Piccolo fratello, la tua vita è come una moneta d’oro
che porta impressa l’effigie dell’amore di Cristo. Essa è per Dio, per lui
solo. Ma è proprio vera? La lega include davvero l’oro puro, che solo avrà
valore ai suoi occhi?…
Una moneta falsa rassomiglia talmente a una vera! La
linea della tua vita, la tua regolarità, le tua preghiere, tutto ciò può
soddisfarti, può sembrarti puro, impeccabile.
A te, sì… ma è per lui? L’amor
proprio non domina forse?
Devi essere totalmente dato all’amore di Cristo. Poco
importa che la tua vita piaccia a te purché Gesù vi trovi il suo interesse.
Bisogna che egli trovi nella tua anima un oggetto d’amore, un mondo in cui
possa riversare tutto il suo amore e trovarvi le sue compiacenze.
Che ti importa che la tua vita ti sembri regolare,
utile, sublime?
Tu accetti ben volentieri che tutti gli uomini ti disprezzino,
ti critichino, che essi giudichino umanamente persa, inutile e vana la tua
vita.
Tu l’accetti dicendoti che la tua vocazione è troppo elevata per poter
essere capita dalla maggioranza dei cristiani. Ma hai pensato che dovresti
staccarti da te stesso? Cioè compiere in te, o meglio, lasciar compiere in te l’opera
dell’amore?
Finché avrai la certezza sentita e umana, un po’
soddisfatta, dell’utilità della tua vocazione, vi sono molte probabilità che il
tuo amor proprio sia ancora la ragione della tua vita.
Lascia che Gesù faccia
in te ciò che il suo amore vuole. Bisogna che esso faccia fondere le monete
d’oro della tua vita.
Bisognerà che essa perda la sua forma, la stessa
impronta dell’amore di Gesù, e nella quale, forse, ti compiacevi. Era un po’
per te che realizzavi un ideale che ti sembrava sublime e che ti attirava.
Lascia
fare all’amore. Se la tua vocazione è così elevata da dover essere incompresa
da ciò che quaggiù è umano, bisogna che essa sia reincompresa da ciò che resta
di umano in te.
Sta’ in pace, non accelerare l’ora di questa
purificazione.
Se l’amore si presenta, lascialo penetrare fino al
fondo di te stesso.
Bisognerà che entri: e tu devi lasciarlo fare. Troppo
spesso tu lo fermi. Egli vuole penetrare e tu lo fermi perché non vuoi
risolverti a lasciarlo penetrare da solo. Poiché tu non puoi penetrare ancora
nel fondo della tua anima, bisognerà che entri lui, lui solo.
Aprigli la porta
in silenzio, lascialo entrare, lascialo fare. Sì, tu resterai solo, e la porta
sarà chiusa; tu non puoi vedere il luogo segreto dove lui deve riversare il suo
amore. Lascialo entrare, accetta di restare fuori in silenzio. Tu non sarai più
là per arrestarlo con le tue chiacchiere e le tue sciocche pretese.
Come deve sorridere spesso l’amore infinitamente dolce
e paziente, come deve sorridere alle tue pretese. Avresti voluto che la tua
vita interiore, la tua spiritualità fosse in un certo modo. Ma lui non sa forse
meglio come consumare la tua anima con l’amore e come farne un olocausto
vivente?
Ciò ti sconcerterà, non capirai più e allora il tuo amore proprio
brucerà sull’altare segreto di te stesso.
La tua vocazione non può essere mediocre, né sei tu che
puoi realizzarla.
Se è vero che essa tocca l’infinito, poiché appartiene
totalmente a Gesù ed è per lui solo, lascia che le mani dell’infinito la
realizzino in te. Tu non lo puoi e se credi di realizzarla, il tuo olocausto
non è ancora completo. Se la tua vocazione è divina nel suo scopo e nei suoi
mezzi di raggiungimento, deve essere incomprensibile agli occhi degli uomini.
Anche tu sei uomo, e agli occhi del tuo amor proprio la tua vocazione, per
vivere, deve sfigurare e sembrare una follia.
