lunedì 6 dicembre 2010

Affidamento dei "piccoli" di Roma all'Immacolata – Papa Benedetto XVI -

«O Vergine Immacolata, in questo momento vorrei affidarti specialmente i "piccoli" di questa nostra città: i bambini, anzitutto, e soprattutto quelli gravemente malati, i ragazzi disagiati e quanti subiscono le conseguenze di pesanti situazioni familiari. Veglia su di loro e fa' che possano sentire, nell'affetto e nell'aiuto di chi sta loro accanto, il calore dell'amore di Dio!.

Ti affido, o Maria, gli anziani soli, gli ammalati, gli immigrati che fanno fatica ad ambientarsi, nuclei familiari che stentano a far quadrare il bilancio e le persone che non trovano occupazione, o hanno perso un lavoro indispensabile per andare avanti. Insegnaci, Maria ad essere solidali con chi è in difficoltà, a colmare le sempre più vaste disparità sociali; aiutaci a coltivare un più vivo senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città - e più che mai questa nostra città di Roma - come patrimonio di tutti, ed a fare ciascuno, con coscienza ed impegno, la nostra parte per costruire una società più giusta e solidale.

O Madre Immacolata, che sei per tutti segno di sicura speranza e di consolazione, fa' che ci lasciamo attrarre dal tuo candore immacolato. La tua Bellezza, Tu la Tota Pulchra, ci assicura che è possibile la vittoria dell'amore; anzi, che è certa; ci assicura che la grazia è più forte del peccato, e dunque è possibile il riscatto da qualunque schiavitù. Sì, o Maria, tu ci aiuti a credere con più fiducia nel bene, a scommettere sulla gratuità, sul servizio, sulla non violenza, sulla forza della verità; ci incoraggi a rimanere svegli, a non cedere alla tentazione di facili evasioni, ad affrontare la realtà, coi suoi problemi, con coraggio e responsabilità. Così hai fatto tu, giovane donna, chiamata a rischiare tutto sulla Parola del Signore.

Sii madre amorevole per i nostri giovani, perché abbiano il coraggio di essere "sentinelle del mattino", e dona questa virtù a tutti i cristiani, perché siano anima del mondo in questa non facile stagione della storia.
Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre nostra, Salus Populi Romani, prega per noi!».

(Papa Benedetto XVI)



sabato 4 dicembre 2010

E' inconcepibile - Chiara Lubich

E' inconcepibile, è straordinario,
è qualcosa che incide sempre più profondamente
nel mio animo quel tuo stare lì
in silenzio nel tabernacolo.
Vengo in chiesa la mattina e lì ti trovo.
Corro in chiesa quando t'amo e lì ti trovo.
Ci passo per caso o per abitudine o per rispetto
e lì ti trovo.
Ed ogni volta mi dici una parola,
mi rettifichi un sentimento,
vai componendo in realtà con note diverse
un unico canto,
che il mio cuore sa a memoria
e mi ripete una parola sola:
eterno amore.
Oh! Dio, non potevi inventare di meglio.
Quel tuo silenzio
in cui il chiasso della nostra vita si smorza,
quel palpito silenzioso
che ogni lacrima assorbe;
quel silenzio...
quel silenzio, più sonoro d'un angelico concento;
quel silenzio
che alla mente dice il Verbo,
al cuore dona il balsamo divino;
quel silenzio
in cui ogni voce si ritrova incanalata,
ogni prece si risente trasformata;
quella tua presenza arcana...
Lì è la vita, lì è l'attesa;
lì il nostro piccolo cuore riposa,
per riprendere senza posa
il suo cammino.

(Chiara Lubich)

http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/09/dammi-tutti-i-soli.html

Da piazza Duomo, attraverso l'animata via Calzaioli, andando verso piazza della Signoria, si trova Orsanmichele, cioè la chiesa di S. Michele in Orto.
 Al suo interno è ospitato il gran tabernacolo marmoreo.
 Fu ideato e scolpito da Andrea Orcagna tra il 1349 e il 1359.
È una magnifica opera gotica, lavoratissima e impreziosita da smalti e pietre dure.
 La tavola che vi è contenuta è opera del pittore Bernardo Daddi è datata al 1347.





venerdì 3 dicembre 2010

A Gesù Crocifisso - + Cardinale Angelo Comastri -

O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch'io l'ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l'abbraccio del Padre.
Tu sei il Volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c'è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c'è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.


