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mercoledì 31 marzo 2021

Cardinale Joseph Ratzinger - da "In cammino verso Gesù Cristo"

"Qui si innesta una circostanza decisiva, ch’è quella per noi ora interessante: l’acclamazione della folla. 
Infatti la folla, che doveva essere immensa e invasa da un unico sentimento, riconobbe e proclamò Gesù di Nazareth, l’umile profeta, che saliva verso Gerusalemme su quella popolare cavalcatura, senza vittorie militari e politiche, per quello ch’Egli veramente era, quale «Figlio di David», cioè come mandato da Dio, come erede delle secolari speranze del Popolo ebraico, come Colui che veniva a liberare e a salvare la sua gente ed a instaurarne i nuovi destini. 
Autentica l’identificazione della Persona, illusoria tuttavia l’interpretazione del regno: non si trattava più del regno terrestre di David, ma del «regno dei cieli» (Ev. Matth.), del «regno di Dio», predicato da Cristo nel Vangelo. 
Sulla croce di Gesù però lo scritto di Pilato, in tre lingue, che enunciava il motivo della condanna del Signore a quel supplizio spietato, dirà ancora l’accusa che lo qualificava: «Re dei Giudei»: come tale fu crocifisso."

- papa Paolo VI - 
Omelia per la Domenica delle Palme, 7 aprile 1974


Felicità

Chi ti spianerà la via per raggiungere alle sorgenti zampillanti? 
Solo là e non altrove si sviluppano le forze vive del rischio. 
Quando ti interroghi dicendo: "Come potrò realizzarmi?", sai di aspirare ad un'esistenza di completezza e non ad una vita inquadrata e senza rischi. Non attardarti in situazioni senza via d'uscita perché vi bruceresti energie vitali. Niente compiacenze con te stesso. 
ùVa oltre, senza esitare. E scoprirai che il tuo cuore s'allarga: solo alla presenza di Dio l'uomo si realizza.

- Frere Roger Schutz -




...l'atto di violenza espresso dagli uomini contro di lui, Gesù lo trasforma dall'interno in atto di offerta a loro favore, in un gesto d'amore. 
Tutto questo è drammaticamente riconoscibile nell'agonia dei Getsemani. 
Ciò che aveva proclamato nel Discorso della montagna, ora Gesù lo compie: non contrappone violenza a violenza, come avrebbe potuto, ma pone fine alla violenza trasformandola in amore. 
L'atto della sua uccisione e il suo morire sono trasformati in amore, la violenza è sconfitta dall'amore. 
Questa è la trasformazione basilare, sulla quale tutto il resto si fonda. 
E' la vera trasformazione di cui il mondo ha bisogno, l'unica che può salvare il mondo. Avendo Cristo vinto e trasformato dall'interno la violenza in atto d'amore, la morte stessa è trasformata: l'amore è più forte della morte. Esso rimane in eterno.
In questa trasformazione ne è dunque racchiusa un'altra: la trasformazione della morte in risurrezione, del corpo morto nel corpo risorto. 

Come dice San Paolo: se il primo uomo era anima vivente, il nuovo Adamo, Cristo, diventa in quest'evento Spirito datore di vita (1Cor 15,45). 
Il Risorto "è" offerta, è Spirito vivificante, e come tale comunicabile, anzi comunicazione. Ciò non significa in alcun modo negazione della materia, ma proprio così essa raggiunge il suo fine; senza l'evento fisico della morte e il suo interiore superamento, tutto questo non sarebbe possibile. 
Nella trasformazione della risurrezione tutto il Cristo continua a sussistere, però trasformato in modo che il suo "essere corpo" e il suo "offrirsi in sacrificio" non s'escludono più, bensì s'includono...

- Papa Benedetto XVI - 
Cardinale Joseph Ratzinger - da "In cammino verso Gesù Cristo" -



Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 12 gennaio 2021

Dio non è autore del male - frère Roger di Taizé

 Alcuni si dicono: se Dio esistesse, non permetterebbe le guerre, l'ingiustizia, la malattia, l' oppressione, neppure per un solo essere umano; se Dio esistesse impedirebbe all'uomo di commettere il male.

