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giovedì 21 febbraio 2019

Un albero – don Bruno Ferrero

In un paese lontano si trovava un albero prodigioso.

Nessuno conosceva la sua età.

Alcuni dicevano che era più vecchio della terra.

Donne e uomini venivano a supplicarlo. Anche i lupi, nelle notti senza luna, ululavano verso di lui.

Ma nessuno osava mangiare i suoi frutti.
Eppure erano frutti magnifici, enormi, innumerevoli, che pendevano dalle due ramificazioni dell'albero.

Metà di questi frutti erano velenosi. Nessuno sapeva quale delle due metà. 

Dei due grandi rami, uno portava la vita, l'altro la morte.
Venne una grande carestia e la gente del paese soffriva la fame.

Solo l'albero rimaneva imperturbabile, carico di frutti splendidi.
Gli abitanti dei dintorni si avvicinavano indecisi e timorosi. Erano affamati e soffrivano, ma non volevano morire avvelenati.
Ma, un giorno, un uomo che stava per morire si fermò sotto il ramo di destra, raccolse un frutto e lo mangiò senza esitare. Rimase in piedi, tranquillo, con un respiro che si faceva sempre più gioioso.
Tutti di colpo si accalcarono verso il ramo di destra e cominciarono a mangiare quei frutti deliziosi e salutari.
Alla sera, gli abitanti dei posto si riunirono in consiglio. Il ramo di sinistra era non solo inutile, ma anche pericoloso. Decisero di reciderlo con decisione dal tronco. Il giorno dopo, tutti si svegliarono presto e si affrettarono a cercare il loro cibo.
Tutti i frutti del ramo di destra erano caduti in terra e imputridivano nella polvere. Gli uccelli che abitavano tra le foglie erano scomparsi.
L'albero era morto durante la notte.

I contadini allora dissero al padrone. "Signore, tu avevi fatto seminare dei buon grano nel tuo campo. Da dove viene l'erba cattiva?".
Egli rispose: "E' stato un nemico a far questo".
I contadini gli domandarono: "Vuoi che andiamo a strapparla via?".
Ma egli rispose: "No! Perché, così rischiate di strappare anche il grano insieme con l'erba cattiva. Lasciate che crescano insieme fino al giorno del raccolto. A quel momento io dirò ai mietitori: raccogliete prima l'erba cattiva e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece mettetelo nel mio granaio" (Matteo 13,2 7-30).

Male e bene sono misteriosamente mescolati e crescono insieme. Nessun essere umano può sottrarsi alla responsabilità fondamentale che sgorga dalla libertà che Dio gli ha donato: scegliere.

- don Bruno Ferrero -
Fonte: La Vita è Tutto Ciò che Abbiamo - Casa Editrice: ElleDiCi




Dobbiamo essere ben coscienti che il male non è una forza anonima che agisce nel mondo in modo impersonale o deterministico.
Il male, il demonio, passa attraverso la libertà umana, attraverso l’uso della nostra libertà.
Cerca un alleato, l’uomo. Il male ha bisogno di lui per diffondersi.
È così che, avendo offeso il primo comandamento, l’amore di Dio, viene a pervertire il secondo, l’amore del prossimo.
Con lui, l’amore del prossimo sparisce a vantaggio della menzogna e dell’invidia, dell’odio e della morte. Ma è possibile non lasciarsi vincere dal male e vincere il male con il bene (cfr Rm 12, 21)

- papa Benedetto XVI - 
Libano 15 settembre 2012






Porta un albero verde nel tuo cuore e forse gli uccelli vi verranno a cantare….