(+ Cardinale Angelo Comastri)
Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano


http://leggoerifletto.blogspot.com/2010/08/il-si-della-mia-risposta.html





Buona giornata a tutti :-)




giovedì 2 dicembre 2010

Il mondo ha bisogno di voi – don Tonino Bello

“ … Il mondo ha bisogno di voi per cambiare, per ribaltare la logica corrente che è logica di violenza, di guerra, di dominio, di sopraffazione.
Il mondo ha bisogno di giovani critici.
Vedete! Gesù Cristo ha disarmato per sempre gli eserciti quando ha detto: “Rimetti la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce, di spada perisce”. Ma noi cristiani non siamo stati capaci di fare entrare nelle coscienze questo insegnamento di Gesù. Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi. Non fidatevi dei cristiani “autentici” che non incidono la crosta della civiltà.
Fidatevi dei cristiani “autentici sovversivi” come San Francesco d'Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire. Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va controcorrente non per posa ma perché sa che il vangelo non è omologabile alla mentalità corrente.
E verranno i tempi in cui non ci saranno più né spade e né lance, né Tornado e né aviogetti, né missili e né antimissili. Verranno quei tempi.
E non saremo più allucinati da questi spettacoli di morte!
Non so se li ricordate, se li avete letti in qualche vostra antologia quei versi di Neruda in cui egli si chiede cosa sia la vita. Tunnel oscuro - dice - tra due vaghe chiarità o nastro d'argento su due abissi d'oscurità? ….Ma perché, mi chiedo, la vita non può essere un nastro d'argento tra due vaghe chiarità, tra due splendori? Non potrebbe essere così la vostra vita? Vi auguro davvero che voi la vita possiate interpretarla in questo modo bellissimo !”

(don Tonino Bello)

Tratto da : Don Tonino Bello, Senza Misura, Molfetta, La meridiana, 1993


mercoledì 1 dicembre 2010

Il tempo passa e ripassa - Charles Singer :)

Il tempo  passa e ripassa,
ma per un momento fermo il tempo.
E attendo che venga tu, Signore.
Ho corso, parlato, lavorato,
aiutato, giocato, pianto
e il tempo è passato.
Il tempo passa e ripassa,
ma per un momento fermo il tempo.
E attendo che venga tu, Signore.
La mia giornata è un mosaico,
sparpagliato in mille pezzi.
Ho fermato   tutto per tutto riunire.
Ho chiuso la mia bocca
e le mie parole riposano.
Ho ordinato i miei utensili e riposto i miei libri.
I miei pensieri sono liberi e le mie mani   distese.
Mi siedo e sono pronto ad ascoltare.
Il tempo passa e ripassa,
ma per un momento fermo il tempo.
Tu Signore sei lì. Mi aspetti.
Mi siedo e ti consacro il mio tempo
(Charles Singer)


Cimitero di Montparnasse. Parigi

Buona giornata a tutti. :-)