Quasi tremila anni fa il profeta Elia si reca un giorno nel de­serto per ascoltare Dio. Si scatenano gli elementi: dapprima un uragano, poi un terremoto ed infine un fuoco violento Ma Elia capisce che Dio non si trova nello scatenarsi degli elementi na­turali. 
Tutto poi si placa ed Elia percepisce Dio nel mormorio d'una brezza leggera. Ed è colpito da questa toccante realtà: la voce di Dio si trasmette all'uomo spesso in un soffio di silenzio.
È una delle prime volte della storia in cui si registra questa limpida intuizione: Dio non terrorizza nessuno con mezzi vio­lenti. 
Dio mai è autore del male, dei sismi naturali, delle guerre, delle disgrazie terrene.
Né la sofferenza, né la miseria degli uomini sono volute da Dio.
Dio non  s'impone. Ci lascia liberi di amare o di non amare, di perdonare o di rifiutare il perdono. Ma Dio non assiste mai pas­sivamente al dolore degli esseri umani. 
Soffre con l'innocente, vittima d'una prova incomprensibile, soffre con ciascuno. C'è  un dolore di Dio, c'è una sofferenza del Cristo. 

- Frère Roger di Taizè -




Un pensiero di pace 

Io la Pace la penso così,
come una terra immensa,
senza frontiere,
senza confini:
una terra feconda
che produca frumento
per tutte le bocche,
una terra allietata
da chiari corsi d'acqua.

Io la pace la penso così,
come un abito azzurro;
azzurro come il manto della nostra Madre Maria,
azzurro come le speranze
di tutti i popoli oppressi,
azzurro come un cielo senza confini spaziali,
azzurro come lo sguardo della Natura
quando era immersa nel giardino dell'Eden,

Io la pace la penso così,
come un padre che ama, che guida, che corregge,
che raduna dalle varie lontananze
il suo gregge,
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia,
perché la Chiesa è come una famiglia.

Io la Pace la penso così e voi?

- Anna Marinelli -




Siamo nati una volta, due non è possibile nascere: tu, che non disponi del domani, rinvii l'occasione dell'oggi: e intanto la vita ci sfugge, e ciascuno di noi, senza essere mai padrone di un'ora, muore.

- Epicuro -



L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. 
Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. [...] 
Se invece si sottomette a un'autorità, allora può sperare che l'autorità gli dica quello che è giusto fare, e ciò vale tanto più se c'è un'unica autorità – come è spesso il caso – che decide per tutta la società cosa è utile e cosa invece è nocivo.

- Erich Fromm -





Buona giornata a tutti. :-)


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domenica 25 agosto 2019

Dio ama ciò che è perduto - Bonhoeffer Dietrich

“Dio non si vergogna
della miseria dell’uomo,
vi entra dentro,
sceglie una creatura umana come suo strumento
e compie meraviglie
lì dove uno meno se le aspetta. 

Dio è vicino alla bassezza,
ama ciò che è perduto,
ciò che non è
considerato,
l’insignificante,
ciò che è emarginato,
debole e affranto;
dove gli uomini dicono ‘perduto’,
lì Egli dice ‘salvato’;
dove gli uomini dicono ‘no!’,
li Egli dice ‘si’!
Dove gli uomini distolgono
con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo,
lì Egli posa il Suo sguardo
pieno di un amore ardente incomparabile.[...]
Dove nella nostra vita
siamo finiti in una situazione
in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio,
dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi,
dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita,
lì Egli vuole irrompere
nella nostra vita,
lì ci fa sentire il Suo approssimarsi,
affinché comprendiamo
il miracolo, del Suo amore,
della Sua vicinanza
e della Sua Grazia”.


- Bonhoeffer Dietrich -




Se i soli cristiani fossero già capaci di tradurre in atto la parola di Pietro: «non ho né oro né argento» non ho riserve, niente di superfluo, il corso di molte evoluzioni storiche sarebbe rovesciato. 
Basterebbe perché si stabilisse sulla terra una maggiore giustizia. 
Le generazioni che salgono si allontanano da noi cristiani che parliamo volentieri di sicurezza in Dio, mentre abbiamo spesso bisogno di tante assicurazioni in oro ed argento.

- Roger Schutz - 



Resta con noi, Signore,

perché viene la notte.
Resta con noi
che siamo così spesso rattristati
da tutte le notizie che vediamo e ascoltiamo.
Resta con noi che non sappiamo
leggere il senso delle cose più semplici,
che abbiamo tra le mani.
Resta con noi
e trasforma in gioia
le nostre amarezze e la nostra sfiducia,
i nostri scetticismi e le nostre paure.
Resta con noi,
tu che sei risorto
e ci doni la grazia del tuo Spirito.
Resta con noi
e insegnaci a trasformare il cuore del mondo.