(antico proverbio cinese)


Buona giornata a tutti. :-)














sabato 2 febbraio 2019

Un Dio "ragioniere"? - Giuliano Palizzi sdb


"L'empio abbandoni la sua via, ritorni al Signore che avrà misericordia di lui… Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". (Is 55,6-9)

Alcuni termini liturgici come eucaristia e carisma derivano dal greco "charis" che significa benevolenza, dono gratuito, regalo che dà gioia, che rende lieti.
Ricevere un regalo perché te lo sei meritato, te lo sei sudato… certo è bello. 
È grande la soddisfazione per il diploma di laurea, o la medaglia in una gara sportiva; ma immensa è la gioia che suscita in noi il semplice fiore che la persona amata ci consegna nel momento in cui ci dichiara il suo amore. Questo regalo produce un'emozione unica perché è segno che qualcuno ci pensa, ci vuole bene, pronuncia con tenerezza il nostro nome. 
È così l'amore di Dio. "Dio premia secondo i meriti" è l'epitaffio sulla tomba dell'amore!
Un Dio "senza-Vangelo"
Una religione che valuta il rapporto con Dio con i criteri della giustizia retributiva, contabilità, premi e castighi, lusinghe e minacce, registrazione dei meriti e delle trasgressioni è una deformazione della fede. 
I rabbini, sostenendo questa mentalità, avevano catalogato gli uomini in quattro categorie: giusti, se osservavano tutta la legge; empi, se in loro prevalevano le infrazioni; mediocri, se i meriti e le colpe si equivalevano; pentiti, se chiedevano perdono dei loro peccati. 
Questo Dio che ricompensa solo per un'opera buona è morto definitivamente con l'arrivo di Gesù che è venuto per i malati non per i sani, per i peccatori non per i giusti, per i poveri e gli emarginati e si presenta come il Buon Pastore che ama ogni sua pecorella e per ognuna dà la sua vita.
Un Dio "contatore."
Un Dio "ragioniere" può essere anche il Dio della religione cristiana quando l'essenziale non è tanto il Vangelo di Gesù quanto l'elaborazione di regole dettagliate e minuziose in ogni campo della morale privilegiando l'osservanza, la paura del peccato, dell'inferno se non si rispetta la norma. 
È la religione della fatica, della tristezza, della rinuncia, del sacrificio, dei fioretti… della valle di lacrime insomma, una religione che bandisce il piacere! Don Bosco non voleva che i suoi ragazzi facessero penitenza e fossero tristi ma chiede "allegria, studio, pietà."
No a una religione in cui chi accumula più meriti può catalogarsi tra i giusti e automaticamente sentirsi migliore degli altri ed ergersi a giudice per poi professarsi cristiano cioè seguace di un Dio che aveva detto non giudicate non condannate e chi non ha peccato scagli la prima pietra, di un Dio che non allontana ma che recupera sempre tutti perché vuole che nessuno si perda e lascia le 99 per la smarrita e non capisce lo sdegno del secondo figlio mentre si festeggia il ritorno del primo e salva in diretta il ladrone, l'adultera e, nonostante il tradimento, conferma a Pietro la promessa fatta (altro che meriti!).
Un Dio libero e tenero.
Il dialogo fra Dio e uomo s'instaura solo dove esistono l'incontro libero, il dono gratuito e l'amore reciproco incondizionato. 
Chi ama non pretende nulla, non si aspetta altro che vedere la persona amata sorridere e gioire. 
Nella linea dei profeti, i migliori fra i rabbini dicevano al Signore frasi simili: "In questo si manifesta la tua salvezza: tu hai misericordia di coloro che non hanno un tesoro di opere buone". 
Gesù ha fatto proprio questa giustizia.
Gesù dice spesso "La tua fede ti ha salvato". Quindi nessuno può sentirsi migliore di altri se non sono i meriti a salvarci ma la fede. La fede esige le opere certamente (Gc 2,26). Ma la fede riempie le opere di quel condimento, quel buon sugo della tenerezza, quell'odore di buono che solo la gratuità e l'amore incondizionato possono produrre e che fanno la differenza di fronte alle opere fatte solo per accumulare punti-paradiso! 
Tutte le opere hanno valore salvifico se compiute in funzione dell'amore di Dio e del prossimo, l'unico comandamento di Gesù che riassume la legge e i profeti! 
"Al momento della morte non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso d'amore che avremo messo nel nostro lavoro." (Madre Teresa di Calcutta)

"Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l'eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose". (Tonino Bello)
 
- Giuliano Palizzi Sdb -


Forse c’è chi può dire: è impossibile! Io non valgo niente!

