno 2015

Preghiera per trovare lavoro

Signore Gesù, tu che sei buono e misericordioso,
tu che tutto puoi e a nessuno neghi il tuo aiuto;
mi trovo qui davanti a te con il cuore in mano a
chiedere il tuo soccorso. Tu che hai moltiplicato
“quel pane” e hai detto “prendetene e mangiatene tutti”,
ora più che mai Signore ho bisogno di essere saziato.
Ti prego aiutami a trovare un lavoro; togli dal mio cuore
tutte le preoccupazioni e donami quella stabilità
che da tempo cerco; non voglio ricchezze,
ma solo quello che basta per vivere dignitosamente
e per poter essere in grado di provvedere al bene
di tutti i miei cari e di tutte le persone che
mi sono state affidate. Signore Gesù abbi pietà di me,
concedimi questa grazia; te ne sarò riconoscente
aiutando il prossimo in difficoltà
ed innalzerò un rendimento di grazie
per la tua misericordia senza limiti.

Amen.



«La vera tristezza non è quando, la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita. 
E la solitudine più nera, la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di passaggio» 

+don Tonino Bello




Signore,

liberami dalle cose che considero mio possesso,
poiché sono esse che mi possiedono e mi rendono depresso.
Liberami dall'autosufficienza; essa mi sfigura e mi diminuisce.
Liberami dalla cupidigia, che mi intossica e mi abbruttisce.

Signore,

liberami da questo desiderio subdolo e mascherato delle cose, le quali non riescono mai a soddisfarmi, ma anzi continuano ad accrescere la mia fame insensata.




Resta con me
Resta con me, Signore,
ora che il giorno volge al tramonto.
Il mondo è una via che porta a te
e ancora sto camminando.
Più che mai cercherò di allontanare
ogni falsità dai miei pensieri,
ogni ombra dai miei affetti,
sapendo che tu mi sei vicino
e mi rendi degno
della tua amicizia.
L’occhio ancora scruta,
ma non sempre vede.
L’orecchio ancora ascolta,
ma non sempre ode.
Il piede ancora si muove,
ma il passo è incerto.

Ora che il giorno sta per finire,
rimani con me, Signore:
la mia mano nella tua
sulla strada che porta al tuo cielo.
Amen.



Buona giornata a tutti. :-)







mercoledì 21 gennaio 2015

Donne Mie - Dacia Maraini -

Donne mie illudenti e illuse che frequentate le università liberali,
imparate latino, greco, storia, matematica, filosofia;
nessuno però vi insegna ad essere orgogliose, sicure, feroci, impavide.
A che vi serve la storia se vi insegna che il soggetto
unto e bisunto dall’olio di Dio è l’uomo
e la donna è l’oggetto passivo di tutti
i tempi? A che vi serve il latino e il greco
se poi piantate tutto in asso per andare
a servire quell’unico marito adorato
che ha bisogno di voi come di una mamma?
Donne mie impaurite di apparire poco
femminili, subendo le minacce ricattatorie
dei vostri uomini, donne che rifuggite
da ogni rivendicazione per fiacchezza
di cuore e stoltezza ereditaria e bontà
candida e onesta. Preferirei morire
piuttosto che chiedere a voce alta i vostri
diritti calpestati mille volte sotto le scarpe.
Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma
contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le ingiustizie
che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l’idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so)
un’ amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire
donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paura.

- Dacia Maraini - 
(1974)



…La donna ha mani dal tocco leggero e potente, mani in grado di tessere tele infinite d’amore e pazienza e compassione e perdono. 
La donna ha piedi ben ancorati al suolo per attingere l’energia della Madre terra e distribuirla ad altri, piedi che sanno camminare e camminare per trovare le Verità più nascoste. La donna ha un ventre che può generare, accogliere, nutrire e partorire…..ha un corpo che canta la vita e i suoi continui passaggi di gioia e dolore, di morte e rinascita, un corpo che sa, da sempre sa, che in questa fusione di opposti è il potere della Luce…
La donna sa. 
Se solo vuole sapere, sa…



…Donna e dono sono termini così simili nel suono da evocare il medesimo simbolismo del dare, ma dare non è quella obbligatorietà a cui siamo state educate.
Essere dono non vuol dire soltanto donare, ma fare della propria natura femminile un dono, al punto di essere Luce per gli altri, in modo naturale, senza ostentazione, senza sforzo, Luce che arriva dal profondo, che c’è e può manifestarsi così com’è.
Un femminile da cui tutto deriva, un femminile che ama il maschile, che cura, sorride, condivide, crea e unisce.



Tu sei il fiore di loto

Le donne di loto sono i fiori e le radici profonde, lunghe, solide, infinite sotto l’acqua…

Imparano a crescere sfiorando la superficie di un lago e senza annegare sognano l’oceano.

Hanno petali troppo grandi per poter guardare dove stiano i loro piedi, se siano saldi sotto la corolla o persi a seguire le radici di qualcun altro, loro lo sanno e basta che sotto di loro scorre una linfa poderosa.
Ci sono donne di loto che curano solo i loro petali, consegnano la loro bellezza nelle mani della caducità e si lasciano bruciare dal sole.

Ci sono donne di loto che non hanno il coraggio di parlare al sole, sono boccioli che non si schiudono per paura di vivere troppo.

Ci sono poi donne di loto vere, sopra e sotto l’acqua e io oggi mi sento così.





Buona giornata a tutti. :-)