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giovedì 4 aprile 2019

Se l'uomo non avesse il dolore .... difficilmente infilerebbe la strada della salvezza. - Carlo Carretto e Non abbiate paura - San Giovanni Paolo II, papa

"...Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.
Lui è Dio, è il dio dell'impossibile.
Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell'eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l'ha fatto.
Gli ha lasciato un po' di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all'agape del sacrificio.
Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
Gli ha dato salute e forza fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l'attende. Come terribile metastasi del male.
E' inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell'uomo e dell'ecologia distrutta.
No,no!
Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
Non lo fa.
A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice.
E' lui che mi ha azzoppato.
Discutete pure all'infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perchè del dolore e del perchè Dio lasci il dolore su questa terra.
Io preferisco dire: "E' Lui".
E' Lui che mi ha distrutto i campi. E' Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
E' Lui che mia ha portato su questo letamaio.
Non ci sono due potenze.
Ce n'è una sola: Dio!
Lui può.
Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.
Qui sta una parte del mistero del dolore.
Dio permette.
Dio mi ferisce.
Dio mi distrugge i raccolti.
Dio imperversa nella tempesta.
Dio mi conduce alla morte.
Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me.
Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze.
Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.
E' così.
Se l'uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza.
Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l'avventura della liberazione.
Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa.
Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.
Ed è per questo che Dio colpì Giacobbe all'anca."

- Carlo Carretto -
da:  "Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli"



Fratelli e Sorelle!
Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,

i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”.
Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi 
– vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – 
permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna.


- san Giovanni Paolo II, papa -


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


venerdì 29 marzo 2019

In attesa che l'amico torni e Vieni di notte - Padre David Maria Turoldo

Tu non sai cosa sia la notte
sulla montagna
essere soli come la luna;
né come sia dolce il colloquio
e l’attesa di qualcuno
mentre il vento appena vibra
alla porta socchiusa della cella.


Tu non sai cosa sia il silenzio
né la gioia dell’usignolo
che canta, da solo nella notte;
quanto beata è la gratuità,
il non appartenersi
ed essere solo
ed essere di tutti
e nessuno lo sa o ti crede.


Tu non sai
come spunta una gemma
a primavera, e come un fiore
parla a un altro fiore
e come un sospiro
è udito dalle stelle.

E poi ancora il silenzio
e la vertigine dei pensieri,
e poi nessun pensiero
nella lunga notte,
ma solo gioia
pienezza di gioia
d’abbracciare la terra intera;
e di pregare e cantare
ma dentro, in silenzio.


Tu non sai questa voglia
di danzare
solo nella notte
dentro la chiesa,
tua nave sul mare.
E la quiete dell’anima
e la discesa nelle profondità,
e sentirti morire
di gioia
nella notte.



- padre David  Maria Turoldo -




Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, Figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
E dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti,:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.
Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.

 - Padre David Maria Turoldo - 


Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 18 marzo 2019

Angusta è la casa del Signore - Sant'Agostino

Poteva esserci misericordia verso di noi infelici maggiore di quella che indusse il Creatore del cielo a scendere dal cielo e il Creatore della terra a rivestirsi di un corpo mortale?

Quella stessa misericordia indusse il Signore del mondo a rivestirsi della natura di servo, di modo che:


pur essendo pane avesse fame,
pur essendo la sazietà piena avesse sete,
pur essendo la potenza divenisse debole,
pur essendo la salvezza venisse ferito,
pur essendo vita potesse morire.
E tutto questo per saziare la nostra fame,
alleviare la nostra arsura,
rafforzare la nostra debolezza,
cancellare la nostra iniquità,
accendere la nostra carità.

- Sant' Agostino -

 discorso 207,1




Voi mi cercate non perché avete veduto segni ma perché avete mangiato quei pani.
Voi mi cercate per la carne, non per lo spirito. Quanti cercano Gesù solo per i vantaggi temporali! C'è chi ricorre ai preti per riuscire in un affare; c'è chi si rifugia nella Chiesa perché oppresso da un potente; c'è chi vuole s'intervenga presso un tale su cui egli ha scarsa influenza. 
Chi per una cosa, chi per un'altra, la Chiesa è sempre piena di gente siffatta. E' difficile che si cerchi Gesù per Gesù.