Ma io ti dico che tu sei prezioso per Dio e Dio ti ama e avvolge la tua vita della sua gloria, del suo amore eterno e infinito.
Forse c’è chi pensa: io sono troppo triste, troppo desolato, troppo depresso.
Non vedo luce, non aspetto niente di buono dalla vita. Ma io ti dico che Dio è vita, che la gioia di Dio è anche per te, che alla festa di Dio sei invitato anche tu e Dio continua ad avvolgere la tua vita della sua gloria, della sua luce!
Forse c’è chi pensa: è impossibile: io sono cattivo, io ho fatto del male, io non riesco io non voglio rinunciare ai miei vizi, io merito solo castighi e condanne. 
Ma io ti dico che Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita della sua gloria, del suo amore misericordioso. Forse c’è chi pensa: è impossibile: io mi sono ribellato a Dio, io sono arrabbiato con Dio, io ho insultato Dio, io mi sono dimenticato di Dio. Ma io ti dico che Dio non è arrabbiato con te, Dio continua ad amarti e ad avvolgerti della sua gloria, del suo amore paziente e discreto.
La gloria di Dio riempie la terra perché Dio non è lontano da nessuno e la gloria di Dio avvolge di luce ogni essere vivente, come avvolse di luce i pastori nella notte di Natale (e la gloria del Signore li avvolse di luce: Lc 2,9).

- Mario Delpini -
Arcivescovo di Milano



O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
 Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.


 Buona giornata a tutti. :-)










domenica 27 gennaio 2019

L'insegnante belga che salvò mille ebrei

Andrée Geulen è stata un’insegnante belga che salvò quasi mille bambini ebrei dall’orrore della Shoah.

Nel 1942 aveva vent’anni quando un giorno nella scuola elementare dove insegnava, alcuni studenti ebrei si presentarono in classe con la stella gialla cucita sui vestiti. Quella stella che evidenziava con disprezzo l’appartenenza ad un popolo catapultò Andrée in una realtà che fino a quel momento osservava distrattamente e nonostante il suo nome non fosse legato ad alcun movimento politico, decise di agire.
Prima di tutto ordinò a tutti i suoi studenti di indossare un grembiule affinché si coprissero le stelle gialle dei suoi studenti ebrei per evitare episodi di bullismo. Poi fece conoscenza con Ida Sterno, una ragazza ebrea affiliata ad un gruppo clandestino che si occupava di trovare rifugi sicuri per i bambini ebrei.
Un giorno nel mezzo della notte i nazisti fecero irruzione nella scuola portando via dodici bambini ebrei che erano stati nascosti dalla preside. Andrée non nascose il suo sdegno e dopo che un soldato tedesco le domandò come avesse potuto fare l’insegnante degli ebrei, rispose:«E tu non ti vergogni di fare la guerra ai bambini ebrei?». 
Con i bambini anche la preside e suo marito finirono nei campi di sterminio dove furono trucidati.
Per oltre due anni Andrée continuò la sua battaglia contro la follia dei nazisti. Radunò centinaia di bambini ebrei anche di due, tre anni per trasferirli in monasteri o nelle case di famiglie cristiane.
«Ancora piango quando penso ai momenti in cui sono stata costretta a sottrarre i bambini dai loro genitori – racconta Andree che oggi ha 97  anni (nata il 6 settembre 1921 ndr)  – senza dire loro dove li avrei portati».
Quando la guerra finì, Andrée s’impegnò per i ricongiungimenti familiari, a volte capitò che i figli non ritrovarono più i loro genitori perché finiti nelle camere a gas. 
Per anni Andrée continuò a mantenere i contatti con i suoi bambini e nel 1989 Israele l’inserì tra i Giusti fra le Nazioni conferendole la cittadinanza onoraria.«Quello che ho fatto è stato solo il mio dovere. Disobbedire alle leggi di allora era la sola cosa normale da fare».