- Cardinale Carlo Maria Martini -



Buona giornata a tutti. :-)


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martedì 25 dicembre 2018

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza - don Tonino Bello

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire.
Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

- don Tonino Bello -



Vi ricordate?

Alla tombola c'erano TUTTI, si aspettava che le donne lavassero i piatti e poi, sotto con le cartelle,ci si stringeva intorno al tavolo, le bucce di mandarino..i fagioli.. 5 lire a cartella... il barattolino con i soldi spicci messi da parte nell'anno per quel momento...NON SI PUO' DIMENTICARE. 
Alla fine avevamo vinto tutti, anche chi aveva perso, avevamo vinto la felicità di stare insieme.



"Durante il tempo che precedeva il Natale, passavo lunghi momenti davanti al presepio a guardare la Madonna e, ai suoi piedi il Neonato.
Un’immagine così semplice segna la vita.
Permette un giorno di cogliere che, attraverso il Cristo, Dio stesso è venuto in mezzo a noi.
La notte di Natale andavo in chiesa. Quando avevo cinque o sei anni abitavamo un paesino in montagna e bisognava camminare nella neve.
Poiché ero il più giovane, mio papà mi teneva per mano. Mia mamma, mio fratello maggiore e le mie sette sorelle mi seguivano.
Mio padre mi indicava nel cielo aperto la stella dei pastori che gli stessi Magi avevano visto.
Quelle immagini mi ritornano in mente quando si legge il testo dell’apostolo Pietro dove scrive: “Guardate a Cristo come luce che brilla nella notte, finché non splenda il giorno e non si levi nei vostri cuori la stella del mattino”.

- Frère Roger -

:



Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! 
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). 
O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? 
In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo? Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. 
Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio. 
Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. 
Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui.

- sant'Agostino -




Carissimi amici ed amiche che mi seguite da così tanti anni e da tutto il mondo, un caro augurio di Buon Natale a voi e ai vostri cari. 
Un abbraccio forte. 

- Stefania - 

martedì 23 ottobre 2018

Né la sofferenza, né la miseria degli uomini sono volute da Dio - frère Roger di Taizé

Alcuni si dicono: se Dio esistesse, non permetterebbe le guerre, l’ ingiustizia, la malattia, l'oppressione, neppure per un solo essere umano; se Dio esistesse impedirebbe all'uomo di commettere il male.

Quasi tremila anni fa il profeta Elia si reca un giorno nel deserto per ascoltare Dio. Si scatenano gli elementi: dapprima un uragano, poi un terremoto ed infine un fuoco violento. Ma Elia capisce che Dio non si trova nello scatenarsi degli elementi naturali.

Tutto poi si placa ed Elia percepisce Dio nel mormorio d'una brezza leggera. Ed è colpito da questa toccante realtà: la voce di Dio si trasmette all'uomo spesso in un soffio di silenzio.

È una delle prime volte della storia in cui si registra questa limpida intuizione: Dio non terrorizza nessuno con mezzi violenti.
Dio mai è autore del male, dei sismi naturali, delle guerre, delle disgrazie terrene.

Né la sofferenza, né la miseria degli uomini sono volute da Dio.

Dio non  s'impone. Ci lascia liberi di amare o di non amare, di perdonare o di rifiutare il perdono. Ma Dio non assiste mai passivamente  ai dolore degli esseri umani.

Soffre  con l'innocente,
in Dio, c'è una sofferenza del Cristo.

- frère Roger di Taizé -


Preghiera di guarigione dai mali spirituali

Padre onnipotente
ed eterno
Cristo Signore
Spirito Santo Amore.

Ti preghiamo con fede, amore e tenerezza infinita di guarire tutti i mali spirituali.
Usaci per guarire, mandaci ad essere tuo strumento umile ed appassionato di guarigione.


Fa che chiunque ci vede possa vedere in noi la presenza viva di Gesù che passa per le strade, nelle famiglie, nei luoghi di sofferenza, guarendo, liberando, beneficando tutti.