Procuratevi non il nutrimento che perisce, ma il nutrimento che resta per la vita eterna. Voi mi cercate per qualche altra cosa, dovete invece cercare me per me. Già comincia a suggerire l'idea che questo nutrimento è lui stesso... Forse ti aspettavi di mangiare ancora dei pani, di poterti mettere nuovamente a tavola, d'impinguarti ancora. Ma egli parla di nutrimento che non perisce, che resta per la vita eterna, come prima aveva detto alla Samaritana: Se tu sapessi chi è colui che ti chiede da bere, forse ne avresti chiesto a lui, ed egli ti darebbe acqua viva... 


- Sant' Agostino -
Omelia 25





La fede si distingue dalle opere, come dice l'Apostolo: L'uomo viene giustificato dalla fede, senza le opere (Rm 3, 28-29). 
Esistono opere prive della fede in Cristo, che apparentemente sono buone: in realtà non lo sono perché non sono riferite a quel fine che le rende buone: il fine della legge è Cristo, per la giustizia di ognuno che crede (Rm 10, 4). 
Il Signore non ha voluto distinguere la fede dalle opere, ma ha definito la fede stessa un'opera. 
E' fede, infatti, quella che opera mediante l'amore. 

- Sant'Agostino -
Omelia 25 





Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque;
è in rovina: restaurala;
alcune cose contiene, che possono offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono consapevole: ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te: "Purificami, Signore, dalle mie brutture ignote a me stesso, risparmia al tuo servo le brutture degli altri" ?
Credo, perciò anche parlo  Signore, tu sai : non ti ho parlato contro di me dei miei delitti, Dio mio, e tu non hai assolto la malvagità del mio cuore ?
Non disputo con te , che sei la verità, e io non voglio ingannare me stesso,
nel timore che la mia iniquità s'inganni .
Quindi non disputo con te, perché, se ti porrai a considerare le colpe, Signore, Signore, chi reggerà?

- Sant’Agostino -
Fonte: Confessioni I, 5,6



Buona giornata a tutti. :-)


domenica 17 marzo 2019

I dieci motivi per cui non mi lavo mai

In una parrocchia americana, il parroco, decisamente seccato dalle scuse addotte nel corso degli anni dai parrocchiani per non andare a messa, inserì 
“I dieci motivi per cui non mi lavo mai” nel bollettino domenicale:

1. Sono stato obbligato quando ero piccolo.
2. Le persone che si lavano sono ipocriti: pensano di essere più puliti degli altri.
3. Ci sono così tanti tipi di sapone, che non so decidere quale sia il migliore.
4. Ero abituato a lavarmi, poi ho cominciato ad annoiarmi ed ho smesso.
5. Mi lavo solo in occasioni particolari, come Natale e Pasqua.
6. Nessuno dei miei amici si lava.
7. Comincerò a lavarmi quando sarò più vecchio e più sporco.
8. Non riesco a trovare il tempo.
9. Il bagno non è mai caldo abbastanza in inverno o fresco a sufficienza in estate.
10. I produttori di sapone cercano solo i tuoi soldi.


Non dire: «Mi è impossibile influenzare gli altri», perché se sei cristiano è impossibile che questo non avvenga… 
È più facile per la luce diventare tenebra che per il vero cristiano non splendere.


- San Giovanni Crisostomo -




Posso solo tentare

Signore,
non riesco a pregare,
non riesco a ringraziare,
non riesco a credere.
Posso solo tentare
di mostrare il mio amore
ad ogni essere umano
che ha bisogno di me,
e cercare la verità e la giustizia:
questa è la mia preghiera.
Posso solo tentare
di stare accanto al mio fratello
che gli uomini disprezzano,
per essere disprezzata insieme a lui:
questo è il mio grazie.
Posso solo, instancabilmente,
continuare a cercare
l’anima perdutasi
sotto le macerie di ciò
che avrebbe dovuto
essere la tua immagine:
questa è la mia fede.
Signore, se mi ascolti,
dammi la forza
di pregare così,
di ringraziare così,
di credere così!