La paura 

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!

- Eva Picková -




 Al cominciar del giorno, Dio, ti chiamo. 
Aiutami a pregare
e a raccogliere i miei pensieri su di te; 
da solo non sono capace.
C'è buio in me,
in te invece c'è luce;
sono solo, ma tu non m'abbandoni; 
non ho coraggio, ma tu mi sei d'aiuto; 
sono inquieto, ma in te c'è la pace;
c'è amarezza in me, in te pazienza;
non capisco le tue vie,
ma tu sai qual è la mia strada.
Padre del cielo,
siano lode e grazie a te 
per la quiete della notte, 
siano lode e grazie a te
per il nuovo giorno.
Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato!
Amen.

- Dietrich Bonhoeffer -


Buona giornata a tutti. :-)




martedì 15 gennaio 2019

L'uovo e il Cucchiaino - don Bruno Ferrero

Una donna, che non aveva grandi risorse economiche, trovò un uovo. 
Tutta felice, chiamò il marito e i figli e disse: "Tutte le nostre preoccupazioni sono finite. Guardate un po': ho trovato un uovo! Noi non lo mangeremo, ma lo porteremo al nostro vicino perché lo faccia covare dalla sua chioccia. Così presto avremo un pulcino, che diventerà una gallina. 
Noi naturalmente non mangeremo la gallina, ma le faremo deporre molte uova, e dalle uova avremo molte altre galline, che faranno altre uova. Così avremo tante galline e tante uova. Noi non mangeremo né galline né uova, ma le venderemo e ci compreremo una vitellina. Alleveremo la vitellina e la faremo diventare una mucca. 
La mucca ci darà altri vitelli, finché avremo una bella mandria. Venderemo la mandria e ci compreremo un campo, poi venderemo e compreremo, compreremo e venderemo". 

Mentre parlava, la donna gesticolava. 

L'uovo le scivolò di mano e si spiaccicò per terra.

I nostri propositi assomigliano spesso alle chiacchiere di questa donna: "Farò... Dirò... Rimedierò...".

Passano i giorni e gli anni, e non facciamo niente.

- don Bruno Ferrero -
Fonte: Quaranta storie nel deserto di Bruno Ferrero, ed. ElleDiCi





Una vecchietta serena, sul letto d'ospedale, parlava con il parroco che era venuto a visitarla.

"Il Signore mi ha donato una vita bellissima. Sono pronta a partire".
"Lo so" mormorò il parroco.
"C'è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un cucchiaino in mano".
"Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. "Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?".
"Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c'era il cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine sarebbero arrivati il dolce o il gelato".
"E allora?".
"Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si chiederanno: Perché quel cucchiaino?. Voglio che lei risponda che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

Un medico era assillato da un paziente che aveva una gran paura di morire.
"Come sarà quel momento, dottore? Che mi succederà?".
Il dottore apri la porta della stanza per andarsene e il cagnolino del malato entrò di gran carriera. Abbaiando e scodinzolando di gioia, saltò sul letto e sommerse mani e volto del padrone di leccatine affettuose.
Il dottore disse: "Sarà proprio così. Qualcuno aprirà la porta e...

- don Bruno Ferrero -

fonte: Il Segreto dei Pesci Rossi di Bruno Ferrero, Casa Editrice: ElleDiCi


Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 14 gennaio 2019

Il dono più grande è che noi siamo figli di Dio e che egli genera in noi il suo Figlio - Meister Eckhart