Ti preghiamo di guarire i malati dello spirito; passa Signore e guarisci gli apostati che non Ti pregano e non Ti amano, coloro che imprecano e bestemmiano;

Ti preghiamo:
guarisci i malati di tante idolatrie e di tante dipendenze idolatriche;
guarisci gli adoratori di idoli, coloro che praticano magia, spiritismo, cartomanzia, astrologia, negromanzia, satanismo;
guarisci le malattie dovute a dipendenza sessuale, alla sessualità deviante e contro natura;
guarisci dal concubinato, dall'adulterio, dall'abuso sessuale, dalla lussuria, dall'aborto;
guarisci i malati di dipendenza da droghe, da alcolismo, da tabagismo, da abuso di psicofarmaci.

Passa Signore, sana, guarisci!

Guarisci i malati di superbia, di orgoglio, di vanagloria, di invidia, di gelosia, di pensieri di morte, di mancanza di perdono.

Passa Signore, sana, guarisci!

Guarisci i malati di disperazione, gli omicidi e coloro che uccidono con la parola, la calunnia, la delazione segreta, il tradimento.

Guarisci i malati dello spirito attraverso il peccato di mafia, di camorra, di massoneria, di falsità, di tradimento, di sfruttamento economico ed oppressivo, di schiavismo.

Passa Signore, sana, guarisci!

Porta la grazia, la santità, la gioia.



Amen.



Buona giornata a tutti. :)



sabato 29 luglio 2017

Le quattro candele

Questa è la storia di quattro candele che, bruciando, si consumavano lentamente.
Bruciavano e si consumavano inutilmente perché - dicevano loro –
“Nessuno si cura di  noi, nessuno approfitta della nostra luce e del nostro calore”.

Così si espresse la prima candela:
Io sono la Pace, gli uomini non riescono a mantenermi, penso proprio che non resti altro da fare che spegnermi”.
Così fu, e a poco a poco la candela si lasciò spegnere completamente.

Anche la seconda candela a poco a poco, vedendo spenta la prima candela, si lasciò prendere dallo sconforto e disse:
"Io sono la Fede, purtroppo non servo a nulla, gli uomini non ne vogliono sapere di me e perciò non ho motivo che resti accesa”.
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste e sconsolata, la terza candela a sua volta disse:
"Io sono l'Amore. Non ho forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.
Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari".
E, senza attendere oltre la candela si lasciò spegnere.

Inaspettatamente, un bimbo, in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente.
Impaurito per la semi oscurità disse:
"Ma cosa fate! Voi  dovete rimanere accese, io ho paura del buio".
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela impietositasi, disse:
“Non temere, non piangere: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre candele. Io sono la Speranza”.

Con gli occhi gonfi e lucidi di lacrime, il bimbo prese la candela della Speranza e riaccese tutte le altre.

Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore…
E che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo capace in ogni momento di riaccendere, con la sua speranza, la fede, la pace e l’amore.





La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. 
Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? 
Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. 
Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: "Non temere, continua a fidarti!".

Frère Roger -


Buona giornata a tutti. :-)








giovedì 27 aprile 2017

Fragilità - Kahlil Gibran

Vi è stato detto
che, come una catena, siete fragili
quanto il vostro anello più debole.
Questa è soltanto mezza verità.
Siete anche forti
come il vostro anello più saldo.
Misurarvi dall'azione più modesta
sarebbe come misurare la potenza dell'oceano
dalla fragilità della schiuma.
Giudicarvi dai vostri fallimenti
è come accusare le stagioni
per la loro incostanza.
E voi siete come le stagioni,
e anche se durante il vostro inverno
negate la vostra primavera,
la primavera, che in voi riposa,
sorride nel sonno e non si offende.

- Kahlil Gibran -
da: Il Profeta



La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. 
Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? 
Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. 
Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: "Non temere, continua a fidarti!".

Frère Roger -



 Voglio perdonarmi

Voglio perdonarmi:
di inseguire la stella inaccessibile,
di essere fragile,
di aver vergogna del mio dolore,
di accusarmi nella sventura,
di mantenere il desiderio di una perfezione irraggiungibile,
di essermi reso complice del mio persecutore,
di essermi messo fuori del mio cuore,
di aver rimuginato accuse offensive nei miei confronti,
di non essere stato capace di prevedere tutto,
di odiarmi senza compassione,
di sentirmi impotente ad accordare il perdono agli altri.
In breve, voglio perdonarmi di essere umano.

- Jean Monbourquette -
da "Perdonare", Card. Godfried Danneels, Ed. San Paolo


Buona giornata a tutti. :-)

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