Buona giornata a tutti. :-)









giovedì 14 marzo 2019

Nelle braccia di Dio ....

Un'anziana signora stava stirando!
Arrivò l'Angelo della morte, e le disse:
«È il tempo: vieni!».
La donna rispose:
«Va bene: ma lasciami finire, di stirare tutta la biancheria!
Chi lo fa, altrimenti? E, poi, devo cucinare; mia figlia lavora, fino a tardi: ha bisogno di qualcosa da mangiare, quando torna a casa, sfinita... Lo capisci, questo?».
L'Angelo se ne andò...
Dopo un po' di tempo, tornò!
Chiese alla donna, se era pronta a lasciare la casa...
«È il tempo: vieni!», disse.
La donna rispose:
«Questa è la mia ora, per il turno alla Casa di Riposo, per Anziani! Là, mi aspettano almeno dieci persone, dimenticate dalla loro famiglia... Posso piantarle, in asso, così?».
L'Angelo se ne andò!
Dopo un po' di tempo, tornò, e disse:
«È l'ora: andiamo!».
La donna rispose:
«Sì, sì: hai ragione, è giusto! Ma chi va a prendere il mio nipotino, alla Scuola Materna, se io non ci sono più?».
L'Angelo sospirò:
«D'accordo: aspetterò, finché il tuo nipotino potrà andare a Scuola, da solo!».
Alcuni anni dopo, la donna era stanca, e piena di acciacchi e, seduta sulla sua poltrona, pensava: «Adesso, potrebbe arrivare l'Angelo...
Dopo tutta la fatica, la Casa di Dio deve essere meravigliosa!».
L'Angelo arrivò...
La donna chiese:
«Mi porti, adesso, nelle braccia di Dio?».
L'Angelo rispose:
«Dove credi, di essere stata, in tutto questo tempo?».





Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono. 

- papa Benedetto XVI -

Bellissimo affresco di stile bizantino. Notate la presenza di Gesù Cristo e degli angeli nel momento fondamentale in cui il figlio "rientra in sé" e lo accompagna nel cammino di ritorno verso suo padre.

"La morte non è niente:

sono semplicemente passato, nella stanza accanto...
Io sono sempre io! Tu sei sempre tu!
Ciò che eravamo, l'uno per l'altro, lo siamo sempre...
Chiamami con il nome, con cui mi hai sempre chiamato!
Parlami, come hai sempre fatto!
Non usare un tono differente!
Non prendere un'aria mesta, o da cerimonia...
Continua a ridere, di ciò che ci faceva ridere, insieme!
Prega... Sorridi!".



Buona giornata a tutti. :-)





mercoledì 13 marzo 2019

Signore, non sono degno - San Francesco d'Assisi

Un villano incontrando santo Francesco gli disse: "Dimmi, se' tu frate Francesco d'Ascesi?".
Risponde santo Francesco che sì.
"Ora t'ingegna dunque, disse il villano, d'essere così buono come tu se' tenuto da ogni gente, perciò che molti hanno grande fede in te, e però io ti ammonisco che in te non sia altro che quello che la gente ne spera".
Udendo santo Francesco queste parole, non si isdegnò d'essere ammonito da uno villano, e non disse tra se medesimo: Che bestia è costui che m'ammonisce? Siccome direbbono oggi molti superbi che portano la cappa, ma immantanente si gittò in terra dello asino e inginocchiossi dinanzi a costui e baciogli i piedi, e sì lo ringrazia umilmente perch'egli avea degnato d'ammonirlo così caritativamente. Allora il villano insieme con li compagni di santo Francesco con grande divozione sì lo levarono da terra e ripuosonlo in su l'asino; e camminarono oltre.

