Attraverso la fede noi possiamo ricevere l’eredità di
Gesù: «Io vi lascio la pace, vi do la mia pace». Paolo a Filippi, incarcerato
in una buia e desolata segreta, il corpo fustigato e sanguinante, i piedi
incatenati, lo spirito stanco, cantava gioiosamente i canti di Sion nella
mezzanotte.
I primi cristiani, affrontando i leoni affamati nell’arena o la
dolorosissima pena del ceppo, si rallegravano di essere stati giudicati degni
di soffrire per amore di Cristo. Gli schiavi neri, stanchi fino alle ossa nel
caldo opprimente e con i segni dei colpi di sferza impressi di fresco sulle
loro schiene, cantavano trionfanti: «Presto deporrò questo pesante fardello».
Questi sono esempi viventi di pace che oltrepassa ogni comprensione.
La nostra capacità di affrontare in maniera costruttiva i sogni infranti è in
ultima analisi determinata dalla nostra fede in Dio.
La fede genuina ci infonde
la convinzione che di là dal tempo vi è uno Spirito divino e di là dalla vita
vi è la Vita.
Per quanto tristi e catastrofiche possano essere le circostanze
presenti, noi sappiamo che non siamo soli, perché Dio abita con noi nelle più
anguste e opprimenti celle della vita.
E anche se noi moriamo là, senza aver
raggiunto la promessa terrena, Egli ci guiderà per quella misteriosa strada
chiamata morte e, infine, a quella indescrivibile città che ci ha preparata.
(Martin Luther King)
Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Noi
faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra
capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica
con la nostra forza d'animo.
Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi.
Noi non possiamo in buona coscienza,
obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un
obbligo morale non meno della cooperazione col bene.
Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora.
Lanciate bombe sulle nostre case e
minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora.
Mandate i vostri incappucciati sicari nelle
nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo
ancora.
Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la
nostra capacità di soffrire.
Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma
non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra
coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una
duplice vittoria.
L'amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo.
Su, in marcia!
Vittima e carnefici insieme.
Il gruppo si instrada verso il Calvario.
Dio, trascinato per la gola,
all'improvviso barcolla e cade a terra.
Che cosa dici di questa prima caduta, Signore?
E poiché che ora sai, che cosa ne pensi?
Quando si cade
e il carico mal distribuito ti trascina a terra:
come la trovi, questa terra che tu stesso hai
creato?
Ah! Non solo la strada della giustizia è scabra,
quella del male, anch'essa, è perfida e traditora.
Non si ha solo da camminare di filato,
bisogna impararla, pietra a pietra,
e il passo spesso tradisce,
mentre il cuore è ostinato.
Ah! Signore, per le tue ginocchia benedette,
– queste due ginocchia che ti sono mancate di botto
– ,
per il soprassalto improvviso
e per la caduta all'imbocco della terribile strada,
per il passo falso che ti ha tradito,
per la terra che hai misurato,
salvaci dal primo peccato, quello che ci prende di
sorpresa.
- Paul Claudel, Via Crucis, terza stazione -
COME CAMBIARE IL MONDO?
"Non basta
essere illuminati dalla fede ed accesi dal desiderio del bene per penetrare di
sani principi una civiltà e vivificarla nello spirito del Vangelo.
A tale scopo
è necessario inserirsi nelle sue istituzioni e operare validamente dal di dentro delle medesime. Però
la nostra civiltà si contraddistingue soprattutto per i suoi contenuti
scientifico-tecnici.
Per cui non ci si inserisce nelle sue istituzioni e non si
opera con efficacia dal di dentro delle medesime se non si è scientificamente
competenti, tecnicamente capaci, professionalmente esperti" .
(Papa Giovanni XXIII)
Illustrazione di Johnny Palacios Hidalgo
Eccellente modo di fare il bene è la ferma risoluzione
di combattere il male.
- Cesare Cantù -
Preghiera
della sera
Questa sera, Signore, non porto
nulla;
è stata così sterile la mia giornata!
Le mie mani hanno cercato tutto il giorno,
come un cieco, la luce e la gioia.
E nel mio deserto sono fioriti soltanto
sterpi spinosi e senza senso.
E giungo, come vedi, alla tua presenza
con la dolente voce della mia indigenza.
La stanchezza nei piedi e nello sguardo,
e le mani vuote, senza nulla.
Ma tu sai, Signore, che ai tuoi occhi
non sono mai inutili o vani
i desideri del nostro cuore:
vuote, così come sono,
prendi le mie mani.
-Juan Alfaro -