mercoledì 14 gennaio 2015

"L’odio genera odio, la violenza genera violenza. Un conflitto genera conflitti ancor più grandi" - Martin Luther King -

Chi contraccambia odio con odio
moltiplica semplicemente il male nel mondo.
L’odio genera odio,
la violenza genera violenza.
Un conflitto genera conflitti ancor più grandi.
Noi dobbiamo far fronte alla forza dell’odio
con la forza dell’amore.
Dobbiamo sostituire alle forze del corpo quelle dell’anima.
Il nostro scopo non potrà mai essere quello di umiliare
o annientare l’uomo bianco, ma
quello di ottenere la sua amicizia e la sua comprensione.
La debolezza più grande della violenza
sta proprio nel fatto che essa produce
quello che vuole eliminare:
invece di far diminuire il male, lo accresce…
Con la violenza tu puoi uccidere chi ti odia,
ma non ucciderai l’odio.
Così vanno le cose.
Ripagare violenza con violenza moltiplica
soltanto la violenza e fa calare sul mondo una
notte ancora più nera di quanto già è.
Solo la luce può scacciare la notte.
Solo l’amore può scacciare l’odio…

- Martin Luther King -





"Non incontrerai mai due volti assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative.
Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi."

- Tahar Ben Jelloun - 




Prima vennero a prendere gli ebrei, gli zingari, gli... è inutile continuare, la poesia la conosciamo tutti. Che sia la versione di Niemöller, che sia quella di Brecht, che sia quella di qualche blogger nostrano l'abbiamo pubblicata chissà quante volte.
Fare un copia incolla di una poesia e ripeterla a pappagallo senza capirla, però, evidentemente non serve a nulla. Siamo sempre allo stesso punto, continuiamo a girarci dall'altra parte fino a quando la tormenta non si avvicina troppo vicino a noi.
Negli ultimi anni i dati sull'antisemitismo europeo sono stati chiarissimi, allarmanti, in continua crescita. Eppure oggi, dopo l'ennesima strage, avvenuta questa volta in un supermercato kasher, rimaniamo tutti sorpresi nel leggere i dati degli ebrei che lasciano l'Europa, che scappano per paura.
Pensiamo forse che dopo numerosi e continui atti intimidatori, aggressioni fisiche ed attentati gli ebrei europei sarebbero dovuti rimanere qui a subire, come è stato per millenni? 
Badate bene che il problema non è solo francese, in tutta Europa i dati sono allarmanti. Pensate che nella "civilissima" Svezia la comunità ebraica di Malmö ha dovuto abbandonare la città perché diventata troppo pericolosa ed ostile.
Poi arriva l'attentato più grosso che colpisce anche noi, così all'improvviso ci ricordiamo della poesia... Come era che continuava... Ah, sì... Poi vennero a prendere me... 
Ed era inutile gridare #JeSuisCharlie

(dalla pagina di Facebook - Il Dubbio -)


... 2000 morti in Nigeria trucidati e lasciati per strada...
Figli senza matita di un Dio minore.

Per questi neanche un lapis, magari pure spuntato???



"La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio.
Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle."

Sant'Agostino d'Ippona (354 – 430)




E se Dio … non ci ascolta?

...e se dopo che abbiamo pregato, supplicato,
ci sembra di non aver ricevuto nessuna risposta...
dobbiamo ricordare che i tempi di Dio,
non sono i nostri tempi...
e allora impariamo e cerchiamo di mettere in pratica queste parole:
"Se non vi è nulla da fare,
perché le cose sono per se stesse insolubili,
o le situazioni non dipendono da noi,
è arrivata l'ora di far tacere la mente,
chinare il capo, affidare le cose impossibili
nelle mani di Dio Padre,
e abbandonarsi,
come fanno i bambini..."


(Padre Ignacio Larrañaga)



Buona giornata a tutti. :-)










martedì 13 gennaio 2015

da: "I racconti del maktub" - Paulo Coelho -

Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta 

I monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono: "Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'". 
Dice il maestro: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. 
Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. 
Il poeta T. S. Eliot, scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

- Paulo Coelho -  


da "I racconti del maktub"




L'invito di Dio

Santa Teresa d'Avila dice: "Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. 
Egli disse: 'Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere'. Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: 'Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati'. 
Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore".

- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"



Dio è nella vita e la vita è in Dio

Dice il maestro: "Da una parte, sappiamo che è importante la ricerca di Dio. Dall'altra, la vita crea una netta distanza tra Lui e noi. 
Ci sentiamo ignorati dalla Divinità, o siamo preoccupati per i nostri problemi quotidiani. Questo crea un senso di colpa: sia che stiamo rinunciando in qualche modo alla vita a causa di Dio, o che sentiamo di rinunciare troppo a Dio a causa della vita. Questo apparente conflitto è fantasia: Dio è nella vita e la vita è in Dio. Uno deve essere solo attento a questo per poter capire meglio il destino. Se siamo capaci di penetrare nella santa armonia della nostra quotidianità, saremo sempre sul sentiero giusto, e completeremo i nostri obiettivi".


- Paulo Coelho -  
da "I racconti del maktub"




Questo è l'obiettivo.
Ma la strada, come sempre, è per me ardua. 



Buona giornata a tutti. :-)











lunedì 12 gennaio 2015

Hermann Hesse, da "Siddharta" -

Siddharta si raccolse un momento, quindi pronunciò questi versi: "Nel suo ombroso boschetto entrava la bella Kamala, all'ingresso del boschetto stava il bruno Samana.
Profondamente si inchinò quando vide il Fior di Loto, con un sorriso ringraziò Kamala. 
Più ameno, pensò il giovane, che sacrificare agli dei, più ameno è sacrificare alla bella Kamala."
Kamala battè le mani con forza, sì che i braccialetti d'oro tintinnarono.
"Belli sono i tuoi versi, bruno Samana, e veramente io non ci faccio un cattivo affare se ti dò in cambio un bacio."
Ella lo invitò a sè con gli occhi, chinò il proprio volto sul suo e gli posò sulla bocca la bocca, ch'era come un fico appena spezzato. 
Lungamente lo baciò Kamala, e con profondo stupore Siddharta sentì quanto ella lo istruisse, quanto fosse sapiente, quanto lo dominasse, ora respingendolo e ora attirandolo, e soprattutto intuì come dietro a questo primo bacio stesse una lunga, una bene ordinata, bene esperimentata serie di baci, l'uno dall'altro diverso, che ancora lo attendevano. 
Rimase lì esterrefatto, respirando profondamente, e in quel momento era come un bambino stupito per la copia del sapere e per la quantità di cose da imparare che gli si schiudono davanti agli occhi.

- Hermann Hesse -
da "Siddharta"


Immagine: Moritz Stifter (1857 - 1905)

Ho imparato a essere felice là dove sono, 
Ho imparato che ogni momento
di ogni singolo giorno racchiude
tutta la gioia, tutta la pace,
tutti i fili di quella trama che chiamiamo vita.
Il significato è riposto in ogni istante.
Non c'è altro modo per trovarlo.
Percepiamo solo e soltanto ciò che
permettiamo a noi stessi di percepire,
tutti i giorni, un istante dopo l'altro.

- Hermann Hesse -




"Non è il viso che ci colpisce, mα le espressioni...
Non è il corpo che ci piαce, mα il modo in cui si muove...
Non è spesso l'αspetto fisico che ci αttrαe... mα lα dolcezzα e i modi di fαre di unα personα." 





Buona giornata a tutti. :-)







domenica 11 gennaio 2015

Fiducia nella storia - San Giovanni Paolo II, papa -

Il primo fondamento
della nostra fiducia nella storia
è la fede nella Provvidenza di Dio e nel suo amore.
La sua mano onnipotente e misericordiosa
sostiene, invisibile,
lo svolgersi del tempo dal primo giorno della sua creazione.
Anche quando il male si diffonde
e sembra prevalere, non è lecito disperare.
Se la storia ci appare nel suo aspetto sinistro
come luogo di sofferenza,
di disgrazie, di sconfitte e di morte,
ricordiamoci che la Scrittura ci assicura ripetutamente
che verrà il giorno in cui Dio asciugherà le lacrime su ogni volto.

San Giovanni Paolo II, papa




E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: "è naturale" in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile. 

- Bertolt Brecht -
da L'eccezione e la regola, 1930


(....)

«Io non ho nessuna paura dell' Islam. 
Ho paura di altre cose. 
Ho paura della straordinaria imprevidenza dei responsabili della nostra vita pubblica. 
Ho paura dell' inconsistenza dei nostri opinionisti. 
Ho paura dell' insipienza di molti cattolici, specie i più acculturati e loquaci. In questi giorni, leggendo certi interventi, più volte sono stato tentato di ripetere una frase di Dietrich Bonhoeffer (il teologo protestante tedesco impiccato dai nazisti, ndr): "Contro la stupidità sono senza difesa". Ma non l' ho fatto perché non è vero che non c' è rimedio alla stupidità. Chi crede sa che Cristo ha già vinto il mondo». 