(Fioretti di san Francesco, FF 1902)



Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine del suo Figlio diletto. E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crucifiggerlo, e ancora lo crucifiggi quando ti diletti nei vizi e nei peccati.
Di che cosa puoi dunque gloriarti? Infatti, se tu fossi tanto sottile e sapiente da possedere tutta la scienza e da sapere interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti, in tutto questo non potresti gloriarti; poiché un solo demonio seppe delle realtà celesti e ora sa di quelle terrene più di tutti gli uomini insieme; e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e non sono di tua pertinenza, ed in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.


- San Francesco -
Ammonizioni V


Mio Redentore, riconosco di essere infinitamente indegno di accostarmi a te e riceverti a motivo dei miei peccati e della mancanza di purezza, perciò ti dico: Signore, non sono degno. 
Anche se avessi tutto l'amore dei Serafini sarei, comunque, indegno di riceverti; allora ti ripeto ancora: Signore, non sono degno.

Mio amabile Signore, vieni ed opera in me quello per cui vieni. 
Sono un miserabile, ma la tua bontà non ti fa fermare ad osservare la mia miseria. 
Vieni nella mia anima e santificala, prendi possesso del mio cuore e purificalo, entra nel mio corpo, custodiscilo e non separarmi mai dal tuo amore.


Fuoco consumatore, brucia tutto ciò che in me è indegno della tua presenza e che può essere di ostacolo alla tua grazia ed al tuo amore.


Madre del mio Redentore, abbi compassione di me, povero peccatore, prega per me, affinché, per mezzo tuo, abbracci tuo Figlio con perfetto amore e divenga come il suo Cuore desidera.


- San Francesco d'Assisi -



Buona giornata a tutti. :-)

































































Preghiera del mattino

Signore Gesù, grazie per questo regalo di un nuovo giorno.
Un regalo che viene ad aggiungersi ai tanti altri che ho ricevuto da te.
Apri i miei occhi affinché io mi renda conto che tutto ciò che sono,
che tutto ciò che ho viene da te.
È dunque normale che tutto ciò che sono e possiedo
lo metta al tuo servizio e al servizio del mio prossimo.
Aiutami ad annunciare a coloro che incontrerò oggi
"tutto ciò che tu, Signore, hai fatto per me nella tua misericordia".




Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 11 marzo 2019

Una leggenda irlandese - John Powell

Ci fu un tempo, dice una leggenda, in cui l'Irlanda era governata da un re che non aveva figli maschi. Così, il sovrano inviò i suoi messi ad affiggere dei bandi sugli alberi di tutte le città del regno, per invitare ogni giovanotto che ne avesse i requisiti a presentarsi a palazzo e avere un colloquio con il re come possibile successore al trono. 
Le caratteristiche richieste erano le seguenti: 1) amare Dio e 2) amare gli altri esseri umani.
Il giovanotto di cui parla la leggenda vide i bandi e riflette fra sé e sé che amava Dio e gli altri esseri umani. Tuttavia, data la sua estrema indigenza, non possedeva degli abiti che lo rendessero presentabile alla vista del re; ne disponeva dei mezzi per acquistare le vettovaglie necessarie per il viaggio sino al castello. Perciò mendicò ed ottenne dei prestiti finché non ebbe denaro a sufficienza per dei vestiti adeguati e per le provviste necessarie, e finalmente potè mettersi in viaggio alla volta del castello. 
Lungo la strada, giunto quasi nei pressi della meta, incontrò un mendicante, il quale stava seduto tutto tremante, e non indossava altro che stracci; il poveretto allungò le braccia per implorare aiuto e con voce debole disse piano: «Ho fame e ho freddo. Mi aiuti?»
Il giovane fu così commosso dallo stato di bisogno del povero mendicante che si privò immediatamente degli abiti, facendo il cambio con gli stracci del mendicante. Senza pensarci un attimo, inoltre, gli diede tutte le sue provviste. Poi, benché titubante, riprese il cammino verso il castello, con indosso gli stracci e senza provviste per il viaggio di ritorno. 
All'arrivo al castello, una persona al seguito del sovrano lo fece entrare e, dopo una lunga attesa, finalmente potè accedere nella sala del trono.
Quando il giovane, chinatesi profondamente davanti al sovrano, sollevò gli occhi, fu colmo di stupore.
«Voi... voi siete il mendicante che ho incontrato lungo la strada».
«Sì», rispose il re. «Quel mendicante ero proprio io».
«Ma non siete un vero mendicante. Siete il re».
«Sì, sono il re».
«Perché avete fatto questo?», chiese, allora, il giovane.
«Perché volevo scoprire se tu ami veramente, se ami Dio e gli altri esseri umani. Sapevo che se mi fossi presentato a te come il re, saresti stato molto colpito dalla mia corona d'oro e dai miei abiti regali.
Avresti fatto qualunque cosa io chiedessi per via del mio aspetto regale; ma in questo modo non avrei mai saputo com'è realmente il tuo cuore. Perciò mi sono presentato a te come un mendicante, senza pretese nei tuoi confronti se non quella dell'amore del tuo cuore.
Ed ho scoperto che tu ami realmente Dio e gli altri esseri umani. 
Tu sarai il mio successore. Tu avrai il mio regno!»