martedì 30 novembre 2010

La partita notturna - Padre Michel Quoist -

Questa sera, allo stadio, la notte si agitava, popolata di diecimila ombre,
e quando i proiettori ebbero dipinto in verde il velluto dell'immenso campo,
la notte intonò un coro, nutrito di diecimila voci.
Infatti il maestro di cerimonie aveva fatto segno di iniziare la funzione.
L'imponente liturgia si svolgeva dolcemente.
Il pallone bianco volava da ministro a ministro
come se tutto fosse stato minuziosamente preparato in precedenza.
Passava dall'uno all'altro, correva raso terra o volava sopra le teste.
Ognuno era al suo posto, ricevendolo alla sua volta, con colpo misurato lo passava all'altro,
e l'altro era là per accoglierlo e trasmetterlo.
E siccome ognuno faceva il suo lavoro dove occorreva, siccome forniva lo sforzo richiesto, siccome sapeva di aver bisogno di tutti gli altri, lentamente, ma sicuramente, il pallone avanzava; e quand'ebbe raccolto il lavoro d'ognuno, quand'ebbe riunito il cuore degli undici giocatori, la squadra gl'impresse un soffio e segnò il goal della vittoria.
Dopo la partita, a stento l'immensa folla si disperdeva nelle strade troppo strette, ed io pensavo, o Signore, che la storia umana, per noi lunga partita,
per Te era questa grande Liturgia, meravigliosa cerimonia iniziata all'aurora dei tempi, che terminerà quando l'ultimo ministro avrà compiuto l'ultimo gesto.
In questo mondo, o Signore, abbiamo ognuno il nostro posto; allenatore previdente, da sempre Tu ce lo destinavi.
Tu hai bisogno di noi qui, i nostri fratelli han bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di tutti.
Non ha importanza il posto che io occupo, o Signore,
ma la perfezione e l'intensità della mia presenza.
Che importa che io sia avanti o indietro, se sono al massimo quello che debbo essere?
Ecco, o Signore, la mia giornata davanti a me...
Non ho riparato troppo sul fallo, criticando gli sforzi degli altri, le mani in tasca?
Ho tenuto bene il mio posto, e mi hai Tu incontrato sul campo quando lo guardavi?
Ho ricevuto bene il "passaggio" del vicino e quello dell'altro dall'altra estremità del campo?
Ho "servito" bene i miei compagni di squadra,
senza giocare troppo personalmente per mettermi in mostra?
Ho "costruito" il gioco in modo da ottenere la vittoria con il contributo di tutti?
Ho lottato fino in fondo nonostante gli scacchi, i colpi e le ferite?
Non sono stato turbato dalle dimostrazioni dei compagni e degli spettatori,
scoraggiato dalla loro incomprensione e dai loro rimproveri, insuperbito dai loro applausi?
Ho pensato di pregare la mia partita, non dimenticando che agli occhi di Dio
questo gioco degli uomini è la funzione più religiosa?
Ora vado a riposarmi negli spogliatoi, Signore; e domani, se Tu darai il calcio d'avvio, giocherò un altro tempo, e così ogni giorno...
Fa' che questa partita celebrata con tutti i miei fratelli
sia l'imponente liturgia che Tu aspetti da noi, affinché quando il tuo ultimo fischio interromperà le nostre esistenze noi siamo selezionati per la Coppa del Cielo.

(Padre Michel Quoist)

San Pietro - XV Giornata della gioventù

lunedì 29 novembre 2010

I figli - Kahlil Gibran -

I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri, essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime, esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi, la vita procede e non s’attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere, poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.


(Kahlil Gibran)








domenica 28 novembre 2010

Discorso alla luna - Papa Giovanni XXIII -


Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui di fatto tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera... osservatela in alto, a guardare questo spettacolo. Noi chiudiamo una grande giornata di pace... 
Sì, di pace: "Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà".
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la "Roma caput mundi", la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore... Ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio, tutto tutto... Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell'incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c'è, qualche cosa che ci può tenere un po' in difficoltà... Tornando a casa, troverete i bambini, date loro una carezza e dite: questa è la carezza del Papa.
Troverete qualche lacrima da asciugare: abbiate per chi soffre un parola di conforto... Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della tristezza e dell'amarezza... E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino.
Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l'augurio della buona notte.

(Papa Giovanni XXIII)

(Sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II).




Un atto della più alta importanza compiuto dalle Nazioni Unite è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà. 