Se è vero che il supplizio di Cristo resta una follia
agli occhi della creatura, deve essere vero che la realizzazione in te della
pienezza del suo regno dell’infinito e dell’amore deve attuarsi attraverso una
via dolorosa, oscura, incomprensibile. Tu sei troppo piccolo; lascia che
l’amore infinito entri nell’intimo della tua anima. Sai per fede che devi
lasciare aperta la porta e consentirgli di lavorare in te. Abbandonati a lui,
ma realmente, senza riservarti un modo di concepire la tua vita, il desiderio
di vedere realizzarsi in te la tua vocazione e di goderne. Accetta la
consapevolezza di una vita vuota, accetta il frantumarsi delle tue concezioni
su ciò che tu chiami la tua vita interiore.
Poi diffida dell’amor proprio nella preoccupazione
della salvezza dei fratelli. Non cercare di vedere il frutto del tuo desiderio.
Riconoscerai che il tuo desiderio, la tua sofferenza
per la salvezza dei tuoi fratelli è pura, è proprio per lui, se non cagionerà
in te turbamento, se non ti allontana dall’amore, se è senza fretta, se non
cerca di sentirsi esaudita.
L’amor proprio deve morire e anche l’amore egoista –
che è falso amore – con cui noi talvolta amiamo i nostri fratelli. Devi amare
come lui, cioè lui deve amare in te. Come sarai certo del tuo amore, così sarai
certo, come se fosse già avvenuto, di salvare delle moltitudini. Non ti basterà
la conversione di qualche anima: vorrai quella di tutto il popolo, del mondo
intero. Ciò sarà ragionevole perché conforme alle leggi dell’amore reciproco e
presuppone che tu creda di essere amato da Dio. Questo atto di fede sincero,
profondo, è il più difficile! Crediamo più facilmente al nostro amore per lui
che al suo amore per noi. Parlo di una fede vera, profonda, che capisca un po’
l’infinito dell’amore di Gesù per noi: non parlo di un sentimento provato
durante una grazia sensibile che non è un atto di fede nell’amore. Ma quando ti
conoscerai in tutta la tua miseria, e con tutta la tua fede, nell’atto stesso
della visione di questo niente che sei, crederai di essere preferito da Gesù a
tutte le altre anime perché sei per lui un oggetto di misericordia, allora
sarai vicino al vero amore.
Piuttosto che cercare di far grandi cose per amore,
cerca di amare in ogni cosa specialmente nelle più piccole: così farai morire
l’amor proprio. Non temere di vedere il fondo della tua miseria e di
accettarla: non scusarti, non turbarti. Credi forse che egli non la veda meglio
di te? Ciò non impedisce nulla; anzi al contrario egli può usare misericordia.
Credi, è proprio per questo che egli ti ama…
(Renè Voillaume)
Un testo da conservare per ricordarsi sempre qual è il vero percorso di chi decide di
vivere il Vangelo.
E’ uno scritto di R. Voillaume fondatore dei “Piccoli
fratelli di Gesù” legati alla spiritualità di Ch. de Foucauld, che si trova
nella raccolta “Come loro”. Un testo molto esigente e molto intenso, fatto
salvo un linguaggio e delle espressioni a cui forse non siamo molto abituati.
Una bella descrizione di quella che è la vera “povertà di spirito”.
"Chi parla male del prossimo è un ipocrita che non ha il coraggio di guardare i propri difetti. Le chiacchiere hanno una "dimensione di criminalità", perchè ogni volta che parliamo male dei nostri fratelli, imitiamo il gesto omicida di Caino."
- papa Francesco, 13 setteembre 2013, nella messa alla Casa Santa Marta -
«Parecchi cristiani dicono: noi parliamo con Dio e ce ne
infischiamo di quello che dice il Papa. E così, credendo di parlare con Dio, se
ne vanno all’inferno!».
- San Pio da Pietrelcina .
Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare.
- Ernest Hemingway -
Preghiera per la sera
Mi addormenterò
nella pace,
il tuo sangue vegli su di me;
all' anima che hai plasmato secondo la tua immagine,
concedi la libertà.
Posa la mano sul corpo che hai impastato,
e le tue misericordie siano per lui come mura di
difesa
e come un potente scudo.
Quando il corpo si riposerà
la tua forza lo protegga,
il mio riposo sia davanti a te,
come profumo d'incenso.
Il Maligno non si avvicini al mio giaciglio,
per l'intercessione di tua Madre,
e per il tuo sacrificio per noi;
allontana il demone della paura che mi nuoce.
Buona giornata a tutti. :-)