Biffi è apparso piuttosto amareggiato per certe interpretazioni del suo discorso. Sempre parlando fuori testo, ha ricordato che proprio lui ha dato una chiesa agli immigrati islamici senza tetto affinché la utilizzassero come dormitorio. Più volte ha insistito nel dire che il suo discorso sui diritti-doveri dei musulmani è rivolto allo Stato laico, non alla coscienza dei cristiani: «Il mio compito è evangelizzare i musulmani. 
Il compito dello Stato laico è invece tenere presenti tutte le difficoltà di inserimento dei musulmani nella vita civile». E i fedeli dell' Islam «nella stragrande maggioranza vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra umanità», dunque «ben decisi a restare sostanzialmente diversi in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro». I musulmani «hanno un diritto di famiglia incompatibile con il nostro, una concezione della donna lontanissima dalla nostra, soprattutto hanno una visione rigorosamente integralista della vita pubblica»: sorprendente, dice Biffi, che gli opinionisti laici non si accorgano di questi pericoli. 

Ma più che le reazioni dei laici, ad amareggiare Biffi sono stati gli interventi di molti cattolici che, a suo parere, sono generosamente pronti all' aiuto materiale agli immigrati ma sono anche tentati, in nome «del semplice dialogo ad ogni costo», di rinunciare all' evangelizzazione. 
Un gravissimo errore, dice Biffi, perché «il Signore non ci ha detto: "Predicate il Vangelo a ogni creatura, tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama"». Per Biffi, insomma, il vero pericolo per la Chiesa non non viene dagli immigrati di altre fedi, ma da quei cristiani che rinunciano alla propria identità, «preparando la loro estinzione». 

- Card. Giacomo Biffi -
Da: Intervento dell'arcivescovo di Bologna, card. Biffi, al seminario di studi «Vangelo, lavoro e migrazioni» organizzato dalla Fondazione Migrantes, dalla Caritas italiana e dalla Cei , 30 settembre 2000  e 1 ottobre 2000 D.C.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7280





Padre misericordioso, 
accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti
e tutti i giusti che, in pace con te,
hanno lasciato questo mondo;
concedi anche a noi di ritrovarci insieme
a godere della tua gloria
quando, asciugata ogni lacrima,
i nostri occhi vedranno il tuo volto
e noi saremo simili a te,
e canteremo per sempre la tua lode,
in Cristo, nostro Signore,
per mezzo del quale tu, o Dio,
doni al mondo ogni bene. 
Amen.

Buona giornata a tutti :-)













sabato 10 gennaio 2015

Dio non è autore del male - frère Roger di Taizé -

Alcuni si dicono: se Dio esistesse, non permetterebbe le guerre, l'ingiustizia, la malattia, l' oppressione, neppure per un solo essere umano; se Dio esistesse impedirebbe all'uomo di commettere il male.
Quasi tremila anni fa il profeta Elia si reca un giorno nel de­serto per ascoltare Dio. Si scatenano gli elementi: dapprima un uragano, poi un terremoto ed infine un fuoco violento Ma Elia capisce che Dio non si trova nello scatenarsi degli elementi na­turali. Tutto poi si placa ed Elia percepisce Dio nel mormorio d'una brezza leggera. Ed è colpito da questa toccante realtà: la voce di Dio si trasmette all'uomo spesso in un soffio di silenzio.
È una delle prime volte della storia in cui si registra questa limpida intuizione: Dio non terrorizza nessuno con mezzi vio­lenti. Dio mai è autore del male, dei sismi naturali, delle guerre, delle disgrazie terrene.
Né la sofferenza, né la miseria degli uomini sono volute da Dio.
Dio non  s'impone. Ci lascia liberi di amare o di non amare, di perdonare o di rifiutare il perdono. Ma Dio non assiste mai pas­sivamente al dolore degli esseri umani. Soffre con l'innocente, vittima d'una prova incomprensibile, soffre con ciascuno. C'è  un dolore di Dio, c'è una sofferenza del Cristo. 

- Frère Roger di Taizè -





Un pensiero di pace - Anna Marinelli

Io la Pace la penso così,
come una terra immensa,
senza frontiere,
senza confini:
una terra feconda
che produca frumento
per tutte le bocche,
una terra allietata
da chiari corsi d'acqua.

Io la pace la penso così,
come un abito azzurro;
azzurro come il manto della nostra Madre Maria,
azzurro come le speranze
di tutti i popoli oppressi,
azzurro come un cielo senza confini spaziali,
azzurro come lo sguardo della Natura
quando era immersa nel giardino dell'Eden,

Io la pace la penso così,
come un padre che ama, che guida, che corregge,
che raduna dalle varie lontananze
il suo gregge,
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia,
perché la Chiesa è come una famiglia.