(Papa Giovanni XXIII)
dall'Enciclica "Pacem in Terris"






sabato 27 novembre 2010

Due uomini, entrambi molto malati...- anonimo

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano
la stessa stanza d'ospedale.
Ad uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul
letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio
dei fluidi dal suo corpo.
Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza.
L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle  loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra
poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo
compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore
nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le
cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini
facevano navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di
ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei
minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza
chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una
parata che stava passando.
Sebbene l'altro uomo non potesse vedere la banda,
poteva sentirla. Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.
Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro
l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo
vicino alla  finestra, morto pacificamennte nel sonno.
L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti
per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese
se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata
che stesse bene,lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito
per vedere per la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra
vicino al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo
amico morto a descrivere delle cose cosi meravigliose al di fuori
da quella finestra.
L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva
nemmeno vedere il muro. "Forse, voleva farle coraggio.." disse.

epilogo: Vi è una straordinaria felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.



Vincent Van Gogh - 1888
La stanza di Vincent Arles
Amsterdam - Van Gogh Museum

 Grazie ad  Arcobaleno per l'invio di questa bella storia


venerdì 26 novembre 2010

Ama la tua Parrocchia- Papa Paolo VI -

Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti.
Da' il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede; rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l'occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro.
Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l'Eucaristia sia "radice viva del suo edificarsi", non una radice secca, senza vita.
Partecipa all'Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia.
Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l'inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto.
Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!
La legge fondamentale del servizio è l'umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell'umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione!
Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parrocchia non va a fondo per questo.
Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva.
La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere.
Ricordati bene che, con l'umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia.
Spesso è l'arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative.
Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni.
Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un'autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.
Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia.
E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.

(Papa Paolo VI)

 23 febbraio 1964 ,
dall'omelia di inaugurazione della parrocchia N.S. di Lourdes, Roma




Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 25 novembre 2010

Se questo è un uomo- Primo Levi -

 Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici.
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

- Primo Levi -


Dachau, locale docce
dai buchi usciva gas

Dachau, ingresso forno crematoio


http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Dachau

Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 24 novembre 2010

Allora torneremo - Padre David Maria Turoldo -

Non si vedono più le stelle
sulle nostre città,
il cielo è di fogna;
e dentro le vie, nel giorno,
solo urli di mercanti.

Terra di stranieri l'uno all'altro,
case senza figli e padri:
ognuno è nessuno
sempre più nessuno
pur nella impossibilità
di essere soli.

E non un angolo almeno,
una riva di fiume
ove amici
si ritrovino a cantare.

Ma quando più non saranno
queste capitali
e ci saranno se pur fra millenni
solo acquitrini...

La gioia quando la terra sarà
ancora dei poveri
e basterà così poco per vivere!

Allora torneranno
a fiorire alberi
allora torneremo ad essere
amici e canteremo.

(Padre David Maria Turoldo)

Invaso diga Alpe Gera, Lombardia
agosto 2010


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it





martedì 23 novembre 2010

Preghiere della sera

Atto di adorazione

Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata, fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà e per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Così sia.

Padre nostro 
 

Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Ave Maria

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Gloria al Padre

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.


Atto di dolore

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime del peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.

Gesù, Giuseppe e Maria
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.

L'eterno riposo

L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.

Eterno riposo per i genitori defunti

O Dio, che ci comandi di onorare il padre e la madre, apri le braccia della tua misericordia ai miei genitori defunti: perdona i loro peccati, e fa' che un giorno possiamo rivederci con gioia nella luce della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen

Al termine del giorno

Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode.

O Gesù di Amore acceso

O Gesù, d'amore acceso, non t'avessi mai offeso! O mio caro e buon Gesù, con la Tua Santa Grazia non ti voglio offendere più, nè mai più disgustarti, perché ti amo sopra ogni cosa. Gesù mio misericordia, perdonami!


All’Angelo custode

O Angelo Santo, che per infinita bontà di Dio sei chiamato a custodirmi, assistimi nei bisogni, consolami nelle mie afflizioni, difendimi dai nemici, allontanami dalle occasioni di peccato, fa che io sia docile, obbediente alle tue ispirazioni, proteggimi particolarmente nell'ora della mia morte, e non mi abbandonare fino a che non mi abbia guidato al mio celeste soggiorno in Paradiso. Amen.

Angelo di Dio

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa me che ti fui affidata dalla pietà celeste. Amen.

Visita, o Padre

Visita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i Santi Angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Amen.