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giovedì 21 gennaio 2021

Giochiamo, Gesù! - Padre Dolindo Ruotolo

2 Egli gridò con voce potente: «È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demòni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole.  

3 Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione furente, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti con gli eccessi del suo lusso».

4 Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi; 5 perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. 
(Ap 18)


Quanti giochi ci sono, tanti ne voglio fare con Te, perché se Tu giochi e mi fai giocare, metti l'ordine nel mio disordine.

Ci sono giochi che cominciano col disordine e portano la vittoria nell'ordine, e giochi che co­minciano con l'ordine e portano la vittoria nel disordine.

Le carte vengono mescolate apposta e si disor­dinano, gli scacchi vengono allineati nell'ordine, come in una battaglia.

O Gesù, io ti do il mio disordine e tu donami l'ordine del tuo amore; io ti do la mia nullità e Tu la tua ricchezza.

Giochiamo: la mia posta è l'anima mia. 
Vinci­mi, prendimi, raccoglimi come conquista del tuo gioco d'amore!

Ecco, sono come un aquilone: tirami, e fa che io m'innalzi nel Cielo.


Sono come acqua saponata: soffiami dentro perché mi dilati come un palloncino iridescente.


Sono come pesante saetta: scoccami dal tuo arco perché raggiunga il segno.


Sono come cerchio che gira senza meta: ac­compagnami con la tua verga di comando, per­ché io trovi la mia via.


Sono come pallone smarrito nelle vicende del­la vita, e sbattuto di qua e di là dalle mani degli uomini: lanciami Tu e mettimi nella tua rete.


Sono un disco che non sa muoversi: lanciami con la tua grazia.

Giochiamo, Gesù, alla fune: io tiro Te e Tu tiri me... chi ha più forza?


Vincimi!

Giochiamo al salto: Tu mi chiami, ed io vengo superando le barriere della mia nullità.

Giochiamo a nascondersi: Tu mi chiami e non ti fai vedere ed io ti cerco.

Giochiamo, Gesù, portami fuori del mondo: là vedrò nei cieli stellati il gioco di Dio, e nella mia nullità il gioco del tuo amore!

O pane del Cielo, o dolcezze della solitudine eterna, dove si è bambini e si gioca per sempre!

Si gioca con la luce eterna, coi riflessi delle eterne magnificenze, con le delicatezze del tuo amore, con la Mamma del Cielo, coi Santi, con gli Angeli, senza gli assillamenti di una vita angosciata dalla complicazione e turbata dalla serietà!

O Gesù, donami la semplicità dell'amore!

È questo il gioco più bello del nostro amore!

(Padre Dolindo Ruotolo)




Figlie mie, quante sorprese può darvi la mia compagnia, e quanta vita vi verrà nel cuore se sapete dimenticarvi! Quello che vi inaridisce è la serietà....

Pensate e ragionate troppo! Piccine mie, siate piccine sul mio Cuore, e giocate con me piccino sul vostro. Non mi sono fatto per voi Ostia silen­ziosa ed inerte? Eppure sono vita.

Fatevi ostie di amore e dimenticatevi.

Vorrei parlare a ciascuna di voi e specialmente a qualcuna di voi. Ma non voglio che vi perdiate poi in vani ragionamenti.

Vi voglio piccole, piccole, piccole. Intendetelo. Dalla semplicità piccolina nasce la fede luminosa, la speranza sicura, l'amore vivo. Dalla piccolezza viene la grandezza, come dal piccolo seme si sviluppa l'albero grandioso.

Vi benedico tutte +++

Confidate! Fate come i piccoli che rimettono al babbo ogni cosa.

Non vi assillate. Vivete di me, vivete con me! Il tragitto è breve, finisce tutto, rimane l'eterna vita; e là sarete piene d'ineffabile gaudio. Amen.

 


Padre Dolindo Ruotolo scriveva questo prezioso e originalissimo scritto alle sue figlie spirituali, sullo stile dell'Imitazione di Cristo, nell'ormai lontano 6 giugno 1938, quando l'Europa era già sotto le morse di Hitler e si era alla vigilia della seconda immane guerra mondia­le. 
Egli, poi doveva far fronte alle numerose ed ingiuste accuse che venivano fatte al suo Commento alla Sacra Scrittura. Il suo animo ne soffriva indicibilmente.