Il dono più grande è che noi siamo figli di Dio e che egli genera in noi il suo Figlio. 
L’anima che vuole essere figlia di Dio non deve generare nulla in sé; e niente dev’essere generato in coloro nei quali il Figlio di Dio deve nascere. 
Il più nobile desiderio di Dio è di generare. Egli è insoddisfatto finché non ha generato in noi il suo Figlio. 
Così l’anima non è soddisfatta in alcun modo se il Figlio di Dio non nasce in essa. È allora che scaturisce la grazia.
Quando il tempo fu compiuto, Giovanni, «la grazia», nacque. 
Quando il tempo è compiuto? Quando il tempo non è più. Per colui che, nel tempo, ha posto il suo cuore nell’eternità e nel quale tutte le cose temporali sono morte è la pienezza del tempo. 
Paolo dice: «In ogni tempo, siate lieti in Dio». Colui che è lieto al di sopra e fuori del tempo si allieta in ogni tempo. 
Un testo dice: Tre cose sono di ostacolo all’uomo, sicché egli non può riconoscere Dio in alcuna maniera. 
La prima è il tempo; la seconda è tutto ciò che si ricollega al corpo; la terza è la molteplicità. Finché queste tre cose sono in me, Dio non è in me e non opera veramente in me. 
Agostino dice: L’avidità dell’anima fa sì che essa desideri afferrare e possedere molte cose; così, mira a impadronirsi di tutto ciò che riguarda il tempo, la corporeità e la molteplicità; a causa di ciò, essa perde proprio ciò che possiede. Per tutto il tempo che in te vi sono più e più cose, Dio non può né abitare né operare in te. Tutte queste cose devono incessantemente uscire affinché Dio entri, a meno che tu non le possegga in un modo migliore e più alto, a meno che la molteplicità non sia diventata in te unità. Allora più c’è molteplicità in te più c’è unità, perché l'una si è trasformata nell’altra. L’unità unisce ogni molteplicità, ma la molteplicità non unisce l’unità. Quando siamo elevati al di sopra di tutte le cose e tutto ciò che è in noi è portato in alto, nulla ci opprime. Ciò che è sotto di me, non mi opprime. Se io tendessi unicamente verso Dio, di modo che non ci fosse che Dio al di sopra di me, nulla mi sembrerebbe penoso e non mi rattristerei così facilmente. 
Agostino dice: Signore, quando mi prostro dinanzi a te ogni tristezza, ogni pena, ogni fatica mi è tolta. Quando abbiamo superato il tempo e le cose temporali siamo liberi, sempre lieti; allora è la pienezza del tempo; allora il Figlio di Dio nasce in te. Quando il tempo fu compiuto Dio mandò il suo Figlio. Se in te nasce un’altra cosa al posto del Figlio, tu non hai lo Spirito Santo e la grazia non agisce in te. Origine dello Spirito santo è il Figlio. Se il Figlio non fosse, lo Spirito santo non sarebbe. Lo Spirito Santo non può emanare e sbocciare che dal Figlio. Quando il Padre genera il Figlio gli dà tutto ciò che ha in essenza e in natura. In questo dono scaturisce lo Spirito Santo. 
Il desiderio di Dio è anche quello di darsi totalmente a noi. Avviene lo stesso quando il fuoco vuole attrarre a sé il legno e penetrare in esso. Trova anzitutto che il legno gli è dissimile. Perciò occorre del tempo. Prima rende il legno caldo e ardente, poi questo fuma e scoppietta perché è differente dal fuoco. Ora più il legno brucia, più diventa calmo e tranquillo; più diventa simile al fuoco, più s’acquieta, fino a che esso stesso è diventato totalmente fuoco. Perché il fuoco possa assimilare in sé il legno, bisogna che ogni dissomiglianza sia eliminata.
Per la verità che è Dio: se tu miri a cosa diversa da Dio o se cerchi una cosa diversa da Dio, l’opera che compi non è opera tua né di Dio. Il fine che la tua intenzione ricerca nella tua opera è l’opera. Ciò che opera in me è il mio Padre e io sono a lui sottomesso. 
È impossibile che nella natura ci siano due padri; nella natura non c’è che un solo padre. Quando le altre cose sono uscite e la pienezza è giunta, questa nascita avviene. 
La pienezza tocca ogni limite e non ha bisogno di nulla; essa ha la larghezza e la lunghezza, l’altezza e la profondità. Se avesse l’altezza e non la larghezza né la lunghezza né la profondità, non potrebbe colmare. 
San Paolo dice: «Chiedete di poter comprendere insieme con tutti i santi che cosa è la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità». 