Io la Pace la penso così e voi?

- Anna Marinelli -





Siamo nati una volta, due non è possibile nascere: tu, che non disponi del domani, rinvii l'occasione dell'oggi: e intanto la vita ci sfugge, e ciascuno di noi, senza essere mai padrone di un'ora, muore.

- Epicuro -




L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. 
Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. [...] 
Se invece si sottomette a un'autorità, allora può sperare che l'autorità gli dica quello che è giusto fare, e ciò vale tanto più se c'è un'unica autorità – come è spesso il caso – che decide per tutta la società cosa è utile e cosa invece è nocivo.

- Erich Fromm -






Buona giornata a tutti. :-)
















venerdì 9 gennaio 2015

da: "Zaccheo" Cap I° - don Primo Mazzolari -

Entrato che fu in Gerico, Gesù andava intorno per le vie Gerico, « paradisus Dei », dice la Scrittura. 
Nella storia, invece, Gerico non è una città innocente.
Nemmeno il significato del suo nome, « la profumata », concorre a darle un'aria di gran castità.
Forse basterebbe ricordare il fatto che Geri­co, per il suo clima caldo, fu sempre una stazio­ne mondana assai frequentata da proconsoli romani, da mercanti fenici, da principi egiziani e da re.
Come dimenticare quella Raab, che ai tempi di Giosuè vi teneva un «esercizio» piuttosto equivoco presso la fontana all' insegna della Cordicella Scarlatta?
Erode vi passava l'inverno con tutta la sua corte in un bel palazzo con piscine e anfiteatro e giardini meravigliosi e una flora da riviera. E lì in quelle delizie, morì.
Cleopatra, innamorata dei suoi famosi balsa­mi e palmizi, se l'era fatta regalare da Antonio, quando questi, con Ottaviano e Lepido, era uno dei tre comproprietari del mondo.
Lo stesso Gesù, se una volta permise di essere tentato, lo permise proprio qui, sul mon­te che strapiomba alle spalle della città.
Oggi, Gerico non è che una breve oasi fasciata di deserto.
Non so dire di più della città di Zaccheo.
E i nomi di Giosuè, di Erode, di Antonio non m'invitano a sostarvi.
Ma a Gerico c'è un albero, un albero di si­comoro, e una casa, la casa di un ricco, o meglio di un ladro, ove un giorno « è stata fatta sal­vezza ».
Non conosco Gerico, conosco però Gesù come lo conosceva un cieco di quella città, « il quale sedeva lungo la via a chiedere l'elemosina, udì la gente passare, e domandò che cosa acca­desse ; gli fu risposto : " È Gesù il nazareno che passa"; ed egli allora gridò: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me ! " ».
La stessa folla che vide il Signore fermarsi e dire al cieco : « Vedi ! la tua fede ti ha salvato », lo segue ora attraverso la città « glorificando Dio ».
La gente di Gerico — una città di piccoli tiranni e di favorite – abituata ai fastosi cortei di chi paga i propri capricci col denaro altrui, ed è costretta ad esaltare con la bocca chi in cuore suo maledice, segue con simpatia il familiare corteo.
Il Maestro, che veste come uno di loro, e non ha palazzi, né ville, né servi, né cortigiani, cammina a piedi, circondato di più poveri della città.
Ove passa il Signore, anche la strada si redime.
Egli sale a Gerusalemme per l'ultima Pasqua, e, lungo la strada, «fa del bene a tutti ».
La strada è ora la sua chiesa, la sua cattedra, il convito della sua carità.
Mi piace vederlo ricevere «con lieto volto » l'omaggio della gioia dei poveri.
Certi sussieghi sdegnosi, certe false umiltà, che rifiutano gli « omaggi improduttivi », non si addicono al Signore, che guarisce la gioia con la gioia, il fasto e la prepotenza con l'osanna dei fanciulli che distendono rami d'olivo sui suoi passi.
Egli è l'altro Giosuè, quello vero, che vince le fortezze del male coi silenzi della sua carità.
Passa l'amore e tutto cede : passa la prima­vera e tutto fiorisce, anche il sicomoro.
Non ho mai visto un sicomoro e non ho voglia di leggerne la descrizione in un libro di botanica : faccio più presto a tramutarlo in gelso o in platano o in salice. Son così belli anche gli alberi della mia piana, così pieni di grazia, in questi primi giorni di primavera, che li possia­mo benissimo usare per l' « incontro ».
« Sono discesa nel campo a vedere le piante verdi della valle, a vedere se le viti mettevano le loro gemme, e ho detto : " Io salirò sulla palma e m'aggrapperò ai suoi rami " » (Cantico dei Cantici).
Ognuno ha un suo ricordo legato a un albero. Potrei raccontarvi la storia del mio cuore con colori e stormir di foglie. Le più dolci confidenze le ho fatte a due pini, che, dalla parte di matti­na, proteggevano il mio primo presbiterio.