Buona giornata a tutti. :-)










giovedì 9 gennaio 2020

Convertimi, Signore, convertimi! - Don Dolindo

Convertiamoci sinceramente al Signore; ognuno ne ha estremo bisogno, perché ognuno, anche se non è peccatore, ha bisogno di migliorarsi. 
L’anima ha bisogno di restaurarsi e di ringiovanirsi, perché con il passare degli anni si debilita, ed ha bisogno di profonde scosse di grazia per risorgere a vita nuova. 
Ci sono a volte certi stati di decadimento che sembrano invincibili, certi rilassamenti nella preghiera contro i quali nulla ci può, se non interviene un miracolo della misericordia di Dio.
Convertimi, Signore, convertimi, rinnova tu la mia povera vita, prostrami nel mio nulla, aprimi il cuore all’ amore, fammi tutto tuo. 
Languisce in me la preghiera, languiscono le attività dello spirito, sento un’oziosità invincibile nelle potenze dell’anima mia, e non so come rialzarmi. 
Sollevami Tu con lo splendore della tua misericordia, sollevami con la tua grazia, dammi la mano, rinnovami, affinché io compia ciò che tu voi da me.
Chiudi i miei occhi alle cose della terra, aprili alle cose celesti, attraimi, trasformami, fammi vivere soprannaturalmente nello Spirito Santo. 

Io ti domando il dono della vigilanza per ricercare te solo, il dono della preghiera per conversare con te, e il dono della purezza dello spirito nell’umiltà, e della purezza dei sensi nella castità.
Prostrami, Signore, abbatti questo indomito destriero, fammi mordere la polvere umiliandomi, affinché io mi risollevi, amandoti sopra tutte le cose.
Converti l’umanità tutta che in questi malaugurati tempi corre sfrenata verso gli abissi della perdizione, e ti perseguita, o Signore, nella tua Chiesa. Sollevala ora con la tua parola di vita, illuminala con la tua luce, guidala al Sacerdozio, perché sia riconsacrata al tuo amore, e ti riconosca Re d’Amore, vivendo per te, desiderando il tuo regno, sospirando all’eterna beatitudine.


- Don Dolindo -

La sapienza infatti è come dice il suo nome, ma non a molti essa è chiara.
Ascolta, figlio, e accetta il mio parere; non rigettare il mio consiglio.
Piega la tua spalla e portala, non disdegnare i suoi legami.
Avvicinati  ad essa con tutta l’anima e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà; e una volta raggiunta, non lasciarla.
Alla fine troverai in lei il riposo, ed essa ti si cambierà in gioia.

(Siracide 6, 22-23, 25-28) 





Il Pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loto bottino.
Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà disorientamenti.
… Non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede.
Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via.

- papa Benedetto XVI -

Saldi nella Fede (I Pt. 5, 8-9).

Per non cambiare "la verità di Dio
con la menzogna" (Rm 1,25).

Il bastone del pastore:
per proteggere il deposito della fede
dai falsificatori.






Buona giornata a tutti. :-)


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mercoledì 26 dicembre 2018

La confessione è una concessione di misericordia - Dolindo Ruotolo

"Dicendo: <<A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi li riterrete saranno ritenuti>>, Gesù Cristo diede agli Apostoli e ai loro successori la potestà giudiziale di rimettere i peccati nel Sacramento della Penitenza, com'è chiarissimo dal testo e come dichiarò esplicitamente anche il Concilio di Trento. 
Tutti i peccati, anche i più gravi, possono essere rimessi, ma devono essere sottoposti al giudizio del sacerdote con la Confessione, perché il rimetterli o il ritenerli non è un atto di capriccio ma è una sentenza ragionevole che dipende da un giusto giudizio; tale giudizio non può essere fatto se il peccatore non confessa i suoi peccati e se, confessandoli, non mostra le disposizioni interiori che lo animano.
La Confessione dei peccati non è una imposizione umiliante e penosa, benché sulle prime sembri che sia così e benché a volte abbia quasi questo sapore: è una concessione di misericordia, fonte di pace e di gioia grande per il povero peccatore. 
Sottoporre i propri peccati a chi rappresenta Dio significa mutare l'immondizia in concime, il concime in pianta, in fiore, in frutto di Vita eterna. Confessarsi significa espandere l'anima propria, piangendo, nelle braccia amorose di Dio e assicurarsi del suo perdono, che è dolcissima gioia, pienezza di vita che fa sentire leggeri, leggeri, liberi dalle catene, tesi al volo verso le ricchezze eterne.
[...]Solo Dio poteva erigere un tribunale di amorosa misericordia che rinnova il cuore, dona la pace, eleva in alto il peccatore e lo muta in un giusto e persino in un Santo ".