- Meister Eckhart - 



Dio opera maggiormente in un cuore umile, perché è là che trova la maggiore possibilità di operare, trovandovi la maggiore somiglianza con se stesso.

- Meister Eckhart - 




L'anima è fatta per un bene così grande ed alto, che essa non può in alcun modo trovare riposo, ed è sempre infelice, finché non giunge, sopra ogni modo, a quel bene eterno che è Dio, per il quale essa è fatta.

- Meister Eckhart - 


Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 26 dicembre 2018

La confessione è una concessione di misericordia - Dolindo Ruotolo

"Dicendo: <<A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi li riterrete saranno ritenuti>>, Gesù Cristo diede agli Apostoli e ai loro successori la potestà giudiziale di rimettere i peccati nel Sacramento della Penitenza, com'è chiarissimo dal testo e come dichiarò esplicitamente anche il Concilio di Trento. 
Tutti i peccati, anche i più gravi, possono essere rimessi, ma devono essere sottoposti al giudizio del sacerdote con la Confessione, perché il rimetterli o il ritenerli non è un atto di capriccio ma è una sentenza ragionevole che dipende da un giusto giudizio; tale giudizio non può essere fatto se il peccatore non confessa i suoi peccati e se, confessandoli, non mostra le disposizioni interiori che lo animano.
La Confessione dei peccati non è una imposizione umiliante e penosa, benché sulle prime sembri che sia così e benché a volte abbia quasi questo sapore: è una concessione di misericordia, fonte di pace e di gioia grande per il povero peccatore. 
Sottoporre i propri peccati a chi rappresenta Dio significa mutare l'immondizia in concime, il concime in pianta, in fiore, in frutto di Vita eterna. Confessarsi significa espandere l'anima propria, piangendo, nelle braccia amorose di Dio e assicurarsi del suo perdono, che è dolcissima gioia, pienezza di vita che fa sentire leggeri, leggeri, liberi dalle catene, tesi al volo verso le ricchezze eterne.
[...]Solo Dio poteva erigere un tribunale di amorosa misericordia che rinnova il cuore, dona la pace, eleva in alto il peccatore e lo muta in un giusto e persino in un Santo ".

Meditazione dagli Scritti del Servo di Dio Dolindo Ruotolo, Sacerdote
Da "I Quattro Vangeli"



Signore nostro Dio, liberaci dall’ostinazione del cuore
Signore nostro Dio, liberaci dal rifiuto di conoscerti.
Signore nostro Dio, liberaci dalla tentazione di farci padroni
della nostra vita e della vita di chi ci viene affidato.
Signore nostro Dio, donaci un cuore
che si lasci plasmare dal tuo amore,
donaci un cuore tenace e forte
che sappia opporsi con decisione al male,
Signore nostro Dio, donaci un cuore capace di conversione.
Benedici noi tutti attraverso la tua Parola di vita.
Tutto si compia, o Padre, a lode della tua gloria,
per la santificazione nostra e della tua santa Chiesa.
Lo chiediamo a te, che con il Figlio e lo Spirito Santo
vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.




Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti,
dove non c'è poltrona da pagare
né segno alcuno di separazione,
dove né onore c'è né disonore:
un posto in mezzo a tutti.
Dove non sono maschere né veli
e ognuno vede il volto del fratello
nella sua verità; non il "mio" non esiste
né regna l'egoismo;
dove altissimo il dono del Signore
ricolmerà ogni cuore.
Guardo la folla dei fratelli e chiedo

un posto in mezzo a tutti.

- Rabindranath Tagore -





Buona giornata a tutti. :)