Signore, ti ringrazio di aver fatto altare una pianta di sicomoro, consacrando, nella tua pietà, la poesia d'ogni stagione.

- don Primo Mazzolari -
da: "Zaccheo", pagg. 7,8,9,10, Ed. La Locusta, maggio 1967



"Se tu hai un peso nella tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perchè mai ha smesso di ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati come ha fatto Zaccheo, sali sull'albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare! Ricordatelo bene così è Gesù."

- Papa Francesco -


"Zaccheo, scendi subito, perchè oggi devo fermarmi a casa tua."

(Luca 19, 1-10)


Si, l'amore di Cristo ha raggiunto ciascuno e ciascuna di voi, cari fratelli e sorelle, con quel medesimo "prezzo" della Redenzione. 
In conseguenza di ciò, vi siete resi conto come appartenete più a voi stessi. Questa nuova consapevolezza è stata il frutto dello "sguardo amorevole" di Cristo nel segreto del vostro cuore. 
Voi avete risposto a questo sguardo, scegliendo colui che per primo ha scelto ciascuno e ciascuna di voi, chiamandovi con l'immensità del suo amore redentivo. 

- San Giovanni Paolo II - 
Redemptionis Donum, 3




Buona giornata a tutti. :-)







giovedì 8 gennaio 2015

Gli occhi della mia donna non sono come il sole - William Shakespeare -

Gli occhi della mia donna non sono come il sole;
il corallo è assai più rosso del rosso delle sue labbra;
se la neve è bianca, allora i suoi seni sono bigi;
se i capelli sono crini, neri crini crescono sul suo capo.

Ho visto rose damascate, rosse e bianche,
ma tali rose non le vedo sulle guance;
e in certi profumi c'è maggior delizia
che non nel fiato che la mia donna esala.

Amo sentirla parlare, eppure so
che la musica ha un suono molto più gradito.
Ammetto di non aver mai veduto incedere una dea,
ma la mia donna camminando calca la terra.

Eppure, per il cielo, credo il mio amore tanto raro
quanto qualsiasi donna travisata da falsi paragoni.



- William Shakespeare -




“Con la tua immagine e con il tuo amore,
tu, benché assente, mi sei ogni ora presente.
Perché non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri;
ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te.” 

- William Shakespeare -





Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 7 gennaio 2015

Cade la neve di Ada Negri e Nebbia di Giovanni Pascoli -

Sui campi e su le strade,
silenziosa e lieve,
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
ne l'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.
In mille immote forme,
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini,
dorme.
Tutto d'intorno è pace;
chiuso in oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace.

- Ada Negri - 
(1870 - 1945)



Un albero secco fuori dalla mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni: Il vento sabbioso la neve e il gelo non possono ferirlo. 
Ogni giorno quell'albero mi dà pensieri di gioia, da quei rami secchi indovino il verde a venire.

W.Ya-p'ing
da Albero Secco



"Inverno” acquerello su carta cotone di Celeste Gurgone

Nebbia – Giovanni Pascoli

E guardai nella valle: era sparito
tutto: sommerso! Era un gran mare piano,
grigio, senz'onde, senza lidi, unito.
E c'era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli sparsi per quel mondo vano.
E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.
Ed un cane uggiolava senza fine.

- Giovanni Pascoli - 
(1855 - 1912)





La neve cadeva pesante, approfondiva il silenzio, veniva immediatamente dal cielo e portava con sé un mistero inesplicabile. Qualche fiocco restava appeso alla finestra e sembrava una piccola stella piena di luce. Altri cadevano sul davanzale e coprivano lentamente le briciole che aspettavano gli uccelli.
Una volta pregai la nonna: «Nonna, raccontami anche una storia del cielo». Allora la nonna domandò: «Perché anche?». «Perché la neve viene di lassù e dice sicuramente che in cielo è tutto bianco».


- Adrienne von Speyr -




Chiudo gli occhi, e sento il tocco gelido del cielo, sogno di riaprirli e di ritrovarmi in un piccolo paradiso e lo sguardo ora si perde, in un candido paesaggio, non è l'immaginazione è il potere magico della neve, attutisce i rumori con il suo candido manto e mi regala... un piccolo minuscolo, straordinario sogno.

- Stephen Littleword -





Buona giornata a tutti  :-)