Meditazione dagli Scritti del Servo di Dio Dolindo Ruotolo, Sacerdote
Da "I Quattro Vangeli"



Signore nostro Dio, liberaci dall’ostinazione del cuore
Signore nostro Dio, liberaci dal rifiuto di conoscerti.
Signore nostro Dio, liberaci dalla tentazione di farci padroni
della nostra vita e della vita di chi ci viene affidato.
Signore nostro Dio, donaci un cuore
che si lasci plasmare dal tuo amore,
donaci un cuore tenace e forte
che sappia opporsi con decisione al male,
Signore nostro Dio, donaci un cuore capace di conversione.
Benedici noi tutti attraverso la tua Parola di vita.
Tutto si compia, o Padre, a lode della tua gloria,
per la santificazione nostra e della tua santa Chiesa.
Lo chiediamo a te, che con il Figlio e lo Spirito Santo
vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.




Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti,
dove non c'è poltrona da pagare
né segno alcuno di separazione,
dove né onore c'è né disonore:
un posto in mezzo a tutti.
Dove non sono maschere né veli
e ognuno vede il volto del fratello
nella sua verità; non il "mio" non esiste
né regna l'egoismo;
dove altissimo il dono del Signore
ricolmerà ogni cuore.
Guardo la folla dei fratelli e chiedo

un posto in mezzo a tutti.

- Rabindranath Tagore -





Buona giornata a tutti. :)

domenica 8 aprile 2018

Consigli utili per l'anima - don Dolindo Ruotolo

"...Per camminare nella via della Divina Volontà è necessaria la grazia, e per meritarla occorre la fedeltà ai più piccoli doveri; lo stolto ride del peccato, lo riguarda come cosa da nulla e si rende indegno dell'aiuto che Dio dà solo a chi è giusto.
Nei dolori e nelle gioie non bisogna troppo espandersi al di fuori perché si corre il pericolo di essere disorientati da falsi apprezzamenti o da cattivi consigli.
L'anima che soffre sola con Dio e che gode senza comunicare la sua gioia spirituale agli estranei che non conoscono le dolcezze della vita santa, tutela il tesoro delle sue pene e lo rende fecondo, conserva la dolcezza delle sue gioie e le rende perenni; quando si espande con gli altri, il Signore si ritira, la grazia si esaurisce, ed il cuore rimane solo ed inaridito.
Non bisogna essere familiari con i mondani, ma solo con quelli che amano la virtù, perché nella casa degli empi c'è la distrazione, ed in quella dei giusti c'è il germe di una grande fecondità spirituale.
E' tanto facile nel contatto col mondo, scambiare per diritta la strada che finisce in fondo alla morte, e credere innocente la via dei sollazzi e dei divertimenti.
Il riso del mondo è mescolato col dolore, e all'estremo della sua gioia c'è l'afflizione; non bisogna desiderare questa effimera gioia , quasi che mancasse a noi una vera felicità, no: se l'empio si riempie dei suoi frutti e gode nella sue vie, molto più grande è l'uomo dabbene, che cerca Dio ed ama solo Dio sopra tutte le cose".

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo -



La cremazione

La cremazione dei cadaveri è un uso barbaro, un incrudelire quasi sul corpo che fu tempio di Dio, una miserabile espressione d'incredulità, ed è la somma profanazione di un cadavere. 
Anche l'uso moderno di porre i cadaveri non nella terra, ma in casse di zinco saldate e riposte nei loculi, in preda della putredine e dei vermi, è un uso brutto e da riprovarsi. 
La sepoltura cristiana è nella terra santificata, dove il corpo si dissolve sì, ma si dissolve quasi confessando la grandezza di Dio, e ritornando alla terra donde fu tratto da Dio per opera dello Spirito Santo.