- John Powell, gesuita -
da: Perché ho paura di essere pienamente me stesso, Milano, Gribaudi, 2002, pagg 109-110



Essere generosi vuol dire vincere l'antica ansia di perdere ciò che possediamo. Vuol dire ridisegnare i nostri confini. 
Per la persona generosa i confini sono permeabili. 
Ciò che è tuo - la tua sofferenza, i tuoi problemi - è anche mio: questa è la compassione. 
Ciò che è mio - i miei possessi, le mie abilità e conoscenze, le mie risorse, il mio tempo, la mia energia - è anche tuo. Questa è la generosità.

Con la vittoria sui livelli antichi dell'inconscio e una ridefinizione dei confini, la generosità provoca in noi una trasformazione profonda. 
Inutile negarlo: spesso anche la persona più rilassata e gioviale nell'intimo è aggrappata ai suoi averi con tutte le sue forze. 
Questi muscoli emotivi sono sempre tesi. Ciò che abbiamo, o che crediamo di avere, ce lo teniamo stretto: una persona, una posizione sociale, un oggetto, la nostra sicurezza. E in questo trattenere c'è paura. 
Siamo come quei bambini, descritti da una parabola buddhista, che su una spiaggia hanno costruito i loro castelli di sabbia. Ognuno ha il suo castello. Ognuno ha il suo territorio. 
Tutti si sentono importanti: «È mio!», «È mio!». Magari si azzuffano, fanno la guerra. Poi cala la sera, i bambini ritornano alle loro case. 
Dimenticano i castelli di sabbia e vanno a dormire. 
Intanto l'alta marea cancella tutto. 
I nostri monumenti più preziosi sono castelli di sabbia. 
Vogliamo prenderci veramente così sul serio? 
La generosità molla la presa, è molto più rilassata.

- Piero Ferrucci -
 La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005



Un chicco di frumento si nascose nel granaio.
Non voleva essere seminato.
Non voleva morire.
Non voleva essere sacrificato.
Voleva salvare la propria vita.
Non gliene importava niente di diventare pane.
Né di essere portato a tavola.
Né di essere benedetto e condiviso.
Non avrebbe mai donato vita.
Non avrebbe mai donato gioia.
Un giorno arrivò il contadino.
Con la polvere del granaio spazzò via anche il chicco di frumento.

- don Bruno Ferrero - 
Bollettino Salesiano, giugno 2016


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 7 marzo 2019

Lettera di Sant’Agostino all’uomo per amare una donna in pienezza e per sempre

Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.
Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.
Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.
Ama la tua donna senza chiedere altro all’ infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.
Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire. 
Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. 
Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.
Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.
Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.
Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l’esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio.
E sii sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore.
Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!

- Sant' Agostino -






























Mantieni coloro che ami vicini a te, 
dì loro all'orecchio quanto ne hai bisogno, 
amali e trattali bene... 
prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", 
"perdonami", 
"per piacere", 
"grazie", 
e tutte le parole d'amore che conosci. 

- Gabriel  Garcia Márquez - 



La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. 
Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. 
Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. 
Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido.

- Sant' Agostino -




Buona giornata a tutti. :-)


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