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo -




"perdono delle offese"

"..L'offesa è una spina che ti sta nell'anima, una spina che germina triboli; se perdoni te la cavi e sei libero, se non perdoni te la conficchi più addentro e il danno è tuo.
Il malvagio ti ha offeso e tu ti associ a lui per autodifenderti, giacché l'odio, l'avversione e il rancore sono come un disco di grammofono che ti ripetono le stesse offese, o come un cinematografo che ti riproduce le stesse immagini penose che ti hanno adirato e tu, perdonami, da cretino matricolato, non ti accorgi che hai incatenato a te chi ti offende, e lo hai riprodotto in te ingrandendone le proporzioni, la voce, lo sdegno, di modo che per non tollerare l'ingiuria di un momento, che va via con l'aria, l'hai stampata in te e ne hai fatta un film sonoro che gira sempre e ti da le vertigini!
Più stupido di così si muore, fratello mio!.....
....Noi diciamo sempre che gli altri hanno torto, e non pensiamo mai alla parte che possiamo avere nei torti altrui.
Oh se ci fosse lo specchio delle anime, quanto sarebbero diversi i nostri apprezzamenti!
Ma se non c'è uno specchio materiale dell'anima, c'è quello del corpo, e sarebbe tanto utile guardarci là dentro quando ci adiriamo!
Vedremmo che ci rendiamo ripugnanti, e che gli altri non hanno poi tutto il torto ad avversarci...."

da: Sac. Dolindo Ruotolo, La Sacra Scrittura, Vol. XIII
Commento al Libro del Siracide, capitolo XXVIII -



La strada della santità è pronta ad accogliere tutti

"...Nutrite l'anima vostra con la scienza di Dio, perchè questa vale più di tutte le scienze. Siate gelosi della semplicità della Fede, e non vi fate infettare dallo spirito moderno, che è arido e freddo. Ispiratevi alle vite dei Santi. 
Non vi scandalizzate mai dei cattivi esempi, anzi pigliatene occasione per migliorarvi. 
Chi vede uno con la faccia sudicia non s'insudicia anche lui, ma piuttosto si lava accuratamente. 
Siate un angelo di purezza, di bontà e di pietà, e pensate che dovete essere santi..."

- Servo di Dio Sac. Dolindo Ruotolo - 


Buona giornata a tutti. :-)






domenica 11 marzo 2018

L'agonia di Cristo perpetuata nel SS. Sacramento e il sonno delle nostre anime - don Dolindo Ruotolo

Gesù si avviò verso il Getsemani. 

D’un tratto la divinità si nascose
ed Egli rimase solo,
caricato dei peccati degli uomini
di tutti i secoli passati e futuri,
fino al termine del mondo;
si sentì caricato di tutte le prevaricazioni,
perché Egli le doveva tutte riparare
con le sue pene...
Fu una pena ineffabile,
alla quale s’aggiunsero gli assalti furenti di satana
che tentava di vincerlo
ed allontanarlo col terrore
dal pensiero di riparare per i peccati degli uomini...
I peccati dei quali si sentiva caricato
gli davano un dolore spasimante,
ed avrebbe desiderato esserne liberato,
ma l’amore, l’infinito suo amore
gli faceva desiderare di non esserne liberato,
poiché Egli solo poteva sopportare
quel peso spaventevole...
Domandò di fare la volontà del Padre
per compiere divinamente la grande espiazione,
e cercò dei cuori che l’avessero aiutato
a riparare e ad amare.
Andò dagli Apostoli
ed, ahimé, li trovò addormentati!
Addormentati profondamente,
quando avrebbero dovuto pregare con Lui!
... Gesù Cristo sta ora nell’Orto della sua Chiesa
e, nascosto nel suo Tabernacolo di amore,
prega e si offre al Padre.
LÀ EGLI CONTINUA LA SUA AGONIA MISTICAMENTE
E LÀ VUOLE I SUOI FIGLI,
PERCHÉ VEGLINO E PREGHINO CON LUI.
Quale dolore per Gesù
vedere che i suoi figli dormono
nella notte dei loro peccati
e, sognando le chimere del mondo,
lo dimenticano!
... Dobbiamo vigilare e pregare
per non cadere nella tentazione;
potremmo sentirci scossi nella nostra fedeltà
se non preghiamo,
potremmo seguire lo spirito del mondo,
o fuggire addirittura dal nostro adorabile Redentore
ed unirci ai suoi persecutori.
... Che cosa più soave per noi
quanto il vigilare innanzi a Te Sacramentato, o Gesù!
Quanto peseranno nel giorno del giudizio
le ore che avremmo potuto passare con Te
e che abbiamo trascorse invece
nelle miserie di questa Terra!

Meditazione del Servo di Dio  don Dolindo Ruotolo (1882-1970)




Il nostro vero digiuno non sta nella sola astensione dal cibo; non vi è merito a sottrarre alimento al corpo se il cuore non rinuncia all'ingiustizia e se la lingua non si astiene dalla calunnia.


san Leone Magno, papa -





Maria, Madre della conversione,
in questo tempo di Quaresima,
guidaci nel cammino che porta a Gesù,
unico Salvatore e Redentore dell'umanità.
Fa', o Vergine della Quaresima,
che in questi giorni di ascolto, preghiera e penitenza,
ogni uomo, credente nel Vangelo,
e che sa di essere polvere e in polvere ritornerà,
possa sperimentare la misericordia divina
nel sacramento della riconciliazione e del perdono.
Nell'assiduo ascolto della Parola di Dio,
nella celebrazione quotidiana della liturgia eucaristica,
nella carità senza limite verso ogni fratello di questa Terra,
possa diventare un vero adoratore di Dio, in spirito e verità.
O Maria, Madre del Redentore,
Madre del Cristo ritirato nel deserto,
per pregare, fare penitenza e prepararsi
all'annuncio del suo Regno,
ottienici dal tuo Figlio, Morto e Risorto,
per la nostra salvezza,
la grazia di non abbandonarci nella tentazione,
ma di liberarci da ogni male
e portarci con lui nell'eternità. Amen.

- Padre Antonio Rungi - 

Buona giornata a tutti. :-)










domenica 3 gennaio 2016

I re Magi - Gabriele D’Annunzio

Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia miglia e miglia.
Oh nova meraviglia!
Oh fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra si ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre,
Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso e oro.

- Gabriele D’Annunzio -



I Magi non videro nulla di straordinario, ma videro ciò che era immensamente straordinario da ferire l’anima d’amore: videro Maria col suo Bambino divino e furono talmente colpiti dalla santità della Madre e dalla maestà del Figlio che si prostrarono e lo adorarono, non a mo’ di saluto, perché non avrebbero potuto salutare un infante, ma lo adorarono come Re e come Dio, e gli offrirono doni, come soleva farsi ai re, e doni particolari che si addicevano al Redentore: l’oro, l’incenso e la mirra. 
Con l’oro lo riconobbero Re, con l’incenso lo confessarono Dio, con la mirra riconobbero la sua condizione di Vittima.
Innanzi a Gesù Cristo e a Maria Santissima si sentirono infiammati d’amore, provarono una felicità mai sentita nella loro vita e, avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, temendo di essere vigilati dal tiranno, se ne ritornarono per un’altra strada, segretamente, al loro paese.

- Don Dolindo Ruotolo -


"Non ho come i Magi
che sono ritratti nelle immagini
dell'oro da donarti."

"Dammi la tua povertà."

"Non ho nemmeno, Signore,
la mirra dal buon profumo
e neppure l'incenso in tuo onore."

"Figlio mio: dammi il tuo cuore."

- Francis Jammes -
(poeta francese - 1868-1938)





Il Signore vuole che anche noi diventiamo stelle.....

...La parola di Dio è la vera stella, la parola di Dio è la grande nova in cui all'improvviso, dall'incertezza del discorso degli uomini, erompe l'infinita luminosità della verità divina che ci guida. 
Seguiamo quella nova, la stella della parola di Dio. 
Se viviamo con essa nella Chiesa di Dio, in cui la parola ha piantato la sua tenda, siamo sulla retta via. 
Troviamo allora quella chiarezza che tutti gli altri segni non possono dare...
Il Signore vuole che anche noi diventiamo stelle, che anche in noi si verifichi quella sconvolgente esplosione della fede grazie alla quale si libera la luce che Lui ha fatto scendere su di noi, affinché troviamo la strada segnavia per gli altri...

- card. Joseph Ratzinger -
dalla "Omelia per l'Epifania del 1994" 




Epifania:
La vera ricchezza deriva dall'amore!

- Charles Dickens - 




Buona giornata a tutti :-)

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